Tumgik
#lampadina
twopoppies · 9 months
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https://twitter.com/meryhl13/status/1684184820962787334?s=46&t=BRJY4ZQz89uxpR8KiGdarQ
He owns a club in bologna where I always go that is called "lampadina 💡" and they have some prints of harry on the wall and they are his fans. A lady and her daughter (harry's tour manager) asked that harry wanted the lesbian flag on the stage and the owner ordered it for him and at the concert he took it and then as a gift he took them under the stage 🥹
🥹 This is so lovely. Thank you so much for translating!
Is it a gay club? I noticed they have Pride merch.
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cuoredolce67 · 8 months
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alessandrom76 · 1 year
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when lost, follow the light.
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PhoTober
6 Ottobre
Tema: rosso
Autore della foto: @wwweirdworld
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coffeenuts · 2 years
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..per idee a colori.. by Antonio Iacobelli (Jacobson-2012) https://flic.kr/p/UhFwAp
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designmiss · 10 years
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Liquid Lamp https://www.design-miss.com/liquid-lamp/ Il #designer giapponese Kouichi Okamoto ha realizzato “Liquid Lamp”, una lampada da tavolo che riproduce l’effetto di una cascata di liquidi. Via kyouei-ltd.co.jp
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chanellulu · 1 year
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My new babe #plastic #lampadina #lampadine #interiorlight #arredamenti #interiordesigner #interiordesign #ufficio #office #lucine #lifestyle #moda #fashion #style #furnituredesign #furniture #cappuccio #bünet #arredamento #luci #illumination #morning #happyme #life #lampade #lampadadatavolo #illuminazione #lampada #luce #light https://www.instagram.com/p/CoxQeP3o8v5/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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deathshallbenomore · 10 months
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ciclo giorno uno ottocento gradi fuori pressione non pervenuta cerco di sopravvivere abbeverandomi di copiosa acqua mi sento in fin di vita e per giunta inciampo mediante meme su un video tiktok di ragazzina quattordicenne (ingiustamente) accusata di essere ignorante per aver detto “la storia di amore e psiche? non mi sono piaciuti i personaggi e andava scritta meglio” in perfetta coerenza con l’appiattimento culturale che affligge la nostra era e forse ancor di più i più giovani che non hanno ancora avuto modo di maturare un proprio senso critico. un’esperienza astrale
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libero-de-mente · 4 months
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Ricordi
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Oggi 21 dicembre Facebook mi ricorda un mio post, lo pubblicai in questo giorno tre anni fa.
Non riporto il testo. Non me la sento.
Ma dell'essere vivente la cui foto pubblicai tre anni fa, oggi rimane solo un ciuffo di peli.
Quella che vedete a destra nell'immagine è la punta della coda di Alvin.
La perse. Si, la trovai per terra e al povero micione venne amputata la parte finale della struttura della coda di circa mezzo centimetro, per evitargli una necrosi.
Non abbiamo mai capito dove gli rimase impigliata la coda, tanto da recidergli la punta.
Mistero.
Mi dispiace scrivere ancora di lui, ma questa volta Fb con i suoi ricordi mi ha mescolato ancora le mie interiora.
Quel gatto mi è entrato nell'anima come nessun altro animale prima. Anche se la sua esistenza non è arrivata neanche a quattro anni di vita.
Alvin arrivò in un periodo, lockdown, in cui la mia possibilità professionale di vedere tanta fatica chiudersi con la sottoscrizione di contratti importanti era una chimera.
Ad Alvin io queste cose le raccontavo la sera, prima di addormentarmi, lasciavo a lui mie speranze e ambizioni sussurrate alla luce di una piccola lampadina che ci illuminava a stento.
Le mie illusioni e speranza. Lui le accoglieva continuando a emettere le sue fusa propedeutiche al mio benessere psicofisico.
Steso sopra il mio torace.
Alvin se n'è andato una mattina in cui io stavo partecipando alla firma di un contratto importante. Uno di quelli che, con lui, avevo condiviso paure e certezze.
Come se la sua missione fosse finita con me, una sorta di Tata Matilda chiamata in chissà quale altra parte del mondo, a sostenere e salvare un'anima.
Il destino a volte è uno sceneggiatore che a Hollywood se lo sognano.
Rimane quella punta pulita, lavata, sterilizzata, priva di carne ma solo di peli intrecciati tra di loro.
La conserverò con tutta la cura che potrò, anche se ogni tanto si bagnerà delle mie lacrime.
Grazie a chiunque mi comprenda.
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smokingago · 7 months
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“Come stai?” mi chiedi.
“Stanca” rispondo. Rispondiamo spesso così. Mi sento, ci sento: siamo adulti, siamo tanti e siamo stanchi tutti quanti.
“Come mai?” mi chiedi. Ma non è la domanda corretta. Non siamo stanchi perché lavoriamo troppo o dormiamo poco o mangiamo male o per carenza di ferro o magnesio. Non è una stanchezza chimica, è esistenziale. Non siamo stanchi per qualcosa. Siamo stanchi di qualcosa.
Io sono stanca dei miei pensieri che escono dal gregge, di non essere un buon cane pastore capace di girargli intorno, arginare, compattare. Perché spesso sono il lupo che minaccia di sbranare le certezze. Sono stanca dei sospesi: la lampadina che devo cambiare da un anno e tre mesi. Devo imbiancare, togliere gli adesivi di Cars dal mobile del salotto, dalle scale, ho ancora mezzo armadio pieno di vecchi vestiti, me ne dovrei disfare. È sempre stato più facile gettar via che sistemare.
Ma ci sono anche gli oggetti che non so buttare. L’oggetto del mio rancore, l’oggetto del desiderio, l’oggetto delle mie angosce, l’oggetto della mia malinconia, l’oggetto dell’invidia, sono un’accumulatrice seriale di piccole ossessioni. Sono stanca degli appelli mancati, quelli che manco io più di tutto, quando non ci sono nel modo giusto, sono stanca di mancare. Sono stanca di aver bisogno di questa stanchezza per sentirmi viva, perché se non sei stanca non hai fatto abbastanza.
Sono stanca perché il vero riposo per me è la soddisfazione del darmi da fare, anzi di fare fatica. Sono stanca e un po’ suonata, ogni tanto ripenso a quando ero più giovane e innamorata, così innamorata da potermi concedere il tormento con dubbi inesistenti. Ancora mi sorprende quanta resistenza si possa fare ad accettare la felicità. Oggi sono stanca della precarietà. Sono stanca del “per ora”, delle mani avanti che sono sempre le mie, della mia incapacità di pensare per assoluti, del senso di allerta che mi abita. Io peroro, tu perori, egli perora… voce del verbo “del doman non c’è certezza”. Ci diciamo che stiamo attraversando un periodo complicato. Una fase. Ma per quanto mi riguarda questo periodo complicato è iniziato quando mia sorella mi rivelò che Nicca Costa era molto più bella di me e non si è mai esaurito. La vita è una fase complicata dell’esistenza. È che la complicazione non è circoscritta e il periodo di cui sopra non si attraversa e via, quando trovi le strisce.
Se tocchi il fondo, immagini di scendere giù, verso un abisso di tristezza, ma poi di picchiare la pianta del piede e risalire rapido. E invece no, ti aspetta la merdosissima maratona nei fondali, anfibi disperati che non siamo altro, con le branchie che fanno contatto coi condotti lacrimali.
“Sei stanca” mi chiedi? Sì, ma per ora il gregge dei pensieri è in salvo, anche stasera il lupo non si è visto arrivare. Sono stanca, siamo stanchi, ma via e pedalare.
Enrica Tesio
🍀
#smokingago
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twopoppies · 9 months
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Nope Gina “lampadina” is a coffee bar :)
That's what it looked like to me. I was surprised to see they had so much pride merch.
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der-papero · 6 months
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Ieri sera sono andato a un grandissimo sfrangimento di coglioni chiamato "concerto jazz" (no, non lo sapevo che fosse un concerto jazz ed è stata in ogni caso la mia prima volta, quindi mi sono concesso il beneficio del dubbio, che si è trasformato in una attesa confermata).
Nulla contro il jazz, intendiamoci, non lo capisco (tradotto: mi rifiuto di capirlo), ognuno a casa sua.
Ad ogni modo, ho vissuto dopo decenni quell'aria che si viveva nei circoli di sinistra che frequentavo all'Uni, circoli che, diciamocela tutta, di fondo odiavo. Erano pieni di persone che, per quanto elaborato fosse il loro pensiero, dedotti tutti i contesti si poteva riassumere in un
se non la pensi così, sei un ignorante
senza argomenti, senza che ti spiegassero perché.
Io adoravo andare a quelli degli anziani, quelli sì che la lotta la facevano sul serio. Tra loro c'era anche il preside del mio liceo, una persona che, seppur senza contatti, mi ha insegnato tanto. Gente che la famosa "catena di montaggio", la famosa "piazza", le avevano provate davvero, sapeva davvero cosa fosse uno sciopero, una lotta portata avanti per anni, c'era tutto un ventaglio di classe sociali, dall'operaio al professore blasonato, e nelle loro assemblee erano tutti sullo stesso piano, non contava quanti congiuntivi infilavi, era l'idea che c'era dietro che pesava, gente che aveva imparato le cose semplicemente capendo quanto vale il pane che portava a casa.
E invece poi mi toccava essere circondato da tutti questi stronzi col culo al caldo e la paghetta del papà, per carità, avevano letto centinaia di libri (tempo speso bene, direi), ma non sapevano dirti la differenza tra un diritto del lavoro e una lampadina, tutti futuri Elly Schlein, per intenderci (non ce l'ho con Elly in sé, ma con l'immagine che rappresenta). M'avessero mai insegnato qualcosa davvero di sinistra che fosse una, gente che campava unicamente di autoreferenzialità.
Ieri sera il locale era composto da una minoranza che amava il jazz, una maggioranza che faceva finta di capirlo per non apparire cogliona, e infine quattro anime in pena come la mia, che si chiedevano "che cazzo ci faccio qui?". Ecco, quella roba dei circoli, insomma.
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susieporta · 7 months
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“Come stai?” mi chiedi.
“Stanca” rispondo. Rispondiamo spesso così. Mi sento, ci sento: siamo adulti, siamo tanti e siamo stanchi tutti quanti.
“Come mai?” mi chiedi. Ma non è la domanda corretta. Non siamo stanchi perché lavoriamo troppo o dormiamo poco o mangiamo male o per carenza di ferro o magnesio. Non è una stanchezza chimica, è esistenziale. Non siamo stanchi per qualcosa. Siamo stanchi di qualcosa.
Io sono stanca dei miei pensieri che escono dal gregge, di non essere un buon cane pastore capace di girargli intorno, arginare, compattare. Perché spesso sono il lupo che minaccia di sbranare le certezze. Sono stanca dei sospesi: la lampadina che devo cambiare da un anno e tre mesi. Devo imbiancare, togliere gli adesivi di Cars dal mobile del salotto, dalle scale, ho ancora mezzo armadio pieno di vecchi vestiti, me ne dovrei disfare. È sempre stato più facile gettar via che sistemare.
Ma ci sono anche gli oggetti che non so buttare. L’oggetto del mio rancore, l’oggetto del desiderio, l’oggetto delle mie angosce, l’oggetto della mia malinconia, l’oggetto dell’invidia, sono un’accumulatrice seriale di piccole ossessioni. Sono stanca degli appelli mancati, quelli che manco io più di tutto, quando non ci sono nel modo giusto, sono stanca di mancare. Sono stanca di aver bisogno di questa stanchezza per sentirmi viva, perché se non sei stanca non hai fatto abbastanza.
Sono stanca perché il vero riposo per me è la soddisfazione del darmi da fare, anzi di fare fatica. Sono stanca e un po’ suonata, ogni tanto ripenso a quando ero più giovane e innamorata, così innamorata da potermi concedere il tormento con dubbi inesistenti. Ancora mi sorprende quanta resistenza si possa fare ad accettare la felicità. Oggi sono stanca della precarietà. Sono stanca del “per ora”, delle mani avanti che sono sempre le mie, della mia incapacità di pensare per assoluti, del senso di allerta che mi abita. Io peroro, tu perori, egli perora… voce del verbo “del doman non c’è certezza”. Ci diciamo che stiamo attraversando un periodo complicato. Una fase. Ma per quanto mi riguarda questo periodo complicato è iniziato quando mia sorella mi rivelò che Nicca Costa era molto più bella di me e non si è mai esaurito. La vita è una fase complicata dell’esistenza. È che la complicazione non è circoscritta e il periodo di cui sopra non si attraversa e via, quando trovi le strisce.
Se tocchi il fondo, immagini di scendere giù, verso un abisso di tristezza, ma poi di picchiare la pianta del piede e risalire rapido. E invece no, ti aspetta la merdosissima maratona nei fondali, anfibi disperati che non siamo altro, con le branchie che fanno contatto coi condotti lacrimali.
“Sei stanca” mi chiedi? Sì, ma per ora il gregge dei pensieri è in salvo, anche stasera il lupo non si è visto arrivare. Sono stanca, siamo stanchi, ma via e pedalare.
Enrica Tesio
dipinto Gill Button
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tettine · 8 months
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D mi ha detto che, oltre ad aver proiettato le sue insicurezze personali nella nostra relazione, ha proiettato anche il terrore che ha maturato durante la scorsa relazione nel perdere la persona con la quale stava. Io ricordo che anni fa mi disse "io l'ho persa come fosse stata sabbia tra le mani, senza accorgermene" ed ha avuto paura stesse succedendo la stessa cosa quando io l'ho trascurato da giugno in poi. (L'ho trascurato perché ero felice e soddisfatta di come stesse procedendo la mia vita).
Quando sentii quella frase mi si accese una lampadina e sventolò una bandierina rossa ma non ci diedi molta importanza, ma forse è arrivato il momento di attribuirgli il giusto peso e mettermi l'anima in pace che questa relazione è nata e crescita all'ombra della precedente. Speravo che dopo cinque anni (contro uno) fossero bastati per fargliela dimenticare, per acquisire le sicurezze che necessitava.
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3nding · 1 month
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Very first world problem: ho appena scoperto che dei 30+ punti luce che ho in casa nel soffitto/cartongesso Ikea non fa più NESSUNA lampadina a led con attacco GU10 (nel 2019 erano 3 tipi) a 400 lumen. Dici vabbè magari li fa con gli altri attacchi. No. 400 lumen come torta di riso in Liguria: FINITA. Oltretutto la classe energetica delle loro lampadine a led è scesa tra D ed inferiori. Limorté
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designmiss · 11 years
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Lamp Lighting Ceiling https://www.design-miss.com/lamp-lighting-ceiling/ L’ironico Kulyev ha realizzato un soffitto che simula la classica lampadina al centro della quale c’è una lampada. Via nobodyplace.tumblr.com
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