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#ma i sentimenti sono onesti
mossmx · 11 months
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While Merlin is trending I want to thank the whole Merlin fandom
people who have been with us since 2008 and people who have just started watching, people who have left us too soon but will be forever in our hearts and people who switched fandoms but are still amazing
whereter you create, lurk, cheer or just cry in the corner (most of us have been there lol) every part of the Merlin fandom is always part of our family
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even if we have no reason to trend we will always have a reason to celebrate :D
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volumesilenzioso · 11 months
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quasi tutte le ragazze che conosco non fanno altro che parlare male dei loro ex e/o dei ragazzi che hanno frequentato, io sinceramente non capisco come sia possibile una cosa del genere, mi sembra strano che tutti i pezzi di merda siano capitati proprio a loro e che, tra tutti i ragazzi con cui hanno avuto a che fare nella loro vita, non ce ne fosse uno sano. se fossi al posto loro mi farei qualche domanda, nel senso che molto probabilmente il problema non sono i ragazzi, almeno non sempre. mi da fastidio il fatto che definiscano coglioni anche ragazzi con i quali sono uscite una o al massimo due volte. da come ne parlano sembra che questi poveracci abbiano ucciso qualcuno, poi chiedi cos’abbiano fatto di così crudele e scopri che fondamentalmente non hanno fatto niente, al massimo sono stati sinceri e hanno messo in chiaro fin da subito quali fossero le loro intenzioni, oppure hanno semplicemente capito che non sarebbe nato nulla a lungo andare ed hanno quindi deciso di terminare la conoscenza, evitando di perdere tempo e di farne perdere all’altra persona. un po’ mi fa rabbia il fatto che molti ragazzi debbano passare per stronzi semplicemente perché hanno preferito essere onesti e portare rispetto. per carità, può succedere anche a una ragazza di passare per la stronza di turno per gli stessi motivi, il discorso vale lo stesso. però mi capita molto più spesso di sentire frasi del genere da parte di ragazze, e nella maggior parte dei casi queste frasi sono riferite ai ragazzi. essere sinceri non significa essere stronzi, non si è cattivi quando si decide di chiudere un rapporto che non si vuole portare avanti. si è cattivi quando si gioca con le persone e con i loro sentimenti, quando si portano avanti conoscenze che non si vogliono realmente portare avanti, facendo perdere tempo e opportunità alle persone, si è cattivi quando si tradisce eccetera eccetera, potrei andare avanti all’infinito ma non avrebbe senso
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seoul-italybts · 6 months
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[✎ ITA] GQ Korea : Speciale Novembre 2023, Intervista - JIMIN, Una Forma di Linguaggio Di Per Sé | 18.10.2023
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🗞 GQ Korea Novembre 2023 | THIS IS YOUR SONG
JIMIN, Una Forma di Linguaggio Di Per Sé
“Non puoi sapere fino a che punto puoi spingerti, finché non ci provi” __ JIMIN
__ di PARK NA NA, CHUN HEE RAN
Twitter | Orig. KOR | Trad ENG
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GQ: Com'è andata martedì scorso? Hai fatto un servizio fotografico con <GQ> in un giardino che sembrava uscito da una fiaba.
JIMIN: È stato un vero piacere lavorare in buonissima compagnia ed indossando abiti fantastici.
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GQ: Il giardino era umido ed un po' smorto, dopo la pioggia, ma i tuoi “colori” ci sono parsi più vividi. Se dovessi descrivere l'atmosfera di quel giorno con un colore, quale sceglieresti?
JIMIN: Se dovessi descriverla con un colore... mi viene in mente una tinta fiori di ciliegio.
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GQ: Vero. Ricordo chiaramente quel completo color fiori di ciliegio e come mettesse in risalto il tuo viso. Hai menzionato che il tuo modo di muoverti e camminare varia a seconda degli abiti che indossi. Mi pare dunque evidente che ciò che indossi abbia una grande influenza su di te. Come ti trovi nell'esprimere te stesso attraverso la moda, rispetto a quando lo fai con la musica ed il ballo sul palco?
JIMIN: Per esperienza, le foto vengono meglio quando sono più naturale. Quindi cerco di rilassarmi il più possibile, durante servizi fotografici e riprese.
GQ: Durante la diretta Weverse in cui presentavi <FACE>, hai detto: “Volevo fosse una sorta di dichiarazione, un modo per superare quel periodo di smarrimento e le emozioni provate.” Durante la <BTS FESTA 2021>, inoltre, hai detto che credi “in ciò che puoi creare”, mentre non credi che “il destino sia prestabilito”. L'impressione che ci siamo fattə è che proseguire seguendo i tuoi ritmi, le tue idee e con i tuoi soli sforzi sia molto importante per te.
JIMIN: Sono convinto che non ci sia nessuno che possa definire quali sono i propri limiti. Certo, abbiamo tuttə dei limiti, ma non possiamo sapere fino a che punto possiamo spingerci, finché non ci proviamo. Infatti capisco e conosco appieno tutto il coraggio e l'impegno che ci vogliono per credere in se stessə e tirare avanti. Ecco perché trovo che definire la propria strada ed imboccarla con le proprie forze ed energia sia un atto davvero notevole.
GQ: Ascoltando <FACE>, ho proprio provato un senso di empatia, grazie ai toni onesti e alle confessioni più intime. È stato come se le tue parole dessero forma ai miei sentimenti, come se “un chiarore filtrasse dalle ferite aperte, mostrandomi ogni cosa sotto una luce nuova.” (Estratto da “Even with a Very Faint Light” di Choi Eun-young)
JIMIN: Wow, grazie per queste bellissime parole.
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GQ: L'album è stato un modo per affrontare e superare le tue ferite interiori, quindi immagino l'obiettivo principale non fosse quello di dare conforto. Ciononostante, hai provato felicità e sollievo per la reazione delle/i fan?
JIMIN: Le parole gentili, i complimenti ed il supporto delle/i fan sono sempre fonte di gioia e conforto, per noi. Il dono più grande è poter vedere le/i nostrə fan. Questa cosa non è mai cambiata.
GQ: Nell'intervista che avete fatto a gennaio 2022 con <GQ>, RM, riguardo il potere catartico che ha la musica, ha detto: “Aprirsi agli altri e confidarsi può renderci più forti.” Ma ha anche ammesso che, nonostante crede sia importante essere onesti con le/i fan, prova sentimenti contrastanti a riguardo, un senso – sì – di leggerezza e liberazione, ma anche un po' di timore. Ora che è passato un po' di tempo dal rilascio del tuo primo album solista, cosa pensi ti abbia lasciato Face? Dopotutto, certe emozioni diventano più chiare solo col senno di poi.
JIMIN: L'album mi ha aiutato a capire più a fondo le complesse emozioni che stavo provando in quel periodo, e da cui non riuscivo a districarmi. Grazie a questa preziosa esperienza, non ho più paura né insicurezze nel farmi forza e rialzarmi, quando mi sento smarrito ed impotente.
GQ: Ora che, grazie al tuo lavoro solista, hai imparato ad affrontare ed analizzare le tue emozioni, pensi di essere meglio disposto a fronteggiare questi sentimenti, anche quelli più fugaci, invece di lasciarli semplicemente andare? Pensi di aver trovato il modo di catturare ed esprimere queste emozioni?
JIMIN: Quando mi rendo conto che qualcosa di prezioso e speciale sta crescendo in cuor mio, prendo il telefono e mi appunto tutto. Poi, quando mi capita di ripensare a quei momenti ed emozioni, può succedere io mi commuova. E ovviamente mi assicuro di appuntare anche questi nuovi sentimenti.
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GQ: Trovo davvero brillante l'idea del colmare i vuoti - eventualmente lasciati dalla musica - attraverso la coreografia. Credo il tuo non sia un semplice ballare, ma il tentativo concreto di concettualizzare quelle emozioni attraverso una riflessione ed un progetto coscienti.
JIMIN: Esatto. Quando pianifichiamo un progetto e decidiamo qual è la direzione generale che vogliamo seguire per quanto riguarda la coreografia, io partecipo attivamente alla conversazione, condividendo idee e concept cui ho già pensato in fase di stesura dei brani. Quella parte del processo mi piace molto.
GQ: Nonostante non sia stato incluso nella versione a stampa della nostra intervista di gennaio 2022, allora avevi confidato di pensare spesso al significato di concetti astratti quali le relazioni, la lealtà e l'amore. Credi di aver trovato risposte a queste idee? A cosa pensi, di questi tempi?
JIMIN: Sono concetti tuttora un po' complessi, per me, visto che sono ancora in fase di maturazione e non sono ancora del tutto un adulto. Quindi, sarà per quello, ma la mia concezione di queste cose cambia ogni giorno. A volte idee quali le relazioni, la lealtà e l'amore mi sembrano solo parole vuote, ma ci sono anche momenti in cui vi penso con grande affetto e mi ci ritrovo, anche se ancora non ne ho una comprensione completa e soddisfacente. Ma voglio continuare a provare e sperimentare uno spettro sempre più ampio di nuove emozioni.
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GQ: Credi, quindi, sia per quello che la tua danza sembra come catturare tutti i dualismi e la complessità delle emozioni? Perché penso sia proprio questo a rendere ogni ascolto della tua musica un'esperienza sempre nuova, qualcosa che lascia un impatto duraturo. Personalmente, di cosa hai bisogno per trasporre questi sentimenti in musica e poi in ballo?
JIMIN: La prima volta che ascolto una traccia, è importante sentirla come mia e riconoscermi. Poi cerco di tenere a mente quelle prime impressioni e di esprimerle al meglio quando sono sul palco.
GQ: I BTS sono riusciti a rendere nullo il concetto di “barriere linguistiche”. Dopo il primo piazzamento del gruppo nelle principali classifiche Billboard, mi ha molto commosso la tua dichiarazione a riguardo: “Il linguaggio dei BTS consiste nel raggiungere vari angoli del mondo. Invece che prefissarci obiettivi grandiosi, spero questa nostra lingua continuerà a raggiungere quante più persone possibile in tutto il globo.”
JIMIN: Prima di arrivare al livello cui siamo ora, il nostro gruppo ha dovuto affrontare diverse difficoltà, smarrire occasionalmente la direzione e risolvere conflitti, ma ci siamo sempre sostenuti a vicenda. Strada facendo, abbiamo provato gioia, dolore, tristezza, felicità e amore— e siamo sempre stati molto aperti ed onesti rispetto a questi sentimenti. Credo sia proprio questo che ha raggiunto i cuori della gente. In fin dei conti, quindi, non è tanto la lingua, quanto il cuore che può fare da ponte.
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GQ: Se tutte le lingue del mondo dovessero scomparire e rimanesse un'unica forma d'espressione, quale sceglieresti?
JIMIN: Sceglierei l'inchino, il gesto di abbassare il capo in segno di saluto e gratitudine. È un gesto semplice, ma può avere diversi significati: può essere un “ciao” pieno di calore, un “grazie” o un “arrivederci”, o semplicemente essere espressione di rispetto e garbo verso l'altra persona. Se dovesse sopravvivere solo un linguaggio o una forma di espressione, sceglierei questo, l'inchino, il gesto che incarna saluto, gratitudine e stima.
GQ: Tra le tante parole di conforto che hai ricevuto quest'anno, qual è stata la più preziosa? E quali vorresti offrire al pubblico?
JIMIN: Ci sono molti modi di provare gioia. Quest'anno, le espressioni di conforto che ho sentito più spesso – dalle/i fan, da persone a me vicine e colleghi – sono state “Non ti preoccupare, stai andando alla grande anche se non sei veloce quanto vorresti.” Queste parole hanno reso più felice il mio 2023. Quindi, invece di offrire parole di conforto, vorrei fare una domanda a coloro che stanno leggendo quest'intervista: “Quand'è che siete più felici? Cos'è che vi riempie di gioia?”. Perché, sì, abbiamo tutti storie ed percorsi differenti, ma spero veramente ognunə di voi possa provare almeno un momento di piena gioia e felicità completa ogni giorno delle vostre vite.
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GQ: Dici spesso cose tipo “Non cambieremo mai” o “Probabilmente, quando avremo 40 anni, saremo ancora così”. Sembra proprio tu sia fermamente convinto di questa cosa, come se il tempo non ti scalfisse e, anzi, tu viaggiassi su una retta parallela ad esso. Cosa speri non cambierà mai di te, sia in quanto membro dei BTS che come individuo?
JIMIN: Sono stati i BTS a gettare le basi per quelli che siamo oggi, per trovare noi stessi. Non credo ci sia bisogno di molte spiegazioni, no? Ed è qualcosa che dobbiamo tenere sempre a mente, anche con l'andare degli anni.
GQ: Una volta, alla domanda “Quand'è che ti senti più amato?” hai risposto dicendo, “Quando tutti i membri sono insieme”. La pensi ancora così?
JIMIN: Sì, la cosa è invariata. Sono convinto che un gruppo sia al meglio e riceva quanto più amore possibile quando i suoi membri formano un'ottima squadra e sono uniti.
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GQ: Citi sempre ‘Young Forever’ come la canzone più speciale e preziosa per te. Nel 2021, su Weverse, hai scritto che quando la ascolti, ripensi alle voci delle/i fan che la cantano insieme a voi. Di questi tempi, che immagini ti affiorano alla mente, quando ascolti ‘Young Forever’?
JIMIN: Ricordo ciò che ho visto dal palco. Sono scene e momenti estremamente preziosi. Sono ricordi felici che mi porterò sempre nel cuore.
GQ: Immagino che ogni volto, nel pubblico, brillasse di una luce calorosa, proprio come le ARMY Bomb.
JIMIN: Ha assolutamente ragione. Tutti noi membri non vediamo l'ora di tornare sul palco per immergerci nel caloroso chiarore di cui brillano le/i nostrə fan, e cantare di nuovo tuttə insieme.
⠸ Ita : © Seoul_ItalyBTS⠸
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titosfriends4life · 8 months
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7 REGOLE DA SEGUIRE PER UN BENESSERE DI COPPIA
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Come ben sappiamo la relazione e il benessere di coppia associato a questa, sono  un qualcosa in perenne e delicata trasformazione. E’ dinamica, cambia, si evolve. E’ un percorso variabile che ha origine nei primi incontri, ma che prosegue poi per diverse e variegate strade che possono includere la conoscenza, l’instaurarsi di una relazione più solida, la convivenza, l’eventuale nascita dei figli. Sentimenti ed equilibri sono in continua mutazione e rinegoziazione.
Costruire il benessere di coppia: dall’innamoramento all’amore
Si potrebbero ipotizzare delle tappe fondamentali nella costituzione del legame e del benessere di coppia. Una prima fase di “attrazione-corteggiamento-flirt” caratterizzata da emozioni travolgenti, dove è attivo prevalentemente il sistema motivazionale sessuale, più che il sistema di attaccamento. A seguire, la relazione diviene più intima passando alle fasi di “innamoramento” e di “amore”, dove il partner tende ad essere via via anche fonte di conforto, risorsa emotiva, rifugio sicuro. Ci si sposta quindi, dalla passione all’intimità, per giungere alla cosiddetta fase “post romantica”.
Transitando da una fase all’altra le sensazioni travolgenti iniziali tendono a sfumarsi, l’idealizzazione del partner viene meno, e si lascia spazio ad una valutazione più realistica dell’altro, comprensiva di pregi e difetti. Le aspettative possono essere deluse, favorendo l’emergere di dubbi ed incertezze sul continuare o meno un rapporto, risultato diverso da quello immaginato.
In una coppia stabile e duratura, in aggiunta, le vicissitudini della vita andranno inevitabilmente a cambiare i partner, la relazione e l’equilibrio creatosi. Tali mutamenti possono spingere la coppia alla crisi, ed è proprio questo il momento nel quale si richiede maggiormente l’intervento di un professionista.
C’è da dire, però, che il percorso psicologico di coppia non è adatto soltanto a coppie in profonda crisi, bensì si dimostra sempre più utile anche a scopo preventivo di fronte a piccole iniziali incomprensioni. L’obiettivo sarà favorire e migliorare la comunicazione, prevenire i conflitti ed abbandonare eventuali ideali romantici impossibili.
Proprio a fine preventivo, oltre che di intervento, ecco 7 regole basilari, “pillole” psicologiche per la coppia, tratte dai miei approfondimenti sulla Terapia Breve con Approccio Multimodale.
Procedure semplici, ma efficaci, che possono aiutare a migliorare il rapporto e il benessere di coppia.
Volete mettervi in❓Bene❗️Il mio consiglio è di stamparle e attaccarle al frigorifero, dopo aver aperto una riflessione sulle stesse.
Le 7 regole basilari per un benessere di coppia
Non criticare mai una persona: chiedere invece una specifica modifica nel suo comportamento.
Non “violentare” la mente (ad esempio, non dire al partner ciò che pensa o sente).
Evitare le generalizzazione, come il dire “tu fai sempre” oppure “tu non fai mai”. Essere specifici.
Evitare di categorizzare in giusto/sbagliato, buono/cattivo. Al contrario, quando emergono delle divergenze, cercare dei compromessi.
Utilizzare messaggi “Io” al posto dei messaggi “Tu” (ad esempio “Io mi sento ferito/a quando mi ignori” piuttosto che “Tu sei egoista e privo/a di riguardo nei miei confronti perché mi ignori”).
Essere il più possibile diretti ed onesti. Dì ciò che pensi e pensa ciò che dici.
Io sono Ok, tu sei Ok. Io valgo, Tu vali.
E voi❓Mettete in atto tali regole❓Quanto sono rispettate nella vostra coppia❓Quali altre regole aggiungereste❓
Discutere su questo può aprire numerosi spunti di riflessione e consapevolezza.
E’ ben inteso che le regole di coppia possono essere molte, ed ognuno ne costruisce di proprie (più o meno consapevoli) che possono favorire o al contrario inficiare il benessere del rapporto duale.
Iniziare a prenderci cura della nostra relazione, partendo con motivazione da questi piccoli grandi accorgimenti, farà sicuramente bene alla coppia e condurrà ad un clima relazionale più disteso.
Per molte coppie già lavorare su tali punti attiva aree di cambiamento, per altre sono necessarie ulteriori tecniche ed un lavoro più profondo.
Così come ogni individuo è a sé, ogni coppia è a sé e per questo ogni percorso sarà necessariamente individualizzato.
Una metafora per la coppia
Per concludere quando si parla di coppia è bene non dimenticarsi che tale rapporto è come “una barca a vela accuratamente bilanciata”.
Se uno dei due partner si sposta bruscamente verso destra, l’altro sarà costretto a muoversi velocemente verso sinistra, per mantenere la barca in equilibrio.
Se uno dei due fa un buco nello scafo, a meno che questo non venga prontamente riparato, la barca comincerà ad andare a fondo.
Allo stesso modo, quando un partner agisce ferendo l’altro, crea una rottura, un “buco nella barca”. A questo punto, se la sua intenzione è affondare, può anche non far nulla, ma se il suo desiderio è rimanere a galla deve trovare velocemente un modo per riparare la rottura.
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Dialogo genitori figli: perché è così difficile
Il dialogo genitori figli è uno degli aspetti più delicati della vita familiare. Nonostante i tempi moderni abbiano abbattuto molti muri tra le diverse generazioni, è ancora difficile instaurare un dialogo sincero. La voglia di fare esperienza da un lato e il senso di responsabilità dall'altro non sempre sono conciliabili. Com'è cambiato il rapporto tra genitori e figli La generazione degli attuali settantenni può testimoniare come nelle loro famiglie d'origine il dialogo fosse una vera rarità. Erano tempi in cui tra le generazioni vi era una forte lontananza. Il genitore era un educatore, trasmetteva l'esempio, i valori in un rapporto pressocché a senso unico. Ai figli restava il compito di ubbidire senza alcun diritto di replica. Uno scenario completamente diverso da quello attuale che vede genitori e figli molto più vicini. Molti tabù sono caduti e tra le due generazioni si aprono possibilità di confronto. Allora perché il dialogo tra genitori e figli è ancora una nota dolente? La risposta nello stile di vita odierno che riserva alle persone sempre meno tempo da dedicare a se stessi e agli affetti. Molto spesso i genitori sono assenti giornate intere mentre i figli avrebbero bisogno di essere seguiti in modo più assiduo. Come cambia il rapporto con i genitori durante l'adolescenza? Se i primi anni di vita dei bambini risulta piuttosto facile stabilire un contatto con loro tutto si complica con l'avvento dell'adolescenza. Durante l'adolescenza, il rapporto tra genitori e figli tende a cambiare in diversi modi. Durante questo periodo di transizione i ragazzi iniziano a sviluppare la propria identità e cercano di diventare più indipendenti dai genitori. Questo può portare a una maggiore conflittualità con i genitori, soprattutto se questi ultimi cercano di mantenere il controllo su di loro. Inoltre, gli adolescenti tendono ad avere un maggiore bisogno di privacy e di spazio personale, il che può portare a una maggiore separazione fisica dai genitori. Allo stesso tempo, gli adolescenti hanno ancora bisogno del sostegno e della guida dei genitori, specialmente quando si tratta di questioni emotive e di vita pratica. Interessi e attività indipendenti, infine, possono portare a una maggiore separazione dal nucleo familiare. Tuttavia, questo non significa necessariamente che il legame affettivo con i genitori diminuisca: spesso, anche se gli adolescenti cercano di diventare più indipendenti, continuano a cercare l'affetto e il sostegno dei loro genitori. Come creare un dialogo con i figli? Dialogare con i propri figli può essere un'esperienza molto gratificante e importante per la crescita e lo sviluppo dei bambini. Per avere un buon dialogo con i propri figli occorre fare piccoli ma importanti passi: - Ascoltare attentamente ciò che dicono e di mostrare interesse per i loro pensieri e sentimenti. Essere presente e concentrati su ciò che stanno dicendo - Fare domande aperte, che richiedono una risposta più dettagliata, stimola la conversazione - Non giudicare i propri figli o le loro opinioni, bensì accettare le loro opinioni e cercare di capire il loro punto di vista - Essere onesti: se si ha difficoltà a rispondere a una domanda, è bene ammetterlo. Non bisogna sempre avere tutte le risposte - Usare esempi concreti per spiegare un concetto o un valore può essere un buon metodo per trasmettere insegnamenti importanti In copertina foto di Charles McArthur da Pixabay Read the full article
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marcel-lo-zingaro · 2 years
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Al servizio del male.
Sfogliando i vari siti di dating ( sono single, me lo posso permettere 😎) emerge un quadro ben definito, ovvero, tra le preferenze del gentil sesso, una delle peculiarità più gettonata è la pretesa che i suoi aspiranti pretendenti utilizzino italiano corretto, le H al posto giusto, i congiuntivi ben formulati.
Ora, apparentemente questa è una richiesta lecita, ovvero, chi storpia la nostra bellissima lingua è poco amato.
Tuttavia faccio notare due cose, la prima è che spesso lo sfortunato ignorantone, è tale per motivi non dipendenti dalla sua volontà, ad esempio la necessità di lavorare sin da giovanissimo. La seconda cosa è che dei sentimenti, empatia, affettività e quant'altro, espressi da un analfabeta, non hanno certo un valore inferiore a quanto manifestato dal dottorino di turno.
Adesso, vorrei spostare il discorso sulla politica e sui centri di potere, l'Italia è stata costruita e resa grande da uomini semi analfabeti e, distrutta dai colletti bianchi, dai bocconiani, dai professori di sto' cazzo.
Ora, non voglio certo puntare il dito contro chiunque esprima concetti in un italiano corretto ( sarei masochista a farlo), tuttavia voglio farvi notare alcune cose:
1) avere un buon eloquio non implica esprimere concetti reali, onesti o condivisibili, faccio l'esempio della Lucarelli, di certo non posso affermare che non sappia scrivere in maniera piacevole, tuttavia non ho mai sentito uscire dalla sua bocca un concetto condivisibile, anzi, al contrario, spesso ha utilizzato il suo ottimo eloquio per far passare messaggi inconcepibili e promuovere delle emerite stronzate e arrampicate libere sugli specchi.
Lo stesso Draghi, mummiarella, Mario Monti, D'Alema, Renzi, Berlusconi e mille altri nemici dell'Italia, hanno, al di là di ogni ragionevole dubbio, una capacità di eloquio piacevole e che cattura le menti flebili.
Faccio un altro esempio perche comprendiate meglio; io sono un appassionato conoscitore e studioso di storia, geopolitica e correlazioni argomentali, e adoro il professor Alessandro Barbero.
Bene, pur adorando Barbero mantengo la mia condizione di studioso, la mia capacità di analisi e la mia conoscenza dei fatti, quindi, se Barbero racconta il medioevo io rimarrò a bocca aperta ad ascoltarlo. Nel momento in cui Barbero col suo splendido italiano parlerà di Risorgimento e di ventennio fascista, smentiro' dentro me ogni 3 x 2 le sue affermazioni, questo perché ho studiato e conosco a mia volta gli argomenti di cui tratta, ma al tempo stesso, non ho, a differenza sua, un interesse campanilistico a sostenere una narrazione falsa o non corretta.
Barbero è un sabaudo, per cui automaticamente un antifascista e un anti sudista e trasmette questo suo sentimento, in palese mala fede, ogni qualvolta si toccano certi argomenti.
Non voglio tediarvi oltre con questa storia, tuttavia a richiesta posso mostrarvi tangibilmente situazioni nelle quali Barbero mente o si arrampica sugli specchi.
Veniamo al punto, ciò che voglio dire è che da sempre il popolo bue si è affidato e tuttora si affida a cattivi maestri, prendendo per oro colato qualsivoglia dichiarazione di questi, e ciò senza alcuna capacità di analisi, verifica e pensiero critico.
In soldoni vi lasciate ammaliare da belle parole, senza però approfondire; la maggior parte di voi è convinta di vivere in una democrazia, un oasi felice, mentre nei paesi canaglia vige una dittatura spietata. 😁😁😁
Ma siete mai stati nella libia di Gheddafi?
In iraq e in iran?
In Serbia e in Russia?
In Afghanistan e in Siria?
La maggior parte di voi e, in particolar modo gli under 40, non hanno neanche lontanamente la più pallida idea di cosa sia la libertà.
Non voglio tediarvi oltre ma, prima di chiudere vorrei dirvi alcune cose:
1) badate alla sostanza e non alla forma
2) Imparate anche sforzandovi a sviluppare un vostro personale pensiero critico, sino adesso vi siete fidati di tutti coloro i quali abbiano utilizzato i più roboanti paroloni, per poi infilarvelo nel culo senza vasellina.
3) pensatela all'inverso; di certo il potere non può andare in TV e dire, adesso vi succhiamo tutti i vostri risparmi.
4) Fatti non pugnette ( cit).
Ho cominciato questo discorso rivolgendomi alle donne e per dei motivi ben precisi;
intanto sono le più suggestionabili, in quanto risaputo che la maggior parte di loro badino all'apparenza molto più degli uomini, per quanto anche a noi non dispiaccia farlo.
E poi comunque detto volgarmente, sono quelle che maggiormente si fanno fregare dai cacciatori di fica; Per capirci, se è pur vero che all'atto della separazione le donne abbiano frecce maggiori al loro arco per ottenere benefici, è altrettanto vero che si sciolgano davanti al bello e dannato, all'eloquio intortante, al potere e all'interesse personale.
Usate il cervello e siate onesti, ma soprattutto non sminuite mai e poi mai l'affettività di chicchessia.
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libriaco · 2 years
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Liberiamo l’Italia
“L'Italia” egli pensava “per molti anni ancora, non sarà un paese libero. Fessi, a crederci. Troppo pigri, e un poco generosi, anche. Questo carattere indolente; facili a dimenticare, a perdonare. Intelligenti, ma non troppo; sottili, egoisti, impazienti. La scarsa logica del nostro sentimento ha fatto il giuoco degli altri. Gli altri? o noi. In Italia, i furbi sono i padroni. Gli onesti, li disprezzano, sorridendo. L’italiano sorride troppo. Ormai il giuoco è fatto. Restano, agli italiani, la luce bianca del cielo, la pace infinita delle campagne, che dormono, i tramonti che promettono bene per l'indomani. La continuità della vita, una speranza di pensieri e di sentimenti. E la nostra tranquilla disperazione.”
G. Raimondi, Notizie dall'Emilia [1954], Milano, Mondadori, 1978
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susieporta · 2 years
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#aqlettereasestessi
Ci sono lacrime versate che conosciamo solo noi. Quelle che non scendono neppure sul nostro viso ma scorrono impetuose come un fiume dentro la nostra anima. Queste lacrime albergano nella parte più intima di noi, talmente intima che neppure noi stessi molte volte non vogliamo essere presenti.
Stamattina dichiaravo a me stessa quanto coraggio bisogna avere per immergersi dentro quel fiume che scorre dentro noi...nessuno vorrebbe sentire quel tipo di dolore, perché farlo significa non scappare più dalle proprie responsabilità. Farlo significa ESSERE ONESTI verso se stessi, nessuna scusante.
Entrare nel nostro dolore più intimo significa guardare onestamente le nostre azioni, i nostri sentimenti di disprezzo, le nostre amarezze, le nostre sconfitte, le nostre delusioni, e cercare la causa in noi stessi.
Gli altri hanno causato tutto ciò in noi? La nostra famiglia di origine? I nostri partner? I nostri amici? Chi? O quale evento a provocato lo scorrere di questo fiume doloroso?
Cara Veronica, voglio essere onesta verso me stessa. Non esiste fattore esterno che possa schiacciare la mia vita. Guardo indietro al mio passato e posso rendermi conto che senza risvegliare la mia coscienza non potevo andare che dove sono andata.
Ho concesso fiducia a me stessa nel momento in cui ho tolto la mia maschera ed ho espresso la mia più totale onestà verso me stessa... Ho scoperto che essere onesti verso se stessi fa male...un male che sembra spegnere tutte le mie energie. È come ripulire una casa piena di immondizia, rendersi conto di aver camminato con essa per molto tempo e prendere tutte le mie energie per raccogliere e buttare fuori tutto.
Desideriamo essere parte del mondo ma non sappiamo stare nel mondo quando dentro noi c'è un abisso che ci divide dall'altro.
Oggi più che mai ho compreso che l'onestà verso se stessi, anche se fa un male tremendo è l'unica chiave d'accesso per fare pace con me stessa e imparare ad Amare.
Dare quello che vorresti ricevere è uno sforzo non indifferente quando questo riguarda l'onestà di farlo senza volere niente in cambio.
E allora sono sincera nell'ammettere che le mie resistenze sono ancora vive in me, ci sono parti di me che non sono disposta a mollare perché il mio orgoglio è più forte di tutto il resto. Ecco la mia onestà stamattina, posso stare dentro a questo fiume di dolore per crescere un altro po' anche oggi.
Ecco il senso di perdere la propria vita, per trovare la Vera Vita, oggi e ogni giorno della mia vita
Veronica Longo
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callmeasuknow · 3 years
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Trascorriamo la nostra intera vita cercando noi stessi. Facciamo di tutto per sapere chi siamo, vivendo milioni di esperienze, macchiando la carta bianca della nostra storia con il nero degli errori che tentiamo invano di cancellare.
Camminando nelle vite delle persone in cui ci imbattiamo, che diventano in qualche modo “nostre”, ci arroghiamo contemporaneamente il diritto di credere di sapere chi loro siano davvero.
Ma la domanda è questa: se neanche noi sappiamo chi siamo, come possiamo convincerci o anche solo pensare di conoscere qualcuno davvero?
Non credo di aver mai posto un quesito del genere a qualcuno, seppur devo ammettere che a me stesso l’ho chiesto tante volte.
Credo che chiunque rimarrebbe sorpreso nel sapere che uno come me, con una natura estremamente curiosa, si sia tenuto una domanda così tanto attanagliante per sé stesso.
La realtà è che non so se sapere davvero tutto di una persona sia possibile, quindi formulare un apostolato del genere forse potrebbe risultare inutile.
La realtà della realtà? È che ho cercato per così tanto tempo la verità da diventarne ossessionato, per poi realizzare che forse milioni di informazioni non avrei voluto apprenderle.
O ancora, forse ora faccio fatica talmente tanto che reputo il chiederlo inutile.
Ho giocato troppo con il fuoco, fidandomi che non mi avrebbe bruciato. Mentiva. Ma il suo fascino e calore erano troppo forti.
E’ sempre stato faticoso poter essere “onesti”, magari non per tutti, ma non parlo di quella purezza del semplice dire la concretezza dei fatti. Mi appello piuttosto a come, per quanto magari qualcuno voglia esporre un qualcosa, che vari da un semplice pensiero o ad un sentimento profondo, probabilmente non sarà compreso del tutto.
Il rischio che si intercorre è dell’assenza di fiducia, l’interlocutore non riesce a comprendere per tanto non ti crede.
La menzogna: un’arma potente. Dannosa se si vuole ferire, potente se si vuole proteggere, inevitabilmente catastrofica.
Mi guardo attorno spesso e mi chiedo se quello che vedo sia davvero reale; come se fossi sempre assopito e con lo sguardo appannato del primo mattino, da non comprendere se quello che vedo è il fascio di luce che entra dalla finestra per un nuovo giorno, oppure la sovra sensibilità dell’occhio dormiente offuscato dalla mucosa.
Tradito, ingannato, raggirato, protetto, custodito.
Pochi dei sentimenti che ho provato causati dalla bugia, i principali per così dire.
Arrogantemente ho spesso affermato “come lo/la conosco io, nessuno mai”, quando ancora oggi non so esattamente se sono una buona o cattiva persona.
Perché sì, neanche io ho sempre detto tutta la verità.
Chi lo fa esattamente? Chi davvero è totalmente disposto e rischiarsi così tutto e sempre, da essere incondizionatamente onesto?
Non rivolgo la mia riflessione a quelle classiche fandonie su cui si basano i film che siamo tanto abituati a vedere, parlo dell’onestà con sé stessi e conseguenzialmente con il mondo intero.
Ad esempio?
Cammino a testa alta per strada, ma ho bisogno della musica perché mi fa sentire sicuro quando sono solo, altrimenti guarderei l’asfalto quasi terrorizzato.
Me ne fregavo dei commenti della gente, sul mio stile, sul mio modo eccentrico di essere. Finché non sono stato terrorizzato dall’essere isolato, magari non preso in considerazione dai ragazzi perché “troppo gay”, o dal “la gente non lo deve sapere per forza”.
Amo il romanticismo, le coccole sul divano e desidero addormentarmi mentre ci si abbraccia e protegge a vicenda. Realmente sono cinico, distaccato e uso gli insulti come “dimostrazione di affetto”.
Cose così, avete presente? Quelle che dovrebbero essere semplici e belle da dire, ma stranamente sono così difficile e quasi strane.
La verità è che scrivo oggi, 2 marzo 2021, all’ una e dodici minuti del mattino, perché la cinematografia mi ha fatto riflettere, come spesso accade.
Ed ora sono qui, che batto le dita sulla tastiera, con la ventola del computer che sembra stia per esplodere al chiaro di luce della lampada Ikea, solo perché tanti sentimenti si sono concentrati ed oggi voglio essere onesto con me stesso.
Sì, sono frantumato, ancora e forse lo sarò per sempre. Il saporaccio della falsità lo sento ancora, e io non riesco a fidarmi, anche se giuro ci metto tutto l’impegno.
Come si può credere ancora? Come posso pensare che la gente sia totalmente trasparente dopo quello che ho visto?
Ho scavato nell’orrido cercando la verità, ho frantumato la mia anima, svenduto il mio cuore, versato il mio sangue, umiliato, sbattuto, calciato, riempito di lividi, costretto a perder peso, cambiato, allontanato dalla mia famiglia, reso aggressivo, giudicato, fatto svalvolare… e tutto per cosa? Per un briciolo di onestà.
Onestà che alla fine, non ho neanche ottenuto.
È dura sì, credere che esista il buono lì fuori, oltre quella finestra vintage di casa mia attraverso cui sto guardando.
Ma il caso rende tutto ancora più assurdo.
Fuori da quella finestra il buio, nero totale. Sul suo vetro il riflesso della lampada che mi sta di fianco, opposta come direzione. Eppure, anche se difficile da notare, anche se devi aspettare un po' e strizzare gli occhi, infondo qualcosa si illumina.
Come se in questo momento di confusione più totale qualcosa mi stia dicendo che c’è ancora speranza, che non è ancora finita a quel che credo, e che magari un giorno tutto potrà avere una luce diversa.
Forse non potrò mai avere tutta la verità da qualcun altro, ma in questo tempo, così duro e arduo, ho imparato ad averla nella sua totalità per me stesso.
Francamente, non mi nasconderò più, mai e con nessuno.
Che sia il meglio o il peggio, che si sappia, io voglio che mi si ami per quello che sono.
Non voglio essere all’epilogo un perfetto sconosciuto, ma un imperfetto conoscente, amico, fidanzato, figlio o quel che sia.
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inesistenzadellio · 4 years
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Tra poco più di un mese, un anno fa, sarebbe iniziato un periodo molto difficile della mia vita; sicuramente, per una concausa di eventi, il più doloroso. Mi è capitato di ascoltare “Fai rumore” di Diodato poco fa e ricordo ancora bene quanto questa canzone sia stata la colonna sonora perfetta di quel periodo, arrivata forse nel momento più basso di tutti ma che poi è stato pure la svolta per ricominciare.
La cosa portentosa delle canzoni è la capacità di essere ancora per i sentimenti che colleghiamo ad esse in un preciso momento e di saperli riportare a galla esattamente come erano, in qualsiasi momento. Ricordo bene il dolore e tutte le emozioni negative e quasi mi chiedo come sia possibile che invece adesso mi senta relativamente bene, almeno in pace. In quel periodo pensavo che non sarebbe mai passata quella sensazione di morsa al cuore, di mancanza d’ossigeno, di vuoto. 
A ragionarci sopra adesso era stupido pensare che sarebbe rimasto tutto uguale; tutto passa, anche le cose brutte, però, ad essere onesti, io credo che forse quelle sensazioni non siano sparite, ho solo cambiato punto di vista e le ho accettate. Il vuoto c’è sempre perché ancora non ho ottenuto ciò che voglio ma va bene così, non è più un buco ingordo che risucchia tutto, ma un gentile spazio in attesa di essere arredato, che alle volte posso abitare anche così com’è; il dolore è diventato monito e consigliere, respiro di nuovo, e ciò che mi manca lo dono, che può sembrare paradossale, ma non lo è.
In fondo non ho mai creduto a questa storia che le cose passano davvero o, almeno, per come sono fatto io, so che non è propriamente così che funziona per me. Mi pare più che io debba imparare a convivere con tutto quello che è la mia interiorità, farmela amica, o almeno salutarla quando la incontro, anche quando mi fa del male.
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seoul-italybts · 11 months
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[✎ ITA📻🇯🇵] All Night Nippon GOLD, estratti Intervista con SUGA | 09.06.23⠸
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🎙🇯🇵 All Night Nippon Gold ✨
Intervista con SUGA | Agust D ᵉˢᵗʳᵃᵗᵗᶦ
con Furuya Masayuki (presentatore) & Tetsuya Komuro (compositore/produttore)
🔊 Audio  © ssujamss | Twitter
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,, riguardo l'hip-hop ''
Quando ero più giovane ed ero fan di un (determinato) musicista, trovavo figo che parlasse della sua vita (nelle sue canzoni). È così che ho iniziato a fare hip-hop. Non so se sia stato proprio quello ad ispirarmi, ma ho pensato la cosa migliore fosse esprimere i miei pensieri e sentimenti più onesti attraverso la mia musica. Ho incluso molte storie ed esperienze personali anche in 'D-DAY', e sono molto felice e grato perché i miei colleghi, collaboratori ed altrə musicistə di mia conoscenza mi hanno detto che l'album è bello. Non è stato facile produrlo. Contiene 10 canzoni, come da tendenza, di questi tempi. In un certo senso, è stata un po' una scommessa rischiosa perché, cioè, un progetto unico e dover includere ben 10 canzoni, ognuna che fosse d'impatto.. ma è ciò che va di moda di questi tempi. Alla fine ce l'ho fatta e credo questo sia lo stile ed il modo più appropriato. In precedenza, ho già rilasciato delle mixtape, ma questo è il mio primo album solista. Penso siano stati il momento ed il modo più adatti, e ho lavorato davvero sodo.
,, Che cos'è che tieni a mente, quando lavori per altrə artistə? ''
Quando produco brani per altrə artistə, la cosa più importante è assicurarsi che abbia successo, visto che non è un mio pezzo. In quelle occasioni, non sono io il protagonista, sono un produttore e devo rispettare le richieste del/la cliente. Perché per me potrà anche essere una canzone tra tante, ma per l'artista magari è un brano speciale, in cui dà il suo 100%. Sono più agitato quando devo annunciare una collaborazione di questo tipo che quando si tratta dell'uscita del mio album. Quindi, sì, la prima cosa cui penso è sempre come poter rendere questa traccia un successo e procedo con la produzione di conseguenza.
,, Pensi anche al video musicale, quando produci canzoni per altrə artistə? ''
Sì, c'è da tenere anche a mente il MV. Quando si tratta della mia musica, sono il tipo d'artista che pensa e scrive anche la storia e sceneggiatura per il suo video musicale. Inoltre, tengo anche in considerazione che tipo di produzione scenica avrà il brano, quando esibito dal vivo. Probabilmente altri produttori la penseranno diversamente, ma personalmente non credo sia sufficiente limitarsi a creare la traccia. Lavoro con diversi autori e ciò che dico sempre è: "Bisogna pensare al palco su cui il brano sarà eseguito, di modo che ben si sposi con il concept e lo stile della canzone. Se il/la committente vuole un brano dance, bisognerà creare una canzone che sia ballabile. Tenete sempre tutto ciò a mente, quando lavorate ad una traccia." Solitamente è questo il tipo di consiglio che do loro.
,, T.K : Hai mai desiderato essere un assistente di produzione? ''
La persona con cui lavoro solitamente [*EL CAPITXN / Jang Yi-jeong ] è in tour con me in qualità di tecnico del suono. Lo conosco e lavoriamo insieme da 6 o 7 anni e siamo buoni amici. In passato era un cantante, poi è diventato un compositore/produttore. Ho lavorato a quest'album insieme a lui e, a ben pensarci, abbiamo prospettive e conoscenze tecniche e musicali molto simili. Quando gli chiedo qualcosa, so che saprà soddisfare ciò di cui ho bisogno al 100%. Durante il tour, è già capitato di avere qualche piccolo problema con i monitor e l'audio, ma niente di così grave, sta procedendo tutto bene. Mi sto divertendo molto e non sono preoccupato.
,, T.K : Com'è stato registrare/lavorare con Ryuichi Sakamoto? ''
Era un musicista che mi è sempre piaciuto, fin da quando ero piccolo. Non era mia intenzione incontrarlo per fare musica, in realtà. Sakamoto-san faceva parte di un gruppo e poi si è messo a scrivere composizioni e colonne sonore, giusto? Anche io ho ricevuto proposte e richieste per colonne sonore di film e drama, ma stavo lavorando al mio album e ho dovuto declinare. Ora quel tipo di offerte sono addirittura aumentate, quindi volevo incontrarlo per chiedergli che cosa lo ha spinto a passare da un gruppo popolare alla produzione di composizioni e colonne sonore per pellicole cinematografiche. Mi piace molto parlare con altrə musicistə e desideravo incontrare Sakamoto-san – che rispettavo profondamente – per parlare insieme di musica.
In quel periodo, stavo lavorando a 'Snooze', quindi lui l'ha ascoltata. Era fin da quando ero un ragazzino che sognavo che il maestro potesse buttar giù una linea melodica di quel tipo e lui ha accettato volentieri di partecipare alla mia canzone. Era già piuttosto malato, quando stavamo lavorando alla canzone, quindi gli ho detto "La prego, abbia cura di sé, prima di tutto". Ma lui ha continuato a lavorare anche quando era ricoverato e poi me l'ha inviata. Quindi sono molto commosso e grato perché non dev'essere stato facile. Era davvero una persona splendida ed un musicista incredibile. L'ho incontrato solo una volta, ma era quasi come se ci conoscessimo da sempre, quindi mi sono sentito del tutto a mio agio. Inoltre, la mia filosofia ed approccio alla musica erano molto simili ai suoi, ne sono rimasto sorpreso.
,, riguardo le registrazioni T.K : Dopo aver creato la traccia, adegui la tonalità (del tuo rap) a quella del brano, o segui l'istinto del momento? ''
Quando c'è del cantato nella canzone, a volte cerco di adeguarlo alla tonalità che mi si addice di più. Ma quando lavoro agli album dei BTS e produco un beat, c'è bisogno si abbini alla tonalità dei membri della vocal line. Ad esempio, a volte devo alzare le melodie che ho scritto per una mia parte rap di diverse ottave, circa 4 tonalità più alte, quindi diventa piuttosto difficile, per me, visto che il brano è così alto, nonostante quella fosse la melodia per una traccia rap. Quando invece scrivo le mie canzoni, modifico pochissimo la tonalità – la alzo o abbasso solo di una chiave, solitamente. Per quanto riguarda le registrazioni, sono io stesso ad occuparmene, oltre che della revisione e del mixaggio, quindi credo i compositori/produttori che lavorano con me debbano avere la vita piuttosto semplice [*visto che la maggior parte del lavoro se lo fa da sé, n.d.t.].
Quando lavoro ad un album di gruppo, noi della rap line – io, RM e j-hope – usiamo la stessa attrezzatura e lo stesso ambiente. Registriamo individualmente ma nella stessa sessione e poi inviamo quanto abbiamo creato per la revisione/mixaggio, quindi non ci vuole neppure tanto tempo. Anche la vocal line lavora per conto proprio. Per questo mio album, ho registrato da solo, senza bisogno di aiuto esterno. Talvolta, però, mi chiedo se sia il metodo migliore. Quando ho dubbi, chiedo al mio amico [della produzione, EL CAPITXN, n.d.t.] e lui mi dà il suo parere o consigli. È questo il mio stile, quando si tratta di lavorare. Registro e produco da solo, alla mia scrivania.
,, T.K : L'auto-tune lo aggiungi già in fase di registrazione o successivamente? ''
Non lo attivo durante le registrazioni, ma, talvolta, dopo, durante il mixaggio. Dato che sono io a comporre la melodia, di rado sono fuori tono ed è difficile capiti, visto il mio stile canoro. Di recente, ho lavorato con diversi produttori americani e trovo che, di questi tempi, la differenza tra produttore e tecnico/ingegnere sia sempre meno definita. Io sono il tipo da registrare e mixare in un'unica sessione. Mi piace usare e provare diversi effetti sonori, quindi, ad esempio, aggiungo distorsioni elettroniche a strumenti tradizionali o anche alle voci umane. Mi piace sperimentare, mentre registro. Non ho problemi, in tal senso, perché ho esperienza sia come tecnico che come compositore/produttore e credo sia un vantaggio.
,, Commenti e saluti finali ''
In futuro, mi piacerebbe provare a fare musica da band*, pur, ovviamente, continuando a rappare. Non mi sono mai limitato ad un solo genere e, fin da quando ero giovane, ho sempre voluto provare vari stili musicali. I/le musicistə giapponesi sono ottimə performer quindi, se mai avrò l'opportunità di mettere su una band, ho intenzione di farlo qui in Giappone e lavorarci su per 1 o 2 mesi. Le band giapponesi sono molto brave e potenti/incisive, giusto? Quindi, sì, mi piacerebbe provare qualcosa di simile ed assistere a vari concerti. Ora, purtroppo, non posso perché ho molti impegni, ma sarei ben felice di scrivere un album con lei [con Tetsuya Komuro, che ha espresso il desiderio di lavorare ad una collaborazione tipo quella con Ryuichi Sakamoto, suonando il piano, n.d.t.]
* dalla trad. Eng non è chiaro se si tratti di band, nel senso di complesso musicale (ad. es. rock band, ecc.) o banda orchestrale, n.d.t.
📻 Altri estratti trad 🇮🇹
⠸ eng: © 061313purple | ita : © Seoul_ItalyBTS⠸
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crazy-so-na-sega · 3 years
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Scruton e la Bellezza
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Personalmente, penso che stiamo rischiando di perdere la bellezza. E vi é il pericolo che, con questa, perderemo anche il senso della vita”. Così si esprime uno degli ultimi filosofi puri del Vecchio Continente, l’inglese Roger Scruton, il quale ha pubblicato un saggio assai impegnativo e molto politicamente scorretto su un tema di perenne attrazione – l’idea di bellezza – (R. Scruton, La bellezza. Ragione ed esperienza estetica, Vita & Pensiero, Milano, Euro 16,00) che pur partendo da orientamenti di partenza ‘altri’ (Scruton è anglicano) arriva, da non cattolico, a sposare i contenuti nella migliore tradizione estetica cattolica rispolverando classici d’annata e antiche lezioni d’autore. Il risultato è un testo formidabile, etichettato ovviamente già come fuori moda dalla cultura egemone, perchè vi compaiono – e anzi vi dettano letteralmente lo spartito – termini ormai scottanti come ‘verità’, ‘ragione’, ‘vita’ e ‘morte’. Già la premessa metodologica è quantomai provocatoria per un pubblico tendenzialmente relativista: il filosofo è convinto infatti che “la bontà e la verità non si contrappongono mai e la ricerca dell’una é sempre compatibile con il giusto rispetto dell’altra” (pag. 12) il che vuol dire essenzialmente due cose, tutt’altro che scontate al giorno d’oggi. Anzitutto che il bene e il vero esistono sul serio e non sono concetti filosofici immaginari o termini vuoti del vocabolario, quindi, in secondo luogo, che è possibile ad ognuno comprenderli e realizzarli personalmente.
 Riguardo alla bellezza, evocando sullo sfondo San Tommaso d’Aquino, l’Autore aggiunge che la sua esperienza, come il giudizio che essa determina, rappresentano “una prerogativa degli esseri razionali” (pag. 35) dal momento che solo gli esseri razionali nutrono interessi estetici: d’altra parte, un’osservazione attenta al reale non dovrebbe fare molta fatica a cogliere che la razionalità degli uomini “é coinvolta dalla bellezza [almeno] come lo é dal giudizio morale e dalla convinzione scientifica” (pag. 39). Se siamo onesti con noi stessi, riflettendo sulle scelte piccoli e grandi del nostro quotidiano, anche senza avere studiato tomi enciclopedici, ci accorgiamo immediatamente che “in una vita realmente vissuta il gusto é una componente fondamentale” (pag. 57). Insomma, checché ne pensi l’ultimo critico d’arte che va in tv ad elargire sciocche filastrocche prese per oro colato e condite da applausi in quantità (del tipo “non é bello ciò che é bello ma è bello ciò che piace”), l’argomentazione seria di Scruton si fonda sul fatto (un fatto, non un’idea) che la bellezza di per sé costituisca un valore reale e universale, profondamente radicato nella nostra natura razionale (solo l’uomo giudica il bello e ne prova piacere).
Inoltre, per il filosofo britannico “nella nostra esperienza il bello e il sacro sono contigui [e] i nostri sentimenti per l’uno si riversano costantemente sul territorio rivendicato dall’altro” (pag. 73). Questo é forse il punto più delicato in assoluto dello studio e il campo oggi più minato perché associare il bello direttamente al sacro é quanto di più anti-moderno e contemporaneamente contro-rivoluzionario si possa fare. Tuttavia, per il non-cattolico Scruton le cose stanno davvero così. Anzi, il fatto che il sacro sia stato di fatto espulso dall’arte contemporanea alla fine spiegherebbe logicamente anche come mai il brutto, l’osceno e persino l’orrido e l’indecente siano diventati così comuni nelle tele dei pittori e nelle rappresentazioni teatrali. Tuttavia, “il punto non é solo che gli artisti, i direttori, i musicisti e altre figure che hanno a che fare con l’arte sono in fuga dalla bellezza. Ci troviamo davanti al desiderio di sciupare la bellezza, con atti di iconoclastia estetica. Ovunque la bellezza ci tenda un agguato, può intervenire il desiderio di prevenirne l’attrattiva, facendo sì che la sua esile voce non sia udibile dietro le scene di dissacrazione” (pag. 148). Tutto questo è paradossale, se non proprio assurdo, dal momento che invece “l’esperienza della bellezza ci spinge anche ad andare al di là di questo mondo, in un ‘regno di fini’ in cui il nostro desiderio ardente di immortalità e di perfezione trova finalmente una risposta. 
Come affermavano sia Platone, sia Kant, quindi, il sentimento nei confronti della bellezza é prossimo alla mentalità religiosa, poiché emerge da un senso umile del vivere con imperfezioni pur aspirando all’unità suprema con il trascendente” (pag. 149). Illuminanti tal proposito le considerazioni senza peli sulla lingua rivolte all’irreligiosa cultura di massa postmoderna, talvolta violentemente anti-cristiana, e alla banalizzazione che essa veicola continuamente dell’amore umano e del suo fine. “La forma umana é sacra per noi perchè reca il segno dell’incarnazione. La profanazione intenzionale della forma umana, attraverso la pornografia del sesso o la pornografia della morte e della violenza, é diventata, per molti, una sorta di compulsione. E, questa profanazione, che sciupa l’esperienza della libertà, é anche una negazione dell’amore. Si tratta di un tentativo di rifare il mondo come se l’amore non ne facesse più parte. Questa é certamente la caratteristica più importante della cultura postmoderna […] una cultura senza amore, che ha paura della bellezza perché é turbata dall’amore” (pagg. 151-152). Per questo, insiste Scruton, “chiunque abbia a cuore il futuro dell’umanità dovrebbe studiare il modo di infondere nuova vita nell”educazione estetica’, come la definiva Schubert, che ha come scopo l’amore della bellezza” (pag. 158).
Il punto centrale è che in un’epoca in cui la fede va declinando (alcuni sociologi per la verità parlano già, abbastanza esplicitamente, di un Europa post-cristiana) l’arte con il suo semplice e silenzioso esserci “rende duratura testimonianza della fame spirituale e dell’ardente desiderio di immortalità della nostra specie […] perciò, l’educazione estetica conta oggi più che in qualsiasi periodo storico precedente” (pag. 159). Eppure, ciononostante, il degrado dell’arte, sotto gli occhi di tutti, non é mai stato più evidente. Lontano da schematismi, interpretazioni di maniera, correnti e canoni manualistici, la battaglia decisiva, ancora una volta, pare allora giocarsi nel cuore umano di ognuno, attore o spettatore che sia. Viene in mente qui l’indimenticabile Fëdor Dostoevskij, la sua finissima metafisica in prosa e i Fratelli Karamazov quando lo scrittore russo fa dire a Dmitrij Karamazov quelle parole celebri, letterarie, insieme metaforiche e sempre valide: “La Bellezza é una cosa terribile. E’ la lotta tra Dio e Satana e il campo di battaglia è il mio cuore”. Difficile ribattere che stesse parlando a vanvera uno che non se intendeva. D’altra parte, basta dare un’occhiata ai capolavori oggettivi di sempre dell’arte slava (e non solo) per comprendere come mai, a partire dall’artista stesso, realizzare un’opera d’arte volesse dire quasi sempre cercare d’illuminare con luci, riflessi e colori, conferendogli un’attrattiva inedita pro populo, le pagine più ardue della teologia cristiana.
Per concludere, insomma, “la vera arte é un appello alla nostra natura superiore, un tentativo di affermare l’altro regno, quello in cui prevale l’ordine morale e spirituale […] Ecco perché l’arte conta. Senza la ricerca consapevole della bellezza, rischiamo di cadere in un mondo di abituale dissacrazione e di piaceri che generano dipendenza, un mondo in cui il valore dell’esistenza umana intesa come esperienza che vale la pena vivere non é più percepibile con chiarezza […[ La bellezza sta scomparendo dal nostro mondo perchè viviamo come se fosse priva di importanza; e viviamo così perchè abbiamo perso l’abitudine al sacrificio e cerchiamo sempre, con ogni mezzo, di evitarlo. 
La falsa arte del nostro tempo, macchiata di kitsch e dissacrazione, ne é un segno. Fare riferimento a questo aspetto della nostra condizione non significa sollecitare la disperazione. E’ un segno distintivo degli esseri razionali il fatto che essi non vivono solo – o nient’affatto – nel presente. Essi hanno la libertà di disprezzare il mondo che li circonda e di vivere in maniera diversa. L’arte, la letteratura e la musica della nostra civiltà ce lo ricordano, e, inoltre, indicano la strada che é sempre aperta davanti a loro: la strada che permette di uscire dalla dissacrazione alla volta di ciò che é sacro e sacrificale. E ciò, in poche parole, é quello che ci insegna la bellezza” (pagg. 162-164). La prossima pubblicazione di Scruton, in uscita per D’Ettoris, è la traduzione di ‘How to be a conservative’ un manifesto ragionato del conservatorismo come pensiero, gusto e modo di vivere. Da non perdere.
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p.s Roger Scruton è morto a gennaio 2020. 
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elianity · 3 years
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L’omosessualità, per quanto non sia naturale all’umanità, ha però, o meglio, deve avere, la sua dignità.
Ci sono diverse categorie e applicazioni della stessa. Gay, lesbica, bisex, trans, travestiti… In ultimo hanno inventato il GENDER! Una grossa stupidata, a mio avviso, non conforme alla verità! Sentirti “femmina” non ti fa donna; sentirti “maschio” non ti fa uomo! Maschio o femmina... si nasce!!!
Esempio di omosessualità dignitosa sono i famosi stilisti Dolce & Gabbana, gay dichiarati, ma onesti, puliti, contrari al matrimonio e adozione gay, come contraria la sono io. Ma ci son donne e lesbiche che sbattono in faccia il pancione, ottenuto per inseminazione artificiale… I figli son diventati merce, non più doni di Dio (ma tali restano, comunque), merce di scambio o da ostentare come trofei. Orribile dal mio punto di vista! A queste “mamme”, dico: Un giorno i “figli” concepiti senza il padre. vi chiederanno conto di questo e vorranno sapere chi è il padre e perché altri hanno il papà e la mamma e loro non hanno il papà o non hanno la mamma. E renderete loro conto e solo Dio sa come andarà a finire!
Una lesbica non è troia né zoccola… ma è donna con anima e cuore e sentimenti. Ma alcune lasciano decadere queste doti e diventano solo femmine in calore “diverso”, che per me è depravazione! Ma è lo spirito che deve prevalere sul corpo, non viceversa! E deve prevalere pure il setimento d’amore, non la stupida sessomania, che annichilisce e rende semplici oggetti sessuali perversi!
Poi c’è l’orgolio gay. hahaha Ma quale orgoglio? Orgoglio di non essere in grado di procreare da soli? Immaginiamo che tutti siano gay… Quanto durerebbe? Fino ad “esaurimento scorte”, poi estinzione totale!
Perciò rispettiamo ed amiamo la famiglia naturale, da essa siamo venuti, grazie ad essa viviamo.
Vedo in giro post inneggianti l’essere lesbica… Ma tutte immagini di nudo ( anche se a volte oscurate) ed in atti sessuali…
DICO: ma la lesbica sta sempre nuda? Non pensa ad altro? Non ha vestiti, non ha altro da fare (cucinare, lavare, stirare…)?
Anche in ambito omosessuale ci sono depravati, perversi, sessomani e gente per bene, onesta timorata di Dio che non fa ostentazione del proprio stato, ma lo vive in semplicità, ben sapendo che la loro inclinzione non intacca minimamente il valore della famiglia naturale dalla quale provengono.
Coloro che sono favorevoli al famigerato #Gaypride, si ricordino che se non fosse esistita la famiglia naturale, loro non sarebbero mai nati!
E chiedono diritti… ma dimenticando i doveri! Il primo dovere è #rispettare ed #amare la #famiglia naturale! E mettersi bene in testa che gay o lesbica non si nasce! Che se così fosse stato, l’umanità si sarebbe già estinta da tempo!
Lo dico da lesbica pura: VIVA LA FAMIGLIA NATURALE!
Non lasciatevi schiacciare dalla perversione, non lasciatevi schiavizzare dalla sessomania. Supportate l’anima, che un giorno tornerà a Dio e ne renderemo conto!
Noi abbiamo scelto un vita nella quale non è prevista né paternità né maternità. Volerla ottenere con mezzi artificiali, è perversione! Si calpesta il diritto del bambino. Chi accampa diritti, impari a rispettare e riconescere i diritti degli altri, bambini in primis! Noi tutti/e siamo nati/e da madre con padre, ogni bambino ha diritto ad avere madre e padre.
Calpestare questo diritto è deprevazione perversa che attira l’ira di Dio!
(E se mai dovessi desiderare un figlio, lascerei questa via perché a mio figlio non manchi il padre. Io ce l’ho un padre, perché mio figlio non dovrebbe averlo? Sarebbe egoismo scellerato!
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corallorosso · 4 years
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I negazionisti li abbiamo visti all'opera nell'Olocausto e nei genocidi: ora basta (...) Pericolosità duplice, poiché da un lato simili eventi seminano veleno e confusione in un momento di grande, generale fragilità, strizzando l’occhio ai più deboli d’intelletto e di sentimenti, e così dilaniando ancor più un corpo sociale che mai come ora avrebbe bisogno di unità d’intenti e di coesione per superare la tragedia che l’ha colpito. Pericolosità materiale, poiché questi insensati si riuniscono in gregge violando le più ovvie norme anticontagio, mettendo in pericolo non solo essi stessi, ma diventando schegge impazzite di contagio. Infine, lo spettacolo indecoroso di ieri, andato in scena nelle piazze di mezzo mondo, fa raggricciare l’anima, al pensiero che la specie umana cui apparteniamo sia così ricca di scervellati. Costoro esistono solo in negativo. Negano per amor di negazione, trovano la propria identità per sottrazione (io “sono” in quanto diverso da te), caratteristica tipica dei poveri di spirito e d’intelletto, dei violenti dei razzisti e degli xenofobi – in una parola, degli stolti e degli incivili. Chi si limita a negare, a scagliarsi con asinina convinzione contro un’idea, contro un fatto, contro una realtà accertata, sempre e comunque, non è in grado di sostenere un dialogo, di intrattenere un rapporto umano con l’altro da sé. Chi nega ostinatamente, pervicacemente, ossessivamente senza mai essere sfiorato dal dubbio, senza mai fermarsi un attimo a chiedersi le vere ragioni del proprio monolitico negare, è un individuo socialmente pericoloso, che rafforza il suo negare aggreggiandosi con individui a sé consimili, cementando la propria non-credenza coi riverberi della negazione altrui. Ecco dunque che la scienza, di per sé, va negata. Che la storia va negata. Che l’esperienza e il comune buon senso vanno negati. Un tale individuo è un incivile, e in quanto tale è un fardello per un consesso sociale, un nemico del vivere insieme, cioè, appunto, della civiltà, che si fonda su regole da rispettare, diritti da assicurare. (...) Per fornire credibilità a sostegno delle loro tesi si rivolgono a falsi esperti, screditando ricercatori seri e onesti. A sostegno delle loro affermazioni ignorano le prove presentate dai loro avversari, o, ritenendole insoddisfacenti, chiedono sempre nuove prove (il cosiddetto moving the goalposts: letteralmente “spostare i pali della porta”). Le loro argomentazioni sono piene di errori logici, basati su false analogie, su documenti falsi o contraffatti, spacciati per autentici, o costruite su opinioni altrui estrapolate dal loro contesto storico. Altre tecniche includono la manipolazione di dati statistici, l’uso di deliberate traduzioni errate di testi scritti in altre lingue, l’uso di sofismi per ottenere i risultati desiderati. Queste ed altre tecniche sono utilizzate al fine dell’inganno, della negazione, della propaganda. Si noterà che sono le medesime tattiche impiegate da certa politica degenere e degenerata, in cerca del consenso ad ogni costo: quella incarnata da un Trump e da un Bolsonaro, o, per rimanere nel nostro pollaio, da un Salvini e da una Meloni. (...) E non bisogna essere dei geni o degli studiosi sopraffini per capire che il primo mattone su cui fondare le società del futuro è la distruzione sistematica dell’ignoranza, la costruzione di un sapere di base (anche scientifico!) comune e condiviso da tutti: dal povero, dall’emarginato, dal diverso, dal sottoproletario, dal borghese, dal ricco. Altrimenti, il Covid non sarà certo il peggiore dei mali. Giuseppe Costigliola
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veronica-nardi · 3 years
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Arsenal Military Academy
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Ho iniziato questo drama perché mi è ispirato fin da subito e, devo dirlo, l'ho adorato fin dai primi episodi. Le serie storiche sono una delizia per me, quindi sono di parte. Ho quindi amato l'ambientazione storica, le scenografie e i costumi. Anche i personaggi sono stati adorabili, e la colonna sonora è stupenda.
Cina, 1911. Il governo arruola giovani ragazzi per addestrarli nella difesa del paese contro l'invasione dell'esercito imperiale giapponese. Xie Xiang desidera completare il sogno del fratello deceduto e pur essendo una ragazza riesce - per grazia divina - a entrare nell'Arsenal Military. Qui fa la conoscenza del ricco e arrogante Gu Yanzhen, e del ben più gentile Shen Junshan. Mentre entrambi si innamorano presto di lei (non l'avrei mai detto), nel resto del paese la guerra contro i giapponesi continua a farsi sempre più cruenta e sanguinosa, conflitto che divide i cinesi tra patriottismo e sottomissione.
Nonostante sia una trama seria, non sono mancati fin dall'inizio molteplici momenti divertenti e scenette esilaranti. Penso che la serie sia un ottimo mix tra serietà, guerra, momenti più leggeri, amore, rivalità, amicizia, complotti e scene d'azione.
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A livello generale, a parte alcune storyline più intrecciate, la trama non è nulla di complesso, tantè che sono riuscita a seguirla tutte le sere senza problemi. Infatti la cosa che ho amato di più, e su cui si basavano maggiormente le mie aspettative, sono stati i personaggi. Chi più chi meno li ho amati tutti.
Questa è una storia corale, quindi oltre i due protagonisti - Xie Xiang e Gu Yanzhen - ci sono tanti altri personaggi a cui viene dato spazio e importanza, e questa cosa mi è piaciuta un sacco.
Quasi tutti i personaggi - almeno quelli più importanti - sono caratterizzati molto bene e hanno tutti un ruolo ben preciso. Viene fatta giustizia un po' a tutti, nessuno viene lasciato in disparte.
Nella prima parte della serie il mio personaggio preferito è stata Qu Manting, la second lead della situazione e mia Queen. Una giovane donna in carriera, forte, determinata, intelligente e capricciosa, e allo stesso tempo sensibile, leale, desiderosa di amare e di essere amata.
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Ma una critica la devo fare: nella seconda parte del drama diventa più che altro inutile e ridicola. Il suo corteggiamento per conquistare Gu Yanzhen è all'inizio lodevole e coraggioso, ma la cosa comincia a risultare patetica quando Qu Manting continua come una disperata a cercare di conquistarlo nonostante il ragazzo le abbia detto chiaramente di essere innamorato di un'altra.
Ragazza mia, un po' di dignità.
E devo dire che non mi ha nemmeno fatto innamorare la soluzione amorosa che hanno trovato per lei. Me lo aspettavo dall'inizio che sarebbe finita così, ma avrei preferito vedere una costruzione più significativa dell'amore che Qu Manting comincia a provare per l'uomo che alla fine accetta di sposare.
Oltre a lei, sono molto contenta di dire che i personaggi femminili di questa serie sono tutti bellissimi. Donne forti, sensibili, intelligenti, umane, sfaccettate, con sogni e obiettivi.
Dopo la lead lagnosa di Hwarang, questa serie è stata una manna.
Per quanto riguarda il lead invece, che dire... sono innamorata. Come si può non amarlo? Ammetto che è un personaggio abbastanza stereotipato, mi ha ricordato tantissimo Daoming Si di Meteor Garden, ma è un tipo di personaggio che funziona sempre e che ci si ritrova sempre ad amare. Attaccabrighe, arrogante ed infantile, ma col cuore d'oro, coraggioso e assolutamente adorabile. Mi ha fatta ridere e mi ha fatta piangere.
La storia d'amore tra i due lead mi è piaciuta, ma più che la storia d'amore in sé, mi è piaciuto un sacco il loro rapporto alla "Tom e Jerry", e anche qui mi hanno ricordato molto Daoming Si e Shancai. Ho adorato i loro battibecchi, le loro scenette insieme, e devo dire che la loro chimica è bellissima. Ho scoperto che i due attori hanno già lavorato insieme in The Legends e si vede (tra l'altro è il prossimo drama che ho intenzione di vedere: la bellezza di 55 episodi, ma per Xu Kai questo ed altro).
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Ci sono momenti in cui la loro ship vola altissima più che altro per merito di lui: è lui che si innamora per primo e la protegge (lei è un'ingrata), è lui che ci prova con lei in tutti i modi più stupidi e adorabili possibili, è lui che si dichiara per ben due volte ed entrambe le volte sono meravigliose (SOPRATUTTO LA DICHIARAZIONE PUBBLICA È FORSE LA SCENA PIÙ ROMANTICA CHE ABBIA VISTO QUEST'ANNO).
Mentre lei impiega la bellezza di quaranta episodi (su quarantotto) per capire di amarlo, e tutto grazie all'amica che la costringe ad essere sincera coi suoi sentimenti. Amica santa subito.
A mio parere, come per la second lead, non c'era bisogno di farla tanto lunga. Quando in una storia è presente un second lead, si sa già come andrà a finire, quindi perché farci aspettare quaranta episodi per far capire alla protagonista quali sono i suoi veri sentimenti?
Ma senza spoilerare il finale, Gu Yanzhen e Xie Xiang mi hanno commossa fino alla fine.
Nonostante tutto, coppia promossa👍
Due parole proprio sulla lead: ho apprezzato molto il fatto che abbia dovuto farsi letteralmente il culo una volta entrata in accademia. E qui sono stati molto onesti e realistici: si vede proprio la fatica che lei fa rispetto agli altri per il fatto di essere una ragazza. Ma l'ho trovata un po' over power verso la fine: va bene che si è allenata duramente per due anni, ma in alcune scene mi è sembrata esagerata.
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Il second lead mi ha ricordato per un po' di tempo Lan Xichen di The Untamed. La cosa più interessante del personaggio di Shen Junshan è stato il suo rapporto con Oda Hiroshi, la villain della serie. È stato un po' un rapporto alla Lan Xichen e Jin Guangyao, con lui che la crede una brava ragazza che ha sofferto tanto e la difende sempre, e lei che recita spudorata davanti a lui e lo manipola.
Ma devo dire che Shen Junshan si è rivelato più sveglio di Lan Xichen, e sopratutto più fermo nel volersi mettere contro la cattiva. Laddove Lan Xichen era addirittura disposto a morire insieme al suo amico/amato Jin Guangyao, qui Junshan prende le distanze dalla ragazza e comincia a combattere contro di lei non potendo perdonare le sue cattive azioni.
Oda Hiroshi è stata una buona villain. Sono molto contenta di aver visto una villain femminile perché non ne vedo spesso, e mi ha davvero ricordato Jin Guangyao nel suo narcisismo e mancanza di empatia verso il prossimo, e anche se il genio del male di The Untamed è impossibile da eguagliare, Oda Hiroshi regge il confronto molto bene.
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Non mi è invece piaciuto molto come sono stati rappresentati i giapponesi: sono solo gli invasori cattivi. La cosa mi ha ricordato molto Mr Sunshine, e la trovo una rappresentazione abbastanza superficiale e sbrigativa.
Per quanto riguarda il resto dei personaggi, ci sono alcune perle. Cito ad esempio l'istruttore Guo con la sua storia tragica, e la signora Huo, una donna combattiva e attiva nella trama che aspetta per tutta la vita l'uomo che ama. La sua taverna poi, situata in una "piccola Venezia", è stata una location davvero pittoresca.
È poi con grande onore e piacere che cito Li Wenzhong, l'antipatico del gruppo e personaggio a cui io non avrei dato due lire.
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Non me lo sarei mai aspettata, ma si è rivelato quello che ritengo il personaggio migliore della serie insieme forse all'istruttore Guo. Anche il lead compie un'evoluzione, ma con lui me lo aspettavo, mentre ero convinta che Wenzhong sarebbe per sempre rimasto il personaggio che mette i bastoni tra le ruote alla lead e che sta sulle palle allo spettatore. Nell'ultima decina di episodi circa, Wenzhong compie una trasformazione davvero bella e adorabile, riuscendo a farsi amare non poco.
I ragazzi dell'Arsenal Military sono tanti, ma quelli principali sono sette. Tra questi, ce sono due che sono stati approfonditi troppo poco, nel senso che a parte come si chiamano di loro non si sa praticamente nulla. #giustiziaperjijinezhuyanlin
La cosa bella di questi ragazzi - e in generale di tutti i personaggi di Arsenal - è quella che innanzitutto sono, appunto, dei ragazzi, quindi intraprendenti e pronti a infrangere le regole (il via vai notturno all'accademia nonostante il divieto di uscire è meraviglioso), ma sono anche coraggiosi e non ancora corrotti come gli adulti che vorrebbero comandarli a bacchetta. Sono un branco di disgraziati (detto in senso buono), ma vogliono proteggere il loro paese e la verità anche a costo delle loro stesse vite, e nonostante questo nessuno di loro è un eroe buonista, e questo è un dettaglio che ho amato.
Inutile dire che questi ragazzi mi hanno regalato l'ennesima bellissima bromance dell'anno.
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Viene spontaneo fare il paragone con gli Hwarang e... beh, non c'è molto da dire: questi ragazzi dell'Arsenal se li mangiano gli Hwarang. Il mio cuore si è riempito di orgoglio quando li ho visti maturare nel tempo, quando li ho visti prendere iniziative o nel vederli fare strategie, e vedere alla fine alcuni di loro diventare i nuovi istruttori dell'accademia è stato il momento più bello. #pride
Senza fare spoiler, il finale mi è piaciuto. Gli ultimi episodi mi hanno lasciata alquanto basita perché improvvisamente hanno cominciato a fare fuori i personaggi e tutto a un tratto la serie è diventata una strage (sopratutto una morte mi ha fatta piangere per venti minuti). Senza fare nomi di chi muore e chi sopravvive, il finale mi ha soddisfatta ed è stato una miriade di emozioni. Lacrime e sorrisi, gioia e tristezza, orgoglio e rabbia.
Penso che le lacrime e la tristezza siano nate anche dal fatto che stavo salutando una serie che mi ha fatta compagnia quotidianamente per oltre un mese. Dopo che per varie settimane guardi una serie tutti i giorni, al di là dei difetti, alla fine ti affezioni.
Arsenal mi mancherai 😭😭😭
E a proposito di difetti, menziono anche i combattimenti e gli inseguimenti: li ho trovati spesso ridicoli. Più che mettermi addosso suspence mi hanno fatta ridere, ma per capire la bellezza di quelle scene bisogna vederle XD, così come l'assurdità di certi momenti, creati palesemente apposta per far sorridere.
Però la serie si rialza egregiamente con una colonna sonora bellissima e struggente, una recitazione buona e convincente, un'atmosfera diversa dal solito perché più "americana", e dei costumi davvero splendidi, sopratutto quelli della second lead.
Serie assolutamente consigliata.
Punteggio: 8.4
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Non ho molto da dire per la parte spoiler, giusto un paio di appunti.
1) Vogliamo parlare del fatto che alcune serie asiatiche riescono a raccontare in modo assolutamente romantico e convincente delle storie d'amore anche senza la presenza di baci? Come Mr Sunshine, anche Arsenal riesce in questa impresa, e posso solo fargli i complimenti.
ANCHE SE IO UN BACIO TRA I DUE LEAD LO AVREI VISTO VOLENTIERI.
2) Il mio sogno era che Oda Hiroshi venisse uccisa da Junshan, e se non lui mi aspettavo che il lead o la lead avrebbero fatto il lavoro, e sono ancora sorpresa che alla fine sia stata fatta fuori da Zhu Yanlin, un personaggio secondario. Ma devo dire che la cosa mi piace. Di solito abbiamo sempre la resa dei conti finale tra il cattivo e il protagonista, con quest'ultimo che riesce a uccidere il suo rivale dopo un cruento scontro, quindi apprezzo questa soluzione diversa dal solito.
3) Tra i vari ragazzi dell'accademia, Ji Jin era il mio preferito, e sul finale ho davvero temuto di perderlo - in realtà ho temuto una vera e propria strage di massa visto l'andazzo che stava prendendo la serie. Però non perdono Arsenal per non aver dato a Ji Jin l'approfondimento che meritava e che tutti noi volevamo.
#jijinmeritavadimeglio
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ilpropizio-blog · 5 years
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Prima che i film e le riviste proliferassero nella nostra società, la percezione dell’attrazione verso una persona era limitata alle persone reali che si conoscevano nella comunità.
Così la gente normale veniva spesso considerata bella da vari punti di vista e la bellezza fisica veniva comunque guardata anche nell’ottica dell’invecchiamento.
Questo permetteva di avere aspettative realistiche che non associavano la bellezza fisica all’idea di qualità necessaria perché una persona potesse essere considerata amabile. Le relazioni erano basate su aspettative più comuni e realistiche.
In questi giorni film, riviste e spot pubblicitari immortalano giovani resi perfetti da tecniche grafiche, creando il mito che le persone eccezionalmente belle sono molte di più di quanto siano in realtà.
Questo porta molte persone sole ad avere la percezione che, se aspettano ancora, saranno in grado di avere qualcuno di simile a quello che tutti gli altri sembrano avere (indipendentemente dal loro livello di attrattività).
Se il loro attuale partner non sembra quello ideale, non devono continuare a stare con lui. Possono trovare qualcosa di meglio.
Così l’attrazione diventa la distrazione che evita ai single di confrontarsi con i loro problemi più profondi e reali, evitando di pensare ai loro errori ed alle loro paure. Un partner attraente è la misura del loro successo, una riflessione personale su sé stessi ed una dichiarazione della loro amabilità.
Le donne non hanno bisogno di criticare gli uomini come i principali colpevoli di questa danza. Le donne hanno i propri standard di attrattività maschile (o di dignità) e possono essere altrettanto critiche.
Tuttavia, se la soluzione ai problemi è stare con un partner attraente, allora perché molti single si allontanano dai loro rapporti con partner molto attraenti, affermando che semplicemente non sentono un legame con loro?
Come terapeuta delle relazioni e supporto nelle prime fasi degli appuntamenti, questa è la mia lotta principale.
Il mito dell’attrazione
La vera soluzione è aiutare le persone a creare connessioni emotive profonde e reali attaccamenti, ma molti single continuano a vedere l’attrazione o altre incompatibilità minori come motivo principale per le loro apparentemente legittime preoccupazioni riguardanti il loro rapporto.
Rispondo al loro dilemma, senza prendere posizione a favore o contro qualunque genere di rapporto essi abbiano. Al contrario, mi concentro sullo sviluppo delle abilità.
Chiedo loro di affrontare i loro errori, di affrontare le loro ansie e le loro paure, comunicare i loro sentimenti e le loro esigenze, diventare vulnerabili ed onesti ed impegnarsi pienamente nel rapporto.
Solo allora possono veramente misurare la saggezza del loro rapporto. Sono queste le cose che creano connessioni emotive, amore e attaccamento, non l’attrazione.
La nostra cultura ha creato una società in cui il deficit giovanile in questi comportamenti e l’attrazione sono diventati la distrazione su cui focalizzarsi. Quanto più alto è il livello di ansia, maggiore è la lotta (e diventa una forma molto reale di disturbo ossessivo compulsivo).
Ho parlato di questi problemi e delle loro soluzioni in vari articoli, ma ho sentito che è giunto il momento di parlare direttamente del mito dell’attrazione. È la cosa più comune di cui parlano i miei clienti quando ammettono con imbarazzo che essa è la fonte dei loro problemi.
Molti di loro si concentrano su una caratteristica del loro partner che è poco attraente. Essi temono che i loro problemi di attrazione causino, più avanti nel tempo, il loro dubitare del rapporto. Hanno la preoccupazione di poter trovare qualcuno di più attraente, se solo aspettano un po’ più a lungo.
Pensano che la loro soddisfazione sessuale nel matrimonio avrà un impatto negativo, finché non risolvono tale problema. E credono che l’attrazione sia l’unica cosa che farà provare loro le forti emozioni che desiderano.
Il problema è che Dio non usa le emozioni forti e potenti, per motivarci. Questa è la fonte del loro inganno. Di seguito è riportata una documentazione che spesso uso (completa di riferimenti bibliografici).
È il modello di Dio, della verità e dell’amore che sostiene che le emozioni forti e coerenti sono conseguenti alle azioni.
Credere in un vero principio e, poi, agire in base ad esso, provoca le potenti emozioni che solo Dio offre: la pace, la gioia, l’amore, il rispetto di sé, la fiducia, la felicità, la soddisfazione del rapporto e persino la passione duratura.
Quando aspettiamo che le emozioni forti diventino la forza motrice che guida il nostro comportamento, scopriamo che non siamo mai soddisfatti.
Le emozioni sono fugaci e vuote. I legami che creano sono brevi e superficiali. E così attendiamo ininterrottamente le potenti emozioni che riteniamo siano il vero segno di quello che dobbiamo perseguire.
In questo modo siamo guidati e costretti dalle nostre emozioni (o dal bisogno di attrazione e di lussuria), piuttosto che dal nostro libero arbitrio, dalla nostra sapienza e dai nostri valori.
Coloro che aspettano che Dio invii loro un forte segno emozionale, scopriranno che le Sue emozioni vengono costantemente date solo dopo aver fatto una scelta ed aver agito.
Quindi sono liberi di scegliere per se stessi, non obbligati o guidati. Quando scelgono ciò che è buono ed agiscono, i sentimenti che desiderano crescono con profondità e significato, un passo alla volta. In questo modo Dio usa le emozioni per rivelare la saggezza della loro scelta.
L’amore profondo deriva dalle nostre scelte e dai comportamenti nei nostri rapporti. La soddisfazione sessuale non dipende dall’attrazione, come suggerisce il mondo.
La soddisfazione sessuale nel matrimonio è basata sulla gentilezza, sull’investimento nella felicità di ciascuno e sulla comprensione accurata della stimolazione sessuale.
Anche se l’attrazione è un primo passo importante nelle prime fasi del rapporto, non è l’ingrediente più importante della felicità coniugale.
Grazie alla Sua bontà, Dio ci ha assicurato questa grande benedizione. Altrimenti tutti noi saremmo destinati all’insoddisfazione coniugale e sessuale, poiché si verificano cambiamenti indesiderati nel corpo, dovuti all’aver dei figli o all’età.
Noi ed i nostri rapporti valiamo molto più dei nostri corpi. Finché non superiamo questo mito, saremo perpetuamente intrappolati nella solitudine (anche se abbiamo una relazione).
Questo articolo è stato originariamente scritto da Alisa Goodwin Snell ed è stato pubblicato su ldsliving.com, intitolato The Myth of Attraction. Italiano ©2017 LDS Living, A Division of Deseret Book Company | English ©2016 LDS Living, A Division of Deseret Book Company.
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