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#massimo barbero
garadinervi · 8 months
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Rodolfo Aricò. La pittura come procedimento attivo di Rodolfo Aricò, Edited by Luca Massimo Barbero, A arte Studio Invernizzi, Milano, 2004
Essay: Luca Massimo Barbero Translation: David Stanton Photographs: Paolo Vandrasch
Exhibition: January 15 – March 4, 2004
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nipresa · 1 year
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Ritagli
Una delle cose più pratiche che permette di fare un e-reader è sottolineare i testi e avere poi a portata di mano tutti i passaggi che si vogliono conservare.Di seguito, una piccola raccolta di sottolineature, senza un particolare filo conduttore, tra saggi e narrativa, dagli ultimi tre anni circa di letture. Alberto Grandi, Denominazione di origine inventataQuesto è il paese nel quale due tra…
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pwlanier · 1 year
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Lucio Fontana (1899 - 1968), Concetto spaziale, New York 8, signed, lacerations and scratches on brass.
Lucio Fontana in his studio. 1962
Executed in 1962, Lucio Fontana’s gleaming brass painting Concetto spaziale, New York 8 is a resplendent example of the artist’s celebrated investigations into pictorial, physical and cosmic space. The work comes from Fontana’s body of Metalli – or metal sheets – which were created between 1961 and 1968. Begun when the artist was 62 years of age, the works in this series explore the possibilities of gestural expression on incandescent sheets of metal, including copper, zinc, aluminium, and, as in the present work, brass. Scratching, gouging, and tearing violent incisions into these sheets of metal, Fontana opens out the flat pictorial plane into the depths of the third dimension, revealing an infinite vortex of space. Desirable and extremely rare, the works in this series were dedicated to the twinkling, light filled ‘City that Never Sleeps’ that inspired their creation: New York. Fontana’s vast impact on the course of contemporary art is being commemorated this year in the first major survey of the artist’s work in more than forty years at the Metropolitan Museum of Art, New York.
In 1961, Fontana was invited by Paolo Marinotti, the owner of the exhibition centre at Palazzo Grassi, Venice, to create a cycle of paintings known as the Venezie for the acclaimed Arte e Contemplazione exhibition. Exhibiting alongside the likes of Jean Dubuffet, Mark Rothko and Sam Francis, Fontana produced a number of lustrous oil paintings in a thick lavishing of metallic paint, inspired by the Baroque characteristics of the city of Venice. Manipulating the surfaces of these works, Fontana tore into the canvas to create his iconic tagli (cuts) and buchi (holes). The works dazzled the public and, later that year, they were exhibited in New York. Fontana travelled to the city for the very first time in November 1961 and was enthralled by its powerful magnetism, unlike anything he had seen before: “New York is more beautiful than Venice!!” he exclaimed, greatly affected by the immense verticality of the city, and the vast metal structures of the high-rise buildings that filled Manhattan’s skyline. “The skyscrapers of glass look like great cascades of water that fall from the sky!! At night it is a huge necklace of rubies, sapphires, and emeralds” he wrote in a letter to his friend, the architect and collector Mario Bardini (Lucio Fontana cited in: Exh. Cat., New York, Guggenheim Museum, Luca Massimo Barbero, Lucio Fontana: Venice/New York, 2006, p. 37).
Concetto spaziale, New York 8 invokes the immense and dynamic metropolis of New York City. Radiant with energy, charisma and charm, bustling with people, and filled with endless, towering skyscrapers, the city captured Fontana’s imagination. In a natural progression from the sparkling surfaces of his Venezie paintings, Fontana turned to the medium of metal in order to evoke the omnipotent and awe-inspiring wonder of his newly discovered New York. In the present work, five bold lacerations cut forcefully through the flesh of the brass, in an echo of the city’s skyline, as countless scratches and indentations score its surface. They reflect and diffract the light, creating a play of brightness and shadow that flits across the pictorial plane. “New York”, wrote the artist, “is a city made of glass colossi on which the Sun beats down causing torrents of light” (Ibid., p. 43). Indeed, the present work seems imbued with the warmth of the city’s rich and golden sunlight. Just as Venice, with its sensual allure and antique charm, had powerfully inspired Fontana’s aesthetic, so did New York captivate and enchant him with its grand industrial force. Thus does Concetto spaziale, New York 8 offer a compelling metaphor for this utopia of man-made modernity.
The Venezie and New York cycles represent some of the most sublime and opulent works of Fontana’s career. Indeed, the present work was exhibited in a number of eminent exhibitions including Fontana’s major 1977 retrospective at the Solomon R. Guggenheim Museum, New York, as well as at the Musée National d'Art Moderne, Centre Georges Pompidou, Paris (1987-88), and the Palazzo delle Esposizioni, Rome (1988). More recently, the two series became the focus of a celebrated exhibition, Lucio Fontana: Venice/New York, which travelled from the Guggenheim in Venice to New York in 2006-7. Held in important museum collections worldwide, Fontana’s Metalli works have achieved an almost mythic status within the artist’s career. With its iridescent and mesmerising beauty, Concetto spaziale, New York 8 encapsulates the radical aesthetic of this sought after series.
Courtesy Alain Truong
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pikasus-artenews · 1 year
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LUCIO FONTANA Sculpture Lucio Fontana torna alla galleria Hauser & Wirth 69th street di New York, dove nel 1961 tenne la sua prima mostra negli Stati Uniti, in una raffinata mostra curata da Luca Massimo Barbero.
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federicodeleonardis · 2 years
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Baricentro di Venezia, la capitale mondiale dell’Arte, della galassia formata da Dubai, Parigi, Pechino, Miami, Hollywood, Basilea, Mumbai, San Paolo ecc ecc, non sono i Giardini o l’Arsenale della Biennale, dove accorrono frotte di aspiranti dello spirito e dove dubito (e da almeno quindici anni) che se ne sia trovato uno; non si trova alla sede della Fondazione Cini (S. Giorgio), dove campeggia la famosa tela fregata esattamente duecent’anni fa da Napoleone e ricollocata nella splendida cornice del Refettorio dove fu concepita (dopo due di lavoro di un’équipe di 10 esperti guidata da Adam Lowe – la miracolosa tecnologia!)  di Veronese.
Non si trova sulle Fondamenta del famoso Ponte dell’Accademia più ricca del mondo, né su quelle Incurabili del grande poeta russo testimone della propria agonia e ultimo a denunciare quella dell’amata città; non si trova nemmeno nella Galleria Michela Rizzo alla Giudecca, dove quattro sfortunati (un vecchietto sorpassato, un giovane di belle speranze, una signora venuta addirittura da Buenos Aires e un sodale nientepopodimeno che di Fabio Mauri) faticano a risalire la china del letamaio mondiale che ormai da trent’anni ammorba l’etere (occhio alle date e auguri ai loro sforzi: una capatina se la meritano).
Il baricentro della galassia dell’arte, fortunatamente sopravissuto a questo tsunami dell’Arte dell’ignoranza di massa, si trova esattamente a Palazzo Cini (Dorsoduro 864).
La gravità di due buchi neri assediava Venezia a meno di 50 metri di distanza: Anish Kapoor (s’è bevuto il cervello) e Chun Kwang Young, rispettivamente alle Gallerie dell’Accademia e a Palazzo Contarini. Una lampante dimostrazione che è il denaro (milioni e milioni di euro profusi per l’allestimento della loro monnezza) il principale virus che alimenta la metastasi di cui parlavo. Altro che Corona!
L’esposizione baricentro di Venezia
Ma che sospiro di sollievo! Nelle modeste sale di un’architettura degna di questo nome (vivere la scala!) campeggiano i cieli di Beato Angelico, dei due Daddi e di tanti, tantissimi piccoli e grandi capolavori (per esempio I Due Amici di Pontormo), ma soprattutto “brilla di luce diffusa” quello delle Veneri di un grande artista scomparso 35 anni fa, a 65 della sua vita (iniziata come pilota della Wermacht). Se c’è uno spirito che rincuora tutti noi che l’arte non sia ancora morta sotto i colpi dell’ignoranza di massa, uno che ha guardato con attenzione incomparabile la Venere di Willendorf come le Madonne di Piero passando dalle Caverne d’Altamira al clou della tragedia sofferta dalla sua terra, questi si chiama Joseph Beuys.
L’arte è veicolo d’un piacere sottile che ha a che vedere prima con l’occhio e poi con la memoria (il cervello) e raramente è successo nella mia ormai lunga carriera di vecchietto dell’Arte di vedere una mostra meglio curata e di cotale peso artistico (baricentrato, appunto). Grazie Luca Massimo Barbero.
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personal-reporter · 8 months
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Una mostra su Mario Schifano a Napoli
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Le Gallerie d’Italia a Napoli, oggi il museo di Intesa Sanpaolo, fino al 29 ottobre ospitano la mostra Mario Schifano: il nuovo immaginario. 1960 -1990, su uno dei più importanti artisti italiani della scena nazionale e internazionale del XX secolo. A cura di Luca Massimo Barbero, la mostra presenta oltre 50 lavori della produzione dell’artista dagli anni Sessanta agli anni Novanta, provenienti dalla Collezione di Intesa Sanpaolo, da istituzioni culturali come il Museo del Novecento di Milano e la Galleria Internazionale d’Arte Moderna Ca’ Pesaro di Venezia, oltre che da gallerie d’arte e collezioni private nazionali ed internazionali e ha la collaborazione dell’Archivio Mario Schifano. Mario Schifano inizia la sua carriera tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta, caratterizzata da una pittura monocroma, densa, con riferimenti al suo lavoro di restauratore di opere antiche nel museo d'arte etrusca e archeologica di Villa Giulia, a Roma, dove il padre lo aveva indirizzato. Il percorso espositivo parte da queste prime opere monocrome , alcune delle quali provenienti dalla Collezione Luigi e Peppino Agrati, ed oggi parte del patrimonio artistico del Gruppo Intesa Sanpaolo per la prima volta riunite in questa occasione. Ma l’esposizione tratta anche il tema delle insegne, rappresentate  da importanti opere come Grande pittura del 1963 e da pitture iconiche dedicate alla Esso, alla Coca Cola ed ai segnali urbani che caratterizzano la ricerca di Schifano in questi primi anni Sessanta. Il percorso procede con i capolavori dedicati ai grandi paesaggi italiani come Ultimo autunno, opera fondamentale della Collezione Intesa Sanpaolo e, successivamente, con Futurismo rivisitato, dedicato ai Maestri di quel movimento come Giacomo Balla, Gino Severini e Carlo Carrà,  che introduce il tema del movimento della figura umana. Per la prima volta sono esposte una serie di opere degli anni Settanta denominate Paesaggi TV che, rivedendo la pittura attraverso l’utilizzo della macchina fotografica e l’emulsione del colore sulla tela, ripropongono fatti di cronaca, arte e pubblicità. Il Salone Toledo al piano terra ospita opere di grande formato rappresentative degli ultimi tre decenni della produzione artistica di Schifano, gli anni Settanta, Ottanta e Novanta del Novecento. Questi ultimi lavori ben illustrano la fantasia creativa dell’artista anche nella sua fase matura, espressa in una  forma tanto colossale quanto festosa, di quelli che la critica definì gli straordinari teleri dell’arte contemporanea internazionale. Read the full article
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gaiaitaliacom · 10 months
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Nella nuova La7 anche Gramellini e Barbero
Ci sarà anche Massimo Gramellini tra i volti nuovi della nuova stagione de La7 che porterà tra i suoi anche Andrea Barbero apprezzatissimo divulgatore storico, che andranno ad affiancare lo storico staff dell’apprezzata rete televisiva di Urbano Cairo. La nuova stagione 2023/24, presentata nella mattinata dell’11 luglio, parla del gruppo storico con Enrico Mentana, Lilli Gruber, Giovanni Floris,…
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fashionluxuryinfo · 11 months
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MARIO SCHIFANO: IL NUOVO IMMAGINARIO. 1960 – 1990 Gallerie d’Italia – Napoli, museo di Intesa Sanpaolo Dal 2 giugno al 29 ottobre 2023 A cura di Luca Massimo Barbero Intesa Sanpaolo apre al pubblico dal 2 giugno al 29 ottobre 2023 alle Gallerie d’Italia a Napoli, la mostra Mario Schifano: il nuovo immaginario. 1960-1990, dedicata a uno dei più importanti artisti italiani della scena nazionale e internazionale del XX Secolo. L’esposizione, a cura di Luca Massimo Barbero, presenta oltre 50 lavori della produzione dell’artista dagli anni Sessanta agli anni Novanta, provenienti dalla Collezione di Intesa Sanpaolo, da importanti istituzioni culturali come il Museo del Novecento di Milano e la Galleria Internazionale d’Arte Moderna Cà Pesaro di Venezia https://www.fashionluxury.info/it/
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blogexperiences · 1 year
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Milano, Sala Fontana, Museo del Novecento: LUCIO FONTANA. Presentazione del Catalogo Ragionato delle Sculture Ceramiche edito da Skira
Milano, Sala Fontana, Museo del Novecento: LUCIO FONTANA. Presentazione del Catalogo Ragionato delle Sculture Ceramiche edito da Skira
Lucio FontanaBattaglia, 1950Terracotta smaltata, dipinta, lustrata e terzo fuoco, 90 cm© Fondazione Lucio Fontana by SIAE 2022 Martedì 29 novembre alle ore 19.00 nella Sala Fontana del Museo del Novecento a Milano, Via Marconi 1 sarà presentata l’importante opera LUCIO FONTANA CATALOGO RAGIONATO DELLE SCULTURE CERAMICHE a cura di Luca Massimo Barbero Skira Lucio Fontana al lavoro, Albisola,…
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tempi-dispari · 1 year
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Bardomagno “Li Bardi Son TOURnati”, secondo album per la folk rock band di Feudalesimo e Libertà
BardoMagno,menestrelli di Feudalesimo e Libertà, seguono l’uscita del secondo album “Li Bardi Son Tornati in Locanda” di venerdì scorso e annunciano nuovi concerti per “Li Bardi Son TOURnati” che li vedrà sui palchi nel 2023, oltre ai due appuntamenti già annunciati per quest’anno del 12 novembre al Gardacon di Montichiari (BS) e del 19 al Legend Club di Milano che registra ora TUTTO ESAURITO!
Cinque le nuove date per il prossimo febbraio: venerdì 10 a Pistoia presso The Wall, sabato 11 a Roma presso Traffic Live, venerdì 17 a Torino presso Spazio211, venerdì 24 al Revolver di San Donà di Piave (VE) e sabato 25 all’Arci Tom di Mantova. Prevendite da ora disponibili per tutte le date del tour, dettagli in calce.
È intriso di storia, ironia e attualità il nuovo progetto dei BardoMagno “Li Bardi Son Tornati in Locanda”, che con uno stile inconfondibile rilegge fatti e costumi della nostra quotidianità trasportandoli nella storia con intelligente umorismo, mostrando come la storia umana si ripete nei secoli.
Nove brani originali e tre bonus track compongono questo album, in cui rock e ironia si fondono alla storiaaccostando il grande gusto per il rock epico a sonorità medievali che fanno il verso a quel linguaggio “neo-volgare” portatore sano di una satira nuova, intelligente e divertente che ha reso celebre Feudalesimo e Libertà – la più importante community social d’Italia dedicata al Medioevo -. “Magister Barbero” è l’ultimo singolo estratto dal nuovo lavoro, anticipato a marzo da “Federico II c’è”, “Hanno ucciso Carlo Magno” sul finire del 2021, “Nel mio feudo” per i nostalgici degli anni ‘80 ma dell’anno mille, “Cerveza y Latifondo” il primo reggaeton feudale esistente al mondo, “La Cintura di Castità” dalle sonorità medieval folk pop tipiche della band d’altri tempi e “Drakkar Special” una cover dallo stile ‘Made in Aquisgrana’ di “50 Special” dei Lunapop. BardoMagno sono: Abdul il Bardo (Valerio Storch dei Nanowar Of Steel) Voce, chitarre Fra’ Casso da Montalcino (Edoardo Sala, ex Folkstone) Batteria Beroardo Arpeggiapalle (Joseph Ierace) Tastiere Svenwalter lo Normanno (Massimo Volontè, Furor Gallico) Flauti, cornamuse e bouzouki.
www.facebook.com/BardoMagnoBand www.instagram.com/bardomagnoband http://bit.ly/BardoMagnoSpotyBio
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lamilanomagazine · 2 years
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Milano, 21esima edizione del Premio Cairo
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Milano, 21esima edizione del Premio Cairo. Grazie alla consolidata collaborazione tra Comune di Milano, Palazzo Reale e Cairo Editore, lunedì 10 ottobre Palazzo Reale, la prestigiosa sede espositiva dell'Amministrazione, ospiterà la 21esima edizione del Premio Cairo. L'evento di proclamazione dell'artista vincitore potrà essere seguito in streaming su corriere.it. Tutte le venti opere in concorso, insieme a quelle vincitrici delle precedenti edizioni e già entrate a far parte della Collezione Premio Cairo, saranno in mostra dall'11 al 16 ottobre nelle sale espositive del Palazzo in una mostra aperta gratuitamente al pubblico. Organizzato dal mensile Arte di Cairo Editore, il Premio è diretto da Michele Bonuomo e nasce nel 2000 con la volontà di sostenere i giovani artisti italiani e di far conoscere al pubblico nuovi protagonisti, nuove tendenze e nuovi linguaggi presenti nella ricerca d'arte contemporanea. In ventidue anni il Premio Cairo ha invitato 387 giovani artisti, compresi quelli selezionati per l'edizione 2022, oltre cinquanta hanno già esposto alla Biennale di Venezia e altri ancora a manifestazioni di grande rilevanza. All'artista autore dell'opera vincitrice verrà assegnato un premio di 25mila euro e l'opera, come sempre, entrerà a far parte della Collezione del Premio Cairo. I venti artisti selezionati dalla redazione di Arte per il 21° premio Cairo, sospeso due anni fa a causa della pandemia, sono Thomas Braida, Bros (Daniele Nicolosi), Elia Cantori, Linda Carrara, Giulia Cenci, Valentina De' Mathà, Luca Di Luzio, Federica Di Pietrantonio, Alice Faloretti, Bruno Fantelli, Andrea Fontanari, Gaia Fugazza, Alessandro Gerull, Corinna Gosmaro, Cecilia Granara, Giulio Malinverni, Jacopo Martinotti, Adinda-Putri Palma, Diego Scroppo, Marta Spagnoli. La prestigiosa giuria dell'edizione 2022 del Premio, presieduta da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente dell'omonima Fondazione di Torino, è composta da: Luca Massimo Barbero, direttore Istituto di Storia dell'Arte della Fondazione Giorgio Cini di Venezia; Mariolina Bassetti,Chairman Christie's Italia; Gabriella Belli, direttrice Fondazione MUVE - Musei Civici di Venezia; Ilaria Bonacossa, direttrice del Museo nazionale dell'Arte Digitale di Milano; Lorenzo Giusti, direttore Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea (Gamec) di Bergamo; Andrea Viliani, direttore del Museo delle Civiltà di Roma; e dal maestro Emilio Isgrò, grandissimo protagonista dell'arte italiana sulla scena internazionale. L'intero percorso del Premio Cairo 2022, con novità e aggiornamenti fino alla proclamazione dei finalisti, e gli highlights della serata inaugurale saranno disponibili sulla pagina Instagram dedicata @premiocairo. Ulteriori informazioni sul premio e sulla sua storia si possono trovare sul sito premiocairo.com e palazzorealemilano.it.... Read the full article
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garadinervi · 1 year
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Lucio Fontana: Sculpture, Edited by Luca Massimo Barbero / Fondazione Lucio Fontana, Texts by Paolo Laurini, Maria Villa, Cristina Beltrami, Hauser & Wirth Publishers, New York, NY, 2022 [Exhibition: Hauser & Wirth, New York, NY, November 3, 2022 – February 4, 2023]
(on the way of Copyright Art & Architecture Bookshop)
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resskorpio · 3 years
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➥ Enea & Massimo ・ Ben & Andrew ( @silverwolfdesign )
⸻ ☾ ⸻
“ I’ve found home There we lay by the water Almost asleep as I heard you say “I don’t know if we’re meant to be Though this certainly feels like fate” I don’t know if you noticed But I fell in love in that moment. ”     - Jacob Lee, Home
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marcogiovenale · 2 years
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"on fire", alla fondazione cini, dal 22 aprile
“on fire”, alla fondazione cini, dal 22 aprile
da ArtsLife (articolo di Elio Crema) On Fire è la prima esposizione interamente dedicata all’uso del fuoco come mezzo di creazione artistica tra le avanguardie del Secondo Dopoguerra. Curata da Bruno Corà con il contributo di Luca Massimo Barbero, la mostra è ospitata dalla Fondazione Giorgio Cini e promossa dalla galleria Tornabuoni Art. Il percorso espositivo è quindi strutturato attraverso…
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pikasus-artenews · 27 days
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Torn curtain. Buongiorno,buonasera
Mostra inconsueta e misteriosa quella che propongono a Verona due curatori di calibro come Luca Massimo Barbero ed Hélène de Franchis
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falcemartello · 2 years
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"Solo l'ultradestra è contro le misure del governo."
L'ultradestra: MASSIMO CACCIARI e MARCO RIZZO.
Barbero è in panchina pronto ad entrare..
Albert FrankEinstein
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