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#nuvoloni
ian-gillan · 1 year
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Blood is flowing on the ground Like a river branching red lines Anguish is all around Hope yielding to despair . Life is a circumstance Any minute slips away God, please look upon us all Do you give a damn? . Dancing in the air Spinning leaves in circles giving pleasure to my eyes Sadden my delight When the joy is over laying scattered on the ground . Oh! The sun will rise The beginning of creation Oh! Into the skies On the Winds of Destination Carry us away... . . . ______________________________ Quia ventum seminabunt et turbinem metent ... #vento #pioggia #nuvoloni, insomma un giretto tranquillo in #moto #wind #windy #rain #winter #winterrider #winterbiker #biker #bmw #f900xr #bmwrider #xr #tripleblack #lake #italy #inverno #lago #bad #badeyes #incazzatanera (presso Lago di Suviana) https://www.instagram.com/p/CnNb-vbshKM/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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lucadea · 2 years
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Nuvoloni questa mattina nella spiaggia di Renà a Riva Trigoso. A mezzogiorno era buoi come la sera 😅. Credits: LUCADEA.com in bio. . #sestrilevante #liguria #rivatrigoso #spiaggia #asseu #scoglio #nuvole #nuvoloni #bruttotempo #meteo #mare #settembre #estate #turismo #viaggiare #meteorology #meteorology #italia #italy #beach #beachlife #sea #seaside #seaview @borgorenabeach @riva_trigoso @sestrilevante_comune @iltigullio @ilsecoloxix @weareliguria @meteo_limet @yallersliguria @liguria_cartoline @vivoliguria @clickfor_liguria @raccontolamialiguria @meteoinliguria @meteo.it @il_meteorologoignorante @meteoinliguria (presso Scoglio dell'Asseu) https://www.instagram.com/p/Cihtiniox5j/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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supermariofox · 2 years
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Come alcune serate comuni si trasformano in serate indimenticabili grazie alla pioggia. . . . . . . #serata #dancing #amiche #nuvoloni #pioggia #bagnati #inzuppati #acqua #nonmollaremai #finoallafine #divertimento #risate #pazzi #scatenati 💃🏻🕺🏽🌧⛈💃🏻🕺🏽🌨⛈💃🏻🕺🏽🍀🫶🏻💚🫶🏻💚🛐 (presso FAB 55 Discoteca) https://www.instagram.com/p/ChFfgf2Icmw/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Buongiornoooooo Ph. @anna._.vellucci #sky #sun #nuvoloni #nofilter #nature #paesage https://www.instagram.com/p/CdUwi9xNyXG/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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tetroteatro · 7 months
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lupo1948 · 2 years
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lory78blog · 10 days
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Nuvoloni neri (oggi)
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nonamewhiteee · 2 months
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venerdì sera preso da un vento di coraggio ho scelto di sfidare le mie paranoie e la serata tempestosa e sono uscito solo in un paese provinciale dove se vieni visto senza nessuno a fare qualunque attività sei automaticamente etichettato come "pazzo". dopo essermi volutamente perso nele viuzze strette di città ho deciso di fermarmi dal mio barman di fiducia dove stranamente altri due ragazzi erano stati presi dal mio stesso coraggio. le cose non programmate forse sono sempre le migliori ed ecco che sono tornato a casa all'1 gattonando dopo giri di bicchieri e shottini offerti a vicenda e come nei migliori ricordi da 16enne ho dovuto vomitare per stare meglio. oggi, un lunedì di fine febbraio il cielo è nuovamente libero e con un nuovo braccialetto al polso sono buttato su una panchina verde in stazione a fumare lucky rosse cercando di svuotarmi anche io dei nuvoloni grigi di pensieri. lo stage è alle porte, le paure son tante e mi sento tremendamente malinconico e solo. spero arrivi un po' di quiete dopo la tempesta.
#me
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d3nissss · 3 months
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Ляя, сейчас когда занимаюсь слушаю итальянских реперов старой школы и какой же это кайф для ушей, когда ты мог сказать что угодно и тебе не ебали мозги... Тип строчка "Fabri Fibra - Alieno"...
Sono stato in cima alla vetta e mi sono scopato il cielo Nuvoloni di sperma, piove fecondo il paese intero...
Я был на вершине, на пике и трахал небо Облака спермы, по всей стране идет плодотворный дождь...
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Fibra просто в сердечке🥰
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monologhidiunamarea · 6 months
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Domenica mattina verso il lavoro godo del silenzio della città. L'alba ha colorato il paesaggio di rosa per poi lasciare nuvoloni grigi.
Sospiro.
Chiudo gli occhi giusto un istante per prendere fiato.
Coraggio. Ci vuole .
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tichiamostellina · 4 months
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dell’ultima volta che
ti ho visto,
ricordo solo i tuoi
occhi
scuri,
quel giorno,
come nuvoloni
che si preparano a
un’acquazzone.
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gcorvetti · 2 months
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Domenica.
Oramai è passato un mese, ufficialmente domani ma siccome sono partito di notte direi che va bene collocarlo temporalmente oggi. Nella video chiamata di oggi infatti l'ho detto a lei e anche lei si è sorpresa del fatto che sto mese è volato, mio figlio era la pc e come al solito è stato telegrafico, mia figlia è un pò raffreddata per la differenza di temperatura, ovvio qua è decisamente più caldo anche se da ieri ci sono questi nuvoloni carichi di acqua ma non piove, è la classica domenica da passare a letto e alzarsi solo per mangiare, ma sfortunatamente è stato sempre un sogno visto che lei non ha questo mio stile di vita rilassato, lei è un pò stacanovista come tutti nei paesi nordici, forse perché da loro fa freddo e quindi per riscaldarsi ci si deve muovere, ma secondo me sbagliano movimento. Stamane ho sistemato il linkedin, il cv e completato le varie parti che mi consigliava, mandato una candidatura come receptionist, scambiato i soliti messaggi con Spock. Resto fermo nel pensare che ho solo aggiunto un errore ai tanti fatti in vita mia, uno più uno meno oramai non cambia molto.
Ieri mi sono guardato Diabolik, ero curioso, niente di speciale anzi l'ho trovato parecchio lento per le due ore di film, anche un pò troppo finto nel senso che gli attori non erano il massimo, compresi Mastandrea (che per me è un grande) e la Bellucci (stupenda per carità, ma poco incisiva), mentre l'ambientazione e i costumi molto ben fatti, certo non è semplice trasporre un fumetto, direi che nel complesso una sufficienza i Bros la meritano anche per lo sforzo. Ieri ho suonato per intero, almeno quello che ho per ora, il mio concept Dream che non suonavo da molto tempo, magari torno a lavorarci sopra, ma stando alle ultime due sessioni musicali devo dire che sono mooolto arruginito, va bè devo fare pratica e penso che è il momento giusto, anche perché francamente non ho tutta sta voglia di uscire. La cosa forse che manca veramente a questa scrittura sono i testi e magari alcuni bridge tra un brano e l'altro e magari alcune parti meno suonate a chitarra, forse qualcosa di synth o no input mixer, vedrò di fare una brain storming, anche se sono abbastanza incasinato in testa, cado, come nell'ultimo brano, cado da una nuvola come le gocce di pioggia, questo è parte degli appunti del testo, un pò come il brano di Delia che vi lascio qua sotto.
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girulicchio · 3 months
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Il tempo di una sigaretta
Dalle pareti di vetro, nonostante il contrasto tra caldo interno e umidità generasse un'iniziale appannamento, si vedeva tutto. Il barista preparava tre caffè ogni mattina, appena si metteva al bancone: il primo da buttare, il secondo da bere e il terzo sospeso, casomai qualcuno lo chiedesse freddo.
I clienti del bar non sono stati mai uomini d'affari, donne di successo o personaggi di spicco. L'ambiente era frequentato perlopiù da operai, impiegati e gente che cercava un bagno lungo la strada o un panino al volo ad ora di pranzo. Ai proprietari non è mai interessato alzare il livello sociale del posto. Del resto, in periferia, circondati da altri mille locali simili, che effetto avrebbe mai potuto sortire rinnovare una vecchia bettola, assumere personale qualificato e investire in pubblicità?
Gianni, come molti altri, entrava, salutava e rispondeva sì alla domanda: il solito? Un caffè, un cornetto vuoto e un bicchiere d'acqua frizzante. Segnava sul conto e, a fine mese, quando riceveva lo stipendio, saldava, senza mancare di lauta mancia al barista. Perché, si sa, spesso sono le persone più umili, in condizioni svantaggiate, ad avere solidarietà. E chi era dietro quel bancone viveva la stessa situazione, su per giù, di chi dalle otto alle due si rompeva la schiena per pochi spicci.
A fine giornata, il caffè freddo, puntualmente, veniva versato nel lavello e il bicchierino di vetro lavato, sciacquato e posto ad asciugare. In realtà, il bicchiere era lo stesso ad ogni mattina. Ormai, era deputato al caffè freddo sospeso.
Tuttavia, esistevano dei giorni in cui il caffè freddo non veniva gettato via. Quando le giornate erano particolarmente lunghe, il barista, nemmeno di nascosto, riempiva il resto del bicchiere con della grappa e buttava giù il tutto d'un sorso solo. Il problema non era la vergogna, o il senso di colpa, ma solo l'orario: un principio inamovibile vietava al barista di bere alcol prima delle cinque del pomeriggio.
Eppure, un ci fu una volta in cui il caffè freddo con grappa ebbe un destino diverso dal solito. Né buttato, né bevuto: divenne un eroe.
Sul tardi, mentre il barista si apprestava alla chiusura, in una giornata molto tetra e piovosa, con il cielo coperto da nuvoloni grigio topo, entrò un uomo, in cerca di riparo in attesa che spiovesse. I due scambiarono chiacchiere di circostanza per qualche minuto, con toni svogliati e frasi laconiche. Poi, regnò il silenzio per un tempo apparentemente infinito. L'uomo chiese se potesse fumare, con la sigaretta già accesa e in bocca. Il barista gli passò un posacenere dall'altro lato del bancone, facendolo scivolare come una pietra da curling. Il posacenere si fermò a metà strada, ma l'uomo non era così motivato da alzarsi per prenderlo, quindi decise bene di ciccare a terra all'occorrenza. Nel frattempo, il barista continuava le sue pulizie del bancone, ignorando con apatia l'uomo nella stanza.
Non appena smise di piovere, l'uomo si apprestò all'uscita. Si alzò dallo sgabello, allontanandolo con un colpo di bacino verso l'indietro, e salutò sottovoce il barista, lasciando cadere il portafoglio a metà strada tra la porta e il posto su cui era seduto. Il barista ignorò anche questo, come la cenere della sigaretta sul pavimento.
Il caffè, sebbene parzialmente inebriato dalla grappa, notò il tutto, dal vetro trasparente in cui si trovava. Sfruttò la tazzina come una barca al rovescio, saltò via dal bancone e spinse il portafoglio fino alla porta. Lì, si arrampicò sullo sgabello più vicino e fece un salto spericolato, spingendo la maniglia sufficientemente da aprire la porta. Così, continuò la sua avventura, spingendo il portafoglio lungo il marciapiede, guardandosi intorno alla ricerca del proprietario.
Sulla destra, lo vide in lontananza, fermo al semaforo. Spinse, spinse più forte e corse come un toro con un drappo rosso a sventolargli davanti. Fu una lotta contro il tempo e contro logica: ad ogni colpo d'ariete qualche goccia del caffè fuoriusciva dal bicchierino in vetro come tracce di sangue di una ferita aperta, ad ogni strusciata sull'asfalto schegge restavano a riprova dell'ardua fatica compiuta.
Il caffè, nonostante tutte le avversità, ce la fece e gridò all'uomo: scusi! Scusi, buonuomo! Lei, qui giù! Mi sente?!
L'uomo, confuso e infastidito, guardava in ogni direzione, ma non in basso. Con le ultime forze, il caffè diede un colpo al tallone dell'uomo, che si abbassò e trovò il suo portafoglio.
Questa è la vera storia di un caffè corretto.
Ogni lunedì mattina, potete chiedere al bar la combinazione caffè, cornetto e fumetto del giorno a soli due euro. (Promozione valida solo per punti vendita aderenti all'iniziativa dalle ore 8:00 alle ore 9:30, per singolo cliente e non più di due clienti per nucleo familiare)
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theladyorlando · 6 months
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Maid Quiet
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Dovevamo vederci con Marta, per una piccola birra consolatoria di fine settimana. Ma alla fine non ce n'è stato il tempo. Il giorno dopo Marta mi ha detto di sentire la mancanza della poesia nella vita: dice che è come un tassello che lei non ha. Però me lo ha detto in un messaggio che a me pare proprio una poesia. E io non ho saputo bene cosa risponderle. Subito mi è venuto in mente che io a volte mi impongo la compagnia di certi poeti, una specie di esercizio. La scorsa primavera per esempio è toccato a Yeats. E Yeats è un esercizio bello impegnativo, non è per niente facile, per quel poco che ci ho capito, a lui piace tanto restare enigmatico, ama le scritture automatiche, le rose alchemiche, i vortici, le torri. In mezzo alle sue cose difficili però ne spuntano fuori alcune di una semplicità disarmante. Qualcuno, da dentro alla sua poesia, mi ha chiamata a un certo punto per nome come dice lui -someone called me by my name- e ricordo anche benissimo quand'è che è successo. Ero al dottorato e seguivo dei corsi improvvisati sul momento da docenti che non mi spettavano, su temi che non mi spettavano, su temi che, mi dicevo, non era possibile che spettassero alla letteratura. Ma cos'è in fondo che distingue la letteratura vera da un'indagine documentaristica? Dove esattamente si colloca il confine tra la poesia e l'inchiesta? Tra la poesia e le corse prive di senso in cui ci siamo persi quotidianamente? Cos'è che può assumersi di diritto il nome di arte, per davvero? Non lo so, e in quei momenti lo sapevo anche di meno: ci guardavamo, io e miei colleghi di dottorato, come chi sospetta di aver perso la strada ma non osa dirlo ad alta voce per paura di spaventare il compagno di viaggio. Mi scusi, è qui che abita la poesia? E il docente di americano, per tutta risposta, spegneva le luci in aula e mandava sullo schermo quel film-documentario sul caso della pattuglia di soldati in Afghanistan che per pura noia una sera decidono di stuprare una ragazza e di bruciarne il corpo. Leone d'argento, morality play, commedia grottesca, tutto molto bello. Ma, mi scusi se insisto, è qui allora che abita la poesia? A me pareva proprio che dentro quell' aula ci fosse davvero tutto quanto io abbia sempre considerato estraneo alla poesia. Ma io sono un tantino rigida nelle mie aspettative a riguardo, devo ammetterlo. Per me il canone si esaurisce con la morte di Vittoria. La scomparsa della regina sancisce il tramonto della poesia sul globo terracqueo. Sono rigida, dicevo. Rigida e prevenuta: e il Novecento è sporco delle guerre, e la sua poesia lo dice. Ma quale secolo non è sporco, dopotutto? Il fatto è che io sono proprio rigida, signori, sono prevenuta e sono nel torto. Eppure sento che su quella soglia, alla morte di Vittoria, la poesia fa come per salutare con la sua piccola mano: sento che quello è in qualche modo un tramonto, molto nuvoloso, e che la poesia in quell'istante brilla più intensa che mai: 22 gennaio 1901. A silver lining: la poesia è una linea d'argento che si disegna sui profili di nuvoloni neri. Sono davvero dei grossi nuvoloni quelli che arrivano, io non mi sbaglio. E so di non sbagliare perché me lo ha detto proprio un poeta, un poeta mi ha chiamata per nome a un certo punto -someone called me by my name- e me lo ha detto. Uno che l'ha vista, quell'alba del 22 gennaio 1901; uno che ha aiutato la piccola mano della poesia a salutare il secolo che tramontava, l'ha aiutata blindandosi nelle sue torri, nascondendosi nei suoi vortici, interrogando le sue letture automatiche e le sue rose alchemiche: William Butler Yeats un giorno mi ha chiamata per nome (someone called me by my name) e mi ha detto semplicemente
"The wrong of unshapely things is a wrong too great to be told."
Il torto delle cose brutte è un torto troppo grande da dire.
Io trovo che qui ci sia tutto: la poesia non vuole dirle, certe cose. E poi ha fame di rimediare al brutto. La poesia ha proprio fame, fame di rifare la terra, come dice lui, e di rifare il cielo e l'acqua: ha fame di rifarli belli, uno scrigno d'oro in cui mettere al riparo quell'immagine che è capace di far sbocciare una rosa nel profondo del cuore. Allora non mi sbagliavo, e in auell'aula non abitava la poesia. Questo solo verso, di tutti i versi, me lo dimostra, che la poesia ha ancora fame di rimediare al brutto. Ma avevo torto invece a pensare che fosse tramontata con Vittoria: questo me lo ha dimostrato Marta, che la cerca ancora, come me. Allora le ho risposto che io amo la poesia proprio perché è un tassello che va cercato sempre, lo cerchi anche quando non te ne accorgi, e lui immancabilmente sa trovare spazio perché è capace di farsi breve, piccolo, più piccolo di una emoticon o di un hashtag, anche un solo verso, anche una sola parola. La poesia è così brava a stare dentro al palmo di una mano che è rimasta davvero l'unico tassello in grado di avere senso dentro a giornate troppo spesso prive di senso e sempre (questa la garanzia) prive di tempo; è capace di perdonare le negligenze di uno e di aspettarlo per mesi, pure per anni, cosa che un romanzo lasciato al primo capitolo non è davvero disposto a concederti: tu devi solo ricominciare. Per questo le voglio davvero bene, e mi fa venire come voglia di urlarlo al mondo, che persino in questo tempo che non ha tempo per niente, neanche per una piccola birra consolatoria, un tempo in cui semplicemente non c'è spazio fisico per alcuna narrativa di senso compiuto, sento che la poesia ha fame. E davvero il presente è proprio il tempo perfetto, come dice parlando delle lettere Virginia Woolf al suo giovane poeta:
The great age of letter–writing is, of course, the present.
Il tempo delle lettere non è tramontato con l'invenzione del telegrafo o del telefono, attenzione: questo è invece il suo grande momento, è oggi il trionfo della corrispondenza epistolare. O della poesia. E così come voglio bene alla poesia, io voglio bene a Marta, che l'altra sera davanti a una piccola birra e dietro ai resoconti delle sue corse dietro al tempo ai figli al lavoro mi avrebbe parlato di poesia, io lo so. Un tassello che, davvero, non le manca per niente. A me invece è mancato vederla, l'altra sera. E la poesia, che mi corrisponde nell'amore, lo sento benissimo, mi ha dato stamattina una parola per dire perfettamente il mio desiderio inappagato di stare con lei: appetite. Io e Marta non abbiamo bevuto insieme eppure sono rimasta con fame. E sento che la mia fame non è molto lontana dalla fame di Yeats, quella con cui lui voleva rifare il mondo e tutte le sue cose:
I hunger to build them anew.
C'era una grande, bellissima mimosa lungo il sentiero di tufo che porta all'asilo di Agnese: ci andavamo spesso con lei a febbraio, anche prima che iniziasse la scuola, a fare dei piccoli rametti, quei pochi che ci venivano lasciati a portata di mano da chiunque altro avesse voglia di farsi un giro sotto l'albero. Un giorno salendo a scuola la scorsa primavera l'abbiamo trovata aperta in due, una metà era crollata a terra, e i merli le giravano intorno confusi, non sapevano più cosa farci con quei rami prostrati, come funzionano ora? Mi è venuto da piangere perché la mimosa così ridotta mi ha fatto pensare al corpo di mio padre, prostrato, sopra a un letto d'ospedale parcheggiato in camera. E soprattutto perché mi sono detta, immediatamente, che così non poteva mica continuare: che l'avrebbero tagliato, quell'albero che era un po' nostro, perché adesso lui era solo un pericolo per i bambini sulla strada di scuola. E così è stato, ma ci sono voluti mesi, tanto che alla fine neanche ci facevo più caso, passando in macchina ai piedi del sentiero, se la mimosa fosse ancora lì. Finché un giorno rientrando a casa non c'era più, così facile.
Where has Maid Quiet gone to,
Nodding her russet hood?
The winds that awakened the stars
Are blowing through my blood.
O how could I be so calm
When she rose up to depart?
Now words that called up the lightning
Are hurtling through my heart.
Senza cerimonie, né funerali, né saluti pubblici, se n'era andata: e io come ho fatto a restare così calma quando lei si è alzata per andare? Cosa resta di lei ora che il tronco non c'è più? Me lo chiedo della mimosa, me lo chiedo di mio padre, me lo chiedo insieme a William Butler Yeats: me lo chiedo insieme a Marta, lo so. E la risposta è lì, accanto al sentiero di tufo: proprio lì dove è rimasta prostrata per settimane la madre, ora si vede, passando anche da lontano, un bel prato di piccole, verdi, rigogliose mimose: le figlie. Le figlie rimangono, e fanno fatica, ma ad ogni acquazzone che viene quelle prendono qualche centimetro, sempre più alte, finché qualcuna di loro non deciderà che è tempo di mettere su un piccolo tronco, e così forse anche lei sarà una madre, un padre. Ecco quello che rimane: io so che Marta è una giovane mimosa, sembra quasi un fiore a guardarla ma lei è già un piccolo albero, e cresce con ogni acquazzone che arriva. E saperla con me, in questo prato che è un po' orfano, mi fa sentire che vale ancora la pena di mettere su un tronco. Mi fa sentire che questo è ancora il grande o piccolo -che importa?- tempo della poesia, il presente.
E comunque poi ce la siamo bevuta la birra della consolazione, e non è stata solo una.
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littlepaperengineer · 6 months
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Mi ha ispirato molto questa immagine ed ho voluto riprodurla... Mare in tempesta, nuvoloni belli densi e colorati, cielo infinito e brillante... Il vento che c'è ma non si vede, si manifesta. Sto lavorando molto sui 4 elementi in questo periodo, acqua, terra, aria e fuoco. Sto realizzando delle fotografie particolari. Il vento è vita, movimento. Che c'è ma non si vede se non nelle cose che muove...
Poi adoro l'acqua, che se liquida riflette le cose, le permea... Se gassosa, come nelle nuvole, non ha forma propria e più le guardi da vicino più ti accorgi che non hanno forma. Come quel famoso principio di indeterminazioni. Acqua e aria, come lo stato dei giovani smarriti... Quelli della seconda adolescenza a 30 anni
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tettine · 9 months
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Nuvoloni da pioggia in arrivo, che bellino
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