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#via col vento
spettriedemoni · 1 year
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Riflettendo su Via col Vento
Pure Via col Vento quanti danni ha fatto in tema di relazioni tossiche?
Voglio dire: in un film di 3 ore e mezza per almeno 2 ore e mezza la protagonista sbava dietro a uno che non se la fila manco per sbaglio (l’unico, tra l’altro, in mezzo a tanti uomini che le vanno dietro), che è un fighetto insopportabile, poi per mezz’ora sta con questo dall’aria più da simpatico mascalzone che è poi l’unico che le tiene testa, ma lei è ancora convinta che l’uomo giusto sia il fighetto che la rifiuta.
Giusto un giorno dubita ed è il mattino dopo che il simpatico mascalzone, ormai stufo di essere rifiutato in continuazione per colpa del fighetto insopportabile, la prende di peso e se la scopa tutta la notte.
Però a quel punto il mascalzone se ne va all’estero con la figlia e solo dopo altri lutti e malintesi lei capisce che “forse” era l’uomo sbagliato quello dietro cui correva.
Solo che a quel punto il simpatico mascalzone si è rotto le palle (e dopo 3 ore e mezza di film vorrei vedere) e decide di tornarsene dalla sua famiglia (perché alla fine gli uomini tornano sempre da mammà se le cose precipitano).
Ma ci pensate quanti danni ha fatto questo film? E pure il romanzo da cui è tratto!
Tra l’altro hanno provato a scrivere il sequel in cui Rossella si rimetteva con il simpatico mascalzone ma secondo me lui le ha fatto il gesto dell’ombrello ogni volta, anche se nei romanzi successivi non lo hanno mai scritto.
No signori: nella realtà dopo averle detto che di lei “Se ne infischia” lui col cazzo che è tornato indietro.
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Ok, si dice Rossella, ho commesso un errore terribile, forse il peggiore che potessi fare , forse una caterva di errori, me ne assumo la responsabilità. Ma non lascerò che condizioni per sempre la mia vita da qui in poi. Posso affrontarlo. Posso rimediare. Posso andare oltre.
Dopotutto, domani è un altro giorno.
[...]
Insomma, tu hai fatto un errore, palate di errori magari, ma tu non sei quegli errori.
[...]
Possiamo prenderci del tempo per sfogare la tristezza, ma dobbiamo aver chiaro che noi stesse siamo il punto da cui ripartire: non siamo esseri bidimensionali, abbiamo mille sfaccettature, abbiamo fatto molte cose nella vita, e non tutte sono state sbagliate.
Cit. "L'amore si impara leggendo" con riferimenti a "Via col vento"
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cuoresognante · 1 year
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sempiter-n-al · 2 years
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Di tutti i libri che ho letto nella mia vita, la maggior parte, per mia fortuna, mi sono piaciuti. Alcuni più, alcuni meno, ma comunque ne ho quasi sempre tratto quel sottile godimento unito alla soddisfazione che, per come sono fatta, provo nel momento in cui porto una cosa a termine. Finire un libro, una storia lunga o corta che sia, per me significa aver fatto un viaggio che è, nel suo epilogo, una forma di compimento per l’anima. Stavolta, tuttavia, questo tipo di sensazioni cedono il passo ad una solitudine e ad una nostalgia che solo una storia veramente intensa, potente e, dunque, indimenticabile può lasciare. Un libro fatto di personaggi autentici, volitivi, che ho amato, giudicato, e, infine, compreso, come fossero persone reali. A partire da Scarlett O’Hara, una donna capricciosa, egocentrica e materialista fino all’osso, troppo pragmatica per sapersi concentrare sulle emozioni altrui e, allo stesso tempo, abbastanza pragmatica da saper fronteggiare, come nessun altro, il completo stravolgimento del mondo nel quale e per il quale è stata cresciuta. Il mondo degli Stati del sud, prima della guerra civile, prima della vittoria nordista, quando la ricchezza erano le piantagioni di cotone e il possesso di schiavi. Questo libro parla di qualcosa che non conosco e che non capirò mai fino in fondo, e lo fa suscitando una curiosità insaziabile per il pezzo di Storia che racconta. Lo fa con estrema potenza, con una caratterizzazione di tutti coloro che compongono questa storia, che me li farà ricordare per lunghissimo tempo. Non parlo mai così tanto di ciò che leggo perché ritengo di non avere mai le parole giuste per farlo, perché il libro dovrebbe parlare da sé ed io posso solo limitarmi a consigliarlo. Con Via col vento ho però dovuto istintivamente esprimermi, perché mi si è scolpito nel cuore e so che non lo lascerò mai andare.
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pazzoincasamatta · 2 years
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VIA COL VENTO (1984) - CIAK
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tvserie-film · 1 year
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Title:  Gone with the Wind (1939)
Vote: 8/10
Really well done movie with a love story that is intertwined with the upheavals of the war and the change of a society that in spite of itself is forced to adapt and change its lifestyle. There is the drama of the nation and that of the individual, in the particular of the protagonist who sees destroyed what she had taken for granted but gets back on her feet even if this will force her to sacrifice her love and much more.
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rubiath70 · 2 months
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Quel frastuono sugli scogli,
desiderio dei tanti silenzi
infranti da tempo sulla pelle, ed ora
ogni dettaglio esistente
si portava via l'ultimo bagliore,
mentre il vento raccontava di noi.
Tornerà,
col prossimo andare oltre l'apparenza
dove ogni cosa appartiene ai sensi.
@volodiunacapinera
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kon-igi · 19 days
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IL RAGAZZO E LA MONTAGNA
C'era una volta un giovane esploratore, la cui più grande passione era addentrarsi in tundre, scendere in ghiacciai e percorrere deserti alla ricerca della Gemma Preziosa.
Ogni luogo della terra aveva una propria Gemma Preziosa - scintillante, tenebrosa, rubescente o lattiginosa - e lui aveva viaggiato già mezzo mondo ed esplorato mille lande impervie per trovarle e collezionarle tutte.
Nella sua casa aveva una stanza intera piene di tali meraviglie, tutte racchiuse in teche di cristallo, ma il giovane esploratore non amava tornare nella propria casa, se non per riporvi i suoi tesori.
Intendiamoci, adorava la propria casa e la propria città, voleva bene ai suoi genitori e stava bene con i suoi tanti amici, ma il suo animo inquieto lo portava puntualmente a guardare le nuvole fuori dalla finestra, desiderando di poterle cavalcare e andarsene via col vento.
Un giorno sentì parlare dell'Ultima Montagna e di come al suo interno fosse la celata la pietra più preziosa di tutte: il Cuore di Gea.
L'Ultima Montagna si trovava nel paese di Finisterrae e il suo vecchio mappamondo non aveva ancora finito di girare che lui si era già messo in cammino.
Non fu un viaggio facile, né per le gambe né per il cuore, perché dovette salutare molte persone - Finisterrae era lontana - e parte del suo percorso lo dovette fare a piedi, passo dopo passo, senza mai più incontrare anima viva (tranne i ragni, che gli tennero compagnia nelle lunghe notti insonni ma che però non erano gran conversatori).
Quando arrivò all'Ultima Montagna rimase con la bocca spalancata per qualche minuto (i ragni controllarono preoccupati se ci fossero delle carie ma uscirono soddisfatti): un'enorme montagna scintillante di materiale translucido giallo paglierino svettava fino a quasi bucare la volta del cielo.
Ma il suo stupore si tramutò ben presto in preoccupazione quando, a un esame più attento, il giovane esploratore si rese conto che la montagna era in realtà un enorme conglomerato di Crisoberillo come non se n'erano mai visti in alcun libro di geologia.
Molto bene - pensò con stanca autoironia, guardando il suo piccone - sulla Scala delle Durezza di Mohs il crisoberillo ha un punteggio di 8,5 ma volendo considerare il bicchiere mezzo pieno mi è andata anche bene... la montagna poteva essere fatta di Rubino o di Zaffiro!
E cominciò a scavare una galleria per raggiungere il Cuore di Gea.
Man mano che avanzava a fatica all'interno della montagna, egli si rese conto di una cosa molto strana: per ogni colpo di piccone e di scaglia di crisoberillio che cadeva a terra lui sentiva di perdere qualcosa.
Ma cosa? - si chiese.
Non lo so - si rispose.
E allora pensò di riempire quei vuoti nel cuore immaginando il momento in cui avrebbe finalmente scalzato dalla roccia il Cuore di Gea... la gioia di sentirlo pulsare tra le proprie mani, gli occhi socchiusi per schermarsi dal bagliore di mille soli di puro cristallo, lo stupore delle persone al suo ritorno, la teca gigante già pronta al centro della sua collezione.
Quello di cui in un primo momento il Giovane Esploratore non si rese conto è che ogni picconata stava sottraendo un minuto alla sua vita e le picconate erano tante e il tempo scorreva avanti in una sola direzione, dritto come la galleria che sventrava la montagna.
Le mani che impugnavano il piccone invecchiavano, come invecchiavano le domande che lui si faceva...
Perché? Da dove? Verso cosa?
Quando le domande diventano opprimenti, i colpi del piccone rallentavano, salvo poi riprendere forza al pensiero della gemma che ogni giorno si avvicinava.
E poi, dopo mille eternità l'ultima picconata, la parete che crolla ed ecco il Cuore di Gea, sospeso nel buio luminescente di un antro nel ventre della colossale montagna.
Ma il Giovane Esploratore non poteva più definirsi tale.
Non stava più esplorando nulla e di certo non era più giovane.
Con passo incerto e polverose mani tremanti si avvicinò al Cuore di Gea e fece per prenderlo.
Ma si fermò.
Verso cosa? E perché?
E poi la domanda giusta.
Da dove?
Da dove vengo? Cosa ho lasciato? Chi ho lasciato?
E voltandosi vide che la lunga galleria che portava all'esterno era disseminata di corpi, congelati nell'atto di colpire la roccia.
Erano tutti lui, metro dopo metro sempre più vecchio, bloccati nell'attimo in cui aveva deciso di cancellare un ricordo per fare spazio al pensiero della Gemma Più Preziosa.
Sono morto? - si chiese.
Sì, ogni volta - si rispose.
Il Cuore di Gea lo guardava con occhio pulsante ma la mano, dimagrita e raggrinzita, scese sul fianco.
Non era quello che voleva... quello era ciò che aveva deciso di volere per cancellare i veri desideri, quelli che lo tenevano vivo in attesa del domani.
E il vecchio ragazzo si voltò e tornò indietro, accarezzando con una mano sempre più giovane tutti i sé che aveva lasciato morire per non aver voluto ricordare come vivere.
E li perdonò tutti, uno a uno, finché la luce del sole non gli baciò le palpebre socchiuse e lui non ritrovò la voglia di esplorare, mai perduta ma solo addormentata sotto a una pesante coperta di tristi rimpianti.
E come il mappamondo tornò a girare, il vero Cuore di Gea riprese a battergli nuovamente nel petto, perché Finisterrae è quel luogo che comincia nel punto in cui appoggi il piede per iniziare il viaggio verso il domani.
Questo post è dedicato a @seiseiseitan, per me il più grande esploratore <3
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l-incantatrice · 2 months
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LA NUOVA CENSURA
In Inghilterra la scure del politicamente corretto si è abbattuta anche sul film di Mary Poppins,da ora vietato ai minori di 12 anni,perché uno dei personaggi del film usa un termine dispregiativo risalente al diciassettesimo secolo ( Ottentotti) nei confronti delle popolazioni africane. Messi al bando anche i film di James Bond,l’agente 007,perché sessisti e razzisti. La stessa sorte é toccata qualche anno fa anche a Via col vento . La censura però non dovrebbe esistere in uno stato democratico dove uno dei principi cardine é la libertà di espressione. Perciò ognuno è libero di manifestare le proprie idee,anche se omofobe,razziste o sessiste,che ci piaccia o no. La censura è tipica dei regimi dittatoriali
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[...] E già questa è una prima lezione importante che Rossella ci insegna: se non sei bellissima, sii incantevole e nessuno se ne accorgerà.
Cit. "L'amore si impara leggendo" con riferimenti a "Via col vento"
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cuoresognante · 1 year
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annaeisuoipensieri · 9 months
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Morte a Venezia oppure via col vento 😞
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ilsalvagocce · 6 months
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io e babbo portiamo i fiori al cimitero, prima che la notte scenda
nonno e nonna assistono al cambio di fiori di stoffa, sì di stoffa e pure di fiori veri. un compaesano in giro di cimitero, che non conosco e chiameremo signor mattone, perché ha un cardigan color mattone, si avvicina e attacca bottone, con mio padre, risaputo cordiale parlatore, ma sai, dico ma non lo dico, anche babbo desidera i silenzi di fronte ai suoi morti, sbuffo dentro, e per tutto il cambio vasi cambio fiori, colpetti di tosse, il signor mattone parla parla parla, dei tempi andati dei parenti suoi che non stanno lì, del chicchessiaqualunquecosa. Nonno Attilio sbuffa, giovane ragazzo quando mio padre aveva un mese soltanto, o non so cosa pensa. Ci guarda col volto basso, un po’ interdetto un po’ faccia di bronzo, capello impomatato sigaretta sospesa sulle labbra, pinces sui pantaloni, james dean prima di james dean, maledetta la vespa, maledetta la strada dell’incrocio dei paesi. Gina, dall’alto del suo gran petto che riempie l'ovale della foto e dal basso della sua minutezza, paziente, paziente per forza per amore, aspetta, che il signor mattone ci lasci soli, con la nipote mai conosciuta e il figlio adorato dagli occhi cerulei come i suoi, in bianco e nero. Sospira, la sento che sospira. Io faccio le faccende dei fiori, magari il signor mattone s’accorge e va via, però non so se ho scelto i fiori giusti per lei, se amava questi o preferiva i cristantemi, ma a me non piacciono tanto nonna, e poi non riesco a concentrarmi sull’ikebana, se non posso stare da sola qui con mio padre e con voi, questo signore marroncino continua a parlare della giunta comunale e di chi ruba i fiori alle tombe.
Mattone poi se ne va e io chiedo a babbo un ricordo di tutti e due, anche inventato, è la nostra preghiera. Poi ci prendiamo sottobraccio e andiamo verso la tomba di Grazia, saliamo le scale, c’è un tragitto da fare per raggiungerla, anche se casualmente, è stato un caso, ma nulla è per caso, nel cimitero la tomba di mamma e quella dei nonni si guardano, mamma dal balcone, loro da basso, attorno all’aiuola verde. Una prende l’alba, loro il tramonto.
C’è un sacco di via vai, tutti sembrano più di me provvisti di fiori speciali acque e spruzzini e lavette, io con le mie rose color malva chiaro, e poi volevo pure le foglie e pure le melagrane dell'orto nostro, ma i vasetti son piccini, e tra poco cala il sole.
Arriviamo da mamma a ovest, e come fantasma urlatore scorgiamo il gomito del signor mattone lì davanti la pietra di mia madre. Non ci credo, ci stava aspettando lì, per parlarti ancora! Facciamo un altro giro, un po’ di silenzio vi prego su questa terra, magari si stufa e se ne va, intanto babbo racconta, saluta di qua, io invidio la nebbiolina fiorita di là, che annuvola i vasetti, passa tempo, cala la luce ancora un po', e poi ritorniamo da mamma, ora addirittura s’è creato crocicchio di altrettanti a me sconosciuti, in quei tre metri quadri di fronte alla parete di piccole lapidi. Sospiriamo, giriamo l’angolo verso mamma, facciamoci vedere, tanto qui non se ne va nessuno mi sa.
Ciao mamma dico piano, perché tutti attorno parlano forte di gente che sta male, di un marito che pensa! imbocca la moglie, e io mi dico ma ma ma, ma no, non dico, io e mamma ci guardiamo, la vedo con gli occhi all’indietro, che dice santa pace e qualche parolina di sarcasmo beffardo, babbo sorride contrito alle mie spalle, costretto alle parole degli Altri, è più silenzioso del solito, è scocciato mio padre, è scocciato anche lui, da signor mattone e signor senape e signora muschio, ma mai dirà Potete un attimo lasciarci soli?, Possiamo un attimo raccoglierci, zitti, zitti vi prego, su questa terra, d'altronde lui è il figlio di quei due là sotto all'aiuola dell'est, è il marito della donna qui davanti che sta di fronte al mare coi capelli al vento, e se ne frega dei capelli scapecciati, lui è quello che sta qui, lui accoglie.
Io invece sono la figlia di questo qui che accoglie, e della donna in foto di fronte al mare in tempesta, metto le tre rose color malva nel vasetto, come graffiare il muro della lavagna, mi avvicino alla pietra faccio quasi per entrare dentro il ritratto, cerco di immaginare le battute di mia madre scaccia-urlatori inopportuni, analfabeti della gentilezza, la guardo, chiedo suggerimenti, la vita fa ridere un sacco, ora mi metto un lenzuolo in testa e faccio BOOOO a tutti, così se ne vanno.
invece no, fingiamo di andarcene noi, salutiamo, gli Altri si dileguano, non c'è più da chiacchierare spettegolare a voce alta, torniamo indietro, zitti zitti, non abbiamo gabbato la morte, gabbiamo l'inopportuno, non è poco. Dai sistema i fiori, dimmi i ricordi.
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occhietti · 7 months
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La passione non è solo lecita. È un diritto. Che la passione non è semplicemente un’emozione.
La passione è meraviglia, stupore,
contemplazione, mistero, amore.
- Fabrizio Caramagna
Via col vento - Lauramillan su DeviantArt
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