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miruvolp · 1 month
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La Torre del Destino🏰
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Christopher non è mai stato un grande fan della chiromanzia, ma non credeva neppure che il giorno che avrebbe provato a farsi leggere le carte per gioco, l’avrebbe perseguitato.
Una carta in particolare tende a tormentarlo apparendo ogni dove, la carta arcana della Torre.
Era un sabato sera come tutti gli altri, era uscito con i suoi amici in città e gironzolando tra le strade avevano intravisto una tenda improvvisata con un cartello che diceva: SEDUTE DI CHIROMANZIA DI MADAME SELINE. «Chi odierebbe farsi leggere le carte di più al mondo?» disse Rebel adocchiando Chris, che si girò subito a guardarlo male.
«Bel… tu prova soltanto e ti spacco la faccia!»
«Troppo tardi corvino, mi sa che anche gli altri sono dalla mia parte.» Obbligato e riluttante, Chris entrò nella tenda, ad accoglierlo una ragazza sui 30 anni che gli domandò se ci fosse qualcosa di specifico che lui volesse sapere.
Il ragazzo sollevo le spalle dicendo che non avrebbe fatto differenza «Se la metti così giovanotto, predirrò i tuoi futuri avvenimenti della tua vita mortale.» Chris si stupì un pò alla parola mortale ma non ci fece caso, dopo aver mescolato il mazzo, averlo tagliato e aver scelto una carta venne il momento di girarla, la donna impallidì e le parole che proferì rimasero impresse nella memoria di Chris fino ad oggi.
«La sedicesima carta delle carte arcane, la Torre, ma essa è rovesciata. La Torre è un presagio di distruzione. Ignorare il suo messaggio non è mai saggio. Potresti ritardare un disastro inevitabile. Fai attenzione ragazzo: la Torre ha un modo di sgretolarsi a prescindere.»
Chris sbuffò e uscì dalla tenda ignorando l’avvertimento della signora. Da lí in poi ostacoli e sfortune si presentarono nella sua vita a destra e a manca, il padre perse il lavoro, la madre si ammalò gravemente lasciandoli soli, sua sorella venne investita cavandosela con una gamba rotta, lui stesso rischiò di perdere la vita; ogni notte un sogno ricorrente lo perseguitava: la carta della torre, una torre abbandonata, una parola in una lingua mai sentita prima ma quello che lo turbava di più, era la voce di una ragazza, proveniva dalla torre abbandonata e le frase era sempre la stessa: «Chris, Chris, vieni a cercarmi, vieni da me, vieni alla torre che nel tuo mondo non c’è!»
Non riusciva a capire il significato di quelle parole fino a che un giorno al telegiornale diedero la notizia di aver scoperto una città sotterranea, al centro della quale vi era un castello con una torre identica a quella del suo sogno che in cima custodiva uno specchio dal quale giurò che per un momento nelle immagini mostrate alla televisione, facevano capolino due occhi rossi e una ciocca di capelli argento come quelli di una ragazza, la ragazza dei suoi sogni.
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miruvolp · 1 month
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La Corona di Rose🌹
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Ed eccomi qua, faccia a faccia con l’uomo che mi ha rovinata, Richard Jeremy Petre, erede del ducato di Petre e l’uomo che una volta amavo. Alzo lo sguardo per vedere la sua faccia compiaciuta mentre tiene in mano la corona di rose, la MIA corona di rose che simboleggia il potere del monarca del regno. Mi osserva con sguardo beffardo ed un’espressione compiaciuta «Le mie scuse principessa ma questa corona ora me la prendo io.»
Una nube oscura mi circonda il cuore a causa di tutta la rabbia e sofferenza che quest’uomo mi ha portato «Oh Jeremy, Jeremy! Ancora non lo hai capito? Quella corona non ti può appartenere poiché non avrai mai il suo potere.»
«Certo che no principessa, solo un Dragomir può ereditare il potere e per poterlo tramandare a qualcun altro ricorre il sangue di un Dragomir un membro della famiglia reale, proprio come te, Kaira Leonia Dragomir, erede al trono di Roskar.»
Il suo sguardo si incupisce e mi si scaglia contro con una spada, ma io ero pronta ad un combattimento quindi faccio un balzo indietro, paro il colpo deviandogli la lama verso il basso ed eseguo un affondo, conficcandogli il mio fioretto nel torace «Avresti dovuto riflettere più a lungo su chi avevi intenzione di tradire poiché noi Dragomir non facciamo solo arte… noi facciamo anche cadaveri.»
Estraggo la spada facendo schizzare il sangue come tanti petali di rosa sparsi al vento di una notte illuminata dalla luna. Faccio un paio di passi, raccolgo la corona da terra, ancora macchiata del sangue di molte persone innocenti; la indosso e vado a sedermi sul trono, ignara che dietro di me stiano apparendo gli spettri di tutti i sovrani che hanno avuto questa corona prima di me, una frase mi ronza in testa e con una voce che sembra l’echeggio di tante dico: «Niente sacrificio, niente vittoria, così hanno vissuto, vivono e vivranno per sempre i sovrani delle rose di sangue.»
Questa è la discendenza Dragomir, e lo sarà fino a che questa corona di rose rosse non cesserà di esistere.
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miruvolp · 3 months
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Un Candido Segreto (Camelia)
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Un Candido Segreto
Guardava fuori dalla finestra, sospirando; i lunghi capelli ondulati le ricadevano sulle spalle e la vestaglia bianca in morbide onde dorate. Gli occhi di un leggero verde primaverile, scrutavano il paesaggio al di fuori delle mura calde, mentre i fiocchi di neve si accumulavano sul terreno, creando una vasta distesa bianca e candida, che poteva essere considerata pari, a un telo di morbida seta. Seta… lo stesso materiale di cui era fatta la rosa datale dal suo amato in un giorno innevato proprio come questo… si, esattamente come questo tuttavia con una piccola differenza, la luce che faceva brillare la neve appena caduta come un mare di cristalli di ghiaccio, non era quella del sole invernale che splendeva con una luce più fievole e gelida rispetto all’autunno o l’estate, ma era la luce della luna piena immutabile nel passare del tempo, delicata ed elegante nel lasciare un velo di oscurità lieve abbastanza da poter celare segreti in sua presenza.
Quella notte la giovane fanciulla colma di entusiasmo, curiosità e senso di ribellione, era sgattaiolata fuori di casa all’insaputa di suo padre che l’avrebbe sicuramente ripresa per avventurarsi all’esterno della dimora a notte fonda, tuttavia alla ragazza nella quale straboccava lo spirito della gioventù interessava ben poco l’opinione del padre in questi casi. I suoi passi che risuonavano leggeri sulla superficie soffice, erano nascosti dalla mantella di velluto verde che le volteggiava intorno mentre percorreva a passo spedito il giardino fino al boschetto di ciliegi; si arrestò per un momento e fu allora che lo intravide, alto e robusto stava appoggiato con il dorso contro la corteccia di un’albero, i capelli color carbone leggermente nascosti da un berretto trasandato, e le mani infilate nelle tasche della giacca blu notte mentre gli occhi color ghiaccio osservavano le nuvole formate respiro che si congelava a contatto con l’aria.
«CHRIS!» Il grido di lei fu sufficiente affinché il ragazzo portasse tutta la sua attenzione su di lei che con foga si gettò tra le sue braccia facendolo sbilanciare e sprofondare nella neve assieme a lei. «Camelia… ti saresti potuta ferire!» disse Christopher preoccupato per la sua amata mentre le scostava dalle guance rosee rimasugli di quel candido e freddo bianco. Camelia rise accarezzando le guance di lui sentendo con i polpastrelli la ruvidità di una barba leggera; mentre lei si perdeva nell’oceano degli occhi di lui, lui si immergeva prendendo a pieno la vista degli occhi di lei, come se fossero la prima giornata di piena primavera, ipnotica e inebriante.
Il bacio fu passionale, focoso, talmente da fargli dimenticare il freddo circostante, ma non durò a lungo, dovevano lasciare il perimetro della casa alla svelta senza essere scoperti, dopotutto la notte era ancora giovane; lui le prese la mano aiutandola ad alzarsi ed insieme iniziarono a correre verso l’oscurità della foresta, lasciandosi dietro le orme dei loro passi che sprofondavano nella distesa fredda.
Ora Camelia guardava di nuovo fuori, sorridendo al ricordo di quella notte, al ricordo di lui e il loro segreto, al ricordo della loro passione, era divertita inoltre dalla bufera che cancellò completamente le orme del loro passaggio, del loro amore proibito e della loro avventura notturna.
«Milady, la vedo alquanto pensierosa.» disse Ingrid la sua dama di compagnia, scrutandola con i suoi grandi occhi castani,«È per caso colpa della neve Milady?»
Camelia rise lievemente voltandosi verso la ragazza con occhi sorridenti ed espressione divertita, «È sempre colpa della neve Ingrid, perché in un modo o nell’altro in inverno si ritorna sempre alla neve.»
Camelia però tenne per sé una piccola informazione, una preghiera di gratitudine che la riportava con il pensiero a lui e a quella notte, “La neve, la mia unica complice e l’unica a conoscere il segreto di quella notte, poiché lei cancello le nostre tracce.”
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miruvolp · 3 months
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Storie brevi di fantasia🌹
Short stories of fiction🌹
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Scrivo storie anche su suggerimenti, datemi una parola e mi invento qualcosa.❤️‍🔥
I write stories also from suggestions, give me a word and I'll make something of it.❤️‍🔥
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