Tumgik
#Peggy Mondo
ediths-shades · 1 year
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Costumes in The Music Man (1962) [1/4].
Costume design by Dorothy Jeakins
requested by anonymous
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jamessixx · 4 months
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Beggin’ put your loving hand out, baby
'Cause I'm beggin'
I'm beggin', beggin' you
So, put your loving hand out, baby
I'm beggin', beggin' you
So, put your loving hand out, darling
Riding high, when I was king
I played it hard and fast, 'cause I had everything
I walked away, but you warned me then
But easy come, and easy go, and it would end
So, any time I bleed, you let me go
Yeah, any time I feed you, get me? No?
Any time I seek, you let me know
But I plan and see, just let me go
I'm on my knees when I'm beggin'
'Cause I don't want to lose you
Hey yeah, ratatata
'Cause I'm beggin', beggin' you
And put your loving hand out, baby
I'm beggin', beggin' you
And put your loving hand out, darling
I need you to understand
Tried so hard to be your man
The kind of man you want in the end
Only then can I begin to live again
An empty shell, I used to be
The shadow of my life was hanging over me
A broken man that I don't know
Won't even stand the devil's chance to win my soul
What we doing? What we chasing?
Why the bottom? Why the basement?
Why we got good shit, don't embrace it?
Why the feel for the need to replace me?
You're the wrong way track from the good
I want to paint a picture telling where we could be at
Like a heart in the best way should
You can give it away, you had, and you took the pay
But I keep walking on, keep opening doors
Keep hoping for, that the door is yours
Keep oh-so home
'Cause I don't wanna live in a broken home
Girl, I'm beggin'
Mmm, ye-e-e-ah
I'm beggin', beggin' you
So, put your loving hand out, baby
I'm beggin', beggin' you
So, put your loving hand out, darling
Beggin' è una canzone intramontabile che ha catturato il cuore di milioni di ascoltatori in tutto il mondo. Scritta da Bob Gaudio e Peggy Farina, questa traccia iconica ha ottenuto una nuova vita grazie a reinterpretazioni moderne. Scopri l'irresistibile magnetismo di "Beggin'" e la sua influenza duratura sulla scena musicale contemporanea. Esplora le origini, le versioni più celebri e il suo impatto culturale, immergendoti nell'universo avvincente di questa canzone senza tempo.
Difatti, "Beggin'" è una canzone coinvolgente e dinamica che ha catturato l'attenzione di un vasto pubblico con il suo ritmo contagioso e le potenti performance vocali. Scopri la magia di "Beggin'" e lasciati trasportare dalla sua energia travolgente. Leggi di più per esplorare il significato dietro le parole e immergerti nell'esperienza musicale unica offerta da questa traccia che ha conquistato il cuore degli appassionati di musica di tutto il mondo.
Inoltre, "Beggin'" è una traccia musicale coinvolgente che incarna l'essenza della passione e dell'energia. Esplora il significato profondo di questa canzone, catturando il cuore degli ascoltatori con la sua potente combinazione di testi appassionati e melodie coinvolgenti. Scopri il fascino di "Beggin'" attraverso questa descrizione avvincente, che celebra la capacità unica della canzone di connettersi emotivamente con il pubblico. Inizia a ascoltare ed entra nel mondo coinvolgente di "Beggin'" e lasciati trasportare dalla sua potente magia musicale.
Infine, Beggin’ è una canzone che produce dell’adrenalina. La traccia è energica e convoglia le energie degli individui che la ascoltano. Quindi, lasciati trasportare dal ritmo.
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fashionbooksmilano · 1 year
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Ken Scott
in collaborazione con Fondazione Ken Scott
Fotografie: Guido Taroni    Testi: Shahidha Bari, Federico Chiara, Pierre Léonforte, Renata Molho, Peter Smitters, Isa Tutino, Velasco Vitali
Con un’intervista ad Alessandro Michele di Clara Tosi Pamphili
Direzione Creativa:  Armando Chitolina
Rizzoli, Milano 2022, 384 pagine, 25,5 x 33 cm,ISBN  9788891835321
euro 100,00
email if you want to buy :[email protected]
L'arte, i tessuti, i fiori, i vestiti, le sfilate, le case, l'anticonformismo. Gli archivi di Ken Scott si aprono per rivelare il lavoro e la vita di un designer contemporaneo del suo e del nostro tempo. Ken Scott, il "giardiniere della moda", è stato un personaggio eclettico, un creativo a tutto tondo, pittore, creatore di tessuti, designer, ha portato nel mondo della moda la sua passione per l'arte, per i fiori, per il colore. Pittore, amico di Peggy Guggenheim, nato in America e approdato nel 1954 nella Milano del boom economico, Scott ha rivoluzionato il mondo dei tessuti e l'uso delle stampe nella moda. All'inizio degli anni Sessanta ha rinnovato la moda con le sue stampe a fiori grandi, ripetuti e dai colori accesi, con girasoli, peonie, rose, papaveri e ogni tipo di fantasia floreale. Precursore dell'unisex e delle sfilate happening, i suoi abiti vestivano la nobiltà italiana e il jet set internazionale: da Jacqueline Kennedy a Marisa Berenson e Monica Vitti, tutti avevano nel guardaroba i suoi capi e frequentavano il suo ristorante e le sue case, aperte a feste ed eventi mondani. Ha disegnato di tutto, dai vestiti ai mobili, dai costumi da bagno alle scarpe e alle borse, ai piatti e alle lenzuola, collaborando anche con altre aziende. Realizzato in collaborazione con la Fondazione Ken Scott, questo volume è la prima monografia esaustiva sulla sua attività e presenta oltre 600 immagini di materiali provenienti dal suo archivio, gli scatti di Guido Taroni e le foto di grandi fotografi internazionali; i testi raccontano l'uomo e il designer attraverso le parole di autori che l'hanno frequentato e conosciuto e di autorevoli firme contemporanee della moda.
16/11/22
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katnisshawkeye · 2 years
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Tick, Tick... BOOM!
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Scheda informativa
Regia: Lin-Manuel Miranda
Cast: Andrew Garfield (Jonathan Larson), Alexandra Shipp (Susan Wilson), Robin de Jesús (Michael), Vanessa Hudgens (Karessa Johnson), Joshua Henry (Roger Bart), Jonathan Marc Sherman (Ira Weitzaman), Michaela Jaé Rodriguez (Carolyn), Ben Levi Ross (Freddy), Judith Light (Rosa Stevens), Bradley Whitford (Stephen Sondheim), Laura Benanti (Kim) Micaela Diamond (Peggy), Utkcarsh Amburdkar (Todd), Gizel Jimenez (Cristin), Kate Rockwell (Lauren), Aneesa Folds (Danya), Joel Perez (Lincoln), Judy Kuhn (Nanette “Nan” Larson) Lauren Marcus (Donna), Richard Kind (Walter Bloom), Tariq Trotter (H.A.W.K. Smooth), Ryan Vasquez (Scott), Joanna P. Adler (Molly), Jelani Alladin (David), Shockwave (Building Doroman), Stephen Sondheim (as himself)
Produzione: Imagine Entertainment, 5000 Brodway Productions
Fotografia: Alice Brooks
Musiche: Jonathan Larson
Montaggio: Andrew Weisblum
Uscita: 19 novembre 2021
Durata: 115 minuti
Trama
Un aspirante compositore di musical entra in crisi quando sulla soglia dei trent'anni si accorge di non essere prossimo a realizzare i propri sogni.
Recensione
La pellicola è un musical biografico che celebra la perseveranza, l’importanza di perseguire i propri sogni e una storia d’amore tra l’arte e l’artista. È ambientata in una New York nella quale l’epidemia di AIDS sta uccidendo ogni giorno tantissimi giovani, tra cui i più cari amici del protagonista, Jon, interpretato da un meraviglioso Andrew Garfield che, tra l’altro, vince il Golden Globe come “Miglior attore in un film o una commedia musicale”. Si tratta, inoltre, di un’opera visionaria e colorata ambientata in una cupezza che trova la sua espressione attraverso le immagini di un mondo il più universale possibile. Il punto di forza del film è il modo in cui è stato trattato il pensiero di Jon, totalmente in linea con la sua personalità frizzante e creativa.
Valutazione
★★★★★ 5/5
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pollicinor · 12 days
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Dopo aver raggiunto il suo zenit a metà degli Anni ’90, la techno ha perso per qualche anno il suo impatto, per poi, all’alba degli anni 2010, conoscere uno slancio internazionale, di cui hanno beneficiato soprattutto le vecchie e le nuove dj superstar, che siano megastar dell’EDM come David Guetta o grandi dell’underground come Charlotte de Witte, Kobosil o Peggy Gou, che proprio a Berlino ha trovato la scena clubbing ideale per affinare la propria arte in console. Nel Duemila, inoltre, i proprietari di club berlinesi hanno deciso di istituzionalizzarsi attraverso la fondazione della Clubcommission, un’organizzazione che lavora per la conservazione, lo sviluppo e il futuro della scena dei club berlinesi. E dato che questo amore corrisposto tra questo genere di musica elettronica e la città più cool della Germania e tra le più selvagge e festaiole al mondo, dura con passione da quasi quarant'anni, succede oggi che la scena techno di Berlino sia stata aggiunta alla lista del patrimonio culturale immateriale dell'UNESCO, in riconoscimento del suo contributo all'identità culturale della città.
Dall'articolo "La scena techno di Berlino è diventata patrimonio culturale dell'Unesco" di Carlotta Sisti
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federicodeleonardis · 2 months
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Bilbao: Anselmo vs Ghery
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Se nella terza decade del XXI secolo ha ancora senso usare l’aggettivo “figurativo”, è giusto applicarlo all’enorme ragno della Bourgeois che, ondeggiando sulle sottilissime zampe, percorre lo spiazzo antistante il fiume attorno al Guggenheim di Bilbao: chi durante una delle malattie infettive che perseguitano l’infanzia non ha sognato di essere imprigionato nella rete di Aracne e di finire nelle sue grinfie? Invece non ho remore a usare la parola “incubo” per connotare l’enorme edificio progettato da Frank Ghery.
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Mi dispiace per questo fantasioso architetto americano, rappresentante principe del postmodern internazionale, ma dal Ria, dal ponte che lo attraversa e da tutte le strade che lo circondano non si capisce proprio cosa sia destinato a contenere: un asilo per pazzi scatenati? anzi il principe degli asili per claustrofobici? il municipio di amministratori di una città uscita fuori dalla fantasia di uno Swift? Invece è il quarto e più famoso contenitore dell’immensa e prestigiosa collezione d’arte appartenente a una famiglia americana, raccolta soprattutto negli anni del surrealismo da Peggy, ricchissima erede di un magnate perito nel disastro del Titanic (e amante, se non vado errato -anche- di Max Ernst, l’unico di quel movimento di cui forse vale ancora la pena parlare; la collezione è poi stata arricchita successivamente di opere molto importanti un po’ di tutti gli artisti emergenti sulla scena). Il Guggenheim museum è emblema e baricentro di quella Svizzera marina che è la regione basca, di cui Bilbao è chiaramente la capitale (finanziaria e industriale).
La città, circondata da colline verdi e attraversata da un fiume, mostra chiaramente di essere una sede adatta agli agi di quella piccola borghesia che ormai trionfa su tutto il pianeta e in particolare in Europa. Qui si dimenticano volentieri le contraddizioni che ci propina quotidianamente internet, le guerre, le favelas, i mucchi di garbage in cui frugano “i dannati della terra”. A Bilbao, con un portafoglio tutto sommato medio, si vive bene: vino eccellente, alta cucina nei numerosissimi pubs sparsi un po’ dovunque (fortissima l’influenza dell’epoca vittoriana inglese coi suoi cottages e le sue ville revivals nel porto affacciato sul Golfo di Biscaglia), donne fresche di parrucchiere, marciapiedi immensi, non un graffito, parchi senza un filo d’erba fuori posto dove pullulano panchine e sculture rigorosamente del bronzo più retorico comune in tutto il mondo, ecc.  Sarà un caso che il quarto Guggenheim sia stato localizzato qui?
Basta con le maligne analisi urbanistiche, qui sista bene e tutte le strade conducono a Roma, pardon, al museo (non un angolo che non ne faccia pubblicità, anche nel centro storico (dove qualche graffito, è la prima volta vi confesso, mi tira un po’ su). Tutte, compresa quella che attraversa il Ria sul ponte frutto dell’’inventiva di un Calatrava, forse il più leggero che mi sia stato dato di attraversare. Ma che ci sta a fare questo tocco di eleganza nerviana (onore a te, Pierluigi, padre e mentore dello spagnolo) accanto al mostro gheryano, uno sputo nel mare ondeggiante dei suoi contorti e un po’ ridicoli volumi?
Per essere espliciti una volta per tutte e spero chiari: l’architettura è chiamata, sempre, a proteggere la vita nelle sue forme più varie e, nel caso di un museo, quella dell’arte e delle memorie dello spirito inventivo dell’animale più curioso sulla faccia della terra. L’architettura è decisamente un mestiere difficile, proprio a causa del suo diretto coinvolgimento con il sociale; insomma deve essere anche pratica, alla portata di ogni più elementare bisogno e non solo quello di proteggerci dalla pioggia o dai terremoti. Nel caso di un edificio museale è chiamata a conservare ed esporre la memoria della punta di diamante dello spirito, l’arte, di cui essa stessa fa parte. Ma per riuscirci deve fare non uno bensì più passi indietro. La sua funzione è quella di dare spazio ai colleghi, coloro che dovranno occuparlo, sia pure momentaneamente. L’ha avuto ben chiaro uno come Zumthorn a Bregenz, dove ha progettato un museo che rappresenta uno splendido esempio nel contempo di modestia, funzionalità e bellezza minimale. “Reduced” direbbe Wiener (un connazionale dell’architetto americano che campeggia in una sala a piano terra del G., a commentare le splendide e un po’ eccessive spirali di un altro americano, Richard Serra che, come tutti loro, pensa alla grande, alla rinascimentale. Il conflitto moderno-postmoderno, è un’invenzione recente di menti incolte: alla faccia di Ghery, Borromini muove lo spazio inventato da Brunelleschi e Piero, perché la vita, comunque precaria e difficile, non perde il suo rapporto con la religiosità. La tensione spirituale che dovrebbe impegnare l’arte contemporanea è il corrispettivo laico della fede dei secoli di Monteverdi e Bach: è un fatto innegabile. Ma se l’americano s’è agitato forsennatamente nello spazio è solo per esprimere la propria singolarità, la propria originalità, impedendo in qualche modo di parteciparla ai colleghi che espongono nelle viscere di quello da lui esibito. E’ proprio una questione di misura, la stessa che distingue i pesantissimi orpelli del S. Nicola di Bilbao dal S. Carlino o il S. Ivo di Roma. Una misura che manca del tutto all’edificio progettato da Ghery. Basta un’occhiata a denunciarlo: il museo mette a disposizione dell’esposizione forse nemmeno un terzo dello spazio occupato dai suoi contorti volumi: qualsiasi fotografia lo rende evidente senza bisogno di ricorrere a piante e prospetti.  
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E qui chiudo con il tanto osannato edificio. Ma ancora una domanda: che ci fa Giovanni Anselmo lì dentro? Come ha potuto confrontarsi con l’americano? Come ne è uscito?
2°  Oltre l’orizzonte
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Se ho tirato in ballo Piero, Filippo e il Francesco d’un secolo dopo è perché questo connazionale contemporaneo ne conserva la memoria. E che altro deve fare un artista se non ridire quanto già affermato dai colleghi che lo hanno preceduto e ridirlo con parole comprensibili nel secolo in cui è vissuto? Magari aggiungendo qualcosa per cui non si possa più tornare indietro? Sì, perché Giovanni Anselmo è stato il poeta che, col suo pallino dell’energia fisica, ha fatto tramontare definitivamente i “valori plastici”, faticosamente tenuti in vita dall’arte del secolo scorso, e lo ha fatto con la semplicità di un Piero della Francesca e la fantasia spaziale di un Borromini. Non ci sarebbe altro da aggiungere per commentare la sua retrospettiva ospitata al secondo piano dell’immenso edificio di cui ho parlato nel post precedente e mi auguro che questo sia sufficente a convincere tutti gli artisti che oggi intendono ancora lavorare a muovere le chiappe per constatare de visu la verità di quanto ho affermato: c’è trippa per gatti, per tutti, ad esclusione di quelli floreali di quel zuzzerellone di un Koons (davanti all’ingresso del monstrum).
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Ma la mia fiducia nella perspicacia dei visitatori non pigri può ingannarmi e mi rimane il compito certamente difficile di argomentarre un po’ queste affermazioni, senza tradire quanto deve prima essere constatato coi propri occhi. Sono venuto apposta da Milano nella lussuosa Bilbao perché il lungo sodalizio spirituale avuto con il torinese lanciato da Germano Celant lo esigeva: una retrospettiva completa è ben più complessa da organizzare di una sia pur impeccabile mostra come quella recente dalla Lia Rumma a Milano. Il compito dei suoi curatori è stato arduo, non solo perché si è trattato di mettere in piedi 70 anni di attività dell’artista, ma anche di farlo in un luogo che, l' ho cercato di dimostrare, fa a pugni con chi ospita in generale, ma in particolare con l’opera di quest’artista.
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Ho parlato di semplicità, ma devo specificare esclusivamente visiva e suffragarlo con qualche esempio: non basta dire energia della sofficità, bisogna vederla coi propri occhi in azione attraverso un cespo d’insalata piuttosto che una spugna; non basta sentire la stretta di un panno strizzato, occorre verificarlo attraverso la resistenza della sua massa compatta; non basta dire tramonto, ma dispiegare l’evento attraverso una sequenza di quanto più banale si possa inquadrare in cornicette modeste in fila indiana; e ancora, non basta parlare di paesaggio grigio  verso oltremare, ma occorre metterlo in scena nella sua drammaticità pesante (i tempi sono questi, ahimé) e a ciò è sufficiente la posizione audace e la dimensione ridottissima di un rettangolo spatolato di colore denso.
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Tutto è tensione nella retrospettiva, anche quella dolce della capillarità o di un panno tirato in orizzontale. Dico solo che vale la pena di un viaggio di cinque ore per immergersi in questo mondo poetico proprio per la sua semplicità, per la sua elementarietà, oserei dire per il suo ottimismo. L’orizzonte oltre il quale Anselmo ci invita ad andare (“Beyond the horizon” il titolo della mostra) è di una semplicità sconcertante, di un naturalismo calmierante (tutti oggi parlano di ecologia, ma chi lo fa senza tradirla?) L’architettura di riferimento per lui è l’universo attraversato dal lieve magnetismo indicato dall’ago di una bussola immerso nella pietra più dura della terra: il granito. I massi incombenti retti da un assembramento di tele intelaiate (lo strumento principe dell’arte del passato - sottolineo passato) sono dinamica pura, senza ambiguità, al limite del banale.
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Castello di Rivoli: sulla sinistra il sunset, sulla destra la mano che lo indica
Nella retrospettiva gli esempi si sprecano e io ora non ho nessuna voglia di proseguire nell’elenco. Ho parlato di ottimismo, un atteggiamento che, insieme alla convinzione che l’energia non sia solo fisica ma anche psichica, accomuna Anselmo a un altro grande artista, il tedesco Joseph Beuys. E poi, a girare attorno al concetto, ma questa volta senza alcun ottimismo, dobbiamo annoverare il lavoro di un altro italiano, Fabio Mauri che, in apparente contrapposizione, afferma essere l’energia anche politica, nel senso più nobile della parola. Essa cioè deve fare i conti con la storia, quindi l’ideologia, pena il precipitare inesorabilmente nei disastri planetari che nulla hanno a che vedere con quelli naturali; ne sono prova addirittura due guerre mondiali con un paio di olocausti di mezzo. Ma questo è un discorso che impegna uno spazio ben più ampio.
Devo proseguire?
Due parole ancora sul rapporto di Anselmo con l’architettura, quest’ancilla delegata a ospitare il suo grande teatro. Il penchant per il naturalismo lo porta oltre, appunto: beyond. L’architettura è l’universo del cielo stellato, delle forze elementari come la peso o la magnetica (mi stupisce che non abbia mai fatto niente con l’elettrica o la cristallizzante (l’energia intuita da Euclide 2500 anni fa): l’architettura è un incidente di percorso, che sia un Guggenheim, un Rivoli o un Maxi, non importa: il concetto di energia è puro, è quello offertoci da una mano disegnata a punta d’argento su un grande foglio di carta spolvero; la storia che coinvolge l’architettura, la memoria che si porta pesantemente appresso, sono fatti contingenti.
E le stelle stanno a guardare,
 le stelle che lo hanno accolto circa due mesi fa.
FDL
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ginevradolcemare · 4 months
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I'll be your mirror
performance people e site-specific ispirata da Bruceremo le città di Caterina Serra
di Ginevra Dolcemare insieme a Caterina Serra con Giovanni Pagnin suono: Giulio Polloniato
17.09.2023
Peggy Guggenheim Collection, Venezia
“Il rito è iniziare con la fine”. Cartoline scartate sospese a mezz’aria nel tonfo della palude. Si dice che il Grillo abbia intravisto una falce fare la barca sull’acqua. Si dice che la Volpe Nera sappia captare l’urbano porgendo l’orecchio ai pozzi. Si dice che sia lingua di amanti, cicale in auto ventilazione. Quale effetto provoca la parola d’amore? I’ll be your mirror è mossa da Bruceremo le città, romanzo inedito su Venezia di Caterina Serra. Giovanni Pagnin, il performateur dell’azione ne è l’illustratore. Tra visioni e soggettive sull’orlo del baratro, l’intervento per la terrazza di Canal Grande segue un andamento epistolare dove viene messa in discussione l’iper-rappresentazione del paesaggio, rimettendo al centro il corpo come vettore che tiene insieme passato e presente in quanto luogo futuro. Intempestivamente un orizzonte rosso si delinea: è strabico e simultaneo, nessuno l’avrebbe detto, qualcuno lo pronuncia ancora.
𝖨𝗇 𝗈𝖼𝖼𝖺𝗌𝗂𝗈𝗇𝖾 𝖽𝗂 𝖠𝗏𝗏𝖾𝗇𝗂𝗆𝖾𝗇𝗍𝗈#1 - 𝖣etto Mondo 𝖺 𝖼𝗎𝗋𝖺 𝖽𝗂 𝖤𝖽𝗈𝖺𝗋𝖽𝗈 𝖫𝖺𝗓𝗓𝖺𝗋𝗂. E𝗏𝖾𝗇𝗍𝗈 𝖼𝗈𝗇𝖼𝗅𝗎𝗌𝗂𝗏𝗈 𝖽𝖾𝗅𝗅𝖺 𝗆𝗈𝗌𝗍𝗋𝖺 𝘌𝘥𝘮𝘰𝘯𝘥𝘰 𝘉𝘢𝘤𝘤𝘪. 𝘓'𝘦𝘯𝘦𝘳𝘨𝘪𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘭𝘶𝘤𝘦.
Ph. Salvatore Mangione, Giacomo Bianco
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italiaefriends · 4 months
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"Peggy Guggenheim Collection Venezia" gennaio 2024
Se la forma scompare la sua radice è eterna Il Museo sul Canal Grande a Venezia, un rifugio per l’Arte ContemporaneaNascosto lungo il maestoso Canal Grande di Venezia, il Palazzo Venier dei Leoni accoglie uno dei tesori artistici più vibranti al mondo, la Peggy Guggenheim Collection.Questo museo, che appartenente alla rinomata Solomon R. Guggenheim Foundation, è un monumento all’arte…
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mypickleoperapeanut · 4 months
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"Peggy Guggenheim Collection Venezia"
Il Museo sul Canal Grande a Venezia, un Rifugio per l'Arte Contemporanea
Nascosto lungo il maestoso Canal Grande di Venezia, il Palazzo Venier dei Leoni accoglie uno dei tesori artistici più vibranti al mondo, la Peggy Guggenheim Collection.
Questo museo, che appartenente alla rinomata Solomon R. Guggenheim Foundation, è un monumento all'arte contemporanea e alla visione coraggiosa di una donna eccezionale.
Peggy Guggenheim, figura leggendaria nel mondo dell'arte moderna, fece del palazzo veneziano la sua dimora e, contemporaneamente, un rifugio per artisti in cerca di sostegno e riconoscimento.
Le sue passioni, i suoi incontri e le sue avventure culturali si riflettono nelle pareti di questo edificio storico.
Al suo interno, la collezione ospita una vasta gamma di opere d'arte, dalle sperimentazioni cubiste di Picasso alle forme surreali di Dalí, dalla maestria espressionista di Kandinsky alle visioni astratte di Pollock.
Ogni angolo di questo spazio museale rivela la diversità e la creatività dell'arte del XX secolo.
Nel cuore del cortile interno, una scritta al neon, "Se la forma scompare la sua radice è eterna", incarna lo spirito intramontabile dell'arte esposta qui. Questa frase, illuminando la natura mutevole delle forme artistiche, ricorda ai visitatori che l'essenza dell'arte trascende il tempo e le limitazioni fisiche.
Il museo non è solo una collezione di opere d'arte, ma anche un santuario per i pensieri e le emozioni che l'arte evoca.
I visitatori sono invitati a immergersi nelle profondità dell'espressione artistica, a confrontarsi con la sperimentazione e la diversità che definiscono la collezione.
La Peggy Guggenheim Collection a Venezia continua a incantare e ispirare, offrendo un'esperienza unica per chiunque cerchi di comprendere e abbracciare l'essenza intima dell'arte moderna in uno dei contesti più affascinanti del mondo.
Riccardo Rescio
Venezia 10 gennaio 2024
Ministero della Cultura Ministero del Turismo ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo
Peggy Guggenheim Collection
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cinquecolonnemagazine · 5 months
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S(hell), il documentario di Actionaid sul delta del Niger
L’industria dei combustibili fossili e le sue emissioni ha danneggiato la maggior parte delle comunità più povere del mondo, causando loro perdite e danni, senza però riuscire a soddisfare il loro fabbisogno energetico. A conoscere fin troppo bene questa realtà sono le comunità della Nigeria, ricche di petrolio ma povere di energia: l'esplorazione di combustibili fossili nel Delta del Niger le ha portate ad affrontare la distruzione dell'ambiente causata dal gas flaring - la pratica che consiste nel bruciare il gas naturale in eccesso estratto insieme al petrolio - e dall'inquinamento delle acque, mentre il petrolio viene trasportato nei Paesi del Nord globale.    https://youtu.be/g7XXw6NXZcs?si=YHGMd4w1aK2e3IGg La situazione raccontata da Actionaid sul Delta del Niger Alice Goldsmith, leader di una comunità del Delta del Niger in Nigeria, è una delle tante persone colpite dal gas flaring e dalle perdite di petrolio della Shell nella comunità di Iwirikan. La sua storia, insieme a quella di altre persone, è stata raccontata nel documentario di ActionAid "S(Hell)", lanciato in occasione della Cop28. "Queste combustioni di gas sono un'oppressione per questa comunità, che non potrà mai più coltivare nulla. Bisogna fare qualcosa" afferma Alice.   Il documentario mostra una comunità lasciata in pezzi dopo che le attività della Shell hanno devastato la comunità di Erhoboro, una terra un tempo nota per la coltivazione di okro, un ortaggio locale molto versatile. Il loro grido sembra cadere nel vuoto. Dai problemi di salute, alla distruzione dei mezzi di sussistenza, all'inquinamento ambientale, le fuoriuscite di petrolio hanno causato enormi distruzioni e inquinato i fiumi privando la comunità della principale fonte di sostentamento: la pesca. L'acqua non è più sicura da bere né in grado di sostenere l'agricoltura. Le famiglie, disperate, stanno disboscando e distruggendo le foreste pur di guadagnarsi da vivere.   Tra povertà e sfruttamento Andrew Mamedu, Direttore di ActionAid Nigeria, afferma: "Mentre il mondo, e in particolare le comunità del Sud globale, sono alle prese con gli effetti del riscaldamento globale, attività come il gas flaring non sono più sostenibili. L'esplorazione dei combustibili fossili è la causa principale della crisi climatica. Se vogliamo rimanere al di sotto della soglia di 1,5 gradi Celsius, come dichiarato nell'Accordo di Parigi, dobbiamo vietare l'esplorazione e l'uso dei combustibili fossili. La narrativa secondo cui il gas è un combustibile pulito e può essere utilizzato per la transizione verso le energie rinnovabili è guidata da società avide che mirano solo ai profitti. La vita delle persone deve venire prima di tutto".  È dunque fondamentale che alla COP28 i Paesi concordino di eliminare gradualmente i combustibili fossili e abbracciare una transizione giusta ed equa verso le energie rinnovabili. I ricchi inquinatori storici devono dimostrare la loro leadership passando alle energie rinnovabili e offrendo sostegno finanziario e tecnico ai Paesi poveri per effettuare la giusta transizione.   Teresa Anderson, responsabile globale per la giustizia climatica di ActionAid International: "La scienza ha dimostrato che stiamo vivendo con il tempo contato. L'unico modo per uscire da questa situazione è eliminare gradualmente i combustibili fossili in modo rapido, equo e per sempre. È ora di aumentare le energie rinnovabili per soddisfare il fabbisogno energetico delle persone e risolvere allo stesso tempo la crisi climatica.  Non possiamo limitarci ad annunciare obiettivi per i Paesi a basso reddito e non fornire i fondi per realizzarli. Gli obiettivi globali devono essere ambiziosi e devono essere finanziati, se vogliamo che valgano più della carta su cui sono scritti".  Foto di Peggy und Marco Lachmann-Anke da Pixabay Read the full article
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lamilanomagazine · 7 months
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Milano, presentato il mosaico che celebra Donyale Luna, prima top model nera
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Milano, presentato il mosaico che celebra Donyale Luna, prima top model nera. Quarantaquattromila tessere in pasta di vetro, intagliate a mano, per celebrare la prima top model nera, Donyale Luna, nome d’arte di Peggy Anne Freeman. Il mosaico Un mosaico di 30 metri quadri, realizzato dall’azienda italiana Ston Srl, è stato inaugurato questa mattina su un muro esterno della Cittadella degli Archivi, il polo archivistico del Comune di Milano che raccoglie la storia della città dal 1802. L’opera si unisce al coro di testate, HBO, Vogue, Vanity Fair, L’Officiel, The New York Times, che stanno celebrando colei che fu fra le muse ispiratrici di Andy Warhol, Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini e molti altri, a pochi giorni dalla prima mondiale del film a lei dedicato. Uno scatto L’idea di realizzare un mosaico a partire da uno scatto - che ritrae la modella a Milano nel 1974 - è stata di suo marito, Luigi Cazzaniga, fotografo e autore della foto, che si è ispirato ai nuovi mosaici che decorano le stazioni della metropolitana di New York. Donyale Luna Nata in un sobborgo di Detroit nel 1945 e morta a Roma all’età di 33 anni, Donyale Luna è passata alla storia per essere stata tra le prime afroamericane a sfilare in passerella e la prima in assoluto ad apparire sulla copertina di una rivista di moda. Era il marzo del 1966 quando il fotografo David Bailey – per la copertina di Vogue UK - scattò un ritratto che segnò un cambio epocale nel mondo della moda. Luna Freeman era diventata un simbolo rivoluzionario per tutte quelle donne nere che aspiravano a una carriera di modelle in un periodo storico di grande fermento, grazie alle battaglie per i diritti civili dei cittadini afroamericani portate avanti da Martin Luther King. Un cambiamento epocale “E’ un grande onore per noi - commenta l’assessora ai Servizi civici Gaia Romani – rendere omaggio ad una figura ancora troppo poco nota nel nostro Paese. Una donna che ebbe il merito di segnare un cambiamento epocale nel mondo della moda, e non solo. Col suo fascino, così diverso e lontano rispetto alle biondissime modelle dell’epoca, ebbe la capacità di imporsi e imporre un nuovo modello". "Anche se sono trascorsi sessant’anni, il messaggio che quest’opera può trasmettere è ancora attuale. Perciò ringrazio di cuore suo marito - conclude Romani -, il fotografo Cazzaniga, per averci dato la possibilità di ricordare e celebrare Donyale Luna in un luogo speciale della città, come la Cittadella”. L'entusiasmo del marito “Io e mia figlia Dream Diamante - dichiara Luigi Cazzaniga - siamo entusiasti che il Comune di Milano ricordi Donyale, con cui ho vissuto a Milano e lavorato allo Studio Gozzano in viale Coni Zugna nei primi anni Settanta. Con lei lavoravamo al libro Lunaflylaby, poi rimasto in sospeso, passando nottate e nottate in camera oscura. Erano i giorni della contestazione e partecipammo anche ad alcune mobilitazioni universitarie alla Statale. Sono nato a Milano e per me e Donyale è un grande onore che Cittadella degli Archivi sia riuscita a ricordare il nostro lavoro per questa magnifica città”.   Read the full article
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personal-reporter · 8 months
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Festival della Letteratura 2023 a Mantova
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Dal 6 al 10 settembre sarà il momento del Festival della letteratura di Mantova che  nella sua 27esima edizione, si appresta ad accogliere oltre 350 autori provenienti da tutto il mondo, protagonisti di un programma denso di iniziative e sempre in linea con i temi più urgenti della contemporaneità. Quest’anno l'appuntamento tocca la storia recente e i cambiamenti sociali in atto, aprendo anche alle arti e coinvolgendo musei e centri di formazione e trovare le parole, più che un orizzonte tematico, quello scelto  come asse portante dal festival sembra assumere quasi i connotati di una sfida. Dopo la scomparsa della scrittrice Michela Murgia, che sarebbe dovuta essere presente a Mantova sabato 9 settembre, nella cornice di Piazza Castello, quell'appuntamento cambia forma e diventa l'occasione celebrare il suo profondo contributo alla letteratura italiana, con Marcello Fois, Alessandro Giammei e Bianca Pitzorno. Dal fitto calendario di  Mantova emergono le proposte legate alla narrativa estera, dalla partecipazione dello scrittore srilankese Shehan Karunatilaka, vincitore del Man Booker Prize 2022, a quella della scrittrice polacca Olga Tokarczuk, autrice di I Vagabondi e vincitrice del Premio Nobel per la letteratura nel 2018. Sono attesi anche Guadalupe Nettel, con il suo nuovo libro in anteprima mondiale, Jonathan Coe, Mircea Cărtărescu e molti altri autori, con particolare riguardo per quelli attivi nel subcontinente indiano, olre al pressante dibattito sull’intelligenza artificiale con l’incontro con il neuroscienziato Gerd Gigerenzer, l’esperto di IA Nello Cristianini e lo scrittore e artista James Bridle. Invece l'autrice italiana Chiara Valerio affronta invece il tema della necessità di coltivare un atteggiamento consapevole nei confronti della tecnologia. Da non perdere il tributo a Italo Calvino, nel centenario della nascita, infatti per ricordarlo i game designer di We Are Muësli, hanno progettato Ludmilla, l'escape room ispirata a Se una notte d’inverno un viaggiatore. Un’attenzione particolare è dedicata all’opera della storica dell’arte e militante femminista Carla Lonzi, ma le arti visive arrivano al festival anche come pratica con Michelangelo Pistoletto, che cucirà un grande stendardo per la pace nel Tempio di San Sebastiano, sancendo il suo ritorno in città dopo due decenni. Alla Casa del Mantegna ci sarà lo spazio dedicato ai bambini fino ai 12 anni con la grande giostra di Girotondo, il percorso-museo realizzato dai dipartimenti didattici di Collezione Peggy Guggenheim, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Palazzo delle Esposizioni e Triennale Milano. Read the full article
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tarditardi · 9 months
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Mark Donato: On Air cresce
Mark Donato è un dj producer toscano, un professionista del sound e del mixer che fa musica fin dal 1999. Spesso pubblica canzoni come "Karmalove" e "Sueno Arabe" o la già citata "Please Stop", tutte quante selezionate da Spotify per prestigiose playlist come "Spotify Italia Release Radar".
Con Federico Scavo, anche lui toscano, qualche tempo fa ha prodotto bella musica. Ci sono sempre belle novità nel suo mondo musicale. Una di queste è il nuovo episodio del suo radioshow: Mark Donato On Air.
Tra le altre, in questa calda estate 2023, è diffuso da Radio Sole FM, Radio Piave FM, Danto Radio FM.
E com'è la playlist del radioshow curata da questo artista toscano che vive però a Bologna? Come sempre Mark Donato punta anche su tracce internazionali come "Nanana" di Peggy Gou, ma privilegia brani di produttori italiani come Jude & Frank, Benny Benassi, Meduza e tanti altri. 
"Il mio radioshow è incentrato sulle produzioni italiane", racconta Mark Donato. "Credo infatti che per noi artisti ci sia la necessità di fare squadra", spiega l'artista. "Per me poi è anche una scelta artistica: amo e propongo da sempre produzioni italiane". 
Non è l'unica bella news radiofonica per Mark Donato. Spesso i suoi mash up, molto personali, vanno in onda in FM.  Le versioni inedite di brani italiani che realizza per i suoi dj set vanno in onda su Radio Italia Party, il programma condotto da Paoletta e Luca Camorcia, due degli speaker più stimati del panorama italiano. E' una bella collaborazione che dà spazio all'originalità musicale di Donato.
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djs-party-edm-italia · 9 months
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Mark Donato: On Air non si ferma! 
Mark Donato è un dj producer toscano, un professionista del sound e del mixer che fa musica fin dal 1999. Spesso pubblica canzoni come "Karmalove" e "Sueno Arabe" o la già citata "Please Stop", tutte quante selezionate da Spotify per prestigiose playlist come "Spotify Italia Release Radar".
Con Federico Scavo, anche lui toscano, qualche tempo fa ha prodotto bella musica. Ci sono sempre belle novità nel suo mondo musicale. Una di queste è il nuovo episodio del suo radioshow: Mark Donato On Air.
Tra le altre, in questa calda estate 2023, è diffuso da Radio Sole FM, Radio Piave FM, Danto Radio FM.
E com'è la playlist del radioshow curata da questo artista toscano che vive però a Bologna? Come sempre Mark Donato punta anche su tracce internazionali come "Nanana" di Peggy Gou, ma privilegia brani di produttori italiani come Jude & Frank, Benny Benassi, Meduza e tanti altri. 
"Il mio radioshow è incentrato sulle produzioni italiane", racconta Mark Donato. "Credo infatti che per noi artisti ci sia la necessità di fare squadra", spiega l'artista. "Per me poi è anche una scelta artistica: amo e propongo da sempre produzioni italiane". 
Non è l'unica bella news radiofonica per Mark Donato. Spesso i suoi mash up, molto personali, vanno in onda in FM.  Le versioni inedite di brani italiani che realizza per i suoi dj set vanno in onda su Radio Italia Party, il programma condotto da Paoletta e Luca Camorcia, due degli speaker più stimati del panorama italiano. E' una bella collaborazione che dà spazio all'originalità musicale di Donato.
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enkeynetwork · 9 months
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hits1000 · 9 months
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Top Songs of 1965 - Hits of 1965
Top Songs of 1965 - Hits of 1965 Top Songs of 1965 including: Barry McGuire - Eve Of Destruction, Bob Dylan - Like A Rolling Stone, Bob Lind - Elusive Butterfly, Charles Aznavour - La Bohème, Chris Andrews - Yesterday Man, Del Shannon - Keep Searchin', Diana Ross & The Supremes – Stop! In The Name Of Love and many more! Subscribe to our channel to see more of our content! 1. Barry McGuire - Eve Of Destruction 2. Bernd Spier - Das War Mein Schönster Tanz 3. Bob Dylan - Like A Rolling Stone 4. Bob Lind - Elusive Butterfly 5. Charles Aznavour - La Bohème 6. Chris Andrews - Yesterday Man 7. Christophe – Aline 8. Conchita Velasco – Una Chica Ye-Yé 9. Del Shannon - Keep Searchin' 10. Diana Ross & The Supremes – Stop! In The Name Of Love 11. Donovan – Catch The Wind 12. Drafi Deutscher - Marmor, Stein Und Eisen Bricht 13. Dúo Dinámico - Esos Ojitos Negros 14. Elvis Presley - Crying In the Chapel 15. Fontella Bass – Rescue Me 16. Four Tops - I Can't Help Myself 17. France Gall – Poupée De Cire, Poupée De Son 18. Gary Lewis & The Playboys - Save Your Heart For Me 19. Gerry & The Pacemakers - Ferry Cross The Mersey 20. Gianni Morandi - Si Fa Sera 21. Herman's Hermits - Can't You Hear My Heartbeat 22. Herve Vilard – Capri C’Est Fini 23. Jackie DeShannon – What The World Needs Now Is Love 24. James Brown - Papa's Got A Brand New Bag 25. Jay & The Americans - Cara Mia 26. Jewel Akens - The Birds & The Bees 27. Jimmy Fontana – Il Mondo 28. Johnny Hallyday - Quand Revient La Nuit 29. Julie Andrews - Do-Re-Mi 30. Julie Andrews - The Lonely Goatherd 31. Julie Andrews & Christopher Plummer - Edelweiss 32. Los Sirex - La Escoba 33. Marianne Faithfull - This Little Bird 34. Mariema - O Fado Mora em Lisboa 35. Martha & The Vandellas - Nowhere To Run 36. Paul Revere & The Raiders - Just Like Me 37. Peggy March - Mit 17 hat man noch Träume 38. Roberto Carlos - O Calhambeque 39. Roger Miller – King Of The Road 40. Ronny - Kenn ein Land 41. Salvatore Adamo - Mes Mains Sur Tes Hanches 42. Sam The Sham And The Pharaohs – Wooly Bully 43. Sandie Shaw - Long Live Love 44. Sonny & Cher – I Got You Babe 45. The Animals – Don’t Let Me Be Misunderstood 46. The Beach Boys - Help Me Rhonda 47. The Beach Boys – Barbara Ann 48. The Beatles - Help! 49. The Beatles – Yesterday 50. The Beau Brummels - Just A Little 51. The Byrds – Turn! Turn! Turn! 52. The Dave Clark Five - Catch Us If You Can 53. The Hollies - I'm Alive 54. The Hollies - Look Through Any Window 55. The Kinks - Till The End Of The Day 56. The Lovin’ Spoonful – Do You Believe In Magic 57. The McCoys - Fever 58. The McCoys ~ Hang On Sloopy 59. The Righteous Brothers – Unchained Melody 60. The Rolling Stones - Get Off Of My Cloud 61. The Rolling Stones – (I Can’t Get No) Satisfaction 62. The Seekers - The Carnival Is Over 63. The Sonics – Psycho 64. The Temptations - It's Growing 65. The Who – My Generation 66. The Yardbirds – For Your Love 67. Tom Jones - It's Not Unusual 68. Wayne Fontana & The Mindbenders – The Game Of Love 69. We Five - You Were on My Mind 70. Wilson Pickett – In The Midnight Hour Related Searches: Greatest Hits of 1965, Best Jukebox 1965 Playlist, Late 1965 Non Stop , Top 1965 Non Stop, Mix 1965 Compilation, Best 1965 List, Late 1965 UK, Best 1965 Playlist, Best 1965 Non Stop, Best 1965 Video, Greatest 1965 Non Stop, Mix 1965 Playlist, Best Jukebox 1965 List, List of 1965 Mix, Top 1965 USA, Best Songs of 1965, Top Music 1965, Hits of 1965 Relate Hashtags: #songsof1965 #hits1965 #songs1965 #listof1965mix #hits1965 #bestsongs1965 #classic1965playlist #greatest1965nonstop #best1965list #best1965video #top1965mix #greatest1965video #mix1965playlist #top1965nonstop #mix1965compilation This Youtube channel does not receive any advertising income, we are very grateful for any Paypal donation, no matter how small, to continue making videos about the history of music. Link: https://www.paypal.com/donate/?hosted_button_id=HEHMNQ4E3T3ML https://www.youtube.com/watch?v=VrAIMeeeWgo
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