Tumgik
#decisioni forti
daddyb00m · 6 months
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Ambition level: cuocere spaghetto quadrato con capellini.
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Risuonano forti le parole lette in chiesa durante l’ultimo saluto a Giulia dal suo papà, Gino Cecchettin.
“Mia figlia Giulia, era proprio come l’avete conosciuta, una giovane donna straordinaria.
Allegra, vivace, mai sazia di imparare.
Ha abbracciato la responsabilità della gestione familiare dopo la prematura perdita della sua amata mamma. Oltre alla laurea che si è meritata e che ci sarà consegnata tra pochi giorni, Giulia si è guadagnata ad honorem anche il titolo di mamma. Nonostante la sua giovane età era già diventata una combattente, un’oplita, come gli antichi soldati greci, tenace nei momenti di difficoltà: il suo spirito indomito ci ha ispirato tutti.
Il femminicidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne, vittime proprio di coloro avrebbero dovuto amarle e invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi fino a perdere completamente la loro libertà prima di perdere anche la vita.
Come può accadere tutto questo?
Come è potuto accadere a Giulia?
Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti: famiglie, scuola, società civile, mondo dell’informazione
Mi rivolgo per primo agli uomini, perché noi per primi dovremmo dimostrare di essere agenti di cambiamento contro la violenza di genere.
Parliamo agli altri maschi che conosciamo, sfidando la cultura che tende a minimizzare la violenza da parte di uomini apparentemente normali.
Dovremmo essere attivamente coinvolti, sfidando la diffusione di responsabilità, ascoltando le donne, e non girando la testa di fronte ai segnali di violenza anche i più lievi. La nostra azione personale è cruciale per rompere il ciclo e creare una cultura di responsabilità e supporto.
A chi è genitore come me, parlo con il cuore: insegniamo ai nostri figli il valore del sacrificio e dell’impegno e aiutiamoli anche ad accettare le sconfitte. Creiamo nelle nostre famiglie quel clima che favorisce un dialogo sereno perché diventi possibile educare i nostri figli al rispetto della sacralità di ogni persona, ad una sessualità libera da ogni possessoe all’amore vero che cerca solo il bene dell’altro. Viviamo in un'epoca in cui la tecnologia ci connette in modi straordinari, ma spesso, purtroppo, ci isola e ci priva del contatto umano reale.
È essenziale che i giovani imparino a comunicare autenticamente, a guardare negli occhi degli altri, ad aprirsi all'esperienza di chi è più anziano di loro.
La mancanza di connessione umana autentica può portare a incomprensioni e a decisioni tragiche. Abbiamo bisogno di ritrovare la capacità di ascoltare e di essere ascoltati, di comunicare realmente con empatia e rispetto.
La scuola ha un ruolo fondamentale nella formazione dei nostri figli.
Dobbiamo investire in programmi educativi che insegnino il rispetto reciproco, l'importanza delle relazioni sane e la capacità di gestire i conflitti in modo costruttivo per imparare ad affrontare le difficoltà senza ricorrere alla violenza.
La prevenzione della violenza di gene e inizia nelle famiglie, ma continua nelle aule scolastiche, e dobbiamo assicurarci che le scuole siano luoghi sicuri e inclusivi per tutti.
Anche i media giocano un ruolo cruciale da svolgere in modo responsabile. La diffusione di notizie distorte e sensazionalistiche non solo alimenta un’atmosfera morbosa, dando spazio a sciacalli e complottisti, ma può anche contribuire a perpetuare comportamenti violenti.
Chiamarsi fuori, cercare giustificazioni, difendere il patriarcato quando qualcuno ha la forza e la disperazione per chiamarlo col suo nome, trasformare le vittime in bersagli solo perché dicono qualcosa con cui magari non siamo d’accordo, non aiuta ad abbattere le barriere.
Perché da questo tipo di violenza che è solo apparentemente personale e insensata si esce soltanto sentendoci tutti coinvolti. Anche quando sarebbe facile sentirsi assolti.
Alle istituzioni politiche chiedo di mettere da parte le differenze ideologiche per affrontare unitariamente il flagello della violenza di genere. Abbiamo bisogno di leggi e programmi educativi mirati a prevenire la violenza, a proteggere le vittime e a garantire che i colpevoli siano chiamati a rispondere delle loro azioni. Le forze dell’ordine devono essere dotate delle risorse necessarie per combattere attivamente questa piaga e degli strumenti per riconoscere il pericolo. Ma in questo momento di dolore e tristezza, dobbiamo trovare la forza di reagire, di trasformare questa tragedia in una spinta per il cambiamento.
La vita di Giulia, la mia Giulia, ci è stata sottratta in modo crudele, ma la sua morte, può anzi deve essere il punto di svolta per porre fine alla terribile piaga della violenza sulle donne.
Grazie a tutti per essere qui oggi: che la memoria di Giulia ci ispiri a lavorare insieme per creare un mondo in cui nessuno debba mai temere per la propria vita.
Vi voglio leggere una poesia di Gibran che credo possa dare una reale rappresentazione di come bisognerebbe imparare a vivere.
«Il vero amore non è ne fisico ne romantico.
Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è,
è stato, sarà e non sarà.
Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia…»
Cara Giulia, è giunto il momento di lasciarti andare. Salutaci la mamma.
Ti penso abbracciata a lei e ho la speranza che, strette insieme, il vostro amore sia così forte da aiutare Elena, Davide e anche me non solo a sopravvivere a questa tempesta di dolore che ci ha travolto, ma anche ad imparare a danzare sotto la pioggia.
Sì, noi tre che siamo rimasti vi promettiamo che, un po’ alla volta, impareremo a muovere passi di danza sotta questa pioggia.
Cara Giulia, grazie, per questi 22 anni che abbiamo vissuto insieme e per l’immensa tenerezza che ci hai donato. Anch’io ti amo tanto e anche Elena e Davide ti adorano.
Io non so pregare, ma so sperare: ecco voglio sperare insieme a te e alla mamma, voglio sperare insieme a Elena e Davide e voglio sperare insieme a tutti voi qui presenti: voglio sperare che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite e voglio sperare che un giorno possa germogliare.
E voglio sperare che produca il suo frutto d’amore, di perdono e di pace.
Addio Giulia, amore mio”.
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susieporta · 10 months
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CAMBIAMENTI
quando c’e’ da fare un cambiamento, s’inizia sempre col percepire un fastidio.
Questo fastidio, nel tempo, diventa irritazione, poi frustrazione, poi rabbia o depressione, poi s’inizia a stare male.
Se fossimo così saggi da soffermarci a guardare il fastidio e da lì attuare il cambiamento, non si arriverebbe allo step finale ( spesso è la malattia)
Invece la paura di cambiare ci fa restare immobilizzati, sullo stesso punto senza muovere un passo, a volte per anni!
A volte anche una vita intera.
Molte volte sono i condizionamenti a tenerci inchiodati a quel lavoro, a quel matrimonio, a quello stile di vita, a quell’abitudine.
Conosco molte persone, sagge, intelligentissime, che ancora sentono il bisogno di chiedere l’approvazione dei genitori quando devono prendere decisioni importanti!
Talvolta l’idea sorpassa anche la mia mente.
Il cambiamento tuttavia, differentemente da quel che ci e’ stato insegnato, è l’unica costante dell’esistenza.
Tutto cambia. Sempre e continuamente.
Perché noi no?
Perché noi dovremmo fare per 80 anni le stesse cose?
Ho molta stima e apprezzamento per chi sa reinventarsi a tutte le età, in ogni modo, considerando la vita per quel che è cioè un grande laboratorio, un gioco sperimentale e certamente mortale.
Nessuno di noi ha realmente qualcosa da perdere giacché è tutto in prestito incluso il corpo grossolano.
La paura di fallire attanaglia molte persone, ma il vero e unico fallimento è non essere se stessi, non aver vissuto la vita che volevi vivere- che per altro è il pentimento più frequente in punto di morte…
Cambiare fa paura perché ci è stato insegnato a puntare sulle cose stabili e certe.
Che fregatura!
Le cose stabili e certe sono solo la morte e le tasse diceva qualcuno, sicche’ tu mi stai dicendo che abbiamo puntato su qualcosa di non vivo e non vitale e anche noioso ( non so a chi piacciono le tasse ..!) ?
Eh si amico.
Dentro ognuno di noi ci sono molti talenti.
Invece molti tendono a identificarsi col proprio lavoro!
Ma un architetto può essere un bravissimo scacchista, o un danzatore, o un ricamatore.
E per noi è molto importante esprimere tutte le parti di noi.
Una cosa che mi fa girare gli occhi al cielo è essere appellata con la mia professione- che per altro nemmeno pratico più in senso stretto ma solo su carta- ah tu che sei psicologa, ah tu che hai studiato questo e quello!
Che noia mortale.
Per me la psicologia è una piccola parte della mia vita. Io sono molto di più, la mia anima contiene molto di più.
Cambiare significa aprirsi alla vita, al vitale, al pulsare, al fluire, allo scorrere, al lasciar andare.
Se non cambi quando devi, dovrai cambiare con le maniere forti.
Col dolore
Con la perdita
Con gli incidenti
Apriti al cambiamento, c’e’ sempre qualcosa dietro l’angolo, c’e’ qualcosa che devi ancora imparare e comprendere e sperimentare.
Ci sono altre parti di te che vogliono essere chiamate per nome e uscire a danzare.
Accogli l’invito della vita.
_Claudia Crispolti
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canesenzafissadimora · 3 months
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È l’ultima lettera d’amore che ti scrivo.
È stato un lungo cammino, da quel primo giorno che sono entrata nello studio della psicologa.
Ero arrabbiata, delusa, incazzata con il Mondo e con me stessa, ho preso un sacco di decisioni di merda e la serenità sembrava così lontana, da diventare impossibile da raggiungere.
Eppure oggi, mi ha dato un foglio, una penna e mi ha detto “ora, sei pronta a dirle addio”.
Sai, in fondo ho sempre saputo che sarebbe finita così… ed è per questo e per altri mille motivi, che non sono mai riuscita a dirti “ti amo”.
Te lo dico ora, perché ti amavo.
Ti amavo perché eri come uno di quei giorni di fine marzo, che è Estate sotto i raggi del Sole ed è ancora Inverno, quando ti ritrovi all’ombra.
Ti amavo, perché ti guardavo quando eri distratta. Quando lavoravi, guardavi il telefonino, rullavi una sigaretta o ti perdevi nella collezioni dei tuoi mostri e mi rendevo conto, che per averti accanto, qualcosa di buono nella vita, l’aveva fatta.
Ti amavo, perché sentivo il bisogno di coniugare i verbi al futuro ed i sogni al plurale.
Che di notte, mentre dormivi, alzavo le coperte per vedere se respiravi e mi rendevo conto, che da soli si diventa forti, ma in due si diventa un po’ più felici.
Avrei potuto cancellarti, mandarti a quel paese, non risponderti al telefono, voltarti le spalle, dimenticarti, non pensarti, non prendere treni in piena notte, ricordarmi i dettagli, ma non l’ho potuto fare, perché non ci capivo più niente. Ti amavo e basta.
Amavo le tue battaglie perse, l’inchiostro che usavi meglio di me, la voce che era sabbia rotta dalle onde del mare, il modo in cui ti facevano male i sogni, le cazzate che dicevi pur di non dire delle stupide verità.
Allora, ti auguro di circondarti di “persone medicina”
L’ho letto in una stupida poesia, che fa così
“ Nonna diceva che esistono persone che hanno le tisane dentro gli occhi
Camomilla nello sguardo
Che tu le vedi e ti si tranquillizza il respiro, i pensieri.
Diceva che esistono persone che non si spaventano dei tuoi dolori
Che non hanno paura di abbracciarti i traumi
Che sanno dove metterti dentro le parole giuste
Persone che hanno imparato a frequentare così bene il Sole
Che sanno addirittura accompagnarti fino al tuo tramonto “
Lascio a te la rabbia, ascoltare chi voleva solo distruggerci, i punti e le virgole che mancano nelle mie parole, il dolore che ti ha coperto gli occhi e le labbra, rendermi sostituibile, perché io non lascio più sporcare i ricordi e la memoria, a nessuno.
Neanche da me stessa.
E racconterò di noi, alla gente che incontrerò, alla persona che amerò dopo di te, ti ritroverò nei miei progetti per aiutare gli altri, nei film che ti scavano dentro, nei tramonti visti dal finestrino della macchina, nei viaggi dove scoprirò qualcosa di nuovo e negli sguardi dei bambini che non sanno chiedere aiuto.
Tu, porta rancore anche al posto mio.
E ti diranno che è tutto prestabilito, che fa parte di quel rapporto tossico che ti hanno messo in testa, che di buono non ho nulla, che io sono il lupo e tu Cappuccetto Rosso, che sono un fake, che ho rubato, mentito, ma sai, queste parole non sono per riaverti, ma per rendere libera me.
Da tutto questo.
Fatti ancor più carina, un filo di trucco, lascia i capelli sciolti, spruzza il profumo, mettiti quei jeans che ti fanno il culo da paura, sali in macchina, accendi la radio, ma che sia la tua voce la canzone più bella e vatti a prendere tutto il buono di questo Mondo.
Questa è l’ultima lettera d’amore che ti scrivo, se senti un cigolio, è la porta del mio cuore, che si chiude e ti dice addio.
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#Ale
Tuttodunfiato
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anaromantico · 7 months
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"Lloyd, è possibile che certe decisioni facciano tanto male?"
"Certo, sir. Le decisioni dolorose non sono altro che ferite nate dal duello con il destino"
"Quindi è meglio evitarle, Lloyd?"
"Al contrario, sir, bisogna affrontarle con coraggio"
"Perché ciò che non ci uccide ci rende più forti, Lloyd?"
"Perché ciò che non ci uccide ci ricorda che siamo vivi, sir"
"Prepara il fioretto, Lloyd"
"Con piacere, sir"
🦖
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Per mantenere una relazione bisogna avere molto amore, e soprattutto tanta voglia di farlo funzionare.
Finire è facile, iniziare è ancora più facile. Farlo durare, affrontare i litigi, avere opinioni diverse, discutere, è solo per chi ama davvero.
L'amore è una decisione, presa da un sentimento. Quando le tue decisioni sono più forti dei tuoi sentimenti, si chiama lealtà.
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thor82 · 4 months
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Intervista ad Annalisa nel presentare “Sweat dreams” in conferenza stampa:
“… I sogni sono pericolosi perché sono forti e forse sono proprio loro a muovere tutto, a farti viaggiare, a farti prendere decisioni e come dice la canzone a volte ti travolgono, a volte ne siamo dipendenti. Ma è una dipendenza bellissima e forse sono qui proprio per questo, per un sogno, il sogno della musica che ho sempre inseguito e inseguirò sempre con forza ….”
Anche se è sempre complicato è sempre giusto seguire il cuore per essere felici e non avere rimorsi e rimpianti!! Ne vale sempre la pena!!! ❤️❤️❤️
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missrainworld · 1 year
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per qualcosa che è morto sul nascere
Allora, non so esprimere ciò che provo a parole, ho sempre detto che mi mette a disagio. Non so nemmeno perché sto scrivendo e non so nemmeno se ti darò mai questa lettera, ma alla fine rimango sempre una romanticona ed ho bisogno di riordinare i miei pensieri. D'altronde preferisco vivere di rimorsi di quello che è effettivamente accaduto piuttosto che rimpianti di quello che sarebbe potuto succedere.
Mi hanno sempre detto " non puoi amare un'altra persona se prima non ami te stessa " e ho sempre pensato fosse un enorme stronzata. Perché non ho mai amato me stessa ma quando sei arrivato mi sono dimenticata un po' di come ci si odia. Era merito tuo se stavo mangiando, se avevo voglia di gelato, quello alla stracciatella, se i miei pensieri non prendevano il sopravvento.
Ho sempre avuto paura dell’amore, non mi piacciono le emozioni così forti, non mi piace legarmi ad una persona e far dipendere il mio umore da questa, e ciò che è successo non lo volevo. Ero super chill being friends, ma la cosa che mi ha fatto dire " vabbè dai proviamoci" è quando tu hai iniziato a chiedermi ogni mattina come stessi.
Ti sembrerà scontato ma nessuno me lo aveva mai chiesto così tante volte (soprattutto all'inizio rompevi le palle perché io volevo sviare il discorso) in una giornata e letteralmente ogni giorno che passava andava sempre un pochino meglio.
E come tu cercavi di far star meglio me io cercavo di darti tutto il supporto possibile. Per una volta volevo che qualcuno mi desse lo stesso amore che davo io agli altri, e tu lo stavi facendo.
Inutile negare che le nostre insicurezze si legavano bene insieme ma a differenza mia le tue insicurezze sono tutte nella tua testa, e questa è la cosa peggiore ma non importa quanti difetti tu ti senta di avere, sei una persona fantastica, vorrei veramente ti guardassi con i miei occhi. Ho sempre visto la tua parte peggiore ed ho sempre pensato che fosse bellissima.
Non sei una persona cattiva, hai un cuore d'oro e non dovresti mai metterti in dubbio. Non dovresti nemmeno sminuirti così tanto, perché anche se non te lo dirò più io, sei estremamente intelligente e metti tutto te stesso in quello che fai.
Faccio fatica ad immaginare una vita in cui non ci sei tu, senza i tuoi messaggi, senza i tuoi " sei una nana" o " che bona" anche quando sono distrutta ma ho imparato che bisogna prenderle, le decisioni. Non ha senso lasciare le situazioni a metà, tantomeno le persone. I "forse", i "non lo so", i "così e così" sono solo scuse ed io sono stanca di stare male per far star bene gli altri.
Le cose si sentono e basta, la verità è che si ha paura di darle, certe risposte. Si prova e si rischia. Il " non voglio perderti", " sei stupenda" non mi servono se non portano a nulla, mi sento solo costretta ad aspettare una persona che non mi vorrà mai. Non capisco come una persona che mi dica che sono troppo importante da perdere faccia così. Con questo non sto dicendo che non possiamo essere amici ma di amici ne ho già parecchi e ti omologheresti al resto. Non sto nemmeno dicendo che ti odio, come potrei mai farlo, non potrò mai cambiare il modo in cui ti guardo.
Mi hai fatta sentire speciale per un nanosecondo e ti ho dato così tanto potere in pochissimo tempo che sei riuscito a far ritornare una parte di me che non vedevo da anni, sia in senso positivo che in senso negativo, non davo così tanta fiducia ad una persona da tanto e giuro che mi sono ricordata del perché. Però vediamo il lato positivo, essendo stata male farò un glow up per l’estate.
Non so cosa sia successo e probabilmente non lo voglio nemmeno sapere perché nel mio cervello è impossibile comprendere come una persona possa annullare dei sentimenti così forti in così poco tempo.
Mi dici "ci sono sempre se è qualcosa" ma come faccio a parlare dei miei problemi quando tu ora ne fai parte? Non prenderla come qualcosa di cattivo ma io forse, sono addirittura più fragile di te.
Ogni volta che mi lego ad una persona non riesco a staccarmi almeno che questa non mi distrugga e qualcosina di te rimarrà sempre in me ed onestamente vorrei che mi avessi fatto più male, così non avrei nemmeno pensato di scrivere e mi sarei staccata immediatamente. Citando Montale (d’altronde sono una tipa acculturata), Eppure resta che qualcosa è accaduto, forse un niente, che è tutto.
Letteralmente scusa se non sono abbastanza, se spammo messaggi, se mi preoccupo troppo, se voglio sapere come stai, se hai mangiato, se ti sei divertito quando sei uscito, se non vado bene per te, prometto che non lo farò più.
L'unica cosa di cui sono felice è che non ho rovinato nulla di effettivamente esistente.
Ed onestamente voglio solo vederti felice, non importa se con me o senza. Spero tu riesca a trovare una persona che ami i tuoi difetti, che ti porti i cornetti a scuola e ti compri le cose quando fai i capricci ma soprattutto stia sempre al tuo fianco anche quando non vuoi nessuno.
D'altronde è triste essere da soli quando fuori piove.
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curiositasmundi · 1 year
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Genoveffa Cocconi
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Reggio Emilia 1877 - 1944
I sette fratelli Cervi, Gelindo, (nato nel 1901); Antenore (1906); Aldo (1909); Ferdinando (1911); Agostino (1916); Ovidio (1918); Ettore (1921), erano i figli di Alcide Cervi e di Genoeffa Cocconied appartenevano ad una famiglia di contadini con radicati sentimenti antifascisti. Dotati di forti convincimenti democratici, presero attivamente parte alla Resistenza e presi prigionieri, furono fucilati dai fascisti il 28 dicembre 1943 nel poligono di tiro di Reggio Emilia.
Il nucleo familiare è caratterizzato dalla forte personalità della madre Genoeffa e dalla volontà di progredire di alcuni figli. La tendenza è comunque quella di prendere di comune accordo le decisioni più importanti.
La notte del 25 novembre 1943 i fascisti accerchiarono la casa dei Cervi, che si difesero sparando dalle finestre sino a che ebbero munizioni. Costretti ad arrendersi furono tutti incarcerati a Reggio Emilia, dove i sette fratelli furono fucilati, con il patriota Quarto Camurri, all'alba del 28 dicembre. Alcide, che ignorava la sorte dei figli, rimase in carcere sino al 7 gennaio 1944, quando un bombardamento aereo smantellò l'edificio e gli permise di fuggire. Tornato a casa, la trovò distrutta, apprese che tutti i figli erano stati sterminati, ma non si piegò. Con la moglie, Genoeffa Cocconi, le quattro nuore e dieci nipotini riprese a lavorare per ricostruire la casa e condurre la terra. Il 10 di ottobre i fascisti tornarono e distrussero quel che i Cervi superstiti avevano ricostruito. Genoeffa non resse e un mese dopo morì.
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Così bravi, così puri, così educati,
mentre il mondo brucia.
Bruciano i cuori, arsi dal dolore,
bruciano le carni,
devastate da amplessi annoiati,
bruciano le anime confuse nelle loro indecise decisioni.
Così forti, così buoni, così brillanti.
Così soli..
S. Cumbo
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libero-de-mente · 2 years
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La mattina, al risveglio, è il momento della giornata in cui prendo le decisioni più coraggiose. Generalmente.
Poiché già dopo la colazione il "ma chi me lo fa fare" prende il sopravvento.
Così questa mattina deciso mi son detto, "vado e faccio quel percorso lì, quello in montagna che parte dolce e poi taaac si impenna".
Le decisioni del mattino sono quelle che consiglia la notte. Devo dire in tutta sincerità che la notte ultimamente mi sta molto deludendo, come consigliera dico. Non porta più i bei consigli di una volta.
Così il sottoscritto con piglio deciso da Kung Fu Panda  questa mattina mi sono addentrato nel bosco.
Non esiste miglior cosa del camminare in montagna per capire che stai invecchiando. Non digerisco più le persone come una volta e la solitudine dei sentieri n'è la controprova.
Cerco di non pensare alla vita, la mia, quella l'ho lasciata giù in valle e non l'ho caricata nello zaino a spalla.
Mi sono appena lasciato Ferragosto alle spalle, uno di quei punti di riferimento durante l'anno solare che segnano la mia vita. Ma credo anche quella di tanti altri.Te ne vai per il ponte di Pasqua?
Dove lo passi Ferragosto?
Buon Natale a te e famiglia!
Che fai a Capodanno?
Neanche chi vuole vivere la vita contromano si salva:
Capodanno, cosa fai?
A te e famiglia Buon Natale!
Ferragosto dove lo passi?
Pasqua e pasquetta dove vai?
Le passeggiate in montagna di giorno sono rilassanti.
Noto qua e là resti di falò nel salire, ho il vago sospetto che la montagna di notte abbia una vita sociale molto più attiva della mia.
Mi piace ogni tanto puntare con lo sguardo le vette che mi sovrastano, penso di farlo più spesso di quello che io creda. Infatti molti di quelli che incontro in montagna, sui sentieri, dopo il saluto d'obbligo mi chiedono se punto la vetta con lo sguardo per raggiungerla.
Annuisco come per dire "se come no", nessuno di loro s'immagina la verità. Io spero sempre che un monte mi saluti, come facevano le montagne di Heidi. Alle caprette che fanno "ciao" ci penserò in un secondo momento.
La montagna è un'ottima alternativa a chi non vuol sostenere la prova costume, si lo ammetto anche questo anno non avevo studiato.
A metà percorso, col fiatone, comincio a chiedermi perché io non possa fare come Maometto e far si che sia la montagna a venire da me.
Così il verde intenso dell'erba dei prati bagnati dalla pioggia notturna mi ispira frasi in latino, che non ho mai studiato, come erba volant script a mammt.
 Oppure al fatto che quella pace celestiale che c'è qui altura dovrei trasferirla in città, al mio rientro. Poiché la salma è la virtù dei forti.
Vedo in lontananza una vacca al pascolo, proverò a salutarla.
Vediamo se funziona.
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susieporta · 1 year
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Se da adolescenti ci dicessero che viene prima l'ESSERE e poi l'AVERE, ci concentreremmo sulla guarigione del nostro corpo mentale, spirituale ed emotivo, la guarigione sarebbe una priorità.
Guarire la nostra psiche, guarire le ferite dell'infanzia, i traumi consci e inconsci, riconoscere e rilasciare ciascuna delle emozioni sarebbe normale, come seguire un corso extracurriculare, ogni emozione che abbiamo intrappolato in ogni organo del nostro corpo che lo fa ammalare, emozioni percepite da la nostra gestazione nel grembo del seno fino ad oggi.
Controllare il nostro interiore per volontà e non per odiare quando la vita stessa ci spinge a situazioni estreme perché prima ci ha parlato ma non le abbiamo prestato attenzione, ora poi ci dice con situazioni più gravi che non è così, che dobbiamo ripensare noi stessi al nostro stile di vita ea volte non reagiamo nemmeno a quei forti richiami.
La guarigione implica uno sforzo maggiore per rivedere il nostro sistema di credenze, i dogmi imposti dal nostro clan familiare, rivedere il nostro albero genealogico in dettaglio per trovare schemi inconsci e solo allora avremmo accesso alla prosperità, saremmo esseri più prosperi in tutti i sensi, incluso quello materiale , smetteremmo di fare rituali dell'abbondanza perché meriteremmo di esercitare il nostro diritto divino, solo perché stiamo guarendo.
Le nostre relazioni migliorerebbero, troveremmo e sfrutteremmo il nostro talento, ma soprattutto saremmo tutti più felici.
Gli esseri umani sono prosperi per diritto divino, ma devono impegnarsi, devono essere meritevoli. Quando hai a che fare con il tuo ESSERE, l'AVERE arriva come un'aggiunta, in ogni modo.
Ogni cambiamento comporta un processo, nella nostra bella casa, qui su questo pianeta nostra madre Terra incarna giovani anime che non sono consapevoli di tutto ciò che riguarda l'Essere ma incarna anche anime più vecchie, più flessibili che cercano di relazionarsi con l'ESSERE.
Il pianeta Terra è un asilo, quindi la vita è breve (80 anni) rispetto ad altri pianeti e ci reincarneremo tutte le volte necessarie per raggiungere un certo livello di vibrazione, coscienza e potremo trascendere in sfere superiori.
Ogni anima incarnata sulla nostra madre Terra porta bagagli ed emozioni diverse per guarire così come le terapie tra cui scegliere, tutto è un processo e ogni processo è personale.
Ci sono molti percorsi, dove il tuo cuore vibra eccolo lì, come sempre ci viene dato il libero arbitrio, le decisioni sono personali. Così come ruota la nostra madre terra, anche noi dobbiamo farlo per evolvere, la ruota della medicina Nagual è per questo processo di guarigione della nostra parte oscura... Gira che già, ruota della medicina che mi guarisce… Ha , ha, ha!
Xiukiauitzincheko
Nagual Sciamano dell’anima.
#laruotadellamedicinanagual
#guarigionedelcuore
#nagual
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"Lloyd, è possibile che certe decisioni facciano tanto male?"
"Certo, sir. Le decisioni dolorose non sono altro che ferite nate dal duello con il destino"
"Quindi è meglio evitarle, Lloyd?"
"Al contrario, sir, bisogna affrontarle con coraggio"
"Perché ciò che non ci uccide ci rende più forti, Lloyd?"
"Perché ciò che non ci uccide ci ricorda che siamo vivi, sir"
"Prepara il fioretto, Lloyd"
"Con piacere... sir"
Simone Tempia ~ Vita con Lloyd
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"Lloyd, è possibile che certe decisioni facciano tanto male?"
"Certo, sir. Le decisioni dolorose non sono altro che ferite nate dal duello con il destino"
"Quindi è meglio evitarle, Lloyd?"
"Al contrario, sir, bisogna affrontarle con coraggio"
"Perché ciò che non ci uccide ci rende più forti, Lloyd?"
"Perché ciò che non ci uccide ci ricorda che siamo vivi, sir"
"Prepara il fioretto, Lloyd"
"Con piacere, sir"
[E alla parola "fioretto", nella mia testa parte subito la musica di "Oh Lady Lady Lady Oscar"]
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anaromantico · 2 years
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"Lloyd, è possibile che certe decisioni facciano tanto male?"
"Certo, sir. Le decisioni dolorose non sono altro che ferite nate dal duello con il destino"
"Quindi è meglio evitarle, Lloyd?"
"Al contrario, sir, bisogna affrontarle con coraggio"
"Perché ciò che non ci uccide ci rende più forti, Lloyd?"
"Perché ciò che non ci uccide ci ricorda che siamo vivi, sir"
"Prepara il fioretto, Lloyd"
"Con piacere... sir"
Simone Tempia ~ Vita con Lloyd
Foto dal web
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princessofmistake · 2 years
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Avevo passato una vita vedendo persone scocciate, stanche, arrabbiate, spossate, nervose e talmente esagitate perché perdessero a tal punto il controllo da scaraventare via oggetti e vita stessa. Avevo vissuto morti improvvise; notizie stravolgenti e decisioni forti che davano spazio solo a pianti nevrotici e incontrollati. Ma chi non aveva vissuto tutto ciò non sapeva cosa fosse la felicità di un frutto colto dall’albero, il sorriso di un bambino, scoprire che il tuo compleanno capiterà di domenica, lo stupore nel sapere che chi avete amato non vi aveva dimenticato.
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