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#intellettuali italiani contemporanei
gregor-samsung · 28 days
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“ Il presupposto, quasi esplicito, su cui sorse l’UE fu che i paesi ‘peccatori’ (Italia e Grecia in particolare) avevano vissuto fino ad allora al di sopra delle loro possibilità, eccedendo in spesa pubblica ovviamente non immediatamente redditizia. Ricordiamo le prediche in proposito. Certo, ogni tanto ci viene detto che basterebbe l’importo dell’italica evasione fiscale per risanare il debito che ci strangola e ci rende sorvegliati speciali all’interno della UE. Ogni volta però si conclude, con un sospiro, che si tratta di un male incurabile. E allora, ancora una volta, non resta che «pestare» quelli che «stanno sotto». E anche, forse soprattutto, a tal fine, si provvede ad instaurare, di volta in volta, un esecutivo «europeista». Il teorema non fa una grinza. Salvo che in un punto fondamentale, che vorremmo qui brevemente tratteggiare: alle vere e ataviche carenze italiane potrebbe porre rimedio un gigantesco investimento che incrementi proprio la pubblica amministrazione, ma questo è l’esatto contrario di ciò che «chiede l’Europa». È lamento quotidiano, e ben fondato e largamente condiviso, che da noi manchi adeguato e sufficiente personale in tanti settori vitali: magistratura (giudici e cancellieri: il commissario UE alla giustizia ce lo rimproverava cifre alla mano esattamente il 9 luglio scorso), ispettori del lavoro (le morti bianche sono il nostro flagello quotidiano), scuola (abbiamo ancora le vergognose classi-pollaio di gelminiana memoria particolarmente pericolose sotto ogni rispetto), guardie carcerarie (le vicende e i pestaggi recenti sono una macchia), sistema sanitario nazionale (il lamento in proposito fu molto forte quando l’epidemia sembrò soverchiante). E si potrebbe seguitare. Ci ordinano contemporaneamente di ridurre la spesa pubblica, di far funzionare il nostro paese (e di saldare prima o poi il debito). Arduo: «né pentère e volere insieme puossi / per la contradizion che nol consente» (Inferno, XXVII, 119-120). “
Luciano Canfora, La democrazia dei signori, Laterza (Collana: i Robinson / Letture), gennaio 2022. [Libro elettronico]
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ilquadernodelgiallo · 3 years
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L'intelligenza è il mito, la fierezza, una delle fonti di soddisfazione dei popoli decaduti. Se volete offendere un orientale, anche un abitante del Mediterraneo, mettete in dubbio la sua intelligenza. Vi concederà invece ogni riserva sul suo carattere, sarà il primo a enunciarvene i difetti. I persiani, gli egiziani, i greci, gli arabi, e anche gli italiani, non sopportano che qualcuno possa disistimare le loro qualità d'ingegno o la loro prontezza di spirito. Essi sono arrivati a consolarsi delle floride condizioni degli altri popoli pensando che non si tratta di popoli molto intelligenti e che soltanto la loro propria antica intelligenza ha indirizzato la Civiltà. L'ingiuria più sanguinosa e comune presso costoro è contenuta nella parola sciocco o stupido. Gli intellettuali o gli uomini politici ne fanno largo uso per designare gli avversari o chiunque la pensi diversamente da loro. Procedendo verso il nord dell'Europa, quest'ingiuria perde molto del suo valore sino a diventare qui, dove l'ultima qualità che si penserebbe di ammirare in una persona è proprio l'intelligenza. Da noi, una persona intelligente viene spesso sospettata di stravaganza. [...] Parlando degli scrittori nuovi, Ross dice di temere che "oggi i più superficiali e i meno onesti finiscono col ricorrere al solito espediente retorico di una letteratura e di un pensiero demagogici e nazionalisti". Aggiunge però di sperare "che tra costoro vi siano soltanto degli innocui stupidi". Francamente da Ross non mi aspettavo questa palese contraddizione in termini. Quando mai uno stupido è stato innocuo? Lo stupido più innocuo trova sempre un'eco favorevole nel cuore e nel cervello di quei suoi contemporanei che sono almeno stupidi quanto lui: e sono sempre parecchi. Inutile poi aggiungere che niente è più pericoloso di uno stupido che afferra un'idea, il che succede con una frequenza preoccupante. Se uno stupido afferra un'idea, è fatto: su quella costruirà un sistema e obbligherà gli altri a condividerlo. [...] Conclusione, la stupidità ha un limite. Oltre certi confini la mente umana si rifiuta di procedere. Ad un certo punto la Stupidità (forza attiva) diventa Idiozia (forza negativa) e non si vende più. Raggiungere quel limite senza oltrepassarlo è purtroppo il segreto sul "Sunday Post", e degli scrittori demagogici e nazionalisti che tanto teme il dottor Ross. ____________________ I nomi collettivi servono a far confusione. "Popolo, pubblico...". un bel giorno ti accorgi che siamo noi. Invece, credevi che fossero gli altri. ____________________ L'infelicità che gli uomini comuni lamentano viene unicamente dall'errata convinzione di esistere per il raggiungimento della felicità; o che la felicità esista perché gli abitanti di questa scadentissima parte dell'Universo che è la Terra possano raggiungerla. Tutto procede da questo malinteso iniziale, da questo primo capzioso sillogismo. Riteniamo la nostra esistenza così essenziale per l'Universo che siamo portati a darle uno scopo. ____________________ Sapevamo che la sola durevole felicità che ci è concessa è la morte. Ma se ne è fatto un tale parlare, che ora la detestiamo. ____________________ Ross a tavola, di pessimo umore: "Il guaio è questo: si crede di sposare la fidanzata e si sposa la moglie".
Ennio Flaiano, La saggezza di Pickwick [Diario notturno]
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bicheco · 5 years
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Nuova rubrica
Adesso che Massimo Bordin se n'è andato - pace all'anima sua - ho avuto un'idea, geniale, per sostituire la sua "stampa e regime", una rubrica perfetta per questi tempi così vuoti e superficiali in cui nessuno legge più niente, in particolare i quotidiani. La rubrica si intitolerebbe: "Tweet e asilo nido": ogni mattina, un giornalista o chi per lui (va bene anche uno psichiatra), legge e commenta i tweet dei più influenti blogger nonché intellettuali italiani contemporanei: Ferragni, Salvini, Volo, Balotelli, Pupo, Lucarelli, il Gabibbo, Belen, Morgan, Pippo, Pluto e Paperino.
Sono convinto avrebbe un enorme successo.
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marikabi · 5 years
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Il Natale a forza
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Venerdì sera me ne sono andata al complesso del Carcere Borbonico, in centro città, per partecipare all’inaugurazione dell’annuale rassegna natalizia organizzata dalla Soprintendenza del MIBACT ed i suoi partner.
(Ampio programma, lunghe aperture quotidiane, installazioni d’arte e cultura locale. Invito i nostri lettori a passarci, tanto si deve appena appena deviare di qualche metro dallo struscio per il Corso.)
Durante la presentazione - condotta da Maria Cristina Lenzi - si sono avvicendati due uomini d’intelletto della nostra terra: Giovanni Solimine (Direttore Dip. Lettere e Culture moderne a La Sapienza) e Toni Iermano (Docente di letteratura italiana all’Università di Cassino).
Entrambi hanno declinato il concetto di presepe, ciascuno a suo modo. Il Prof. Solimine - anche da appassionato presepista - ha ricordato quanto il presepe di tradizione napoletana sia una sorta di pot pourri  scenograficamente anarchico, parossisticamente anacronistico, nonché affollato, finanche troppassai. Ciò nonostante, è diventato nel tempo un compendio di simboli: dalle rovine classiche cui si sovrappone la scena cristiana, alle figurine, ovverosia i personaggi delle statuine, le quali - si badi - nella tradizione presepistica partenopea si nomano tutti  ‘pastori’, anche quando pastori non sono.
Il professore si è soffermato sulla figura di Benino, il pastore dormiente, che non vede la realtà, bensì la sogna. L’ho immaginata quale metafora quantistica (ma con anche un accenno di Matrix), e per questo va benissimo così.
Ha anche citato il culto delle pezzentelle, ovverosia delle anime petenti del Purgatorio, che avevano pure il loro spazio nella complessa scena.
Riflettendo a margine del piacevole ed erudito contributo offerto dallo studioso, ho concluso che, adesso, noi di questo scalognato Paese, siamo tutti  ‘pastori’, nel senso di statuine, personaggi. Figure statiche (perché, sappiatelo, nel presepe napoletano non sono ammesse le animazioni, tranne il ruscelletto, come c’insegna Luca Cupiello) ed in attesa. In attesa di tempi migliori, che - ahimè - non verranno. (Meglio dirlo prima, a scanso di altre letali illusioni.) Molti di noi, inoltre, sono tanti Benino.
Siamo, vieppiù, anche noi anime pezzentelle, che chiediamo ristoro dalla lunga crisi. Taluni chiedono rivalsa per tutte le possibilità perse sia come individui, che come classe sociale, in una condizione politica che perdurando provocherà il tracollo sociale, culturale ed economico del Paese.
Siamo sull’orlo di una recessione, grazie ai giochetti di potere nella maggioranza, che sta cincischiando numeri e decimali, trattandoli come fossero arachidi, mentre sono i nostri soldi che si volatilizzano, soldi che servono per welfare e istruzione, da investire in una progettualità economico-culturale per una mission nazionale che nessuno dell’Esecutivo sa assegnare a questo Paese.
Siamo pastori anche nel senso di povera ed ignorante gente, che aspetta un’epifania, una stella cometa che ci porti via in un posto migliore. Probabilmente dove ora sono i ventottomila laureati italiani espatriati in questi ultimi dodici mesi (quanti ne espatriano in media ogni anno), altrimenti rischiavano la sottoccupazione, se non proprio la fame.
Poiché appartengo a quel venti per cento di sovra-istruiti rispetto alle mansioni lavorative svolte, sarebbe stato di sicuro più opportuno che anch’io avessi preso il coraggio a due mani e fossi espatriata per garantire un futuro a mio figlio, invece che diventare uno dei personaggi che affollano il questo triste presepe italiano (e per di più meridionale), in cui da rancorosi siamo diventati cattivi, socialmente invidiosi di soggetti che devono le loro fortune solo e soltanto ad una rete (amicale, famigliare, di casta, di prossimità). La meritocrazia è una gran parola, ma ha risvolti tragici e grotteschi, in Italia.
A forza. Questo Natale bussa a forza alla mia porta. Non ho voglia di festeggiare e le réclame dei panettoni coi loro jingle diventano fisse acustiche che mi perseguitano. Il contesto natalizio non è come negli spot: caldo, accogliente (non necessariamente sfavillante), spesso in boiserie o parquet, che fanno tanto tana calda. Ma lo sanno, quelli delle pubblicità, che c’è gente definita  ‘povera energetica’? Che poi sono quelli - in maggioranza anziani pensionati - che non  possono pagarsi il gas per riscaldamento.
Un’accolita di parvenu, coloro che ci amministrano, arrivati lì per una sorta di esperimento sociologico condotto da un’agenzia di comunicazione (ha scritto Giulio Cavalli, su Linkiesta), ora attaccatisi alla poltrona come cozze allo scoglio perché è bello e figo e redditizio fare i parlamentari, ecchissene se si sparano minchiate come a space invaders: la gente è talmente incazzata che si beve tutto, anche l’arrogante ignoranza al potere, che sta per sfociare nella censura, nella persecuzione, nella messa all’indice e nelle liste di proscrizione. Tutto diventa lecito per conservare il potere su cui hanno messo le mani, potere che comunque dà a loro visibilità, bei vestiti, parrucchieri, autisti, vita sociale e mondana, deferenza, comando, serenità economica sibi et suis. Tutta roba che ubriaca e crea dipendenza. Forte dipendenza.
No, non sono migliori di quelli di prima perché l’onestà di cui si vantano e dietro cui nascondono i loro marchiani errori, dovrebbe comprendere anche la sincerità di ammettere che no, non sono capaci, non conoscono neanche i fondamentali.
L’intervento del Prof. Iermano – ritornando alla nostra introduzione – ha accostato il panorama etno-socio-storico-economico dell’Irpinia del Viaggio elettorale di Francesco De Sanctis ad un presepe.
(Avrete intuito che ‘presepe’ identifica una rappresentazione antropologica a prescindere dal contesto originale: lo dimostrano i più variegati e contemporanei pastori degli artigiani di San Gregorio Armeno. Un presepe siffatto è solo la condanna delle figure astanti ed ignave, laddove la speranza è una statuina in fasce – la quale si prenderà le colpe del mondo - e l’intelligenza è rappresentata dalla curiosità dei Magi.)
Del suo intervento – che verrà riproposto giorno 22 dicembre sempre al Carcere Borbonico – voglio riportare, in sintesi, questa fondamentale affermazione: cultura e politica sono direttamente correlate. Quando si abbassa la tensione culturale, le classi politiche diventano mediocri o meschine.
Indubbiamente, non è un pensiero nuovo (si parva licet, Platone lo ripeté più e più volte), tuttavia in tempi di media generalisti e dilagare del trash, vale sempre la pena di ricordare che gli intellettuali, gli studiosi, i profondi ed eruditi pensatori hanno una funzione ineludibile nella società, ovverosia quella di fornire idee, punti di vista, prospettive, orizzonti, analisi di contesto. (Non sono tenuti a fornire soluzioni, sia ben chiaro.)
Far decidere al solo ventre del Paese attraverso ventriloqui non si sta dimostrando il cambiamento che tutti volevamo. Ci vuole testa, molto più testa che pancia.
Tuttavia, non rivolgendomi ai politici, chiedo agli Italiani di usare più intelligenza e se si avesse l’onestà di ammettere che non ne siamo adusi, già sarebbe un buon passo avanti.
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tergestin · 6 years
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LA SPOCCHIA "DE SINISTRA" (CHE FARA' VINCERE SALVINI SEMPRE PIU')
Non so se avete fatto caso alla reazione della "sinistra" di fronte a Pontida 2018. Vi basta fare un giro in Rete. E' davvero illuminante, perché l'atteggiamento è quello di chi dall'alto di non si sa cosa analizza il raduno di un branco di decerebrati scimmieschi, laddove invece "quelli de sinistra" sono tutti intellettuali contemporanei. Molti postano le foto dei tipi vestiti da celti, longobardi o quel che credevano di sembrare. Il sottotesto è chiaro: "A Pontida c'era solo gente così, quindi c’erano solo subumani". Oppure: "Finalmente l'Italia mostra i coglioni. E per comodità li ha riuniti tutti a Pontida". Sottotesto (qui abbastanza esplicito, a dire il vero): "A Pontida c'erano solo coglioni". E ovviamente i “coglioni” leghisti sono anche razzisti, fascisti e ignoranti. Qui, a riprova di tale dogma, si cita la frase mestissima della Borgonzoni, che ha ammesso di non leggere libri da tre anni. Grave, certo, ma è così per quasi tutti gli italiani. Non è solo una cosa che riguarda la Lega. Infatti siamo uno dei paesi che legge di meno al mondo, e i risultati si vedono.
In pochi hanno analizzato il lungo intervento di domenica di Salvini, che conteneva come sempre passaggi confusi, uscite a caso, paraculate calcolate e frasi inattaccabili (magari "un ministro de sinistra" avesse citato Livatino dicendo quelle cose lì su mafia e camorra. Magari. Invece nel 2006 misero alla Giustizia Mastella. Ops). In pochi lo hanno attaccato sui contenuti. Macché: Pontida 2018 va stroncata - anzi presa per il culo - a prescindere, ontologocamente, perché loro sono il popolo bue e gli altri - quelli che twittano - sono gli Eletti. E' esattamente così che Salvini potrà governare non cinque, ma trent’anni come ha provocatoriamente affermato dal palco: trattando lui e quelli che lo stimano come dei subumani. Organizzando simposi sulla "maglietta che quel povero meschino (Salvini, NdA) indossava". Sfottendo "i populisti" perché loro non capiscono nulla, mentre la sinistra sì. Una sinistra che non vota più nessuno, in crisi nera e con rappresentanti spesso (fortunatamente non sempre) improponibili, ma non importa: non è la sinistra a sbagliare, sono gli elettori a non capire. Le percentuali sono infinitesimali, ma la spocchia resta da Guinness. Che poi, a dirla tutta, mi dovreste spiegare una volta per tutte su quali basi uno che vota Fedriga o Borghi dovrebbe essere più "stupido" di uno che vota Gozi, Raimo (?) o Boldrini. Che regola è? Chi lo ha deciso? Mi raccomando, compagni, e ve lo dice uno che mai ha votato e mai voterà Lega (ma che della Lega non ha nes-su-na paura): andate avanti così, con questa vostra immane boria di stocazzo, e il vituperatissimo Salvini continuerà a pisciarvi in testa. Agile. Mentre voi proseguirete a dire: "Piove, governo fascio!"
Andrea Scanzi
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giancarlonicoli · 4 years
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Francesco Specchia per Libero Quotidiano
«Trash, un cazzo». L' espressione migliore per strappare Tommaso Labranca, indimenticata firma culturale di Libero, allo stereotipo del rovistatore di spazzatura nazionalpopolare («l' uomo che ha inventato il coattismo!») in cui lo incasellavano è stata questa del critico musicale Michele Monina, presente come molti di noi al funerale di Tommaso l' estate di quattro anni fa.
Il mondo letterario aveva avvolto, anche da morto, Labranca nella bandiera del trash dati i suoi successi sulla cultura di massa - Andy Warhol era un coatto, L' estasi del pecoreccio, Chaltron Hescon su tutti-; ma Monina, nell' epicedio all' amico, s' era soffermato sull' attitudine labranchiana a ritrovarsi irrequieto nomade in tutti i territori delle arti e delle lettere.
Per me, Labranca è sempre stato, per indole e stile, una sorta di mix tra Luciano Bianciardi e Truman Capote. Un talento invincibile. Passava dalle biografie di Warhol - di cui era uno dei massimi esperti mondiali - a quelle sui miti del pop che gli assicuravano la pagnotta; inventava riviste d' arte assieme a Luca Rossi per conto di editori del Canton Ticino; scriveva testi per la tv, Rai e La7. E aveva tradotto i migliori autori americani contemporanei - da Lisa Goldstein a Oliver James a Flocker Michael che introdusse la teoria sociale del Metrosexual-; e prodotto le miglior opere di narrativa mordi e fuggi come Il fagiano Jonathan Livingston. Manifesto contro la New Age, o Kaori non sei unica. La prima antologia di letteratura spot. Una mente errabonda.
archeologo del trash Eppure, all' indomani della dipartita, negli epitaffi sui giornaloni venne descritto come l' archeologo del trash: geniale ma incompreso, onnivoro ma incompleto, facondo ma con una tendenza all' autodistruzione. Forse in questo stesso equivoco è caduto Claudio Giunta che ha ne scritto l' unica biografia, Le alternative non esistono - La vita e le opere di Tommaso Labranca (Il Mulino, pp.256, euro 23), e Dio e noi tutti gliene rendiamo merito.
Epperò, nell' ossessione per un personaggio all' apparenza felliniano e blasé al tempo stesso - girocollo nero, borselli a tracolla molto anni 8o, occhiale pesante in contrasto coi pensieri lievi - il biografo ha sfruculiato dettagli oscuri tralasciando un po' la luce che Tommaso lasciava promanare dai suoi pensieri, opere e soprattutto omissioni. Ma sì, certo è utile conoscere di Labranca le umili origini talora trasformate in frustrazioni: «Il padre, oltre a fare il gommista, si è messo a lavorare a una pompa di benzina; la madre ha trovato lavoro come baby-sitter. Nel corso della sua vita Labranca non ha veramente cambiato classe sociale.
Ha sempre vissuto a Pantigliate, dove i suoi genitori si erano trasferiti negli anni '80», scrive Giunta.
Che poi ritira fuori la vecchia polemica dei suoi finti amici di sinistra che, negli ultimi anni, tendevano ad evitarlo perché scriveva su Libero «ma che ovviamente non basta a liquidarlo come reazionario destrorso.
A dispetto dei toni spesso apocalittici, non pensava affatto - come i néo-réac a cui ogni tanto lo si assimila, a torto - che la civiltà occidentale fosse al tramonto, distrutta dal neoliberismo e/o dalla secolarizzazione. Era del parere che le cose andassero a rotoli, in Italia, soprattutto per colpa degli italiani». E questo è corretto. Epperò questa cosa che Libero lo usasse come «censore delle ipocrisie della sinistra» è un falso storico. Tommaso ha sempre avuto mano libera su tutto.
Al punto che qui era tornato al suo vecchio pallino, la critica d' arte. Lo ribadisco: Labranca era il più veloce tra quelli bravi e il più bravo fra quelli veloci.
Naturalmente, quando lo si inviava a recensire una mostra, curatori e galleristi velavano lo sguardo di fiero terrore; e lui - autore pensoso a ritmo annuale per Einaudi e a scansione settimanale per l' Anima mia di Fabio Fazio - mandava, nei tempi ristrettissimi del quotidiano, il pezzo perfetto.
A questi passaggi, al suo essere un reietto a sinistra, molti degli "amici" intellettuali che dirigevano riviste, creavano programmi tv, o erano responsabili di collane editoriali non hanno mai accennato (né l' hanno mai aiutato).
le umiliazioni Epperò, ha ragione Giunta quando scrive che Tommaso misurava giorno per giorno come un sismografo gli affronti, le umiliazioni ma anche «i piccoli progressi della sua notorietà». La sua vita agra è stata quella, appunto, di un Bianciardi riaggiornato. Anche, sentendo questa definizione, gli verrebbe l' itterizia; e magari, per la paranoia, indosserebbe il vestito da coniglio che sfoderava alle feste. Labranca era fieramente stanziale. Il suo mondo immaginario passava dai grandi autori russi ai concerti di David Bowie, alla factory del Greenwitch Village anni 80; ma lo potevi geolocalizzare, magari accanto all' amica Orietta Berti, in un mondo piccolo esclusivamente compreso nel triangolo Milano-Lugano-Pantigliate paese/sobborgo al cui codice di avviamento postale aveva dedicato il nome della sua piccola casa editrice.
Nonostante qualche dimenticanza e qualche prospettiva inesatta, la biografia di Tommaso Labranca, l' irregolare degli irregolari, è un lascito necessario per la posterità. Vi sono dieci sue righe illuminanti di Tommaso, stimolato in un' intervista intorno ad un capitolo sulle ipocrisie italiane di un libro che non riuscì mai a scrivere: «Un capitolo sulla società civile, sugli indignati, su coloro che insultano la nazione che li mantiene grazie alle pensioni dei genitori presso cui vivono ancora a 40 anni, su quelli che sono andati a fare la fame all' estero convinti di rientrare così nella fuga dei cervelli. Insomma, tutta la fuffa anonima che passa la giornata al computer nella patetica illusione di essere intelligente, progressista, antagonista». Trash, un cazzo.
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vivavoxnews-blog · 5 years
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Pordenonelegge, la Festa del Libro con gli Autori, per la ventesima volta, dal 18 al 22 settembre
Dal 18 al 22 settembre 2019 si rinnova l’appuntamento con Pordenonelegge (la presentazione nelle foto di Gigi Cozzarin), la Festa del Libro con gli Autori: è la ventesima edizione di una tra le più attese manifestazioni dell’agenda culturale italiana. Un traguardo importante che ci fa pensare di aver lavorato per un buon fine. Come sempre Pordenonelegge cercherà di raccontare, attraverso i libri, il mondo che si agita intorno a noi, a volte con rabbia a volte con una bellezza stupefacente. È questa infatti da sempre la missione del festival: raccontare il mondo, sentire le sue voci, orientare in una realtà a volte sfuggente se non incomprensibile, con l’idea di fondo che i libri siano il luogo dove il sapere si stratifica e si intreccia. Pordenonelegge diventa il luogo di un confronto ampio, vario e senza pregiudiziali: dalla saggistica, all’economia, al linguaggio pop, alle contaminazioni fra musica teatro e letteratura. Un’ultima avvertenza: così come il mondo non si riduce a un unico pensiero, anche il festival avrà diversi percorsi possibili, linee che possono incrociarsi oppure non incontrarsi mai; e quindi i lettori che affolleranno le strade di Pordenone, dovranno cercare nella ricca offerta del programma quel particolare viaggio di dialoghi, incontri e discorsi che formerà l’unico itinerario della propria immaginazione: la “loro” pordenonelegge. La prima notizia è il conferimento a Svetlana Aleksievi del Premio Crédit Agricole FriulAdria La storia in un romanzo, promosso da Crédit Agricole FriulAdria per aver raccontato, con partecipazione e sincerità, il dramma corale di vittime e carnefici della Grande Utopia comunista. Sullo sfondo della tragedia collettiva legata al crollo dell’Unione Sovietica e della problematica nascita di una nuova Russia, Aleksievič ha raccolto le storie di contadini, operai, studenti, intellettuali, nonché dimenticati eroi che non hanno saputo rassegnarsi al tramonto del sole dell’avvenire. Con una particolare attenzione all’epopea delle donne, Aleksievič ci ha fornito uno spaccato della tramontata civiltà comunista, resa viva dal potente dono della scrittura, che permette all’autrice di rendere vibranti e universali le testimonianze raccolte.
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Anche quest’anno a pordenonelegge.it ci saranno grandi nomi della letteratura italiana e internazionale, con un programma che unisce firme consacrate a scrittori esordienti. Innanzitutto, a inaugurare ufficialmente il festival sarà una serata dedicata a un grande amico di Pordenonelegge e della città, lo scrittore Javier Cercas, che ci parlerà della sua vocazione letteraria e dei romanzi che la hanno alimentata. Michela Marzano ci porterà invece dentro una storia dove narrazione e memoria incontrano gli affetti di famiglia; un sortilegio famigliare che conduce alla paura e al sospetto verso ogni forma di desiderio sarà invece protagonista del romanzo di Nadia Terranova. Pietro Spirito esplorerà il fondo del mare, seguendo le tracce lasciate dall’uomo nel corso dei secoli. Giaime Alonge ci condurrà dentro un thriller storico, che affonda nelle colpe e nelle connivenze col nazismo. Tinte gialle o di spy story anche per i romanzi di Andrea Purgatori, ambientato in una Europa piena di intrighi; di Ottavia Casagrande, che racconta, con ritmi alla James Bond, la figura di Raimondo Lanza di Trabia; di Ilaria Tuti con il secondo romanzo dedicato alla sua detective, Teresa Battaglia; e diGiovanni Zanolin, che indaga la misteriosa struttura di potere che governa un pezzo di Nordest. La storia recente sarà protagonista dei libri di Giovanni Pacchiano e diMassimiliano Santarossa, mentre Stefania Auci ci porterà più lontano, nella Sicilia dell’Ottocento sulle tracce della famiglia Florio. Ambientato nei primi mesi del 1907, nel Monastero di San Lazzaro degli Armeni a Venezia, l’esordio di Emanuele Termini. Giallo anche per Annalisa Strada che presta la sua voce ironica a Clotilde Grossi, la sua protagonista investigatrice. Intelligentemente divertente è l’ultimo romanzo di Piersandro Pallavicini, che si prende gioco delle futilità e dei narcisismi dell’ambiente letterario. Mentre Cinzia Leone proporrà un romanzo che, nella gioia della narrazione, rifletterà sull'identità e sulla tolleranza. Giovanni Grasso ci porterà in Germania, negli anni Trenta, per una storia d’amore e ingiustizia sull’importanza di decidere da che parte stare. Corde che riguardano invece da vicino i nostri tempi saranno quelle toccate da Enrico Galiano, attento osservatore di sentimenti e emozioni contemporanei; da Eraldo Affinati che traccerà le relazioni tra educare e vivere; da Ginevra Lamberti con uno spensierato libro sulla morte; da Francesco Mandelli, sui nuovi padri; da Concita De Gregorio con un perturbante romanzo sul potere; da Mauro Covacich che continua a specchiarsi fisicamente e moralmente in sé stesso e nei tempi in cui vive; da Aldo Cazzullo che insieme con Fabrizio Roncone ha scritto un mistery ambientato nella Roma contemporanea; e infine da Chiara Valerio con un vorticante apologo sulla necessità delle ferite quotidiane. Michela Murgia racconterà invece dieci storie di donne anticonformiste, scomode, spesso antipatiche, talentuosissime; e Loreta Minutilli, attraverso la figura di Elena di Sparta, rivendicherà il dritto di tutte le donne di esprimersi non rimanendo imprigionate nel proprio corpo. Francesco Piccolo spiegherà invece come è la formazione di un qualsiasi maschio contemporaneo. Valerio Massimo Manfredi si soffermerà sul sentimento italiano, vita storia e natura di un popolo inimitabile. Michele Zisa racconterà la parabola di un probabile destino del mondo. Matteo Codignola sarà invece il biografo delle vite di grandi tennisti del passato, Fulvio Ervas si soffermerà su una figura importante ma spesso dimenticata nella vita famigliare, il nonno, mentre Piero Vigutto ci porterà nella seconda guerra mondiale tra amore, avventura, amicizia. Pordenonelegge si caratterizza anche per i suoi dialoghi inediti, un modo a volte sorprendente per scoprire aspetti nuovi di un libro, attraverso la vicinanza o il contrasto fra gli interlocutori. Dialogo straordinario, su crimini e criminali, sarà quello fra due re del noir,Gianrico Carofiglio e Giancarlo De Cataldo. Il mondo contemporaneo visto sia nel lavoro che nella famiglia, tra segreti e affetti misconosciuti, sarà al centro delle conversazioni fraEleonora Molisani e Francesco Musolino, caratterizzata da forte taglio sociale e esistenziale; tra Simona Sparaco e Loredana Lipperini, per l’aspetto affettivo e magico; e tra Fabio Geda e Romana Petri, più concentrati su quello che in famiglia non si dice e sugli errori commessi nel passato. Marco Missiroli e Marino Niola dialogheranno sul tema della seduzione, mentre Emanuele Trevi e Alessandro Zaccuri sulle intersezioni tra vita e letteratura. In modo simile, tra letteratura e esperienza, Davide Barilli e Massimo Onofri si chiederanno quanto in ognuno di noi si può definire un’isola. Invece Lorenzo Pavolini eRomolo Bugaro si interrogheranno sull’influenza del passato generazionale sulla vita quotidiana. Giovani che cercano un futuro e una dimensione più autentica di vita saranno i protagonisti del dialogo fra Paolo Valentino e Maura Maioli. Cuori fanatici, amicizia e rapporti epifanici per la conversazione fra Edoardo Albinati e Valeria Parrella. Tra sentimenti e leggerezza si svolgerà il dialogo fra Lorenzo Marone e Cristina Caboni, mentreMirella Serri e Zita Dazzi ci porteranno a conoscere storie di resistenza e libertà. Maria Pia De Conto e Stefano Zangrando dialogheranno su Berlino e il crollo del muro. Massimo Rizzante, Sylvie Richterova e Bozidar Stanisic parleranno dell'esilio ieri e oggi, tra romanzo e saggio. Francesco Pecoraro e Domenico De Masi, da due punti di vista diversi, ci porteranno a conoscere meglio una città al centro di grandi amori e grandi polemiche: Roma. Infine Mauro Corona e Matteo Righetto racconteranno la montagna attraverso una serie di parole che racchiudono un mondo: da Alba a Zuppa. Molto spazio sarà anche riservato alla critica, o alla riflessione sulla letteratura. Lorenzo Tomasin, insieme a Giuseppe Patota, sottolineerà la natura linguistica della stessa nozione di storia. Serena Vitale ci parlerà di un piccolo capolavoro della letteratura russa, Sonecka di Marina Cvetaeva, mentre i Classici contro Alberto Camerotto, Marcella Farioli, Alessandro Iannucci e Massimo Manca si chiederanno come diventare cittadini Europei. Dedicati a Dante e curati da Alberto Casadei, saranno il dialogo fra Chiara Valerio e Alberto Giulianisu infinito e immortalità nell’opera del grande poeta fiorentino e l’incontro con Domenico De Martino sulle parole che Dante ha usato o addirittura inventato. Marco Balzano e Leonardo G. Luccone dialogheranno intorno all’importanza delle parole e al punteggiare rapido e accorto. Giulio Mozzi metterà in pratica il suo recente Oracolo manuale attraverso il colloquio con aspiranti scrittori. Filippo La Porta parlerà invece di un grande critico, Nicola Chiaromonte; mentre Mauro Novelli ci farà viaggiare nelle case dei grandi scrittori italiani. Infine Federico Faloppa ci porterà la sua esperienza in un campo affascinante per natura, quello dell’indicibile varietà linguistica delle popolazioni umane. Continua poi anche quest’anno la preziosa collaborazione tra pordenonelegge e il Premio Campiello Letteratura. Nella serata di apertura sarà presente il vincitore della 57^ edizione del Premio Campiello e un secondo appuntamento sarà invece dedicato al Campiello Giovani, con la partecipazione dei cinque giovanissimi finalisti e di un testimonial d’eccezione. Nuova sarà la presentazione del Premio Gambrinus “Giuseppe Mazzotti”, ponendo in rilievo la sua attenzione per la natura e l’ambiente. Non mancherà l’appuntamento dedicato al Premio Scrivere per Amore, che ampia quest’anno i suoi orizzonti. Infine la felice collaborazione con il Premio Hemingway di Lignano Sabbiadoro avrà un incontro dedicato. Di straordinaria rilevanza è anche la presenza di autori stranieri, perché pordenonelegge da sempre vuole essere un ingranaggio di trasmissione della conoscenza, e aprire finestre sulle realtà più lontane e significative del pianeta. Oltre al già citato Cercas, altri due grandi scrittori verranno dalla penisola iberica, Manuel Vilas, autore del romanzo rivelazione dell’anno, un’autobiografia dolente e sincera, e Ildefonso Falcones, dai folgoranti e documentatissimi romanzi storici. Graditissimo è il ritorno di uno dei più amati scrittori al mondo, l’israelianoDavid Grossman, che parlerà dei rapporti tra letteratura e vita. Quattro tra i migliori giallisti a livello internazionale, saranno protagonisti di altrettanti incontri: i tedeschi Wulf Dorn eSimone Buchholz, l’inglese Stuart Turton, e la canadese Andrée A. Michaud, con le loro storie piene di mistero, enigmi e umanità. Noir anche per Tahar Ben Jelloun che ha creato un personaggio capace di commettere crimini perfetti come quelli del cinema, in una spirale inquietante di bisogno e violenza; e per Sara Shepard che, dopo lo straordinario successo internazionale di Pretty Little Liars, torna in libreria con un nuovo romanzo carico di suspense e mistero. L'autrice francese Marie-Aude Murail ci consegna un’indagine profonda dell’animo umano e dei tempi complessi in cui viviamo, affrontandoli senza tabù e con straordinaria sensibilità. L’irlandese Peter Cunningham ci porterà a conoscere il suo ultimo libro, un’opera potente e sensuale, con scene di guerra brillantemente evocate. Stéphanie Hochet ci condurrà invece sulle tracce del Minotauro, per una sapiente e ironica rivisitazione del mito. Mentre l’olandese Jan Brokken comporrà l'incalzante ritratto di un eroe visionario con il fascino di un Fitzcarraldo, colto e selvatico, passionale e misantropo. Imre Oravecz e David Szalay ci proporranno il primo un romanzo in versi che racconta in 99 istantanee la storia di un amore, e il secondo dodici racconti tenuti insieme dal tema del volo, del viaggio, dell’aria. Dall’est europeo anche la macedone Rumena Buzharovska, con le sue storie di mariti raccontate dalle donne della loro vita, e la slovena Bronja Zakelj. Mentre Timur Vermes, autore di Lui è tornato, immaginerà l’Europa e in particolare la Germania alle prese con politiche sociali che devono fronteggiare ondate di immigrati. Long Litt Woon, antropologa e scrittrice norvegese di origini malesi, con un libro molto particolare ci parlerà di elaborazione del lutto e di funghi. Nordica è anche Hanne Ørstavik che spiegherà quale distanza c’è, non solo tra le persone, ma anche tra ogni persona e sé stessa. Mentre Saskia Vogel, americana che vive a Berlino, debutterà con un romanzo profondamente femminista che racconta la solitudine e il potere. Daniel Saldaña Parìs offrirà uno sguardo sul Messico e sull’America Latina. Concludiamo con lo scrittore ucraino Aleksej Nikitin che ci farà a conoscere, con ironia e profondità, la Kiev sovietica degli anni Ottanta. Non sempre i libri hanno una vocazione verso la fiction. Spesso cerchiamo tra le pagine un senso e un orientamento rispetto a ciò che succede nel nostro tempo. Cospicua a pordenonelegge la presenza di alcuni dei più noti giornalisti italiani: innanzitutto Bruno Vespa, che nei cinquant’anni dall’allunaggio racconterà, da cronista d’eccellenza, questa straordinaria avventura. Beppe Severgnini e Mario Calabresi, in due diversi incontri, ripercorreranno le loro vite a stretto contatto con le notizie, mentre Federico Rampiniracconterà i paesi e i continenti in cui ha vissuto, nella sua vita da nomade globale. Carlo Verdelli ci spiegherà come il problema dell'informazione si conferma essere più che mai cruciale per la nostra democrazia. Ferruccio De Bortoli proporrà una serie di appunti per una riscossa civica, con la convinzione che il nostro paese si salverà. Enzo Risso discuterà della fine delle grandi ideologie alle nuove identità politiche. Intorno all’Europa dialogherannoRenato Mannheimer e Giorgio Pacifici, mentre un altro sondaggista Nando Pagnoncelli ci parlerà di tutte le percezioni sfasate che abbiamo sull’Italia. Più lontano – sulle rotte della via della Seta - ci porteranno invece gli incontri con Alessandro Giraudo, con Antonio Selvaticie il dialogo fra Matteo Bressan e Domitilla Savignoni, un focus per conoscere e approfondire storia, insidie e possibilità di un grande paese come la Cina. PadreAgbonkhianmeghe Orobator, con le sue confessioni di un animista, ha scritto un brillante saggio teologico sul rapporto tra cristianesimo e animismo in Africa; e Ziauddin Yousafzai, padre di Malala Yousafzai presenterà in anteprima il saggio dal titolo Lasciatela volare.Emanuele Bompan e Riccardo Pravettoni, delineeranno invece un Atlante dell’acqua. Le esperienze personali, famigliari e sportive, saranno al centro di altrettanti incontri con Jacopo Fo e Dan Peterson. Grandi avventure umane saranno raccontate anche da Arrigo Sacchi, innovatore del calcio moderno, in dialogo con Luigi Garlando, e da Jan Slangen, comandante delle Frecce tricolori. Marino Bartoletti parlerà del prato del calcio, luogo in cui nascono solide amicizie, per insegnare a grandi e piccoli qual è il vero valore dello sport. La scuola, tra presente e futuro, tra pratiche quotidiane e concrete prospettive di vita, sarà protagonista degli incontri con Daniele Grassucci su cosa succede dopo il ciclo di studi; conMariapia Veladiano, sulle parole della scuola; e con Giovanni Ciot, che propone un ironico vademecum per sopravvivere in un mondo scolastico alla deriva. Di giovani, Europa, lavoro e futuro tratterà il dialogo tra Edoardo Vigna e Fabio Filocamo. Massimo Cirri e Andrea Segrè cercheranno invece di spiegare come si possono evitare gli sprechi per rendere la nostra vita più felice ed economica, mentre Michele Maio ci dirà perché il cancro ha già perso, eFrancesco Cannadoro racconterà la lotta di un padre contro la malattia degenerativa e sconosciuta del figlio. Angelo Floramo si soffermerà sulla sensualità del libro, piccole erranze sensoriali tra manoscritti e libri antichi. Tragico e molto legato al tempo in cui viviamo il tema del saggio di Cristina Cattaneo che cerca di dare un nome ai naufraghi senza volto, alle vittime del Mediterraneo. Sempre il Mediterraneo al centro dell’incontro con Amedeo Fenielloe Alessandro Vanoli che tenteranno di raccontarne la storia in venti oggetti. Emanuela Iacchia ci parlerà invece di un problema diffuso ma spesso sconosciuto, il mutismo selettivo, mentre Fabrizio Barca si soffermerà su disuguaglianze e disagi sociali con lo scopo di abitare di nuovo l’Italia, e Fabio Chiusi ci condurrà in viaggio dentro un mondo in cui i confini fra virtuale e reale tendono a sovrapporsi. Viaggio, ma questo volta molto reale, anche per Luigi Nacci, che ormai da anni fa del camminare una filosofia di vita. Filippo Boni parlerà invece dell’ultimo soldato di Cefalonia, Bruno Bertoldi. Susanna Tartaro, autrice e curatrice radiofonica, entrerà nel vivo di uno dei mezzi di comunicazione più affascinanti, la radio, appunto. Anna Linda Callow si addentrerà nella lingua che visse due volte, l’ebraico. Irene Soave ci parlerà invece di un divertente Galateo per ragazze da marito. Marianna Maiorinospiegherà la sinestesia, fra arte scienza e esoterismo. Fulvio Comin racconterà la storia della nostra città, Pordenone, mentre Francesco Boni de Nobili parlerà dello stemmario di Pordenone. Giuseppe Ragogna si occuperà di come le famiglie possono rinascere, salvate dalla forza di riscatto dei bambini in affido. Monsignor Bruno Fabio Pighin e don Renato De Zan discuteranno delle nuove scoperte sulla storica figura del cardinale Celso Costantini. Mentre Paolo Medeossi ci farà conoscere il Sessantotto friulano e dintorni. Infine Romano Vecchiet, Sara Palluello, Luigi Cantamessa e Giuseppe Morandini dialogheranno intorno alla pedemontana Gemona Sacile e cioè sul romanticismo del viaggio in treno. Molto vicino al tema anche Giuseppe Nogarino che si soffermerà sulle tre ferrovie di Pordenone. Ritorna al festival il Premio di Giornalismo Sportivo Libertas FVG, aperto a tutti i ragazzi delle scuole del FVG, in un incontro con Bruno Pizzul, Manuela Di Centa, Tino Zava, Antonio Simeoli, Alessandro Talotti, Michela Carli, Mauro Baron e Pierpaolo Simonato. La montagna e il rapporto con la natura sono sempre temi privilegiati di pordenonelegge, e anche quest’anno saranno sviluppati con ospiti di eccezione: Alessandro Boscarino ci farà conoscere la storia della montagna impossibile, il K2; Paolo Ascenzi e Alessandro Gognagetteranno luce nuova sul fenomeno dell'alpinismo senza-guida; Leonardo Bizzaro spiegherà come anche i gialli si possono ambientare in alta quota; e infine Alex Cittadella proporrà una breve storia delle Alpi tra clima e meteorologia. Questi incontri sono curati da Luca Calzolarie Roberto Mantovani. Ripercorrendo le montagne della sua vita, Massimiliano Ossini,racconterà l'amore e l'amicizia, le gioie della famiglia e il miracolo della paternità. Daniele Zovi invece ci porterà in giro per l’Italia selvatica: con storie di orsi, lupi e cinghiali. Gabriele Centazzo, Salvatore Giannella, David Monacchi, e Richard Samson Odingoaffronteranno un tema di profonda suggestione: il progetto di creare un’arca immateriale che custodisca i suoni del mondo naturale. Giuseppe Barbera farà un viaggio tra gli alberi da frutto del Mediterraneo, tra scienza e letteratura, mentre Pierluigi Rossi, insieme a Patrizio Roversi, spiegherà che dobbiamo passare dal calcolo delle calorie giornaliere ad una alimentazione sempre più attenta e consapevole. Tra arte e letteratura gli intrecci sono molteplici e pordenonelegge li racconterà. Innanzitutto il critico Flavio Caroli proporrà un elogio della modernità pittorica da Turner a Picasso.Ferdinando Scianna racconterà la sua fotografia, fatta di istanti e luoghi. Mentre Manlio Brusatin ci parlerà del cappello di Leonardo, e cioè comporrà una storia sulla forma delle immagini. Un grande artista, Bernardino Luino, insieme con il critico Roberto Crestiricostruiranno alcune vicende dell’arte dell’ultimo Novecento attraverso la testimonianza dello stesso Luino. Mentre Luigi Molinis racconterà gli aneddoti e le passioni della sua vita da architetto. A contorno della mostra fotografica Cape Town, la seconda città, Letterio Scopelliti, Davide De Blasi e Cécile Kashetu Kyenge parleranno del Sudafrica senza Mandela. Giovanni Callegari e Andrea Simionato illustreranno il fondo fotografico di Gio Batta Sina. Alcuni incontri sono poi riservati al fumetto: Davide Toffolo, in dialogo conAlessandro Baronciani, parlerà di venti anni di graphic novel in Italia; Igort del suo nuovo libro Kokoro, il suono nascosto delle cose; Roberto Battestini proporrà una storia per immagini dove cronaca nera e cronaca familiare si fondono e arrivano al cuore. A pordenonelegge anche l’importante illustratrice francese Rebecca Dautremer, con la storia di Jacominus Gainsborough. E il regista Ferdinando Vicentini Organi, che ha scritto invece 12 racconti corredati da altrettanti frammenti di arte contemporanea. Infine Luca Crovi, accompagnato dalle spettacolari illustrazioni di Paolo Barbieri, dipingerà una Milano fantastica e misteriosa, magica e persino steampunk. Anche quest’anno, Pordenonelegge proporrà una serie di incontri sul tema dell’economia legata all’etica e all’innovazione. Innanzitutto, Stefano Zamagni, ci parlerà di cooperazione di come possa essere spiegata ai millennials. Zamagni sarà anche protagonista di un dialogo con Luigino Bruni, dedicato all’economia civile, e in sostanza al bisogno sentito socialmente di contemperare le regole economiche con le esigenze di un nuovo umanesimo. Anche Jacopo Sforzi e Pier Angelo Mori spiegheranno come funzionano le imprese di comunità e quali sono i loro tratti fondanti. Mentre Antonio Calabrò traccerà le forme di una impresa riformista, con un sistema di valori d'innovazione positiva, attenzione ambientale, solidarietà, responsabilità sociale. Infine Stefano Miani e Riccardo Viale si occuperanno di “finanza comportamentale”. Di straordinario spessore sarà la qualità degli incontri dedicati alla storia, alla scienza e alla filosofia. Innanzitutto, di assoluto interesse sarà il dialogo fra due forti personalità della cultura italiana Alberto Asor Rosa e Massimo Cacciari, intorno a Machiavelli e all’inquietudine dell’umanesimo. Mentre un grande storico, Carlo Ginzburg, proporrà un inatteso accostamento fra lo stesso Machiavelli e Pascal. Corrado Augias leggerà i vangeli come fossero romanzi, mentre Ilaria Simeone ci spiegherà come funzionava la macchina della giustizia che condannava le streghe nel secolo della rivoluzione scientifica. Altrettanto interessanti saranno i dialoghi fra Luciano Mecacci e Luciano Canfora, su una tragedia dimenticata della recente storia russa; fra Elisabetta Moro e Nadia Fusini, sulla forza ancora attuale del mito, e fra Jacques Rupnik e Guido Crainz sulle due Europe dopo il crollo del comunismo. Luciano Canfora sarà protagonista anche di un incontro dedicato a Concetto Marchesi e il comunismo italiano. Alain Touraine sosterrà un elogio della modernità; di altro avviso sarà la provocatoria lezione di Armand Farrachi che si chiederà e ci chiederà perché stiamo diventando sempre più stupidi. Ivano Dionigi ci esorterà a osare di sapere, contro la paura e l’ignoranza. Attraverso lo studio di personalità esemplari, Riccardo Calimani cercherà di spiegare ai non ebrei cosa significa essere ebrei, mentre Mauro Magatti ci parlerà della sfida cattolica e cioè del cristianesimo del futuro. Tre incontri saranno poi dedicati all’amore.Eva Cantarella si soffermerà sull’amore come era percepito dagli antichi, per capire che un sentimento che sembra sempre uguale, in realtà nasconde visioni profondamente diverse.Massimo Recalcati terrà una lezione su il destino dell’amore, chiedendosi quali siano i margini di verità nella promessa degli amanti. La pressante domanda sul perché l’amore finisce, sarà invece al centro del dialogo fra Paolo Crepet e Alessandra Arachi. Giulio Giorello e Pietro Greco porranno in evidenza lo stretto rapporto tra sviluppo economico, politico e culturale e investimento nei saperi scientifici. Fritjof Capra, prendendo le mosse da Leonardo Da Vinci, spiegherà che l’universo è una fitta rete di relazioni e che le piante sono il modello più straordinario di rete che si possa studiare. Francesca Rossi ci illustrerà le novità e i pericoli di uno dei temi più caldi del presente, l’intelligenza artificiale. Anche il matematico Marcus Du Sautoy, maestro riconosciuto della divulgazione, dipanerà il mistero della creatività umana, attraverso le ultime frontiere dell’intelligenza artificiale.Patrizia Caraveo, tra scienza e storia, ripercorrerà la grande impresa che ha portato l’uomo sulla luna. Amedeo Balbi ci aiuterà a capire l’avventura scientifica che ha spinto l’uomo a conoscere e a teorizzare l’universo. Mentre Giacomo Rizzolatti e Corrado Sinigagliaspiegheranno che, grazie ai neuroni specchio, quello di cui facciamo esperienza quando osserviamo gli altri agire non è poi così diverso da quello di cui facciamo esperienza quando agiamo in prima persona. Andrea Moro racconterà le vicende di lingue barbariche e di idiomi ritenuti superiori, per scoprire che conoscere meglio come parliamo può insegnarci molto su chi siamo. Don Luciano Padovese spiegherà come vita serena non dipende mai da grandi eventi, ma dall’impegno di rendere straordinario ogni momento ordinario della propria esistenza. Matteo Venier terrà una lezione sulle Opere edite e inedite di un umanista europeo, Iacopo di Porcia. Mentre Fabiana Martini, Fabiana Nascimben, Francesco Stoppa e Laura Lionettiparleranno della città delle donne, quando la paura dell’altro genera violenza. Beatrice Bonato, Francesca Scaramuzza, Mauro Magatti e Massimo De Bortoli approfondiranno questioni filosofiche e antropologiche: la reciprocità, il riconoscimento, il dispendio e il sacrificio, l’economia del soggetto in rapporto alla verità. Infine Raoul Kirchmayr si interrogherà intorno all’esperienza del vedere che porta a ripensare non solo il che cosa si vedema anche il chi vede. Anche quest’anno, importante sarà la collaborazione con l’Enciclopedia Treccani, sui temi dellaformazione e dell’autoformazione basata sulla conoscenza. Il lavoro dell’Enciclopedia Treccani continua quindi con il suo progetto formativo, Treccani libreria, di cui proponiamo alcuni importanti esiti. Innanzitutto Giuliano Amato proporrà una lectio magistralis dal titoloDavanti a noi l'Europa di Spinelli; Telmo Pievani presenterà Evoluzione culturale di Luigi Luca Cavalli-Sforza. E infine verrà presentata la rivista quadrimestrale Enciclopedia Italiana edita da Treccani, a cura di Emma Giammattei e Vincenzo Trione. Anche per questa edizione 2019 grande spazio occupa la poesia, un vero e proprio “festival nel festival” che non ha paragoni in Italia per qualità degli autori e ricchezza delle proposte, tanto che pordenonelegge è uno degli appuntamenti più attesi a apprezzati dai poeti e dagli appassionati di poesia. Innanzitutto va ricordato il lavoro editoriale di pordenonelegge in collaborazione con l’editore LietoColle, nelle due versioni cartaceo e e-book, e in autonomia solo in versione e-book. Per tale risultato, oltre a Michelangelo Camelliti, che è l’editore LietoColle, si riconoscono i contributi di Augusto Pivanti, valido sostegno per le “Gialle”, e di Roberto Cescon. In particolare per il sesto anno ritorna “La Gialla” con le cinque nuove proposte del 2019, Fabio Prestifilippo, Francesca Ippoliti, Francesca Santucci, Francesco Maria Tipaldi eFrancesco Tripaldi, presentati da Augusto Pivanti e Roberto Cescon: sono opere che offrono esordi o consolidano voci poetiche già note, riunite in una comune intenzione, che è ancora una volta quella di ascoltare voci sincere e di “dare credito alla poesia”. Inoltre per il quarto anno la “Gialla Oro” consacra il nuovo spazio editoriale con cinque autori di grande rilievo nel panorama nazionale e internazionale, Kate Clanchy, Maël Guesdon, Tiziana Cera Rosco,Ivan Crico, Giovanna Rosadini e Paolo Maccari, presentati da Michelangelo Camelliti e Gian Mario Villalta. È la risposta alla richiesta di una partecipazione più ampia e condivisa che nasce nei luoghi dove la scrittura poetica trova una sua casa. Là dove non osano i grandi editori, pordenonelegge si prende la responsabilità di puntare su una poesia che rinnova voce e tematiche della grande poesia straniera. Oltre a tutto questo, due grandi poeti saranno ospiti del festival, il gallese Patrick McGuinness, presentato da Giorgia Sensi, e il turco Metin Cengiz, presentato da Laura Garavaglia. Il luogo privilegiato degli incontri di poesia sarà ancora a Palazzo Gregoris la seguitissimaLibreria della Poesia - realizzata in collaborazione con Librerie Coop - che per il terzo anno di seguito ha riscosso un notevole successo non solo a Pordenone, ma anche al Salone Internazionale del Libro di Torino, dove ormai da anni pordenonelegge propone diversi importanti appuntamenti poetici sotto l’egida della Regione Friuli Venezia Giulia. Moltissimi gli incontri che si succederanno presso la Libreria della poesia, a cominciare da giovedì 20 settembre alle 16.00 con Domenico Cipriano e Gianluca D’Andrea, che dialogheranno sul fare poetico nel nostro tempo e il confronto con la tradizione novecentesca. Milo De Angelis, con Lorenzo Chiuchiù, presenterà Poesia e destino, una delle opere di poetica più significative degli ultimi decenni, di recente ristampato: un’occasione per chiedere a sé stesso quanto di quelle istanze ancora sopravvive. Sempre De Angelis terrà una lezione sul De rerum natura di Lucrezio, di cui ha tradotto alcuni frammenti, con letture di Viviana Nicodemo. Massimo Raffaeli dialogherà sulla letteratura francese e europea con Tommaso Giartosio, proponendo un punto di vista finissimo ed eccentrico, frutto di un lavoro ventennale. Uno sguardo particolare sarà dedicato alla poesia romantica con il Meridiano dedicato all’opera di Keats, curato da Nadia Fusini, e quello dedicato a Hölderlin, ad opera di Luigi Reitani, in un incontro con Maria Carolina Foi e le letture di Tommaso Ragno. Sabato 21 settembreStefano Dal Bianco e Alberto Bertoni dialogheranno sulle direzioni della poesia contemporanea a partire dai loro ultimi libri e sotto la Loggia del Municipio ci sarà un omaggio all’opera di Fabio Pusterla con la proiezione del trailer del documentario realizzato da Francesco Ferri. Due incontri sulla rinnovata lettura di due grandi poeti della modernità, Montale e Leopardi: Ida Campeggiani e Niccolò Scaffai presenteranno l’edizione critica da loro curata de La bufera e altro, mentre Davide Rondoni, che dallo scorso anno promuove suggestive iniziative sul poeta di Recanati, in occasione del bicentenario dell’Infinito, con la sua intelligente capacità seduttiva darà una personale lettura di questo autore. Novità di quest’anno è I poeti di vent’anni. Premio Pordenonelegge Poesia, con il quale pordenonelegge rinnova un’attenzione già consolidata per la poesia, che nel tempo ha saputo sia porre questioni sull’orizzonte di un genere che muta pelle tra le generazioni, sia coinvolgere chi scrive e legge poesia in iniziative di rilievo. In questo caso pordenonelegge continua con immutata passione a cercare il fare poetico che si rinnova, dedicando il premio ai nati dall’1 gennaio 1989 al 31 dicembre 1998. Il vincitore verrà proclamato tra una terna di finalisti, scelti entro il 31 luglio dalla giuria, composta da Roberto Cescon, Azzurra D’Agostino, Tommaso Di Dio, Massimo Gezzi e Franca Mancinelli. L’attenzione di pordenonelegge per i giovani si rivolge inoltre alle scuole superiori con due workshop per il biennio condotti dalla poetessaIsabella Leardini, che spesso ha guidato con successo queste interessanti esperienze. Tra le molte proposte su singole opere uscite nel corso dell’anno o di fresca edizione a settembre, ci saranno: Giardino della gioia di Maria Grazia Calandrone, Sindrome del distacco e tregua di Maurizio Cucchi, Il conoscente di Umberto Fiori, L’alea di Laura Pugno,Belluno di Patrizia Valduga, Alter di Christian Sinicco, Residence cielo di Stefano Simoncelli, Come sarei felice di Tommaso Giartosio, Calende di Elia Malagò. Franco Buffoni presenterà il XIV Quaderno italiano di poesia contemporanea con Pietro Cardelli, Carmen Gallo, Maddalena Lotter e Giovanna Cristina Vivinetto, mentre verranno ancora proposte le nuove plaquettes della collana A27 di Amos Edizioni conStefano Raimondi e Marco Villa, presentati da Sebastiano Gatto, Maddalena Lotter eGiovanni Turra. Vincenzo Bagnoli, Vito Bonito, Fabrizio Lombardo, Vittoriano Masciullo, Marilena Renda, insieme a Giorgia Sensi e Jenny Mitchell, presenteranno l’ultimo numero della rivista Versodove, che da più di vent’anni si occupa di letteratura e delle sue contaminazioni con altre arti. Non poteva mancare a pordenonelegge l’attenzione per la poesia nelle lingue minori, a cominciare dalla presenza del rinnovato Premio Giuseppe Malattia della Vallata e del Premio Pierluigi Cappello con Roberto Piumini e Emilio Rentocchini, e il vincitore del premio Malattia. Presenta Christian Sinicco; commento musicale di Erika eGianni Fassetta. Giovedì 19 settembre sotto la Loggia del Municipio ci saranno due appuntamenti dedicati alla poesia di Federico Tavan: una intensa lettura di Alessandro Mezzena Lona e un dialogo tra Mauro Corona, Pier Gaspardo, Federica Guerra e Viviana Piccolo ci restituiranno lo stupito stare nel mondo di questo autore così desideroso di vita. E come dimenticare le letture poetiche, a cominciare dai due incontri di mercoledì 18 sui Nuovi libri di poesia con Maurizio Benedetti, Fabio Franzin, Ferruccio Giaccherini, Andrea Longega, Luigi Natale, Claudio Pasi, Francesca Piovesan e Lino Roncali, fino alle classiche letture serali di venerdì 20 e domenica 22 alle 21 sotto la Loggia del Municipio conFranco Buffoni, Pietro Cardelli, Valentina Colonna, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis,Umberto Fiori, Carmen Gallo, Tommaso Giartosio, Cristiano Poletti, Fabio Pusterla,Stefano Simoncelli e Giovanna Cristina Vivinetto. Nella Libreria della Poesia domenica 22, per tutto l’arco della giornata, sarà presente La tua voce poetica, uno spazio dove chiunque potrà leggere una poesia e visualizzare la propria voce in un grafico. Si immagini per segnalibro, o come salvaschermo del cellulare, un po’ per scherzo o molto sul serio, il disegno che l’Infinito di Leopardi ha prodotto con la propria voce. L’iniziativa, ideata da Valentina Colonna con il supporto di Mikka Petris, fa parte di VIP – Voices of Italian Poets, un archivio sonoro, accessibile a tutti, che raccoglie le letture originali degli autori del Novecento e quelle di testi editi e inediti di poeti contemporanei. Parte quest’anno un nuovo progetto 7 parole per i prossimi vent’anni, che si fonda su una idea semplice quanto autentica: pordenonelegge per venti anni ha giocato intorno alle parole, proponendole, raccontandole, eludendole a volte, lasciando che sedimentassero nella coscienza di chi seguiva gli incontri. Queste parole sono diventate come costellazioni piene di significato che ci hanno accompagnato, permettendoci di capire meglio il mondo in cui viviamo, o dandoci un concreto orientamento per le scelte di vita quotidiane. Cosa di meglio allora, per festeggiare i venti anni, che fare il punto sulle parole che ci hanno fornito le chiavi del presente, e provare a immaginare quali saranno le parole che decreteranno il nostro futuro. Sessualità, paura, musica, razza, mito, amicizia e bellezza saranno le sette parole che troveranno come interpreti, con dialoghi e lezioni magistrali, Antonia Arslan, Guido Barbujani, Carlo Boccadoro, Marcello Fois, Nadia Fusini, Franco La Cecla, Beatrice Masini, Elisabetta Moro, Lucetta Scaraffia e Simona Vinci. Parole in scena. La letteratura spesso si intreccia con la voce viva degli attori e con il calore del palcoscenico. Innanzitutto, straordinaria sarà la presenza di un uomo che ha fatto la storia della televisione in Italia, Pippo Baudo, che ci racconterà il dietro le quinte della sua memorabile carriera. Ricordi dal palcoscenico anche un per altro mostro sacro del teatro italiano, Umberto Orsini, e per una presenza televisiva molto amata dal pubblico, Rita Dalla Chiesa. Un altro protagonista del piccolo schermo, Massimo Giletti, ci farà conoscere la storia delle sorelle Napoli, che non si arrendono alla mafia. Francesco Guccini presenterà invece il suo ultimo libro, Tralummescuro. Angelo Guglielmi proporrà un piccolo breviario laico, costituito di ricordi autobiografici, giudizi e considerazioni sulla letteratura. Enrico Vanzina parlerà invece del legame quasi simbiotico che aveva tenuto stretto al fratello Carlo. Mentre Marta Perego racconterà le grandi donne del cinema. Pino Roveredo e Ornella Vanoni daranno vita a un dialogo inedito intorno alla storia di una donna al capezzale del marito che l’ha umiliata e offesa. Michele Santeramo offrirà una lettura scenica da lui stesso interpretata intitolata “Leonardo da Vinci - L’Opera nascosta”. Telmo Pievani, insieme allaBanda Osiris, proporrà uno spettacolo tra scienza e affabulazione. Stefano Benni darà vita a uno straordinario e divertente reading con musica, tratto dal suo ultimo libro. Lino Guanciale,Cecilia Dazzi e Federico Bonadonna ci porteranno a conoscere l’innocenza del male. MentreMaurizio De Giovanni proporrà un reading, con musiche di Marco Zurzolo, dedicato all’ultimo romanzo sul commissario Ricciardi. Claudia Contin Arlecchino, Daniele Cortesi, Gigio Brunello, Marianna Fernetich e Clelia Falletti Cruciani ci parleranno invece dei tanti linguaggi di “Arlecchinia”. Infine Margherita Corsi e Masolino D'Amico dialogheranno su una serie di grande successo, Victoria, giunta alla terza stagione. Incontri legati alla musicasaranno quelli con Michele Campanella che racconterà pensieri e divagazioni di un musicista fuori dal coro, Margherita Canale e Giorgia Malagò parleranno invece delle lettere e dei documenti del grande compositore Giuseppe Tartini accompagnati dai musicisti Uendi Keka e Adelajd Zhuri. Mentre altri incontri saranno invece legati alla comicità, quello con Gino e Michele, a quasi trent’anni dalla nascita (e a nove dall’ultima uscita), ecco una nuova puntata della saga comica più famosa d’Italia, quella delle Formiche; e quello con Natalino Balasso eMassimo Cirri, per Carnediromanzo, il rave letterario che infiamma ormai da dieci anni la notte di pordenonelegge. Infine, I Papu saranno protagonisti dell’imperdibile happeningpordenoneffettivamentelegge. Due momenti saranno dedicati agli studenti delle scuole superiori del territorio: le letture della Pagina più bella degli ultimi vent’anni, e il progetto di pubblica lettura del liceo Leo-Major, Cosa è e dove va l’autofiction. Grazie alla consueta collaborazione con Cinemazero, diversi gli appuntamenti dedicati alcinema e alla letteratura, curati da Elisabetta Pieretto e Alessandro Venier. Innanzitutto, partirà l’iniziativa I film che ho letto (...e i libri che vorrei vedere) che si snoderà in una serie di incontri, condotti da Dario Zonta ed Enrico Magrelli, che vedranno come protagonistiStefano Fresi e Velia Santella. Non mancheranno le consuete premiazioni di Scrivere di Cinema Premio Alberto Farassino, il concorso nazionale di critica cinematografica rivolto ai giovani promosso da Fondazione pordenonelegge.it, Cinemazero, il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani e MYmovies, dove si conosceranno i vincitori scelti dalla giuria composta da Enrico Magrelli, Giorgio Viaro, Adriano De Grandis e Viola Farassino, e per il quale sono in palio una collaborazione con le redazioni di MYmovies.it, Minima&Moralia e la partecipazione al Far East Film Festival. Read the full article
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rossorubinotv · 4 years
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La stagione si inaugura l’8 e il 9 novembre sotto il segno della comicità, quella esilarante e surreale di Paolo Migone in Completamente Spettinato, per continuare con quella ironica e sui generis di Drusilla Foer con Venere Nemica. Lo spettacolo, con la regia di Dimitri Milopulos, è una rivisitazione strapparisate ispirata alla fiaba di Amore e Psiche di Apuleio: Drusilla è Venere, Dea immortale quindi ancora oggi esistente, vive… a Parigi (13 dicembre). Divertimento e spietata verità anche con Alessandro Riccio e Gaia Nanni in Bestiario Contemporaneo: la coppia di attori fiorentini è andata a ricercare esempi di umana bestialità nei luoghi di tutti i giorni, analizzando con tenace vena ironica l’infelice condizione della società contemporanea (dal 10 al 15 marzo).
Fiore all’occhiello, tout public, della stagione è la Nuova Barberia Carloni di Mario Gumina, con Teatro Necessario. Lo spettacolo ricrea l’atmosfera di mezzo secolo fa, quando la barberia era il luogo di ritrovo preferito dai signori, un posto dove discutere di affari e idee, bere caffè, ascoltare musica ma anche aneddoti e consigli del fidato barbiere. Vincitore del premio Eolo 2011, principale riconoscimento italiano per la ricerca nel teatro ragazzi, è stato ospite del Festival international de l’humour, a Cossé-le-Vivien, in Francia, nel 2018 e ha partecipato nel 2014 al Festival internazionale del teatro per bambini ad Haifa, in Israele (2 febbraio).
Altro vincitore del premio Eolo 2019 (due volte vincitore al Festebà di Ferrara) è Luigi d’Elia. Attore, scrittore, regista e costruttore di scene, si aggiudica l’Eolo con lo spettacolo Zanna Bianca di Francesco Niccolini, lo scrittore e drammaturgo con cui ha stretto un sodalizio artistico che dura da dieci anni in un’intensa ricerca sul racconto della natura. Il lavoro è un omaggio selvaggio e passionale a Jack London, ai lupi, al Grande Nord e all’antica infanzia del mondo (22 Novembre).
Attiva nel campo della ricerca teatrale con contaminazioni dalla danza contemporanea e dalla Performing Art, Chiara Bersani – vincitrice premio UBU 2018 come miglior performer under 35 – presenterà Seeking Unicorns. Un assolo inedito per l’artista piacentina, che da anni si interessa al significato politico dei corpi e porta in scena una creatura meravigliosa e visionaria, ironica e conturbante (1 febbraio). Altra figura di spicco della stagione è Mariangela Gualtieri. Voce appassionata del nostro presente e definita una delle maggiori poetesse viventi, con lo spettacolo Bello Mondo ci propone un rito sonoro catartico e rigenerante di celebrazione della vita (27 marzo). Ciclo “I capolavori” e produzioni Archètipo
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Dopo il De rerum natura di Lucrezio, il ciclo “I capolavori”, una produzione Archètipo, dedica un omaggio a Gustave Flaubert (1821-1880) a 140 anni dalla morte, con Madame Bovary, impareggiabile grande classico riletto da voci innovative di autori contemporanei: Lucrezia Guidone e Ivan Alovisio (8 febbraio), Alessandra Bedino con Rosario Campisi (15 febbraio), Daria Deflorian e Antonio Tagliarini (29 febbraio). Sempre con produzione Archètipo, due importanti mise en scène: Riccardo Massai alla regia di Istruzioni X razzisti un gioco teatrale per riflettere (30 novembre, per la Festa della Toscana); lo spettacolo di Franco Camarlinghi Vecchi muri e nuovi muri a trent’anni dalla caduta del muro di Berlino (18 gennaio).
Riccardo Massai, Francesco Casini, Eleonora Francois
Effetto Placebo | Teatro come Differenza La rassegna torna con una serie di spettacoli per e con i “dimenticati”, con gli occhi ben aperti sui margini della nostra società. Formato dalle compagnie Arte in corso, Es teatro, Arbus, Isole comprese Teatro, Teatro come Differenza nasce nel 2013 da un’idea di Alessandro Fantechi, attore regista e “agitatore” teatrale fiorentino, pioniere del lavoro sul sociale. In seguito alla sua recente scomparsa, Isole comprese Teatro, compagnia di cui Fantechi fu fondatore, presenta il lavoro di Marco Toloni ed Elena Turchi, E dove vivi adesso? (15 novembre). A seguire: lo spettacolo di Alessandro Garzella Canto d’amore alla follia frutto di un percorso pluriennale volto a valorizzare l’espressione del disagio e della marginalità, in scena dialoghi fulminanti, fisicità, erotismo (6 dicembre); il laboratorio il teatro è azione parlata, di e con Alessandra Bedino, indirizzato alle persone in carico ai servizi di salute mentale della USL Toscana Centro (19 dicembre); il convegno Contami in Azioni sulla drammaturgia nel teatro sociale (27 febbraio) e Interrogatorio a Maria di Giovanni Testori con la regia di Paolo Biribò e Marco Toloni (dal 3 al 5 aprile).
Nuove generazioni Particolarmente attesi gli appuntamenti con i giovani autori italiani: Salvo di e con William Pagano che sceglie come ambientazione la China Town di Prato (22 febbraio); Marco Bartolini giovane drammaturgo fiorentino che racconta Amedeo Modigliani in Modigliani, oltre il velo, primo studio dall’esperienza della residenza Archètipo (24 gennaio); Daniela D’Argenio Donati in Effetto Papageno di Sofia Bolognini, Michele Panella e D. D’Argenio Donati (7 marzo).
Progetto Piccoli Il programma dedica uno spazio privilegiato al pubblico dei piccoli: da annotare per la delicatezza Il cacciatore di sogni spettacolo di luci, ombre e musiche originali di Olimpia Bogazzi e Khaliurrahman Nanang (15 dicembre); Ida, la signora della fermata del bus di e con Simona Gambaro (16 febbraio) e Miniminiature spettacolo di educazione alla musica con Arnolfo Borsacchi e Pier Elisa Campus (29 marzo).
Il decalogo del diciottenne: la maggiore età.
1. Fare teatro per divertire (Migone, Drusilla, Riccio e il Teatro Necessario) 2. Fare teatro per far riflettere (d’Elia, Niccolini, Gualtieri e Bersani – Premio Ubu 2018) 3. Fare teatro per educare le coscienze all’impegno civile: contro le forme di razzismo che stanno offuscando i nostri giorni (Istruzioni x razzisti); contro i muri che stanno ri-sorgendo intorno a noi (Vecchi muri e nuovi muri, scritto dall’amico Franco Camarlinghi, perché è importante dar voce alle grandi voci di intellettuali che abbiamo) 4. Fare teatro per perseguire bellezza: Madame Bovary (con grandi interpreti: Guidone e Alovisio; Deflorian e Tagliarini; Bedino e Campisi) 5. Fare teatro per dar voce ai giovani: (Pagano, Bartolini, Zanoncelli, Bolognini, D’Argenio Donati) 6. Fare teatro per dar voce al territorio: Se l’arte tocca il cuore, Omaggio a Marcello Guasti 7. Fare teatro per formare pubblico: rassegna Progetto Piccoli 8. Fare teatro come impegno sociale: rassegna Effetto Placebo 9. Fare teatro per ricercare e affrontare sfide sempre nuove e maggiori e per arricchire/rmi di cultura 10. Fare teatro per … : “Buongiorno, sono un fan del vostro teatro ed ho seguito con interesse le stagioni passate, in particolar modo La recherche e De rerum. Da qualche anticipazione ho saputo che nella stagione prossima a venire il Vostro lavoro si concentra anche su Madame Bovary. Dato che dovrei urgentemente fissare dei viaggi all’estero, e non vorrei perdere gli spettacoli, Vi chiedo se sia possibile sapere qualche data al fine di poter pianificare i miei spostamenti. Grazie ancora per il lavoro che fate con passione. Cordiali saluti – (lettera firmata)”
  Queste sono ricompense di diciotto anni di lavoro sul territorio, sono frutti maturati di una maggiore età raggiunta.
“Il cartellone del Teatro comunale di Antella – commenta il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini – ancora una volta si dimostra all’altezza delle aspettative. La programmazione pensata e proposta dal direttore artistico Riccardo Massai, a cui va il mio sincero ringraziamento, anche quest’anno è di altissima qualità. Si dà seguito a una tradizione all’insegna dell’eccellenza, con spettacoli e iniziative in grado di richiamare un pubblico eterogeneo, preparato ed esigente. Il Teatro è uno dei fiori all’occhiello del nostro territorio ma sta acquistando una centralità sempre maggiore a livello metropolitano. Nuovo impulso in questo senso arriverà a breve con il progetto del ‘Vagone della Vedova Begbik’, una carrozza ferroviaria in arrivo tra pochi giorni che consentirà di recuperare la resede esterna del Teatro e ampliarne ancora l’offerta culturale”.
La stagione 2019/2020 è realizzata con il sostegno di Ministero per i beni e le attività culturali e del turismo, Regione Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Comune di Bagno a Ripoli, Unicoop Firenze, Firenze dei Teatri, Rat.
Teatro Comunale di Antella Via Montisoni 10, Bagno a Ripoli – Firenze Tel. 055 621894 [email protected] http://www.archetipoac.it
Paolo Migone, Drusilla Foer, Luigi D’Elia, Chiara Bersani, Mariangela Gualtieri, Mario Gumina, Alessandro Riccio e tanti altri ospiti. Per il ciclo “I capolavori” omaggio a Flaubert con letture di Madame Bovary VIDEO QUI 👇 La stagione si inaugura l’8 e il 9 novembre sotto il segno della comicità, quella esilarante e surreale di…
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italianaradio · 5 years
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Giornate FAI d’Autunno: vario e stimolante il programma delle tappe calabresi
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Giornate FAI d’Autunno: vario e stimolante il programma delle tappe calabresi
Giornate FAI d’Autunno: vario e stimolante il programma delle tappe calabresi
Le Giornate FAI d’Autunno compiono otto anni e sono sempre in crescita come offerta e presenza sul territorio. Sono giovani perché animate e promosse proprio dai Gruppi FAI Giovani, che anche per quest’edizione hanno individuato itinerari tematici e aperture speciali che permetteranno di scoprire luoghi insoliti e straordinari in tutto il Paese. Un weekend unico, irrepetibile, che sabato 12 e domenica 13 ottobre 2019 toccherà 260 città, coinvolte a sostegno della campagna di raccolta fondi del FAI – Fondo Ambiente Italiano “Ricordati di salvare l’Italia”, attiva a ottobre. Due giorni per sfidare la capacità degli italiani di stupirsi e cogliere lo splendore del territorio che ci circonda, invitando alla scoperta di 700 luoghi in tutta Italia, selezionati perché speciali, curiosi, originali o bellissimi. Saranno tantissimi i giovani del FAI ad accompagnare gli italiani lungo i percorsi tematici espressamente ideati per l’occasione. Itinerari a tema, da percorrere per intero o in parte, che vedranno l’apertura di palazzi, chiese, castelli, aree archeologiche, giardini, architetture industriali, bunker e rifugi antiaerei, botteghe artigiane, musei e interi borghi. Le Giornate FAI d’Autunno sono, quindi, il risultato della forza e dell’entusiasmo delle nuove generazioni, simbolicamente incarnata in quel giovane che, duecento anni fa, a ventun anni, scrisse i versi immortali dell’Infinito: Giacomo Leopardi. Per questo l’edizione 2019 è dedicata a lui e alla sua poesia, patrimonio collettivo della cultura italiana. Ogni visita prevede un contributo facoltativo, preferibilmente da 2 a 5 euro, a sostegno dell’attività della Fondazione. Durante le Giornate FAI d’Autunno in via eccezionale anche i Beni FAI saranno accessibili a contributo facoltativo. Per gli iscritti FAI e per chi si iscriverà per la prima volta – a questi ultimi sarà dedicata la quota agevolata di 29 euro anziché 39 – saranno riservate aperture straordinarie, accessi prioritari, attività ed eventi speciali in molte città. La quota agevolata varrà anche per chi si iscriverà per la prima volta tramite il sito www.fondoambiente.it dal 1° al 20 ottobre. L’ottava edizione delle Giornate FAI d’Autunno si svolge con il Patrocinio della Commissione europea, del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, di tutte le Regioni e le Province Autonome italiane e di Responsabilità Sociale Rai. Con la media partnership di TG1, RAI TGR, RAINEWS24, che assicureranno ampia informazione e una copertura capillare. Si ringraziano, infine, Regione Lazio, Regione Lombardia, Regione Puglia, Provincia Autonoma di Trento, Fondazione Carical e Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia per il contributo concesso. Il Fondo Ambiente Italiano è impegnato nella riuscita dell’evento con 125 Delegazioni, 94 Gruppi FAI, 94 Gruppi FAI Giovani e 2 Gruppi FAI ponte tra culture. Ad affiancarli, nell’accogliere e accompagnare i visitatori, ci saranno 5.000 Apprendisti Ciceroni, studenti della scuola di ogni ordine e grado che hanno scelto con i loro docenti di partecipare nell’anno scolastico a un progetto formativo di cittadinanza attiva, un’iniziativa lanciata dal FAI nel 1996, che coinvolge ogni anno studenti felici di poter vivere e raccontare da protagonisti, anche solo per un giorno, le meraviglie del loro territorio. Itinerari e aperture in Calabria Il gruppo giovani di Catanzaro invita a visitare il territorio di Maida nell’itinerario Rievocando la storia: tra antiche suggestioni contadine e signorili palazzi d’epoca. Un luogo ricco di storia, come testimoniano i suoi Palazzi, in particolare quelli sorti tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento. Maida è anche nota per la sua antica tradizione rurale. Si segnala a Vena di Maida la mostra permanente legata alle tradizioni arbëreshë e contadine locali. 11 aperture: Castello Normanno, Chiesa di Santa Maria Cattolica, Chiesa di San Nicola de Latinis, Chiesa di Gesù e Maria e Convento dei Padri Minimi, Laura Basiliana, Palazzo Farao, Palazzo Vitale, Palazzo Ciriaco, Palazzo Romeo, Arco di Sant’Antonio. Il gruppo giovani di Vibo Valentia con l’itinerario Mongiana: antica sintesi di industria e natura propone una visita nel cuore delle tradizioni montane del comprensorio delle Serre, per scoprire un territorio ricco di risorse naturali, di storia di eccellenza, di uomini che hanno benevolmente segnato lo sviluppo ed il destino di questo borgo. Un’occasione per compiere un viaggio nella storia dell’eccellenza siderurgica calabrese di età borbonica ma anche nella biodiversità che caratterizza e impreziosisce la nostra regione. 3 aperture: Fabbrica d’Armi Borbonica, Reali Ferriere, Parco di Villa Vittoria Dal Bocs Museum ai Bocs Art : contaminazioni artistiche nel centro storico è l’itinerario proposto dal gruppo giovani di Cosenza alla scoperta del quartiere della creatività alle porte del centro storico della città bruzia composto da 27 studio-box, in cui vengono ospitati in residenza artisti e intellettuali contemporanei, che nel corso della loro permanenza realizzano opere che vengono poi conservate ed esposte presso il BoCs Art Museum. 3 aperture: Complesso di San Domenico, Bocs Art Museum, Bocs Art Residenze Artistiche. Il gruppo giovani di Reggio Calabria presenta l’itinerario Palazzo Alvaro: uno scrigno pieno di tesori. Palazzo Corrado Alvaro è un monumento di particolare rilievo storico-artistico, non solo per via della sua magnificente architettura eclettica, ma anche perché custodisce al suo interno opere d’arte di grande interesse dei maggiori artisti reggini e calabresi dell’epoca quali Francesco Jerace, Giuseppe Renda, Giuseppe Benassai e Alessandro Monteleone. 1 apertura: Palazzo Alvaro Il gruppo giovani Locride e Piana propone l’itinerario Belle Époque e liberty a Gioiosa Jonica: architetture e protagonisti tra ‘800 e ‘900 e una mostra sul Liberty di fine ‘800 e inizio ‘900 a Gioiosa Ionica. 7 le aperture che daranno conto dell’importante fioritura artistica a Gioiosa Ionica a cavallo tra XIX e XX secolo: Palazzo dei baroni Macrì, Casina dei nobili, Piazza Plebiscito, Piazza Vittorio Veneto, Palazzo Macrì in Via Amaduri, Palazzo Greco, Oratorio confraternale di Maria Santissima Addolorata. Le Giornate d’Autunno costituiranno un’occasione speciale per visitare la Riserva naturale biogenetica dei Giganti della Sila, unico bene FAI in Calabria, in località Croce di Magara, nel comune di Spezzano della Sila. Nell’area si conservano alberi alti fino a 45 metri, dal tronco largo 2 e dall’età straordinaria di 350 anni, testimoni delle antiche selve silane. Un bosco ultracentenario con oltre 60 esemplari di pini larici e aceri montani piantati nel XVII secolo dai Baroni Mollo.
Le Giornate FAI d’Autunno compiono otto anni e sono sempre in crescita come offerta e presenza sul territorio. Sono giovani perché animate e promosse proprio dai Gruppi FAI Giovani, che anche per quest’edizione hanno individuato itinerari tematici e aperture speciali che permetteranno di scoprire luoghi insoliti e straordinari in tutto il Paese. Un weekend unico, irrepetibile, che sabato 12 e domenica 13 ottobre 2019 toccherà 260 città, coinvolte a sostegno della campagna di raccolta fondi del FAI – Fondo Ambiente Italiano “Ricordati di salvare l’Italia”, attiva a ottobre. Due giorni per sfidare la capacità degli italiani di stupirsi e cogliere lo splendore del territorio che ci circonda, invitando alla scoperta di 700 luoghi in tutta Italia, selezionati perché speciali, curiosi, originali o bellissimi. Saranno tantissimi i giovani del FAI ad accompagnare gli italiani lungo i percorsi tematici espressamente ideati per l’occasione. Itinerari a tema, da percorrere per intero o in parte, che vedranno l’apertura di palazzi, chiese, castelli, aree archeologiche, giardini, architetture industriali, bunker e rifugi antiaerei, botteghe artigiane, musei e interi borghi. Le Giornate FAI d’Autunno sono, quindi, il risultato della forza e dell’entusiasmo delle nuove generazioni, simbolicamente incarnata in quel giovane che, duecento anni fa, a ventun anni, scrisse i versi immortali dell’Infinito: Giacomo Leopardi. Per questo l’edizione 2019 è dedicata a lui e alla sua poesia, patrimonio collettivo della cultura italiana. Ogni visita prevede un contributo facoltativo, preferibilmente da 2 a 5 euro, a sostegno dell’attività della Fondazione. Durante le Giornate FAI d’Autunno in via eccezionale anche i Beni FAI saranno accessibili a contributo facoltativo. Per gli iscritti FAI e per chi si iscriverà per la prima volta – a questi ultimi sarà dedicata la quota agevolata di 29 euro anziché 39 – saranno riservate aperture straordinarie, accessi prioritari, attività ed eventi speciali in molte città. La quota agevolata varrà anche per chi si iscriverà per la prima volta tramite il sito www.fondoambiente.it dal 1° al 20 ottobre. L’ottava edizione delle Giornate FAI d’Autunno si svolge con il Patrocinio della Commissione europea, del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, di tutte le Regioni e le Province Autonome italiane e di Responsabilità Sociale Rai. Con la media partnership di TG1, RAI TGR, RAINEWS24, che assicureranno ampia informazione e una copertura capillare. Si ringraziano, infine, Regione Lazio, Regione Lombardia, Regione Puglia, Provincia Autonoma di Trento, Fondazione Carical e Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia per il contributo concesso. Il Fondo Ambiente Italiano è impegnato nella riuscita dell’evento con 125 Delegazioni, 94 Gruppi FAI, 94 Gruppi FAI Giovani e 2 Gruppi FAI ponte tra culture. Ad affiancarli, nell’accogliere e accompagnare i visitatori, ci saranno 5.000 Apprendisti Ciceroni, studenti della scuola di ogni ordine e grado che hanno scelto con i loro docenti di partecipare nell’anno scolastico a un progetto formativo di cittadinanza attiva, un’iniziativa lanciata dal FAI nel 1996, che coinvolge ogni anno studenti felici di poter vivere e raccontare da protagonisti, anche solo per un giorno, le meraviglie del loro territorio. Itinerari e aperture in Calabria Il gruppo giovani di Catanzaro invita a visitare il territorio di Maida nell’itinerario Rievocando la storia: tra antiche suggestioni contadine e signorili palazzi d’epoca. Un luogo ricco di storia, come testimoniano i suoi Palazzi, in particolare quelli sorti tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento. Maida è anche nota per la sua antica tradizione rurale. Si segnala a Vena di Maida la mostra permanente legata alle tradizioni arbëreshë e contadine locali. 11 aperture: Castello Normanno, Chiesa di Santa Maria Cattolica, Chiesa di San Nicola de Latinis, Chiesa di Gesù e Maria e Convento dei Padri Minimi, Laura Basiliana, Palazzo Farao, Palazzo Vitale, Palazzo Ciriaco, Palazzo Romeo, Arco di Sant’Antonio. Il gruppo giovani di Vibo Valentia con l’itinerario Mongiana: antica sintesi di industria e natura propone una visita nel cuore delle tradizioni montane del comprensorio delle Serre, per scoprire un territorio ricco di risorse naturali, di storia di eccellenza, di uomini che hanno benevolmente segnato lo sviluppo ed il destino di questo borgo. Un’occasione per compiere un viaggio nella storia dell’eccellenza siderurgica calabrese di età borbonica ma anche nella biodiversità che caratterizza e impreziosisce la nostra regione. 3 aperture: Fabbrica d’Armi Borbonica, Reali Ferriere, Parco di Villa Vittoria Dal Bocs Museum ai Bocs Art : contaminazioni artistiche nel centro storico è l’itinerario proposto dal gruppo giovani di Cosenza alla scoperta del quartiere della creatività alle porte del centro storico della città bruzia composto da 27 studio-box, in cui vengono ospitati in residenza artisti e intellettuali contemporanei, che nel corso della loro permanenza realizzano opere che vengono poi conservate ed esposte presso il BoCs Art Museum. 3 aperture: Complesso di San Domenico, Bocs Art Museum, Bocs Art Residenze Artistiche. Il gruppo giovani di Reggio Calabria presenta l’itinerario Palazzo Alvaro: uno scrigno pieno di tesori. Palazzo Corrado Alvaro è un monumento di particolare rilievo storico-artistico, non solo per via della sua magnificente architettura eclettica, ma anche perché custodisce al suo interno opere d’arte di grande interesse dei maggiori artisti reggini e calabresi dell’epoca quali Francesco Jerace, Giuseppe Renda, Giuseppe Benassai e Alessandro Monteleone. 1 apertura: Palazzo Alvaro Il gruppo giovani Locride e Piana propone l’itinerario Belle Époque e liberty a Gioiosa Jonica: architetture e protagonisti tra ‘800 e ‘900 e una mostra sul Liberty di fine ‘800 e inizio ‘900 a Gioiosa Ionica. 7 le aperture che daranno conto dell’importante fioritura artistica a Gioiosa Ionica a cavallo tra XIX e XX secolo: Palazzo dei baroni Macrì, Casina dei nobili, Piazza Plebiscito, Piazza Vittorio Veneto, Palazzo Macrì in Via Amaduri, Palazzo Greco, Oratorio confraternale di Maria Santissima Addolorata. Le Giornate d’Autunno costituiranno un’occasione speciale per visitare la Riserva naturale biogenetica dei Giganti della Sila, unico bene FAI in Calabria, in località Croce di Magara, nel comune di Spezzano della Sila. Nell’area si conservano alberi alti fino a 45 metri, dal tronco largo 2 e dall’età straordinaria di 350 anni, testimoni delle antiche selve silane. Un bosco ultracentenario con oltre 60 esemplari di pini larici e aceri montani piantati nel XVII secolo dai Baroni Mollo.
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gregor-samsung · 24 days
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" Carlo si arruolò in convento con il sogno pio di divenire papa, papa Carlo, senza primo o secondo, papa Carlo e basta, pontefice della religione, pioniere di un papato incorruttibile e vicino al senso cristiano della vita. Dopo pochi mesi Carlo già primeggiava in ogni disciplina, era terzo in latino, quarto in geografia, ottavo in preghiera a corpo libero, diciassettesimo al salto della cavallina, trentaduesimo al giro delle Fiandre, secondo in goliardia, sesto in condotta, novantaquattresimo in letteratura e settimo nelle opere buone. Tutti parlavano di Carlo, si chiedevano di come potesse eccellere in tutte le discipline, qualcuno sospettava doping e vennero prelevate le urine notturne di Carlo per sottoporle ai test pertinenti.
Le prodigiose urine erano ghiacciate, una granatina di cristalli a trenta gradi sotto lo zero, un escremento cetaceo con una temperatura corporea vicina a quelle norvegesi. Dopo un solo anno Carlo era pretore, eccelleva in diritto e in dovere, scriveva testi di esegetica e continuava a primeggiare in tutte le discipline: quarto in pesca trotacea, diciottesimo al salto triplo, ventunesimo in fioretto cattolico, settantatreesimo in toponomastica e terzo in preghiera con rito rigido. Dopo un anno e due mesi Carlo era arcivescovo di tutte le scozie, eccelleva e basta, senza bisogno di elencarne le vittorie che non sono poche: quinto al Tour, sesto a Stoccolma, ottavo a San Sebastian, centotrentaduesimo sul Tourmalet ecc. ecc. Dopo tre anni Carlo era papa, la fumata era bianca ma Carlo era più bianco della fumata, fumava tutto il vaticano e la cortina nascondeva il pontefice che appariva squarciandola come visione francese. Fumava bene Carlo, spezzava le sigarette, le porgeva ai suoi discepoli e le arricchiva. Il sesto giorno di pontificato Carlo, non vedendo più nulla, proibì il fumo e Roma tornò a respirare. "
Antonio Rezza, Non cogito ergo digito (romanzo a più pretese), La nave di Teseo (collana i Delfini, n° 62), 2019; prima edizione: Bompiani, 1998. [ Libro elettronico ]
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francolaratta · 7 years
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L'ha detto veramente! "Voglio usare le parole dei uno dei più grandi intellettuali contemporanei italiani, Checco Zalone. In un suo film ascoltava "Uno su mille ce la fa" di Gianni Morandi e diceva: ma agli altri 999 stronzi nessuno dedica una canzone?". Andrea Orlando Oggi a Napoli ("Zalone uno dei più grandi intellettuali contemporanei italiani"! Sospendete le primarie !)😂😂 Scherzo,dai.
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redazionecultura · 7 years
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sede: Spazio espositivo Ersel (Torino); cura: Paola Giubergia.
Una mostra con opere di grande qualità artistica e di ampia fruibilità da parte del pubblico, anche non esperto, ma soprattutto una mostra di grande “attualità” e una occasione da non perdere per chi, come le giovani generazioni, ha perso il contatto con l’arte figurativa e con un periodo decisamente intenso e proficuo per la pittura italiana: la fine dell’Ottocento.
La rivalutazione della pittura italiana della fine dell’Ottocento è ormai una realtà: da qualche anno ormai si è smesso di leggere quel periodo come intriso di maniera e si riconosce che anche in Italia quel periodo fu l’incubatore delle avanguardie e del passaggio all’arte contemporanea. Da arte diffusa e consueta nelle case della medio-alta borghesia, oscurata negli ultimi decenni dalla grande passione per l’arte contemporanea, sconosciuta alle generazioni più giovani, la pittura italiana di fine Ottocento oggi è anche al centro di un nuovo fenomeno di mercato: nelle grandi capitali europee (Londra docet) gli “antichi” stanno andando meglio dei “moderni” e dei “contemporanei” e così torna alla ribalta anche il meglio dei nostri artisti di fine Ottocento.
L’esposizione presso lo Spazio Ersel permetterà dunque di ammirare 43 opere di grandi artisti del periodo come Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi e Giovanni Boldini, oltre a Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Telemaco Signorini e altri protagonisti della pittura macchiaiola, provenienti da due importanti quanto “inedite” collezioni private, Borgiotti e Piceni, non concesse a nessuna mostra e museo per decenni.
I due, Enrico Piceni (1901 – 1986) e Mario Borgiotti (1906 – 1977), erano intellettuali e grandi esperti d’arte nella Milano di via Manzoni all’indomani del secondo conflitto mondiale. Il primo si occupava della Medusa e dei Gialli per Arnoldo Mondadori, era traduttore di Dickens e della Brönte, amico di Montale e di Vergani e appassionato estimatore degli “Italiani di Parigi”, di cui sapeva conquistarsi opere di qualità sublime. Il secondo, livornese di nascita e di spirito, giunse a Milano dopo essersi “formato” alle Giubbe Rosse di Firenze, amico di Papini, Cecchi e Soffici. Musicista e violinista, era innamorato dei “suoi” macchiaioli, che naturalmente cercava, anche lui dopo una selezione quasi maniacale, di condurre nella sua collezione.
È anche grazie alla lungimiranza di Borgiotti e Piceni se oggi le opere di questi artisti sono viste, in ambito internazionale, come frutto di una stagione altamente creativa dell’arte moderna. Due studiosi-conoscitori cui guardare come modello di militanti nel mondo dell’arte in via d’estinzione che, con l’acutezza del loro occhio, hanno saputo restituire l’originaria identità e il primato di innovatori del proprio tempo a tanti capolavori sconosciuti o non pienamente compresi dei Macchiaioli e dei cosiddetti “Parisiens d’Italie”.
Il titolo di questa esposizione – “Il tempo di Signorini e De Nittis. L’Ottocento aperto al Mondo nelle Collezioni Borgiotti e Piceni” – è una citazione e un omaggio a Diego Martelli, che sognava già nell’Ottocento una raccolta di arte italiana di respiro internazionale, diventata realtà grazie all’importante lavoro di Giuliano Matteucci, direttore della Fondazione Centro Matteucci per l’Arte Moderna di Viareggio con la collaborazione della Fondazione Enrico Piceni e del Comune di Viareggio.
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Il tempo di Signorini e De Nittis. L’Ottocento aperto al Mondo nelle Collezioni Borgiotti e Piceni sede: Spazio espositivo Ersel (Torino); cura: Paola Giubergia. Una mostra con opere di grande qualità artistica e di ampia fruibilità da parte del pubblico, anche non esperto, ma soprattutto una mostra di grande "attualità" e una occasione da non perdere per chi, come le giovani generazioni, ha perso il contatto con l'arte figurativa e con un periodo decisamente intenso e proficuo per la pittura italiana: la fine dell'Ottocento.
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gregor-samsung · 11 months
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“ Non sono nata per essere ragionevole. Sono nata per amare, per essere felice, per odiare, per immaginare, per inventare, per capire e anche, di tanto in tanto, per essere ragionevole, ma non devo essere ragionevole. Essere ragionevole vuol dire adattare i propri pensieri a quel che gli è contrario; modificare e distorcere la propria intelligenza per assecondare i desideri altrui. La mia ragionevolezza è diversa da quella di un altro. La ragione pretende la felicità. La ragionevolezza tende al possibile. La felicità non può essere catturata dal possibile. La felicità è l’avvento del miracolo. Il miracolo produce la virtú e la grazia, non viceversa. “
Patrizia Cavalli, Con passi giapponesi, Einaudi, 2019¹; p. 132.
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gregor-samsung · 1 year
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“ Mala tempora currunt, ora che tutti scrivono un po’ allo stesso modo? Nulla di nuovo sotto il sole. Non è la prima volta che capita. Basta ricordare quanto agli inizi del Novecento Renato Serra annotava: «Oggi tutti scrivono, in modi diversi, press’a poco la stessa lingua», «romanzi e novelle oramai in Italia hanno realizzato il tipo unico con una felicità da fare invidia ai produttori di vino toscano. Un tipo solo in tre o quattro confezioni». Ma Renato Serra auspicava una prosa raffinata, una prosa d’arte, che trionfò per un po’, e che poi fece il suo tempo. Abbiamo dunque a che fare con la millenaria ricorrente lamentela sul presente che è sempre apparso inferiore rispetto al passato? Apro lo Zibaldone di Leopardi in data 2 aprile 1827 e vi leggo: «disgraziatamente l’arte e lo studio son cose oramai ignote, e sbandite dalla professione di scriver libri. Lo stile non è piú oggetto di pensiero alcuno. […] Troppa è la copia dei libri o buoni o cattivi o mediocri che escono ogni giorno, e che per necessità fanno dimenticare quelli del giorno innanzi; sian pure eccellenti. […] La sorte dei libri oggi è come quella degli insetti chiamati efimeri: alcune specie vivono poche ore, alcune una notte, altre tre o quattro giorni; ma sempre si tratta di giorni». E sul tema si potrebbe raccogliere un vasto florilegio di alti lai. “
Gian Luigi Beccaria, In contrattempo. Un elogio della lentezza, Einaudi (collana Vele), 2022. [Libro elettronico]
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gregor-samsung · 5 months
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" Feroza Aziz, nel novembre 2015, era una bella diciassettenne americana di origine afghana, molto nota per i suoi interventi su TikTok; video generalmente frivoli, di cosmesi o di moda. I censori cinesi, scorrendo rapidamente i contributi postati quel giorno e vedendola impegnata in un tutorial in cui illustrava il corretto uso di un piegaciglia, non si sono soffermati né preoccupati; non potevano sospettare che dopo pochi secondi dall'inizio il tutorial avrebbe cambiato decisamente registro e si sarebbe trasformato in una dura denuncia della repressione cinese nei confronti dell'etnia uigura, mentre Feroza con la sua faccetta di bronzo continuava imperterrita a piegarsi le ciglia, passando dall'occhio destro al sinistro. Appena mi è capitato di vedere il video (diventato nel frattempo virale) l’ho collegato a una tecnica usata nella settecentesca Encyclopédie diretta da Diderot, di cui molto probabilmente Feroza Aziz non aveva mai sentito parlare:
per depistare anche allora la censura, gli enciclopedisti si erano inventati di nascondere alcuni degli attacchi più decisi ai pilastri culturali dell'ancien régime dentro la definizione di lemmi dall'apparenza assolutamente innocua. Se per esempio si va a leggere il testo relativo alla voce “aquila”, si troveranno due pagine di lunghe e dettagliate informazioni ornitologiche ma verso il fondo (dove il censore stanco e poco interessato non sarebbe arrivato mai) si parla dell'aquila come uccello sacro a Giove e si condannano i miti superstiziosi pagani, con trasparente allusione a quelli cristiani. Le tecniche dell'illuminismo francese sono state esportate, più o meno consapevolmente, ovunque gli autori cerchino di esprimere pulsioni di libertà in un regime totalitario; il modello della Religiosa di Diderot (la storia di Suzanne Simonin, monaca forzata, e della sua fuga dal convento) si ritrova per esempio nella miniserie tedesco-statunitense Unorthodox (2020), ispirata all'autobiografia di Deborah Feldman: una ragazza cresciuta nella comunità ebrea ultraortodossa di Brooklyn fugge a Berlino, dove prima di lei era fuggita sua madre – la storia esemplare di una giovane donna per denunciare un intero sistema di oppressione. Così Azar Nafisi, in Leggere Lolita a Teheran, usa Nabokov e in generale la letteratura per raccontare la repressione del femminile dopo la vittoria di Khomeini, e Abbas Kiarostami sposta sullo sguardo dei bambini (nello splendido documentario Compiti a casa) il proprio atto d’accusa verso l’Iran contemporaneo: struggente la scena in cui uno dei piccoli trasferisce su Pinocchio la personale, e fino a quel momento mai compresa, voglia di libertà. Lo “spostamento”, proprio nel senso freudiano, era una delle tecniche principali dell'illuminismo, basti pensare al persiano di Montesquieu che descrive Parigi con occhi ingenui nelle sue lettere a un amico rimasto in Persia. Spostamento nello spazio ma anche nel tempo: Stalin concesse un premio statale a Ejzenštejn per la storia cinquecentesca di Ivan il Terribile ma, quando si accorse che nel secondo film della trilogia (La congiura dei boiardi) il potere autocratico veniva messo in discussione, negò l’autorizzazione a proseguirlo. Nel quindicesimo capitolo dello Spirito delle leggi Montesquieu stila un elenco paradossale delle nove ragioni per cui si ha il diritto di rendere schiavi i neri, con perle del tipo: “visto che i popoli europei hanno sterminato i popoli americani, hanno dovuto rendere schiavi quelli dell'Africa per riuscire a dissodare tutte quelle terre”, o anche “lo zucchero sarebbe troppo caro, se la pianta che lo produce non fosse coltivata da schiavi”, o infine “è impossibile supporre che i negri siano uomini come noi perché, se lo supponessimo, si comincerebbe a credere che noi stessi non siamo cristiani”. Il rovesciamento paradossale, cioè fingersi nei panni del razzista che si vuole combattere esagerando fino all'assurdo le sue motivazioni, è un caso particolare di spostamento ed è stato artificio retorico costante nelle lotte verbali per la tolleranza e la libertà; strumento efficace ma delicato e talvolta pericoloso, se è vero che durante un’assemblea in Giamaica nel 1802 una parte di questo elenco di Montesquieu fu strumentalizzata, citando l’autorità della fonte, per rifiutare ai mulatti gli stessi diritti dei bianchi. "
Walter Siti, Contro l’impegno. Riflessioni sul Bene in letteratura, Rizzoli (collana Narrativa italiana), 2021. [Libro elettronico]
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gregor-samsung · 1 year
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“ Non ho mai capito perché nell’inconscio le ferite non si rimarginano. Quasi tutte le ferite si rimarginano, ma nell’inconscio sanguinano tutta la vita. Forse perché sono inconsce, cioè le conoscono tutti tranne l’interessato. Alfredo non si rendeva conto, almeno in apparenza, di odiare Paolo. Una volta gli avevo descritto, con pazienza, la condizione di suo fratello e l’avevo confrontata con la sua. «E allora?» mi aveva chiesto. «E allora devi aiutarlo.» «Perché, non lo faccio?» «No, tu fai il contrario.» Non dimenticherò mai il suo pianto, prima quèrulo, poi sempre più alto. Ero riuscito a interromperlo solo scuotendolo. «Ragiona!» gli avevo gridato sul viso. «L’ultima cosa che dovevi dirgli» mi aveva confortato la mia amica. «È solo l’amore che può lenire le ferite. Tu devi amarlo più di prima.» Io però lo amavo sempre meno. Era questo che mi preoccupava. Tutto si può comandare tranne ciò che si prova. Eppure gli altri non fanno che suggerirtelo. Costruiscono sistemi coerenti, postulano comportamenti matematici e traggono deduzioni inevitabili. Se ami devi reagire così. Ma io provo cose diverse. Franca se ne stupisce sempre meno, l’altra mi accusa. Quante volte ho finto di reagire come si aspettavano? Certo la mia era una finzione, ma siamo sicuri che il loro teorema fosse rigoroso? E che le reazioni che io simulavo fossero le uniche «giuste»? La vita ne sa di più che un teorema. Comunque io le sentivo ingiuste, almeno per me, e forse maturare è rispettare l’ingiustizia delle proprie reazioni. Forse maturare è sostituire alla giustizia delle convenzioni l’ingiustizia della libertà. Anche se questa - me ne sto rendendo conto - potrebbe essere l’introduzione a un manuale del criminale. “
Giuseppe Pontiggia, Nati Due Volte, Mondadori, 2006¹¹ [1ª ed. 2000], pp. 67-68.
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