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meteoroby · 1 month
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Si confermano condizioni instabili fino alla prima parte di Pasquetta ma con fasi asciutte e miti per diverse aree della regione. Da mercoledì si profila un nuovo scenario
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cgvijesti · 1 year
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Instagram radi na uvođenju plaćene verifikacije profila
Foto: ilustracija Društvena mreža Instagram navodno radi na uvođenju plaćene verifikacije korisničkih profila. Namjere Instagrama je otkrio inžinjer Alessandro Paluzzi, a svoje tvrdnje zasniva na kodu. On je na društvenim mrežama podijelio screenshotove koda aplikacije na kojim se vide linije “IG_NME_PAID_BLUE_BADGE_IDV” i “FB_NME_PAID_BLUE_BADGE_IDV.” To jasno ukazuje da se “plaćena plava…
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sauolasa · 1 year
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Francia, commemorazioni per la tragedia della Manica. Si profila l'omissione di soccorso
Nella notte tra il 23 e il 24 novembre 2021 27 migranti, tra cui 6 donne e una bambina, trovarono la morte nel braccio di mare tra Francia e Regno Unito
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curiositasmundi · 7 months
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Se uno va ai resoconti degli anni prima dello scoppio della prima guerra mondiale, vedrà masse di popolazione, frustrate da decenni di stagnazione economica ed esacerbate da una propaganda giornalistica battente, inneggiare alla guerra desiderosi di “fargliela vedere” al nemico, dipinto come un bruto che fa ciò che fa per puro odio, immotivatamente. I pochi personaggi che allora cercavano di conservare uno spirito critico, come Karl Kraus, venivano denigrati da ogni parte. Un secolo e fischia più tardi non è cambiato niente. L’attacco che Hamas ha organizzato contro Israele è frutto di un percorso lunghissimo, che dovrebbe essere noto, in cui un odio viscerale è stato fatto crescere. La necessaria condanna dello scempio commesso nei confronti di civili inermi non cambia nulla nel quadro generale, dove, come chiaramente espresso anche nell’editoriale di Haaretz di ieri, questi atti belluini sono il risultato di una vicenda che ha responsabili politici ben precisi, di cui Netanyahu è uno dei principali. Comprendere NON significa giustificare, ma questa distinzione cruciale è categorialmente assente nella maggior parte delle scatole craniche. Niente può giustificare, cioè trasformare in qualcosa di giusto, un attacco indiscriminato a civili indifesi (da una parte come dall’altra). Comprendere serve a mettersi nelle condizioni per agire e correggere il tiro. Di fronte ad un genocidio come quello che si profila nella striscia di Gaza il rischio che questo apra un nuovo fronte in Libano da parte degli Hezbollah è elevatissimo (Hezbollah ha esplicitamente detto che interverrà se ci sarà un’operazione dell’esercito nella striscia di Gaza). Hezbollah ha dietro di sé l’Iran. Intanto gli USA hanno inviato una portaerei nucleare e un bombardiere B-52 a sostegno di Israele. L’Arabia Saudita ha chiuso la porta ad ogni processo di normalizzazione dei rapporti con Israele. Alle minacce di Hezbollah Israele ha risposto che un loro intervento contro Israele porterà alla distruzione di Damasco (Hezbollah è alleato della Siria). Ma la Siria è anche alleata fondamentale nello scacchiere medioorientale della Russia, che ha truppe militari in loco. Il domino delle alleanze è pronto a far crollare tutte le tessere, come nel 1914. A parte ciò, ci sono 25 milioni di musulmani in Europa, ed immaginando che una frazione minima, uno su mille, sia radicalizzato, questo significa avere un esercito di 25.000 potenziali terroristi in casa, che di fronte ad atti percepiti come forme di sterminio dei propri “confratelli” potrebbero attivarsi nel cuore dell’Europa. Rispetto a questo quadro, proprio come in passato, la reazione della maggioranza è quella da rissa al bar: “Pensi che abbia paura? Ti faccio vedere io!” Nel 1914 i più bramosi di menar le mani erano quelli che non si erano sbucciati neanche un ginocchio in tutta la loro vita, studenti e borghesia salottiera. Oggi è la stessa cosa, con prevalenza dei salotti. Una volta di più sarà l’imbecillità a distruggerci.
Sarà l’imbecillità a distruggerci - Andrea Zhok, via: Infosannio
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uraandri · 4 months
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praćenje profila o pravopisu srpskog jezika na instagramu će biti moj trinaesti razlog. KAKO TO MISLIŠ ISPRAVNO JE I ŽMIGAVAC I MIGAVAC? PIŽAMA I PIDŽAMA? SVE ĆU VAM JEBATI PO SPISKU
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gregor-samsung · 9 months
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“ Notte senza luna, quella del 27 luglio 1929. Notte finalmente arrivata, sognata, preparata. Il motoscafo si avvicina a luci spente al punto convenuto. In febbrile attesa sugli scogli, tre uomini con i fagotti di vestiti sotto braccio scrutano le tenebre mentre a un centinaio di metri, nella piazzetta sul mare, siedono a un tavolino del caffè il capo della colonia, un maresciallo, l’ex pretore. C’è uno spazio utile di pochi minuti prima che la ronda si accorga che in tre non hanno fatto rientro a casa. Nitti è il primo a scivolare in acqua al segnale convenuto, Lussu e Rosselli tornano indietro convinti che l’appuntamento sia saltato per l’ennesima volta. Paolo Fabbri, prezioso collaboratore, corre verso il paese per riacchiapparli. Riattraversano insieme l’abitato in maniera fortunosa (nel cortile di una delle loro case è in corso una lite per dei polli, in piazza si mangiano granite al bar), Lussu è travestito da vecchio pescatore ma Rosselli rischia di farsi riconoscere. Di nuovo sugli scogli, al buio, poi giù in mare, a tentoni. Rosselli: «Bum bum: nella calda notte di luglio si odono rumori sordi, come di martellate provenienti dal fondo marino. Un’ombra nera si profila, là a ottanta metri verso il porto». «Il mare era calmissimo. Ad un tratto, appena percettibile, il palpito di un motore», racconterà Lussu. Salgono a bordo con una scala di corda, aiutati da Nitti e Dolci, mentre il motoscafo scivola, pericolosamente alla deriva, verso il molo. L’equipaggio è al completo, zuppo ma trionfante. Oxilia dà gas. A terra li sentono tutti, compreso Ferruccio Parri che dall’inizio ha scelto di rimanere con la famiglia, compreso Fabbri che ha il compito di distrarre e trattenere le guardie. È un attimo, i motori rombano, un balzo e via. Nessun allarme a terra, gli sbirri pensano si tratti di un mezzo dei loro. E comunque sarebbero imprendibili: corrono come pazzi nella notte verso la Tunisia, verso la libertà. Al buio, sulle onde. Non è facile, oggi, immaginare quanto si dovesse conoscere, in quel periodo, delle cose che accadevano. Nell’Italia fascista no stampa libera, no comunicazioni non autorizzate. Redazioni dei giornali tutte sotto controllo a partire dai direttori, tutti fascisti; censura e autocensura; milioni di occhi e orecchie pronti a delazioni e un popolo intero disposto a volenteroso controllo sugli altri. La notizia della fuga, agli italiani, viene data solo il 10 agosto. Gli evasi che, passando dalla Tunisia, sbarcano a Marsiglia e poi partono per Parigi in treno trovano ad attenderli Salvemini, che ha organizzato per loro una specie di tournée tra direttori di giornali internazionali e salotti della cultura (Lussu lo chiama scherzosamente il loro «impresario»). Hanno capito che è importantissimo raccontare, spiegare all’estero di cosa si parla quando si parla di fascismo. Sentirlo dalla viva voce di chi è riuscito a beffare il regime è fondamentale, è un controcanto necessario, e i tre sono degli ottimi oratori, asciutti, ironici, appassionati. Rilasciano interviste che escono a Londra, Parigi, negli Stati Uniti, in Argentina, Svezia, Svizzera, e incrinano fortemente l’immagine internazionale del regime, contrastano la propaganda serrata e potente di Mussolini. “
Silvia Ballestra, La Sibilla. Vita di Joyce Lussu, Laterza (collana I Robinson / Letture), 2022¹; pp. 41-42.
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nostalgicandecko · 1 year
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Profil
Uvek si mrzela kako ti lice izgleda iz profila
Mislio sam da je to prolazno
Da je samo faza
Mala nesigurnost koju si imala
Ali je ipak trajalo
I nije prestajalo
Prvo je počelo sa time da izbaciš sva ogledala iz kuće
Zatim je došlo je do tog stadijuma
Da nisi želela da šetamo
Već smo se uvek nalazili u kafiću
Ti si uvek čekala mene
Već u 14:30
Iako smo se dogovorili u 15:00
Kako ja slučajno ne bih došao prvi
I pogledao ti lice iz profila
Niti si mi dopuštala da sedim pored tebe
Već nas je uvek delio glupi sto
Pa ti nikako nisam mogao prići
Već sam te gledao preko njega
Kao što sam te gledao
Kada si upoznala njega
Koji te je naučio da voliš celu sebe
Pa čak i svoj profil
Koji sam ja zamrzeo
Svaki put kada sam te sa profila
Video kako šetaš sa njim
~ D.K.
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tekicaah · 2 months
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Ukoliko neko ima sa mnom neku staru prepisku kao sliku neka mi se javi radi vracanje profila tnxx 😃
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optimizacijasajta · 6 months
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Kaixo!
Zuen profila ikusi dut (pixka bat gainetik) eta asko gustatu zait!! Iruñekoa naiz, baina itsasoa eta haren historia gustatzen zait. Euskal Herrikoa batez ere.
Galderatxo bat daukat, zuek uste duzue Euskal Herria eta Eskoziaren historia eta kultura ia berdinak direla? Nik uste dut, antz handia dutela; hauen historiak, paisaiak, biztanleek...
Zuek zer uste duzue?
Eskerrik asko! Egun ona izan <3
Kaixo!
Mila esker zuri zure mezuagatik!! 🧡
Bai, Eskoziaren eta EHren artean antzekotasunak egon daitezke - batik bat paisaietan, beharbada-, baina agian gehiago ere badaude kurduekin: herri indigena bat hainbat estatutan zabalduta, zeinentzat estatu proiektu bat zegoen (oraindik bete ez zena). Naziek ere estatu proiektu bat zuten EHrentzat, eta - jainkoei eskerrak! - ez zuen arrakastarik izan gerra galdu zutelako.
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chez-mimich · 9 months
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JAMES BRANDON LEWIS: “FOR MAHALIA WITH LOVE”
Il titolo dell’ultimo straordinario lavoro di James Brandon Lewis e del suo “Quintet” lascia pochi dubbi e, se qualcuno ne avesse, potrà facilmente fugarli ascoltando questo disco. “For Mahalia with Love” è un magnifico omaggio di Brandon Lewis alla memoria della grandissima Mahalia Jackson, regina del Gospel, come fu soprannominata. Ma questo omaggio contiene in sè qualcosa di molto più intimo e profondo perché mediato dal ricordo che di Mahalia conservava la nonna di James Brandon Lewis e che è riportato nel retro della copertina, sotto forma di una struggente lettera del musicista a Mahalia. Scrive Brandon Lewis: “…Mahalia, mi sono innamorata di te dal giorno in cui mia nonna mi ha parlato di te, perché tutto ciò che la nonna menziona deve essere speciale. Le nonne occupano un posto speciale nel cuore e nella mente dei bambini. Ricordi tutto della nonna: cosa cucinava, cosa indossava, le sue parole di saggezza, l'odore della sua casa... “ Insomma un amore con salde radici e che viene da lontano. In questi casi, quando l’omaggio non è una occasione posticcia o una piccola convenienza, il risultato si sente subito nella musica ed é un meccanismo quasi automatico: così accade appena poggiato il dito sul tasto “play” e nelle cuffie si accendono le prime note di “Sparrow”, solenne introduzione e chiaro omaggio a “His Eyeis Is on the Sparrow”, composta da Charles H. Gabriel, e a “Even the Sparrow” dello stesso Brandon Lewis. La magia del sentire musicale di Mahalia Jackson sembra già manifestarsi forte e potente. “…Il suo occhio è sul piccolo passero…” diceva la canzone, riferito all’occhio di Gesù, e proseguiva “…Canto perché la mia anima è felice/Canto perché sono libera/Per il suo occhio sul piccolo vecchio passero/E so che sta vegliando su di me e su di te…” Come rendere al meglio la spiritualità e la profonda umanità di questi versi se non con l’amorevole sax di Brandon Lewis, accompagnato dalla cornetta di Kirk Knuffke e sostenuto dalla batteria di Chad Taylor? Anche in questa versione strumentale, con buona pace di De Gregori, gli uccellini non sono “soli nel sole”, ma sono protetti dal Signore e, senza un profondo senso religioso, se non si riesce a comprendere Mahalia Jackson, non si riesce nemmeno a comprendere la gioiosa religiosità nella musica di Brandon Lewis. Con “Swing low” potremmo percorrere un viale del Louis Armstrong Park di New Orleans dove si profila da lontano il “Mahalia Jackson Theater for the Performing Arts”; brano godibile e pieno zeppo di riferimenti allo swing e al vitalismo della black music. Cambiano i ritmi ma non cambiano le atmosfere sia con “Go Down Moses” fitto e dialogante, sia con “Wade in the Water”, con il suggestivo sottofondo delle percussioni di Taylor. “Calvary” è invece un dolente lamento religioso incentrato sulla sofferenza di Gesù che altro non è che la sofferenza del mondo. Chissà come sarebbe una Via Crucis con questo accompagnamento, dove il contorcimento degli animi e le inquietudini, come possono essere quelli dei sofferenti, prendono qui corpo nella musica. Orchestrazione completa e corposa dove trova spazio anche il violoncello di Chris Hoffman e il contrabbasso di William Parker. “Deep River” ci riporta a sonorità più intense e con tanto spazio per gli assoli, mentre la seguente “Eljia Rock” fa diretto riferimento al profeta Elia che, per la tradizione ebraica non morì, ma fu assunto in cielo con anima e corpo e quindi in diretto riferimento alla figura di Gesù tanto cara a Mahalia. L’immanenza del Signore (ma forse anche di Mahalia), è richiamata nel titolo di “Were You There”. Il lavoro si conclude con una magnifica versione rivisitata di “Precious Lord Take my Hand”, brano che la Jackson cantò all’insediamento di Kennedy alla Casa Bianca. Un disco che omaggia giustamente la regina del gospel, ricorda l’amata nonna di Brandon ma che, naturalmente, splende di luce propria e che non si smetterebbe mai di ascoltare.
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pikslasrce · 10 months
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ja na sopstvenom vencanju / ja kad mi reblogujes random sranja sa profila (tumblr validacija irl prijatelja mmm)
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AKSKAKDKSKFG isto brt <3
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nagarjunasbicycle · 10 months
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ok ide jedan opis profila da ljudi ne pomisle da sam bot
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sauolasa · 1 year
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Danimarca, si profila un testa a testa per il successo elettorale
Le elezioni anticipate, indette dalla premier Mette Frederiksen e previste per il 1 novembre, si decideranno al fotofinish: alle urne l'ardua sentenza
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arcobalengo · 10 months
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di Andrea Zhok
Indizi:
1) Due giorni fa Zelensky ha messo in guardia contro un'operazione russa contro la centrale nucleare di Zaporizhzhia, richiamando come un precedente (sic!) il caso della diga di Nova Kakhovka.
2) Quasi simultaneamente i senatori americani Lindsay Graham (Repubblicani) e Richard Blumenthal (Democratici) hanno proposto una risoluzione che considera ogni spargimento di materiale nucleare in Ucraina come un atto lesivo per i paesi confinanti e dunque come equivalente ad un'aggressione a paesi Nato, sufficiente a fare scattare l'art. V dell'alleanza.
3) Ieri sono stati arrestati dal servizio di sicurezza russo alcune persone che stavano contrabbandando un chilogrammo di Cesio radiattivo. Al netto dei sospetti russi - dunque di parte - che la destinazione fosse l'Ucraina, è significativa la possibilità stessa che un chilogrammo di un materiale di tale pericolosità fosse disponibile per il mercato privato.
4) Estonia e (soprattutto) Polonia stanno già inviando propri soldati sul fronte ucraino e non fanno niente per nasconderlo. Ovviamente la formulazione adottata è che si tratta di "volontari", che dunque non sono parte integrante dei rispettivi eserciti Nato, tuttavia il quadro già ora in atto è che battaglioni di soldati di paesi Nato, con armamenti Nato, sostegno finanziario e logistico dei paesi della Nato, supervisione e telecomunicazioni Nato, sta combattendo in Ucraina contro l'esercito russo. - Va notato che la Polonia ha innalzato la propria spesa militare al 4%, con il proposito di diventare in breve tempo il più potente esercito della Nato (dopo gli USA).
Mettendo in fila questi indizi sembra realistico dire che qualcuno all'interno dello schieramento occidentale stia non solo prendendo in considerazione, ma attivamente lavorando per un casus belli nucleare che giustifichi alle opinioni pubbliche nazionali ciò che sta già nei fatti accadendo, ma in modo circoscritto, ovvero un coinvolgimento diretto della Nato nella guerra.
Esiste una logica politica, umanamente assurda, ma politicamente chiarissima nei meccanismi di escalation come quello in corso.
Una volta fatto un così grande investimento di credibilità politica da parte di tutti i paesi occidentali nel progetto di "abbattimento dello stato canaglia russo", ora nessuno se la sente di fare passi indietro perché teme (a ragione) che gli altri compagni di cordata coglierebbero l'occasione per imputargli il (prevedibile dall'inizio) fallimento dell'impresa.
Dunque per quanto tutti capiscano che lo scenario che si profila è quello della terza guerra mondiale, e nonostante tutti capiscano che lo scenario che avevano immaginato all'inizio (collasso del regime putiniano, sostituzione con pupazzo compiacente, e ritorno della Russia ad essere il "benzinaio del mondo") sia mero wishful thinking, i governi occidentali non sono disposti a fare passi indietro.
Perciò il rilancio è continuo, per quanto inefficace (siamo all'undicesimo pacchetto di sanzioni). E ogni governante occidentale, europeo in particolare, spera che qualcun altro si assuma responsabilità che lui/lei non vuole prendere perché li metterebbe mediaticamente in cattiva luce.
Questa responsabilità può essere quella della pace (e qui solo gli USA sono nella posizione di prendere quella decisione unilateralmente; ma sono anche quelli che hanno meno interesse a prenderla.)
Oppure può essere la responsabilità dello scontro finale, che nessuno si assumerà come atto politico volontario, ma che per scattare ha solo bisogno di una giustificazione "emozionale-emergenziale" adeguata.
E' per questo che lo scenario preparato da eventi come un incidente nucleare a Zaporizhzhia da imputare ai russi, o come simili eventi catastrofici, diviene così rilevante.
Solo questo ci separa dalla terza guerra mondiale: una provocazione abbastanza robusta ed emotiva da consentire alla servitù mediatica di soffiare sul fuoco per suscitare una parvenza di sostegno pubblico alla guerra totale.
Ecco, nel gorgo di follia irresponsabile in cui il mondo sta precipitando ci sono molti responsabili. Ci sono gli interessi dell'industria bellica, c'è l'opportunismo codardo dei governanti "democratici", c'è l'inerzia coltivata da decenni di una popolazione ridotta a bestiame (e che farà la fine del bestiame). Ma la responsabilità maggiore di tutte, quella per cui, se c'è un inferno questi lo popoleranno in ogni ordine di gironi, è quella degli "intellettuali" (nel senso gramsciano) e specificamente dei giornalisti.
Senza la codardia della maggior parte del ceto professionale dedicato all'"informazione" e alla "formazione dell'opinione pubblica" i paesi occidentali - paesi che hanno istituzionalmente bisogno di un qualche grado di assenso dell'opinione pubblica - non avrebbero commesso la sequela interminabile di "errori" fatali degli ultimi decenni, sul piano geopolitico, economico, sanitario e infine bellico.
Solo l'esistenza di un ceto organico di mentitori e propagandisti a pagamento ha permesso il degrado della cultura europea, l'infiacchimento terminale di un'intera generazione, l'impoverimento dei più a fronte dell'arricchimento indecente di pochi, il prosciugamento dell'offerta politica, le aggressioni militari camuffate da interventi umanitari, per arrivare infine a bussare all'uscio della terza guerra mondiale.
Non so se avremo la buona sorte di evitare le più drammatiche conseguenze del vicolo cieco in cui ci hanno condotto, ma è da lì, da un azzeramento e da una ricostruzione di questo ceto che potrà ripartire una rinascita, se mai avverrà.
………………..
🔴 😱 https://t.me/EsameDiRealta
🔥 Segui Esame di Realtà per districarti nelle nebbie allucinogene della propaganda
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marcoleopa · 11 months
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Ventotene, ormai solo un vago ricordo.
Lungi dal trasformare il post in un cahier de doleances, inteso lagnanza, l’orizzonte che si profila con il traguardo del rinnovo del parlamento europeo, sembra più una via crucis, con e per le socialdemocrazie in affanno e la sinistra, non solo italiana, in fase catatonica.
Il 2024, sarà - con molte probabilità, il de profundis dell’Europa del manifesto di Ventotene, con gli ultras e i capi bastone della destra “normalizzata”, mi si permetta il termine, “revisionata e dal volto umano”, che faranno scempio dell’idea di Europa unita e democratica.
Le paure, roccaforte del modus operandi delle destre Europee, segneranno il passo e prevarranno sull’idea (ahimè) minoritaria dell’Europa libera, attraverso – invero lo stanno già facendo, strategie di consenso, linguaggi (soprattutto televisione, posto che pochissimi leggono), similitudini, rapporti con l’universo dei valori cristiani.
Le roccaforti che hanno presa sull’elettorato, si badi bene, anche giovanile (causa il bombardamento mediatico della Mediaset generation in Italia), ad eccezione dei giovani che protestano per l’ambiente, ma, in quanto giovani e senza lavoro sono derisi e dileggiati dall’elettorato di destra, poiché ritenuti non produttivi e, marginalizzati perché non attrattivi dal e nel contesto consumistico (non producono reddito), sono le medesime dal tragico ventennio, del quale oggi ne riviviamo una revisione: le teorie complottiste delle forze oscure per attuare una sostituzione etnica in Europa, i valori tradizionali messi in pericolo dalle lotte per l’affermazione dei diritti civili, la centralità della propria “cultura nazionale” che deve avere luogo ed esibirsi in un luogo ancestrale ed eletto, impermeabile a qualsivoglia mescolanza possibile.
Le parole d’ordine sono quindi, chiudersi in se stessi e realizzare la Fortezza Europa contro il nemico invisibile che, viene reso veritiero dalla saggia manipolazione delle paure condivise dell’elettorato.
Se non è vero, è verosimile, recita un adagio.
Viene da chiedersi, cosa accadrà dopo, appena il manifesto di Ventotene sarà un flebile ricordo, relegato a utopia di un ex confinato.
 E, inevitabilmente, vengono in mente le fantasie distopiche dei romanzi di K. Burderkin e R. Harris. Immaginazioni che prendono spunto dai progetti del Lebensraum, dello spazio vitale di italica memoria e dal Neue Ordnung.
 Perché adesso, non dopo, si deve ribattere, consci che la rassegnazione è la stura a scenari dove le democrazie dal “volto più umano”, saranno solo la messa in scena di democrature in salsa ungherese 
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