Tumgik
#reti sociali
fabriziosbardella · 6 months
Link
Il 30 ottobre META ha comunicato che da novembre Facebook e Instagram forniranno, a pagamento, il loro servizio senza pubblicità.  #META #facebook #instagram #retisociali #abbonamento #unioneeuropea #pubblicita #datipersonali #fabriziosbardella,
0 notes
lovelycasualkoala · 11 months
Text
Cosa si intende per social media.
Per definizione, i social media sono portali web pensati per far interagire gli utenti, per scambiare informazioni e per socializzare. Le connessioni create da questi strumenti consentono di creare delle reti sociali che uniscono gli utilizzatori attraverso legami di conoscenza, rapporti di lavoro e vincoli famigliari.
1 note · View note
colonna-durruti · 2 months
Text
A Mario mancano tre anni alla pensione, da 35 è impiegato nella grande distribuzione, in un supermercato Pam di Corso Svizzera a Torino.
A un certo punto la vita comincia a precipitare: il mutuo di casa schizza alle stelle, sua moglie si ammala. Mario stringe i denti, dà fondo ai risparmi. Ma con questi lavori mica metti in banca milioni e i risparmi finiscono presto.
Un giorno perde la testa, sono parole sue, e ruba sei uova e una scamorza affumicata dagli scaffali del supermercato, gli stessi che aveva riempito e su cui aveva vigilato per tanti anni. Lo beccano subito perché lui non è un ladro di professione, è solo un uomo disperato e affamato. Appena viene sorpreso con la scamorza nel sacco, ammette tutto e chiede scusa: “Ho sbagliato, ma vivo una situazione privata ed economica al limite del sostenibile. Non è una giustificazione, solo una spiegazione”.
All’azienda le scuse e la mortificazione non bastano. Il licenziamento in tronco arriva per raccomandata: “Appare particolarmente grave che lei abbia deliberatamente prelevato dagli scaffali di vendita alcune referenze per un valore complessivo di 7,05 euro e sia poi uscito dal negozio senza provvedere al pagamento delle stesse. Le scuse da lei fornite non possono giustificare in alcun modo l’addebito contestato. Considerati violati gli obblighi generali di correttezza, diligenza e buona fede, ritenuto venuto meno l’elemento fiduciario, avendo abusato della sua posizione all’interno dell’organizzazione a proprio indebito vantaggio e a danno della società, le comunichiamo la risoluzione del rapporto di lavoro per giusta causa”.
I sindacati, giudicando la misura del licenziamento sproporzionata, hanno fatto ricorso.
Anche Jean Valjean, il protagonista dei Miserabili, ruba un mezzo pane e per tutta la vita viene inseguito da Javert, il poliziotto che diventerà il simbolo universale della giustizia ottusa e, appunto, sproporzionata.
Ma questi sono gli aggettivi della burocrazia e dei tribunali, abbiamo bisogno di altre parole per capire un sistema disumano, che si basa su uno schiavismo legalizzato che (anche) nella grande distribuzione trova terreno fertile.
Questo sistema feroce – in cui si sono polverizzate le reti sociali (in un alimentari a gestione familiare la vicenda di Mario sarebbe andata a finire nello stesso modo?) e milioni di individui sono esposti alle intemperie del mercato – è pensato a discapito della maggioranza e a vantaggio dei pochi che si spartiscono le ricchezze del mondo, con l’avallo dei governi.
Il nostro, nonostante una situazione di crescente, paurosa povertà, ha abolito il Reddito di cittadinanza anche grazie a un’indegna campagna di stampa portata avanti dai principali giornali italiani per conto di lorsignori.
In un bel libro appena uscito per Einaudi, Antologia degli sconfitti, Niccolò Zancan mette in fila le storie dei nuovi Valjean: nella discesa agli inferi dell’emarginazione gli apre la porta Egle, un’anziana signora che fruga nell’immondizia del mercato di Porta Palazzo, in cerca di verdura per fare il minestrone. Ma nella vita di prima c’erano state una casa, una famiglia, le vacanze a Loano sulla 500. Poi si è ritrovata a vivere con la pensione di reversibilità del marito e la dignità perduta in un cassonetto della spazzatura.
In questo atlante della disperazione c’è tutto il catalogo degli emarginati: un padre separato, un senzacasa che dorme in auto, un cassintegrato, prostitute, migranti, rider. E un ladro di mance che viene licenziato come Mario. L’aiuto cuoco gli dice: “Da te non me lo sarei mai aspettato”. E lui gli risponde, umiliato, “nemmeno io”.
Invece è tutto prevedibile e ha un nome semplice: si chiama povertà. Dei poveri però non frega niente a nessuno, incredibilmente nemmeno dei lavoratori poveri: sono solo numeri nelle statistiche dell’Istat.
Finché non rubano sei uova e una scamorza.
(Silvia Truzzi, FQ 29 febbraio 2024) da Tranchida.
93 notes · View notes
tiaspettoaltrove · 2 days
Text
L’amore vero è un lusso raro.
I social network hanno rappresentato la rovina di molte donne. Sono stati la miccia, il guizzo finale che ha potuto permettere loro di sfoderare i peggiori istinti, le più gravi carenze. Quel costante bisogno di approvazione che permea la loro personalità, viene così incanalato in una sorta di spirale distruttiva basata sull’apparenza, sull’ostentazione, sul nudo o ancor peggio sulla volgarità. Vedo corpi in vetrina, vedo provocazione, vedo quel sottile filo che un tempo era la trasgressione, ed oggi è divenuta la normalità. A differenza di quanto, superficialmente, alcuni anonimi possano credere, io non sono qui per condannare. Vengo in pace, di fondo, giacché oramai ho già superato tutto. Nel senso che osservo il mondo da troppo tempo, ho già tratto le mie conclusioni, ed ho accettato tutto quel che mi si è palesato davanti. Ciò che chiedo è solo la verità, sempre, in ogni frangente. Ma la verità è molto spesso assai difficile da digerire, da mostrare, da predicare. Rifugiarsi in una bugia è estremamente più semplice, meno responsabile, più comodo. Vedete, a me di quello che fanno o non fanno le donne poco importa. Penso però a quanto sia bello avere la coscienza pulita, e a quanto troppe donne e uomini non l’abbiano. Bisogna parlare schiettamente ed onestamente: se sei fidanzata, non puoi fare storie su Instagram, quasi completamente nuda, e magari anche in pose ammiccanti. Semplicemente non puoi. Non puoi. Punto. Fidanzarsi (o addirittura sposarsi) è un impegno, un impegno serissimo, una responsabilità. Se vuoi essere libera di mostrarti in qualunque modo tu voglia, fallo. Ma non legarti esclusivamente a una singola persona. Fai come quelle che preferiscono avere amici “di letto”, semmai. Puoi fare quello che vuoi. Ma dal momento in cui ti prendi un impegno, sei tenuta a rispettarlo. Sarebbe troppo facile dire che quasi tutte le donne sono facili. Sarebbe una conclusione semplicistica che taglierebbe fuori delle variabili. Non posso affermare con certezza che sia sbagliata, ma sarebbe al contempo fuorviante. Quel che con questo testo voglio evidenziare, in realtà, è meramente il ruolo di certe reti sociali nell’esibizionismo di massa. Posso dire che è un peccato? Lo è. Certamente, quando non c’era Internet, v’erano altri modi per ottenere un consenso. Magari anche più subdoli, per carità. Ma oggi è tutto sbattuto in faccia, tutto mostrato davanti agli occhi. E a volte fa male constatare la realtà in modo così immediato, senza giri di parole, con la potenza delle immagini. Non penso a me, penso a tanti ragazzi in buona fede (logicamente non tutti lo sono, anzi) che si ritrovano accanto persone ambigue. E lo stesso vale a parti inverse. Internet rappresenta quell’inferno in cui da una parte ci nascondiamo, e dall’altra mostriamo ciò che dovremmo tenere per noi. O comunque per la persona che abbiamo accanto. Il risultato, care mie, è sempre lo stesso: tante coppie inutili, finte, sorrette dalla menzogna. Che spreco. L’amore vero è un lusso raro.
6 notes · View notes
ef-fetto-notte · 5 months
Text
il linguaggio è lo strumento più efficace, migliore, che noi siamp riusciti a creare ed elaborare - come cultura e come macchina bioevolutiva, nella evoluzione darwinistica dell'intelligenza - per rappresentare i nostri stati interni di macchine neurali naturali- I vantaggi sociali ci sono, evidenti, di rappresentare agli altri i nostri stati interiori- Il linguaggio è diremmo in termini moderni e "tecnici", uno strumento di Deep Learning, anzi di visualizzazione dei livelli interni di DNN di CNN che possediamo, naturalmente e biologicamente, in noi. In estrema sintesi. Per questo il linguaggio è così 1-1 con le rappresentazioni numeriche e vettoriali che scopriamo o inventiamo come ad es word2vec, o i layer interni delle Reti Neurali. Stiam oricreando nella ricerca quanto la natura ha già fatto, e stiamo scoprendo relazioni tra reti neurali artificiali e linguaggi che sono intrinseche e insite by design, a fortiori, in noi. La capacità culturale umana partendo dal linguaggio, inteso come meccanismo di analisi dell'interiore "linguistico" , dell'intelligenza e della sua rappresentazione interna, l'ha evoluta in un costrutto culturale propriamente inteso. Letteratura, romanzi, arte, ragionamento e discussione scientifica, e strumento di rappresentazione delle emozioni, della psiche, della PERSONA che alberga in noi. La persona, ovviamente, non è la sua intelligenza. La persona è più vicina a ciò che la Chiesa Cattolica denota con il termine Anima. O meglio, la persona è la controparte biologica ed interiore dell'anima. Morendo vi resta la controparte spirituale, l'anima propriamente intesa secondo la teologia cristiana.
3 notes · View notes
rpallavicini · 5 months
Text
Con un click
Con un click vi hanno bannato dalle reti sociali perché non rispettavate i loro “standard”.Cosa faranno coi vostri soldi, quando aboliranno il contante e non rispetterete le loro regole?…. click! Già ora è così, ma ci sono ancora scappatoie. Quando vi obbligheranno ad usare la CBDC (Central Bank DIgital Currency), ne vedrete delle belle. A pensar male si fa peccato ma ci si azzecca. Si vis…
Tumblr media
View On WordPress
3 notes · View notes
blossomingbooks · 11 months
Text
Tumblr media
“Era inutile, nulla eguagliava il sapore di vita che è nei libri.”
Calvino è stato il primo autore che mi ha introdotto alla letteratura italiana. Il primo libro che ho letto in italiano è stato il suo Il castello dei destini incrociati (1969). Dunque, sono entusiasta di ritornaci quasi dieci anni dopo.
Gli amori difficili (1970) non è proprio quello che mi aspettavo. Avevo questa idea di Calvino come uno scrittore del fantastico a causa del mio primo rapporto con lui. Questa raccolta di racconti, invece, è più realistica, ironica e critica rispetto al gioco combinatorio del Castello. Mi sembrava di star leggendo un altro autore, come se stessi scoprendo un’altra versione di Calvino – prova della sua ecletticità. Sebbene sia stata pubblicata dopo, i racconti che compongono questa opera sono stati scritti tutti prima, fra il 1949 e il 1967.
I brevi racconti che compongono la prima parte del libro, chiamata proprio “Gli amori difficili”, si leggono benissimo e hanno una forma scorrevole. Fanno parte del periodo “figurativo” di Calvino e presentano un umore sottile che anche se qualche volta funziona, altre volte non riesce a toccare la superficie della lettura. Questo problema, per me, culmina nell’ultimo e più grande racconto dell’opera, “La nuvola di smog”, che insieme a “La formica argentina” compone la seconda parte del libro, “La vita difficile”.
“Gli amori difficili”, cui titoli cominciano sempre con “L’avventura”, non sono proprio amori ma le difficoltà delle relazioni e delle “avventure” quotidiane: sia un rapporto tattile che non riesce nemmeno ad essere relazione (come vediamo nella banalissima “Aventura di un soldato”); sia il rapporto tra una bagnante e il suo corpo desnudo vicino a una spiaggia affollata; sia la relazione di una coppia che lavora in turni lavorativi opposti; sia la relazione tra un fotografo e i suoi oggetti o addirittura il rapporto casuale tra una bagnante e un lettore che non vuole relazionarsi con niente che non sia il suo libro.
Questi due ultimi racconti sono quelli che mi sono piaciuti di più. In “L’avventura di un fotografo”, Calvino riflette sul fenomeno fotografico (che in quell’epoca si era appena sviluppata per scopi privati) in un modo così familiare per il lettore del XXI secolo, che sembra prevedere il rapporto della società contemporanea con la tecnologia dei telefonini e delle reti sociali. Siamo “quelli che inseguono la vita che sfugge, un cacciatore dell’inafferrabile, come gli scattatori d’istantanee”. È affascinante vedere come, già negli anni 50, “il gusto della foto spontanea naturale colta dal vivo uccide la spontaneità, allontana il presente” e “la vita che vivete per fotografarla è già in partenza commemorazione di se stessa”. In queste citazioni, potete già vedere come questo racconto si legge quasi come un saggio filosofico sull’immagine.
Inoltre, “L’avventura di un lettore” è un esercizio metaletterario poiché ha come tema centrale la lettura stessa: un uomo, leggendo in spiaggia, ha un conflitto interiore su approcciare una bagnante chi dimostra interesse o restare nella sua beatitudine silenziosa. Questo conflitto tra la vita sociale e il nostro mondo interiore è probabilmente una esperienza universale per tutti gli avidi lettori. Impaurito dall’idea di dover interrompere la lettura e “dello sforzo d’attenzione che sempre richiede il far conoscenza anche superficialmente con una persona”, lui decide che “non c’era altra storia, altra attesa possibile oltre a quella che aveva lasciato in sospeso tra le pagine dov’era il segnalibro, e tutto il resto era un intervallo vuoto.”
“L’avventura di una bagnante”, invece, è uno dei racconti che non mi sono piaciuti. Qui, Calvino cerca di riflettere sul rapporto di una donna con il suo proprio corpo, portandoci qualche punti interessanti che tuttavia non esprimono la vera esperienza femminile. Parla anche della relazione tra le donne come se fossero private di “bontà solidale e spontanea”, un’idea un po’ patriarcale e per niente rappresentativa della realtà. L’altro racconto che non mi è piaciuto molto, “La nuvola di smog”, è il più grande della raccolta e appartiene alla seconda parte del libro, “La vita difficile”. Sebbene abbia idee interessanti sulla vita contemporanea nelle città postindustriali, sembra di tentar fare delle osservazioni critiche su troppi argomenti (dall’inquinamento alle rivendicazioni sindacali) eppure lasciandoli incompiuti.
Insomma, questa raccolta di Calvino mi ha generato dei sentimenti contrastanti; pur aver adempiuto le mie necessità linguistiche, non tutti i racconti mi hanno soddisfatto letterariamente.
5 notes · View notes
duca-66 · 2 years
Text
Tumblr media
L’inflazione potrebbe far saltare intere reti di protezione sociale
Il dato strutturale dei prossimi anni è rappresentato da una forte crescita dell’inflazione, che segnerà una significativa riduzione del potere d’acquisto, colpendo in particolare, per la sua natura di “tassa indiretta” le fasce più  povere della popolazione. Per fronteggiare un simile rischio servirebbero almeno quattro diversi interventi.
Il primo è la riduzione della natura finanziaria dei prezzi, eliminando quanto più possibile i meccanismi speculativi. Ciò significa riportare, prima di tutto in termini normativi, la finanza dei derivati al ruolo di strumento di assicurazione contro le oscillazioni di prezzo dell’economia reale. I prezzi devono essere il risultato dal rapporto tra offerta e domanda reale, non il portato di scommesse. Questo implica, come accennato, una modifica della normativa italiana e dei regolamenti comunitari, in particolare di quello del 2012.
Il secondo intervento da mettere in atto riguarda l’adozione di un sistema di indicizzazione delle retribuzioni che difenda il potere d’acquisto reale, muovendo dal presupposto che oltre dieci anni di deflazione hanno smontato questi meccanismi che ora, con la ripresa dell’inflazione, dipendente dell’energia in primis, sono indispensabili. Si tratta di un’esigenza che non può essere affidata solo ai rinnovi contrattuali che arrivano tardi, sono insufficienti e coprono una parte limitata dei lavoratori.
La creazione di un’agenzia europea per il collocamento dei debiti pubblici è il terzo intervento necessario da mettere in atto per fronteggiare il rischio di una crescita dell’inflazione. È evidente che il principale strumento utilizzato di fronte alle crisi del 2008 e del 2011, in particolare dopo il 2012, è stato costituito dall’azione espansiva delle banche centrali. Oggi l’inflazione rischia di paralizzare questa azione monetaria che ha permesso di finanziare gran parte della spesa pubblica con il debito a tassi negativi. Bloccare un simile strumento decisivo avrebbe dunque riflessi sociali drammatici; per scongiurare tale scenario serve un’agenzia europea che sostenga i debiti pubblici nazionali, continuando a consentirne il finanziamento  a tassi decisamente sostenibili.
A questo riguardo occorre aggiungere un ulteriore elemento di chiarezza. La pandemia da Covid-19 è stata affrontata in termini economici con il ricorso alla spesa pubblica e al debito. Oltre 200 miliardi di euro, in due anni, in larghissima parte finanziati con l’emissione di debito, di fatto garantito e acquistato con risorse della Banca centrale europea. Ciò è avvenuto a tassi di interesse prima negativi e poi saliti, nel caso dei decennali, fino al 2%.
In sintesi, la crisi è stata contenuta attraverso l’intervento dello Stato e attraverso il debito “europeo”. Oggi i tassi di interesse dei Btp a dieci anni sono saliti al 3,15% e quelli indicizzati sono schizzati sopra il 5%; una lievitazione improvvisa ma destinata a crescere ancora perché se l’inflazione arriva al 7-8% non basteranno neppure rendimenti al 3,5%. Peraltro in questo momento i titoli italiani rendono quanto quelli statunitensi ma si tratta di una situazione del tutto provvisoria. Dunque nei prossimi mesi il pericolo vero è un forte aumento del costo degli interessi, che potrebbero riavvicinarsi ai 90 miliardi di euro annui, e una paralisi, di fatto già annunciata, dagli acquisti a opera della Bce.
In estrema sintesi, l’inflazione potrebbe far saltare intere reti di protezione sociale se non si creano strumenti in grado di non trasferire la stessa inflazione sul costo del debito: non possiamo fare davvero a meno di una politica economica e monetaria.
Il quarto e ultimo intervento è dato dal varo di una vera riforma fiscale che punti a redistribuire i carichi tributari con un inasprimento del prelievo marginale sulle rendite, sulle successioni e sui patrimoni superiori al milione di euro, per ridurre la pressione sul lavoro e per abbandonare l’idea che l’intera riforma fiscale possa essere basata sulle aliquote della imposizione sui redditi da lavoro dipendente. Senza queste misure, le attuali condizioni dell’economia internazionale, e italiana, tenderanno a generare un ulteriore, rapido approfondimento delle disuguaglianze a cui si lega una radicale rabbia sociale da troppo tempo senza risposta.
Alessandro Volpi è docente di Storia contemporanea presso il dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa. Si occupa di temi relativi ai processi di trasformazione culturale ed economica nell’Ottocento e nel Novecento.
Tumblr media Tumblr media
17 notes · View notes
cdgruppo12 · 1 year
Text
Vicini ma lontani: i social e le relazioni interpersonali
SOFIA: La grande costellazione istantanea, magari un giorno le stelle diventeranno dei pianeti o dei quadrati
Tumblr media
PIETRO: Reti sociali intricate
Tumblr media
ROSA:  Una visione con tante relazioni strette e poche lontane
Tumblr media
ELEONORA: Pochi ma buoni 
Tumblr media
RACHELE: Le relazioni umane in competizione con le relazioni online
Tumblr media
MLADEN: Controcorrente: reti sociali solo faccia a faccia e Whatsapp
Tumblr media
Dai diversi sociogrammi risulta che il social più utilizzato dai membri del gruppo* è WhatsApp. A seguire, Instagram (utilizzato da cinque persone), Tik Tok (quattro persone), BeReal (due persone), Discord (una persona) e giochi online (una persona).
Nel primo cerchio tutti hanno inserito genitori, fratelli e nonni. Sofia è stata l’unica ad inserire anche gli zii. Con queste persone comunichiamo molto di più faccia a faccia che online, e quando comunichiamo online utilizziamo maggiormente WhatsApp, fatta eccezione per i fratelli con cui alcuni come Rachele e Pietro utilizzano Instagram e BeReal. Eleonora è l’unica ad utilizzare WhatsApp con la nonna, ma il motivo è perché quest’ultima abita all’estero. Sofia e Rosa hanno inoltre aggiunto i propri fidanzati all’interno del primo gruppo, con i quali comunicano maggiormente faccia a faccia. Sofia, oltre ai social già citati, è l’unica ad utilizzare anche piattaforme di giochi online con il proprio ragazzo. 
È molto interessante come metà gruppo ha inserito i migliori amici nel cerchio stretto perché li considera come una famiglia, mentre l’altra metà li ha inseriti nel secondo cerchio. In ogni caso, comunichiamo con loro sia online che offline, utilizzando WhatsApp, Instagram, BeReal e TikTok. 
Nell’ultimo cerchio sono state inserite persone come colleghi universitari e di lavoro, datori di lavoro, compagni di sport e hobby, persone conosciute a militare, amici d’infanzia con cui si hanno contatti molto rari, amici di amici etc. Con queste persone il gruppo comunica maggiormente online rispetto che faccia a faccia. Anche in questo caso è emerso un aspetto interessante: la maggior parte dei membri del gruppo ha inserito i colleghi universitari all’interno dell’ultimo cerchio, mentre Rosa e Sofia hanno diviso i colleghi universitari in due: quelli con cui hanno più rapporti li hanno inseriti nel secondo cerchio, mentre gli altri nel terzo. 
Possiamo dire che i social fanno parte della vita quotidiana di tutti noi, e quindi tutti comunichiamo, chi più chi meno, attraverso i social con gli stessi tipi di persone. Rosa per esempio comunica molto meno via social con le sue migliori amiche rispetto ad Eleonora e Rachele.  
Tutti i membri del gruppo comunicano maggiormente in maniera ibrida con le persone inserite nei vari cerchi, fatta qualche eccezione: nonni (solo offline tranne Eleonora), amici molto lontani (solo online), famigliari che non hanno i social (solo offline), famigliari del fidanzato (solo offline), alcuni conoscenti (solo online). 
Per concludere, possiamo dire che tutti i membri del gruppo sono abbastanza allineati, cioè utilizzano maggiormente lo stesso social, ovvero WhatsApp, e utilizzano i social più o meno in egual modo. C’è però un outsider: Mladen non utilizza nessun social oltre a WhatsApp, e di conseguenza è meno attivo sui social rispetto agli altri che invece utilizzano molto altre piattaforme come Instagram, Tik Tok e BeReal. Inoltre Sofia utilizza un social inaspettato per mantenere dei contatti con alcuni amici: un gioco online. Oltre che mantenere con loro il contatto tramite WhatsApp e Instagram, comunica anche attraverso il gioco. 
In più, alcuni di noi utilizzano i social anche per motivi lavorativi. Eleonora infatti è l’unica ad utilizzare Discord per comunicare a lavoro, mentre Sofia e Rosa gestiscono le pagine social di un podcast, e quindi il loro lavoro si svolge unicamente online proprio su Instagram e Tik Tok. 
Questo lavoro ci ha permesso di confrontare le nostre abitudini su come rimaniamo in contatto con le persone. Pensiamo che sia interessante notare come la maggioranza comunica molto anche online e non se ne rende quasi conto poiché questi social fanno talmente tanto parte della nostra routine quotidiana e delle nostre abitudini che sono diventati parte integrante della nostra vita. Infine abbiamo riflettuto sul fatto che se questi social da un giorno all’altro ci venissero tolti all’improvviso, non sapremmo come ritrovare alcuni nostri amici e non sapremmo con quante persone rimarremo veramente in contatto (probabilmente famigliari e colleghi di scuola/lavoro).
*Alessandro era assente quindi questa volta non ha partecipato al workshop.
2 notes · View notes
aitan · 1 year
Text
Il fatto é che quando sono morti Bach, De Falla, Ellington, Mingus, Jobim, Tenco, Piazzolla, Modugno, Demetrio Stratos e Miles Davis non avevamo Facebook.
E se faccio bene i conti, il nostro chiacchierio in rete non c’era nemmeno ai tempi in cui sono finiti Kurt Cobain, Jaco Pastorius e Fabrizio De Andrè.
Avremmo per certo scritto coccodrilli strappalacrime anche per loro.
E l’avremmo fatto soprattutto per noi stessi: un modo goffo è piuttosto disperato per elaborare il lutto e non rimanere sopraffatti dalla triste certezza che non ci sarebbero state nuove note provenienti da quelle mani e da quelle bocche ormai consumate da vermi e formiche o già trasformate in mucchietti di cenere.
[...]
Perché, in fondo, più che per il morto, ai funerali ed alle commemorazioni sulle reti sociali (quelle piene di pianti e rimpianti per le persone e per i personaggi che abbiamo più o meno ignorato per una vita e scoperto o riscoperto nel giorno della loro pubblica dipartita), più che per il morto, dicevo, mi pare che si pianga per se stessi: per quello che ci viene a mancare; per quello che abbiamo perso con l’avanzare degli anni; per il rimpianto di quello che eravamo quando entrammo in contatto col morto ai tempi in cui era ancora vegeto e vivo; per l’amore, per le considerazioni e per le emozioni che non potrà più darci e, non di meno, per il fottuto timore che prima o poi toccherà anche a noi (avevamo la stessa età…; abbiamo lo stesso sangue…; frequentavamo lo stesso bordello…; un giorno ci incontrammo a un altro funerale…; abbiamo mangiato lo stesso piatto di funghi avvelenati…; dottore, dottore, sento anch’io un dolore allo stomaco e mi gira la testa come se fossi al Luna Park…; dottore, mi dica quanto mi manca; non finga con me; ne ho viste già tante; ma tante, tante, tante che neanche lei sa quante…).
[...]
_______________
Il mio pianto funebre continua qua...
https://aitanblog.wordpress.com/2023/02/24/pianti-funebri-e-funerali-pubblici/
2 notes · View notes
belteppismo · 1 year
Note
comunque ti dirò. la mia teoria del complotto è che il buon vecchio carlitos abbia le notifiche attive per per i post di un certo pel di carota di nostra conoscenza se approvi ti mando l'indirizzo della prima riunione della setta
Questa teoria incontra la mia più completa approvazione e procedo ora a confutare ogni possibile antitesi.
Le alternative che potrebbero spiegare una tale rapidità nel mostrare il proprio apprezzamento per i contenuti del compare sono le seguenti:
-Il soggetto, professionista sportivo dall'impegnata tabella di marcia, trascorre la totalità del suo tempo sulle reti sociali, alla ricerca costante di nuovi media con cui interagire
-Il tempismo del soggetto è stato proverbiale ed egli è capitato su Instagram nel momento esatto in cui il collega ha aggiornato il suo profilo
Secondo il rasoio di Occam, l'opzione vera è quella più semplice, ergo è logicamente dimostrato che l'egregio Carlos abbia attivato le notifiche del benemerito Jannik.
Nella speranza di essere stata esauriente, attendo l'indirizzo della prima riunione
3 notes · View notes
ma-come-mai · 2 years
Text
Tumblr media
Un’insegnante risponde pubblicamente all’articolo di Fabio Fazio “È accettabile che i ragazzi siano istruiti da chi nega la Scienza?"
Gentile Conduttore televisivo,
da tempo ormai ho scelto di non guardare le sue trasmissioni che comunque, anche in passato, non meritavano più che uno zapping fugace; ma in questi giorni alcuni conoscenti mi hanno sottoposto un suo recente articolo a cui sento impellente il bisogno di rispondere. Lei per me fa parte di quel gruppo di persone, così diffuse in una certa sinistra italiana, che cela boriosamente dietro alla battuta — mi consenta, ormai ripetitiva e obsoleta — e l’aria da piacione, la saccenteria di chi pensa di detenere il primato dell’intelligenza e di possedere la rivelazione dell’unica verità.
Ebbene, nel citato articolo lei esce allo scoperto e mette in evidenza proprio queste sue caratteristiche che lo portano a fare del facile moralismo. Nello specifico, lei si attribuisce un ruolo — peraltro infame — che nessuno le ha dato e si eleva a giudice di una intera categoria di professionisti quale quella degli insegnanti, a cui io appartengo da trentatré anni.
Non so a che titolo faccia questo, se di opinionista o conduttore televisivo, ma poco importa perché, essendo lei un personaggio noto al pubblico italiano, le sue affermazioni rischiano di avere un impatto pericoloso su quella enorme fetta di utenza che oggi si nutre di mainstream e reti sociali e vi si affida incondizionatamente senza nessuna capacità critica. Lei lo sa. Proprio per questo credo che abbia una responsabilità in più, di cui ora le chiederò conto.
Nel suo articolo, infatti, lei muove accuse gravissime, e le muove proprio verso di me. Le muove verso migliaia di persone che hanno fatto scelte consapevoli e peraltro previste dalla legge italiana, alle quali corrispondono nomi e cognomi, volti e menti pensanti. Lei muove verso ognuna di queste persone accuse gravissime, a partire da etichette improprie, che sempre denotano l’ignoranza di chi ne fa uso, quale il termine “no-vax”, a espressioni tassative come “detentori di comportamenti palesemente irresponsabili” e ancora “persone che hanno professato atteggiamenti anti-scientifici e addirittura pericolosi per sé e per gli altri”, fino a paragonare detta categoria di docenti a “terrapiattisti”, “razzisti”, “negazionisti”, “stregoni” e finanche “artefici di riti magici”.
E’ evidente che qui si vada ben oltre il vilipendio e che ci siano gli estremi per una denuncia. Ma io, a differenza di lei, che lancia accuse gratuite prive di qualsiasi argomentazione, cercherò di spiegarle e di spiegare perché le sue asserzioni sono fondate sul nulla. Lei basa, infatti, il suo presunto argomentare su una premessa che è in sé falsa; è dunque evidente — e questo è alla base della logica filosofica — che la falsità della premessa vada ad invalidare il ragionamento nella sua interezza. La premessa falsa su cui lei fonda il suo articolo è infatti che chi non si sia sottoposto a vaccino Covid neghi la Scienza. E tale affermazione è tanto più grave quanto non supportata da alcun dato oggettivo, se non i morti da Covid in Italia e nel mondo, su cui peraltro ci sarebbe moltissimo da argomentare, e di cui neppure specifica le fonti, dando evidentemente per scontato che la sua persona possa essere in se stessa garanzia di veridicità e oggettività.
La invito a studiare, signor Fazio. Quella stessa Scienza di cui lei si riempie la bocca, infatti, non funziona così, ma si avvale di sperimentazioni, ipotesi, ragionamenti inconfutabili e poi, anche quando perviene a delle conclusioni, continua a ricorrere alla ragionevolezza del dubbio. E può succedere che riformuli se stessa e pervenga a conclusioni nuove finanche diverse da quelle precedenti. Altrimenti, per tornare al suo infelice esempio, oggi penseremmo ancora che la Terra sia piatta.
Nella sua paginetta bacchettona, invece, manca qualsiasi riferimento alla vera Scienza che in questi ultimi due anni ha visto posizioni persino contrastanti, in quanto continuamente in ricerca. Accanto a medici quali Crisanti, Bassetti e Pregliasco — tra i volti più noti del mainstream e pertanto sicuramente noti anche a lei — ce ne sono altri quali Bizzarri, Frajese, Mazzone, che probabilmente lei non conosce neppure o non ha mai ascoltato con attenzione; ci sono Alberto Donzelli (medicina preventiva), Paolo Bellavite (ematologo), Marco Cosentino (docente universitario di farmacologia), Patrizia Gentilini (oncologa ed ematologa), Eugenio Serravalle (pediatra esperto in strategie vaccinali per l’infanzia); ci sono i membri del CIEB, Comitato Internazionale per l’Etica della Biomedicina, e un’infinità di altri nomi in Italia e all’estero. Davvero lei ritiene che siano tutti stregoni? E in base a quale conoscenza scientifica da lei ostentata e mai rivelata, ritiene che il parere di Pregliasco sia da ritenere scientifico e quello di altri suoi colleghi invece no? Ce lo vuole spiegare, signor Fazio? O, come dicevo prima, crede forse che basti la sua firma a margine per accettare le sue parole come fossero assiomi? Ha mai sentito parlare di terapie domiciliari e in generale della possibilità di curarsi e curare — contro l’insensato protocollo della “Tachipirina e vigile attesa” — o del plasma iperimmune individuato dal dottor De Donno come possibile cura? Ha mai sentito parlare dei drammatici dati sui decessi e gli eventi avversi raccolti nella UE e pubblicati da EudraVigilance o negli Stati Uniti da VAERS, signor Fazio? Si è interessato, in qualità di conduttore televisivo, di approfondire il mistero dei “Rapporti intermedi di sicurezza” richiesti dall’Aifa e mai pervenuti (vedasi articolo su “Panorama” del 20 aprile 2022)?
Temo invece, signor Fazio, che le sue affermazioni siano meramente politiche e nulla abbiano a che vedere con la Scienza. Lei certo è libero — come dovrebbe essere per ogni cittadino, docenti inclusi — di esprimere un parere, e persino di affermare la sua adesione incondizionata al sistema, se ci crede; ma è altrettanto certo che non può fare di quel suo punto di vista l’unica via possibile per l’Umanità, e che in nessun modo può, in nome di quel punto di vista, offendere e denigrare migliaia di lavoratori intellettualmente onesti e coerenti.
Ecco perché rimango, signor Fazio. Ecco perché il mio ruolo a scuola, oggi, in qualità di docente non vaccinata, è più che mai necessario. Rimango per spiegare ai miei studenti cosa succede quando un pregiudizio o una visione parziale della realtà vengono sbandierate come certezze assolute. Rimango per renderli consapevoli rispetto ai rischi di un’informazione di massa strumentalizzata e strumentalizzante, di cui lei, signor Fazio, si è fatto ottimo esempio. Rimango per insegnare loro l’importanza della ricerca, l’intelligenza del dubbio, il confronto ideologico. Rimango per difendere la libertà di scelta e di espressione che lei, signor Fazio, con il suo articolo vorrebbe, senza riuscirci, sopprimere.
Agrano, 25 aprile 2022
Chiara Tazzini
5 notes · View notes
scienza-magia · 4 days
Text
Seduta psicoterapeutica con l'intelligenza artificiale
Tumblr media
Fatti vedere da uno bravo, ma ChatGPT batte gli psicologi umani. Uno studio mette a confronto l'IA con psicologi umani nella comprensione emotiva: i risultati di ChatGPT-4 sono sorprendenti. Un nuovo studio pubblicato su Frontiers in Psychology mette a confronto tra l'intelligenza artificiale (IA) e gli psicologi nell'ambito della comprensione e della gestione delle emozioni e dei bisogni umani durante le sessioni di terapia. I ricercatori hanno concentrato la loro analisi sui modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM), come ChatGPT-4, Google Gemini e Copilot, valutandone l'intelligenza sociale, una competenza di primaria importanza nella psicoterapia.
Tumblr media
Lo studio rivela che ChatGPT-4 ha superato tutti gli psicologi umani partecipanti nello studio, mentre Bing ha superato più della metà di loro. Al contrario, le prestazioni di Google Bard sono state paragonabili solo a quelle degli psicologi con laurea triennale e sono state significativamente inferiori rispetto al livello degli studenti di dottorato. I LLM sono sistemi avanzati di IA addestrati su grandi quantità di testi scritti, capaci di comprendere e generare linguaggio umano. Grazie a tecniche che utilizzano reti neurali, come il deep learning, possono svolgere una serie di compiti, a quanto pare anche quelli legati alla psicoterapia. Sebbene ricerche precedenti abbiano dimostrato l'efficacia dei LLM nella gestione delle condizioni di salute mentale, c'era una lacuna nella comprensione di come si comportassero in contesti sociali complessi. Lo studio ha coinvolto 180 psicologi dell'Università King Khalid in Arabia Saudita, divisi in studenti di laurea e di dottorato. I partecipanti umani e l'IA hanno risposto a 64 scenari presentati sulla Scala di intelligenza sociale, che valuta la capacità di comprendere e rispondere adeguatamente alle dinamiche sociali. I risultati hanno mostrato una significativa variazione nelle prestazioni dei diversi modelli di IA e degli psicologi umani, con ChatGPT-4 che ha ottenuto il punteggio più alto di intelligenza sociale, superando tutti gli psicologi umani nello studio. Tuttavia, l'uso crescente dell'IA nella salute mentale solleva questioni etiche legate anche alla formazione, poiché la capacità di empatia e di costruire relazioni in un setting terapeutico è tradizionalmente considerata una caratteristica esclusiva dell'essere umano. Fonte dell'articolo: www.psypost.org Read the full article
0 notes
Text
Maltempo in Portogallo: tornado a Lisbona, neve alle Azzorre
La depressione Nelson continua a fustigare il Portogallo. La giornata di ieri è stata particolarmente difficile, con fenomeni climatici estremi che hanno provocato disagi e preoccupazione tra i portoghesi, i quali tuttavia non hanno mancato di testimoniare i fenomeni attraverso le loro reti sociali.     Nel pomeriggio un tornado si è manifestato vicino al ponte Vasco da Gama, il più lungo dei due…
View On WordPress
0 notes
italiaefriends · 1 month
Text
"L'inganno delle lusinghe, tra consensi falsi e debolezze umane" di Riccardo Rescio
Le menti umane sono intricate reti di pensieri, percezioni e emozioni, costantemente influenzate dalle interazioni sociali e dagli input esterni. Laddove la fragilità si nasconde dietro la facciata di sicurezza, la vulnerabilità si annida tra le pieghe dei giudizi altrui.Le persone che si allontanano dai troppi elogi non lo fanno per un eccesso di modestia o per timidezza eccessiva, ma forse…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
acerboni · 1 month
Text
Modeling Social Behavior | Princeton University Press
See on Scoop.it - Bounded Rationality and Beyond
A comprehensive introduction to mathematical and agent-based modeling of social behavior
Alessandro Cerboni's insight:
Questo libro fornisce un'introduzione unificata e guidata dalla teoria ai principali modelli matematici e basati su agenti delle dinamiche sociali e dell'evoluzione culturale, insegnando ai lettori come costruire i propri modelli, analizzarli e integrarli con programmi di ricerca empirica. Copre una varietà di argomenti di modellizzazione, ciascuno esemplificato da uno o più modelli archetipici, e aiuta i lettori a sviluppare solide basi teoriche per comprendere il comportamento sociale. Modeling Social Behavior fornisce agli scienziati sociali, comportamentali e cognitivi un kit di strumenti essenziali per pensare e studiare sistemi sociali complessi utilizzando modelli matematici e computazionali. Combina la modellazione matematica e quella basata su agenti del comportamento sociale Integra scienze cognitive, scienze sociali ed evoluzione culturale Copre argomenti come la filosofia della modellazione, il movimento collettivo, la segregazione, il contagio, la polarizzazione, l'evoluzione della cooperazione, l'emergere di norme, reti e il processo scientifico Discute argomenti più avanzati, incluso come utilizzare i modelli per costruire un programma di ricerca empirica più solido Un libro di testo introduttivo ideale per studenti laureati o studenti universitari avanzati Una risorsa preziosa per gli operatori
0 notes