Tumgik
#tutto è dentro te
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Benedetta sei tu donna
perchè stai cambiando pelle
come un serpente lasci andare il vecchio
ti abbandoni al cambiamento
attraversi il crocevia
consenti all'ombra di trasformarti
per rinascere più luminosa il giorno dopo.
Non sei la sola che vive questo momento
in tanti stiamo morendo al vecchio
noi ci annulliamo
noi ci annientiamo
per rinascere più coloranti e autentici.
Lasciati strisciare sul percorso della vita
striscia e senti l'intima connessione con Madre Terra
guarisci con la polvere della tua scia.
Ci stiamo risvegliando attraverso il suono
del sonaglio della nostra coda.
~ Monica Glusman
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omarfor-orchestra · 2 years
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Oggi ho parlato del mio ex con la psicologa e di quanto mi abbia trattata di merda e ridevo, nel momento in cui ho parlato di quanto mi manca fare teatro stavo per scoppiare a piangere mh ok
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tempergay · 2 years
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😫😫😫😫😫😫
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princessofmistake · 4 months
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Vorrei mancarti
E non te lo nascondo, vorrei mancarti quando ridi, quando sei triste o stanco, quando hai proprio tutto tranne che me e se te ne accorgi avverti un vuoto dentro. Vorrei mancarti quando fai tardi e quand'è troppo presto, perché tu capisca che essere fuori tempo è drasticamente importante anche per due come noi. Noi che, per quanto amore provassimo, non riuscivamo a non essere in anticipo oppure in ritardo su tutto: tu sui miei dubbi che risolvevi troppo tardi, io sui tuoi sorrisi veri che notava quando ormai si erano già spenti.
Vorrei mancarti quando la notte guardi la luna e senti che c'è qualcosa che non hai, che non hai più, che non sai se ce l'hai avuta mai. Vorrei mancarti quando sei in mezzo agli altri, altri che non hanno i miei occhi, che non sono me e che non mi somigliano nemmeno un po', e ti pesa, non te lo aspettavi, ma ti pesa.
Ti vorrei mancare quando tutta quella folla che hai intorno ti fa sentire solo al mondo, quando sei distrutto, sfatto, in discoteca da solo, oppure in compagnia nel letto.
Vorrei mancarti quando in piena notte ti svegli e allunghi il braccio per cercarmi.
Vorrei mancarti quando non sai che ti succede ma non ti va più di ascoltare la gente parlare, e vorresti solo spegnere il mondo e gettarti dentro ad una fotografia, quella che hai bene nella testa, di noi che ridiamo da tristi, di noi che sorridiamo da felici.
Io ti vorrei mancare perché significherebbe che t'è importato, che t'è importato tanto, che è stato doloroso ma incredibilmente speciale. Io ti vorrei mancare perché mi manchi. Più o meno tutto il tempo. E mancarsi, mancarsi in due, significa appartenersi.
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mccek · 6 months
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“Nonoo” questa mattina sei venuto a mancare e dopo aver lottato per altri tre mesi, anche se in ospedale ti avevano dato pochi giorni, ininterrottamente non hai mai mollato quel filo sottile che divide la vita dalla morte; anche contro le tue volontà a testa alta col tuo carattere (in cui non mi rispecchiavo) sei riuscito a tenerti vivo, ahimè, purtroppo, la morte vince si tutto, non ha pietà.
Fin da piccolo il tuo sogno era di vedermi guidare, cosa che se pur col tempo ho saputo apprezzare non ho mai amato fare come te, prima che l’infarto ti colpisse definitivamente ti avevo fatto una promessa, di portarti a vedere un gran premio di formula uno, da noi tanto amata, questo seppur per evidenti problemi economici non mi avrebbe mai impedito di non farlo, però non avresti avuto le forze, anche se immagino che ti saresti commosso, anche se una persona come te era difficile vederla piangere.
Abbiamo avuto periodi in cui ci costruivamo mentalmente dei muri invisibili e proprio per la differenza del nostro carattere questo ci ha ferito entrambi, fuori sicuramente eravamo orgogliosi ma il problema poi è sempre dentro, quel peso che a lungo andare ti consuma fino a trasformalo in malattia.
Col senno di poi siamo bravi tutti, tu hai le tue responsabilità e io le mie, non esistono santi, nessuno di noi due ha vinto o perso, nonostante abbiamo sofferto, ci siamo riavvicinati pian piano, con più fiducia e lo abbiamo fatto raccontandoci la mia, la nostra infanzia, nostra perchè alla fine hai passato davvero tanti anni assieme a me quando ero piccolo, io non dimentico i tuoi errori nonno, ma nemmeno il bene che mi hai fatto, la tua immensa disponibilità per me e la mamma quando aveva bisogno di essere portata per lunghi anni su e giù in ospedale, sappi che queste cose rimarranno impresse nella mia testa, perché col tempo, forse crescendo, anche se ancora mi vedo, sai, un po’ bambino, quel Mattia che era il tuo idolo, che doveva essere il migliore di tutti, ma che in realtà voleva solo essere come tutti, e che quei tutti avessero il mio stesso cuore, quella bontà che col tempo è pian piano svanita.
Chi si dimentica di tutta quella gente che ci Incontrava in bici la mattina presto?
La tua felicità negli occhi, nel vedere come tutti si fermassero a guardarmi, a parlarmi e a sottolineare il fatto che il sorriso non mi mancasse mai.
Si andava a prendere il pane, ne volevo subito un pezzo, ci fermavamo a vedere tutti i cani della via con la speranza che rispondessero alle mie parole, e restavo lì convinto fino a quando sentivo abbaiare e tu mi davi conferma delle loro risposte.
Che periodi, cercavo sempre mia mamma, purtroppo per via del lavoro per me era come stesse via intere settimane ma in realtà così non era, però tu ben sapevi quanto io sia legato a mamma, e tranquillo ricorderò sempre quanto anche tu lo fossi, anche se spesso avevi qualcosa da ridere per via del tuo carattere ricorderò le tue ultime parole: “La mamma è la donna più intelligente che ho conosciuto, fin troppo buona e disponibile per tutti, voglio che lei lo sappia”.
Potrei scrivere un libro, non un poema su ciò che abbiamo vissuto insieme, sei stato la mia infanzia, il mio periodo preferito, lo rivivrei mille volte, nonostante il tuo modo di essere, ma chi sono io per giudicare? Certo, quello che penso lo dico, come hai sempre fatto tu, ma allo stesso tempo non mi nasconderò mai come non giudicherò mai!
Ora stai vicino alla nonna, e assieme fatemi il regalo più grande, che non sono i soldi, non sono una vita di successi, ma la speranza di vedere vostra figlia, mia mamma, stare un po’ meglio.
Solo questo.
Il pensiero rimbomberà sempre nella mia testa, fra cose belle e cose brutte, ma per vivere di questi tempi, bisogna affidarsi solo all’amore, lo sai nonno no?
Quella piccola parte di odio che io ho sempre avuto verso la mia generazione, e tu, verso chi ben sapevi, era molto simile, però se fossi qui so che con un sorriso, e magari una lacrima, diresti: “Qua te ghe rason”.
Ciao caro nonno, ti voglio bene❤️
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der-papero · 25 days
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Cosa è il nazismo
Più volte ho scritto post sul mio ex-padrone di casa, sostenitore (se non attivista) di quella ideologia, visto il gran numero di reperti trovati dopo aver acquistato l'immobile, però oggi vi mostro un modo che aveva, tutto suo, di odiare il prossimo.
Perché di fondo questo è, il problema dei nazisti e simil- (tipo i fasci) non è tanto l'odio verso gli altri esseri umani, dal mio punto di vista quello è un diritto della persona, bensì il fatto che loro ci tengono a fartelo sapere che gli stai sul cazzo (il 99.9% delle volte in forma violenta), te lo devono dire, è più forte di loro, e vogliono assicurarsi che tu abbia capito che gli stai sul cazzo, altrimenti non ci dormono la notte, diventa un odio a metà.
Il nostro eroe esercitava questo odio in tanti modi (chiamava la Polizei ad ogni ora per denunciare il vicino se faceva una scorreggia in bagno e si sentiva, alzava barricate, litigava con chiunque del vicinato, parlava male dei vicini in giro per il paese, e altre robe carine), ma uno di questi mezzi me l'ha lasciato purtroppo in eredità, e solo dopo anni sono arrivato quasi al punto di vedere il problema risolto.
Vedete questo giardino?
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Ne ho due, uno è quello della foto, un altro è più piccolo all'entrata della casa. Oggi ci sono due bellissime siepi di lauro, più un'altra pianta in fondo che non so bene cosa sia e non si vede benissimo dalla foto (ma è favolosa, perché potete entrarci letteralmente dentro e lasciare che vi abbracci 🥰), ma prima entrambi i lati e davanti erano disseminati di questa bestia, i cui due ultimi esemplari sto sradicando oggi:
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Per darvi un'idea, ogni "spina padre" è lunga due dita, e poi su ogni spina ci sono tanti piccoli aculei, e hai voglia ad usare protezioni, prima o poi ti fai male (infatti anche oggi ha chiesto il suo tributo di sangue).
E lui così dichiarava il suo odio verso i due confinanti, questa pianta cresceva, inevitalmente finiva anche sul loro terreno, e ogni volta che provavano a tagliarla puntualmente si facevano male (che poi ogni puntura, io non so che cazzo c'è sulla punta, ma lascia un fastidio/dolore che dura un paio di giorni).
Oggi, mentre il vicino mi guardava sradicare la prima delle due, ha esclamato "eh, erano proprio dei simpaticoni i nostri ex-vicini, due amabili vecchietti!".
Ma poi alla fine si combatte così il nazismo, con tanta pazienza e dedizione, sradicando piante urticanti una ad una e piantandone di nuove, magari di quelle che ti abbracciano mentre ti prendi cura di loro.
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francesca-70 · 5 months
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La mia carne
giuseppe frascà
(9 Dicembre 1991)
Fui io a tenerti
per mano quando, insicuro, muovevi i
primi passi.
Sei cresciuto troppo in fretta e non
sono riuscito a tenere il tuo passo. Ti
vedo come eri ed aspetto di vederti
spuntare da dietro una scusa qualsiasi
per abbracciarti e non farti andare mai
via. Ascolto i ricordi e ti rivedo e mi
rivedo quando il mondo intero era
nostro e nulla poteva rubarcelo.
Poi non tutto va come sognavo e
restano le parole non dette,
i troppi sensi di colpa
e quella paura di non essere riuscita a fare abbastanza
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Ascolto i ricordi tra i sorrisi, le
risate di ieri e le lacrime di oggi
quando il giorno finisce e le mie
mani disegnano nell'aria un volto.
Cammina solo un po' con me prima
che il mio tempo finisca. Prendi la
mia mano come io presi la tua
quando i primi passi furono la tua
prima vittoria.
Prendimi per mano, figlio mio, prendimi per mano
e cammina con me per un po'. Vorrei dirti ciò che
ho dentro e mi fa male. Vorrei che tu mi insegnassi
la vita che non ti insegnai. Vieni, siedi con me, solo
per un po' e dimmi se in questa nebbia possono
nascere ancora i fiori. Vorrei parlarti dell'amarezza
che ho, vorrei che tu mi ascoltassi, solo per un po'.
Andiamo verso il mare, come un tempo, solo per
vedere più vicino il tuo orizzonte ed il mio. Prendi i
miei tanti anni e falli tuoi, solo per un po' e, forse
capirai quel dolore lieve che mi accompagna da
sempre. Prendimi per mano e dimmi dei miei tanti
errori ma ti prego non rimproverarmi: nessuno mi
insegnò a vivere ed oggi...non so ancora vivere.
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La vita non sempre è tutto come sembra, ma
ogni cosa va vissuta prima di giudicarla,
affinché possa riconoscere il bene ed il male.
Ma tu vai avanti ..anche con il mondo contro.
Votrei insegnerti a credere in te..a non arrenderti,
a prenderti in braccio e portarti in salvo perché,
ahimè, spesso sarai da solo a doverlo fare.
Ma ricorda che le cicatrici hanno una storia
e che ad ogni modo saranno una vittoria.
Vivi ogni giorno come se
fosse l'ultimo. Vivi e non
dimenticare mai i sogni
che un giorno tua madre sognò per te.
Vivi figlio mio
e se ti mancasse la voglia
vivi la vita che io non vissi
perché la vita è solo un sogno.
Sii sempre mio figlio perché il tempo è tiranno
...passa troppo velocemente.
Voglio essere ancora tua madre e carezzarti
il viso mentre stai per dormire
Si, figlio mio, fammi sentire ancora una
volta importante, fammi sentire ancora madre.
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Buon compleanno cuore mio❤
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"Tutto quello che ti da fastidio,
ti insegna la pazienza.
Tutto quello che ti abbandona,
ti insegna a stare in piedi da solo.
Tutto quello che scatena la rabbia,
ti insegna a perdonare ed essere compassionevole.
Tutto quello che ha potere su di te,
ti insegna a recuperare il tuo valore.
Tutto ciò che odi,
ti insegna ad amare incondizionatamente.
Tutto ciò che temi,
ti insegna ad affrontare la paura.
Tutto quello che non puoi controllare,
ti insegna a lasciar andare"
(J. Kiddard)
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sofysta · 3 months
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Non si può.
Non illudetevi di conoscere qualcuno solo da ciò che posta in un social. C'è molta differenza tra l'apparenza, la superficie e la sostanza. Spesso abbiamo quel mondo dentro, quel mostro sacro che non diffondiamo ai 4 venti perché non tutti sarebbero in grado di capire i personali dolori, le paure, le fobie e non tutti saprebbero esser felici per chi si sente realizzato o appagato. L'invidia, quella grande bestia è sempre in agguato e tenta di farti scivolare a fondo. Ma tu resisti e tieni dentro tutto perchè non è ancora arrivata quella persona che ti fa tremare, che ti fa vibrare come una corda di violino, quella che ti fa vomitare saliva e sudore e l'ultima sillaba di te. Quella a cui donare il tuo inferno, il tuo paradiso.
Noi non siamo solo i blog che abbiamo
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Voglio sapere se riesci a stare con la gioia,
la mia o la tua,
se riesci a ballare selvaggiamente
lasciando che l’estasi ti riempia fino alle estremità delle dita delle mani e dei piedi
senza ricordarci di stare attenti,
o di essere realistici,
né per rammentarci i limiti dell’essere umano.
Non mi interessa se la storia che mi stai raccontando è vera.
Voglio sapere se riesci a deludere un altro
pur di essere sincera con te stessa.
Se riesci a sopportare l’accusa di
tradimento senza tradire la tua anima.
Se riesci a essere senza fede e perciò degna di fede.
Voglio sapere se riesci a vedere ogni giorno la
bellezza anche quando non è pittorica;
e se riesci a far scaturire la tua vita dalla sua presenza.
Voglio sapere se riesci a vivere col fallimento,
il tuo e il mio, e tuttavia, sul bordo del lago,
a gridare al plenilunio d’argento il tuo «Sì!».
Non mi interessa sapere dove vivi o quanti soldi hai.
Voglio sapere se riesci ad alzarti dopo una notte di dolore e di disperazione
stanca e con le ossa a pezzi
e a fare ciò che va fatto per dar da mangiare ai bambini.
Non mi interessa ciò che sai né come sei giunta qui.
Voglio sapere se starai nel centro del fuoco con me senza tirarti indietro.
Non mi interessa dove o che cosa o con chi hai studiato.
Voglio sapere che cosa ti sostiene da dentro
quando tutto il resto crolla.
Voglio sapere se riesci a stare sola con te stessa
e se ti piace davvero la compagnia che ti fai nei momenti vuoti.
Oriah Mountain Dreamer
_______ Antonio Palmerini
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susieporta · 3 months
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L'ho capito pienamente solo in queste settimane.
C'è una netta differenza tra giustificarsi e dare spiegazioni.
Quando ti giustifichi, sei già scivolato su un piano difensivo.
Sei tornato ad essere, per un momento, quel bambino che viene beccato dalla mamma con le mani nella marmellata, e con gli occhi sgranati la implora di non punirlo.
Quando l'altro ti chiede spiegazioni accusandoti di qualcosa, insinuando ecc, anche sei hai quarant'anni, cominci a tremare di paura, il cuore ti batte a mille nel petto, e lo stomaco ti si stringe in una morsa dolorosa.
Anche sei grande, sei piccolo.
La testa ti si riempie di sensi di colpa, e il terrore di perdere qualcosa, come l'amore dell'altro, ad esempio, ti fa precipitare d'improvviso nel ruolo di vittima.
Quando sei una vittima, nessuno infatti può infierire.
Ma in realtà, ti accorgerai facilmente di una cosa.
Se cominci a giustificarti perché sei uscito con gli amici, perché avevi voglia di prendere una boccata d'aria o di rimanere solo, accampando scuse come "Mi spiace tanto, non volevo ferirti", "Ti prego, ascoltami non l'ho fatto apposta...", stai dicendo all'altro che ha ragione nell'attaccarti.
E l'altro ti aggredirà ancora più forte, proprio perché tu ti giustifichi come se avessi torto.
Quando dai spiegazioni, invece, tu sei nel tuo io adulto.
Sei centrato, fermo, assertivo.
Vivi uno stato di sicurezza interna che nessuno può scalfire.
Il tuo cuore e la tua mente, sono blindati a prova di proiettile.
L'altro può andare su tutte le furie e scalpitare perché non lo hai chiamato, perché avresti dovuto portarla fuori a cena, fargli un regalo, avvertirlo che...
E invece, semplicemente, non ne avevi voglia, oppure ti sei dimenticato.
Non lo hai fatto apposta: è così e basta.
E non devi giustificarti perché hai dimenticato qualcosa, o perché non sei stato all'altezza delle aspettative dell'altro.
Stai dando spiegazioni su quello che hai fatto, o non hai fatto, a partire da quello che sentivi, volevi fare o non volevi fare.
Punto.
Nel dirlo, la tua voce è ferma, il tuo cuore batte calmo e regolare, il tuo stomaco è tranquillo e le tue spalle sono rilassate.
Il tuo sguardo, è fisso su un punto come se guardassi un panorama immenso dopo aver scalato una montagna.
L'altro può accettare o meno tutto questo.
Ma di sicuro, se rimarrai saldo dentro di te nel tuo io adulto, o riuscirai a proteggere il tuo io bambino prima che ti faccia scivolare in un turbine di emozioni incontrollabili, sarai saldo come una roccia.
Immobile come un albero.
Chi si giustifica si prostituisce, e quindi può essere comprato e usato dall'altro tanto più cadrà in uno stato di autosvalutazione, di preghiera, di dipendenza.
Chi spiega, invece, informa, chiarisce, attesta che.
Non si muove dal suo centro.
Mette confini stabili tra sé e l'altro, perché sa di potersi proteggere da solo.
Sa che può reggersi e camminare con le proprie gambe, ovunque vuole e in qualunque condizione.
Diventa il tuo punto fermo, respira, ancorati a te.
E non avrai più paura di perdere nessuno, perché avrai conquistato te stesso.
Omar Montecchiani
#quandolosentinelcorpodiventareale
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surfer-osa · 2 months
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Sarà capitato anche voi di frequentare, saltuariamente, persone che non hanno gli stessi vostri identici gusti e di ritrovarvi a fine serata, in un sabato sera piovoso, dentro una birreria laser karaoke che con l’arredamento marcio kitsch esibisce il suo lato meno inquietante.
Dai, lo so che è capitato anche a voi.
Dicevamo che sarà capitato anche voi di guardare Dario, magari non proprio quel Dario ma un Dario della situazione, insomma il vostro Dario, sperando che una volta tanto funzioni la telepatia (e magari, guarda te, la telepatia ha pure funzionato ma siete comunque nella merda perché siete  giunti in quel posto dimenticato da dio con l’auto in condivisione: non sia mai che, mentre il mondo va a fuoco, non cerchiate di intraprendere comportamenti virtuosi).
A questo punto, dopo una buonissima cena totalmente vegana e analcolica, pensate che il laser karaoke è troppo anche per voi e, non volendo buttarvi sulla birra temendo di dover andare a pisciare quelle 6500 volte, gettate uno sguardo disperato alla scansia degli alcolici che fa bella mostra di se intonsa e polverosa dai tempi in cui il muro di Berlino era ancora una solida realtà.
Ordinate un vov, ordinate un cazzo di vov che vi arriva al tavolo con una schiumetta bianca che galleggia leggiadra sopra ad uno strato di liquido denso di tonalità giallo pus.
Il vov è dolce da vomitare ma almeno è poco, una dose di veleno gestibilissima rispetto ai rimorsi per non esservi lanciati dall’auto in corsa mentre potevate ancora evitare quel microcosmo di anime mitologiche mezze Charles Bukowski e mezze Alanis Morrisette (scegliete voi quali mezze parti accorpare).
Sono sicura che avete pensato: ma dai, quindi non esiste solo la pre-menopausa come anticamera dell’inferno? Finanche le birrerie laser karaoke fanno la loro parte senza paura alcuna!
Il tempo inizia a scorrere lentissimo e si ferma attorno ai pezzi scelti dagli astanti.
Alanis Morrisette, Renato Zero, Elisa, Alex Baroni, Delirium, Enrico Ruggeri (più altro che avete cancellato dalla memoria per mero istinto di auto conservazione) reinterpretati da voci così aspre da penetrarvi il cervello e quel poco di felicità che vi era rimasta in corpo fino a quando non arriva il vostro turno e scegliete, con la complicità del Dario sopracitato, di richiedere un pezzo dei Sepultura.
Sapete bene che partirà una discussione infinita con il gestore attempato, rilancerete proponendo roba più “commerciale” tipo i Carcass, e finirete, dopo poco, fuori dal locale notando che ha smesso di piovere e in cielo ci sono ancora le stelle nonostante tutto.
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haiku--di--aliantis · 1 month
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"L'età non è importante. Chiedimi quanti tramonti ho visto, quanti cuori ho amato, quanti viaggi ho fatto e a quanti concerti ho assistito. Ecco, la mia età."
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Ogni frase di passione che m'hai sussurrato, ogni invettiva che mi hai urlato, scritto o taciuto, ha parlato comunque al mio intimo più profondo e mi si è scolpita nel cuore. Tutto ciò che negli anni ci siamo confidati, tutte le carezze, i baci torridi, tutti i lunghi silenzi che ci siamo inflitti a vicenda, hanno fatto di noi due i lembi della stessa ferita d'amore: funzioniamo solo se siamo ricuciti insieme. Fusi l'un l'altra. Da questa notte di marzo finalmente rimarginiamo sorrisi.
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E un urgente desiderio di labbra divorate. Perché, ci piaccia o no, io e te esistiamo davvero solo se ci cerchiamo, se ci sfottiamo. Se giochiamo come due ragazzini limpidi che devono ancora crescere. Perché se è vero che sia tu che io ne abbiamo passate già veramente tante, il meglio per noi due è sempre domani. Il mio amore per te resta un fiume placido e gonfio. Sei libera di nuotarmi dentro ogni volta che vorrai. La tua persona è l'ospite mio più gradito. Poi, la vita faccia ciò che deve.
Aliantis
(Dedicato alla donna più bella del mondo)
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singinthegardns · 1 month
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Non ti cerco perché so che sarebbe peggio, non ti cerco per non soffrire per non sentire la tua voce dire che stai bene anche se non ci sono io a farti stare bene. Non ti cerco perché è pericoloso incontrare i tuoi occhi una volta ancora e rischiare di caderci dentro una volta ancora. So che pensi che sia indifferenza ma io non ti cerco perché ci tengo troppo perché se lo facessi ricomincerebbero i casini, ricomincerei a non stare bene, a non avere mai il sorriso sulla faccia, a sentirmi sbagliata senza di te e a sentirmi sbagliata insieme a te ricomincerei a non dormire la notte, a chiedermi perché non mi cerchi, perché ti trovo ovunque, perché senza di te è tutto spento, perché non sono capace di metterci un punto perché la mia testa e il mio cuore arrivano sempre ad uno scontro e sono io il morto.
Non ti cerco perché non averti accanto mi fa male ma forse averti accanto un po' di più, sapere che per quanto tu mi possa amare io ti amerò sempre un po' di più. Non ti cerco perché ho paura di soffrire, non sono abbastanza coraggiosa da affrontare tutto ciò che mi fai sentire non ti cerco perché ti voglio cercare troppo perché è tutto troppo, mi riempi, mi svuoti, te ne vai e mi lasci qui ad aspettarti e io non ce la faccio più. Non è indifferenza, anche se non ti saluto, anche se di me non sai più niente, anche se mi vedi uscire con la gente, anche se sembra che non me ne freghi niente non ti cerco nerché amarti in silenzio è più semplice che provarci davvero non ti cerco perché fa troppo male.
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vedova-nera · 1 month
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Squilla il telefono, rispondi.... Una voce che non lascia spazio al rifiuto ti dice: "vestiti in modo succinto, truccati e fatti trovare seduta al bar dove ci siamo conosciuti".. E così fai. Ti prepari con calma e arrivi a destinazione. Entri nel bar, ti accomodi ad un tavolino fuori, abbastanza appartato, e ordini da bere. Aspetti una decina di minuti quando entra un signore distinto che ti chiede di seguirlo senza fare domande. Entri in macchina, sul sedile c'è una scatola regalo con una lettera. La apri. C'è scritto solo "indossala". È una maschera nera che ti copre solo gli occhi. La macchina si ferma, scendi, quel signore ti prende per mano. Lo segui in silenzio. Il cuore batte a mille, una goccia di sudore scivola sulla tempia, un'altra goccia, più calda, scivola tra le gambe. Una chiave nella toppa, un portone si apre, entri. Ti accompagnano davanti ad una porta e li ti lasciano la mano. Resti sola e poi...... poi silenzio assoluto. Senti aprire la porta e capisci che sono io. Mi riconosci dal profumo che indosso. Ti prendo la mano e ti accompagno ad un tavolo pieno di cose da mangiare. Via il soprabito, ti metti seduta, non vedi nulla. "Apri la bocca!" ... E inizio a farti assaggiare di tutto, dolce, salato, piccante, amaro. Capisci che mi diverto nel guardare le tue espressioni del viso e nel sentire i tuoi mugugni. Avvicino la bocca alla tua, leccandoti le labbra, succhiandole, mordendole e poi butto a terra tutto ciò che era sul tavolo e ti faccio sdraiare. Piano piano ti spoglio, e gioco con te, prendo le manette e ti blocco i polsi, braccia alzate. Le caviglie immobilizzate con una corda sottile alle gambe del tavolo. Prendo la rotella di Wartenberg e inizio a giocare un po', passandola su tutto il corpo, spingendo su certi punti. Vedi che inarchi il corpo. Ti piace sentire il freddo e l'acuminato delle punte dell rotella. prendo il frustino..un bacio sulle labbra e 1..2..3..4..sul seno, sulla pancia, sulle cosce, sui piedi fino a diventare rossa ovunque. Afferro delle pinze e le stringo sui capezzoli tirando la catena verso di me. Rallento, respiro, ammiro il tuo corpo e le mie mani scivolano dentro di te...senza fermarsi un attimo...... Senti la mia mano sul collo che stringe poi........ Solo calore ovunque, frutto di un orgasmo potente.
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