Tumgik
#Notte Gotica
Text
Notte Gotica ad Anagni con Divagazioni su Edgar Allan Poe. Halloween si tinge di arte.
Tumblr media
Notte Gotica, divagazioni su Edgar Allan Poe. Ad Halloween si celebra l'arte nella suggestiva cornice di Casa Barnekow - Anagni.
Sabato 5 novembre, ore 21. Una sfida multiculturale che vuole mostrare la bellezza della convivenza delle culture. Lo spettacolo di respiro gotico, tesse relazioni tra teatro, letteratura, musica, arte, astronomia. Un’atmosfera unica ed originale nata dall’incontro di artisti ed appassionati. Featuring: Cesare Buccitti, Simona Carnevale, Franco Leone, Lucilla Leone, Giorgio Michelangeli, Marco Rivera, in collaborazione con Velia Viti.
Tutto questo ed altro è “Notte gotica — divagazioni su E. A. Poe.” A Comune Di Anagni, l’appuntamento culturale è con Casa Barnekow (Anagni CittàInArte), in via Vittorio Emanuele II, 97. La serata è dedicata alla scrittore del brivido Edgar Allan Poe, pioniere letterario americano e maestro del genere gotico del XIX secolo, in riferimento anche al periodo di Halloween che, nel nostro paese ha assunto un significato diverso da quello prettamente commerciale attribuitogli negli USA.
Tumblr media
immagine di Casa Barnekow - Anagni CittàInArte
Nata da un’idea di Lucilla Leone, esperta in comunicazione, e Franco Leone, astrofisico e divulgatore scientifico, entrambi appassionati di letteratura gotica e dei racconti di Poe in particolare, e con la collaborazione della regista Velia Viti.
Questa serata, crocevia di visioni, pensieri, suoni, suggestioni, vuole da una parte indagare le storie, i personaggi e le ambientazioni del narratore americano sia da un punto di vista letterario che scientifico, e dall’altra tradurre quelle suggestioni che derivano dalla lettura dei suoi testi in immagini (pittoriche e performative) e sonorità.
Il tutto accompagnato dalle musiche originali, create per questa occasione, del compositore Cesare Buccitti.
Il risultato sarà una visione multipla allo stesso tempo artistica e scientifica, razionale e sensoriale, del mondo onirico ed intellettuale di Poe.
Prenotazioni (consigliata) sabato 5 novembre alle ore 21.
⏩ Info e prenotazioni +3288350889 ⏩ [email protected]
For the English version, click on ⏩ Gothic Night in Anagni — Edgar Allan Poe guest at Barnekow House
youtube
Esaltare l'arte per dare colore alla realtà:
'I confini del nostro mondo sono i limiti del nostro linguaggio.'
Aforisma in Giochi di Parole di Rosanna Marani #tidolamiaparola
⏩ The Board Behind
5 notes · View notes
divulgatoriseriali · 24 days
Text
Vampiri e la notte eterna: Un viaggio nel loro mondo
Nel cuore delle tenebre vampiriche si cela una storia intricata. Partendo dalle origini millenarie delle leggende, questo viaggio ci conduce attraverso le pieghe delle credenze e dei miti che hanno plasmato e trasformato queste creature dell’oscurità nel corso dei secoli. Esploreremo le influenze dei miti antichi, le opere letterarie rilevanti e le reinterpretazioni moderne che hanno ridefinito…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
gcorvetti · 7 months
Text
Ottobre.
Ecco arrivato il mese funesto, da diversi anni a questa parte è stato sdoganato quello che precedentemente era soltanto una pratica di chi aveva una visione della vita gotica, di quella sottocultura dei mostri e delle cose macabre in generale, della notte e degli animali con significati esoterici o demoniaci. In poche parole una rottura di coglioni che culmina con Halloween, festa pagana irlandese della fine dei raccolti, poi come funziona sempre da qualche anno si passa dagli scheletri e zucche alle decorazioni di natale in un batter di ciglia, come se niente fosse, sempre e comunque dentro quel consumismo becero che contraddistingue i tempi moderni, perché se non fosse per il commercio col cavolo che gli scheletri avrebbero fatto breccia nei cuori delle persone comuni. Poi c'è fortunatamente la natura a cui non frega niente delle nostre stronzate e inizia a prepararsi per l'inverno stendendo tappeti infiniti di foglie e che tende a regalarci prima del bianco totale un'altra esperienza cromatica fantastica, e non soltanto l'arancione e il nero come già da oggi si vede un pò ovunque, supermercati in testa. No per carità a me che me frega delle vostre stronzate, io a Ottobre ci sono nato (26 per l'esattezza) infatti sono io che ho dato il via al cambio dell'orario :D battutina.
Va bè, lasciando stare queste commerciali irritazioni, oggi ho passato un paio di ore con la Piccoletta a raccontarci cose e a ridere davanti un caffè e un pezzo di torta, normale amministrazione. Stamane leggendo le notizie sempre meno notizie e sempre più propaganda, ne ho vista una che diceva più o meno che gli stati uniti mollano l'ucraina perché hanno problemi economici interni, quindi sembra che li sosterranno solo moralmente, questo da parte governativa, mentre le aziende della guerra continueranno a vendergli le armi e quelle della ricostruzione sono pronte ad appaltare i ricavi di questa guerra che sembra in qualche modo andare a scemare in un sottile e lento declino. Non vedo niente di nuovo, gli yankee fanno sempre così, incassati i profitti ti salutano lasciandoti nella merda, chiedete agli afghani.
Saltiamo sopra a questa pozzanghera di sangue e merda a piè pari, tanto a noi dei piani bassi è toccato il meno peggio dei mali cioè la crisi economica che nessuno ha osato sbandierare che sia stata causata da una guerra che noi popolazioni europee non volevamo ma che i nostri governanti lecchini hanno subito appoggiato tagliandosi i coglioni, per chi li ha anzi li aveva, facendoci sfigurare per l'ennesima volta davanti al mondo intero, perché quella storiella dell'occidente è una bufala che vi raccontano, su 192 paesi al mondo solo 31 fanno parte della NATO a maggioranza europea, il resto non ci ha visto chiaro anzi alcuni proprio sono inorriditi per come l'Europa abbia reagito, a 90°, in questa situazione, che inizia come tutti oramai sappiamo nel 2014. Basta.
Un pò di incazzatura c'è sempre, quella punta di acido che basta per speziare il post, ma adesso è tempo di musica, ciao ciao.
youtube
3 notes · View notes
thanxgodisholyday · 3 months
Text
La cantante queer Alt-Pop Karin Ann
presenta il nuovo singolo “she” con DeeJayFox Radio Station a Sanremo 2024
La cantante queer Alt-Pop Karin Ann
presenta il nuovo singolo “she” con DeeJayFox Radio Station a Sanremo 2024
la radio che ha al suo interno un’emittente gemella
gestita solo da giovani dai 16 ai 25 anni 
Intervista con Karin Ann, diretta live, Sabato 10 Febbraio
dal track di DeeJayFox Radio Station a Sanremo
Karin Ann, 21 anni, la nuova protagonista alt-pop della Gen Z, attivista, portavoce della comunità LGBTQIA+ secondo il prestigioso Spindle Magazine -https://spindlemagazine.com/meet-gen-zs-new-alt-pop-protagonist-karin-annKarinAnn - , con già oltre 11 milioni di stream, racconta i temi dell'uguaglianza di genere, della salute mentale e dei diritti umani, esplorando le lotte interiori dei giovani, come l'amore adolescenziale, le relazioni tossiche e le insicurezze. L'artista parla anche della sua esperienza di donna queer cresciuta nell’Europa dell’Est.
In occasione di Sanremo 2024, Karin Ann ha voluto collaborare, per presentare in anteprima il nuovo singolo “she”, con DeeJayRadioFox Station, emittente digitale fondata nel 2013, che ha rivoluzionato il mondo delle radio coinvolgendo all’interno del cast artistico talent nascenti con grande determinazione creando appositamente un secondo canale radio Deejayfoxradio2 Young version.
Deejayfoxradio2 Young version è gestita da giovani studenti e universitari dai 16 ai 25 anni che si occupano sia della realizzazione dei contenuti che della conduzione dei programmi: una web radio che è uno spazio, un luogo, un ritrovo, una passione, una dimensione, per far ascoltare e apprezzare musica di qualità.
“DeeJayFoxRadio Station dà sempre spazio ai giovani talenti e Karin rappresenta un’artista emergente di grande personalità e con una caratura internazionale all’altezza di una vetrina saneremese. Le sue canzoni raccontano dei bisogni dei giovani, delle loro difficoltà e sfide anche relative al riconoscimento dei loro diritti. Darle spazio in questa settimana è un modo per celebrare il suo impegno che in Europa ha già raccolto grandi consensi” dichiara Oscar Pavarello, Direttore di DeeJayRadioFox Station.
“she” è un viaggio accattivante nella bellezza, nella fuga e nella beatitudine. Il testo del nuovo singolo di Karin Ann descrive un personaggio misterioso che non si cura dell'opinione altrui, sottolineando il suo impegno per l'autenticità in un mondo in cui l'identità personale conta più del giudizio degli altri. L'arrangiamento musicale è caratterizzato da un'energica fusione di chitarra e arpeggi ritmici, combinati con voci delicate, che si esprimono in una melodia versatile che ricorda una narrazione disco-rock gotica alla Taylor Swift, infusa con gli elementi stilistici delle US Girls o del periodo successivo del gruppo musicale indie rock statunitense Deerhunter.
Il nuovo singolo “she” vede la partecipazione e produzione di Benjamin Lazar Davis degli Okkervil River e la cantante americana Joan As Police Woman.
"Non mi immergo nei dettagli delle mie canzoni, mi piace lasciare che la gente scopra i propri significati e li metta in relazione con la propria vita. La mia lotta contro l'insonnia mi porta spesso a scrivere durante le notti insonni. Una notte, scorrendo tra le note del mio telefono, mi sono imbattuta in una frase che mi ha fatto venire l'ispirazione. La maggior parte delle mie canzoni tendono alla tristezza o alla malinconia, ma questo testo in particolare è diverso. Trovo difficile scrivere canzoni allegre, quindi con 'she' ho creato questo nuovo personaggio che mi ha permesso di esplorare nuovi territori" commenta Karin Ann.
Il video che accompagna il singolo “she” ha la direzione creativa di Kate Biel, animato e diretto da Dessie Jackson.
Appuntamento con Karin Ann a Sanremo, truck DeeJayRadioFox Station da Martedì 6 a Domenica 11 Febbraio –
Intervista live con Karin Ann: Sabato 10 Febbraio ore 17.30
0 notes
daimonclub · 4 months
Text
Libri e lettori
Tumblr media Tumblr media
Quanto a me, povero diavolo, la mia biblioteca era un ducato anche troppo vasto! Ogni lettore, quando legge, legge sé stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che è offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in sé stesso. Marcel Proust A book must be an ice-axe to break the seas frozen inside our soul. Franz Kafka Quanto a me, povero diavolo, la mia biblioteca era un ducato anche troppo vasto!... Così, per sua gentilezza, sapendo che amavo i miei libri, non mi separò dalla biblioteca i cui volumi hanno per me un valore maggiore del mio regno! Prospero nella Tempesta di William Shakespeare. Il migliore scrittore sarà colui che ha vergogna di essere un letterato. Friedrich Nietzsche Noi crediamo infatti, come sostengono anche i grandi innovatori della filosofia tecnologica e commerciale della rete, che il mondo del business nella sua essenza profonda, è fondamentalmente umano, e che la tecnica senza estetica alla lunga non interessa nessuno. Il vero linguaggio del commercio del resto è la naturale conversazione tra degli esseri umani. Carl William Brown Si scrive soltanto una metà del libro, dell’altra metà si deve occupare il lettore. Joseph Conrad I libri sono vivacemente e vigorosamente produttivi come quei favolosi denti del dragone che piantati qua e là possono far germogliare uomini armati. John Milton Dai libri imparo meno che dalla vita; un solo libro mi ha molto insegnato: il vocabolario. Ma adoro anche la strada, ben più meraviglioso vocabolario. Ettore Petrolini I libri hanno gli stessi nemici dell'uomo: il fuoco, l'umidità, il tempo e il proprio contenuto. Paul Valéry Vita Cartesii est simplicissima ... La bêtise n'est pas mon fort. J'ai vu beaucoup d'individus, j'ai visite quelques nations, j'ai pris ma part d'entreprises diverses sans les aimer, j'ai mangé presque tous les jours, j'ai touché à des femmes. Je revois maintenant quelques centaines de visages, deux ou trois grands spectacles, et peut-être la substance de vingt livres. Je n'ai pas retenu le meilleur ni le pire de ces choses : est resté ce qui l'a pu. Paul Valéry Così aveva stabilito Gargantua. La loro regola consisteva in questo solo articolo: FA' QUELLO CHE VUOI. Perché persone libere, bennate, ben istruite, che frequentano oneste compagnie, sentono per natura un istinto e inclinazione che sempre le spinge ad atti virtuosi e le tiene lontane dal vizio: ed è ciò che essi chiamavano onore. F. Rabelais I libri ci danno un diletto che va in profondità, discorrono con noi, ci consigliano e si legano a noi con una sorta di familiarità attiva e penetrante. Fernando Pessoa I miei libri sono stati scritti per far divertire chi già sa che l’uomo è stupido, per far arrabbiare chi ancora non lo sa e per far riflettere chi si ostina, contro ogni evidenza, ad avere sempre dei dubbi. Carl William Brown Notte Una piccola stanza gotica, con una volta alta. Faust, inquieto, sulla sua poltrona, davanti al leggio FAUST. Ahimè!, ho studiato, a fondo e con ardente zelo, filosofia e giurisprudenza e medicina e, purtroppo, anche teologia. Eccorni qua, povero pazzo, e ne so quanto prima! Vengo chiamato Maestro, anzi dottore e già da dieci anni meno, per il naso, in su ed in giù, in qua ed in là, i miei scolari. E scopro che non possiamo sapere nulla! Ciò mi brucia quasi il cuore. Ne so, è vero, un po' più di quelli sciocchi, dottori, maestri, scribi e preti; non mi tormentano né scrupoli, né dubbi, né ho paura del diavolo o dell'inferno. Però mi è stata tolta in cambio di ciò ogni gioia; non mi metto in capo di sapere qualcosa di buono, non mi illudo di poter insegnare qualcosa, di saper render migliori o convertire gli uomini. Oltre a ciò non ne ho né beni, né danari, né onori, né le pompe del mondo. Nemmeno un cane potrebbe continuare a vivere cosi. Mi sono dato pertanto alla magia, se mai il potere o la parola dello Spirito mi rivelassero qualche segreto. Per non dover dire, dopo così amare, sudate fatiche, quello che non so, per poter scoprire ciò che, nel profondo, tiene insieme l'universo e contemplare ogni attiva energia ed ogni primitiva sostanza e smetterla di rovistare nelle parole. Johann Wolfgang von Goethe Già, quello che si chiama sapere! A chi è permesso chiamar le cose con il loro nome? I pochi che ne capirono qualche cosa e, abbastanza ingenui, non frenarono l'empito del loro cuore e rivelarono alla folla i loro sentimenti e le loro visioni, li hanno sempre messi in croce o sopra un rogo. Vi prego, amico, è notte fonda, per questa volta dobbiamo interrompere. Goethe Faust Anche la vecchia pelliccia pende al vecchio chiodo e mi ricorda le sciocchezze che insegnai, allora, a quel ragazzo e delle quali egli, un giovanotto ormai, si nutre ancora oggi. O cappa dal lungo pelo, mi prende veramente il desiderio di darmi, ancora una volta unito a te, l'importanza del docente, come quando si pensa di aver completamente ragione. Ai dotti ciò riesce, al diavolo è passata la voglia da un pezzo. (Scuote la pelliccia che ha tirata giù dal chiodo. ne vengono fuori tignole, scarafaggi e farfallette.) Mefistofele Goethe Scarica gratis degli e-books interessanti. Ars longa, Vita brevis Aforismi Volume I L'Italia in breve Aforismi Geniali Aforismi contro il potere Daimon Library Books Read the full article
0 notes
massimomelani58 · 10 months
Text
Fiaba gotica: "Oscar"
0 notes
viaggiatricepigra · 1 year
Text
Opinione: La Stirpe e il Sangue, di Lorenza Ghinelli
  Lorenza Ghinelli si misura con la letteratura gotica reinterpretandola offrendo ai lettori un racconto nerissimo ma anche un potente inno alla sete di riscatto degli esuli e alla forza indomita delle donne.
C'è qualcosa nel bambino, l'ha capito nel bosco, qualcosa che chiama la morte, qualcosa che la morte ama nel bambino. Anno 1442. L'esercito ottomano al comando di Murad II irrompe in Valacchia devastando i villaggi. Tra le capanne divorate dalla violenza nasce Radu un bambino affetto da una rara forma di anemia che riuscirà a sopravvivere solo grazie alla caparbietà di Maria sua madre e a quella della sorella Anna. I tre sfuggono all'invasione rifugiandosi nella foresta ma l'efferatezza dei lupi e degli orsi impallidisce dinnanzi a quella degli uomini. Anna e Maria si trovano così costrette per resistere a infrangere ogni regola e insegneranno a Radu un'ostinata resistenza e una ferocia che ha l'impudenza di rivelarsi necessaria. La loro è la storia di un esilio e di una scalata che rovescia il potere affogandolo nel suo stesso sangue. La sopravvivenza come codice morale l'amore come unica gomena. E a legarli sopra ogni cosa il rito del sangue che Maria insegna a Radu e che lo tiene in vita unendo così il suo destino di giovane uomo alla leggenda che porterà Vlad l'Impalatore meglio noto come Dracula a imporsi nell'immaginario collettivo. Lorenza Ghinelli si misura con la letteratura gotica reinterpretandola offrendo ai lettori un racconto nerissimo ma anche un potente inno alla sete di riscatto degli esuli e alla forza indomita delle donne.
Ho recuperato, dopo averlo puntato per parecchio tempo, questo romanzo trovandolo usato (finalmente!). Non mi ispirava particolarmente, nonostante avessi letto alcuni pareri positivi (da parte di lettor3 di cui mi fido), altrimenti lo avrei comprato molto molto tempo prima. Ammetto che mi ha piacevolmente sorpresa, seppur con qualche piccola lamentela.  Partiamo con una sfogliata veloce alle pagine. 
Troviamo una storia di brevi capitoli che si alternano a illustrazioni molto particolari. Ahimè, non mi hanno fatto impazzire, ma questo è a puro gusto personale! Sono fedeli a ciò che si va a leggere senza cadere in spoiler. Molto "semplici" (dal mio occhio totalmente senza alcuna nozione artistica), ma che comunque appaiono curate. 
Il romanzo in sé è piuttosto breve. Capitoli non lunghissimi, che spaziano negli anni, dando dettagli qua e là sulla vita di questa famiglia e, molto in generale, sulla vicenda più famosa che fa solo da sfondo (Vlad l'Impalatore).  Pensavo fossero in qualche modo intrecciate, ma sono stata piacevolmente sorpresa che non lo fossero, se non per la vicenda storica: la guerra, le conquiste, la fama, la violenza, che raggiungono ogni villaggio anche solo tramite le voci. 
Veniamo alla storia. 
Alla nascita di questo bambino già il padre avrebbe voluto abbandonarlo nella foresta poiché appariva estremamente cagionevole e quindi una bocca inutile da sfamare, che sarebbe morta subito anche con le dovute cure; ma la sorella e la madre si oppongono fortemente, dandogli questa possibilità di vita, che non sarà l'unica.  Infatti immediatamente la guerra arriva anche nel loro villaggio e, per salvarsi, Maria (la madre), Anna (la sorella) e Radu (appunto il neonato) scappano nella foresta.  Soli, al freddo, di notte, in un luogo pieno di pericoli e creature affamate. 
Ci renderemo conto di cosa si è disposti a fare per mantenere in vita i propri figli, o comunque la propria famiglia. Non solo riguardo alle creature nascoste nella boscaglia, ma anche quando delle bestie li catturano per portarli dietro a delle mura. 
Maria trasmette ai figli la sua "ferocia" verso gli estranei che vogliono far loro del male. Unita alla pazienza verso il momento giusto per agire, alle conoscenze che ha appreso durante la sua vita, e ad una scaltrezza che la rendono una donna all'apparenza fragile ma dentro forte e determinata come pochi. 
Questo solo un accenno alla trama, poiché le loro dis-avventure continueranno negli anni e porteranno tutti a crescere, fin troppo in fretta, per mantenersi in vita l'un l'altro e riprendersi ciò che è stato loro strappato. Con gli interessi. 
Incontri e scelte più o meno realistici, ma che rendono il romanzo scorrevole e molto piacevole da leggere. 
Ovviamente, lo specifico, non adatto a tutti.  Ci sono scene che non cadono mai nello splatter più volgare, ma sono comunque esplicite e crude, che potrebbero dare molto fastidio ad alcune persone. 
Una lettura che mi ha sorpreso in positivo, seppur un romanzo più lungo e dettagliato, magari più romanzato in alcuni punti, mi avrebbe potuto far innamorare del tutto. Ma sono pensieri miei. 
Scorrevole e comunque breve, si legge in poco, catturando il lettore che deve arrivare alla fine per scoprire come si concluderà questa storia familiare.  Riguardo il prezzo. Beh, capisco che è altino, ma il materiale è ottimo: pagine davvero spesse che fanno spiccare le illustrazioni come meritano. Già questo dettaglio va valutato nel complesso. Si, io sono molto contenta di averlo trovato usato, altrimenti non so se mai mi sarei lanciata, ma comprendo le scelte editoriali che hanno portato a questo prezzo (che comunque si trova per libri di qualità inferiore, senza illustrazioni, con meno storia). 
In ogni caso, tirate fuori voi le vostre conclusioni.  Non ho idea se si possa trovare in qualche biblioteca (magari in quelle più grandi), così se siete curiosi lo recuperate in questo modo e, nel caso, lo comprerete poi per averlo in libreria.ù
Io di sicuro non lo sconsiglio!
from Blogger https://ift.tt/PVXfHqj via IFTTT
0 notes
alemicheli76 · 1 year
Text
"Creature" di Paolo La Paglia, Nua edizioni. A cura di Alessandra Micheli
Una notte di tempesta, con quel vento rabbioso che ringhia in quelle strade di una città cacofonica che, con il gelo risulta quasi abbandonata. Musica, gotica, suonata grazie a un arpa che sembra urlare tutto il suo strazio. E un piccolo lume capace di rischiarare le pagine, intrise di orrore e di qualcos’altro, qualcosa di indefinito e venato di una certa poesia. Ecco come ho guastato il…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
vocenarrante · 1 year
Photo
Tumblr media
"The others" merita una menzione di rispetto in questa rassegna di thriller. Questo film del regista cileno naturalizzato spagnolo Alejandro Amenabar viene classificato come "horror", ma non ci sono né mostri, né giovani studentesse massacrate. Eppure i brividi li mette, eccome! Arrivano con la bruma che avvolge l'isola della Manica dove la storia è ambientata, s'insinuano piano piano dentro lo spettatore attraverso i misteri taciuti, le presenze misteriose, la bellezza diafana di Nicole Kidman. Tutto è intriso di malinconia, ma anche di poesia. Si tratta di una storia di fantasmi, liberamente ispirata a quel meraviglioso romanzo breve che è "Il giro di vite" di Henry James, da cui era stato tratto nel 1971 il film "Improvvisamente un uomo nella notte" con Marlon Brando, meno pregevole di "The others", ma più aderente all'opera letteraria. In questa pellicola l'atmosfera gotica, l'ambiguità dei personaggi, la normalità inquietante fanno davvero accapponare la pelle. E il finale a sorpresa è di quelli che, a posteriori, ti fanno esclamare: "Ma certo! Come ho fatto a non averlo capito prima?" — view on Instagram https://ift.tt/FLa1jKt
0 notes
psychofairyysworld · 3 years
Text
Un sabato sera come gli altri,nulla di interessante,e zero voglia di essere presa un minimo bene. Potrei parlare con i miei amici,o fare una videochiamata ma la realtà è che io aspettavo solo la notte fonda per poter rinchiudermi in me stessa. Ed è li che vengono a galla i pensieri,le paure,le ansie,le insicurezze,la rabbia,la malinconia,la voglia di finirla lì,di andarsene insieme ad un sogno. E quando vuoi sopprimere e goderti la notte cosa fai...Tu che leggi,cosa fai? Io ormai ho la mia solita routine, è come se mi facessi una seduta alla spa. Mi accendo un joint bello pieno quanto basta per farmi andare in una realtà parallela,musica a palla nelle orecchie per lasciare i mostri che urlano in sottofondo,una lametta,e qualche pasticca,pacchetto completo. Poi d'un tratto mi accorgo che i miei mostri ballano una danza strana,gotica e cupa insieme a me. Sto bene,il mio sabato sera ha preso una piega strana ma piacevole,io ho preso il volo,guardo dall'alto il mio corpo intorpidito e va bene così. Non mi serve compagnia ne belle parole,solo provare ancora questa sensazione magnifica e non tornare più alla realtà
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
24 notes · View notes
Notte Gotica ad Anagni con Divagazioni su Edgar Allan Poe. Post Operam
youtube
The visionary genius in a blend of art, science, literature, and theater, thanks to the passion and creativity of those who gave life to this event.
Here we have The Post Operam of the evening, "Gothic night - digressions on E. A. Poe." The event dedicated to the thrill writer Edgar Allan Poe was hosted on Saturday, 5 November, at 9 pm, by Casa Barnekow (Anagni CittàInArte), via Vittorio Emanuele II, 97.
Featuring:
Franco Leone, astrophysicist - scientific disquisitions on E.A. Poe
Lucilla Leone - creator and narrator
Simona Carnevale and Giorgio Michelangeli - protagonists in "Berenice"
Marco Rivera Velia Viti - director
Original music composed by the musician Cesare Buccitti: piece 1) The Glass Castle; piece 2) Berenice.
Per info ⏩ Casa Barnekow (Anagni CittàInArte)
More Gothic Night in Anagni. Edgar Allan Poe Guest at Barnekow House
“Notte gotica — divagazioni su E. A. Poe.” Post Operam. Anagni.
Il genio visionario in una mistura di arte, scienza, letteratura e teatro, grazie alla passione e alla creatività di coloro che hanno dato vita a questo evento.
La serata dedicata allo scrittore del brivido Edgar Allan Poe, è stata ospitata sabato 5 novembre, ore 21, da Casa Barnekow (Anagni CittàInArte), via Vittorio Emanuele II, 97.
Hanno contribuito alla realizzazione:
Franco Leone, astrofisico - disquisizioni scientifiche su E.A.Poe
Lucilla Leone - ideatrice e narratrice
Simona Carnevale e Giorgio Michelangeli - protagonisti in "Berenice" Marco Rivera
Velia Viti - regista
Musiche originali create dal musicista Cesare Buccitti: brano 1) Il Castello di Vetro; brano 2) Berenice.
More you might like ⏩  The Board Behind
4 notes · View notes
libri-cinema · 4 years
Quote
A quasi tutti è capitato di risvegliarsi prima dell'alba dopo una di quelle notti sognanti che ci innamorano della morte, o una di quelle notti d'orrore e di gioia mostruosa, dove fantasmi più terribili della realtà attraversano la mente, agitati dalla intensa vitalità latente che è propria di tutto ciò che è grottesco, e che anima l'arte gotica di una vita tenace. Questo potrebbe indurre a credere che tale arte sia opera di spiriti turbati dalla malattia della rêverie.  Dita bianche si insinuano tra le tende, ecco, incominciano a tremare! Ombre mute, di forma nera e fantastica, scivolano in un angolo e vi si aggomitolano. Di fuori gli uccelli incominciano a muoversi tra le foglie, si ode il calpestio degli uomini che vanno a lavoro, e il sospiro o il singhiozzo del vento che scende dalle colline, e circonda la casa silenziosa, come se temesse di svegliare i dormienti, ma fosse costretto a richiamare il sonno dalla sua caverna porpora. Uno ad uno, i veli leggeri color crepuscolo si sollevano, le cose riprendono forma e colore, e sotto i nostri occhi l'aurora ridona al mondo l'antica apparenza. Gli specchi vuoti ritrovano il loro potere mimico, i candelabri senza fiamma scintillano dove li abbiamo lasciati, presso il libro mezzo intonso che stavamo studiando, o accanto al fiore che portavamo al ballo, o alla lettera che non osavamo leggere, o che abbiamo letta troppe volte. Nulla ci sembra mutato. Dalle ombre irreali della notte risorge la vita reale che più ci è nota. Dobbiamo riprenderla al punto in cui l'abbiamo lasciata; e allora un senso terribile della necessaria continuità dell'energia nel ritmo d'un circolo tedioso di abitudini stereotipate ci assale, o il violento desiderio che, una mattina, i nostri occhi si possano aprire in un mondo riemerso dalle tenebre, rinnovato per la nostra gioia; un mondo in cui le cose abbiano nuove forme e colori, e siano mutate, e abbiano nuovi segreti; un mondo in cui il passato trovi poco o punto posto, e non sopravviva, se non altro in forme coscienti di rimorso o rimpianto, perchè anche il ricordo della gioia ha la sua amarezza, e quello del piacere il suo dolore.  La creazione di un mondo simile sembrava a Dorian Gray il vero scopo, o uno dei veri scopi della vita; e nella sua ricerca di sensazioni nuove e piacevoli, che possedessero l'elemento di eccentricità così essenziale al romanticismo, egli a volte assumeva modi di pensare alieni dalla sua natura, si abbandonava alle loro sottili influenze, e poi, avendone afferrato il colore e soddisfatto la curiosità intellettuale, li abbandonava con quella tipica indifferenza che può sussistere anche in un temperamento ardente, e che, anzi, secondo certi psicologi moderni, ne è una delle condizioni essenziali.
Il ritratto di Dorian Gray - Oscar Wilde
102 notes · View notes
gcorvetti · 4 months
Text
Il tempo vola.
Il tempo è una costante, qualsiasi cosa succede lui non si ferma, è relativo, è assoluto, abbiamo sempre cercato di tenerlo a bada inventando calendari e orologi, ma cosa sia in realtà non lo sappiamo. Ci sono dibattiti tra gli scienziati, c'è chi dice che non esiste, chi che esiste ma è relativo e dipende dal punto di vista di ogni singola persona, ma quella è la percezione del tempo che varia a seconda del nostro stato d'animo. Ma in tutto questo lo semplifichiamo prima di impazzire. Tutto questo per dirvi che un fonico, Siim (qua i nomi sono diversi, non metto il cognome per correttezza) condivide un evento a cui ho partecipato insieme a due blues man locali (ognuno ha suonato per fatti suoi però) che risale a 5 anni fa, 5 anni, 5. Cavolo, pensavo meno, 4 😂​. Va bè, in quel periodo ero lanciatissimo e credevo che l'unicità di fare qualcosa di diverso dagli altri mi avrebbe dato la possibilità di suonare un pò di più, povero illuso. Ricordo che quella sera finito di suonare un ragazzo, circa 22 anni, venne con un sorriso smagliante e la faccia di un bambino che compra le caramelle a prendere un cd "Can I have a cd?", "Of course man", scambiammo 2 chiacchere poi vidi la pizza arrivare al tavolo e siccome mi avevano messo ultimo a suonare, con la scusa della potenza di suono avendo io anche la batteria, ero affamato. Il concerto infatti era in un risto-pizzeria e qua più di ogni altro posto mi accorsi quanto alle persone in sala non fregava un cazzo che stavamo suonando, non tutti ovvio (il ragazzo in testa), però molti mangiavano e parlavano tra loro poi finito di mangiare chiedevano il conto e andavano via dando il posto ad altri, come se niente fosse. Non mi lamentai, anzi ricordo quella sera come un bel ricordo e mi sono divertito, forse perché gli altri, i musicisti e il fonico, sono tutte persone tranquille e fu per una sera come avere una band. In quel periodo avevo adottato, erroneamente, lo pseudonimo di J.D. Addams perché avevo pensato di seguire una linea gotica e di umore nero appunto alla Addams, J.D. suonava bene e non avevo trovato altre soluzioni, fu fallimentare perché qua purtroppo nessuno ci fece caso, neanche me lo chiedevano, forse alcuni pensavano che fosse il mio vero nome, però un italiano che si chiama così dovrebbe destare sospetto, poi i testi che parlano di morte, di mostri, di situazioni assurde potevano magari dare degli indizi, bah.
Non mi pento mai delle mie scelte artistiche, anzi, in qualche modo sono fiero di quello che ho fatto in passato e che faccio perché è parte di me stesso e non mi vergono di essere me stesso, me ne vanto pure come un ignorante, d'altronde lo siamo tutti. Qua hanno un modus di promuovere gli eventi differente, ok magari in questo caso no perché Andres è uno conosciuto quindi la cosa forse è diversa, magari anche i tempi sono cambiati, però si tende a creare le locandine con uno stile preconfezionato da designer pubblicitario, che personalmente non mi piace, ma questo passava il convento e pazienza. Dico questo perché negli anni 90 quando non esisteva la computer grafica o almeno era solo per pochi, noi facevamo dei collage per poi fotocopiarli in bianco e nero andarle la notte ad attacchinare, perché è vietato dalla legge, nei posti strategici (scuole, università, luoghi di ritrovo) e se capitava di passare e vedere che la locandina era stata strappata, ritornavamo la notte e ne mettevamo 3. Bei ricordi, una volta la bassista arrivò e disse "ho la locandina definitiva", nell'immagine c'era il sedile davanti di un auto con una testa mozzata, purtroppo passò ai voti, ma ci fece ottima pubblicità, ricordo che qualcuno disse "Pensavo che facevate metal pesante vista la locandina..."
Comunque. Vi passo appunto la locandina con la grafica fighetta fatta per quell'occasione, io sono quello a sinistra.
Tumblr media
1 note · View note
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
La "battaglia dei fiumi" si conclude sul Senio
Dopo la liberazione di Cesena (20 ottobre 1944), Forlì (9 novembre), Ravenna (4 dicembre) e Faenza (16 dicembre), l'avanzata dell'VIII Armata si ferma sul fiume Senio, che diventa "il Romagnolo Piave" (M . Valgimigli).
Il 5 gennaio i canadesi liberano S. Alberto da Ravenna e raggiungono il Reno, dove a nord termina l'azione degli Alleati. Nell'ultima battaglia, i tedeschi perdono 300 uomini e circa 600 cadono prigionieri. La popolazione è costretta a sfollare.
Il 7 gennaio l'VIII Armata si trova tra la dorsale appenninica e l'Adriatico, lungo la linea dei fiumi Senio e Reno. L'operazione "Olive" si considera conclusa.
Fino a marzo i tedeschi si concentreranno nell'area del contingente della 26. Divisione Panzer e del 504 ° Reparto Corazzato Pesante, equipaggiati con carri Tiger, intervallati da unità dei battaglioni Lupo e NP del Decima Mas e da altri corpi militari di l'RSI.
Il fiume Senio è poco più di un torrente, ma con sponde altissime, occupate su entrambi i lati dalle forze opposte, con trincee così vicine che i soldati possono scambiarsi messaggi e sigarette. "Di giorno stai rintanato in casa, di notte vai di pattuglia."
Iniziata in ottobre da Rimini, la "battaglia dei fiumi Po", attraverso i torrenti che si susseguono al Rubicone, è stata caratterizzata da piogge incessanti, che hanno fatto straripare i corsi d'acqua e inzuppato il terreno, impedendo l'avanzamento dei carri e dei l'artiglieria degli attaccanti.
Gli stessi tedeschi pensarono di creare le condizioni per il grande fango, che impantanò gli Alleati, rompendo gli argini che contengono le acque delle saline e delle valli di Comacchio.
Predetta in modo ottimistico come una corsa rapida e inarrestabile attraverso la Pianura Padana, la seconda fase dell'offensiva alleata alla Linea Gotica si è trasformata in un avanzamento lento e molto faticoso.
www.bibliotecasalaborsa.it
The "battle of the rivers" ends on the Senio
After the liberation of Cesena (20 October 1944), Forlì (9 November), Ravenna (4 December) and Faenza (16 December), the advance of the VIII Army stops on the river Senio, which becomes "the Romagnolo Piave" ( M. Valgimigli).
On January 5, the Canadians liberate S. Alberto from Ravenna and reach the Rhine, where the Allied action ends in the north. In the last battle, the Germans lose 300 men and about 600 fall prisoners. The population is forced to displace.
On 7 January, the VIII Army is located between the Apennine ridge and the Adriatic, along the line of the Senio and Reno rivers. The "Olive" operation is considered concluded.
Until March the Germans will concentrate in the contingent area of ​​the 26th Panzer Division and the 504th Heavy Armored Department, equipped with Tiger tanks, interspersed with units from the Wolf and NP battalions of the Decima Mas and other military corps of the RSI .
The Senio River is little more than a stream, but with very high banks, occupied on both sides by opposing forces, with trenches so close that soldiers can exchange messages and cigarettes. "You're holed up in the house during the day, patrolling at night."
Started in October from Rimini, the "battle of the Po rivers", through the streams that follow one another to the Rubicon, was characterized by incessant rains, which caused the waterways to overflow and soak the ground, preventing the advancement of the wagons and the artillery of the attackers.
The Germans themselves thought of creating the conditions for the great mud, which bogged down the Allies, breaking the banks that contain the waters of the salt flats and valleys of Comacchio.
Optimistically predicted as a swift and unstoppable race across the Po Valley, the second phase of the allied offensive to the Gothic Line has turned into a slow and very tiring advance.
www.bibliotecasalaborsa.it
8 notes · View notes
Text
Tumblr media Tumblr media
LA MORTE TORNA A VISITARE LA CASA DELLE OMBRE. Un giallo al confine tra verità e leggende. Da decenni una splendida villa è al centro di diversi misteri. Una scrittrice vi ha trovato ispirazione per un suo libro.
Una casa infestata dai fantasmi è un grande classico della letteratura al centroanglosassone, assai meno in Italia, dove tuttavia non mancano leggende legate ad alcuni particolari edifici. A una di esse si è ispirata Paola Mizar Paini, che per Fratelli Frilli editore ha pubblicato, il romanzo La casa delle ombre, incentrato su a una vera casa del circondario di Lomello, Villa Cerri. La scrittrice, attraverso ricerche storico-documentali e sopralluoghi, ne è diventata una grande esperta e lattrattiva che il bellissimo edificio, in puro stile liberty, esercita su di lei è tale che appena può va ad ammirarlo.
È vero che tu sei nata un po’ sensitiva come indica il tuo singolare secondo nome Mizar?
Io provengo da una famiglia di sensitivi E in effetti Mizar ha avuto origine da un fatto accaduto durante la mia nascita, ma che preferisco approfondire, se ce ne sarà occasione, unaltra volta.
Veniamo a Villa Cerri. Ci puoi parlare della leggenda che riguarderebbe, secondo una tradizione, il terreno su cui è sorta?
Il mistero della villa, detta anche villa degli amanti maledetti inizia molti anni prima che venisse edificata. Lo dice una storia inedita, raccontatami da un anziano signore conosciuto casualmente nei dintorni della villa. Va detto che di queste vicende di tanti anni fa, mancando una documentazione che attesti la verità storica, esistono varie versioni. Nel 1850 un contadino, sospettando il tradimento della moglie, incinta di quattro mesi, la uccise durante una lite. Di notte trasportò il corpo in un bosco ai margini del paese di Lomello e per spregio conficcò sopra la fossa una croce di ferro. Qualche giorno dopo andò a costituirsi, accompagnando i gendarmi sul luogo. La terra era smossa, la croce capovolta e il corpo non cera più. Gli abitanti del paese pensarono a una maledizione, poiché la donna aveva fama di fattucchiera, così piantarono croci di legno tutto intorno. La notte dopo le trovarono tutte capovolte. Cinquantanni dopo un possidente terriero, sebbene avvertito della maledizione, avrebbe costruito su quel terreno la villa, salvo poi sparire misteriosamente. La casa sarebbe passata a un cugino, il quale venne ad abitarvi con la moglie
Chi sarebbero gli amanti maledetti e quando e come si manifesterebbero?
Come diceva qualcuno: So che i fantasmi non esistono, ma ne ho paura. Dobbiamo parlarne con rispetto. Anche se non esistono, esistono storie che ne parlano. Di questa affascinante dimora si è detto e raccontato di tutto. Basta fare una ricerca su internet per scoprirlo. Alla base cè una storia di tradimento, un marito ingannato e lonore lavato col sangue. Ma la storia va oltre, perché la donna era incinta e il 23 agosto di un anno non ben identificato si compì lorrendo destino di tre persone. Secondo una diffusa tradizione, ogni anno, in quella stessa data, nel buio della notte, si può scorgere la fioca luce di una candela dentro la torretta. Sarebbe lei, linfelice Dama Bianca, che rinnova il segnale convenuto in vita col suo amante per i loro incontri. A quanto se ne sa, non si tratterebbe di uno spettro malefico, ma di unanima che non ha trovato pace per la terribile tragedia che lha portata alla morte.
Secondo il giornalista e scrittore Davide Zardo e i coniugi Magenta, storici locali, non ci sarebbe nessun terreno maledetto, nessun marito geloso, ma solo la sventura accaduta al povero Pietro Cerri (proprietario della villa) caduto mortalmente da una scala a pioli e quella di suo figlio, scomparso in un incidente stradale. Se questa è la vera storia, rimane comunque che gli abitanti della villa non hanno avuto molta fortuna. Parlaci del servizio fotografico che insieme alla tua amica Paola Cariati hai realizzato alla villa. Cosa hai scoperto su una delle foto?
Paola Cariati è la bravissima fotografa delle copertine di tutte le mie pubblicazioni. Ricordo con emozione la giornata di fine gennaio quando abbiamo deciso di fare alcuni scatti a villa Cerri per la promozione del libro. Un anno dopo, osservando meglio le immagini scattate, mi sono accorta che a una delle finestre della torretta si scorgono due visi, di un uomo e di una donna, anche se non tutti riescono a distinguerli…
Il mistero, dunque, prosegue. Di recente hai pubblicato un libro, Emily. Cronache dal passato, in lizza al concorso Provincia in Giallo. Unanticipazione sul contenuto?
Emily è un thriller immerso in unatmosfera angosciosa da storia gotica, scritto a quattro mani con Pier Emilio Castoldi. Narra la storia di due ragazzini: Leo ed Emily, separati dagli eventi dopo essere stati testimoni del ritrovamento di un cadavere. Trentanni dopo Emily torna da Leo per raccontagli una strana storia… La vicenda è ambientata nel paese di Samorello, in provincia di Cuneo. Uno di quei luoghi chiamati “paesi fantasma” perché l’intera popolazione è emigrata….
Rino Casazza
1 note · View note
stanzadie · 4 years
Text
Ferro in Agosto
Sai come ho fatto?
Infilando le unghie nella carne non appena cominciavo a desiderare di chiamarti e raccontare. Il bruciore mi induceva a lasciarti immerso nel tuo limbo stagionale al riparo dal mio ego(t)ismo (riesco anche a vederti, gli occhi rilassati dall'assenza di ogni scadenza che si arrotondano quando incrociano la palla rossa che cala tra il fogliame).
Solo che mi annoia soffrire di un dolore così effimero, così ho guardato i piccoli fili di sangue ricamarmi la pelle del polpaccio, o dell'avambraccio, o del lembo estratto a sorte con interesse appena tiepido, anzi, addirittura scarso. Però le vedi le piccole cicatrici che movimentano l'ammirevole monotonia della pelle abbronzata? Le vedi?
Sono i piccoli post-it in cheratina che mi hanno ricordato di starti lontana. E' a loro che devi le tue vacanze meritate e serene.
E' a loro che devi questa lettera.
Ma ora andiamo, per favore?
Ti ho aspettato, per entrare.
Il luogo è fresco di umidità, al riparo dalla calura di questo torrido mattino (certo che è notte, e certo che lo so! Ma "lì" è mattino, capisci?)
Va bene, ne abbiamo già parlato, allora mi correggo: il luogo non è fresco ma freddo. F R E D D O.
La pelle raggrinzisce come se una secchiata di acqua gelata l'avesse appena trafitta, e il sollievo dall'arsura lasciata alle spalle muta in dolore leggero non appena le ossa roventi si temprano alla temperatura inattesa. Va meglio adesso?
Come promesso. Ometto le omissioni stilistiche e recido i vaporosi merletti con cui amo rivestire le cose camuffandole.
Come hai preteso, come ho promesso, tu (#tu#) non avrai sconti.
Il portoncino bianco cigola insieme alle cicale, e il piccolo atrio buio odoroso di muffa ci inghiottisce lasciandoci spauriti e titubanti come quando - ricordi?- bimbi affondati nelle coperte temevamo l'istante in cui il sonno ci avrebbe sopraffatti e dolcemente assassinati col suo nulla (non è un merletto questo, NON LO E'! - non osare dirmelo).
E' solo un attimo, poi gli occhi si allineano agli spettri della non luce e dalle ombre affiorano forme distinte e note, a me naturalmente, e a te per mia mano, tra pochissimo.
No, aspetta un secondo. Ho bisogno di allestirmi un caffé. 'Spetta, taci, non frignare.
Eccomi eccomi (…COSA?! …Ti avrei lasciato solo troppo a lungo? …Paura, tu?! …B U G I A R D O).
Ti ha incuriosito il piccolo attaccapanni sulla destra (lo sapevo, devi avere visto col tuo terzo occhio, o sentito col tuo quinto orecchio). Tre ganci tondi in ferro battuto e cupo. Non li vedi bene perché in questo momento sono nascosti da felpe e giacche di varie dimensioni estranee alla routine della casa. Prova a spostarle, e guarda meglio se vuoi. Un uomo ci ha lasciato appesa la vita, anni fa, dopo aver gridato un nome. Tutto qua, non c'è altro. Bàstatelo.
Di fronte una scala in pietra grigia, nove alti scalini, a fianco dei quali una minuscola porta di un minuscola sottoscala ospita un minuscolo bagno dove mai entrerei mezza vestita figuriamoci mezza nuda.
Attento! Ora viene il bello!
Proprio tra l'attaccapanni ed il muro che conduce all'angusto pisciatoio. C'è una porta proprio lì, dove nessuno la crederebbe possibile. Il bianco ormai giallo dell'intelaiatura ospita in un certo punto, a sinistra, più in alto della sua metà, una cartolina vista mare. Non particolarmente bella, ma particolarmente adatta a nascondere il foro che una mano inquieta ha osato aprire ancora anni fa con un brusco movimento dettato da piccola circostanza sfavorevole (o pugno, se preferisci).
Su, entriamo.
La stanza è invasa dai mobili, farcita in modo imbarazzante, non si riesce quasi ad attraversarla senza urtare lo spigolo del lungo tavolo o il piede di una delle otto sedie abitanti quei modesti metri quadrati, o la rotella della stufa a gas, o il divanetto duecentomila lire tutto compreso, vuoi che non lo sappia?
E ora non stare a immaginare chissà quali intense riunioni umane, porcellane, pietanze e gomiti tiepidi che si sfiorano in amichevole convivialità, non è il caso di sprecare tanta bella fantasia.
Quella che stai osservando è pura rappresentazione, metodica scenografia piuttosto gotica.
Questa stanza è magistrale rappresentazione di un soggiorno vissuto e usurato dal calore umano che di calore umano non ha mai sentito l'afrore, ed ogni oggetto che la occupa recita con maestria il suo ruolo immoto e privo di vita.
Non mi credi (me lo dice il modo in cui ti mordicchi il labbro inferiore), cioè sai che devi credermi (perché non mentirei) ma ti riesce difficile (vedendo ciò che vedi), e questo mi/ti/ci dimostra quanto il regista del trailer domestico sia stato efficiente: chapeau!
Guarda per esempio quel vaso in cristallo lucido, esattamente al centro del manufatto ad uncinetto - esattamente al centro ho detto, si, controlla pure, la sua base rotonda ha un diametro di dieci centimetri che equidista dai bordi del lato più lungo del centrino di altri dieci.
Credi che abbia mai accolto fiori veri? Che qualche insetto sfuggito ad una corolla qualsiasi lo abbia mai percorso in viaggio tra una zigrinatura e l'altra delle splendide incisioni a forma di stella che lo solcano per tutto il diametro? Esatto. Mai.
Sorridi adesso, eh? Però hai controllato (bastardo). Ma si, sorridi. Sorridiamo.
Del quadro che spezza la parete di fronte alla porta, appeso sotto un arco scalcinato che nessuno ha più pitturato, non ho altro da aggiungere. L'ho già fatto a suo tempo, forse ricordi e forse no - ho spesso il sospetto che tu faccia defluire le mie parole attraverso il tuo corpo senza trattenerne una ( o era tuo, il sospetto?), dicendo tutto quello che mi potevo (e dovevo) permettere.
Voglio solo precisare che quel volto inquieto di ragazza non viveva sotto quell'arco, non so chi abbia deciso di mettercelo, e ho fatto apposta a non dargli troppa importanza chiedendo chi sia stato.
Forse c'è andato da solo, non mi sarebbe difficile crederlo.
Sostava in un altro ambiente, una volta. Per guardarlo bisognava varcare nove gradini più altri cinque, e tenere la faccia fissa al muro, e le pupille rovesciate all'indietro, ed una mano sulla bocca. E lasciare che accadesse quel che accadeva.
Ma quanto tempo impieghi ad osservare tutte quelle chincaglierie, ti sembra il caso? Anche le foto ti interessano! Quelle le ho tirate fuori io, ci crederesti? A casa non ne ho in giro nessuna, e qui invece ne ho disseminate ovunque, scegliendole con cura maniacale affinché ognuna sostituisse un ricordo dimenticato. Freud direbbe che sono una criminale intenzionale. Che ho frantumato lo specchio della memoria nascosta lasciandone in giro i frammenti come mine inesplose affinché chiunque passando ne rimanga ferito. Lasciamoglielo dire. Nessuno è riuscito ad azzittirlo ed io non voglio essere la prima.
Forse la tenda rossa merita un po' di attenzione, anche perché con gli occhietti acuti è già un pezzo che mi stai silenziosamente (…SILENZIOSAMENTE?! Sono ormai praticamente sorda!) chiedendo a cosa serva quello scampolo di stoffa pesante che interrompe la stanza in un modo decisamente teatrale (e in effetti sembra proprio il sipario di un piccolo palcoscenico), e so come sei martellante quando ti ci metti (cioè sempre) e come non mi darai tregua fin quando non apriremo quella tenda imprevista, quindi apriamola - guarda però come lo faccio lentamente, come mi diverto a prolungare l'attesa con allegria un po' balorda, forte del fatto che IO so cosa ci aspetta.
E ora dimmi: TU te l'aspettavi?
Quel brusco cambio di scenografia, quel fascio di piastrelle scheggiate ed il vecchio lavello a fianco della cucina poco usata, e l'armadio tarlato privo di ante e il frigorifero nano che ronza come uno sciame di api? Tutti insieme segretamente avvinghiati ad un solo metro di distanza dall'ordine perfetto e desolante della metà, anzi no, dei tre quarti del resto del soggiorno buono?
No, ne sei sorpreso. E anch'io.
Varcare una facciata qualunque, anche nota, mi devasta sempre con la stessa dolorosa modalità. Non userò altre parole per questo quartino di camera, quindi adopera pure il tuo talento se hai voglia di disegnare le storie che si sono avvicendate dietro questo drappo vermiglio, o le cose che vi sono state celate (alcune anche da me).
Sai che non siamo qui per questo.
Che non è un giro turistico di quattro o di otto mura quello in cui ti ho chiesto di accompagnarmi.
Cioè no, in realtà non lo sai, perché non te l'ho detto -e non farmi lo sguardo dell'
"… ETTIPAREVAEQUANDOMAI !"
per favore.
Più che saperlo, lo senti. Come?
Col corpo.
Nelle viscere più aggrovigliate, nella vena più profonda della tua gamba sinistra, lì dove io risiedo.
Aspetta adesso, ci vuole un attimo di pausa. Facciamoci una sigaretta (che vuol dire che "non fumiamo"? E che importa? E a chi?). Lascia che io riprenda fiato.
Di nuovo. Eccomi. Ci sei ancora?
Riprendere a dipanare è decisamente difficile.
Ora, UDITE UDITE, dichiaro che non muoverò più un muscolo da questa sedia fin quando non avremo (avremo, hai letto bene) finito. Se ci volessi provare (a fuggire) immobilizzami, o legami, o non so. Trova tu un modo qualsiasi, ti sto autorizzando. C'è il caso (ci sarà sicuramente) che io ti preghi di desistere, che io ti neghi ogni autorizzazione concessa mentendo come una tossica in astinenza. Fai tu come meglio ti riesce (purché effettivamente ti riesca).
Non ho sorvolato su quei nove gradini, naturalmente.
Anzi si, naturalmente.
Ma tanto tu vieni sempre a scovarmi ovunque io mi nasconda. Anch'io lo faccio io con te, e non è meno difficile, solo che adesso è il mio turno di preda stanabile, e quindi cerco di prendere tempo e mi dibatto come un uccello impazzito in una grotta priva di uscite comode (ahi le ali, AHI LE ALIII!).
Tento di non dirti cose che non vorrei dirti ma che dovrei dirti.
Inizio della storia.
Prima di tutto una volta su quella scala ci sono scivolata, pesantemente, di schiena, e alla fine della corsa ho battuto la testa perdendo i sensi per qualche minuto, cosa che ha fatto temere per la mia vita con gran clamore dei pubblici astanti, e forse non avrebbe dovuto.
Un'altra volta lì trascorrevo la notte, tra il quinto ed il sesto gradino, in punizione. Il freddo di quel marmo mi è stillato come veleno nell'animo per sette anche otto ore di fila, e l'ha pietrificato. Lì, al buio, nel silenzio assenso dei sonni altrui mi sono fatta una promessa, cosa che non ha fatto temere nessuno per la mia vita, ma che forse avrebbe dovuto.
Fine della storia.
E perché ti incazzi adesso, scusa? Che ho detto?
Ah. Quello che NON ho detto. Capisco. Ancora un attimo di pazienza.
Guarda di nuovo nella solita stanza. La donna anziana siede su di una sedia, pingue eppure composta nella sua scatola di carne greve. Il piccolo televisore rimanda immagini stanche di notizie che nessuno segue, fanno da scenografia alla scenografia. Il caffè sbuffa nella macchinetta al di là della tenda, una manciata di medicinali attende sul tavolo pronta a svanire dalla scena dopo l'uso affinché l'ordine rimanga imperturbato. Alle sue spalle, curve, una donna di molto più giovane le pettina i lunghi capelli con delicata fermezza. Sono entrambe silenziose, lignei noccioli racchiusi in frutti acerbi incapaci di evolvere in generosa incoscienza.
Non si odiano, nemmeno si amano abbastanza da perdonarsi le insormontabili diversità, né esiste la necessità che questo accada.
Affettuosamente reciprocamente stanno.
Lei continua a pettinarle i capelli sapendo quanto questa coccola le piaccia e quanto non la meriti. Eppure continua a farle questo dono, sa che sarà ancora per poco.
Cinque. Cinque sono i segreti importanti che solo loro due condividono in questo istante. Il meno impegnativo riguarda la foto che la donna anziana e vanitosa ha indicato all'altra per la sua tomba, e che le figlie non vorranno mai (ma lo vorranno a forza). Insieme al vestito, alla sciarpetta di seta sul collo tozzo ed esangue, ed alle scarpe blu lucide tacco medio, ancora nuove, che aspettano nella scatola sul pianerottolo prima dell'ultima scala, quella nera.
"Ti truccherò il volto così non sembrerai pallida e deforme" è la promessa che strappa alla vecchia un sorriso compiaciuto e felice.
E quella terza donna? Che circola attorno alle altre due con scatti nervosi e repentini, senza riuscire mai ad avvicinarle, anzi respinta con forza molle come si respingono i poli uguali di una calamita?
Di lei non c'è niente da dire, anche se è per lei che siamo qui (recidere, lenire, dimenticare, tentare di giustificare senza riuscire a perdonare, perennemente disprezzare).
…E questo sapore di ferro arrugginito che all'improvviso mi inonda la bocca?
Coi denti ho appena squarciato la guancia senza rendermene conto, morirò dissanguata, proprio adesso: OH NO!
Mi giro: ci sei tu, a leccarmi le ferite (ci sei ancora?).
Stringimi forte la mano.
Ora, qui, mentre inscatolo i sospiri sepolti e sigillo il grazioso portoncino alle mie spalle senza nemmeno voltarmi indietro, STRINGILA!
Non lasciare che si accorgano di quanto stia tremando.
4 notes · View notes