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#andare altrove
ragazzoarcano · 9 months
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Col tempo si smette di accanirsi a cercare risposte, di affannarsi, di voler andare altrove. Non è rassegnazione, piuttosto una forma di accettazione attiva: si smette di combattere “contro”. Si risparmiano energie e si pensa di combattere”per”.
— Ada D’Adamo , Come d’aria
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LASCIA CHE SI ROMPA
Lascia che le cose si rompano, smetti di sforzarti di tenerle incollate.
Lascia che le persone si arrabbino,
Lascia che ti critichino, la loro reazione non e’ un problema tuo.
Lascia che tutto crolli, e non ti preoccupare del dopo .
Dove andrò?
Che farò?
Nessuno si e’ mai perso per la via, nessuno e’ mai rimasto senza riparo.
Ció che e’ destinato ad andarsene se ne andrà comunque .
Ció che dovrà rimanere, rimarrà comunque.
Troppo sforzo, non e’ mai buon segno, troppo sforzo e’ segno di conflitto con l’ universo.
Relazioni
Lavori
Case
Amici e grandi amori
Consegna tutto alla terra e al cielo, annaffia quando puoi, prega e danza ma poi lascia che sbocci ciò che deve e che le foglie secche si stacchino da sole.
Quel che se ne va, lascia sempre spazio a qualcosa di nuovo: sono le leggi universali.
E non pensare mai che non ci sia più nulla di bello per te, solo che devi smettere di trattenere quel che va lasciato andare.
Solo quando il tuo viaggio sarà terminato, allora finiranno le possibilità, ma fino a quel momento, lascia che tutto crolli, lascia andare, let it be.
Dott.ssa Claudia Crispolti
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givemeanorigami · 10 months
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Non vuoi dormire un'oretta e poi essere svegliata da Cosetto che, neanche fosse mattina, ti mordicchia il piede che spunta dal letto per poi piangere finché non ti metti seduta a terra a giocare mezza assonnata?
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em420sblog · 1 year
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1/12/2022. PERDERE TUTTO
Volevo nascere stupida e forse l’ho fatto, non lo so se è quello che penso è la somma di tutte le cose che mi hanno detto. Volevo andare oltre il limite, ma il limite esiste perché qualcuno lo ha messo, forse aspettando uno stronzo che andasse oltre. Volevo tornare bambina, pensando voglio chiedi adesso per piangere meno e tenermi le lacrime per ora che non ci riesco, e forse soffriamo per questo, ci sentiamo fuori contesto per tutte le volte che piangere sarebbe stato il rimedio più onesto. Preparati a perdere tutto, preparati a perdere tutti che solo così sarai forte abbastanza per stare tra uomini e lupi. Se il mondo provasse un po’ di pietà per chi non sa mai cosa dire, perché ogni mattina si guarda allo specchio e si vede morire. Volevo nascere altrove, magari in un altro universo perché qui metà della gente mi odia e metà soffre vedermi persa. Volevo cogliere un fiore senza sentirmi diversa, senza la gente che mi punta il dito, sputando il veleno che hanno dentro… Proprio su me che non riesco a scrollarmi tutto di dosso. Ci avete provato a spezzarmi le ali, ora vorrei volare e non posso. Per questo vorreste che scappi, io resto a contare i raddoppi e spara adesso che nessuno guarda perché dopo saremo troppi. Preparati a perdere tutto, preparati a perdere tutti che solo così sarai forte abbastanza e potrai vivere ancora tra tutti i tuoi sogni distrutti. Se non c’è speranza di verità in un mondo che non fa più rima, tu taglia i legami sbagliati e ritorna a brillare più forte di prima.
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fuoridalcloro · 8 months
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"Col tempo si smette di accanirsi a cercare risposte, di affannarsi, di voler andare altrove. Non è rassegnazione, piuttosto una forma di accettazione attiva: si smette di combattere 'contro'. Si risparmiano energie e si pensa di combattere 'per'."
Ada D’Adamo - Come d’aria
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conilsolenegliocchi · 6 months
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~ Qualcosa di bellissimo ~
Non voglio essere dove tu sei.
Tu sei lontano. E distante.
E io sono stanca di rincorrerti con la mente, dappertutto, tutto il giorno, tutti i giorni, tanto che alle volte devo fermarmi e riposare perché ho l'anima col fiato corto.
Io guardo verso te. Tu guardi altrove.
Io non sono ciò che tu vuoi. E tu sei tutto ciò che vorrei.
Ma il desiderio soccombe alla ragione, se per un minuto della tua attenzione ce ne sono mille di agonia. Volevo essere tua, ma prima di ogni cosa, resto mia.
Nella tua voce una nota stonata, mi gela. È ora.
Apro le mani, ti lascio andare, tu non ti giri, fa male.
Resto immobile, così, a guardare come "qualcosa di bellissimo" scompare.
@conilsolenegliocchi 🐞
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Quando ci lasciavamo non ci pareva di separarci
Ma
Di andare ad attenderci altrove
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poesiablog60 · 5 months
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Quando ci lasciavamo
non ci pareva di separarci,
ma di andare ad attenderci altrove».
Cesare Pavese
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autolesionistra · 1 month
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Più di una dozzina di anni fa aderii alla sperimentazione del fascicolo sanitario elettronico della regione Emilia-Romagna.
Poter gestire prenotazioni e ricette varie in autonomia (anche quelle altrui se avevi la delega al fascicolo) sembrava Il Futuro™, anche al netto di una serie di storture sulle quali mi sono dilungato altrove.
Una dozzina di anni dopo non pensavo che Il Futuro™ sarebbe diventato ritrovarsi a fare accessi giornalieri al fascicolo nel tentativo di intercettare eventuali disdette di appuntamenti altrui. Fra esami e visite specialistiche mie o dei cinni, per le ultime cinque o sei che mi hanno prescritto la ASL di Bologna non aveva disponibilità per i 9 mesi successivi. Cercando in altre ASL della regione mi sono ritrovato a baloccarmi con l'idea di farmi una gita a Novafeltria fra due mesi, che, via, è anche un posto carino.
Prenotando in libera professione e pagando poco più del triplo del ticket, nelle stesse strutture ospedaliere, potrei andare domani. O dopodomani, o quando (e dove) mi pare.
Ho la fortuna di non avere problemi sanitari seri, e (volendo) di potermi separare da circa 1/13 del mio stipendio mensile per un'ecografia con ripercussioni modeste (qualche bestemmia e un po' di gastrite - che dal punto di vista delle prescrizioni sanitarie potrebbe innescare un circolo vizioso) ma non faccio fatica a immaginare che per una serie di persone approfondire i propri problemini diventi uno sport proibitivo al punto da rinunciare ad approfondirli e magari aspettare che ritornino alla sanità pubblica come problemoni, con tutte le implicazioni del caso.
Il tutto inserito in un contesto agghiacciante in cui più della metà dei medici ospedalieri che conosco hanno cambiato mestiere negli ultimi due anni e l'assicurazione sanitaria sta diventando un benefit socialmente sdoganato e tristemente ambito.
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività(*), si diceva una volta. Diciamo che la Repubblica ci ha provato, ma potrebbe fare di meglio.
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francesca-70 · 8 months
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Ho sbagliato tanto nella vita.
Ho amato uomini che non mi amavano sperando di cambiarli, perché avevo letto da qualche parte che qualcuno era riuscito a trasformare un uomo normale in un supereroe. Ci ho provato anch’io. E ho fallito.
Ho desiderato uomini che non mi vedevano abbastanza, che mi tenevano in penombra. Non abbastanza in ombra da farmi arrabbiare, non abbastanza alla luce per rendermi felice. E ho imparato a mie spese che la penombra può essere eterna, vigliacca, maledetta.
Ho cercato di convincere uomini ad amarmi, mostrando la versione migliore di me. Sempre. E il sempre dopo un po’ diventa estenuante. Un’attrice che ripete solo il suo monologo migliore, come un mantra, come una cantilena, come una punizione. Ero esausta, basta, lasciatemi essere me stessa, la versione di me peggiore, la più incompleta, la più malinconica, ferita, disillusa, che a recitare poi si muore.
Ho rincorso uomini che scappavano perché un giorno ho creduto che se un uomo scappa è perché ha paura.
Poi una mattina mi sono svegliata e ho capito che chi scappa non ha paura, vuole solo andare altrove.
E ho imparato a lasciare andare. E più lasciavo andare e più nessuno si fermava, come se la rete bucata facesse correr via tutti i pesci.
Poi ho compreso che se ne va chi non vuole stare. E che la rete bucata è una benedizione.
Si lascia andare via. Non si trattiene nessuno, perché non siamo oggetti a caso da collezionare, siamo monete per terra che migliaia di passi calpestano e poi arrivano due gambe che si piegano e ci raccolgono.
Non siamo per tutti. Smettiamola di voler essere per tutti.
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Mary G . Baccaglini
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luluemarlene · 2 months
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Esercizio retorico: poca attenzione a sintassi e grammatica. 6
"E lei conobbe lui e se stessa, perché pur essendosi saputa sempre mai s’era potuta riconoscere così."
(Italo Calvino-Il Barone rampante)
Riconoscermi è stato un processo veloce, gioioso e sorprendente
Prima ero solo un'anima errante che chiedeva passaggi a viaggiatori distratti e banali, incapaci di portarmi esattamente dove avevo bisogno di andare.
Poi è arrivato L'Oreste.
Lui mi ha fatto salire sul suo treno colorato di buone maniere e risolutezza e insieme abbiamo iniziato un viaggio verso la comprensione di un sesso che io non avevo mai incontrato.
Non c'è dubbio che fossi predisposta e che la mia attitudine abbia contribuito a tessere il filo che mi ha legata ad una condizione di appartenenza che è prerogativa solo di pochi umani.
Indipendentemente dal ruolo, il filo che lega due menti che hanno avuto il privilegio di
appartenersi, non è recidibile
La mia mente veniva costantemente nutrita dalle nostre prospettive, da un punto di fuga comune
Ci sfamavamo di confronti verbali e a volte stupivamo delle affinità, facendo nostre le differenze.
Ci imparavamo.
Mi manca tanto descrivergli sfacciatamente ciò che mi rende liquida, parlargli delle mie pulsioni mi manca come l'idrogeno all'acqua, senza il quale non può chiamarsi tale
Ed io volevo continuare ad essere acqua fresca per la sua gola assetata
Viaggiava a tutta velocità, l'Oreste.
A volte provavo a saltare sul quel treno, con l'illusione che restare sospesa per un attimo avrebbe rallentato il mio incedere
Ma la fisica è universale in questo tempo e in ogni luogo, e lui era il mio sistema di riferimento inerziale
Procedeva costante e dinamico, senza attrito, senza freni, ed io con lui.
Una volta lo paragonai al bosone di Higgs
Gli dissi che la materia, come la conosciamo oggi, si è creata solo grazie a quel bosone
Io ero la particella elementare che riceveva la sua massa dal bosone Oreste, e da lì iniziavo ad esistere.
Ancora oggi, sopraffatta dalla tristezza che provo nel non poterlo accudire, la mia fica si desta dal suo torpore solo se penso alla sua voce e mi
ricorda che sono stata. lo ERO
Appartenevo al suo ciclo vitale e lui al mio e mi piaceva gonfiare il suo cazzo e il suo già enorme ego... quello era il mio compito : custodirlo, riempirlo, esaltarlo...
Come è mio il compito di raccontare cosa c'è dietro a tanto impegno
È dovere di chi è rimasto appassionare chi non ha conosciuto lo sviluppo di questi legami
Appartenere è euforizzante e nel momento in cui si viene sopraffatti, non può più essere lo stesso
È metamorfosi.
È uno stato volontario che scorre sulla pelle ed è spesso percepito da chi lo incontra, come felicità, sicurezza e quasi mai riconosciuto per quello che è: infinita fiducia
Altera tutti i livelli di neurotrasmettitori cerebrali e un po' subdolamente, entra sotto pelle.
Come una sostanza tossica , si impossessa delle cellule e ne muta il genoma
Ricorda l'innamoramento dove avvengono modificazioni biologiche che con il tempo rientrano nei parametri e si trasformano in affetto o in casi più rari , in amore
Ma l'appartenenza non riguarda questi sentimenti comuni
È quello che prova un suddito per il suo Re, un soldato per la Patria, una vittima per il suo carnefice
Quando l'Oreste ha fermato il nostro mondo non ha rallentato, l'ha fatto all'improvviso, bruscamente, stop, fermo, fine
Ora immaginate un crash test e di guardarlo in slow motion
Godetevi il mio schianto contro le pareti di quello che erano state le mie sicurezze
Guardatemi schizzare a rallentatore, in avanti, lasciando indietro le leggerezze, i capelli, vestiti
Poi anche loro, una frazione di secondo dopo, hanno raggiunto la faccia, i denti, vene, ossa e si sono appiccicati al miscuglio di organi e umanità che mi avevano reso la sua schiava
Ed ero sua, anche sfatta e agonizzante
Appartenere mi aveva messo delle radici all'anima e non si può estirpare un albero per farlo radicare altrove senza rischiare di ucciderlo e ho deciso, forse vigliaccamente, che nessuno poteva prendere il suo posto
Avevo curato il mio giardino, l'avevo reso unico. Privarlo della fonte che lo disseta avrebbe
seccato le arterie rimaste , mi avrebbe resa orfana della parte più sanguigna di me, la sua parte
Ma anche nell'assenza io volevo preservarlo, non volevo che entrasse nessuno nel tempio sacro che avevo costruito e plasmato, nella mia personale visione di religione monoteista.
Non ho mai voluto scrivere di lui perché uso la scrittura per esorcizzare la fine delle cose, la dipartita emotiva e questo avrebbe dato l'addio definitivo
... e poi ho sempre solo scritto per eccitare lui.
Non è mai stato il protagonista, era il beneficiario! Quei racconti parlano delle nostre fantasie e dei piaceri che avevamo creato insieme e scrivere e rileggere mi eccitava come scoparlo, anzi di più
Intendiamoci, adoravo scopare con l'Oreste, ma paradossalmente la mia fica vibrava e sbavava più a parlarci che a toccarlo.
Rispondere alle sue domande, impegnarmi a non trasgredire, rispettare il suo volere, la faceva colare e per difendersi dalle banalità pornografiche che ci circondavano, lei aveva umori solo per la sua voce
Trasudava sugo solo per i suoi neuroni erotomami e libidinosi
Sessualmente seduttivo, il porco!
Ed è quello che segue che lo eccitava, non questa montagna di spazzatura da scribacchina patetica
" Così ieri ho pisciato dentro ad un bicchiere, poi ho preso lo speculum, l'ho riempito di saliva e me lo sono infilata nella fica
Allargarmi la fica con quel coso mi arrapa da morire, ma so che tu preferisci il mio culo
Mi sono masturbata un po' tormentandomi il clitoride e quando l'eccitazione è diventata incontrollabile, l'ho sfilato e sporco di sangue del ciclo me lo sono infilato in culo
Mi sono girata a culo all'aria , ho appoggiato la faccia per terra, ho girato la vite che apre lo strumento
Il mio sfintere si dilatava e ti immaginavo, vestito, dietro di me, che eseguivi quell'operazione lentamente, con fare da chirurgo, ma con lo sguardo e il respiro da lupo affamato
Ho immaginato il rumore della zip dei tuoi pantaloni e cristo se ho pregato che arrivassi davvero a pisciarmi in culo
Dentro quella scarico vuoto, bisognoso di appartenerti , con movenze da contorsionista, ho rovesciato ancora caldo il mio piscio.
E di nuovo clitoride e ancora pensieri che mi facevano colare
Cosa avresti preferito?
Levare lo speculum e incularmi o vedermi svuotare davanti alla tua faccia?
Entrambe le cose, probabilmente.
Sono entrata nella vasca dopo aver tolto dolorosamente quell'oggetto di tortura
Mi sono accovacciata come per pisciare e dopo aver atteso un tempo che nn passava mai, ho spinto energicamente e un fiotto di piscio, da subito limpido e poi sporco del mio sudiciume, ha invaso la vasca da bagno
Guardando quello schifo mi sono masturbata
Ti volevo lì, a osservarmi fiero ed eccitato
Orgoglioso della tua puttana."
Ecco.
Io resto comunque inchiodata a tutte queste oscenità , per scelta o per bisogno , per divulgare lo tsunami di nefandezze emotive, il vortice concupiscente.
Sono comunque una sopravvissuta, implosa, collassata, come una stella che, terminato il suo carburante, cede alla gravità
Ecco, io cedo al buco nero che resta, dove nulla sfugge, nulla di quello che ricordo, che ho vissuto, nulla di ciò che sono diventata per volere suo, potrà mai vincerlo
Lui resta attrattivo, ineluttabile...
... E inesistente
Perché forse Oreste non esiste , se non come proiezione di fantasie e voglie inconfessabili, bisogni inespressi di una mente malata e volgare : la mia mente,
Lei è produttrice di scenari indecenti e lascivi che piano piano hanno soffocato tutta la parte poetica e dolce che c'era in me
Prometto che la seconda parte, se mai ci sarà, parlerà di quella parte della mia mente che ancora custodisce l'Oreste schifoso e depravato
Scriverò di facce schiacciate contro lo specchio con dietro un uomo che mi incula senza tregua, di mutandine tolte e abbandonate sugli scaffali dei supermercati, di cazzi sporchi e ripuliti dalla mia bocca affamata , di obbedienza e fluide attese ...
Tutto questo è intrappolato nella mia testa e mi ha mangiata, cazzo! Masticata piano piano
E io devo aver fagocitato il ricordo e alla fine non è rimasto niente, tranne il pesantore che sento al centro dello stomaco
Oppure è la peperonata di ieri sera.
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susieporta · 5 months
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*Abbiamo delle stupide pretese*
a volte, che tutto funzioni, che i rapporti siano lineari e sinceri, che le persone facciano uno sforzo per capirci, che siano disposte a venirci incontro. Abbiamo l'errata convinzione che gli altri, in alcune occasioni, possano ragionare come noi, avere le stesse priorità, dare la stessa importanza alle situazioni.
Se mettiamo l'anima e il cuore in ciò che facciamo, pensiamo ingenuamente che questo basterà per guadagnarci un risultato mentre spesso ciò che accade è che riceviamo ingratitudine, a volte indifferenza.
Pensiamo che essere trasparenti, onesti e sinceri sia l'essenziale, mentre non ci rendiamo conto che molti preferiscono essere solo adulati, amano l'apparenza, credere che non ci sia alcun problema pur di non impegnarsi a risolverlo.
Nuotano nell'ipocrisia, immaginando che si tratti di un quieto vivere.
Non siamo uguali, viviamo, sentiamo e amiamo in modo differente.
E si vede.
Ma forse, ad un certo punto, dobbiamo mettere da parte la nostra speranza infantile di andare più o meno d'accordo con tutti, di cercare a tutti i costi l'equilibrio, di salvare anche ciò che salvare non si può, di sopportare per amore di una pace fittizia, di tenere accanto a noi anche chi un posto non ce l'ha, spesso neppure lo merita.
Pochi ma buoni, si dice.
Ma quanto è vero, quanto è concreto.
Sono poche le anime affini, pochi gli amici veri, pochi i rapporti che valga la pena di coltivare. Il resto è contorno, tempo che non torna, piccole ferite che si potrebbero evitare.
Energia che potremmo concentrare altrove, perché le nostre risorse sono limitate.
Non sempre si riesce a distinguere, a capire, a selezionare, a imparare.
Ma forse potremmo cominciare da quello che non ci rende felici".
LauraMessina
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der-papero · 4 months
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Giorno 8 inizio il mio nuovo lavoro, confermando quella che pensavo fosse una coincidenza, eppure alla fine si dimostra un mio pattern preciso, ovvero che non riesco a stare più di 5 anni in un posto lavorativamente parlando, che sia una intera azienda o anche solo un reparto.
In questo caso ne sono passati 6, ma ho fatto molta fatica a resistere l'ultimo anno, anzi, l'idea di scappare mi era proprio venuta un anno fa, ma in Germania i tempi sono tutti più lenti, per quando ho messo in moto il meccanismo un anno è bello che passato, anche perché restando nella stessa azienda comunque il processo è quello che è.
Incredibile come questa cosa sia palese nel mio CV, ma nessuno si sia mai preso lo sfizio di chiedermi perché, eppure dovrebbe essere un elemento pro o contro una assunzione, sapere che dopo 5 anni massimo ti ci mando. E' da oggi che rivedo sempre lo stesso VHS, con colleghi che mi scrivono "ci mancherai/sei davvero in gamba/come faremo senza di te/blah blah blah", che kivemuort se davvero pensaste queste cose me le direste più spesso (c'è chi lo fa, e non aspetta l'ultimo giorno dopo la mia comunicazione).
Chissà quale difetto si nasconde dietro questo mio nomadismo lavorativo, ma adesso figurati se mi metto a dare centinaia di euro ad uno per farmi spiegare perché non mi si incolla il culo alla sedia, tanto mica lo vivo come un problema.
Che poi, diciamoci la verità, durerà tipo una settimana, il tempo che il primo tedesco dirà al primo incontro "Italiener? Mafia und Berlusconi ahahahaha", che lo mando subito affanculo inimicandomi tutto il nuovo reparto e facendomi venire la voglia di andare altrove.
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abr · 8 months
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La verità nuda e cruda che o ti piace o te la devi far piacere:
i migranti non li vuole più nessuno. Punto.
Al riguardo, lassa stà barbatrucchi su rilocare le decine, il gioco dell' Italì sinora è stato: mantenersi Paese di merda degradato, in modo che per quanti ne sbarchino, quote importanti di migranti cerchino di andar altrove, così noi ci si sbarba solo i primi mesi (al 100% però) e poi son problemi altrui.
I "Partner" han mangiato la foglia da mo' e chiudono le frontiere.
Ora a noi la mossa per non tenerceli (quasi) tutti a carico. Le opzioni?
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nitroglycerin-a · 4 months
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Comunque mia madre mi sta odiando tantissimo per questa scelta, nonostante fossero mesi che dicevo di volermi trasferire a Roma, nonostante fossero altrettanti mesi in cui dicevo se mi molla vado a Torino, raga, MESI, davvero, gliel’ho sempre detto ripetuto e stra ripetuto eppure lei non lo accetta, si è messa a piangere prima perché mi ha chiesto se ero disponibile il 22 gennaio a tenere il loro cane nevrotico perché ha una visita, l’ho guardata e gli ho detto mamma ma che cazzo ne so cosa faccio da qui ad un mese, e lei si è incazzata, pianti, “NON VOGLIO PARLARTI SARA”, non capisco come alcuni genitori odino l’idea di un figlio altrove anche quando ci vanno d’accordo, anche quando sanno che non è per scappare da loro; ho spiegato come nemmeno ad uno psicologo a mia madre filo e per segno perché sono così e faccio certe scelte e perché sono una persona diversa da signorina di provincia che fa la contabile nell’azienda di bulloni di Glorie 9-5 torna a casa dai suoi è fidanzata da quando ha 15 anni (rigorosamente tradendosi) e il massimo della vita è andare a mangiare fuori e fare aperitivo tutte le sere (mia cugina), lei sa benissimo che quella non è la mia vita eppure entrambi i miei darebbero 10 anni a testa per farmi essere così, per girargli attorno fino alla fine, per restare qua per sempre trovarmi un giovane baldo romagnolo patacca del cazzo, sistemarmi e mettermi l’anima in pace; non accadrà mai neanche avessi il peggior caso di esaurimento nervoso nella storia degli esaurimenti, mi sveno nel bagno mentre fumo una canna e mi ascolto i Botch piuttosto
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smokingago · 9 months
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Ti è mai successo di sentirti altrove
i piedi fermi a terra
e l'anima leggera andare
andare via lontano e oltre
dove immaginare
non ha più limiti
hai un nuovo mondo da inventare
sei così altrove
che non riesci neanche più a tornare
ma non ti importa
perché è troppo bello da restare
nei luoghi e il tempo
in cui hai trovato ali, sogni e cuore
a me è successo
e ora so viaggiare
Negramaro - Ti è mai successo
@smokingago #fotomia #me
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