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#federica carta
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La vita è troppo breve per non riscoprirsi
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carapiccolanimue · 1 year
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niente da fare, lasciami stare, tutto normale
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c’è Viva Rai Due, evviva Sanremo
mi sa che questa notte dormiremo meno
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vorreisparireunpo · 1 year
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Questa canzone è ciò che mi resta di te
-DILE ft FEDERICA CARTA "che mettevi sempre"
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pianocoveritalia · 1 year
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[TUTORIAL] dile, Federica Carta | Che Mettevi Sempre // Piano Tutorial c...
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gregor-samsung · 4 months
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" Dopo la seconda guerra mondiale al sionismo è stato permesso di diventare un progetto coloniale, in un periodo in cui il colonialismo veniva rifiutato dal mondo civilizzato, perché la creazione di uno stato ebraico offriva all’Europa, e in particolare alla Germania occidentale, una facile via d’uscita dai peggiori eccessi dell’antisemitismo. Israele è stato il primo a riconoscere «una nuova Germania»; in cambio ha ricevuto molti soldi, ma anche, cosa ben più importante, carta bianca per trasformare l’intera Palestina in Israele. Il sionismo si è posto come soluzione all’antisemitismo, ma è diventato la ragione principale della sua prolungata presenza. Questo «patto» non è nemmeno riuscito a sradicare il razzismo e la xenofobia che ancora si trovano nel cuore dell’Europa, e che hanno prodotto il nazismo nel continente e un brutale colonialismo al di fuori di esso. Che il razzismo e la xenofobia siano ora rivolti contro i musulmani e l’islam è un fatto intimamente connesso alla questione israelo-palestinese, e potrebbe essere ridimensionato una volta trovata una risposta autentica a tale questione. Tutti meritiamo un finale migliore per la storia dell’Olocausto. Questo potrebbe comprendere una Germania fortemente multiculturale che indichi la strada al resto d’Europa, una società statunitense che affronti con coraggio i crimini razziali del suo passato, un mondo arabo che estrometta barbarie e disumanità… Ma niente del genere può accadere se continuiamo a cadere nella trappola di trattare i miti come verità assolute. La Palestina non era vuota e il popolo ebraico aveva altri luoghi da poter chiamare casa, la Palestina è stata colonizzata – non «redenta» –, e la sua gente non se ne è andata volontariamente nel 1948, ma è stata espropriata. I popoli colonizzati, anche secondo la Carta delle Nazioni Unite, hanno il diritto di lottare per la loro liberazione, anche con un esercito, e la conclusione positiva di tale lotta sta nella creazione di uno stato democratico che includa tutti i suoi abitanti. "
Ilan Pappé, Dieci miti su Israele, traduzione di Federica Stagni, postfazione di Chiara Cruciati, Tamu editore, 2022. [Libro elettronico]
[Edizione originale: Ten Myths About Israel, New York: Verso, 2017]
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angiusmaker · 1 year
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Studia, consuma, crepa: il modello tossico dell'università
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Riporto integralmente un articolo molto interessante che ho letto online su TPI e che consiglio vivamente:
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Fuoriclasse o fuoricorso, non c’è via di scampo. O almeno è quanto vorrebbero farci credere tutti quei proclami, quelle “notizie” che spesso sono solo trovate di marketing per il giovane laureato prodigio e per la sua notabile famiglia o per la prestigiosa università privata a cui è iscritto.
Per mesi siamo stati bombardati da titoli come «Federica batte tutti», una goccia che lentamente ha scavato la coscienza collettiva convincendoci che l’università è una competizione. Come se ce ne fosse bisogno, come se non fossimo già abbastanza terrorizzati all’idea che – se ancora esiste qualche chance che l’ascensore sociale in Italia funzioni – bisogna eccellere, essere tanto più bravi quanto più si parte dal basso, altrimenti, banalmente, saremo spacciati.
E una volta fuori dal mondo dell’università – ormai vissuta come imprescindibile nel transito verso un mercato del lavoro sempre più precario e pertanto sempre più esigente – non saremo competitivi, non ci meriteremo una vita sopra la soglia della povertà relativa, con una carta che risulti ancora capiente quando, dopo aver pagato l’affitto e le bollette, staremo facendo i conti e incrociando le dita anziché goderci quella rara uscita fra amici.
Tutto questo (e molto di più) si nasconde dietro il disagio psicologico degli studenti universitari che talvolta si spingono a compiere gesti estremi: la consapevolezza e il disincanto. 
Non sono giovani viziati che non sanno più tollerare i piccoli fallimenti della vita, come vorrebbero farci credere; e non sono nemmeno dei pazzi con mille altri problemi collaterali, come si usa dire quando ci si vuole autoassolvere per aver assecondato quella mentalità, liquidando anche l’ennesimo suicidio come un caso isolato. 
Eppure, in queste storie non è difficile riconoscersi. Quando è estate e già senti il peso della sessione di marzo, l’ultima prima di finire fuoricorso e pagare il doppio delle tasse. «Sono nei tempi», ti ripeti, «mi mancano cinque esami». Ma solo il pensiero di dirlo ai tuoi genitori e vedere le loro facce deluse già ti devasta.
Fra quei cinque esami, poi, scopri col tempo di averne sottovalutato uno, o di aver fatto male i conti col grado di dettaglio richiesto da quella commissione, che che ti boccia due volte. Gli appelli non sono poi tanti, a volte passano mesi fra l’uno e l’altro: di colpo è Natale, tu sei molto più indietro di quanto avessi previsto; sei già proiettato sulla laurea perché l’hai annunciata e questo ti mette ansia, ti impedisce di studiare sereno. Così ti chiudi in casa, studi tutto il giorno, rinunci ad ogni occasione di socialità, finisci in una spirale di solitudine e confusione.
Forse avresti bisogno di aiuto ma non hai il coraggio di chiederlo: non credi di meritarlo. I tuoi compagni di corso postano la foto con la corona d’alloro, e tu sei in pigiama che li guardi dal telefono: a te manca una vita. Pensi a te stesso di lì a qualche anno, le insicurezze diventano giganti.
Ti senti sopraffatto, ti manca l’aria. E scopri che sei troppo stanco per continuare a giocare a quel gioco in cui già sai che perderai. 
Non abbiamo dovuto inventare niente: è solo una delle ultime fra le storie che non sono state raccontate. In questi mesi abbiamo raccolto persino la testimonianza di un’attrice che risponde ad un annuncio di lavoro e si ritrova al telefono con un ragazzo disperato: le chiede di fingersi una docente universitaria, nel periodo delle lauree da remoto, per simulare una discussione di tesi.
L’artificio non avrebbe portato al conseguimento del titolo, ovvio, ma forse appariva come l’unica maniera per procedere con la rinuncia agli studi senza rompere con la propria famiglia. Che fine avrebbe fatto la fiducia, se avessero scoperto mesi di bugie?
In una società che non tollera il fallimento, tu non vuoi deluderli. In una società che non tollera il fallimento, anche tu hai disimparato a tollerarlo. In una società che non tollera il fallimento, la procrastinazione non è pigrizia ma semplicemente paura di non avere successo.
Così prendi tempo, finché puoi, e rimandi il tempo della verità, che deve suonare come un’imperdonabile ammissione di colpe. 
Ma la verità è che ciascuno ha i suoi tempi; che i regolamenti delle tasse sono punitivi; che se sei povero paghi meno tasse nell’università pubblica ma devi essere anche molto bravo: se rimani indietro, perdi il “privilegio” di pagare meno, che è un diritto e che non dovrebbe cessare di esistere solo perché non corri veloce come gli altri.
E poi c’è chi lavora per pagarsi l’affitto da fuorisede, che spesso è una scelta obbligata. C’è chi dedica il proprio tempo a esperienze di cittadinanza attiva. C’è chi deve sopperire alle carenze del welfare e prendersi cura di un familiare.
Qualsiasi impegno che non sia la devozione allo studio diventa una perdita di tempo, nella narrazione polarizzata che si fa degli studenti universitari: veri fenomeni o falliti.
L’unica via è l’individualismo più cinico, la capacità che hai di reprimere i momenti di debolezza, per i quali non c’è tempo: la produttività è centrale nell’organizzazione aziendalistica dei luoghi della formazione.
I criteri di merito sembrano pensati per far sparire ogni disuguaglianza nelle condizioni di partenza, e ammantare tutto di un’aura di giustizia sociale.
Hai bisogno di supporto psicologico, in un momento storico di apparente grande slancio verso il superamento dello stigma sulla salute mentale? Prega di avere i soldi per pagartelo, perché i servizi di counseling offerti solo da alcuni atenei solo assolutamente insufficienti. 
La rappresentazione che di tutto questo (non) si offre è quanto mai fuorviante. Chi svetta da una posizione di potere invidiabile, di nascita, sembra essersela costruita, con un puntuale encomio al sacrificio e alle rinunce che ha compiuto sul piano personale per avere successo in quello universitario-professionale; chi perisce, invece, sembra fare la fine che merita, in questa sorta di darwinismo della realizzazione di sé.
Con lui sparisce la necessità di interrogarsi più profondamente sui criteri di valutazione, sull’insufficienza delle borse di studio e delle università stesse sul territorio nazionale (in Italia ci sono 67 università pubbliche e 190 istituti penitenziari), sulla funzionalizzazione dell’università pubblica al lavoro flessibile, in competizione diretta con le università private; su quanto abbiamo introiettato il concetto per cui siamo quello che facciamo.
Basteranno tre minuti di silenzio e potremo continuare a fingere che vada tutto bene. Tre minuti di silenzio, e mentre un’ambulanza porta via il corpo dell’ennesima studentessa che ha deciso di togliersi la vita pochi metri più in là, la commissione chiama il nostro nome. Dobbiamo sostenere l’esame. L’angoscia ci divora ma non possiamo permetterci di rimandarlo: il prossimo appello è fra un mese e sarà già troppo tardi.
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crazy-so-na-sega · 8 months
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La cosiddetta Carriera Alias
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La Carriera Alias è stata di recente introdotta in alcune scuole della penisola, ma in modo surrettizio e strumentale, creando divisioni, imbarazzi e polemiche senza fine. Tutte cose di cui la scuola non ha alcun bisogno, arrivando sino al punto di imporla agli studenti, a volte minorenni e facilmente manipolabili da parte di adulti senza scrupoli.
Si tratta in sintesi della possibilità data allo studente con “dubbi di genere” o “in transizione” di scegliersi il proprio nome di elezione, all’interno del plesso scolastico frequentato, in sostituzione di quello legale e legittimo. Il quale viene giudicato non più consono con il proprio rivendicato (o sbandierato) “orientamento sessuale”.
Così lo studente Mario Rossi, di anni 16, potrebbe decidere autonomamente il prossimo anno di farsi chiamare Jessica da compagni, docenti, preside e personale amministrativo della scuola. E guai a coloro che non volessero ottemperare e desiderassero continuare a seguire la carta di identità: sarebbero come minimo giudicati moralisti, legalisti e antiquati, e se il ministero non interviene presto, rischierebbero una sanzione.
Ora, i fautori della scuola aperta e libera, senza regole (che non siano le loro), chiedono e auspicano sanzioni e multe per una coraggiosa docente dell’istituto comprensivo Vivaldi di Ostia che, sul proprio profilo Facebook ha, con la libertà che la Costituzione offre a tutti i cittadini, criticato la deriva della Carriera Alias e dell’identità di genere.
La docente, come riporta il quotidiano Repubblica, ha osato criticare il cambiamento di nome, in «Uno dei primissimi istituti comprensivi d’Italia dove è stata attivata la carriera alias», come avrebbe dichiarato la preside Federica Alessandra Inches. La quale, allertata da alcuni genitori che hanno scoperto il post, ha difeso la Carriera Alias, assicurando di aver «immediatamente condannato» il post social dell’insegnante.
Ma cosa diceva dunque il post all’origine delle polemiche? Una libera opinione che inizia così: «Pare, sembra, che a dodici anni ormai gli stessi [studenti], considerati dal ministero dell’Istruzione come dei bimbi dell’asilo, siano abbastanza grandi da poter esercitare il loro diritto di cambiare sesso».
Riflessione assolutamente legittima e perfino banale, a meno che al Vivaldi di Ostia non ritengano davvero che a 12 anni sia possibile “orientarsi” sessualmente come meglio si crede e obbligare gli adulti a seguire i propri dubbi di adolescenti. E dopo “pericolosissimi” emoticon e smile che ridono, la docente parla di «tutta quella roba sull’identità di genere, quella m…a lì».
Non ci piace la scurrilità e certi termini andrebbero evitati sempre, ma ci sembra inaccettabile la presa di posizione della preside che avrebbe detto, visibilmente scioccata dal post: «Sono senza parole, chiederò assolutamente spiegazioni alla docente». Ipotizzando perfino «un richiamo scritto o una sanzione».
Ma per cosa? Per il turpiloquio o per lesa maestà Gender? Neppure sulla propria pagina Facebook si può criticare ciò che andrebbe criticato – e vietato – in primis dal Ministero dell’Istruzione e del Merito?
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sotto silenzio cambiano il mondo. E riga.
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gnaga37 · 1 year
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raccolgo firme per mettere Federica carta con questa al posto della canzone di ultimo ✍️✍️✍️
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lamilanomagazine · 2 months
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Città italiana dei Giovani, Napoli consegna il testimone a Potenza
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Città italiana dei Giovani, Napoli consegna il testimone a Potenza. È Potenza la Città italiana dei Giovani 2024. Venerdì pomeriggio, nella Sala Giunta di Palazzo San Giacomo, c'è stato il passaggio del testimone dal Comune di Napoli che si era fregiato del titolo lo scorso anno. La città vincitrice è stata premiata dal ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi e dalla presidente del Consiglio Nazionale Giovani Maria Cristina Pisani. All'evento hanno partecipato il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, l'assessora alle Politiche Giovanili e al Lavoro Chiara Marciani, la presidente del Consiglio Nazionale Giovani Maria Cristina Pisani, il commissario straordinario dell'Agenzia Italiana per la Gioventù Federica Celestini Campanari e i rappresentanti delle cinque città finaliste dell'edizione 2024: con Potenza, Catania, Jesolo, Pisa e Teramo. Il Premio è un'iniziativa di grande rilievo promossa dal Consiglio Nazionale dei Giovani in collaborazione con il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e l'Agenzia Italiana per la Gioventù, che mira a stimolare l'engagement attivo dei giovani nelle politiche locali e nei processi decisionali a livello territoriale, riconoscendo e valorizzando l'impegno delle città italiane in questo ambito. Ogni anno viene assegnato alla città che si sia contraddistinta per la particolare attenzione e cura ai bisogni delle giovani generazioni. Particolare attenzione in questa edizione del Premio è stata data al progetto che meglio di tutti si focalizza sul potenziamento delle competenze dei giovani con l'obiettivo di favorirne una maggiore partecipazione ai processi decisionali delle istituzioni e di incentivare lo sviluppo del proprio territorio attraverso percorsi volti a promuovere la cultura, la legalità e la tutela dell'ambiente. Questo anche alla luce dell'Anno Europeo delle Competenze, proclamato su proposta della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che si conclude il prossimo 8 maggio. "È stata un'esperienza molto importante – ha ricordato il sindaco Manfredi – perché ci ha aiutato a finalizzare meglio la nostra programmazione nei confronti dei giovani. Ha stimolato il Comune a realizzare il Forum dei Giovani che mancava nella nostra architettura istituzionale, abbiamo aperto altri centri giovanili e fatto una serie di iniziative di mentoring e di stimolo nei confronti delle nuove generazioni per ricercare nuovi talenti e creare opportunità. Mi auguro che il lavoro fatto possa essere da esempio e da supporto alla città che raccoglie il testimone di Napoli". "La progettualità dei Comuni deve essere sviluppata e messa a disposizione della gioventù attraverso partecipazione, opportunità, ascolto – ha sottolineato il ministro Abodi –. È quello che stiamo cercando di fare anche attraverso il Servizio Civile Universale, il Progetto Rete e Spazi civici di comunità che è dedicato in particolare ai ragazzi che sono in difficoltà. Considero questa giornata come un tappeto elastico per fare un salto di livello indicando il lavoro che da oggi deve essere realizzato e sviluppato non soltanto dalla città vincitrice, ma anche dalle altre che hanno partecipato a questa competizione". "Il premio Citta Italiana dei Giovani – ha spiegato l'assessora Marciani – ci ha dato l'opportunità di valorizzare ulteriormente la componente giovanile della nostra città. Sulla carta siamo la città più giovane di Italia e quindi, attraverso il progetto, abbiamo voluto dare più voce ai giovani della nostra città per fare in modo che la loro opinione e il loro punto di vista possano essere sempre all'attenzione della nostra Amministrazione. E poi abbiamo tanti progetti in tutti i settori, dalla creatività all'arte, dallo sport alla cultura. Vogliamo che ci siano tante occasioni per fare in modo che i nostri giovani possano vivere tutti i quartieri, tutti gli ambiti, nella maniera più facile possibile". "Napoli è un esempio per tutta Italia per la promozione della partecipazione e il coinvolgimento dei giovani. Sta dando spazio alle organizzazioni giovanili per decidere insieme quale futuro tracciare per la città. È stato durissimo scegliere la città vincitrice di questa nuova edizione perché abbiamo ricevuto dei progetti di grande valore. Con tutti coloro che lavorano nel mondo dei giovani stiamo cercando di offrire un'immagine di istituzioni che hanno davvero la voglia di dialogare e avviare percorsi di partecipazione democratica e di codecisione", ha affermato il commissario straordinario dell'Agenzia Italiana per la Gioventù Federica Celestini Campanari. "Potenza ha dimostrato con il suo progetto di avere una visione chiara su come valorizzare le energie e le idee dei giovani, trasformando la città in un laboratorio vivente di innovazione sociale e culturale. Questo è l'esempio di come le città possano diventare protagoniste del cambiamento, promuovendo l'attivismo civico e l'empowerment giovanile – ha detto la presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, Maria Cristina Pisani –. Voglio ringraziare tutte le città che hanno partecipato e mi auguro che possano comunque sfruttare appieno il percorso avviato con questa candidatura, per mostrare come l'engagement giovanile possa effettivamente fare la differenza nella costruzione di comunità più forti, resilienti e inclusive".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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sportsgr8 · 3 months
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Hockey Olympic Qualifiers: Italy Prevail Over Chile In Shoot-out
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Marang Gomke Jaipal Singh Astro: Goalkeeper Lucia Ines Caruso pulled off a couple of good saves in the shoot-out, including a penalty stroke, as Italy defeated Chile 2-1 in the tie-breaker after a 2-2 draw in regulation time in a classification match in the FIH Hockey Olympic Qualifiers here on Thursday. Italy were cruising towards victory having taken a 2-1 lead with goals by Bruni Antonella (20th min) and Federica Carta (24th min) scoring in quick succession after Francisca Tala had given Chile an early lead in the 13th minute. However, Chile came back to level scores through Paula Valdivia seven minutes before the final hooter and took the match into the shoot-out at the Marang Gomke Jaipal Singh Astro-Turf Hockey Stadium. Carta and Maria Inaudi were successful for Italy in the shoot-out while Guadalupe Moras and Antonella Rinaldi failed to convert. For Chile. Domenica Ananias scored the first attempt to give them the edge after Italy's Rinaldi had missed. Simone Avelli, Josefina Khamis and Josefina Khamis missed the next three attempts, two of them thwarted by Italy goalkeeper Lucia, who was pulled up for a foul on Khamis' second attempt for Chile but came up with a fine save off the resultant penalty stroke to maintain Italy's advantage. Federica converted the fourth shoot-out attempt for Italy to seal victory after Khamis failed to put it across the Italian goalkeeper. With this win, Italy will now fight for the fifth position while Chile will figure in the playoff to decide the seventh and eighth positions on Friday, the final day of the Olympic Qualifiers. Read the full article
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vorreisparireunpo · 1 year
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Non fingere, so che ti manco
-DILE ft FEDERICA CARTA "che mettevi sempre"
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pianocoveritalia · 1 year
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dile, Federica Carta | Che Mettevi Sempre // Piano Karaoke con Testo
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enkeynetwork · 5 months
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IL PROCESSO PENALE DEL FUTURO: DA MINORITY REPORT ALLA GIUSTIZIA PREDITTIVA
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📆 Il 22–23–24 novembre si terrà la terza edizione della Legal Innovation Conference. L’intervento dell’Avv. Federica Liparoti verterà su: “Il processo penale del futuro: da Minority Report alla giustizia predittiva”
📌 da Leibniz che nel 1666 affermava: “le parti, un giorno, di fronte a una disputa, potranno sedersi e procedere a un calcolo”, alla Precrime di Minority Report, al software COMPAS utilizzato nei tribunali USA per valutare il rischio di recidiva, l’intelligenzaartificiale farà ingresso anche nel nostro processo penale?
📌 approfondiremo le possibilità di utilizzo della #AI quale strumento di prevenzione della criminalità e in fase decisoria, ossia con funzione “predittiva”, alla luce del quadro normativo attuale, delineato — anzitutto — dalla “Carta etica europea per l’uso dell’intelligenza artificiale nei sistemi di giustizia penale e nei relativi ambienti” della Commissione Europea per l’Efficacia della Giustizia (CEPEJ) del Consiglio d’Europa del 2018, nonché dall’art. 22 del Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016, n. 679 (GDPR);
👉 qui il link per chi volesse iscriversi: Legal Innovation Conference
👉 qui il link per conoscere tutti gli aggiornamenti: Liparoti.legal
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personal-reporter · 5 months
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The Magic of Christmas a Forlì
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La Magia del Natale ritorna alla Fiera di Forlì nel weekend di sabato 25 e domenica 26 novembre, dalle 10 alle 19, dove aprirà la stagione dell’Avvento e trasformerà il quartiere fieristico di Forlì in un luogo dove vivere una favola per tutta la famiglia insieme a Babbo Natale. Chi è alla ricerca di decorazioni, piccoli pensieri e idee regalo originali, potrà ammirare i progetti creativi realizzati da hobbisti e artigiani, per ricreare anche a casa un’atmosfera  unica, oltre a tanti accessori da indossare e regalare tra gioielli handmade, borse, calde sciarpe, colorati cappelli tricot e tutto quello che la fantasia e l’abilità manuale possono produrre. Il pubblico potrà pranzare in fiera e, per spuntini e merende, oltre a godere dei piccoli punti ristoro con dolcetti tipici e altre golosità di stagione. The Magic of Christmas è soprattutto la festa per i più piccini, che avranno  uno speciale meet and greet con Babbo Natale, che sarà in fiera per tutto il weekend per salutarlo, scattare foto insieme e consegnare la letterina dei desideri, portata da casa o realizzata in fiera grazie all’aiuto di Federica Magnani, appassionata di creatività manuale e scrittura. L’antica tradizione italiana del Presepe rivive grazie alla mostra dei Presepi artistici realizzati dagli allievi dei corsi di arte presepiale di Pier Giorgio Poeta e presentati proprio a The Magic of Christmas per essere poi esposti nelle varie mostre d’Italia. Ai bambini sono dedicati tre appuntamenti con la lettura di due favole in compagnia di Michela Loli, insegnante di scuola primaria e autrice della serie per ragazzi Emerald Green e dopo le letture i bambini potranno colorare un disegno a tema. Per tutto il weekend si potrà intraprendere la  creazione di piccoli alberi di Natale e gnomi da appendere, fatti con materiale di recupero: pigne, tappi di sughero, palline, tessuti pon pon e cuoricini con Emanuela Baldoni e Paola Quadrelli, alle 11, 14 e 17 ci sarà il  laboratorio a cura di Loretta  Morigi: Incartiamoci - Lory e le sue creazioni per realizzare decorazioni natalizie con carta e materiali di recupero, mentre dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 19 ci sarà l’animazione a cura di Festival dei Bambini e Circo delle Meraviglie, uno spazio con trucca bimbi, Christmas Dance, giochi, piccoli spettacoli. A queste attività si aggiunge, domenica 26 novembre alle 10, 15 e 18,  il workshop gratuito a cura di Paolo Torno Racconti intorno al fuoco, uno story telling sonoro e olfattivo in cui si potrà ad un’esperienza di racconto improvvisato, suoni armonici, odori della tradizione, partecipando attivamente alla creazione della storia, creando la ricetta del giorno. Read the full article
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