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#gioia tauro
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Spring in Gioia Tauro, Calabria, Italy
Photos by @sonny_berry
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brunopino · 7 months
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Manifestazione per il porto di Gioia Tauro, Laghi: “giusta e opportuna”
“La manifestazione per il porto di Gioia Tauro, di martedì 17 ottobre, è certamente giusta ed opportuna. D’altra parte, l’obiettivo dell’UE di abbattere i gas serra prodotti dalle grandi navi è certamente condivisibile, purché, ovviamente, raggiunga il suo scopo, vista la drammatica situazione ambientale legata alla crisi climatica planetaria”. Così il consigliere regionale, Ferdinando…
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sauolasa · 2 years
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Cocaina, scalo Gioia Tauro. Colpo al narcotraffico: 36 arresti
La DDA di Reggio Calabria sgomina una banda al servizio delle cosche della ndrangheta. Importate oltre 2 tonnellate di droga
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donaruz · 9 months
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2 agosto 1980 ore 9,00
«Forza Carmelo! È ora di alzarsi, bisogna correre in stazione, c’è il treno che ci porterà da papà!»
«Uffa, va bene, mi alzo» Il piccolo Carmelo ancora frastornato per la giornata precedente dove aveva mangiato un buonissimo gelato e corso per le vie di Bologna come un giovane esploratore in una terra sconosciuta. Osservava tutto. Carmelo era alto, non dimostrava la sua giovane età e con quel bellissimo binocolo che gli aveva regalato suo zio e i pantaloncini corti era perfetto come ricognitore dell’ignoto. Aveva gli occhi azzurri, la mamma per scherzare diceva sempre che era figlio di qualche Dio dell’Olimpo greco; nessuno in famiglia aveva gli occhi azzurri. Da grande voleva studiare gli animali e girare il mondo alla scoperta di nuovi territori. Era un esploratore ancora prima di esserlo davvero.
Una semplice ma abbondante colazione e poi un bacio forte a Tobia, il cane. La strada è breve fino ai treni ma quella mattina i parenti devono portare la macchina dal meccanico, una vecchia fiat 127 ormai al termine. La decisione è presto fatta, si va in stazione a piedi, tanto il treno è alle 11, c’è tempo...
Carmelo è contento, ha visto una grande città del nord, piena di gente che corre, non ha capito il motivo ma si diverte a vederli indaffarati, al suo paese sono molto più tranquilli. Poi, finalmente, vede i treni. Che amore che ha per i treni! Ogni domenica il suo papà lo porta alla piccola stazione del paesello a vedere i treni che partono, ora anche lui potrà salire su quelle macchine meravigliose fatte di ferro e legno per ben la seconda volta nella sua vita.
10,20
«Mamma!, mamma mi piacerebbe tanto avere un amico cane, ma tanto tanto!»
«Va bene piccolo, vedremo, quanto torniamo a casa ne parliamo con papà e se lui è d’accordo andiamo al canile»
«Che bello!, che bello!, sono sicuro che il papà sarà d’accor……»
BUUUMMM!?!
«Mamma, mammaa, aiuto! Dove sei? Ho paura! è tutto buio, mamma aiuto è tutto buio..»
Suoni, strani suoni di ferro caldo. Un caldo feroce; gemiti che provengono dal treno di fronte ai binari, gemiti sempre più profondi e poi...urla disperate. Chi cerca la mamma, chi il fratello chi l’amico, la compagna, il figlio. Ma loro non sono più in stazione, sono stati sbalzati a 100 metri di distanza per l’onda d’urto. Come delle foglie strappate ai rami di un albero autunnale.
Poi il fumo si dirada e s’intravede il disastro.
«Mammaa!, dove sei? Dove sei?» Carmelo sembra un minatore appena uscito dalla galleria; la galleria più profonda del suo piccolo paese.
«Vieni piccolino, vieni in braccio, ti aiuto io!» Un ragazzo di 20 anni, una divisa da vigile del fuoco. Il ragazzo è nero come Carmelo, zoppica, ma continua a togliere pezzi di cemento dal piccolo corpo del bimbo. Solleva calcinacci pesanti e taglienti, rossi dal caldo; le sue mani ustionate, ma continua a spostarli. Alcuni giorni dopo venne ricoverato in ospedale per le ustioni. Perse tre dita di una mano.
«Chi sei? Dov’è la mia mamma?» Carmelo è sepolto da una montagna nata dalla violenza.
«Sono un amico della mamma… stai tranquillo»
«Ma cos’è successo?» La sua voce non è più quella di un giovane esploratore, ora è rauca, piena di polvere e distruzione.
«Niente, non è successo niente. Piccolo…non è successo niente»
Fine
In Italia non succede mai niente.
La Rosa dei venti, Il golpe borghese, piazza Fontana, Gioia Tauro, Reggio Emilia, Brescia, l’Italicus, Genova, Il rapido 904, Bologna, Ustica, Firenze, Milano; non sono niente. Non è successo niente. Non è STATO nessuno. In fondo qualche pezzente, qualche moglie di pezzente, qualche figlio di pezzente cosa volete che sia, incidenti di percorso; incidenti per una democrazia migliore, più libera, più ricca. In Italia non è mai STATO nessuno, una cena tra poteri, un brindisi e poi le direttive agli organi di informazione:
“Dovete dire questo, dovete dire quello, dovete dire che non è successo niente; arriva l’estate mandiamoli in vacanza tranquilli, poi, quando tornano, avranno dimenticato tutto”
Ma non avete preso in considerazione una cosa: voi! infami manovratori dietro le quinte, migliaia di occhi hanno visto, sentito, sanguinano ancora. Loro lo sanno chi è STATO. Potete manipolare tutto, cancellare tutto ma dietro il vostro secchio di vernice bianca democratica ci sono pareti rosse di sangue pulito.
Quelle non potrete mai più cancellarle.
-A Carmelo e a tutti i morti e feriti di quella mattina spensierata di un agosto solare-
(Breve parte dal racconto "Piccolo esploratore" contenuto nel libro "Stelle cannibali" ED. Il Foglio 2022)
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direwombat · 3 months
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long time no wip wednesday
tagged by various people over the past few weeks, but most recently by @ivymarquis to share some a piece of a wip!
been having a creative dry spell recently, so technically this is a super old piece of writing, but i'm returning to this character study of a fictional mafioso (portrayed by luca martinelli (of the old guard fame)) in FX's 2018 historical drama, Trust, which is about the kidnapping and ransom of John Paul Getty III. I defs recommend it if you haven't watched it. Brendan Fraser plays a cowboy who breaks the 4th wall and also Hillary Swank is in it and she's very good. this is super niche so no pressure to read if you don't want to. i'll go back to the regularly scheduled fc5 fic eventually.
Reggio Calabria, 1982
“I thought you were in Rome,” Leonardo says to Primo in lieu of a proper hello. 
You’re always in Rome, goes unsaid, and the exasperated flash of abject terror across poor Leo’s face makes silent questions of What happened? and Why are you here? louder than the blaring horns and ambient noise of the docks. Leonardo never was good at concealing his emotions. Wore his thoughts on his face like a book to be read.
Primo pulls a cigarette and lighter from his pockets. “Everything’s fine,” he says. Then, he lights the cigarette and brings it to his mouth to take a drag. “It’s good to see you too.”
It’s a gorgeous day in late May. The temperature lazes in the high twenties, and the sun shines like a motherfucker over the Port of Gioia Tauro. Just beyond the influx of ships, the waves of the Tyrrhenian Sea are capped with glittering diamonds, rich enough to fill a jewelry store a thousand times over. It’s picturesque and beautiful, something right off the shitty postcards that tourists buy.
If Primo were a more sentimental man, he might have missed it here. But the scenery wasn’t what brought him back to Calabria. The metaphorical diamonds he’s interested in lie not atop the lapping waves, but hidden within the freight and cargo of the metal monsters that came to berth in the harbor. 
His harbor. 
Well, his and Leonardo’s. 
Mostly Leonardo’s. 
The Nizzuto name isn’t anywhere to be found on the official paperwork, but the strings gently -- and other times not so gently -- being plucked and pulled in the shadows were moved by Primo’s skilled hands. 
Leonardo had wanted to go as legitimate as possible to allow his son a life that wasn’t blood, death, and violence. Primo, who knows no other way to live, doesn’t pretend to understand the reasoning behind Leo’s decision, but he does appreciate a good cover operation and knows an opportunity when he sees one. The best way to get away with illegal business is to hide it behind perfectly fair and good trade. 
Leo is still looking at him with an expression that’s waiting for a shoe to drop. From anyone else, the look would have been insulting. Doubting Primo’s abilities so boldly in front of him would get most people a broken jaw. But he’s known Leo long enough that it’s just fun to watch the old man stress himself out. 
Primo sniffs, raises a shoulder in a slight shrug. “There’s a shipment coming in today. I want to be there when it arrives.”
The sigh that escapes Leonardo is one of pure relief and Primo rolls his eyes behind his sunglasses as the tension immediately dissolves from the other man’s shoulders. “So you’re here on business, then,” Leonardo says. 
“Here on business,” Primo nods. 
“I see,” Leo says. There’s no mention that “business” means drugs and guns and other things illegally obtained to be sold on the streets and back alleys of Rome. No mention that the drugs and guns were bought illegally as well. Business is vague and nebulous, not to be talked about in public and only to be discussed behind closed doors, preferably with a bottle of wine, much like most other parts of Primo’s life. 
Leonardo lights his own cigarette and the two stand there in amicable, but somewhat awkward silence. He wants to say more; wants Primo to say more, but they both know that Primo has nothing else to say. He’s here on business. That’s all there is. They stand at arms length, never any closer, and watch the bustle of the dock workers and sailors as they haul cargo to and fro.
Eventually, Leo says, “You should come for dinner. Francesco has graduated from University. Business. He wishes to see you again.”
This catches Primo’s attention. It’s subtle: his head cocked to the side, a slight straightening of his spine. “Is he here?” Primo asks.
tagging: @marivenah, @florbelles, @statichvm, @fourlittleseedlings, @wrathfulrook, @harmonyowl, @carlosoliveiraa, @cassietrn, @poetikat, @confidentandgood, @strafethesesinners, @trench-rot, @miyabilicious, @simplegenius042, @g0dspeeed, @inafieldofdaisies, @josephslittledeputy, @aceghosts, @adelaidedrubman, @finding-comfort-in-rain, @socially-awkward-skeleton, @voidika, @strangefable, and anyone else wanting to share a wip! (taglist opt in/out)
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veritanascoste · 2 months
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Duecento tipi di OGM saranno coltivati anche in ITALIA
Riportiamo qui di seguito i Nominativi di 3 Esponenti Politici, rappresentanti della Triade PD/FDI/FI che stanno agendo al Parlamento Europeo per legittimare l’entrata in Italia di quasi 200 tipi di OGM, da coltivare direttamente in Italia, molti dei quali di seconda generazione (Editing OGM/CRISPR), sempre basatati su RNA infettivo, con cui modificare in maniera irreversibile il Patrimonio genetico delle NOSTRE SEMENTI, antiche e sacre...
Paolo De Castro (Partito Democratico), Francesco Lollobrigida (Fratelli d’Italia) e Antonio Tajani (Forza Italia). Fanno da corollario Ettore Prandini (Coldiretti) e Massimiliano Giansanti (Confagricoltura).
Essi sono i principali responsabili di questo Progetto economico voluto dalle Lobby dei Padroni di Davos, e che risulta contrario al Principio di Precauzione sancito dalla Legge, in presenza di pericolose sperimentazioni su larga scala e in campo aperto...
Questi Esponenti politici sono già riusciti, dalla Primavera-Estate 2023, ad introdurre anche in Italia la libera vendita di verdure, ortaggi e frutta OGM, prodotte all’Estero fuori dall’Europa, e cioè in USA, Canada e Ucraina, in gran parte fatte arrivare poi nei nostri porti di Genova, Trieste, Napoli, Bari, Gioia Tauro, Palermo e Cagliari.
La frutta non reca scritto in etichetta l’indicazione di essere OGM, ma soltanto, e non sempre, la dicitura “SENZA SEMI”, e quindi OGM.
Nel caso dei Legumi, come ad esempio i Piselli, viene fatta la seguente pubblicità alla televisione “...contenenti tutti e NOVE gli Aminoacidi Essenziali...”, e quindi compresa la Metionina, e pertanto OGM, poiché i Piselli naturali non contengono la Metionina, e quindi non risultano essere proteici (non avendo TUTTI e Nove gli Aminoacidi Essenziali), e pertanto non risultano essere pericolosi per le persone malate di Reni, o di altre malattie dove risulta sbagliata l’alimentazione iper-proteica.
I Nove Aminoacidi Essenziali, dalla cui unione si formano le PROTEINE, sono la Valina, la Isoleucina, la Leucina, la Lisina, la Metionina, la Istidina, il Triptofano, la Fenilalanina e la Treonina. Viceversa, nei Cereali naturali manca la Lisina, che viene invece aggiunta nel Grano OGM, nel Mais OGM, nel Riso OGM...
Recentemente, Giorgia Meloni e Sergio Mattarella hanno ricevuto a Palazzo Chigi e al Quirinale Bill Gates, il più grande Latifondista OGM degli Stati Uniti (1.200 kmq), già promotore del Vaccino anti-COVID ad RNA infettante, uno dei principali Padroni di Davos. Non sappiamo il motivo del loro incontro, ma possiamo immaginarlo benissimo...
VOLANTINO AUTIGESTITO. Fare FOTOCOPIE se in accordo con il contenuto.
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raffaeleitlodeo · 7 months
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Sequestrate tre tonnellate di cannabis a Gioia Tauro. Che ora è Tristezza Tauro. Alessandro Lino, Facebook
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colonna-durruti · 1 year
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Cannibali e re
In questi giorni è in corso una criminalizzazione del movimento anarchico che ricorda alcuni dei periodi peggiori della storia di questo paese. Nella continua e spasmodica ricerca di un “nemico oggettivo” da dare in pasto all’opinione pubblica per distogliere l’attenzione dal peggioramento costante delle nostre condizioni di vita in termini materiali, di diritti e di servizi, è tornato il turno degli anarchici.
Chiaramente vengono descritti come criminali pericolosi e potenziali assassini, addirittura si ventilano rapporti con le organizzazioni mafiose partendo da una presunta solidarietà che alcuni boss avrebbero espresso ad Alfredo Cospito per il suo sciopero della fame. Giova ricordare che specie in un regime come quello del 41bis sono le autorità giudiziarie a decidere dove i detenuti devono stare, quali sono i detenuti nelle celle accanto alle loro, come, quando e con chi si è legittimati a passare l’unico breve momento della giornata fuori dalla cella.
Queste infamanti accuse, questi titoli di giornale che parlano di “patti tra gli anarchici e i mafiosi”, sono aberranti e offendono la memoria di tantissimi militanti anarchici che hanno lottato, come tanti comunisti e socialisti, contro le organizzazioni mafiose.
Ci vengono in mente subito i cinque anarchici della Baracca, morti mentre si recavano a Roma con prove del rapporto tra stato, estrema destra e ‘ndrangheta durante i moti di Reggio e la strage di Gioia Tauro, oppure Carlo Tresca, sindacalista anarchico ucciso negli Stati Uniti da Cosa Nostra americana.
Queste squallide campagne di stampa vanno di pari passo a tutta una serie di misure repressive che vanno a colpire militanti e realtà in tutto il territorio nazionale di diversa sensibilità politica e anche estranee alle vicende degli ultimi giorni.
Vogliamo esprimere solidarietà a tutte e tutti e in particolare a Gigi del Campetto di Giulianova, che stimiamo e a cui vogliamo bene e col quale abbiamo condiviso presentazioni e confronti.
Al tempo stesso vogliamo ricordare a tutti che se le organizzazioni criminali esistono e proliferano è perché da sempre hanno un rapporto dialettico, di scambio e d’interesse reciproco con le istituzioni di questo paese.
Le stesse che hanno lasciato uccidere i propri uomini e le proprie donne col duplice obiettivo di bloccare tutti coloro che si avvicinavano a dipanare la matassa dei rapporti tra vertici dello Stato e delle realtà criminali, e al tempo stesso creare dei martiri da usare come strumenti di propaganda.
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iphisesque · 11 months
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ascoltando una true crime tuber parlare di un caso criminale avvenuto a gioia tauro e porca troia oh pare che stia parlando del più sperduto villaggio del congo oh ma ripigliatiii stai parlando di reggio calabria negli anni novanta non dei servi della gleba nel millecento
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paoloxl · 2 years
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(via Ferentino 27 settembre 1970: la morte "strana" di Cinque anarchici del Sud - Osservatorio Repressione)
Nella notte tra il 26 e 27 settembre del 1970, proprio nel momento di passaggio all’ora legale, una Mini minor targata Reggio Calabria, finiva sotto un camion, sul tratto autostradale Napoli-Roma, a 58 km dalla capitale. Morivano Angelo Casile, Gianni Aricò, Franco Scordo, Luigi Lo Celso, giovanissimi anarchici calabresi, i primi tre reggini. Annalise Borth, tedesca, compagna di Gianni Aricò, veniva ricoverata al San Camillo a Roma, dove morirà venti giorni dopo.
Per molto tempo si parlò di un incidente e molti strani e inquietanti elementi che avrebbero dovuto portare a investigare, non furono presi in considerazione: la polizia politica (sic!) arrivò venti minuti dopo l’incidente, furono prelevati tutti i diari, block notes e documenti dei giovani anarchici e mai restituiti alle famiglie, il camion che provocò l’impatto mortale aveva i fari spenti perché non funzionanti. La procura di Roma chiuse immediatamente il caso e non se ne parlò più finché negli anni ’90 il giudice Salvini riaprì il capitolo delle stragi di Stato e, grazie alle confessioni di un pentito (tale Lauro), scoprì che a Gioia Tauro il 22 luglio del 1970 il deragliamento del Treno del Sole, dove morirono sei persone e ci furono ben 139 feriti, non era stato un incidente. Rientrava a pieno titolo nella strategia della tensione: vennero presi gli esecutori ma, come al solito, non i mandanti, come per tutte le altre stragi di quegli anni in cui i servizi segreti (è un ossimoro definirli “deviati”) hanno avuto la regia.
Questi giovani anarchici stavano portando a Roma un dossier che riguardava proprio il deragliamento del treno e, a quanto abbiamo appreso negli ultimi anni, anche alcune informazioni importanti che riguardavano Junio Valerio Borghese e il suo tentativo di golpe.
Nel mese di settembre del 1970 Angelo Casile aveva incontrato a Palermo Mauro de Mauro, pochi giorni prima che il direttore dell’Ora di Palermo fosse fatto fuori dalla mafia siciliana. Angelo riferì che gli aveva rivelato che stava indagando su un possibile colpo di Stato in Italia.
Nessuno gli credette o lo prese in considerazione, compreso il sottoscritto. Sembravano fantasie di compagni ossessionati da quello che era successo in Grecia con il golpe dei colonnelli. Così come Gianni Aricò che disse alla madre «abbiamo scoperto cose che faranno tremare l’Italia», e lo ripeté a chi scrive, sembrava ci fosse un po’ di megalomania, malgrado le continue minacce che subivano al telefono avrebbero dovuto allarmarci.
Oggi sappiamo che era tutto vero e che questi giovani anarchici del Sud sono vittime di una strage di Stato, come quella del treno fatto deragliare a Gioia Tauro, che il presidente Mattarella ha ricordato quest’anno nel cinquantesimo.
Questa storia è stata raccontata per la prima volta da Fabio Cuzzola nel 2001 (Cinque anarchici del Sud, città del sole ed.) e ristampata, con un ricco aggiornamento, oggi dalla Castelvecchi. È una storia che ha una rilevanza nazionale perché in quell’estate del 1970 scoppiava la rivolta di Reggio per il capoluogo, che veniva strumentalizzata dal Msi sul piano politico, ma che, come emerge dal libro di Cuzzola, vedeva costituirsi, per la prima volta, una nefasta alleanza tra ‘ndrangheta, destra eversiva, massoneria, servizi segreti, italiani e stranieri. Un’alleanza tragica per il nostro paese che ha prodotto stragi, lutti, e un arretramento del quadro politico proprio nel momento che più forti erano i movimenti per il superamento di questo modo di produzione capitalistico.
Un’alleanza che nasce sul terreno di una piccola città del profondo Sud e che dei giovani anarchici, da soli, avevano cercato di smascherare, mettendo a rischio la propria vita per un’ideale di libertà e giustizia. Andrebbero ricordati per questo nei libri di storia come ci ricordiamo di quelli che spesero la loro vita per liberarci dal nazifascismo.
Tonino Perna
da il manifesto
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calabria-mediterranea · 2 months
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"Calabria is not a colony (of Northern Italy)"
This photo was taken in the early 1980s when people were fighting against the construction of a coal power plant in Gioia Tauro.
It was one of the first environmentalist battles of a popular nature fought on Italian and European territory, absolutely one of the most significant pages of democratic participation in the South.
Photo by Carlo Paone
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francesca-fra-70 · 11 months
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Faro di Scilla (Reggio Calabria)
Ci troviamo a Scilla, una località che oltre ad essere meravigliosa, e un'ottima meta per le vacanze estive. Il faro sorge sul punto più alto della città, al di sopra di un promontorio a picco sul mare. La sua base poggia sull'antico castello normanno della cittadina. E’ costituito da una torretta bianca poggiata su base nera e la sua lampada, pensate, funziona dal 1913 e oggi è in mano alla Marina Militare! Ai piedi della lanterna sono visibli i resti di una torre bombardata durante il secondo conflitto mondiale, e se puntate il vostro sguardo verso l'orizzonte potrete godere di un panorama mozzafiato: le isole Eolie e il litorale che si allunga su Capo Vaticano e Gioia Tauro.
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ecoamerica · 24 days
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Watch the American Climate Leadership Awards 2024 now: https://youtu.be/bWiW4Rp8vF0?feature=shared
The American Climate Leadership Awards 2024 broadcast recording is now available on ecoAmerica's YouTube channel for viewers to be inspired by active climate leaders. Watch to find out which finalist received the $50,000 grand prize! Hosted by Vanessa Hauc and featuring Bill McKibben and Katharine Hayhoe!
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abr · 2 years
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Piccolo, e necessariamente non esaustivo, vademecum traduttorio sulle dichiarazioni dei parlamentari uscenti nei prossimi giorni.
«Ho deciso di fare un passo indietro» → Non c'era posto.
«Sto valutando se fare un passo indietro» → Molto probabilmente non c’è posto.
«Credo che – fatte salve alcune lodevoli eccezioni – sia ragionevole non esistano uomini per tutte le stagioni» → Danno la deroga a cani e porci ma a me nisba.
«A determinate condizioni potrei valutare la possibilità di rimettermi a disposizione» → Se all’ultimo momento salta fuori un collegio blindato, bene, altrimenti non cercatemi.
«Nell'attuale fase politica, pur apprezzando le proposte ricevute credo sia opportuna, da parte mia, una salutare pausa di riflessione» → Col cazzo che vado a fare il quinto in lista al plurinominale di Catanzaro e Gioia Tauro.
«Se ci fosse una visione di ampio respiro, un progetto che vada oltre la mera scadenza elettorale, sarei disposto ad offrire le mie competenze» → Va bene anche quinto in lista al plurinominale di Catanzaro e Gioia Tauro però dopo posto blindato alle Europee.
«Non è una questione di ambizioni o di interessi personali» → È una questione di ambizioni o di interessi personali.
«Sto valutando una serie di opzioni, tutte diversamente percorribili» → Non mi ha ancora cercato nessuno.
«Pur non essendo candidato darò una mano al Partito in campagna elettorale» → Ho già prenotato un mese di ferie.
via https://twitter.com/I_Repubblica/status/1557295437757005824
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Record giornaliero di container movimentati a Gioia Tauro
Il porto di Gioia Tauro continua la sua crescita di volumi registrando, ieri 25 aprile, il record di movimentazioni in un giorno. Gru e carrelli hanno movimentato 8.800 teus, raggiungendo così un altro record mensile con movimentazioni che, sempre fino a ieri, hanno raggiunto le 59.900 teus. Un risultato ottenuto nonostante gli Houthi che stanno bloccando con attacchi alle navi gli accessi al…
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donaruz · 2 years
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2 agosto 1980 ore 9,00
«Forza Carmelo! È ora di alzarsi, bisogna correre in stazione, c’è il treno che ci porterà da papà!»
«Uffa, va bene, mi alzo» Il piccolo Carmelo ancora frastornato per la giornata precedente dove aveva mangiato un buonissimo gelato e corso per le vie di Bologna come un giovane esploratore in una terra sconosciuta. Osservava tutto. Carmelo era alto, non dimostrava la sua giovane età e con quel bellissimo binocolo che gli aveva regalato suo zio e i pantaloncini corti era perfetto come ricognitore dell’ignoto. Aveva gli occhi azzurri, la mamma per scherzare diceva sempre che era figlio di qualche Dio dell’Olimpo greco; nessuno in famiglia aveva gli occhi azzurri. Da grande voleva studiare gli animali e girare il mondo alla scoperta di nuovi territori. Era un esploratore ancora prima di esserlo davvero.
Una semplice ma abbondante colazione e poi un bacio forte a Tobia, il cane. La strada è breve fino ai treni ma quella mattina i parenti devono portare la macchina dal meccanico, una vecchia fiat 127 ormai al termine. La decisione è presto fatta, si va in stazione a piedi, tanto il treno è alle 11, c’è tempo...
Carmelo è contento, ha visto una grande città del nord, piena di gente che corre, non ha capito il motivo ma si diverte a vederli indaffarati, al suo paese sono molto più tranquilli. Poi, finalmente, vede i treni. Che amore che ha per i treni! Ogni domenica il suo papà lo porta alla piccola stazione del paesello a vedere i treni che partono, ora anche lui potrà salire su quelle macchine meravigliose fatte di ferro e legno per ben la seconda volta nella sua vita.
10,20
«Mamma!, mamma mi piacerebbe tanto avere un amico cane, ma tanto tanto!»
«Va bene piccolo, vedremo, quanto torniamo a casa ne parliamo con papà e se lui è d’accordo andiamo al canile»
«Che bello!, che bello!, sono sicuro che il papà sarà d’accor……»
BUUUMMM!?!
«Mamma, mammaa, aiuto! Dove sei? Ho paura! è tutto buio, mamma aiuto è tutto buio..»
Suoni, strani suoni di ferro caldo. Un caldo feroce; gemiti che provengono dal treno di fronte ai binari, gemiti sempre più profondi e poi...urla disperate. Chi cerca la mamma, chi il fratello chi l’amico, la compagna, il figlio. Ma loro non sono più in stazione, sono stati sbalzati a 100 metri di distanza per l’onda d’urto. Come delle foglie strappate ai rami di un albero autunnale.
Poi il fumo si dirada e s’intravede il disastro.
«Mammaa!, dove sei? Dove sei?» Carmelo sembra un minatore appena uscito dalla galleria; la galleria più profonda del suo piccolo paese.
«Vieni piccolino, vieni in braccio, ti aiuto io!» Un ragazzo di 20 anni, una divisa da vigile del fuoco. Il ragazzo è nero come Carmelo, zoppica, ma continua a togliere pezzi di cemento dal piccolo corpo del bimbo. Solleva calcinacci pesanti e taglienti, rossi dal caldo; le sue mani ustionate, ma continua a spostarli. Alcuni giorni dopo venne ricoverato in ospedale per le ustioni. Perse tre dita di una mano.
«Chi sei? Dov’è la mia mamma?» Carmelo è sepolto da una montagna nata dalla violenza.
«Sono un amico della mamma… stai tranquillo»
«Ma cos’è successo?» La sua voce non è più quella di un giovane esploratore, ora è rauca, piena di polvere e distruzione.
«Niente, non è successo niente. Piccolo…non è successo niente»
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In Italia non succede mai niente.
La Rosa dei venti, Il golpe borghese, piazza Fontana, Gioia Tauro, Reggio Emilia, Brescia, l’Italicus, Genova, Il rapido 904, Bologna, Ustica, Firenze, Milano; non sono niente. Non è successo niente. Non è STATO nessuno. In fondo qualche pezzente, qualche moglie di pezzente, qualche figlio di pezzente cosa volete che sia, incidenti di percorso; incidenti per una democrazia migliore, più libera, più ricca. In Italia non è mai STATO nessuno, una cena tra poteri, un brindisi e poi le direttive agli organi di informazione:
“Dovete dire questo, dovete dire quello, dovete dire che non è successo niente; arriva l’estate mandiamoli in vacanza tranquilli, poi, quando tornano, avranno dimenticato tutto”
Ma non avete preso in considerazione una cosa: voi! infami manovratori dietro le quinte, migliaia di occhi hanno visto, sentito, sanguinano ancora. Loro lo sanno chi è STATO. Potete manipolare tutto, cancellare tutto ma dietro il vostro secchio di vernice bianca democratica ci sono pareti rosse di sangue pulito.
Quelle non potrete mai più cancellarle.
-A Carmelo e a tutti i morti e feriti di quella mattina spensierata di un agosto solare-
(Breve parte dal racconto "Piccolo esploratore" contenuto nel libro "Stelle cannibali" ED. Il Foglio 2022)
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pollicinor · 2 days
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Il restyling del Mercato comunale coperto di piazzale Lagosta, all'Isola, risale ad appena due anni fa. Con tanto di annuncio del sindaco Sala, partì il progetto di rilancio che ricalca il modello dei mercati spagnoli, stile Barcellona, La Boqueria, dove si fa la spesa «sotto casa» ed è anche possibile mangiare e trovare eventi vari, in un clima accogliente e quasi familiare. Ebbene, due anni e un giro di appalti e subconcessioni dopo, l'odore dei soldi sporchi della 'ndrangheta ha portato inquirenti e investigatori proprio lì, tra le botteghe dell'Isola: il Gico del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano ha sequestrato, con la Polizia locale, quattro società che gestiscono alcuni locali del Mercato di piazzale Lagosta. Stando all'inchiesta, sono riconducibili alla potentissima cosca dei Piromalli di Gioia Tauro (Reggio Calabria).
Dall'articolo "Le mani della 'ndrangheta sui locali della movida: il clan con base a Milano e il boss con la dote di «Vangelo»: 14 arresti" su Corriere.it
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