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#il gatto dei vicini
portovenere41 · 2 years
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Amica alla finestra
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venetianeli · 2 months
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21 marzo, Giornata mondiale della Poesia
Pensaci bene
prima di prendere un gatto.
Ti farà credere che sia stato tu
ad averlo trovato
in mezzo alla strada
in un cassonetto
dentro un gattile.
Ti farà credere che sia stato tu
ad averlo salvato
che incontrarvi sia stata fortuna
pura casualità
quando invece era lì ad aspettarti
quando invece era il vostro appuntamento
fin da sempre.
Pensaci bene prima di prendere un gatto.
In quegli occhi si entra una volta sola
per poi non uscire mai più.
Sappi che di quell’amore
puro
infinito
e randagio
non potrai mai più liberarti.
I gatti amano per volontà
non per bisogno, non per istinto
i gatti amano per essere liberi.
Pensaci bene prima di prendere un gatto
che prendere poi, è un termine inadeguato, sciatto.
Sbagliato.
Un gatto non si prende né si adotta
un gatto si custodisce.
E ricordati che dovrai accettare il suo caos
la sua elegante arroganza
i suoi attimi di smisurata dolcezza
prenderti cura della sua solitudine
dei suoi momenti di incantevole assenza.
Pensati come a un primo appuntamento
che ogni istante si ripete.
Circondalo di attenzioni, sempre
come un amante corteggia la sua dama
con dolci parole
e infinite carezze.
Sappi che ogni istante lui sa dove ti trovi
come ti senti
e di cosa hai bisogno per essere felice.
Pensaci bene prima di prendere un gatto
perché nessuno più di lui
sa di cosa è fatto l’amore.
Parlo del rispetto dei propri spazi
e dei propri umori.
Parlo del bisogno di nascondersi
a volte
da tutto e da tutti.
Parlo di saper riconoscere
quando è inutile insistere
perché avvicinandosi a volte ci si perde
e di quando insistere, invece
è l’unico modo per tornare a stare vicini.
Parlo dell’arte
di sapersi osservare da lontano
dove ogni cosa acquista la sua forma.
Parlo di saper riconoscere la meraviglia
di volersi entrambi
in quei momenti di rara bellezza
che rimangono impressi per sempre.
Parlo di quando all’improvviso
dal nulla più assoluto
si accende la follia
e si inizia a correre come pazzi
a giocare come ragazzini
buffi e ridicoli
come rendersi conto
che la felicità va abbracciata
graffiata, protetta.
Perché può durare un attimo.
Ma soprattutto
pensaci bene prima di prendere un gatto
perché arriverà il giorno in cui dovrai dirgli addio.
E saprà stupirti di nuovo
come ha fatto per tutta la sua vita.
Mentre non riesce più a reggersi in piedi.
Mentre è sdraiato da giorni lì
nello stesso punto di casa
dove ha scelto di morire.
Mentre non vuole nessuno vicino, tranne te.
E con le ultime forze ancora ti urla il suo amore.
Le fusa che gli escono strane e spente, stonate.
Ma che tu ricorderai
come il canto più dolce
che ti sia stato concesso ascoltare.
Non cercare di dimenticarlo quel dolore, di vincerlo.
Non si può.
Una parte di te si è spenta con lui.
Una parte di te, si è perduta, per sempre.
Pensaci bene prima di prendere un gatto,
Andrew Faber
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libero-de-mente · 8 months
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Rose e Jack
- Papà...
- Dimmi Gabri
- Questo fine settimana Rebecca starà da noi tre giorni, arriverà venerdì
- Uh, qual è il motivo? Ultimi giorni di ferie prima della scuola e volete passare più tempo insieme?
- Non proprio, domenica sarà un anno che siamo insieme
- Oh, che bello e cos'hai in mente?
- Le farò una sorpresa
Gabriele, figlio 2 quello che spesso sembra il più freddo dei due. Quando vuole mi sa sempre stupire con attenzioni inaspettate.
Per tutta l'estate si è trovato un lavoro part-time per racimolare quattro soldi ed essere indipendente.
Cerca sempre di non farle mancare nulla con molte attenzioni.
In alcuni momenti mi sembra Jack, il personaggio del film Titanic di James Cameron.
Quando lei gioca alla Nintendo collegata alla TV in sala e lui abbracciandola da dietro l'aiuta con il controller nel gioco.
Sembrano Rose e Jack sulla prua del Titanic.
Un destino crudele quello di Rose e Jack del Titanic, nel mare hanno trovato un destino avverso.
Già il mare. Gabriele ha deciso di portarla a Genova città di mare, a visitare l'acquario di quella città uno dei più belli che abbia visto. Pieno di creature del mare.
Quando Rebecca viene ospitata a casa lei e Gabriele dormono in salotto. Un letto gonfiabile moto alto e comodo viene affiancato al divano, hanno la stessa altezza e così uno su divano e l'altra sul materasso a una piazza e mezza dormono vicini.
Sabato sono partiti presto e vuoi la fretta di non perdere il treno, il controllare gli zainetti e prepararsi i panini hanno fatto si che il materasso fosse lasciato gonfio e incustodito.
Così mentre io passavo la mattinata in giardino scoprendo che qualche ora dedicata alla pulizia del verde corrisponde a una donazione all'AVIS (zanzare di merd*), e che le cimici che da ottobre utilizzano il bucato steso come cavallo di Troia per entrare in casa, durante l'estate vivono una vida loca tra le fronde degli alberi. Nutrendosi e copulando come se non ci fosse un domani.
Ecco mentre io osservavo tutto ciò, il gatto Alvin decideva che quel materasso era molto figo e spassoso. Così un suo artiglio è riuscito a forare il materasso.
Un forellino. Quando me ne sono accorto ho rimediato subito con una colla per PVC e toppe speciali per riparare i materassini. Le istruzioni davano 24 ore di tempo per la massima resa.
Io 24 ore non le avevo così la sera quando i due naufraghi dell'Acquario di Genova, erano stanchissimi, dopo una breve cena ho gonfiato il materasso e il buco riparato teneva alla grande.
Peccato che dall'altra sponda del materasso Alvin aveva lasciato un altro ricordino, un forellino non visto, più piccolo ma inesorabile nel far sgonfiare il materasso.
Guardo Gabriele lui guarda me, io guardo Rebecca e Rebecca guarda me, guardo Alvin e Alvin fa finta di nulla fischiettando in gattese.
- Beh ragazzi, questa sera dormirete separati. Tu Gabri torni nel tuo letto vicino a tuo fratello e lei dormirà sul divano che ci sta comoda.
- Ma no pa' si sgonfia piano, magari mi regge per una notte. Ci sto sopra io tranquillo.
Sembrano Rose e Jack, lei sulla tavola in legno sicura e lui nel mare insicuro. Si addormentano subito, tenendosi per mano come i protagonisti del Titanic.
Il Titanic affondò nella notte alle 2:20 circa. Io verso le 3:00 colto da un senso di protezione mi alzo e vado in sala.
La scena è da Titanic, il materasso oramai è quasi del tutto sgonfio, Gabriele per cinque centimetri non è ancora sul tappeto della sala. Dorme e tiene la mano di lei. Della sua Rose.
Mi avvicino e lo sveglio. Gli faccio capire che deve abbandonare la scialuppa. Cioè il materasso sgonfio, che non può dormire sul tappeto. Così mezzo rintronato si lascia convincere e va nel suo letto.
Non è finita come nel Tianic, appena sveglio Gabri-Jack corre da Rebecca-Rose e la raggiunge sul divano. Abbracciandosi e stendendosi insieme.
In quel momento realizzo che se Rose avesse fatto posto a Jack nel film Titanic, Jack si sarebbe salvato. Cacchio se ci stavano sicuri in due sulla tavola in legno. Cameron dovrebbe rifare quella scena cribbio.
L'amore è un mare, a volte calmo a volte in tempesta. Auguro loro di non affondare mai, di non annegare nelle lacrime. Comunque andrà manterrò sempre il ricordo del mio Jack che teneva la mano a Rebecca, mentre affondava con un materasso forato dall'iceberg Alvin.
Quando vorrò ricordare al mio cuore cos'è l'amore mi ricorderò di quella notte. E ricorderò.
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tinxanax · 5 months
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Qualche mese fa ho preso un gatto. Arturo. Aveva un mese quando l'ho preso. Ha un vissuto triste. È stato abbandonato più volte poverino.
Vivo in una zona tranquilla, ci sono un po' di campagne intorno a casa mia, poco passaggio di macchine. Mi sento sicura a lasciare che i miei gatti vadano in giro per il quartiere. Ma il problema è dei vicini, non mio: credo che Arturo sia cleptomane.
Nelle prime settimane, mi portava a casa calzini di bambini. Perché Arturo ha sempre avuto una fissa per i calzini, prende anche i miei dallo stendino. Dopo 4/5 volte non l'ha più fatto. Poi ha iniziato con delle mutande. Sempre di bambini deduco data la taglia e le stampe dei supereroi.
Oggi, poco fa, vado in bagno. Mia madre inizia ad urlare "No Arturo no" corro a vedere. Torno e trovo mia madre che ride. La guardi perplessa. Allunga il dito e dice "pensavo fosse un topo". Seguo io suo dito. Indica una pantofola grigia col pelo, vicino alla TV lasciata lì dal gatto. Io perplessa. 5 minuti dopo, Arturo, arriva con l'altra pantofola in bocca. E nulla, ora ho due pantofole di bambin* in soggiorno.
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ninfettin · 7 months
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Com’è successa sta cosa che hai una gazza domestica? Ahah è carinissima
era caduta dal nido quando era ancora molto piccola (probabilmente l'ultima della nidiata) e si era fatta male perché non riusciva a camminare. si è ripresa, è cresciuta, poi l'abbiamo tenuta un mese circa in una voliera in giardino. quando l'abbiamo liberata è scomparsa per un giorno intero (pensavamo fosse volata via) e invece il giorno dopo mi è volata incontro e si è messa a giocare e a cercare attenzioni. quindi ora c'è questa gazza di nome teppa che passa le giornate in giro, viene a trovarci molto spesso e la sera torna a dormire nella sua voliera. non si fida degli altri umani, solo dei nostri vicini, ma non si fa toccare da loro
insomma in pratica è un gatto 🐱
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mewscarrafone · 10 months
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TOKYO MEW MEW REWATCH - EP 29
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-Si avvisano i gentili clienti che il servizio è sospeso per un guasto tecnico.
Le differenze culturali tra Italia e Giappone, quando mai ti direbbero che un treno è sospeso prima di un'ora e mezza di ritardo qui?
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Tutta 'sta confusione perché Ichigo è riuscita a parlare coi gatti ... tecnicamente la prima a comunicare con animali affini è stata Zakuro, che ovviamente si è fatta gli affari suoi e non ha detto a nessuno del suo nuovo potere.
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Giulietta e Romeo dei gatti. Una cosa molto romantica ... a meno che tu non sappia qualcosa di come funziona l'accoppiamento dei gatti.
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Appare un Masaya selvaggio per spiegare come funzionino le esibizioni feline e porconare contro gli umani demmerda che forzano la selezione naturale. Non in queste parole, purtroppo. Comunque bello come se ne stia lì ad ascoltare la sua ragazza e la sua amica che discutono di come infiltrare un gatto randagio a una mostra di gatti pregiati senza reagire.
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Okay, questa scena è stata effettivamente molto dolce e triste. A una certa, gli animali sono gli unici che sanno stare vicini nei momenti difficili senza giudicare, la signora ha fatto bene ad affidare il marito alla gatta.
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Mi sa che dopo una certa gli sceneggiatori si sono dimenticati che Ichigo è l'unica a poter parlare coi gatti per via dei suoi geni, perché ecco Retasu che lo fa tranquillamente. O magari si sono confusi la neofocena con un pescegatto? *ba-dum-tsss*
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In questo episodio non si vede manco l'alieno di turno, e ci sono zero spiegazioni per il motivo dell'attacco. No Mew Aqua, no interazioni con le Mew Mew ...
Il marchio ci permette di identificarlo come uno di quelli di Kisshu. Avrà perso un parassita? Si sarà immedesimato nel gatto maschio piantato in asso?
Comunque un chimero in 'sta puntata è talmente inutile che lo sconfiggono in meno di un minuto.
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E almeno c'è un dolce finale romantico!
(Uncini)
(La scienza ti rovina l'infanzia)
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Vi racconto questa scemenza:
Sto rincasando quando vedo un ombra scura muoversi velocissima dal muretto dei vicini alla zona garage di casa: un gatto nero!
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Io sto lì per girare l'angolo verso appunto la zona dei garage dicendo: «Micio micio mic dove sei bel gattino?» E una volta svoltato invece di trovarmi un gatto di fronte c'è un cagnolino bianco con qualche macchia nera. Io mi guardo intorno perplessa e poi ti dico: «Ca-ca-cane?!? Mammaaa il gatto è diventato un caneee»
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montag28 · 1 year
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Le vent nous portera
Il ramo più basso del tiglio, foglie larghe e ruvide e setose, come lamine morbide e asciutte, sottilissime lingue di gatto. Mi accingo a passarci attraverso, senza aiutarmi col braccio, ci infilo il viso dentro; il mio naso fende il verde e scosta la cortina vegetale, aprendo la strada verso l’interno. Tiglio non può fare male, le mani stanno a guardare, gli occhi abbassano le serrande, accarezzo con le ciglia le nervature, o forse viceversa, è l’albero che accarezza me, con le sue foglie sulle mie palpebre chiuse. Una tendina giapponese leggera fissata alla sua stecca naturale, un ramo alto come un ragazzino di dieci, undici anni. Mi chino un poco e finalmente mi addentro in quel nascondiglio di clorofilla ed essenze, a respirarne il verde, ad ascoltarne gli aromi, a osservarne le innervate carezze. Le foglie sono ora scialle sulle mie spalle, i rami sono tetto, l’albero capanna.
Il cielo si appanna e s’accartoccia su sé stesso, cenci di grigio si stratificano e s’ammucchiano, cirri sopra cumuli, il vento fa tremare il mio e tutti gli altri tigli del viale. L’aria si carica di nuovo di promesse di tempesta e sensazione di pioggia imminente; non pioverà. I papaveri, da qualche parte, lontani e vicini, il loro coro rosso che canta: noi siamo qua, non abbiamo paura, il vento non ci sposterà. Il vento, ci porterà.
Il mio sonno m’attraversa il corpo come la linfa un tronco d’albero. Levarsi in piedi e iniziare a vivere quando è ancora notte comporta un giorno intriso di cosciente attività onirica e sghembe fantasie che attorcigliano la veglia col sogno, come maglie di giunco e vimini intrecciate in un unico cestino, un comune destino. Ma il profumo della siepe di gelsomino nella via alle quattro e quarantacinque del mattino è reale, esiste; persiste. Come il ricordo della sera prima, il ragno controluce in prossimità del semaforo pedonale, alla mia sinistra. Attendo di attraversare: il ragno scende dal cielo, perpendicolare, il suo filo perfetto e invisibile teso dalla forza di gravità. Muove le zampe e danza nell’aria, scendendo dall’alto, fluido e verticale: spremo la vista, come ad assicurarmi che i miei occhi non siano farlocchi, ovvero che non ci sia davvero una parete trasparente su cui il ragno sta in realtà camminando. Allungo una mano, la parete svanisce.
Io pure, cammino: e più non distinguo l’oggi dallo ieri, l’alba dalla sera, i nomi delle nuvole. Confondo i sensi, senza confondermi col senso. Conosco la direzione. Riconosco i miei passi, distinguo il loro suono dalle altre tracce: attrito di pneumatici sull’asfalto, camere di scoppio di motori in temperatura; e in alto, più alto, il fruscio argentino delle foglie dei pioppi e dei tigli, mosse ora dal vento di bufera di oggi, ora dalla brezza calma della sera di qualche ieri, di qualche domani. Che il tempo sia clemente o che s’inasprisca, il loro suono rimane dolce, riconciliante. Come la voce, la voce che non ho perso. Mi basta chiudere gli occhi, nella strada, per ritrovarla ancora, ancora. E poi, risentirla, ancora - come il coro dei papaveri, che il vento porterà.
*
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catsloverword · 10 months
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Pensaci bene prima di prendere un gatto.
Ti farà credere che sia stato tu ad averlo trovato in mezzo alla strada in un cassonetto dentro un gattile.
Ti farà credere che sia stato tu ad averlo salvato che incontrarvi sia stata fortuna pura casualità quando invece era lì ad aspettarti quando invece era il vostro appuntamento fin da sempre.
Pensaci bene prima di prendere un gatto.
In quegli occhi si entra una volta per poi non uscire mai più. Sappi che di quell’amore puro infinito e randagio non potrai mai più liberarti.
I gatti amano per volontà non per bisogno, non per istinto i gatti amano per essere liberi.
Pensaci bene prima di prendere un gatto che prendere poi, è un termine inadeguato, sciatto. Sbagliato. Un gatto non si prende né si adotta un gatto si custodisce.
E ricordarti che dovrai accettare il suo caos la sua elegante arroganza i suoi attimi di smisurata dolcezza prenderti cura della sua solitudine dei suoi momenti di incantevole assenza.
Pensati come a un primo appuntamento che ogni istante si ripete. Circondalo di attenzioni, sempre come un amante corteggia la sua dama con dolci parole e infinite carezze.
Sappi che ogni istante lui sa dove ti trovi come ti sentie di cosa hai bisogno per essere felice.
Pensaci bene prima di prendere un gatto perché nessuno più di lui sa di cosa è fatto l’amore. Parlo del rispetto dei propri spazi e dei propri umori.
Parlo del bisogno di nascondersi a volte da tutto e da tutti.
Parlo di saper riconoscere quando è inutile insistere perché avvicinandosi a volte ci si perde e di quando insistere, invece è l’unico modo per tornare a stare vicini.
Parlo dell’arte di sapersi osservare da lontano dove ogni cosa acquista la sua forma.
Parlo di saper riconoscere la meraviglia di volersi entrambi in quei momenti di rara bellezza che rimangono impressi per sempre.
Parlo di quando all’improvviso dal nulla più assoluto si accende la follia e si inizia a correre come pazzi a giocare come ragazzini buffi e ridicoli come rendersi conto che la felicità va abbracciata, graffiata, protetta. Perché può durare un attimo.
Ma soprattutto pensaci bene prima di prendere un gatto perché arriverà il giorno in cui dovrai dirgli addio. E saprà stupirti di nuovo come ha fatto per tutta la sua vita.Mentre non riesce più a reggersi in piedi. Mentre è sdraiato da giorni lì nello stesso punto di casadove ha scelto di morire.
Mentre non vuole nessuno vicino, tranne te. E con le ultime forze ancora ti urla il suo amore. Le fusa che gli escono strane e spente, stonate. Ma che tu ricorderai come il canto più dolce che ti sia stato concesso ascoltare. Non cercare di dimenticarlo quel dolore, di vincerlo. Non si può. Una parte di te si è spenta con lui. Una parte di te, si è perduta, per sempre❤️
Andrew Faber
...ecco...
un amore così
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gcorvetti · 8 months
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Buongiorno...
buon pomeriggio, buona sera? Non so neanche che ore sono, le 12:05. Stanotte alle 5 e più o meno 20, la gatta con i pantaloni ha iniziato a chiamare come se avesse visto un fantasma, con un'insistenza che sembrava dovesse esplodere con tutti i suoi bisogni, la mia compagna non sente neanche lei stessa che russa figuriamoci la gatta, allora mi sono dovuto alzare, apro la porta e corre fuori come una matta, contemporaneamente entra il gatto-tigre che inizia a strusciarsi perché è affamato, gli do una scatoletta ma non gli piace, gli metto le palline quelle che fanno venire la fame, si mangia le palline e lascia il resto, allora uso l'arma segreta i croccantini, funzionano sempre, che cazzo però nel frattempo mi era passato il sonno, faccio il caffè. Mi siedo al pc e guardo gli appunti, controllare la musica del tipo americano della performance di lunedì, ok, Kole Galbraith, si chiama così, allora cerco veloce e trovo che è di Washington, lo stato non la città, vicino Seattle, ah, trovo il suo bandcamp e inizio ad ascoltare, fa musica drone, un tipo di musica concettuale che usa pochi suoni o spesso un suono solo prolungato per un tot di minuti. Ascolto qualcosa e mi viene la curiosità di vedere se c'è qualcuno che fa qualcosa e la spiega, trovo un musicista che spiega che strumenti usa, le sue tecniche e un pò di storia del genere e come mai è nato. Interessante nel frattempo mi è venuto sonno, ottimo, 7,30. Mi metto a letto e mi raggiunge la tigre che vuole le coccole, poi ad un certo punto quando sto per prendere sonno, il maledetto infame cane dei vicini inizia ad abbaiare, ma che cazzo di giorno è oggi, 31 che se lo guardi al contrario...ho detto tutto, mi tocca anche andare a lavoro, anche se ieri sono uscito prima per mancanza di clienti e quindi di lavoro, spero oggi sia lo stesso, domani e dopo domani purtroppo no, perché dovete sapere che il primo settembre qua iniziano le scuole, tutte, dall'asilo all'università, ma proprio il primo è una sorta di festa che vede studenti e genitori prima passare un paio di ore nell'edificio scolastico, la solita cerimonia esagerata, per poi popolare tutti i possibili locali per mangiare una cosa, una sorta di arrembaggio dove chi lavora in prima linea, i camerieri, sono bombardati di richieste di ogni tipo per ore, ho dei ricordi assurdi, ma meglio non pensarci. Dopo aver dormito forse un'ora svegliato dalla mia lei che fa casino per prepararsi per andare a lavoro, c'ho scritto anche una canzone su sta cosa, guardo il gatto e mi alzo. Ora sono qua che scrivo alle 12:13 e il cane maledetto dei vicini ha ripreso ad abbaiare, che dire...
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arkfluomelly · 9 months
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Il riassunto è una dichiarazione oggettiva che ha lo scopo di abbreviare un testo, usando le parole trovate o scrivendo con parole nostre. Il riassunto non comporta aggiunte ne' giudizi.
IL BAMBINO CHE E' SOPRAVVISSUTO
Capitolo 1, libro 1 (la pietra filosofale).
< Il signor Dursley era direttore di una ditta di nome Grunnings, che fabbricava trapani. Era un uomo corpulento, nerboruto, quasi senza collo e con un grosso paio di baffi. La signora Dursley era magra, bionda e con un collo quasi due volte piu' lungo del normale, il che le tornava assai utile, dato che passava gran parte del suo tempo ad allungarlo oltre la siepe del giardino per spiare i vicini I Dursley avevano un figlioletto di nome Dudley e secondo loro non esisteva al mondo un bambino piu' bello.
Possedevano tutto quel che si poteva desiderare, ma avevano anche un segreto (...) La signora Potter era la sorella della signora Dursley, ma non si vedevano da anni. Anzi, la signora Dursley faceva addirittura finta di non avere sorelle (...). Sapevano che i Potter avevano anche loro un figlio piccolo, ma non lo avevano mai visto. > (cit.)
Vernon era contrariato.
Il giorno in cui Harry Potter venne portato a casa dei Dursley, gufi e civette avevano girovagato per tutto il tempo, mentre persone di tutte le eta' camminavano per la strada indossando mantelli. E lo chiamavano "babbano", dicendo di festeggiare la scomparsa di Tu Sai Chi. E c'era un gatto con dei segni intorno agli occhi che si era fermato davanti alla casa e non voleva andarsene.
Peggio ancora, giravano delle voci intorno ai Potter che a Vernon non piacquero. Non voleva rivederli e loro lo sapevano. Tento' di parlarne a Petunia ma lei non voleva nemmeno sentir pronunciare quel nome e lo scoraggio' subito.
Quando i due andarono a letto, il gatto si trasformo' nella professoressa McGranitt, una anziana strega, mentre Silente, un mago con la barba bianca, era poco distante. I maghi si riunirono per discutere sulla morte di Lily e James Potter, uccisi da Voldemort. E si domandarono in che modo Harry Potter fosse sopravvissuto all'attacco.
Non solo, ma sembrava che lo stesso Voldemort fosse rimasto indebolito dalla presenza del bambino e che da allora fosse scomparso.
Hagrid, un mezzogigante, arrivo' con una moto volante portando il piccolo. La mc Granitt era contraria a lasciarlo dagli zii, ritentendoli pessimi genitori e pessime persone. Tuttavia, Silente era del parere che per Harry fosse meglio stare lontano dai maghi, per il momento.
I due depositarono il bambino avvolto dalle coperte sulla soglia dei Dursley, lasciando una lettera che spiegava i fatti - e se ne andarono.
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armandoandrea2 · 10 months
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Il mio primo amore e io ci siedevamo su una pietra grezza
che era in uno spazio vuoto tra le nostre case. Parlavamo di cose sciocche, cioè, che pensavamo fossero sciocche come ogni scambio di confidenze tra bambini di cinque anni. Bambini...
Sembrava che tra l'uno e l'altro non ci fosse ancora la separazione dei sessi tranne l'immenso blu dei suoi occhi, occhi che non ho trovato in nessun altro, nemmeno nel cane e nel gatto di casa, che avevano la stessa fedeltà senza compromessi,
e la stessa animale - o celeste - innocenza, perché l'azzurro dei suoi occhi rendeva il cielo più azzurro:
No, non importa quali sciocchezze dicevamo, non vedevamo l'ora di essere vicini, così vicini che non c'erano solo due creature incantate
li, ma un solo amore seduto su una pietra grezza, mentre i grandi passavano, ci prendevano in giro, ridevano, ma non sapevano che avrebbero passato tutta la vita a cercare qualcosa del genere.
Libera traduzione dal testo portoghese di Mário de Miranda Quintana
Foto tratta dal film Giochi proibiti (Jeux interdits) di René Clément, 1952
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a-tarassia · 1 year
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A casa ho un piccolo essere a quatto zampe peloso e grigio che per lo più distrugge cose, nel tempo libero, tra una cosa distrutta e l’altra, dorme anche.
È una femmina con un forte desiderio di acchiappare e uccidere tutto ciò che oscilla, il desiderio diventa quasi incontenibile se la detta cosa è il latte, se odora di menta o se è fuori dalla finestra.
Noi l’intenzione di lasciarla uscire ce l’abbiamo dobbiamo solo aspettare perché è piccola, vaccinata, ma non sterilizzata e io figli non ne voglio, figuriamoci prendermi cura di figli di altri. Quindi nel mentre perché la odio, ma un po’ la amo anche, le abbiamo comprato un guinzaglio e la portiamo fuori noi.
Oh se portare fuori un gatto a passeggiare non è un’esperienza amici miei, se non lo è. Innanzitutto non è un cane, i gatti camminano su ogni superficie ad ogni altezza e grado di inclinazione e camminano in silenzio perché loro predano. Camminano di soppiatto e si infilano, stanno fermi ad ascoltare, pazienti, immobili come delle statue e poi scattano all’improvviso, loro vedono e sentono tutto e sono ricettivi ad ogni cosa che sia un suono, un odore o una cosa che si muove.
Io esco col gatto e cammino in punta di piedi per non rovinarle l’esplorazione, cerco di tenerle il guinzaglio sempre morbido e quindi camminiamo sui muretti in equilibrio, ci fermiamo per minuti interi ad osservare le foglie che si muovono, ieri abbiamo scoperto che la salvia è malata.
L’altro giorno abbiamo sgamato un nido di piccioni. Abbiamo camminato in mezzo ai cespugli e abbiamo trovato una piccola pallina mai vista prima. Quando non conosciamo bene il posto camminiamo piano rasente i muri e poi se vediamo una cosa che si muove ci fermiamo, fissi, rigidi e con religioso silenzio ci avviciniamo per sorprenderla all’improvviso. Seguiamo ogni moscerino, mangiamo fili d’erba, ci arrampichiamo sui muri dei vicini e facciamo amicizia coi gatti del quartiere allungando piano le zampette al di là della rete. Lei fuori sta zitta, in casa con noi comunica spesso, a modo suo, miagola per manifestare cose, bisogni o semplicemente felicità, fuori invece non ha bisogno di parlare, lei sta muta ad osservare e curiosare, non deve, non può fare rumore. E io ho scoperto che posso non fare rumore insieme a lei se voglio.
Giochiamo con ogni pozza d’acqua che troviamo e ci infiliamo le zampette per schizzare lontano, è divertentissimo. I rumori forti un po’ ci spaventano, anche il cane dei vicini non ci piace molto, ma piano piano prenderemo confidenza e diventeremo le regine del quartiere.
Il momento in cui sarà pronta ad uscire da sola un po’ mi spiacerà, è giusto che esca senza guinzaglio, è un gatto e deve portarmi a casa carogne di altri animali, vedere però il mondo dal suo punto di vista è così poetico e stranamente semplice che certe volte penso vorrei prendere il suo posto ed esplorare tutto coi suoi occhietti piccoli e immacolati.
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portovenere41 · 1 year
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hermioneblk · 2 years
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Only Murders in the Building - S01 | E01 - 02 - 03 - riassunti e commento
1. True crime
Oliver è un fallito regista, Charles è un attore in pensione e
Mabel è una restauratrice di appartamenti. Sono tre inquilini dello stesso palazzo definito l'Arconia. I tre si ritrovano inaspettatamente in un bar quando l’edificio viene evacuato dopo la scoperta di un cadavere. I tre si trovano in sintonia per la loro passione per i podcast di storia del crimine e decidono di indagare loro su quel caso che viene subito dato per suicidio ma che secondo loro nasconde qualcosa. Decidono di mettere su un podcast mentre indagano sulla morte di Tim Koto. Mabel no li informa che lo conosceva..
2. Chi è Tim Kono?
Mabel non dice agli altri che conosceva la vittima, si erano conosciuti quando avevano 10 anni ed erano diventati inseparabili.
Mabel non ha mai vissuto in quel palazzo ma ci viveva una sua zia ed è lì che sta al momento, nell’appartamento dal della zia da restaurare. Aveva conosciuto anche il figlio del custode, Oscar, e un’altra ricca ragazza di quel palazzo, Zoe. Erano soliti entrare nelle case degli altri fingere indagini e rubarsi anche delle cose, definendosi gli Hardy Boys. La loro amicizia finì quando Zoe venne uccisa.
Si scopre alla riunione del condominio che nella stessa notte in cui è morto Koto è venuta a mancare anche la gatta mentre della vittima non importava niente a nessuno.
I tre entrano nell’appartamento della vittima e scoprono che la gatta era stata lì dopo che Koto era morto.
Mabel torna da sola nell’appartamento della vittima e scopre che teneva nascosti dei gioielli in molti libri cavi.
3. Quanto conosci bene i tuoi vicini?
Charles e Oliver vanno ad indagare nell’appartamento del proprietario della gatta che odiava la vittima dato che non sopportava la gatta. Scoprono che ha messo la gatta in frigo Per farla analizzare e provare che lo aveva avvelenata.
Il tipo però sembra avere una strana reazione di svenimento alla vista del sangue che esce dal naso di Charles ma secondo Charles stava fingendo.
Oliver incontra Sting nell’ascensore e dice che non ama i cani.
Oliver si rivolge ad un vecchio amico per farsi produrre il podcast che i tre continuano a gestire sull’omicidio. Pubblicano la prima puntata
Quando Oliver torna a casa scopre che il suo cane è stato aggredito e sospetta che sia stato Sting, aveva espresso il suo disappunto per i cani.
Mabel nella stanza di Tim aveva trovato anche un biglietto di un appuntamento…
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Pro
1. I tre personaggi principali
2. L’idea che si svolga tutto in un palazzo
3. Il ritmo non frenetico
4. Come si punzecchiano Oliver e Charles
5. La simpatia di molte battute
6. Il background della storia di Mabel, interessante
7. Episodi che non raggiungono neanche i 40 minuti
8. Nonostante tutto l’originalità
Contro
1. L’omicidio della gatta
2. L’omicidio del cane
Commento:
I contro per me sono molto gravi, detesto i film in cui gli animali domestici fanno una brutta fine, sembrano dei mezzi per stabilire qualcosa che non può essere che non vuole essere definita in altro modo… Nonostante tutto i pro sono parecchi e rendono lo show interessante tanto che sono andata avanti.
Se la serie non fosse stata così originale ben costruita e recitata avrei di sicuro smesso, un cane e un gatto morti sono troppo per me. Però andrò avanti, il ritmo è davvero rilassante non come tutte quelle serie forsennate di dialoghi velocissimi e quasi incomprensibili, finalmente un caso che si svolge per tutta la lunghezza della serie e che può essere assaporato e anche capito. Interessante anche la location questo palazzo crea un’atmosfera in vecchio stile di caso giallo, quasi come assassinio sull’orient express, con i personaggi tutti raggruppati in un’unica realtà. Tutto ciò fa sì che le scene esterne sono poche e si ha una netta sensazione di teatralità. La presenza di Sting a me non ha suscitato particolare interesse se ne poteva anche fare a meno ma forse è stato più che altro uno sfizio creativo. Andiamo avanti.
Ps
Comunque resta una stella, un cane e un gatto morto fanno purtroppo abbassare drasticamente la quantità di stelle assegnate, vedremo.
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nuz1970 · 8 days
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Pensaci bene
prima di prendere un gatto.
Ti farà credere che sia stato tu
ad averlo trovato
in mezzo alla strada
in un cassonetto
dentro un gattile.
Ti farà credere che sia stato tu
ad averlo salvato
che incontrarvi sia stata fortuna
pura casualità
quando invece era lì ad aspettarti
quando invece era il vostro appuntamento
fin da sempre.
Pensaci bene prima di prendere un gatto.
In quegli occhi si entra una volta
per poi non uscire mai più.
Sappi che di quell’amore
puro
infinito
e randagio
non potrai mai più liberarti.
I gatti amano per volontà
non per bisogno, non per istinto
i gatti amano per essere liberi.
Pensaci bene prima di prendere un gatto
che prendere poi, è un termine inadeguato, sciatto.
Sbagliato.
Un gatto non si prende né si adotta
un gatto si custodisce.
E ricordarti che dovrai accettare il suo caos
la sua elegante arroganza
i suoi attimi di smisurata dolcezza
prenderti cura della sua solitudine
dei suoi momenti di incantevole assenza.
Pensati come a un primo appuntamento
che ogni istante si ripete.
Circondalo di attenzioni, sempre
come un amante corteggia la sua dama
con dolci parole
e infinite carezze.
Sappi che ogni istante lui sa dove ti trovi
come ti senti
e di cosa hai bisogno per essere felice.
Pensaci bene prima di prendere un gatto
perché nessuno più di lui
sa di cosa è fatto l’amore.
Parlo del rispetto dei propri spazi
e dei propri umori.
Parlo del bisogno di nascondersi
a volte
da tutto e da tutti.
Parlo di saper riconoscere
quando è inutile insistere
perché avvicinandosi a volte ci si perde
e di quando insistere, invece
è l’unico modo per tornare a stare vicini.
Parlo dell’arte
di sapersi osservare da lontano
dove ogni cosa acquista la sua forma.
Parlo di saper riconoscere la meraviglia
di volersi entrambi
in quei momenti di rara bellezza
che rimangono impressi per sempre.
Parlo di quando all’improvviso
dal nulla più assoluto
si accende la follia
e si inizia a correre come pazzi
a giocare come ragazzini
buffi e ridicoli
come rendersi conto
che la felicità va abbracciata
graffiata, protetta.
Perché può durare un attimo.
Ma soprattutto
pensaci bene prima di prendere un gatto
perché arriverà il giorno in cui dovrai dirgli addio.
E saprà stupirti di nuovo
come ha fatto per tutta la sua vita.
Mentre non riesce più a reggersi in piedi.
Mentre è sdraiato da giorni lì
nello stesso punto di casa
dove ha scelto di morire.
Mentre non vuole nessuno vicino, tranne te.
E con le ultime forze ancora ti urla il suo amore.
Le fusa che gli escono strane e spente, stonate.
Ma che tu ricorderai
come il canto più dolce
che ti sia stato concesso ascoltare.
Non cercare di dimenticarlo quel dolore, di vincerlo.
Non si può.
Una parte di te si è spenta con lui.
Una parte di te, si è perduta, per sempre.
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