Tumgik
#informazione malata
ilfascinodelvago · 3 months
Text
Descrivi la qualità dell’informazione in Italia: Durante il blocco stradale degli agricoltori, i giornalisti intervistano i trattoristi, durante il blocco stradale dei ragazzi di ultima generazione intervistano gli automobilisti fermi sulla strada.
87 notes · View notes
crazy-so-na-sega · 6 months
Text
Tumblr media
Hieronymus Bosch -La visione di Tundalo
---------------------
I fatti di cronaca vengono ingurgitati da un pubblico che non riesce a digerirli, pertanto le notizie del giorno dividono la massa in schieramenti che ragionano per luoghi comuni, emettono sentenze e pontificano a seconda del proprio credo politico: pecore matte.
Schwarzer_Adler
31 notes · View notes
scogito · 3 years
Video
youtube
“Nulla vale tutto questo”.
3 notes · View notes
kon-igi · 3 years
Note
Ti è mai capitato di essere maltrattato da dei pazienti? E di aver perso per un attimo la voglia di spiegare,e spiegare e spiegare...alla fine di arrivare a dire : ok fai come vuoi,firma qua che nessuno ti è venuto a cercare,tantomeno ti trattiene?
La maggior parte dei miei pazienti non mi maltratta... la maggior parte dei miei pazienti mi insulta, mi colpisce con oggetti contundenti e se mi tengo a distanza di sicurezza, mi lancia i suoi escrementi.
Io lavoro in una realtà dove il deterioramento cognitivo e psichico è pressoché ubiquitario, ragion per cui essere ‘maltrattato’ non costituisce un affronto alla mia persona o alla mia professionalità ma una semplice manifestazione di un quadro patologico di cui io mi devo prendere cura.
Il mio vero problema sono i parenti dei pazienti.
E questo è un discorso molto ampio che riguarda una certa presa di (in)coscienza sociale che sta caratterizzando il comportamento dei non addetti ai lavori. Qualsiasi lavoro, non solo sanitario.
Alla base del problema c’è la falsata percezione che un accesso libero a qualsiasi tipo di informazione possa rendere chiunque esperto in quel campo.
Escludendo per un attimo l’ambito sanitario, ognuno di voi potrà portarmi plurime esperienze in cui a fronte della vostra professionalità ed esperienza in un determinato settore arriva il premio nobel stampato in 3D che su internet ha letto un’altra cosa.
Il secondo problema è la sfiducia per frustrazione: programmi come ‘Mi manda RaiTre’, ‘Striscia la Notizia’, ‘Le Iene’ e ‘Report’ in tutti questi decenni hanno fatto leva e potenziato nelle persone la sensazione latente che qualcuno le stia fregando e quindi l’approccio comune al professionista è quello inquisitorio... non hanno gli strumenti per capire la meccanica e la dinamica del servizio e invece di riporre fiducia si danno spiegazioni dietrologiche e complottistiche.
Il terzo problema - squisitamente sanitario ma che riguarda ogni approccio sociale alla persona - è che le persone hanno smesso di accettare la malattia e la morte come un'evoluzione della vita.
La vita di una persona non dovrebbe essere misurata nella quantità di anni ancora da vivere ma nella qualità di quelli che potrebbero essere.
Questo è stato scordato praticamente da chiunque abbia una persona anziana e malata in carico perché oggi non sappiamo più accettare la malattia e la morte come un qualcosa di naturale.
Lo stakanovismo della vita, lo chiamo io.
Se io mi ricordo di te mentre cinquant’anni fa saltavi i fossi per il lungo, ora non posso consentire che tu sia vecchio, debole e morente.
Non lo accetto e lo nego: hai solo bisogno di vitamine, mangiare di più e fare ginnastica in palestra, anche se sei pelle e ossa, piagato, pieno di tubi in un letto e non riconosci più nessuno...  se non ritorni come un tempo è colpa di chi ti doveva curare e non ti ha curato.
Ecco qual è il mio problema.
Ecco qual è il vostro problema di non addetti ai lavori... perché non accettare la malattia e la morte è principalmente UN VOSTRO problema che poi fate diventare anche mio.
Posso tranquillamente affermare che più della metà del mio lavoro è freneticamente spesa a dare le solite ripetute alla nausea spiegazioni sul mio operato a persone che credono di vedere malasanità dove invece c’è solo la miseria di una (non)vita portata artificialmente agli estremi.
Ovvio, @aculofan, che l’ambito in cui lavoro io è estremo e di certo non si applica a reparti ‘normali’, dove una persona riceve cure per poter tornare a vivere come prima ma i problemi alla base sono comuni.
Comunque, ricorda che non è mai colpa dei pazienti... loro sono fragili, spaventati dalla malattia e aggressivi per paura.
La responsabilità è sempre ISTITUZIONALE, di chi ha fatto scelte populiste sventolando un impossibile benessere a ogni costo e liberandosi di ogni responsabilità ogni qual volta le persone si rendono conto della mancata promessa.
In ogni caso, buona sorte a noi.
126 notes · View notes
agreyaugustday · 4 years
Text
Capire un disturbo alimentare è molto difficile per tutti, ma sopratutto per i genitori delle persone malate, pr questo esistono un sacco di associazioni che si occupano di informazioni per evitare che vengano commesse delle gaffe che non solo sono fastidiose, ma possono anche accentuare la gravità del disturbo.
È da un anno ormai che i miei genitori sanno che soffro di un disturbo alimentare; mia madre ha partecipato a diversi incontri dell'associazione Margherita, mio padre o per tempo, o per orgoglio, o perché non accetta la mia malattia, non ci ha mai provato neanche per sbaglio. Così in pratica si ritrova a credere che una volta scoperto che vomitavo ogni santa cosa che passava nel mio esofago io tutto d'un tratto guarissi. Invece come sa chiunque abbia un minimo di informazione dai DCA si guarisce con una difficoltà estrema; anzi se proprio si vuole essere precisi c'è chi non guarisce mai e muore e chi riesce a tenere il DCA sotto controllo e sì, c'è chi guarisce, ma le tempistiche non sono uguali per tutti. Mi stavo facendo gli affari miei quando trovo mio padre in camera che dice che origlia al bagno per sentire se vomito ancora, che vuole togliermi dall'Università, che sono ancora malata e che vuole farmi un ricovero forzato che mi segnerà a vita. Non dice queste parole con cattiveria ma non sa di cosa sta parlando. Sono chiaramente ancora malata. Non sono così stupida da pensare di essere normopeso, quotidianamente trovo persone che commentano il mio aspetto fisico chiedendomi se sono una morta di fame. Però non sono più malata come ero l'anno scorso. Vado all'università che amo, riesco a salire le scale senza l'affanno, mi vedo bella quando mi guardo allo specchio, ho degli amici che mi supportano e mi vogliono bene, ho una ragazza che mi ama e sto tornando a fare le cose che avevo abbandonato un tempo.
Chi non conosce i disturbi alimentari non può permettersi di giudicarli. Non puoi aiutare tua figlia se non sai di cosa soffre. Non puoi aspettarti che il processo di guarigione sia immediato. La disinformazione sulle malattie mentali qui raggiunge dei livelli abissali.
In seguito sono venuta a sapere che è stata la compagna di mio padre a dirgli che sono una malata e che devo essere ricoverata. Una stronza che non sa nulla della mia storia clinica si permette di sentenziare su cose che non la riguardano suggerendo a mio padre 1) di togliermi da Medicina 2) di farmi fare un TSO e 3) che sono ad un passo dalla tomba. Il tutto condito da: mi fa schifo toccarla perché si sentono le ossa. Infine: i tuoi figli non devono avere la tua eredità perché non se la meritano/ tua figlia è una malata psichiatrica.
Amazing
28 notes · View notes
mezzopieno-news · 4 years
Text
RINUNCIA ALLA CHEMIO PER FAR NASCERE IL FIGLIO E SI SALVA
Tumblr media
Ha scoperto di essere malata di tumore al seno durante la gravidanza, ma ha scelto di non fare la chemioterapia per non compromettere la gestazione.   La neomamma era all'inizio del quinto mese quando ha ricevuto la diagnosi di tumore al seno.
Patrizia era seguita all'Ospedale Cardarelli di Napoli dall'equipe oncologica del dottor Ferdinando Riccardi e dal dottor Claudio Santangelo, direttore di Ostetricia e Ginecologia, medici che ogni anno affrontano circa 300 nuovi casi di donne colpite dal tumore al seno. Riccardi ha dichiarato di aver trattato molti tumori al seno come quello di Patrizia, ma nel caso specifico c’era da considerare la gravidanza e la vita del piccolo Federico ancora nel suo grembo. Prima dell'intervento risolutivo sarebbe stata necessaria la cura chemioterapica che avrebbe tuttavia compromesso la gravidanza. Da qui la scelta di Patrizia di portare a termine la gravidanza rinunciando alle cure per sé.
“La gioia di sentire piangere mio figlio, di vederlo, è stata indescrivibile. Ora fate quello che dovete”, è stato il primo commento di Patrizia dopo il parto, avvenuto con successo. Patrizia è sopravvissuta, a gennaio di quest’anno si è sottoposta all'intervento che le ha asportato il tumore, ora è alle prese con l’ultima chemioterapia e ha iniziato la radioterapia; si sente forte e piena di energie e ringrazia tutti i medici che le hanno permesso di avere il figlio e di rimanere in vita. Secondo lei è stato proprio il figlio a dargli la forza di lottare e di affrontare una situazione critica come questa, dove l’amore ha fatto la differenza.
________________________
Fonte: Vesuvio Live - 15 giugno 2020
Volonwrite per Mezzopieno
Tumblr media
✔ VERIFICATO ALLA FONTE | Guarda il protocollo di Fact cheching delle notizie di Mezzopieno
✖  BUONE NOTIZIE CAMBIANO IL MONDO. Firma la petizione per avere più informazione positiva in giornali e telegiornali https://www.change.org/p/per-avere-un-informazione-positiva-e-veritiera-in-giornali-e-telegiornali-e-portare-la-comunicazione-gentile-nelle-scuole
1 note · View note
Text
Il programma del Ministero per un'Italia senza Down
Anche in Italia, silenziosamente, sta passando un programma volto a eliminare i feti portatori di sindrome di Down. Come? Con le raccomandazioni del Ministero a informare la mamma sulle indagini prenatali che dal governo Gentiloni sono entrate a pieno titolo nei LEA, quindi gratuite. Ci si è mai chiesti cosa possa pensare una persona affetta da sindrome di Down, davanti a queste raccomandazioni sapendo bene che stanno cercando quelli come lui per essere abortiti? Non avranno forse la sensazione di trovarsi di fronte ad una specie di “Manifesto della Razza”?
Tumblr media
di Antonio Sammicheli (28-12-2018)
Già da tempo, si è appreso che l’Islanda è al primo posto per il raggiungimento dell’obiettivo Down-free. Per caso questo Paese è all’avanguardia nella ricerca e cura della sindrome di Down? No. Semplicemente la diagnosi prenatale a tappeto, ha permesso di individuare la quasi totalità dei casi, ai quali è seguita l’interruzione della gravidanza. La tendenza è diffusa ovunque e gli altri Paesi seguono a ruota, Italia compresa naturalmente.
Si può vedere facilmente il video dell’audizione di una giovane ragazza di nome Charlotte,  alle Nazioni Unite di Ginevra. Ovviamente, in Italia la notizia non ha trovato molto spazio nell’informazione cosiddetta mainstream, essendo il video classificabile come “terrorismo psicologico”, come ogni qualvolta si tenti di ragionare su argomenti scomodi. Cito: “Mi chiamo Charlotte Helene Fien, ho 21 anni e ho la sindrome di Down. Negli anni ’30 e ’40, i nazisti decisero di liberarsi di tutti i disabili. Più di 200.000 disabili vennero uccisi, insieme a molti bambini con la sindrome di Down. Oggi, sta accadendo la stessa cosa”. A questo punto, Charlotte si riferisce a quei test prenatali che individuano la Trisomia 21, che, dice, vengono usati “per uccidere tutti i bambini con la sindrome di Down”. Qui, molti avrebbero da obiettare sulla parola bambini, specificando che stiamo parlando di feti. Continua: “Io ho la sindrome di Down, ma non soffro in nessun modo, non sono malata e lo stesso vale per tutti i miei amici con la sindrome di Down. Noi siamo esseri umani come voi. Esseri umani! Non siamo mostri. Per favore, non uccideteci, non consentite questo test! Se lo consentirete, non sarete migliori dei nazisti che hanno ucciso 200.000 disabili. Io ho diritto di vivere e allo stesso modo tutte le persone come me”. Seguono applausi e standing ovation dei Delegati delle Nazioni Unite.
E che dire dell’audizione di Frank Stephens, affetto da sindrome di Down, davanti al Senato degli Stati Uniti, per discutere sulla destinazione dei fondi alla ricerca, mentre cerca di spiegare in maniera simpatica e toccante ai convenuti, il perché la vita di una persona affetta da Trisomia 21 sia degna di essere vissuta, come quella di una persona normale?
Comunque la si pensi, ci troviamo di fronte ad un unicum della storia recentissima. C’è una categoria di persone, sfuggite al programma di eliminazione, che denunciano l’uccisione dei loro simili prima della nascita, proprio perché appartengono a questa categoria, e condannano i metodi di diagnosi prenatale, che mirano in gran parte ad individuare proprio loro, loro che hanno una aspettativa di vita molto più lunga di altre malformazioni e quindi destinati a dare fastidio più a lungo alla società. Immaginate solo come possano sentirsi i sopravvissuti, sapendo queste cose. Purtroppo, non si tratta più un unicum se volgiamo lo sguardo alla storia recente del ‘900, dove la memoria ci riporta a fatti agghiaccianti, che non avremmo mai voluto che l’umanità conoscesse.
Infatti, non a caso, Frank Stephens denuncia davanti al Senato degli Stati Uniti, una specie di “final solution”, la soluzione finale.
Ora, esistono una varietà di tecniche per la diagnosi prenatale, da quelle non invasive come il test combinato (ecografia + prelievo di sangue, con la stima % del rischio), al test su DNA fetale ottenuto con un prelievo di sangue materno, fino ai metodi invasivi, cioè con ago attraverso la pancia sotto guida ecografica, con la villocentesi e l’amniocentesi; questi ultimi, con un rischio di aborto legato alla tecnica, quindi anche di bambini sani. Fra i vari metodi, sta avendo molto successo il test su DNA fetale, grazie alla facilità di esecuzione e alla mancanza di rischi per la mamma. Qualcuno avrebbe da obiettare sul termine mamma, meglio scrivere donna, perché se il bambino non è ancora nato non è un bambino e quindi la donna non è una mamma. Difficile spiegare questo concetto, a una donna raggiante che rivela di aspettare un bambino!
La Linea Guida “Gravidanza Fisiologica”, pubblicata dal Ministero della Salute (Governo Berlusconi, ministro Fazio), tra le molte e preziose informazioni, nell’“Agenda della gravidanza”, pone come obiettivo della prima visita, “offrire informazioni sulle possibilità di screening e di diagnosi prenatale della sindrome di Down”. Al capitolo “Diagnosi prenatale della sindrome di Down” si legge: “Riguardo al rischio, una revisione sistematica quantifica in 1,9% (IC 95%: 1,4-2,5) le perdite fetali dopo l’amniocentesi (15 studi, n=49.413) e in 2% (IC 95%: 1,4-2,6) le perdite fetali dopo la villocentesi (8 studi, n=24.457)…Uno studio di popolazione ha rilevato che i tassi di perdite fetali diminuiscono all’aumentare della frequenza con la quale i professionisti praticano l’intervento”. E più avanti: “In Danimarca, l’introduzione della valutazione del rischio utilizzando il test combinato (età materna, ricerca della translucenza nucale, determinazione della frazione beta libera di hCG e della proteina plasmatica A associata alla gravidanza) ha dimezzato il numero di nati con sindrome di Down e il numero di interventi diagnostici invasivi prenatali. Il programma, realizzato negli anni 2005 e 2006, ha portato a una diminuzione del numero di nati con sindrome di Down da 55-65 per anno negli anni 2000-2004 a 31 nel 2005 e 32 nel 2006. Il numero totale di prelievo di villi coriali e di amniocentesi è diminuito da 7.524 nel 2000 a 3.510 nel 2006...Il tasso di falsi positivi è risultato del 3,9% (IC 95%: 3,7-4,1%) e del 3,3% (IC 95%: 3,1-3,4) rispettivamente”. Già, non possiamo dimenticare i falsi positivi. E tra le Raccomandazioni: “Il percorso per la diagnosi prenatale della sindrome di Down deve essere offerto a tutte le donne entro 13+6 settimane”. Poi: “Il professionista della salute al primo incontro deve offrire alla donna in gravidanza una corretta informazione sul percorso per la diagnosi prenatale della sindrome di Down”.
Tra l’altro, ora il Test Combinato è stato inserito nei nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza, governo Gentiloni, ministro Lorenzin) e quindi lo troviamo fra le “prestazioni specialistiche per il controllo della gravidanza fisiologica, escluse dalla partecipazione del costo”, cioè gratuito (18-3-2017 Supplemento ordinario n. 15 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale - n. 65, Allegato 10B).
Ci si è mai chiesti cosa possa pensare una persona affetta da sindrome di Down, davanti alle Raccomandazioni della Linea Guida “Gravidanza fisiologica”, sapendo bene che stanno cercando quelli come lui e che la stragrande maggioranza dei feti con Trisomia 21 saranno abortiti? Non avranno forse la sensazione di trovarsi di fronte ad una specie di “Manifesto della Razza”, scritto nero su bianco senza che alcuna voce si sia alzata? Perché sembra così tutto normale?  
Tra l’altro, le Raccomandazioni hanno la pretesa di vincolare il professionista della salute, medico o ostetrica, che “al primo incontro deve offrire alla donna in gravidanza una corretta informazione sul percorso per la diagnosi prenatale della sindrome di Down”, anche quando non richiesta dalla donna stessa, insinuando il tarlo del dubbio. Inoltre, a causa dei sempre più frequenti contenziosi legali che assediano il mondo della medicina, questo “deve” è stato preso così alla lettera, che ormai i ginecologi scrivono nel referto della prima visita ostetrica, di avere informato la paziente sulla diagnosi prenatale, per tutelarsi da eventuali rivalse.  
Nell’anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, ci si chiede se anche le persone affette da sindrome di Down, siano portatrici di quei diritti. Come ci si chiede, se anche per loro valgano gli articoli 2 e 3 della nostra Costituzione. La risposta è certamente si, purchè siano già nati, cioè sfuggiti al programma di selezione eugenetica, perché prima non sono bambini, ma feti.
Ci si chiede, a fronte della spesa sanitaria cospicua per la diagnosi prenatale, quante risorse sono indirizzate alla ricerca della cura? La medicina sta eliminando il malato, invece di cercare di curarlo, o comunque sostenerlo nel suo percorso. Quante risorse a sostegno delle famiglie con disabili?
Chissà cosa direbbe lo scopritore della sindrome di Down, il prof. Jerome Lejeune, accademico di fama mondiale, primo presidente della Pontificia Accademia per la Vita, servo di Dio del quale è aperta la causa di beatificazione, le cui scoperte sono ora usate per eliminare le persone Down, che egli tanto amava. Chissà, forse ce lo dirà con un miracolo.
2 notes · View notes
paoloxl · 6 years
Text
Domenica 6 ottobre 1974.
Il telegiornale dà tra i suoi titoli di testa l'annuncio della devastazione da parte di un commando armato di un impianto industriale alla periferia di Milano.
Il servizio all'interno mostra ampie panoramiche di un incendio che ha distrutto un intero magazzino di apparecchiature elettroniche per la telefonia. La località è Fizzonasco, nel comune di Pieve Emanuele. Il magazzino viene indicato come il principale deposito per i prodotti finiti della Face Standard, industria di proprietà della Itt, la multinazionale americana delle comunicazioni.
Una decina di individui armati e mascherati, fatta irruzione nel recinto della fabbrica, dopo aver immobilizzato il guardiano, ha applicato il fuoco con taniche di liquido infiammabile alle merci pronte per la spedizione. L'azione è organizzata dalle prime realtà milanesi dell'Autonomia Operaia, che facevano riferimento alla rivista Rosso.
I danni vengono indicati in almeno cinque miliardi di lire. Il servizio si chiude indicando la probabile matrice politica dell'azione e citando genericamente un volantino di rivendicazione fatto pervenire al Corriere della Sera.
Più che l'azione in sé, preceduta da un lungo lavoro di informazione e di ricognizioni sul posto, viene soprattutto ricordata l'importanza che la cosa ebbe sul piano politico, stante anche la risonanza suscitata e il consenso ottenuto. Infatti a Milano, nessun attacco a un impianto industriale era stato compiuto sino ad allora su una simile scala. L'azione non aveva implicato danni alle persone; la distruzione del prodotto finito non comportava danni salariali per gli operai delle fabbrica.
Nel volantino di rivendicazione si diceva a chiare lettere che ''...noi vorremmo che la Itt nel suo bilancio registrasse che il suo deposito di Fizzonasco (Face Standard, Milano, Italia) è bruciato perchè i militanti italiani non hanno dimenticato i compagni trucidati in Cile da Pinochet, servo delle multinazionali... Il deposito di Fizzonasco è bruciato perchè anche noi comunisti dobbiamo sperimentare nuove tecnologie su sempre nuovi obiettivi...''; terminando con un solo slogan finale:
''Mai più senza fucile, dunque: senza tregua per il comunismo''.
La Face fu l'occasione concreta per l'apertura di una discussione sulle forme di lotta che coinvolse un numero incredibile di compagni e portò a una sorta di generale consenso politico sull'accaduto.
La stessa rivendicazione dell'azione fu a suo modo anch'essa un' ''azione esemplare'': per un'intera settimana, lo stesso volantino fatto pervenire alla stampa fu diffuso nelle fabbriche, nelle scuole, nei locali frequentati dai militanti della sinistra, nei cinema del centro e nei cineclub.
Tra l'altro, un tragico caso aveva voluto che il 4 ottobre fosse stato ucciso Manuel Rodriguez, il capo politico e militare del Mir cileno. La settimana di rivendicazione permise anche di dare il giusto risalto alla drammatica notizia.
http://www.infoaut.org/index.php/blog/storia-di-classe/item/5684-6-ottobre-1974-azione-alla-face-standard
-----------------------------------------------------
L'azione di Fizzonasco fu anche la causa ( o meglio l'occasione) di due incredibili persecuzioni giudiziarie.
La magistratura milanese che se ne occupò si fissò sin dall'inizio, e nonostante la diversa rivendicazione ( che peraltro raccontava particolari che solo gli autori materiali potevano conoscere e che quindi era certamente autentica), che quella doveva essere un azione dei Nap ( Nuclei Armati Proletari).
E questo nonostante pure il fatto che i Nap si occupavano di "carcerario", argomento che nulla aveva a che spartire con l'azione di Fizzonasco.
Per cui fu incriminato subito tale Claudio Carbone, un passato di mega-truffatore internazionale, poi politicizzatosi in carcere e passato per Lotta Continua e successivamente per i Nap. Carbone era allora ricercato per un azione esplosiva con tanto di messaggio diffuso con un altoparlante contro il carcere di San Vittore a Milano.
E con lui fu incriminata una cittadina svizzera, già piuttosto anziana e seriamente malata, Petra Krause, il cui numero di targa dell'auto era stato riferito da un testimone dell'azione di Fizzonasco ... niente a che vedere nè coi Nap nè col gruppo degli effettivi attentatori ... aveva semplicemente prestato la macchina, senza sapere che uso ne avrebbe fatto, al futuro "pentito" Carlo Fioroni, suo amico personale, e poi, una volta arrestata, si era però ben guardata, con ammirevole coerenza, dal coinvolgerlo negli interrogatori.
A breve anche Carbone fu arrestato e la vicenda di Fizzonasco fu inserita, senza alcun elemento serio in questo senso, nel maxi-processo ai Nap che poi si tenne a Napoli.
Col risultato che non solo Carbone sarà condannato, senza prova alcuna, per ben due gradi di giudizio per l'azione di Fizzonasco che non era opera dei Nap ... ma che anche la Krause, che dei Nap non era, fu condannata per gli stessi due gradi di giudizio non solo per l'azione specifica ma pure per appartenenza ai Nap.
Solo cinque anni dopo, nel 1979, quando Fioroni divenne "pentito" nel processo 7 Aprile intentato contro i vecchi vertici di Potere Operaio, si decise a scagionare sia la Krause che Carbone che poi finirono assolti, per la vicenda di Fizzonasco, solo in Cassazione.
Allora i processi si facevano così .... sulla base di un "teorema" iniziale e poi andando comunque avanti anche contro ogni evidenza ... e, se nei confronti della Krause, almeno un vago indizio ... la targa dell'auto ... c'era, anche se comunque il personaggio appariva, per mille motivi, del tutto alieno da suggestioni lottarmatiste o anche semplicemente militanti .... nel caso di Carbone era veramente solo una specie di "pregiudizio" originario di giudici e sbirraglia varia ....
E, con criteri simili, furono a volte comminati anche degli ergastoli ...
4 notes · View notes
e-o-t-w · 2 years
Text
Eyes on the world #45
Tumblr media
Quanta fatica a far stare (quasi) tutto nel solito spazio.
L’estate è dietro l’angolo, ma riposarsi non è al momento contemplato.
Inauguriamo insieme, come sempre, questa domenica. Come primo step, facciamo un salto in Russia. Ci sono novità importanti. Iniziamo 👇
🇷🇺 Ennesimo colpo ai danni di #AlexeiNavalny, il più noto oppositore del presidente russo Vladimir Putin. Lo scorso mercoledì il tribunale di Mosca ha dichiarato illegali ed estremiste le organizzazioni che fanno capo a Navalny, compreso il suo movimento politico. La Fondazione anticorruzione FBK (molto nota soprattutto in patria per le inchieste contro la classe dirigente russa) e la Fondazione per la tutela dei diritti dei cittadini, con tutte le loro sedi, sono le più interessate dalla sentenza. La conseguenza più grave (e immediata) consiste nel poter perseguire tutte le persone che fanno parte delle suddette, che non potranno più organizzare attività di raccolta fondi, campagne di informazione o eventi pubblici. Il processo che ha portato a questo verdetto è stato giudicato unanimemente non equo, con le prove a supporto delle accuse mai rese pubbliche – perché considerate segreto di stato – e continui rifiuti alle richieste della difesa, tra le quali la testimonianza diretta di Navalny. Secondo l’accusa, le organizzazioni miravano a destabilizzare la situazione sociale e politica della Russia. Chi fa parte o finanzia questo genere di gruppi (ritenuti “terroristi”) è adesso considerato quasi alla pari di un seguace di Al Qaeda, per fare un esempio, con pene fino a 10 anni di prigione. Non sono escluse possibili conseguenze penali anche per chi dovesse condividere online un video del movimento. Navalny attualmente è e resta in carcere con accuse da molti definite pretestuose. Questa sentenza è solo l’ultimo di una lunghissima serie di attacchi del governo russo diretti alla libertà d’espressione e all’opposizione. È facile credere che adesso le attività di Navalny e di tutti coloro impegnati nelle Fondazioni contro la corruzione debbano continuare in modo clandestino.
🇮🇹 Si continua a parlare del presunto omicidio di #SamanAbbas, 18enne pakistana scomparsa da oltre un mese, che si sospetta essere stata uccisa e fatta sparire nella zona di Reggio Emilia. La sua storia ormai è nota ai più, con la ragazza che si sarebbe opposta al tentativo dei suoi genitori di organizzare un matrimonio combinato con un suo cugino in Pakistan. Saman aveva anche denunciato alla polizia i genitori, rei di tenerla segregata in casa impedendole persino di andare a scuola. È stata poi ospitata in una struttura gestita dai servizi sociali in provincia di Bologna, ma il desiderio di tornare a casa sua a riprendere i documenti che i genitori le avevano sequestrato era troppo forte. Quando lo scorso 5 maggio i carabinieri si sono presentati per concordare una nuova sistemazione, non hanno trovato più nessuno: i genitori sono tornati in Pakistan per curare una parente malata, a quanto pare, dicendo che la figlia fosse con loro. Questo viaggio improvviso ha fatto insospettire le forze dell’ordine, che hanno avviato delle indagini requisendo dei filmati dei campi sul retro dell’abitazione di Abbas. Qui sono stati identificate (il 29 aprile) 3 persone alle prese con attrezzi da lavoro e proprio in quei campi si sono concentrate le ricerche del corpo della ragazza. 2 delle 3 persone presenti sono state identificate: tra queste il cugino Ikram Ijaz, arrestato il 30 maggio in Francia con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere. Secondo i verbali, il fratello 16enne della Abbas avrebbe accusato l’altro uomo identificato, Hasnain, di aver ucciso sua sorella. Altre immagini risalenti al 30 aprile mostrano i genitori e Saman avviarsi verso i campi, con i primi che – dopo pochi minuti – fanno rientro a casa senza la ragazza. Anche diverse intercettazioni fanno pensare che Hasnain abbia avuto un ruolo nella morte della ragazza. Vista la situazione, Saman avrebbe avvertito il fidanzato - pochi giorni prima di sparire - del fatto che la famiglia stesse pensando di farla fuori e di avvisare i carabinieri nel caso in cui si fossero più sentiti. Interrogato dalla polizia, Ijaz ha affermato di non c’entrare con la sparizione di Saman. Si attendono sviluppi.
💻 Può una sola azienda mettere in ginocchio #Internet? A quanto pare sì. È successo nella mattinata di martedì, quando #Fastly – una delle CDN (Content Delivery Network) più note al mondo – ha lottato contro un aggiornamento che le ha creato parecchi problemi. Andiamo con ordine: semplificando molto, una CDN è una rete che velocizza il caricamento dei contenuti che visioniamo online, specialmente quando i server ai quali “richiediamo informazioni” sono molto lontani da noi o molti device si collegano a esso allo stesso tempo. La CDN, in sostanza, copia i contenuti presenti sul server di origine di un sito e li copia in propri server sparsi nel mondo, riducendo la distanza tra mittente e destinatario (di un qualsiasi contenuto online). Fastly è una delle aziende più note in questo campo e, insieme ad Akamai e Cloudflare, gestiscono il traffico della maggior parte dei siti presenti online. Proprio in virtù dei pochi player presenti sul mercato, un guasto a uno di loro può mettere in crisi (a cascata) pezzi importanti di internet. Ed è proprio quello che è successo martedì. Un aggiornamento con all’interno un errore di programmazione è stato introdotto il 12 maggio scorso e uno dei clienti di Fastly, inconsapevolmente, cambiando delle configurazioni nei propri sistemi, ha fatto in modo che questo errore si manifestasse. Un numero enorme di siti, tra cui quello del New York Times o Amazon per fare degli esempi, è stato irraggiungibile per parecchi minuti. Parliamo dell’85% circa della rete di Fastly. Circa un’ora dopo la scoperta della falla, l’azienda ha avvisato che nella mezz’ora successiva tutto sarebbe tornato alla normalità. A seguito delle riparazioni, sono andate avanti delle analisi ben specifiche per evitare che l’errore si ripeta. E ciò è fondamentale, dal momento che – come detto – sono pochissime le aziende che gestiscono questi dati, e anche solo una piccola falla potrebbe oscurare siti (anche di un certo rilievo) per ore, se non giorni. Il consiglio più in voga presso le grandi aziende è affidarsi a più CDN, di modo che il traffico possa essere dirottato facilmente altrove in caso di problemi.
🇳🇬 Spesso abbiamo riportato notizie relative al gruppo terroristico jihadista #BokoHaram, molto attivo soprattutto nel nord della Nigeria. Molti indizi fanno pensare che il suo leader, Abubakar Shekau, tra i terroristi più ricercati al mondo, sia morto alla fine del mese scorso. La notizia è rimbalzata a lungo negli scorsi giorni, con giornalisti e analisti che hanno tuttavia accolto il fatto con le dovute cautele. Sembra infatti che non sia la prima volta che Shekau sia dato per morto, salvo smentite qualche tempo dopo. Stavolta però la situazione pare diversa. Lo scorso 7 giugno, #Reuters, una delle agenzie di stampa più note e autorevoli, ha scritto di aver ascoltato un audio con protagonista Abu Musab al-Barnawi, vecchio portavoce di Boko Haram ma adesso leader della Provincia dell’Africa occidentale dello Stato Islamico (ISWAP). L’uomo ha detto che Shekau si sarebbe fatto esplodere il 18 maggio perché braccato proprio dai soldati dell’ISWAP stesso. Secondo le ricostruzioni di Musab, a Shekau avrebbero proposto di arrendersi e unirsi a loro, ma il leader avrebbe preferito saltare in aria. Ovviamente la notizia non ha ancora avuto conferme né dalle autorità nigeriane, né tantomeno da Boko Haram. Si parla della morte (o comunque di ferite molto gravi) di Shekau già dal 20 maggio, quando sia AFP che il Wall Street Journal avevano riportato notizie simili a quella battuta da Reuters, conflitto con l’ISWAP compreso. Anche il New York Times ha parlato della sua morte, restando comunque dubbioso sulla qualità delle fonti (soldati di Boko Haram). Abubakar Shekau è il leader del gruppo dal 2009 ed è noto quasi esclusivamente per la sua atroce brutalità e violenza. È stato fino a quell’anno il “secondo” dietro Mohammad Yusuf, finché quest’ultimo non è stato ucciso dalla polizia. Il governo nigeriano stima che le vittime per mano di Boko Haram siano circa 35 mila e al gruppo sono stati attribuiti molti rapimenti negli ultimi anni. Nel 2015 ha tentato di unirsi allo Stato Islamico, ma l’alleanza durò meno di un anno e la scissione portò alla nascita dell’ISWAP. Se davvero ci fosse quest’ultimo dietro la morte, di certo la sua influenza potrebbe spiccare il volo.
💲 Una piccola rivoluzione del mondo #bitcoin è partita da #ElSalvador e dal suo presidente, Nayib Bukele. Nella notte di martedì, il parlamento ha approvato la proposta di rendere la cripto una valuta attiva a tutti gli effetti. Il paese avrà quindi 2 monete: il bitcoin e il $ americano. Da questo momento in poi, tutti i debiti espressi in $ potranno essere saldati in criptovaluta e i contribuenti potranno pagare le tasse con lo stesso metodo. La volatilità del suo prezzo non consentirà, almeno al momento, di utilizzarla in tutti gli esercizi commerciali. Chiunque riceva bitcoin come pagamento, potrà convertirli immediatamente in $, evitando che la somma possa perdere valore. Questo è uno dei tanti motivi che ha spinto il presidente Bukele verso questa decisione. Gran parte del PIL del paese proviene dagli emigrati salvadoregni nel mondo che inviano costantemente denaro alle famiglie rimaste nel Centroamerica. Le transazioni internazionali sono molto costose, con commissioni che possono arrivare fino al 20% della somma inviata; queste finiscono nelle casse degli intermediari invece che alle famiglie che li necessitano. Inviandoli sotto forma di bitcoin, i costi di transazione sarebbero più bassi, anche se molto variabili. Ciò dipende dall’attesa per il trasferimento: più tempo passa e minori sono le commissioni da pagare. Secondo Bukele, a meno che non si inviino somme di qualsiasi entità con estrema fretta, ciò può essere più conveniente del sistema attuale. Un’altra ragione è legata alla moneta corrente, il $ americano. El Salvador decise di adottarlo per attirare investimenti dagli USA, che tuttavia non arrivarono in gran quantità per motivi di instabilità sociale (il tasso di criminalità è molto elevato). Inoltre, adottare il $ americano costrinse il paese a rinunciare alla propria sovranità monetaria, dovendo sottostare alle politiche economiche della FED, la banca centrale americana. Per questo motivo Bukele ha deciso di dipendere meno dagli USA e affiancare al $ il bitcoin. Un obiettivo potrebbe anche essere far diventare El Salvador un paradiso utile a società e investitori attivi nelle criptovalute, che potrebbero spostare lì le loro attività.
📱 L’agenzia di polizia dell’Unione Europea, nota come #Europol, ha annunciato di aver portato a termine un’operazione da centinaia di arresti in tutto il mondo. Il merito è di un’app chiamata #ANoM, utilizzata dai presunti criminali per scambiarsi messaggi apparentemente sicuri. A collaborare con l’Europol anche l’FBI e i servizi di polizia di altri 15 paesi, tra cui Australia, Canada, Germania e Regno Unito. Le persone fermate sono oltre 800, le tonnellate di sostanze stupefacenti sequestrate più di 30 e 48 i milioni di dollari confiscati (tra valute cripto e non). Nel 2018, l’FBI ha preso il controllo di ANoM e – in qualche modo – l’ha diffusa nel mondo criminale, gestendo e sorvegliando l’intero network. In questo modo, ha potuto monitorare tutte le conversazioni che avvenivano al suo interno. L’app era installata su cellulari scambiati al mercato nero da organizzazioni criminali e modificati in modo tale da poter usare solo ANoM (niente messaggi, e-mail o chiamate). La polizia australiana ha fatto sapere che gran parte degli arrestati opera in bande criminali sparse nel mondo, principalmente in Asia e Australia.
Continuiamo il nostro viaggio nella settimana con le menzioni d’onore 👇
- Paura per Christian #Eriksen, centrocampista della Danimarca, che durante il match contro la Finlandia (valido per #Euro2020) è svenuto in campo. Decisivo l’intervento del capitano dei danesi Kjaer e dell’equipe medica. Il calciatore sta bene ed è sotto osservazione. Inizia intanto con una vittoria il cammino dell’Italia: netto 3-0 all’esordio contro la Turchia all’Olimpico. Questa edizione degli Europei sarà itinerante.
- Qualche passo avanti nella lotta all’Alzheimer. La FDA americana ha approvato un farmaco, l’#Aduhelm, che agirebbe contro la causa della malattia, invece che contro i sintomi, cercando di farla progredire più lentamente. Si attendono nuovi test sulla sua efficacia.
- Mentre i playoff #NBA entrano nel vivo, Nikola Jokic, centro dei Denver Nuggets, è stato nominato MVP della stagione. Il serbo fu scelto come rookie n.41 nel 2014. Restando in tema basket, la Virtus Bologna ha vinto lo Scudetto per la 16^ volta nella sua storia, a 20 anni dall’ultima volta.
- #G7 in corso in Cornovaglia. Al vaglio dei big del mondo soprattutto il piano per migliorare le infrastrutture in paesi a basso reddito (il progetto Build Back Better World) e la sfida alla Cina. Mentre USA, UK e Canada sembrano pronti a sanzioni più dure, da Italia e Germania filtra maggiore volontà di collaborazione e cautela.
- Il CTS, dopo i recenti casi sospetti, ha raccomandato l’utilizzo del vaccino AstraZeneca solo agli over 60. È possibile venga usata una 2^ dose Pfizer o Moderna per gli u60 già vaccinati.
- #JeffBezos, fondatore e CEO di #Amazon, partirà con l’equipaggio della Blue Origin (di sua proprietà) per il primo viaggio spaziale dell’azienda a luglio.
- Le elezioni di “midterm” in #Messico non hanno soddisfatto il presidente Lopez Obrador, che ha ottenuto la maggioranza ma non dei 2/3 necessari per le grosse riforme strutturali che avrebbe in mente.
- Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (noto come #COPASIR, che ha il controllo sulle attività dei servizi segreti) ha un nuovo presidente: Adolfo Urso di FDI. Con la nuova maggioranza, la presidenza doveva passare a un partito di opposizione.
- I “#greenpass” sono stati approvati dal Parlamento Europeo e consentiranno ai vaccinati di circolare dal 1° luglio senza particolari restrizioni.
- Martedì si è conclusa l’esperienza militare italiana in Afghanistan, a 20 anni dall’inizio della missione militare degli USA e dei loro alleati.
- 500 milioni è il quantitativo di dosi di vaccino Pfizer che gli #USA distribuiranno in circa 100 paesi del mondo. L’accordo è stato raggiunto con l’azienda stessa.
- Revocati dal presidente americano #JoeBiden i divieti contro #TikTok e WeChat approvati dal predecessore Donald Trump. Saranno effettuate revisioni delle app affinché siano prive di rischi per gli americani.
- Secondo le nuove linee guida del governo di #HongKong, le opere cinematografiche potranno essere censurate per motivi politici. Intanto l’attivista Agnes Chow è stata liberata dopo 6 mesi di carcere.
- L’oleodotto Keystone XL, che doveva collegare USA e Canada, non si farà. Diverse organizzazioni ambientali erano insorte quando Donald Trump fece ripartire i lavori nel 2017.
- Contrastare l’ascesa tecnologica della Cina e aumentare la propria competitività. Sono questi gli obiettivi del piano da centinaia di mld approvato dal Senato degli USA, volto a finanziare la ricerca scientifica e rafforzare settori che si occupano di nuove tecnologie.
- Nuove indagini per corruzione sono state aperte contro Aung San Suu Kyi, l’ex leader del #Myanmar (tuttora controllato da una giunta militare).
- Wayne Couzens, agente della polizia di Londra, si è dichiarato colpevole del rapimento e dello stupro della 33enne Sarah Everard, scomparsa nella capitale lo scorso 3 marzo, i cui resti sono stati trovati in un bosco del Kent.
- Il governo italiano ha istituito l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, con il compito di proteggere gli asset principali dello Stato da minacce informatiche.
- Grazie alla collaborazione con l’FBI, gli USA hanno recuperato parte del riscatto pagato al gruppo hacker DarkSide per l’attacco alla Colonial Pipeline, uno degli oleodotti americani più rilevanti. Sotto attacco anche la #ElectronicArts (EA), tra le più grandi aziende produttrici di videogame al mondo, alla quale sono stati sottratti 780 gb di dati. È stato rubato anche il codice del motore grafico Frostbite su cui si basano giochi come FIFA, Madden e Battlefield. Anche la multinazionale della lavorazione della carne JBS ha pagato $11 mln di riscatto a seguito di un altro attacco.
- L’Irlanda del Nord ha un nuovo primo ministro: Paul Givan, membro del Partito Democratico Unionista (DUP). Arlene Foster (anche lei parte del DUP) era stata sfiduciata dai membri del partito.
- Un funzionario dell’ONU è il primo indagato per la morte, tra gli altri, dell’ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo Luca Attanasio. È accusato di omesse cautele.
- Confermato l’ergastolo per Ratko Mladic, ex generale serbo, per i crimini durante la guerra in Bosnia negli anni 90. Già nel 2017 aveva ricevuto la stessa sentenza, confermata ora dal tribunale dell’Aia.
- Ancora incerti i risultati delle elezioni presidenziali in Perù. Pedro Castillo ha vinto con un margine minimo, ma la rivale Keiko Fujimori ha parlato di possibili brogli.
Alla prossima 👋
0 notes
enrico66m · 2 years
Photo
Tumblr media
(via Di covid, di vaccini e altre facezie - di Enrico Mattioli)
Sento parlare di Cuba, della soluzione cubana, delle percentuali infettive a Cuba, della medicina cubana… non ho mai visto né sentito tanti filo cubani come in questo momento. Eppure, è una rivoluzione che segna il suo esito vittorioso nel 1959. Da quel momento, la situazione è rimasta invariata con conseguente embargo che dura da sessant’anni e un sistema sanitario che rimane lo stesso, magari con poche evoluzioni (qualche studio lo avranno fatto anche i cubani, non è che stanno sempre in spiaggia, nelle sale da ballo, o a vendere la pelle, no?).
Sento parlare, oggi, di informazione malata, del ruolo della televisione… ma di tutto questo ne ha scritto Luciano Bianciardi negli anni ’60, ma sì, la televisione, le banche e la finanza. Che cosa avete letto, finora?
0 notes
ilfascinodelvago · 2 months
Text
Quando son bidelle, quando son operaie, i giornali non conoscono vergogna quando si tratta di mistificare la realtà.
Tumblr media
Da operaia a presidente, escalation che solo la figlia del padrone ...
21 notes · View notes
angyinwonderland · 3 years
Photo
Tumblr media
Ho deciso di darmi un opportunità e ho scelto di candidarmi come Consigliere Comunale e alla IV Municipalità alle amministrative nella lista Napoli2030 a sostegno di Alessandra Clemente Sindaco di Napoli. Il mio è un impegno reale,il sogno di una rinascita non solo per me come cittadina e donna,ma anche per il mio quartiere così bello e complicato. Nella prima parte della mia vita vissuta da malata di Disturbi Alimentari mi sono accorta di quanta poca informazione ci fosse, non solo a Forcella, ma in tutta Napoli. Ho constatato io stessa con la mia esperienza quanti cliché girassero attorno alle parole "depressione "; "autolesionismo "; "abusi" e "psicoterapia ". Da quando ho deciso di guarire dal mio disturbo 7 anni fa, ho costituito la mia Associazione come sportello online ,decidendo di far vedere realmente a chiunque la verità ( per quanto dolorosa) che si nasconde dietro all'anoressia, e alla bulimia.Mi sono ritrovata a confrontarmi con milioni di persone,genitori e pazienti, e nessuno mi sembrava soddisfatto dei percorsi di cura presenti sul territorio . Così ho reso la mia Associazione reale e attiva sul territorio. Ho deciso di combattere insieme agli altri questi malesseri interiori. Nel 15 marzo 2018 ho portato a Napoli il Fiocchetto Lilla ,proprio perché volevo che anche la mia città fosse presente nella giornata nazionale dedicata ai dca. In piena pandemia ho dipinto una panchina lilla proprio nel mio quartiere, lasciando lì i miei contatti. Così da dare una possibilità di accoglienza e di ascolto a tutti quelli che avessero sentito il bisogno di parlarle. Le chiamate sono andate oltre ogni mia aspettativa.. Quello che mi fa rabbia è l'omertà. Come se dire "vado dallo psicologo o dallo psichiatra" fosse una cosa di cui vergognarsi. Come se dire "sono vittima di abusi" fosse una malattia. Beh io sono stanca. Voglio ridare speranza e dignità a chiunque si sente una mollichina in questa mondo così vario. C'è bisogno di assistenza, di lavoro,di centri di accoglienza. Ogni quartiere dovrebbe avere dei punti di riferimento! I giovani sono il nostro futuro,eppure sono lasciati a loro stessi. Bullismo, Cyberbullismo, Bodyshaming Li possiamo combattere https://www.instagram.com/p/CTw-sEwMl4g/?utm_medium=tumblr
0 notes
mezzopieno-news · 5 years
Text
MANGIA PER LA PRIMA VOLTA A 3 ANNI: L’INTERVENTO RIVOLUZIONARIO
Tumblr media
Una bambina nata con una grave malformazione congenita, l'atresia esofagea, che la priva di un tratto di esofago, non può alimentarsi per vie naturali. Viene sottoposta a numerosi interventi ma senza riuscire a ottenere risultati che migliorino la sua situazione. L’impossibilità di cibarsi incomincia a compromettere la crescita della bimba.
Arrivata all'età di tre anni all'ospedale pediatrico Regina Margherita di Torino, viene tenuta in vita attraverso un sondino addominale e nel corso del tempo intorno alla piccola nasce una rete di solidarietà e di collaborazioni professionali a sostegno suo e della sua famiglia. I genitori sono costretti a partire per la Francia per curare l'altra figlia, anch'essa malata. La bimba viene quindi affidata a una famiglia disposta a seguirla nel percorso di cure, offrendogli un’ospitalità serena anche in assenza dei genitori. La bimba viene sottoposta a un intervento straordinario che tenta di ricostruire il suo esofago, un tentativo estremo e di estrema difficoltà. Eseguita all’ospedale Regina Margherita dal team di chirurgia pediatrica diretto dal dottor Fabrizio Gennari in collaborazione con la chirurgia universitaria e il centro trapianti di fegato dell'ospedale Molinette, l’operazione ha successo e consente alla piccola paziente di potersi alimentare per via orale per la prima volta nella sua vita. Dopo l'intervento la bimba sta recuperando le sue naturali funzioni con anche con il supporto del servizio di logopedia e dell'intera equipe medica. 
Fonte: Quotidiano Piemontese - 8 gennaio 2019
Volonwrite per Mezzopieno
✔ Buone notizie cambiano il mondo. Firma la petizione per avere più informazione positiva in giornali e telegiornali https://www.change.org/p/per-avere-un-informazione-positiva-e-veritiera-in-giornali-e-telegiornali
1 note · View note
wdonnait · 3 years
Text
Bella Hadid, la modella malata di Lyme
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/bella-hadid-la-modella-malata-di-lyme/110748?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=110748
Bella Hadid, la modella malata di Lyme
Tumblr media
Bella Hadid è una delle modelle più affascinanti in assoluto.
Molti penseranno che la sua vita sia rose e fiori, ma in realtà la Hadid è una donna malata di Lyme e che sa cosa vuol dire lottare. Come alcuni di voi già sanno, si tratta di una malattia su base batterica che si trasmette attraverso il morso di una zecca.
Nota anche come “malattia invisibile”, è alquanto difficile da individuare che porta una serie di disagi che coinvolgono il corpo ma anche la mente. E nonostante i vari dolori articolari e i disturbi neurologici, Bella Hadid è una persona forte e che non lascia affatto trasparire nulla, anzi si mostra sempre determinata ed entusiasta di svolgere la sua professione da modella.
Ma cosa sappiamo della sua biografia? Scopriamo qualche informazione in più!
Bella Hadid biografia
Nata a Washington il 9 ottobre del 1996, Bella ha 24 anni.
Il suo nome completo all’anagrafe è Isabella Khair Hadid ed è figlia di un operatore immobiliare palestinese e di un’ex modella olandese.
A soli 18 anni decide di trasferirsi a New York e di intraprendere la carriera di fotografa ma non molto dopo cambiò strada. Infatti, sempre lo stesso anno firmò un contratto con l’IMG Models ed iniziò a sfilare per una serie di brand prestigiosi.
Due anni dopo, il Daily Front Rows Fashion Los Angeles Award le assegnò il titolo di modella dell’anno. Ad oggi la Hadid ha collezionato tantissime esperienze nel mondo della moda, diventando una vera e propria icona per tantissime ragazze.
Per quanto riguarda la sfera sentimentale, la Bella Hadid sembrerebbe felicemente fidanzata. Il fortunato è Duke Nicholson, nonché nipote dell’icona hollywoodiana Jack Nicholson. I gossip riportano la notizia della loro relazione dallo scorso 2020 ma non si sa con esattezza da quanto tempo stiano insieme. Non ci sono tantissime informazioni, forse perché entrambi riservati.
Bella Hadid Lyme
Come vi abbiamo accennato in precedenza, Bella Hadid ha la malattia di Lyme.
E’ proprio qualche anno fa ha voluto raccontare la sua esperienza in occasione del gala della Global Lyme Alliance.
Come riportato da Vanity Fair e altri magazine, la modella statunitense avrebbe detto così:
“La vita non è sempre come appare all’esterno. La parte più difficile di questo viaggio è sentirsi giudicata dal modo in cui appari invece che da come ti senti. Ci sono giorni difficili in cui dormi 12 ore, ti svegli alle 11 e non riesci ad alzarti dal letto, con forti dolori articolari, nebbia cognitiva e inevitabile ansia. Ma non è tutto. Ci sono molti sintomi che non puoi vedere dal fuori ma che ti mettono in ginocchio internamente.
E’ dal 2012 che Bella Hadid risulta affetta dalla malattia di Lyme. Ma non è l’unica in famiglia: infatti, ne soffrono anche il fratello Anwar e la madre.  Insomma, una situazione che lascia spazio a varie preoccupazioni e lotte quotidiane. Un po’ come accadde ad Avril Lavigne e a tantissime altre persone.
Bella ha lasciato qualche dichiarazione anche al quotidiano inglese Evening Standard. Durante l’intervista infatti, ha spiegato quali sono stati i primi segnali: “La malattia ha colpito la mia memoria. All’improvviso non ricordavo più come guidare verso Santa Monica da Malibu, dove tra l’altro vivevo. Insomma, non riuscivo a guidare. Ero semplicemente troppo malata. E purtroppo ho dovuto vendere il mio cavallo perché non potevo prendermene cura”.
Bella Hadid instagram
Su Instagram Bella Hadid ha un profilo molto seguito, con la bellezza di 40 milioni di followers.
Per seguirla vi basta cercare il nickname @bellahadid.
Dando uno sguardo approfondito all’account, possiamo notare come la Hadid pubblichi quasi tutti i giorni una serie di nuovi contenuti, sia in termini di post che stories, suscitando un notevole interesse da parte dei suoi fans più accaniti.  Specialmente se ci si riferisce a tutti gli scatti in cui è possibile vederla in tutto il suo splendore: qui i likes e i commenti non mancano affatto, sia da parte di donne che di uomini provenienti da ogni parte del mondo.
Anche su instagram la modella ha voluto raccontare qualcosa sulla sua malattia. Ad esempio in un post scrisse così: “Ogni giorno sento almeno 10 di questi sintomi… da quando avevo probabilmente 14 anni, ma in modo più aggressivo quando ne ho compiuti 18”.
Non mancano di certo varie foto riguardanti spot pubblicitari ma ogni tanto è possibile scovare qualche suo scatto un po’ più personale. Per esempio, proprio un mesetto fa aveva condiviso un immagine in cui è presente una citazione che dice: “Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia, sii gentile. Sempre”.
Questo post ha raggiunto un altissimo engagement nel giro di poche ore, attraverso commenti di solidarietà da parte di colleghi ma anche di gente comune. Come possiamo ben intuire, la frase non è stata di certo casuale vista la dura malattia che è costretta a fronteggiare da dieci anni a questa parte.
Bella Hadid sfilate
La Hadid è famosa sia per le sfilate ma anche per una serie di campagne pubblicitarie.
Ecco una lista (in ordine alfabetico) contenente i brand con i quali ha collaborato più gli anni di riferimento:
Alexander Wang (nel 2020), Balmain A/I (nel 2015), Boghossian Jewelry Autunno /Inverno (nel 2015), Botkier (nel 2015), Bulgari Accessori Autunno /Inverno (nel 2017). Bulgari Goldea Roman Night Fragrance (nel 2017), Burberry P/E (nel 2020), Calvin Klein (dal 2016 al 2019). Calvin Klein Swimwear (nel 2020). Chrome Hearts Primavera /Estate (nel 2013) A/I (nel 2018). Dior Beauty (dal 2016 al 2019). Dsquared 2 A/I (nel 2018), DKNY P/E (nel 2017), Fendi P/E (nel 2017), Giuseppe Zanotti Autunno /Inverno (nel 2017) P/E (nel 2018). Givenchy A/I (2016) P/E (nel 2021), Helmut Lang (nel 2020). J.W. Anderson A/I (nel 2016), Joe’s Jeans Primavera /Estate (nel 2016), KITH x Versace (nel 2019), Magnum (nel 2018).
Ma anche:
 Marc Jacobs Primavera /Estate (nel 2016), Max Mara Accessories A/I (nel 2017) Primavera /Estate (nel 2018), MICHAEL Michael Kors P/E (dal 2019 al 2021) Autunno /Inverno (dal 2019 al 2020). Michael Michael Kors Holiday (nel 2019), Missoni P/E (dal 2019 al 2020) A/I (nel 2019), Moschino P/E (nel 2017 ma anche nel 2019 e nel 2021), Nars Cosmetics (nel 2017), Nike (nel 2017), Ochirly A/I (nel 2017) P/E (nel 2018), Penshoppe (dal 2017 al 2018), Ralph Lauren Denim (nel 2015), Rag & Bone P/E (nel 2018), Topshop (dal 2015 al 2016). Versace Autunno /Inverno (nel 2018) P/E (nel 2019), Versace Handbags P/E (nel 2016), Versus Versace x Zayn (nel 2017), Zadig & Voltaire P/E (nel 2017) A/I (nel 2017).
1 note · View note
allecram-me · 6 years
Text
Prospettiva di oggi, #67
Ho sempre freddo la mattina. Il resto del giorno lo passo poi a spogliarmi, progressivamente, per quanto posso. La gente che mi incontra sostiene che non mi so vestire, che vivo in un altro mondo, che non posso usare lo stesso finto cappotto per così tanti mesi all'anno: non mi adatto, quindi sono destinata a soccombere. Al raffreddore perenne, l'aria malata, gli occhi lacrimosi. Invece è così solo la mattina.
Non sono una creatura molto versatile, è vero. Del resto Novembre è quasi finito ed io non ho ancora fatto il cambio di stagione nel mio armadio. È così ogni volta, non sono in grado di stare al passo col movimento formale dei giorni, piuttosto la vita deve rincorrermi, con un certo dolore, e riportarmi al presente tirandomi per le orecchie. Non voglio dormire la notte, non voglio uscire di giorno. Non mi adatto.
Recentemente ho scoperto che le fossette che incorniciano il mio sorriso sono una malformazione di quel muscolo facciale. Mal-formazione. Questa informazione ha modificato per un attimo la mia prospettiva, ma fortunatamente sono abbastanza in grado di prendere le cose nel loro valore assoluto, attribuendogli poi io il mio segno.
Secondo me è una roba adattiva. Rimanda in qualche modo alla graziosità dei bambini, un po’ come gli stessi occhi grandi che mi ritrovo. Dovrebbero indurre nell'altro sentimenti di protezione, comunicando vulnerabilità e tenerezza.
In effetti nella mia vita c'è sempre stato qualcuno a occuparsi di me, anche a modo proprio, anche se a volte l'ho odiato. A quanto pare è un fatto ineluttabile, è evidentemente scritto nel mio stesso patrimonio genetico: sono una da amare, da tenere vicina, da mantenere al caldo mentre cerco di capire il mondo. Però poi ho anche questo cervello inquieto, questa tendenza disfunzionale: una vocazione al trionfo ed al pianto.
Che cosa voglio, ancora?
Dove diamine penso di poter arrivare?
17 notes · View notes
purpleavenuecupcake · 4 years
Text
Cos’è segreto, cos’è riservatezza, cos’è privacy in tempi di Coronavirus
(di Biagino Costanzo - Socio AIDR e co-founder di KNOSSO) In tempi di emergenza sanitaria dovuta alla pandemia COVID-19, centrale sta diventando il dibattito anche sull’applicazione voluta da Governo ma non ancora operativa denominata, per il momento, “Immuni”. Si è detto di tutto di più sulla utilità del suo utilizzo e sui rischi nell’uso.
Tumblr media
Provando a fare un po’ di chiarezza semplificando, si è compreso che l’app potrà essere scaricata, su base volontaria e gratis, dal play store Android e dall’Apple store per dispositivi iOS (il download non sarà quindi disponibile, almeno inizialmente, su Windows Phone, su feature phone e su telefoni Android sprovvisti del play store). L’App “Immuni”, sarà composta da due parti, una dedicata al contact tracing vero e proprio, via Bluetooth, e l’altra destinata ad conservare una specie di “diario clinico” in cui l’utente possa annotare tempo per tempo dati relativi alle proprie condizioni di salute, come la presenza di sintomi compatibili con il virus. In poche parole quando il soggetto che ha scaricato l’app risulta positivo al virus, gli operatori sanitari gli forniscono un codice di autorizzazione con il quale questi può scaricare su un server ministeriale il proprio codice anonimo, se l’app riconosce tra i codici nella propria memoria un codice di un contagiato, visualizza la notifica all’utente. I dubbi nascono da chi crede che, per quanto si afferma, che tutti i dati dei cittadini che la useranno resteranno su un server pubblico e dopo un tot di tempo distrutti, la società che gestirà Immuni potrebbe, nonostante quel che si dice, conservare i dati in “altro” server o quanto meno il tutto potrebbe essere penetrabile dagli hacker o da servizi di sicurezza stranieri. Come sappiamo il diritto alla protezione dei dati personali non è assoluto e può essere limitato ai fini del perseguimento di un obiettivo di interesse pubblico generale preminente o per proteggere diritti e libertà altrui, quindi anche l’emergenza per il Coronavirus non fa eccezione. Però è comprensibile il peso della vicenda, essere a conoscenza che i nostri dati, addirittura clinici, i nostri spostamenti, i nostri contatti etc etc, anche se dopo un certo tempo vengono distrutti, potrebbero comunque finire in copia in qualche altro centro di raccolta dati, apre scenari pericolosi con una percentuale, credo, molto alta della nostra popolazione a rischio intrusione. Cosa significano quindi anche in questi tempi, termini come riserbo, riservatezza e segreto! Innanzitutto iniziamo da quest’ultima e dall’origine della parola, dall’antico latino “secretum” o greco “kriptos”. Il segreto è una informazione che non viene rivelata ovvero che non deve o non dovrebbe essere rilevata, perché, se lo fosse, recherebbe nocumento ad una comunità, ad uno Stato, a chi la rivela e talora a chi la riceve. In tal senso si parla di segreto di Stato, segreti di ufficio, segreto bancario, segreto militare, segreto industriale (esempio classico il segreto custodito ad Atlanta per quanto riguarda la formula della Coca Cola). Tali segreti possono essere violati su disposizione della magistratura inquirente, per l’apertura degli archivi di Stato, per imprudenza, per dolo mirato, e il più delle volte per soldi, tradimento e per spionaggio. Conservare un segreto può essere dovuto a riserbo e fa parte del riserbo anche il segreto personale che scompare con la morte del suo possessore. Il riserbo non riguarda solo degli atti inconfessabili, perché qualcuno può legittimamente desiderare di non rendere pubbliche le proprie malattie, (ritornando appunto all’attuale emergenza), le proprie appartenenze religiose, le preferenze politiche, i propri gusti sessuali e perché no le proprie passioni. Questo è il diritto al riserbo che viene sempre più a perdere valore in un a società sempre più massmediatica, informatica, dove la rinuncia alla riservatezza prende ormai la forma del più estremo esibizionismo. Pensiamo all’invasione cosi tanto decantata dei social network che, come molte le cose, da un’ottima intuizione si sono trasformati, spesso, in un cambiamento profondo delle abitudini umane arrivando ad alimentare stupidità, odio, rancore, rabbia, mistificazione della verità, fino alla manipolazione e all’abuso della credulità sociale. Si mette nella piazza pubblica virtuale di tutto e di più esponendo le cose più intime, affermando cose insensate, alimentando, a volte, anarchie varie, esponendo anche l’ingenuità dei propri piccoli verso gentaglia malata che sta lì pronta a rendersi pericolosa. Si trasferiscono sui social, scioccamente, tanti e tali informazioni personali, da far metter a rischio la propria incolumità e quella dei propri cari da parte di tanti delinquenti anche loro ben presenti sulle piattaforme social, pronti a carpire anche i più banali vostri segreti per trarne vantaggi personali. E in queste ultimi anni abbiamo anche contato tanti morti a causa del cyber bullismo, suicidi di ragazze e ragazzi che non reggono la pressione dopo esser rimaste vittime del branco, non solo fisicamente a scuola, nella vita sociale, ma anche ora, sul web. Una volta questa valvola di sfogo era il pettegolezzo. Odioso anch’esso ma il pettegolezzo classico si faceva nei villaggi, in portineria, all’osteria, ai bar, era, forzando un po’ l’analisi, un elemento di coesione sociale perché gli spettegolanti non di rado invece di godere delle sventure degli spettegolati ne provavano o esibivano compassione. Esso stesso funzionava se le vittime non erano presenti o non sapevano di esser tali o salvavano la faccia facendo finta di non saperlo. Oggi la televisione ha ideato format in cui chiunque può divenire vittima famosa presentandosi a spettegolare su sé stesso. Si assiste ad un trash spaventoso dove per un obolo, a volte misero, si presentano intere famiglie a sviscerare problemi intimi, di eredità, di rapporti logori, o coniugi che si rinfacciavano tradimenti o che impietosamente e reciprocamente si rinfacciavano addirittura le loro incapacità sessuali. Quindi, minata l’epoca del riserbo, sopravvive invece da millenni l’idea del segreto, che per esser tale, dalla antichità, doveva essere misterico innanzitutto. Infatti, il filosofo Simmel ricorda che gli uomini per natura sono avidi degli stessi e chi è ritenuto di possedere dei segreti non ancora svelati acquista sempre una forma di potere perché chi sa un giorno cosa potrebbe svelare. È sempre stato un principio delle polizie e dei servizi di sicurezza e informazione di tutto il mondo, che più cose si sanno e più si prevengono atti destabilizzanti e pericolosi, più si sa è più quindi si ha potere o anche si mostra di sapere. Il problema è non cadere nella tentazione di divulgare i segreti di cui si è in possesso, in questo caso amo citare Gibran quando afferma “Se riveli al vento i tuoi segreti, non devi poi rimproverare al vento di rivelarli agli alberi”. Sempre Simmel afferma che la caratteristica tipica delle società segrete è l’invisibilità, e se riflettiamo, si sono sempre voluti invisibili le associazioni segrete. Pensiamo ai Carbonari o all’Ordine dei Templari, che poi molti di loro finissero sulla ghigliottina o al rogo non dipende tanto dal fatto che fosse trapelato il segreto che custodivano, quando dal fatto che, se alla fine l’obiettivo di una associazione è, per esempio, ordire una rivoluzione, il segreto cessa di esser tale quando la rivoluzione esplode. Ovvero ci sono dei segreti, come quello di un Gruppo industriale che voglia organizzare un’OPA per la conquista di un pacchetto azionario, che cessano di esser segreti quando la scalata va a buon fine o quando fallisce platealmente. Davanti ad una crisi che da sanitaria sta, purtroppo e velocemente diventando sociale, culturale ed economica, vorrei porre una ulteriore riflessione su un aspetto del concetto di “segreto” ovvero i segreti industriali. Albert Einstein affermava che “Il segreto della creatività è saper nascondere le proprie fonti”. In tempi di libera concorrenza e globalizzazione dei mercati, la protezione del segreto industriale riveste sempre più un ruolo strategico per una Impresa, unitamente alla protezione e difesa delle proprie innovazioni e nuove soluzioni, siano esse funzionali o estetiche, nonché dei propri segni distintivi. Dal processo produttivo di un oggetto alla sua commercializzazione è lunga la serie delle informazioni non brevettabili, che sia per scelta o impossibilità. Eppure queste informazioni, che possono essere tecniche o aziendali, per chi le detiene rappresentano un grande valore economico e per i concorrenti un indubbio vantaggio, se solo le potessero conoscere. Ogni impresa detiene dei segreti generati durante l'attività imprenditoriale. Alcuni illuminati imprenditori sono talmente consapevoli dell'importanza di tali segreti da ricorrere a specifiche leggi per ottenere un'adeguata protezione. La maggior parte delle imprese però, si rende conto della loro importanza soltanto quando il segreto è già stato svelato. É in questo frangente che si rendono conto di aver posseduto qualcosa avente un valore che meritava di essere protetto. Considerando, la rapidità con cui muta la tecnologia al giorno d'oggi, la protezione del segreto industriale, in alcuni casi, rappresenta il diritto di primazia intellettuale più attrattivo, interessante, efficiente e facilmente accessibile. La definizione giuridica di segreto industriale e di segreto aziendale passa attraverso la definizione della parola “segreto”. Il nostro ordinamento giuridico utilizza questo termine per indicare un documento o un’informazione che deve rimanere nella sfera di conoscenza dell’autore. Affinché le informazioni in possesso di un’impresa risultino protette dalla legge, è necessario che esse, oltre a costituire un valore aziendale, siano mantenute segrete. Affinché queste informazioni siano suscettibili di utilizzazione economica e quindi degne di tutela giuridica, devono essere: informazioni tecniche, tecnologiche, finanziarie, di marketing, commerciali o strategiche, sotto forma di relazioni, comunicazioni anche di carattere interno, studi, rapporti, elenchi, dati, tabelle, schede, tabulati e quant’altro - sia su supporto cartaceo che magnetico, ottico o magneto-ottico - purché identificabili ed idonee a costituire un patrimonio di utilità aziendale. Identificare il know-how, cioè l’insieme delle informazioni tecniche segrete, su un supporto materiale, è fondamentale in quanto permette di verificare se esso possieda i requisiti di segretezza e di sostanzialità che ne garantiscono la tutela. segrete, in quanto difficilmente accessibili e sufficientemente protette da chi ne è il legittimo titolare. Per dimostrare l’adeguata protezione delle informazioni, al fine di renderle tutelabili ed opponibili, non è sufficiente la buona fede od un semplice cavillo. È necessario, invece, che sia posto in essere un serio criterio di difesa ed una corretta protezione, dimostrabile e documentabile: ad esempio un criterio di difesa prevede circolari interne specifiche, procedure di sicurezza, nda, clausole di riservatezza o di sicurezza, contratti di sicurezza, di segretazione, ecc. E’ necessario che l’insieme organico di tali informazioni, insieme che viene continuamente implementato ed adeguato al variare dei fattori di scambio e nel contempo esplica una propria valenza economicamente importante per l’azienda, come tale, sia segreto e bene proprio dell’azienda. In altre parole, anche se la sequenza delle informazioni, che nel loro insieme costituiscono un tutt’uno per la concretizzazione di una fase economica specifica dell’attività dell’azienda, è costituita da particelle di informazioni di per sé note, qualora detta sequenza sia di per sé non nota e sia considerata segreta in modo fattivo dall’azienda, detta sequenza è di per sé degna di protezione e tutela. Non è necessario infatti che ogni singola informazione sia “non nota” e “non conosciuta”, è necessario invece, che il loro insieme organico sia frutto di un’elaborazione dell’azienda. Proprio in questo modo infatti acquisisce un valore economico aggiuntivo rispetto ai singoli elementi che lo compongono. Si pensi ad esempio ad una complessa strategia per lanciare un prodotto sul mercato: i suoi singoli elementi sono senz’altro noti agli operatori del settore ma l’insieme può essere stato ideato in modo tale da rappresentare un qualcosa di nuovo ed originale e, come tale, un vero e proprio tesoro dal punto di vista concorrenziale per l’ideatore. Il segreto è dunque la leva attraverso cui proteggere i propri valori organizzativi e di avviamento che trovano nel segreto stesso il loro punto di forza. Ecco perché il know-how per essere proteggibile non deve essere accessibile a tutti: se si diffonde perde valore. Inoltre grazie all’adozione delle misure di protezione si crea il presupposto logico dell’abusività della sottrazione da parte di un terzo: non si abusa, infatti, se non di qualcosa sottoposto a misure per la sua salvaguardia. Ecco allora la necessità di regole fondamentali per proteggere le informazioni riservate. Le misure di salvaguardia devono essere rivolte sia all’interno (verso dipendenti o collaboratori) che all’esterno (verso i terzi in generale, come, ad esempio, i fornitori, i clienti, partner, ecc.). In queste settimane si parla tanto di fondi europei, del continuo acquisto dei Titoli degli Stati da parte della BCE, del “famigerato” MES. I Paesi, stanno cercando di trovare un punto di incontro ma si va in ordine sparso. E in questo scenario e su questi rapporti, i partiti di maggioranza litigano tra loro e con l’opposizione, che nel frattempo urla e si intravedono nuovi assetti geopolitici tra chi spinge a non ledere il rapporto storico con gli USA e chi spinge in modo molto sospetto verso la Cina e questo riguarda anche il problema del 5G e la cessione di informazioni personali e il rischio sempre maggiore di sottrazione anche, appunto, di segreti industriali. Come sappiamo il libero mercato ha portato nel nostro il sistema produttivo in generale, e nei settori tlc//automotive/ difesa/sicurezza in particolare, all’acquisizione o alla partnership tra aziende italiane e straniere (per lo più europee). È un dato di fatto, si può fare e, aggiungerei, il più delle volte, per fortuna, vista l’assenza ormai annosa, di investimenti nazionali, altrimenti avremmo decine di medie e anche grandi aziende al collasso con conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro. Quindi, bisogna confrontarci con questa realtà senza però cadere nella pura bieca propaganda che sia essa politica o sociale e senza inversamente chinare la testa, evidenziando l’atavico spirito provinciale che pervade purtroppo il Paese da sempre. Ma in questo tempo difficile, in cui tutto sembra il contrario di tutto, e che granitici proclami si sgonfiano nell’incoerenza in poche ore, l’obiettivo da raggiungere è quello di essere semplicemente molto seri, recuperare valori, lavorare con etica e operando con molta attenzione affinché anche la proprietà intellettuale, il bene tangibile ed intangibile prodotto sia protetto. Vi sono tutti gli strumenti per farlo, da quelli convenzionali e conosciuti a quelli normativi e legali, per contrastare il furto dei segreti, che siano industriali, militari, scientifici, ma è necessario appunto non essere superficiali nelle analisi, nelle valutazioni e nelle conclusioni: approfondire ambienti, interconnessioni, controllare “amicizie interessate” cementate da comuni vizi, insomma evitare che su questi temi, ripeto, delicatissimi, serissimi e vitali per la salvaguardia e la protezione della nostra Repubblica e dei nostri interessi nazionali, possa esserci, da pochi per fortuna, faciloneria e sciatteria che mettono a sicuro rischio gli asset industriali italiani più strategici e il futuro stesso del sistema Italia e dunque del bene collettivo. Read the full article
0 notes