Tumgik
#disturbi alimentari
support · 5 years
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Everything okay?
If you or someone you know is struggling with an eating disorder, you are not alone.  
If you are in the United States, please try:
National Eating Disorders Association (support, resources, treatment options)
If you are outside the United States, visit IASP to find help lines related to eating disorders for your country. 
For self-help courses on body image and general peer support, please try Koko. 
If you need some inspiration and comfort on your dashboard, follow Post It Forward on Tumblr.
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entropiceye · 7 months
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Ultimamente mi rendo conto di non riuscire ad esternare le mie emozioni. E' una cosa più forte di me. Mi filtro sempre un po', perché dentro la mia testa si sta facendo davvero tanto buio e quand'è così, ho paura di raccontarlo. Un po' perché temo che le persone mi lascino; un po' per evitare di ascoltare consigli non richiesti o giudizi e svalutazioni, un po' perché parlare di quelle cose, dare loro un corpo attraverso la voce ed esternarle... Le rende in un certo senso più reali e spaventose. Finché rimangono in testa be', puoi sempre cercare di metterle da parte (non sempre e sicuramente non senza un grosso sforzo mentale). Mi rendo conto di essere molto stanca e demotivata. Sono spesso triste, con le lacrime pronte a scorrermi giù dagli occhi. Dormo male, dilaniata dall'ansia di dover fare tante cose, che poi puntualmente rimando perché non riesco a concentrarmi come vorrei e dovrei. Mi sento in colpa per questo eppure non riesco a fare chissà quanto per evitare di ricadere sugli stessi errori. Mi sembra di cercare di esserci per tutti (in famiglia, al lavoro, con le amicizie), meno che per me. Mi sento in colpa perché sento che sto riversando tutta la mia negatività e il mio senso di solitudine sull'unica persona di cui mi importa davvero. Mi vede sempre triste e stressata e io non vorrei questo... Vorrei riuscire ad essere presente quando sono con lui, invece che con la testa sovraffollata. Ieri mi sono abbuffata di nuovo. Non avevo nemmeno fame, volevo solo smettere di pensare. Volevo farmi del male e quello era il modo meno drastico che mi veniva in mente. Penso al mio corpo che cambia e che mi piace sempre meno, penso all'inverno e al fatto che probabilmente molti vestiti non mi andranno più. Penso all'umiliazione inevitabile che sarà dover chiedere dei soldi ai miei genitori per comprare qualcosa che mi entri (al punto che magari finirò per indossare sempre gli stessi vestiti proprio per dover evitare di farlo). Penso di essere un fallimento. Dopo anni di sforzi, di soldi spesi in terapie sono ancora qua ad abbuffarmi di nascosto. Probabilmente se non facesse troppo caldo per le maniche lunghe avrei reagito diversamente e la cosa ancora più folle e disturbante, è che una vocina nella mia testa afferma che sarebbe stato sicuramente meglio, perché almeno così avrei evitato di ingozzarmi e ingrassare. Ah, mi sono sentita male ovviamente. Mi sono addormentata per cercare di sfuggire ai crampi, senza neppure mettere le lenzuola sul letto. Più tardi è rientrata la mia coinquilina e mi ha svegliata per parlare, è un momento difficile per lei. Io riuscivo solo a pensare al senso di vergogna che mi stava divorando. Ho cercato di essere una buona amica, l'ho ascoltata e rassicurata, ho persino atteso che si addormentasse, ma la mia testa è sempre altrove, sempre lì, su quel pensiero maledetto. Quando pensi al suicidio come fai a dirlo? L'ultima volta dirlo è servito solo a farmi guardare con sospetto, a essere controllata a vista, ingannata e per poco pure rinchiusa. Altre volte è servito solo a far realizzare a qualcuno che ero troppo piena di problemi e che perciò era meglio lasciarmi perdere. So che certi pensieri li avrò sempre di tanto in tanto. Ma ultimante sono persistenti e accompagnati da impulsività. Sento che sta andando male di nuovo e ho bisogno di aiuto.
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Adottate la gentilezza e l'empatia 💜🎗
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normalizziamo il fatto che si può soffrire di un disturbo alimentare anche solo sentendosi in colpa per aver mangiato 2 biscotti in più a differenza di chi soffre di binge eating che se ne mangerebbe 2 di scatole, perché un disturbo alimentare parte dalla testa, quindi se per me 2 cazzo di biscotti sono un'abbuffata, per me resta un'abbuffata perché la mia testa mi porta a pensare a questo. ok che le abbuffate sono peggio perché può compromettere la salute, ma odio chi deve sminuire chi ha un disturbo alimentare diverso, non puoi manco sapere se è solo l'inizio della fine per quella persona, tu non hai idea di cosa le passa per la mente, non sai se tende all'anoressia o alla bulimia o che cazzo ne so, e tu non sei nessuno per giudicare le persone dai propri disturbi personali, che ognuno si vive in maniera soggettiva, non sei nella sua testa, non sei un'eroina solo perché tu "ne soffri davvero".
che gente del cazzo madò.
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lonelydarkmountain · 2 years
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Ho un pensiero assillante in testa.
Non riesco a dimagrire.
Più ci penso più mangio, è dannatamente brutto, sentirsi così uno schifo.
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leggeradatutto · 1 year
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Ma solo a me quando ero in sottopeso i genitori mi guardavano se mangiavo, mentre ora che chiedo aiuto per le abbuffate non mi guardano nemmeno?
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e cade un'altra goccia di sangue, la senti scivolare sul tuo corpo, e un senso di libertà si avvicina, di distacco dal mondo che ti circonda, per tre fottuti secondi ti senti libera, senza alcun pensiero.
e quelle due dita, si quelle lì, e le rimetti, lo rifai, fino a stare male, ma in fondo, per quel minuto ti senti libera, libera come non mai, senza alcun senso di colpa.
ti senti come un fiore giallo in mezzo ad altri centinaia che appassisce al buio... forse, dovresti imparare a vedere il mondo diversamente, non bianco, non nero, ma grigio ti ripeti, un passo alla volta, un bicchiere mezzo pieno, che se però lo capovolgi diventa vuoto, e se cade si rompe, e sulla mia pelle ancora lo vedo inciso quel vetro, non è una semplice cicatrice quella che vedi, non è un semplice segno sulla pelle, è un ricordo, un ricordo da voler dimenticare, ma quello resta lì, inciso sulla pelle, con una marea di cose dentro, cose che resteranno lì, lì per sempre.
e urla pensi, dí cosa provi, no cazzo, no cazzo, tu sei forte, non esplodere, resisti, le difficoltà sono debolezze, tienile per te. e allora vai avanti, giorno per giorno, con quel cazzo di sorriso stampato in faccia e degli occhi verdi da pietrificare, un verde di speranza, ma quale speranza pensi... sei rassegnata, la speranza è di chi sa sognare, e tu hai smesso, hai smesso molto tempo fa.
occhi così sofferenti che basterebbe guardarli per due secondi per poter leggere pagine e pagine, ti senti però, come se fossi l'unica a saper leggere, ad avere occhi realistici, quel grammo in più lo senti, quelle pagine le leggi in chiunque, ognuno ne ha di diverse, e sei lì, sempre lì, ad esserci per quegli stronzi, ma adesso basta, tu chi cazzo sei, tu stai morendo giorno per giorno, ti serve aiuto ti ripeti ma vai avanti,.tieni duro, non piangere.
ormai non provi più niente, sei sola più che mai, ma vai avanti e avanti e avanti.... in fondo c'è l'hai sempre fatta ti ripeti.
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asadmadgirl · 1 year
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heyy, sto cercando di perdere peso mi potresti dare dei consigli per evitare di magiare durante gli attacchi di fame? Vorrei dimagrire di qualche chilo e non so come fare
Heyy ciao, purtroppo evitare gli attacchi di fame è sempre stato molto difficile anche per me, però ci sono alcune cose che mi hanno aiutato:
1-Bere moltissima acqua, tisane o acqua con limone. Ti aiuta a sentire lo stomaco pieno e a non percepire la fame. Ovviamente va benissimo anche la coca cola zero o altre bibite con zero calorie.
2-Cerca di non saltare i pasti, ma di fare delle porzioni piccole e\o poco caloriche scegliendo attentamente cosa mangiare.
3-Se dopo aver finito di mangiare hai ancora fame aspetta circa venti minuti, solitamente la sensazione di pienezza non si percepisce immediatamente, ma dopo circa quel lasso di tempo.
4-Se stai iniziando ora a ridurre le calorie che introduci, non ridurre drasticamente da un giorno all'altro.
Cerca di togliere circa 50 o cento calorie al giorno in maniera graduale, fino a stabilizzarti.
5-Ricorda che dopo 2-3 giorni che hai ridotto le calorie il tuo corpo si abitua a quel regime quindi sentirai molto meno la fame, all'inizio può servirti come motivazione e anche se non vedi risultati immediati è importante pensare che si vedranno con il tempo.
6-Mentine e gomme da masticare aiutano a sopprimare la fame.
7-Il caffè, senza latte e zucchero, aiuta a sopprimere la fame e diminuisce il senso di nausea o mal di testa.
Spero di essere stata utile :)
Ovviamente qualche volta può capitare di mangiare di più o di abbuffarsi, questo non ci rende meno valide.
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fioridichern0byl · 9 months
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a settembre dovrebbero ricoverarmi per dca.
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ross-nekochan · 9 months
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Sono cose che ciclicamente ritornano e non so dirmi mai se sono gli strascichi del DCA o se è frutto della mia vigile consapevolezza alimentare.
Ma, di nuovo, sto mangiando troppo per i miei gusti. Uno può dare la colpa al preciclo, allo stress e al resto, ma fino a un certo punto perché il cervello funziona e se lo sai che stai mangiando troppo, si deve dire stop e basta. Però da una parte sono sempre alla ricerca della causa, così da riuscire a intervenire anche su quella e rendermi la vita più semplice.
Sono una mangiona da sempre ma mi devo dare dei limiti perché sennò mi sento proprio il terrore dell'obesità addosso (forse è stupido per chi non capisce che posso mangiare 4000kcal al giorno quando me ne servono la metà).
Al tutto si aggiunge la palestra che non faccio. Non tanto per le calorie bruciate (che sono poche) quanto per i nutrienti che, ovviamente, sono gestiti diversamente dal corpo (= non vanno nei muscoletti).
Questo si riflette moltissimo sulla mia (dis)percezione corporea: mi vedo già molle, grossa e grassa come un bisonte dopo un solo mese. Ovviamente tutto amplificato da un ambiente dove le femmine sono per lo più magre come delle scope.
È così difficile qui per me. Ma devo trovare un compromesso. Per me.
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klimt7 · 3 months
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È bene che le persone aprano gli occhi sulla direzione che ha preso questo Governo di Destra.
Riprendo due articoli comparsi sulle pagine di Repubblica negli ultimi cinque giorni.
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Più disturbi alimentari e meno fondi dal governo: “Lasciano sole le Regioni”
LA TESTIMONIANZA
“Io, madre di un’anoressica, vi dico che questo governo se ne frega dei più deboli”
di Caterina Giusberti
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Niente più fondi per i disturbi alimentari che riguardano 4 milioni di italiani: “E’ la seconda causa di morte tra i ragazzi, senza sostegno sono perduti”
«Queste non sono devianze, sono malattie psichiatriche gravi. Queste ragazze e questi ragazzi non hanno più voglia di vivere, si trasformano. Senza la rete sui disturbi alimentari dell’Emilia-Romagna la mia famiglia sarebbe stata persa. Ma a questo governo dei fragili, dei deboli, non importa nulla: si vede dalle scelte che fanno». Claudia è mamma di una ragazza di 17 anni che si ammalata di anoressia a luglio 2020, in piena pandemia. All’improvviso al mare non voleva più mangiare il gelato, a cena litigava con la forchetta, sminuzzava tutto, ha iniziato a pesare sempre meno.
La situazione è precipita in pochi mesi, a ottobre 2020 ha vissuto il primo di una serie di ricoveri salva-vita. «E ne stiamo uscendo, faticosamente, adesso», dice Claudia.
Per un periodo sua figlia è stata seguita anche dal centro Gruber. «Ma i posti in residenza erano pieni - racconta - quindi ci avevano prese in day hospital: io la portavo tutti i giorni alla mattina e la andavo a prendere la sera. Dopo un po’ però ci dissero che non era il posto per lei, perché era troppo grave, stava perdendo troppo peso. Così alla fine abbiamo trovato posto a Parma, in una struttura residenziale che si chiama Il Volo». Sua figlia c’è rimasta nove mesi. «Quando è arrivata lì non mangiava niente, pesava 37 chili. Poi lentamente, piano piano, hanno iniziato a farle riprendere un pochettino di peso. Col tempo ha iniziato a potere uscire un po’ e alla fine è tornata a casa». Ma ancora adesso è seguita da uno psicologo, un dietista e un neuropsichiatra. In casa, a ogni pasto, misuriamo quello che mangia con la bilancia o con un mestolo. La rassicura sapere che lo facciamo», spiega Claudia
Sapere del taglio del fondo nazionale sui disturbi alimentari l’ha molto allarmata. «Penso a mia figlia che ha ancora bisogno di essere seguita - prosegue - Ma penso anche chi ha un ragazzo o una ragazza che precipita in questo problema oggi. Senza una rete di sostegno sei perso. Il rischio al quale esponi i tuoi figli è elevatissimo. È la seconda causa di morte per i ragazzi in Italia, dopo gli incidenti stradali. Servono risorse strutturali, stabili, sicure».
Disturbi alimentari, rete di cura più fragile
di Jessica Muller Castagliuolo
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Le strutture dedicate alla cura dei disturbi alimentari e della nutrizione in Italia sono 126, frammentate a livello regionale. Senza il finanziamento molte rischiano la chiusura
Negoziare una tregua. Fermarsi prima che sia troppo tardi.
È complesso quando teatro di battaglia politiche è il proprio corpo che, chilo dopo chilo, finisce per identificarsi con la malattia che lo divora. Un percorso feroce, che svuota o sedimenta troppo. A camminare su questo filo sospeso sono sempre più ragazze e ragazzi che dai disturbi alimentari stanno cercando di uscire. Un grido collettivo che proviene da corpi silenziosi, la cui traccia evapora davanti a uno specchio.
Nel riflesso, l’immagine di un’epidemia: i disturbi alimentari sono la seconda causa di morte tra i giovani dopo gli incidenti stradali.
Oltre 3 milioni le persone prese attualmente in carico in Italia.
“Oggi il disturbo prevalente è la bulimia nervosa. I disturbi mutano rapidamente perché sono collegati a contesti culturali e sociali del nostro tempo. Sono sofferenze profonde, c’è un desiderio di morte dentro”. Laura Dalla Ragione, direttrice della Rete disturbi alimentari Usl 1 dell’Umbria, ci racconta che negli ultimi anni la situazione è cambiata, non solo per l’aumento dei casi, che dai 680.456 del 2019 sono cresciuti di un milione nel 2023, per arrivare a 1.680.456, “a cambiare è la psicopatologia: in questo momento i quadri dei disturbi alimentari puri sono il 40%, il 60% sono invece quadri di comorbilità con altre patologie. Ad esempio, l’autolesionismo, un fenomeno che è aumentato moltissimo”.
Vale anche per le malattie del nostro tempo: anoressia, bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata, sono sempre più presenti nell’immaginario collettivo, ma i connotati clinici faticano ancora a trovare residenza stabile e un “paesaggio" concreto.
Susan Sontag scriveva che “è quasi impossibile prendere residenza nel regno dei malati senza lasciarsi influenzare dalle sinistre metafore architettate per descriverne il paesaggio”. Vale anche per le malattie del nostro tempo: anoressia, bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata, sono sempre più presenti nell’immaginario collettivo, ma i connotati clinici faticano ancora a trovare residenza stabile e un “paesaggio" concreto.
Il Fondo cancellato
Tuttavia, l’emendamento votato dal Senato il 21 dicembre 2021 sanciva un passo in avanti con l’istituzione di un Fondo presso il Ministero della Salute di 25 milioni di euro (15 milioni di euro per il 2022 e 10 milioni per il 2023) dedicato all’apertura di centri specializzati e alla creazione di una rete di sostegno per pazienti e famiglie. Ma la Legge di Bilancio 2024 taglia il finanziamento e i centri di assistenza, già pochi e frammentati a livello regionale, rischiano la chiusura il 31 ottobre prossimo.
Le strutture sul territorio nazionale, secondo l’ultimo censimento al 2023, sono 126 di cui 112 pubbliche 14 appartenenti al settore del privato accreditato. 63 i centri al Nord (20 in Emilia-Romagna e 15 in Lombardia), 23 al Centro (di cui 8 nel Lazio e 6 in Umbria), 40 quelli distribuiti tra il Sud e le Isole (12 in Campania e 7 in Sicilia). “Ci sono regioni che hanno attivato degli ambulatori con questi fondi perché non avevano nulla: il Molise, l’Abruzzo, le Marche, la Campania, la Puglia. È stato assunto personale a termine che non potrà essere rinnovato”, commenta Dalla Ragione.
Ma cosa implica per una persona affetta da un disturbo alimentare interrompere le cure?
“L’interruzione delle cure è un elemento di aggravamento del quadro e significa lasciare i pazienti in balia di sé stessi. Quando si inizia un trattamento si instaura un rapporto di fiducia.
Non puoi dire a un paziente, dopo averlo a fatica convinto che questo sia il percorso giusto, che l’ambulatorio ora chiude.
Ci sono pazienti delicati che possono anche rapidamente avere un’evoluzione negativa”
Stefano Tavilla, co-fondatore della Fondazione Fiocchetto Lilla, spiega: “Le liste d’attesa si allungheranno e purtroppo si inizierà a pensare a una risoluzione della cura verso il basso. In quel contempo, la malattia va avanti. A quel punto la condizione di salute del paziente si aggrava e quando si è finalmente presi in carico la malattia non sarà più certificata da un percorso di guarigione, ma di raggiungimento di minimi obiettivi, che possono essere un particolare peso o la scomparsa di sintomi. Questo vuol dire che andiamo a creare una generazione di malati a lungo termine”.
I livelli essenziali di assistenza [L.E.A.]
È intanto in corso la revisione dei Lea (livelli essenziali di assistenza), ferma al 2017, e sono state fatte proposte dalle società scientifiche e dalle associazioni dei familiari, per inserire finanziamenti vincolati e permanenti per i Disturbi dell’alimentazione e della nutrizione e di allargare le prestazioni gratuite necessarie al monitoraggio della patologia, vista la complessità e la durata delle patologie.
“La nostra istanza è nata già con una manifestazione di piazza ad ottobre 2021, in pieno Covid – continua Tavilla - Attualmente su 21 regioni solo 9 hanno una rete completa.
Si finisce per peregrinare in Italia alla ricerca di un sistema di cura e si creano lunghe liste d’attesa.
L’inserimento nei L.e.a. permetterebbe a tutte le regioni di avere le risorse dedicate per creare una rete minima di cura che va dall’intercettazione del paziente in ambulatorio, alla comunità residenziale o all’ospedale”. Laura Dalla Ragione aggiunge: “Ci devono essere dei fondi vincolati per i disturbi alimentari, esattamente come per l’autismo.
Sono patologie dove il tasso di mortalità e molto alto e dove, essendoci una componente psichica e medica, la mortalità non è solo legata al suicidio (come avviene per le salute mentale), ma anche a conseguenze organiche”.
Dai disturbi alimentari si può però guarire. Ma, come conclude Laura Dalla Ragione: “Non c’è in letteratura un caso di remissione spontanea da queste patologie: non si guarisce senza cure.
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Chissà quanto è facile per chi non ha problemi col suo corpo e col suo volto la vita.
Spesso me lo chiedo. Mi chiedo cosa provano loro a non doversi preoccupare delle kcal ingerite, di come potrebbe stare loro addosso un vestito perché tanto se lo possono permettere, ad andare sempre al mare in costume senza farsi mille paranoie, a mangiare quel che voglio quando vogliono, a non bruciare occasioni preziose perché non si tirano indietro a causa del loro aspetto fisico e tanto altro, ad avere un bel rapporto col cibo senza averne paura o averne l'ossessione.
Vorrei guardarmi allo specchio e dirmi "Sei bella", invece di prendermi a pugni, farmi venire i conati di vomito se mi guardo o non guardarmi affatto, piangere seduta sul bagno del pavimento per quanto mi faccio schifo.
Vorrei potermi far sfiorare senza rabbrividire all'idea che qualcuno possa vedere il mio corpo pieno di difetti.
Vorrei poter trattare le poche persone che mi amano come si deve, invece di trattarle male spesso perché incazzata per un qualcosa riguardante il cibo.
Vorrei poter amare l'estate perché mi permetterebbe di andare al mare e nuotare (due delle cose che amo di più al mondo).
Vorrei poter indossare quel che mi va, di qualunque stile, invece di usarne solo uno per coprirmi o comprarmi qualcosa di attillato e dirmi "Cazzo, mi sta bene, mi piace come esalta le mie forme".
Vorrei poter amare il cibo e non preoccuparmi se ho voglia di pizza, cioccolata, Mc Donald's, piuttosto facendo restrizione e privandomi di mangiare o abbuffarmi.
Vorrei poter indossare dei completini intimi sexy per il mio fidanzato e sentirmi bella, provocante, eccitante.
Vorrei, vorrei e vorrei, ma non posso, non sono così "fortunata". Sono io contro me stessa.
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entropiceye · 26 days
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Più passa il tempo e più queste festività le sento strette, più sento la costrizione di dover tornare. Mi dispiace provare questo senso di sollievo al pensiero di rientrare a "casa", anche se razionalmente sono consapevole di non poter star bene accanto alla mia famiglia.
Più mi ostino a replicare queste feste con loro, più immagino quanto sarebbero diverse quelle che vorrei trascorrere io, preferibilmente insieme a te.
Delle feste dove non ruoti tutto attorno al cibo, del tipo che, una volta finito di rimpinzarsi, si stramazzi a letto o ci si accasci sul tavolo. Il tutto condito da programmi di diete detox, tisanine depuranti e sensi di colpa e buoni propositi.
Per una volta vorrei non dover fare la mediatrice tra persone che si lanciano frecciatine continue.
Vorrei non dover annegare nella negatività altrui, visto che ho già la mia da dover gestire (ed ultimamente non me la sto cavando benissimo).
Penso al futuro e ogni mio piano mi sembra sempre poco concreto, irrealizzabile. Spesso mi sento senza speranza, come se mi stessi illudendo, inebriandomi di immagini oniriche per sfuggire al peso della realtà.
È come avere una voce severa in testa sempre pronta a smorzare il mio entusiasmo e la mia spinta a reagire.
Certe volte vorrei solo mollare tutto e andarmene chissà dove, lontano da tutti.
Stare a contatto con la natura e arrangiarmi così.
Altre volte invece vedo semplicemente tutto nero, penso a come sarebbe sparire per sempre. Mi ritrovo a fantasticare su come organizzare la mia definitiva dipartita.
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imparareavolersi · 2 years
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Tipo di mia giornate binge/depressione:
Mi alzo
Mi abbuffo
Vado a letto
Dormo
Mi abbuffo
Mangio
Non so che fare, i miei pensieri negativi mi assalgono
Dovrei fare la doccia, ma non riesco
Dormo il più possibile
Mi abbuffo
Mi lavo i denti con tanta fatica (non farei nemmeno quello se potessi)
Non ho nemmeno le forze di piangere
Ho la nausea
Non voglio nemmeno uscire di casa, mi viene l’ansia
Mangio anche se non mi va
Aspetto di andare a dormire
Mi abbuffo
Dormo
-Sara
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Pensavo che prima o poi mi sarei stancata di provare ansia e quindi che prima o poi sarebbe svanita nel nulla nel giro di qualche anno. Per un periodo ho creduto che funzionasse così, quando smisi di avere i tremori notturni per l'ansia pensai: "mi sono stancata di averli, so cosa sono, quanto durano e so che devo solo aspettare che passi da sé, quindi ora basta" e chissà forse è stato così o forse il lungo periodo brutto è andato scemando per cazzi suoi, so solo che questa ansia non me la levo mai, è solo sotto controllo grazie agli ansiolitici ma ecco, basta un niente che mi scatena in testa, nello stomaco e alla pancia, un caos assurdo che mi annebbia e mi fa sentire solo il fastidio fisico che non mi lascia vivere. In concomitanza a ciò c'è sempre la mia stracazzo di fobia del cibo, quella mi scatena l'ansia come poche cose e io non ne posso più, non posso godermi mai un pasto fuori casa senza che mi prendano le paranoie o i fastidi allo stomaco, già a manco metà pasto il mio cervello e il mio stomaco dicono "stop" ma so che è solo un fattore psicologico e mi sforzo a finire il piatto, ma dentro me vorrei non essere mai uscita fuori a mangiare, vorrei sparire, vorrei non aver bisogno mai più del cibo perché rischia solo di farmi del male. E non parlo di fobia relativa all'ingrassare. Non ne posso più, anche ora ho lo stomaco gonfio e penso solo che era meglio se avessi digiunato, che poi non mangio chissà quanto, non mi abbuffo ma mi basta davvero un pezzo di pizza in più a volte per sentirmi scoppiare. E avere l'ansia per colpa del cibo non è normale, non ha senso, non è una vera paura eppure il mio cervello non ne vuol sapere.
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evadanslalunee · 5 months
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Lì dove sognare è un reato amare è vietato
Balleremo restando immobili sotto il cielo stellato
Con il cuore disperato di chi si sente sbagliato
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