Tumgik
#ma intanto sto veramente iniziando a pensare male
themhac · 2 years
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si vabe ma manco a fa così però
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olstansoul · 3 years
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Sacrifice, Chapter 21
PAIRING: Wanda Maximoff & James Bucky Barnes
Capitano Barnes 🏀
Sono qui fuori, ti aspetto...
Si alzò dal letto tenendo ancora le gambe stese su di esso, prese il suo cellulare e vide il messaggio da parte di James. Si mise una mano in fronte, se ne era completamente dimenticata e in questo momento era in ritardo.
"Complimenti Wanda, ti sei dimenticata che avresti dovuto incontrare James"
Scese definitivamente dal letto e prese le sue scarpe e una volta allacciate si alzò di scatto da sopra il materasso. Non badando ancora una volta al dolore che aveva alle gambe. Si diresse vicino alla sua scrivania dove prese il suo solito quaderno che usava per fare ripetizioni e lo mise nella sua borsa. La mise sulla spalla e poi andò verso lo specchio. Si sistemò alcune ciocche di capelli e poi si fermò un attimo sul posto, rendendosi conto di quello che stava facendo.
"Aspetta che sto facendo?"
Si allontanò da esso e aprì la porta di camera sua, scendendo le scale di fretta.
"Mamma, io esco, vado a fare ripetizioni con James. Aspettami per cena"
Sentendo che la madre la rispose, prese le chiavi da dentro lo svuotatasche e aprì la porta. James Barnes era lì che l'aspettava in tutta la sua bellezza.
"Scusa, ho fatto tardi"
"No, no tranquilla..."
"Okay..."
Restarono due minuti fermi sul marciapiede, di fronte casa di Wanda. E come sempre non era la prima volta che succedeva questo ma si poteva dire che ora era diverso. Lei strinse fra le dita della mano destra la sua borsa mentre si sistemava alcune ciocche di capelli che svolazzavano per colpa del vento. E in quanto a James, non smetteva di guardarla, pensando a quanto sarebbe bello poterla vedere ogni giorno cosi.
"Andiamo?"chiese lei, rompendo il silenzio e l'imbarazzo.
Lui annuì e iniziò a camminare seguito da lei, percorsero strade affollate piene di palazzi alti di vetro, tanta gente andava avanti e indietro e c'erano auto che sfrecciavano alla velocità della luce.
"Lo sai che fare ripetizioni di fisica in mezzo ad una Manhattan affollata piena di suoni assordanti, non mi aiuterà per niente?"
"Infatti non faremo ripetizioni qui..."
"E dove? James io non..."
Wanda aveva già l'affanno, sarà che si era alzata di scatto da sopra il suo letto ma lo sapeva che non era solo quello. Si poggiò di fianco ad un lampione della strada iniziando a fare dei respiri profondi. Anche se non lo sentiva ancora, credeva che da un momento all'altro le sue gambe le avrebbero chiesto pietà. Nonostante stesse mangiando di più ed evitando sforzi, camminare così tanto o fare altro le veniva comunque difficile.
James vedendo che la castana che lo stava accompagnando non era più al suo fianco, si fermò e si girò vedendo che era poggiata ad un lampione mentre faceva dei respiri profondi.
"Ehi...ti senti bene?"
Il passo di James aumentò verso la sua direzione e andò così vicino a lei che Wanda poté giurare di aver sentito il suo profumo anche a pochi centimetri di distanza.
"Si...solo..."
"Ancora problemi con la pressione bassa?"chiese lui.
Quanto costava a Wanda dovergli mentire, credeva che lui non doveva meritarsi le sue bugie, non così. Non dopo che lui si stava preoccupando di questa maniera per lei. Si ripeteva nella sua testa che era solo per colpa del signor Stark che loro due si erano incontrati e nient'altro. Nient'altro sarebbe uscito al di fuori ed era giusto che lei lo riempisse di bugie.
Se da un lato era giusto per Wanda, dall'altro non lo sarebbe stato per James se l'avrebbe scoperto.
"Si, ancora problemi con quello..."
"Brava Wanda continua a mentire, quanto vuoi che duri il prossimo applauso per l'ennesima bugia?"le ricordò la sua mente.
Intanto James si girava attorno, cercando qualcosa che potesse aiutarla. Anche un semplice negozio che vendesse o del cioccolato fondente o della liquirizia ma erano circondati da palazzi altissimi, hotel di lusso e negozi di vestiti. Certo che l'idea di James, quella di portare Wanda a Central Park, non era stata delle migliori.
Anche se nella sua testa già balenava una soluzione che se per James era abbastanza efficiente, per Wanda, una volta che lui gliel'avrebbe proposta, sarebbe stata una stupidata.
"Aggrappati a me..."
"Cosa?"
"Ti prendo per le spalle così non sarai stanca appena arriveremo"
"Stai scherzando spero"
"Non sto scherzando, non voglio che ti senti male per una seconda volta"
"No, veramente James sto bene. Non voglio che poi che ti stanchi, sai quanto potrò pesa..."
"Ed io non voglio che appena mi giro per vedere se mi stai seguendo, ti ritrovo svenuta su di un marciapiede, come la mettiamo?"
Chiese lui con un'espressione che non accettava scuse o repliche. Wanda in quel momento si arrese e disse a James di girarsi.
"Solo questa volta, non ti azzardare a chiedermelo anche quando mi accompagnerai a casa"
"Sei troppo spaventata che tua madre possa vederci insieme e una volta entrata in casa ti faccia il terzo grado?"
"Ma che dici, no..."in realtà era così.
"Allora se non è così, salta su"
Avvolse le sue braccia attorno il suo collo da dietro e le bastò fare solo un piccolo salto in modo che lui la prendesse per le gambe. Appena sfiorò le sue gambe, giurò su stessa che quel contatto non se lo sarebbe mai dimenticato, anche se sarebbero passati altri mille anni. James strinse le sue gambe attorno al suo busto e Wanda aumento la sua presa attorno al suo collo. Non l'avrebbe mai detto ad alta voce ma in questo momento stava benissimo. Che fosse perché non provava più dolore alle gambe oppure perché con James in questo momento stava benissino, questo nessuno lo sapeva.Tranne Wanda, ovviamente.
"Quanto sei alto?"chiese lei.
"1,83, fa freddo lì su?"chiese lui con una leggera risata.
"No...forse vedo tutto più alto e diversamente"
"Tipico di chi è basso"
"Sono solo 1,63 e poi non so se lo sai ma nella botte piccola c'è il vino buono"
"Mh...okay"
"Okay? Che hai da ridire? È un detto italiano e funziona, la maggior parte delle volte"
"Quindi secondo il tuo ragionamento chi è alto non potrà fare nulla nella vita?"
"No, vuol dire che anche chi è basso ha delle doti straordinarie"
"E chi è alto, no?"
"Invece si! Oltre ad essere un bravo capitano della squadra di basket sei diventato il mio taxi personale"
"Si, si hai ragione ma non approfittarne"
Lei rise e contemporaneamente si strinse di poco attorno al suo collo e James riuscì a sentire la sua vicinanza e persino il suo sorriso che aveva sulle labbra. Percorsero insieme tutte le strade, fra palazzi alti, uffici con vetrate e hotel di lusso con fuori delle limousine, fin quando arrivarono ad un cancello con degli scalini.
"Riesci a scendere le scale?"chiese lui con la testa alzata di poco per rivolgersi a Wanda.
"Si, dovrei ma sto bene qui su! Spero che non ti reca tanto fastidio"
James rise e subito dopo scese le scale con ancora Wanda sulle spalle. Quando entrò nel parco, molta gente li guardavano ma a loro due non importava molto.
"Ma dove siamo?"chiese lei con leggera curiosità.
"Benvenuta a Central Park"
"A Central Park? Davvero?"
"Non ci sei mai stata?"
"Beh, quando ero molto piccola e forse non me ne ricordavo nemmeno. Ma è così bello!"disse lei con un entusiamo che sprizzava fuori da tutti i pori.
"Si, okay, accetto che sei felice ma sappi che non siamo qui per un giro turistico"
"Sei un guastafeste James...uh guarda! I scoiattoli, ma che carini!"disse lei con una gioia pura e aggrappandosi ancor di più a lui.
Stava quasi per cadere ma non se ne importava di questo. L'importante per James era vedere Wanda felice anche se non sapeva ancora il perché.
Non sapeva ancora il perché ma le faceva davvero piacere.
"Va bene, se finiremo presto potremmo andare a vederli"
Poteva sembrare, specie agli occhi degli altri, come se fossero dei fidanzati. Ma loro non lo erano. Anche se in fondo, Wanda di meno, lo speravano.
"Siamo arrivati!"
Una distesa di verde le compariva dinanzi agli occhi. Alla destra c'era un albero enorme con pezzi di corteccia mancanti, c'era anche una piccola discesa che portava ad uno spazio più piccolo ma di forma circolare. A sinistra si proseguiva con il parco, mentre attorno alla piccola discesa c'erano delle foglie colorate di rosso, arancio e giallo che erano già cadute. Segno che l'autunno stava quasi per andarsene lasciando il posto all'inverno.
"Perché questo posto non l'ho mai visto?"
"Sono quei posti nascosti, destinati ad essere usati da pochi"
"Tipo da noi"disse lei guardandolo.
E lui rimase per un attimo interdetto. Aveva detto noi senza accorgersene e James pensava già a qualcosa che poteva anche non pensare in questo momento.
"Non vieni?"chiese lei scendendo e andando a sedersi sulla distesa di verde.
Fece un respiro profondo e andò verso di lei sedendosi proprio di fronte e, anche questa volta, iniziarono il loro tipico pomeriggio insieme.
"Le ultime sono i raggi gamma..."disse lei prendendo appunti, per l'ultima volta da quando avevano cominciato.
"Rappresentano le lunghezze d'onda più brevi dello spettro delle onde elettromagnetiche e sono prodotti da reazioni che avvengono all'interno del nucleo atomico. Fra loro c'e una piccola sovrapposizione...."
Mentre James continuava a spiegare le altre mille cose riguardo le lunghezze d'onda, dentro di sé iniziava a sentire qualcosa di strano. Non aveva a che fare certamente con il suo cervello, visto che stava concentrata parecchio e neanche col suo cuore dato che James non smetteva di guardarla. Non era niente di tutto questo, ma era ciò che non si sarebbe mai aspettata che succedesse in questo momento.
Si ricompose un secondo, sistemando le sue gambe e mettendole incrociate come gli indiani ma appena provò a fare una mossa, subito è costretta a rimanere ferma così senza provare a fare il minimo sforzo. A stento riesce a muovere mani, braccia e dita dei piedi da dentro le scarpe. Le gambe è come se fossero diventate gelatina, come quella verde di Hotel Transylvania. Si sarebbero mosse solamente se toccate, mentre la sua schiena era diventata un pezzo di legno. Se avesse fatto un solo ed unico movimento sbagliato si sarebbe spezzato.
Ma stavolta non si trattava di legno.
"Non ora, non ora...non con James"disse lei nella sua mente maledicendo se stessa e il suo stupido tumore che in questo momento odiava tantissimo.
Ormai di prendere appunti non era più il caso e stringeva la sua matita così forte che forse l'avrebbe spezzata da un momento all'altro. Poteva avere i suoi motivi, che molto tranquillamente qualcun'altro credeva fossero normali. Insomma bloccarsi con la schiena in mezzo ad un parco, come Central Park, era quasi normale per chiunque.
Ma non per Wanda.
Sarebbe voluta scappare, andare via da tutto e da tutti. Dalle mille medicine che era costretta a prendere, dagli infiniti richiami da parte del dottor Strange e da queste ennesime bugie che era costretta a dire dinanzi a tutti, ma più di tutti dinanzi a James. Ma credeva, anche se non ancora del tutto, che c'era qualcosa che la manteneva qui. Che la manteneva ancora qui con James anche se non riusciva ad alzarsi da terra.
E forse quel qualcosa, che si ostinava ancora a non credere, l'avrebbe fatta sentire più viva del previsto.
"Wanda...mi ascolti?"
La voce di James la fece tornare alla realtà e vedeva che la guardava ancora una volta, come faceva prima quando stava scrivendo ciò che le diceva. E poté giurare di essere stata rapita da quegli occhi, anche se rapita era ben poco.
Più che una rapina, sarebbero stati la salvezza per lei.
"No...scusami, ero sovrappensiero e..."
"Vuoi che continuiamo la prossima volta, non so..."
"Si...direi che è meglio, dopotutto è quasi ora di cena"disse lei.
Ci pensò prima su ma poi creò un diversivo anche se quest'ultimo non avrebbe funzionato per sempre.
Quando entrambi misero a posto le loro cose, James si alzò subito e quando vide Wanda ancora seduta per terra le rivolse uno sguardo.
"Ehi, ti serve una mano?"chiese lui.
"Smettila di essere così fottutamente premuroso che mi fotti cuore e testa..."pensò lei ma poi fece un respiro profondo e gli rispose.
"Beh, in realtà c'è un piccolo problema..."
"Sarebbe? Che non puoi alzarti di scatto che hai una carenza di ferro?"
"Oh, magari fosse quello..."disse lei sottovoce e poi prese coraggio.
"...mi serve che mi alzi da terra, sono bloccata con la schiena e non riesco ad alzarmi"
"Oh..."rimase sorpreso e quando Wanda notò che lui non rispondeva, prese man mano tutto quello che le era servito e lo mise nella sua borsa.
"...aspetta, non muoverti"continuò lui.
"Cosa vuoi fare?"chiese lei sull'orlo di una crisi di nervi e troppo occupata a pensare che chiedergli questo era stato una completa stronzata.
Ma James non badava al fatto che Wanda lo stava guardando male, piuttosto si avvicinò ancor di più a lei e andò alla sua destra e si piegò su un ginocchio.
"Cosa stai facendo James?"
"Credi che prendendoti con un solo braccio, sarebbe servito?"
"Si, così non avresti perso tempo"
"Avvolgi il tuo braccio attorno al mio collo"
"Cosa? No! Anche a costo di rimanere qui tutta la sera ma non faccio quello che mi hai appena chiesto"
"Ed io, anche a costo di rimanere qui tutta la sera, te lo chiederò fino alla sfinimento"
"Ed io non ti ascolterò. Pensi che sia normale che giri attorno alle strade di Manhattan con una ragazza in braccio, come se l'avessi sposata? Te l'ho lasciato fare prima ma ora no..."
"Credi che mi importi così tanto di quello che potrebbe pensare la gente appena ci vedrà?"
"Non credo questo, lo dico solo perché sembra ridi...James!"disse urlando alla fine.
Appena lei iniziò a parlare, lui la zittì. Prese il braccio destro di Wanda e se lo avvolse attorno alle sue spalle. Mise il suo braccio sotto le sue gambe che subito si sciolsero e si poteva dire che andavano perfettamente nelle braccia di James. In quel momento tutte le lamentele di Wanda cessarono e sembrava che attorno ad essa regnasse solo il silenzio. Anzi, attorno di loro.
Per l'ennesima volta Wanda si trovava di fronte a James, stavolta più vicini del previsto. E non solo fisicamente.E ancor di più da vicino poteva vedere quanto fossero belli ed enigmatici i suoi occhi. Occhi che prima o poi sarebbero diventati la sua salvezza e ciò di cui non avrebbe fatto mai più a meno.
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olstansoul · 3 years
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Sacrifice, Chapter 37
Pairing: Wanda Maximoff & James Bucky Barnes
La cena proseguiva a gonfie vele e Wanda non se lo sarebbe mai aspettato visto che non aveva mai avuto occasione di poter invitare a cena un ragazzo. Aspettate, chiariamo... invitato a cena è esagerato, piuttosto è stata sua madre a costringere James a rimanere ma in fondo l'ha fatto per una buona causa. Non aveva smesso di piovere e se James se ne sarebbe andato, sicuramente sarebbe tornato a casa completamente bagnato per colpa della pioggia. La tavola era completamente imbandita di cose buone, cose che a pensarci bene la mamma di Wanda non aveva mai cucinato prima.
Clint era seduto a capotavola, la mamma di Wanda alla sua destra e di fianco a lei c'era il piccolo Pietro. Mentre di fronte a loro c'erano Wanda e James. Una perfetta cena di famiglia, se non fosse per il fatto che era ancora troppo presto e che per entrambi sarebbe stato troppo imbarazzante lo stesso. Il vassoio e la pirofila andavano avanti e indietro mentre ognuno prendeva la propria porzione di cibo e intanto si scambiavano chiacchiere e aneddoti.
"Tu James come vorresti proseguire una volta finito il liceo?"chiese la mamma di Wanda rivolgendosi al ragazzo di fronte a sé.
Sua figlia la guardò, non voleva che gli facesse delle domande scomode perché se l'avrebbe fatte sicuramente si sarebbe vergognata ma a James non pesava tanto.
"Pensavo all'Harvard, c'è fisica lì..."
"Oh, bene! Farai solo i tre anni oppure continuerai con altri due? Insomma è un po' lontano da qui"
"Credo che per ora mi concentrerò su ciò che ho scelto, poi deciderò se continuerò o meno...tu Wanda?"chiese lui.
Ma la ragazza non aveva sentito nulla di ciò che era stato dato detto, era davvero contenta per James certa che avrebbe potuto continuare i suoi studi anche lontano dalla città di New York. Ma il solo pensiero che magari lei non sarebbe riuscita a scegliere se continuare con l'università o meno la spaventava così tanto da non pensarci nemmeno ad essa.
"Wanda?"la richiamò di nuovo il ragazzo affianco a sé.
"Cosa?"
"Chiedevo solo quale università vorresti frequentare..."chiese lui guardandola con ancora la forchetta in mano.
Wanda si riprese un secondo poi iniziò a parlare anche lei.
"Credo...credo che andrò alla Juilliard"
"Alla Juilliard?"chiesero tutti e tre sorpresi.
Clint era sorpreso, sua madre lo era anche lei ma non sapeva di questa decisione improvvisata della figlia e James, diversamente da tutti e tre, la guardò con un sorriso di orgoglio.
"Si...alla Juilliard, è quella più vicino casa e..."disse lei iniziando a spiegare perché di questa scelta presa improvvisamente.
"Non me ne avevi parlato, come mai?"chiese invece sua madre curiosa.
"Beh...era perché...ci stavo pensando, solo che poi è successo quella cosa e..."
"Quindi studierai arte, musica e spettacolo?"
"Si, quello...sempre se ne avrò possibilità"disse lei abbassando la voce alla fine ma James la sentì lo stesso.
"Ehm...Clint, mi passi il sale?"continuò lei non badando al fatto che ora tre quarti delle persone sedute a tavola erano in silenzio. Tranne per Pietro, che era concentrato a guardare la TV.
"Si..."
La cena da quel momento proseguì e nessuno dei quattro ritornò sull'argomento consapevoli del fatto che a Wanda poteva dare fastidio. Ma più che fastidio era rabbia. Rabbia perché sapeva che, forse, non avrebbe potuto continuare i suoi studi come voleva e come aveva sempre desiderato.
"Magda, la prego si faccia aiutare..."disse James vedendo che la mamma di Wanda si era caricata di stoviglie.
"No, James faccio io...e poi dammi del tu"disse lei facendolo ridere.
"Veramente mamma, va a riposarti è stata una giornata pesante per te..."
"Ne sei sicura?"le chiese sua madre e lei annuì.
Vedendo che sua madre si andò a sedere sul divano insieme al piccolo Pietro ed a Clint lei andò in cucina iniziando a riempire il lavello da solo un lato con dell'acqua e del sapone per i piatti. Si alzò le maniche della sua maglia e prese il grembiule intrecciandolo dietro per poi fare un fiocco sul davanti. Quando vide che l'acqua era a metà decise di chiuderla e iniziò a lavare i piatti ma fu presto interrotta.
"Lascia che ti dia una mano..."disse la voce di James dietro di lei.
Si girò e vide che lui si stava alzando le maniche della sua felpa e che si stava avvicinando arrivando proprio di fianco a lei.
"James, non preoccuparti faccio da sola..."
"Voglio solo ricambiare il favore di avermi invitato a cena"
"Frena, frena, frena... tecnicamente non sei stato invitato, mia madre ti ha costretto solo perché non voleva che tornassi a casa con l'influenza e se le dicevi di no, non so come sarebbe andata a finire..."
"Mi avrebbe chiesto altre dieci volte di rimanere?"
"Chiedertelo? Lei non la conosce quella parola...ti avrebbe supplicato fino a quando non avresti detto di sì"
"Testarda, capisco da chi hai preso"
"Si...ma se fossi stata io ad invitarti certamente non ti avrei fatto lavare i piatti"
"E cosa mi avresti fatto fare?"
"James che domande! Ti avrei fatto cucinare...cosi avrei potuto vedere in anteprima se sei capace di fare una torta"
"Mancano solo due settimane al tuo compleanno, lo sai? Poi quando bisogna fare qualcosa e vuoi che sia fatta bene non c'è bisogno di pressare"
"Io sto solo cercando di farti superare le tue paure"
"La paura di cucinare non è una vera paura"
"Allora di cosa hai paura?"
"Beh...ce ne sono tante ma potrei dire quella di non realizzarmi, vedere che quelli che sono stati i sacrifici di una vita non verranno mai ripagati"
"È bello sapere che ci tieni così tanto, a qualsiasi cosa in modo che tutto sia perfetto proprio come lo vuoi tu"disse lei sinceramente guardandolo e lui sorrise con lo sguardo abbassato.
"Tu, invece? Non hai paure?"chiese lui.
"Beh, dire la paura di morire è quasi scontato nel mio caso..."
"Non è scontato"disse lui guardandola in modo serio.
E Wanda non osò contraddirlo, vedendo per la prima volta che quello che lui stava dicendo era la verità e sentendo che a lei ci teneva davvero.
"...ho paura dell'acqua. Anche se è una paura che è uscita fuori da poco...quando ero piccola, ero solita andare al lago, non ricordo neanche dov'era ma so solo che nuotavo così tanto che mia madre doveva prendermi con la forza per farmi uscire dall'acqua. Ora...ora quasi ogni notte ho lo stesso incubo, sogno di stare su una scogliera così alta e di buttarmi ma non riesco a risalire in superficie perché non riesco a muovere gambe e braccia...e per questo che..."
"Non c'è bisogno veramente, non mi va di vederti stare male"
"No, no sto bene...solo...voglio trovare un modo per sconfiggere le mie paure ma non riesco neanche a pensare che possa esserci"disse lei tirando su col naso.
"Vedrai che ci sarà"disse lui e mise la sua mano sulla sua.
Erano bagnate entrambe ma comunque sentirono insieme una strana sensazione. Strana ma bella.
Finirono di lavare i piatti e vedendo l'orologio appeso in cucina James si rese conto che era tardi quindi prese il suo zaino e la sua giacca e insieme a Wanda si diresse alla porta di casa.
"Grazie per essere venuto"disse lei.
"È stato un piacere davvero, certo non mi aspettavo di restare così tanto e neanche di cenare qui ma...è stato bello"disse alla fine guardandola.
"È stato bello anche per me"
Era proprio vero che gli sguardi potevano dire molto di più delle parole, che gli occhi erano lo specchio dell'anima. In questo momento sembrava che tutti e due stessero comunicando qualcosa che nessun'altro sapeva.
"Ci...ci vediamo domani?"chiese lei titubante mentre giocava con gli anelli fra le sue dita.
"Si"
"Ti prego fa che questo duri per sempre"pensò lei.
"Vuoi aprirmi la porta o..."
"Si, scusa è che ehm...ero sovrappensiero"
"Hai pensato per un nanomillessimo di secondo a come salutarmi?"
"...si, okay? Si...ho pensato a quanto è imbarazzante per me perché...non sono abituata a questo tipo di situazioni, non ho mai avuto un ragazzo come te qui a casa mia. Non che mi dispiace...solo che tu ecco..."
James neanche troppo stanco delle mille parole che stavano uscendo dalla bocca della castana, si avvicinò a lei e le baciò l'angolo della bocca. Lo guardò scioccata e non ebbe il coraggio di fare altro oppure di ricambiare. Ricambiare lei? Ci sarebbe voluto un po' di tempo...
"Allora a domani..."disse lei aprendogli la porta e vedendo che lui stava uscendo.
"A domani"disse lui, stava per chiudere la porta quando però uscì con solo la testa al di fuori e gli urlò dietro qualcosa.
"James...quando torni a casa, mandami un messaggio"
"Non dovrebbe essere il contrario?"chiese lui appena la vide fuori la porta preoccupata.
"No, è uguale, fallo e basta...buonanotte"gridò lei e chiuse la porta di casa alle sue spalle facendo ridere James.
Salì le scale per dirigersi in camera sua come una furia e appena chiuse anche quella porta, si poggiò con le spalle su di essa chiudendo gli occhi.
"Oh mio Dio. Non ci credo!"disse ad alta voce ma senza farsi sentire troppo.
"Non è possibile, ho baciato James Barnes...cioè non l'ho baciato, lui mi ha baciato ma non è stato neanche un bacio. Okay, calma Wanda, calma...respira perché sennò finisce male..."disse lei parlando da sola e così si sedette su letto ma finì col stendersi sopra.
"Oddio non ci posso credere! Non ci posso credere!"disse lei alzandosi dalla felicità dal letto per poi sedersi di nuovo sulla sedia della sua scrivania.
"Non ci posso credere"disse di nuovo lei ma stavolta con un tono sorpreso.
Aveva appena notato che sulla sua scrivania c'era il libro che James portava con sé ogni volta che dovevano incontrarsi e anche se da un lato poteva servirle dall'altro non poteva toglierlo a lui. Decise di chiamarlo, anche se pensava che se ne sarebbe pentita poi visto che non avrebbe azzeccato neanche una parola dopo quello che era appena successo.
"Ciao, James senti...sono Wanda ovviamente, hai dimenticato il tuo libro di fisica qui da me, ora non so se sei già tornato a casa ma...credo di si, visto che ha iniziato di nuovo a piovere. In ogni caso te lo porto domani a scuola, così potremo metterci d'accordo quando dobbiamo vederci la prossima volta, fammi sapere e...buonanotte"
"Okay...ho il diritto di avere una doccia"disse lei staccando e poggiò il suo telefono sulla scrivania.
Sarebbe servita più a chi, come sua madre, aveva trascorso una giornata pesante ma non a Wanda cui il ricordo di pochi minuti prima, se non un'ora fa, ancora si rifletteva nella sua testa. Nulla sarebbe servito per farle dimenticare quel bellissimo ricordo che ora faceva parte di sé, anche perché non avrebbe voluto dimenticare, piuttosto ricordare senza andare in escandescenze. Ma purtroppo o per fortuna andava sempre peggio, questo dipende dai punti di vista. Uscì dalla doccia e asciugò il suo corpo con l'asciugamano, si vestì col suo pigiama e iniziò a spazzolare i suoi capelli poi spense la luce e uscì dal bagno chiudendo la porta dinanzi a sé.
"Vedo che sono molto lunghi" e subito scattò per colpa della voce alle sue spalle che si rivelò essere quella di James, ovviamente.
"Oh mio Dio"disse lei mettendosi una mano sul petto.
"Non volevo spaventarti!"
"Era ovvio che lo facessi. Cosa ci fai qui?"
"Ero venuto a prendere il mio libro di fisica... me l'ero dimenticato"
"Ti avevo chiamato chiedendoti se avrei potuto tenerlo io così da dartelo domani a scuola...dove l'hai cacciato quel cellulare?"
"Batteria scarica"disse lui e lei sbuffò.
"Essere inutile..."
"Ehi, guarda che mi offendi"
"Prenditi questo e ora vai via, ci vediamo domani a scuola e buonanotte"disse lei alzandolo con un braccio e buttandogli addosso il libro.
"Come vuoi che me ne vada se c'è in corso la tempesta di Zeus e Thor insieme?"chiese lui indicando la finestra mezza aperta dove si sentivano i tuoni.
"Beh, te ne torni come sei arrivato"
"Prima non volevi che me ne andassi!"disse lui mentre lei lo spingeva.
"Prima era prima ed ora è ora"
"Che significa?"
"Wanda tutto a posto?"la voce di sua mamma fece girare tutti e due di scatto verso la porta.
"Non osare parlare, non voglio sentire neanche il tuo respiro"disse lei puntandogli un dito contro e lui come risposta fece il segno della zip sulle sue labbra.
"Si, tutto a posto...perché?"
"Abbiamo sentito dei rumori strani, va tutto bene?"
"Si, era solo...era solo un rospo"e a quell'affermazione James rise.
"Un rospo? Perché dovrebbe esserci un rospo in camera tua?"
"Ho aperto un po' la finestra ed è entrato uno..."
"Perché hai aperto la finestra?"
"Avevo leggermente caldo..."
"Ma è dicembre"
"Si, lo so che è dicembre...mamma veramente è tutto okay...ora è morto"
James non finiva di trattenere le lacrime dalle risate ma non doveva scoppiare, non in questo momento.
"Okay...buonanotte"
"Notte..."disse Wanda e prima ancora di avvicinarsi a James aspettò che sua madre si allontanasse del tutto.
"Cosi io sarei il tuo rospo?"chiese lui mentre lei lo continuava a guardare male.
"Devi andartene James, non posso permettere che mia madre ti veda qui"
"Ma già mi ha visto"
"James, sono seria!"
"Va bene, me ne vado...ma se avrò l'influenza sarà per colpa tua e voglio solo che tu lo sappia, non ero venuto qui solo per il libro di fisica"disse lui mentre prendeva la via per tornare passando però dalla finestra.
"E allora per cosa?"chiese lei.
Lui senza troppe esitazioni si avvicinò a lei e le prese il viso con entrambe le mani. E per una seconda volta nell'arco di una sola serata Wanda riuscì a toccare il cielo con un dito, riuscì a sentirsi viva solo con un suo bacio.
"Va bene, va bene..."disse lei staccandosi ma James non gli diede peso.
"...resterai qui, ma all'alba ti voglio fuori dalla mia stanza"
"All'alba? Per chi mi hai preso? Per un gallo? Prima il rospo poi il gallo, la tua camera è una fattoria e non lo sapevo?"
"James non ti conviene vedere la faccia di mia mamma appena svegliata e incazzata"
"Okay...afferrato, all'alba"
"Chissà perché ma se faccio subito il nome di mia madre, ti spaventi. Come mai?"
"Non lo so dimmelo tu..."
"Che forse mia madre ti ama e che sono io quella che continua a minacciarti?"
"Le minacce sono più intriganti"
"Scordatelo che ti faccia minacce intriganti stavolta"disse lei andando a chiudere la finestra.
Appena finì lo trovò già steso sul letto, con una gamba stesa su di esso e l'altra poggiata sul pavimento. Fece un respiro profondo pensando che questa sarebbe stata la prima volta con cui avrebbe dormito con un ragazzo. E per quanto si sentisse a disagio, con James pensava e credeva di non poterlo essere, visto che sì non era la prima volta. Si avvicinò al suo letto e ci salì sopra a cavalcioni, mettendosi poi sotto le coperte subito dopo. Si girò verso di lui e lo guardò.
"Non hai freddo?"chiese lei e contemporaneamente spense anche le luci.
"No, non tanto"
Lei si rigirò dal lato del muro e mise un braccio sotto il cuscino e con l'altro teneva stretta a sé la coperta. Solo dopo anche James si stese e se in un primo momento le rivolse le spalle subito dopo si girò anche lui. Riuscì a sentire l'odore dei suoi capelli e senza accorgersene, anche se aveva tutte le buone intenzioni per farlo, poggiò una mano sul fianco di Wanda che a quel gesto spalancò gli occhi. Le piaceva sentire la sicurezza che gli trasmetteva James, perché solo con lui si sarebbe sentita al sicuro. Si alzò prendendo il plaid che aveva ai piedi del copriletto e lo aprì in modo che anche James stesse al caldo durante la notte. E poi, contro le sue aspettative, prese la mano che James aveva poggiato sul suo fianco e la portò vicino a lei in modo che l'avesse stretta e lui si avvicinò di più a lei, per quanto le coperte glielo potevano permettere, mettendo inoltre il suo viso più vicino al collo di lei, invaso dal profumo del bagnoschiuma e dai lunghi capelli.
Sarebbe stata la prima notte dove entrambi erano privi di incubi, ma solo di sogni che presto sarebbero diventati realtà
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