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#migrazioni
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Da dove c'è la guerra, non si scappa in aereo. Si fugge a piedi e senza visto per il semplice motivo che non vengono rilasciati. Quando la terra finisce, si sale su una barca. In mezzo, ci sono i trafficanti di uomini, i soldi che pretendono, il deserto, gli stupri, il carcere in Libia, le botte, gli abusi, le mutilazioni. Ci sono donne trasformate in giocattoli, fino a che non si rompono. Ci sono bambine di nove anni incinte. Per una donna, è sempre peggio. Se si corrompono i carcerieri, si può salire sul barcone, spinti dai mitra, ammassati fino allo stremo, altrimenti si muore lì, di fame, di botte, di percosse. Gli italiani, considerati bestie fino a pochi anni fa, migrarono per disperazione, la stessa che porta persone che mai hanno visto il mare ad affrontarlo in queste condizioni allucinanti. È necessario ribadire codeste ovvietà per fare chiarezza, in un momento in cui i cadaveri vengono accumulati uno sull'altro per fare campagna elettorale. Parto quindi dalle origini, ché è una la fonte da cui sgorga l'acqua che ci abbevera. In fondo, è sempre la stessa storia che si ripete. Una ragazza fenicia scappa dalla città di Tiro, attraversando il deserto fino al suo termine, fino a quando i piedi non riescono più andare avanti perché c'è il mare Mediterraneo di fronte. Allora incontra un toro bianco, che si piega e la accoglie sul dorso, facendosi barca e solcando il mare, fino a farla approdare a Creta. La ragazza si chiamava Europa. Questa è la nostra origine. Siamo figli di una traversata in barca.
- Davide Enia, post del 2015
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noneun · 9 months
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Perché siamo (biologicamente) uguali?
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Che le razze umane non esistano è un fatto ormai scientificamente assodato. Anche se questa invenzione è sempre stata usata per giustificare il razzismo culturale.
Ognuno di noi è ovviamente una versione diversa di Homo sapiens: la riproduzione sessuale fa un gran bel lavoro di rimescolamento con il materiale genetico che ha a disposizione. Ma siamo lo stesso così simili gli uni con gli altri che è possibile trovare qualcuno dall'altra parte del mondo che casualmente ha un genoma più simile al proprio di chiunque abiti nel nostro stesso quartiere (a meno che non si viva con il proprio fratello gemello, ovviamente).
Certo, nel corso dell'evoluzione il nostro cervello ha sviluppato la capacità di riconoscere e amplificare la percezione delle differenze estetiche e la nostra cultura ne ha fatto un totem di appartenenza etnica. Ma i classici tratti somatici che usiamo per discriminare (colore della pelle, dei capelli e degli occhi, statura, forma del viso, eccetera) sono determinati solamente da una manciata di geni, su un totale che si aggira sui 20mila.
Ovvio che se un aborigeno australiano avesse migliaia di geni identici ai miei ma che codificano solo proteine che influenzano il funzionamento del cuore, del cervello, la composizione del sangue e la struttura ossea, non me ne potrei mai accorgere a colpo d'occhio.
La genetica di Homo sapiens è così poco varia che siamo la specie di primate con meno diversità genetica di tutte. È questo che ci rende così simili gli uni con gli altri. E, tra l'altro, ci espone ad un numero maggiore di malattie genetiche. Potremmo dire che siamo tutti consanguinei.
Secondo l'attuale conoscenza scientifica, il motivo è duplice.
Da un lato, circa 73mila anni fa si è verificata una drastica diminuzione della popolazione. Dall'altro, siamo sempre stati una specie fortemente migratoria.
La diminuzione della popolazione probabilmente è stata causata dalla catastrofe di Toba: l'esplosione di un supervulcano che ha lasciato un cratere di 100 km sull'isola di Sumatra e ha disperso polveri che oscurarono il Sole, rendendo ancor più freddo un pianeta che già stava attraversando una glaciazione.
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Questo mise a dura prova gli ecosistemi e provocò una repentina diminuzione degli esemplari di varie specie. Provocando, dal punto di vista genetico, un cosiddetto collo di bottiglia: solo chi sopravvisse potè trasmettere il proprio corredo genetico ai discendenti, e questo ha lasciato una traccia nel genoma delle generazioni successive. I genetisti sono riusciti a datare vari colli di bottiglia di ghepardi, tigri e di molti primati, più o meno nello stesso periodo della catastrofe di Toba. 
Per quanto riguarda Homo sapiens, si stima che circa 70mila anni fa fummo vicini all'estinzione: rimasero solo 20-25mila esemplari. O più precisamente, tutti gli 8 miliardi di persone che oggi abitano la Terra derivano da un ristretto gruppo di 20-25mila che vissero in Africa 70mila anni fa. Avrebbero potuto essere di più ma o non si sono riprodotti, o le loro stirpi si sono estinte.
Questo collo di bottiglia ha quindi distrutto gran parte della variabilità genetica esistita precedentemente: ad un certo punto sopravvissero e si riprodussero molti meno esemplari e quindi molte meno versioni diverse di Homo sapiens.
Un fenomeno geneticamente simile ma con cause totalmente diverse è il cosiddetto effetto del fondatore in serie, causato dalle migrazioni che Homo sapiens ha più volte intrapreso nel corso dei millenni. Si tratta di spostamenti di pochi km per ogni generazione, ma abbastanza per partire dall'Africa e raggiungere, in relativamente poco tempo, la Patagonia.
L'effetto del fondatore provoca un fenomeno di deriva genetica che porta ad una ulteriore diminuzione di una già bassa variabilità genetica. Infatti, se un sottogruppo della popolazione si stacca e non si mescola più con la popolazione iniziale, si porta dietro solo un piccolo pezzettino di variabilità genetica e quindi avrà una variabilità genetica diminuita. Il motivo è quindi simile: un sottogruppo ha meno esemplari, quindi meno versioni di Homo Sapiens, e quindi meno diversità genetica.
Certo, la variabilità può ricominciare ad aumentare col tempo e la globalizzazione può rimescolare un po' il genoma del genere umano, ma è un processo molto più lento (o molto più recente) delle migrazioni. Tanto è vero che ancora oggi si vede come la variabilità genetica sia massima (seppur bassa) in Africa e sempre minore mano mano che ci si allontana dalla culla di Homo sapiens, seguendo le antiche rotte migratorie.
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Se quindi alla nascita siamo tutti così biologicamente simili, allora la quasi totalità delle differenze fra esseri umani è di origine culturale e ambientale, dovuta alla storia e alle esperienze personali. Sono queste che giocano un ruolo significativo nella distinzione fra esseri umani, che definiscono chi siamo e come ci comportiamo. E non è nulla che si possa trasmettere geneticamente.
Con buona pace dei razzisti e di taluni psicologi riduzionisti.
(L'immagine di apertura è stata creata con l'intelligenza artificiale generativa Adobe Firefly)
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aitan · 2 years
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Dio benedica i disertori di tutte le guerre!
(Incluso i migranti, sia quelli che fuggono da guerre vere che quelli che fuggono da battaglie perse contro la fame, lo sfruttamento e le conseguenze delle colonizzazioni.)
Dio li benedica.
(E benedica gli insubordinati e i dissenzienti. Quelli che non si lasciano convincere dai dettami dei potenti. Quelli che non si fanno incantare dai suonatori della banda e dai colori svolazzanti delle bandiere. Quelli che non si lasciano bloccare dalla paura di essere fuori dal branco o dalle minacce dei capi, dei capò e dei caporali. Quelli che continuano a pensare al di fuori dall’ordine costituito ed hanno gambe buone per uscire fuori dal mucchio. Quelli che ora piangono la terra perduta. Ma non rimpiangono il gregge, il pastore, i suoi cani ed il branco.)
______
Da dio-benedica-i-disertori-di-tutte-le-guerre
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djtubet · 2 months
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North East Ska Jazz Orchestra feat Dj Tubet - Piazza della Libertà
Il 15 Marzo è uscito il nuovo album della North East Ska Jazz Orchestra intitolato Sulla Rotta dei Venti in occasione i suoi dieci anni di storia.
L' album contiene 10 canzoni originali costruite attorno ad una ritmica di forte matrice giamaicana, con melodie contaminate da musiche tradizionali, talvolta etniche, ed elementi pop.
Sono onorato di essere presente in apertura del disco con un parlato in stile Dub Poetry in lingua friulana all'interno del brano "Piazza della Libertà".
Il testo è una fotografia dei movimenti migratori attuali, che hanno come sfondo Trieste, con le loro rotte e i loro approdi.
Testo originale di "Piazza della Libertà"
Dulà ise l'empatie par cui cal è in dificoltât
tes stradis di Triest che e businin vitalitât
indiference cûrs di piere
rote balcaniche penze nere
Dulà ise l'empatie par cui cal è in dificoltât
tes stradis di Triest che e businin d'Istât
indiference cûrs di piere
agonie balcaniche penze nere!
Traduzione italiana di "Piazza della Libertà"
Dov'è l'empatia per chi è in difficoltà
nelle strade di Trieste che gridano vitalità
indifferenza cuori di pietra
rotta balcanica densa nera
Dov'è l'empatia per chi è in difficoltà
nelle strade di Trieste che confabulano d'Estate
indifferenza cuori di pietra
agonia balcanica densa nera!
Credits
Musica: Max Ravanello / Testo: Dj Tubet Solo: Paolo Forte (fisarmonica) Voce: Dj Tubet
Batteria: Alan Liberale - Percussioni: Thierry Bragagna - Basso: Eugenio Dreas - Chitarra: Filippo Ieraci - Tastiera: Stilian Penev - Fisarmonica: Paolo Forte - Violino: Lucy Passante - Ottavino: Stefano Fornasaro - Sax: Clarissa Durizzotto (a), Giovanni Masiero (t), Giorgio Giacobbi (t), Jurica Prodan (b) - Trombe: Flavio Zanuttini, Gabriele Marcon, Francesco Ivone - Tromboni: Max Ravanello, Mirko Cisilino, Marco Kappel
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marcogiovenale · 2 months
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'verba migrant': la storia di abdi. una mail da 'baobab experience'
Abdi ha provato a fuggire ma è andata male. Malissimo. Dopo che Abdi e gli altri detenuti, rinchiusi nel suo stesso lager, riescono a forzare la serratura della porta della cella, tutti iniziano a correre verso l’uscita. A perdifiato. Le guardie libiche reagiscono sparando sulla folla. Uccidono 26 persone indifese: 24 ragazzi e 2 ragazze. Abdi corre il più velocemente possibile, con tutta la…
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affascinailtuocuore · 2 months
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BAMBINI NEL TEMPO a Cutro, un anno dopo l' evitabile strage di migranti.
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soprabito · 3 months
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Tsering Yangzom Lama / Leggere è partecipare. E imparare
Tsering Yangzom Lama / Leggere è partecipare. E imparare
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netmassimo · 7 months
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Un articolo pubblicato sulla rivista "Science Advances" riporta uno studio che offre prove che gruppi di Homo sapiens migrarono dall'Africa usando il Levante come via di passaggio verso l'Asia occidentale e L'Arabia settentrionale. Un team di ricercatori ha condotto una campagna di scavi in Giordania alla ricerca di tracce di antichi passaggi di umani in quello che oggi è un deserto ma decine di migliaia di anni fa era un'area coperta da savana e prateria. La scoperta di sedimenti risalenti a circa 84.000 anni fa contenenti strumenti creati con la cosiddetta tecnica Levallois in quell'area conferma che il Levante faceva parte di almeno una delle rotte della migrazione umana dall'Africa.
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flavio-milani00 · 8 months
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Non mi definisco un cattolico. Direi però che è molto attuale questo pezzettino del Vangelo di Matteo. A parlare è proprio quel Gesù Cristo che viene usato molte volte da fin troppa gente per i propri comodi. "Ero straniero e mi avete accolto" si lega molto bene al tema tanto discusso dei migranti.
Questo post lo dedico in particolare a tutte quelle (mitologiche) persone che si definiscono credenti e cattoliche (e magari alcuni di loro baciano pure croci), ma allo stesso tempo sono molto contrari all'accoglienza e all'aiuto dei migranti. E non solo, magari poi sparano anche cattiverie contro il Papa attuale, colpevole di battersi ormai da tempo per questo tema (dicendo tra l'altro cose inattaccabili se si ha un minimo di cervello).
Un'incoerenza assoluta e assurda.
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storiearcheostorie · 10 months
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ARCHEOSCOPERTE / I Longobardi in Moravia: scavate tombe di guerrieri di alto rango. Nelle sepolture due monete ostrogote, cani e cavalli e una rara "camera lignea" [FOTO / VIDEO]
ARCHEOSCOPERTE / I Longobardi in Moravia: scavate tombe di guerrieri di alto rango. Nelle sepolture due monete ostrogote, cani e cavalli e una rara "camera lignea"
Veduta del sito di Mušov-Roviny, Rep. Ceca, oggetto delle scavo. Foto ©ARU Brno Articolo ©Elena Percivaldi / ©Storie & Archeostorie – Riproduzione vietata senza citare la fonte. Foto ©ARU Brno. ©Riproduzione riservata Armi, ornamenti personali e pettini d’osso, ma anche monete e sepolture di cani e cavalli, tutti appartenenti a sepolture privilegiate longobarde della prima metà del VI secolo.…
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rosaleona · 10 months
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Tunisia, ricollocati 130 migranti bloccati al confine con la Libia
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allwereallyneedisweed · 11 months
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Quando ho toccato il fondo, non ero pronto.
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Commissariato Migrazioni, Ufficio del lavoro e INFAIL nella Somalia italiana
Nel Ventennio qualunque italiano volesse emigrare nelle colonie dovevano seguire degli appositi corsi di preparazione e attenersi a rigide norme oltre avere a disposizione capitali da investire perché le colonie non erano considerate come paesi di fortuna e di avventure da parte dello Stato bensì necessitavano di denaro che il colono e che prima si.Per gestire i flussi di operai il 15 settembre…
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aitan · 11 months
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galleggiano
fluttuano
e poi sprofondano
nelle acque
del mediterraneo
per un po’ restano a galla
ma poi vanno a fondo quando
le cavità si riempiono d’acqua
e l’aria e i gas fuoriescono
dai corpi in decomposizione
sprofondano nella acque
i cadaveri
e dentro di te muore
la voglia di remare o rimare
con rime facili e scarpe marinare
[...]
calano a picco
i cadaveri
ma noi abbiamo
altro da fare
che occuparci
di un’altra orda
di morti affogati
calano a picco
e qua e là
affiora
un rimorso
placato
dalle acque
e dal sole
__________
L'immagine è di Urka e rende l'idea meglio di tutte quante le mie parole.
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mariobadino · 1 year
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Umanità migrante e poesia
Credo fortemente – l’ho già detto altrove – che la poesia sia capace di far riflettere, di far sentire le urgenze del presente, cosa assolutamente necessaria di fronte ai drammi e alle chiusure cui assistiamo ogni giorno. Il linguaggio poetico – e dell’arte in generale – assolve al compito di toccare le corde interiori, portando chi ne fruisce a disporsi in maniera nuova verso temi riguardo ai…
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marcogiovenale · 11 months
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naufragio di pylos: una lettera aperta
NAUFRAGIO DI PYLOS: GERTA HUMAN REPORTS ADERISCE ALLA LETTERA APERTA DI OLTRE 180 ORGANIZZAZIONI PER I DIRITTI UMANI20 Giugno 2023Fino a 600 persone annegano al largo di Pylos, in Grecia, solo pochi giorni dopo che i leader dell’UE hanno deciso di erodere ulteriormente il diritto di asilo.Lettera aperta di oltre 180 organizzazioni per i diritti umani insieme a Tima Kurdi, zia di Alan Kurdi.Oggi,…
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