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#religiosità
nicksalius · 10 months
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Meditazione: il processo di autoregolazione psicofisica controllato che funziona
Inoltriamoci, di nuovo e, se mai servisse, ancor più nei dettagli, nell’universo multipolare, ma quasi mai eccentrico, della meditazione tout court …  Meditazione, una pratica antica e benefica che può aiutarti a migliorare la tua salute e il tuo benessere. Sembra banale, un po’ scontato? La meditazione non è solo una tecnica di rilassamento, ma un vero e proprio processo di autoregolazione…
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gregor-samsung · 2 years
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“ Tacemmo per un po', poi il mio compagno mi chiese il permesso di fumare. Frugò in una borsa che teneva vicino al letto e nella stanza si sparse l'odore di quei sigaretti indiani piccoli e profumati, fatti di una sola foglia di tabacco. «Una volta lessi i Vangeli», disse, «è un libro molto strano». «Soltanto strano?», chiesi. Ebbe un'esitazione. «Anche pieno di superbia», disse, «sia detto senza cattiveria». «Temo di non capire molto bene», dissi io. «Mi riferivo a Cristo», disse lui. L'orologio della stazione batté la mezzanotte e mezzo. Sentivo che il sonno si stava impossessando di me. Dal parco dietro i binari arrivò il gracchiare dei corvi. «Varanasi è Benares», dissi, «è una città santa, anche lei va in pellegrinaggio?». Il mio compagno spense la sigaretta e tossì leggermente. «Vado a morire», disse, «mi restano pochi giorni di vita». Si sistemò il cuscino sotto la testa. «Ma forse è opportuno dormire», continuò, «non abbiamo molte ore di sonno, il mio treno parte alle cinque». «Il mio parte poco dopo», dissi. «Oh, non tema», disse lui, «l'inserviente verrà a svegliarla per tempo. Suppongo che non avremo più occasione di vederci secondo le sembianze sotto le quali ci siamo conosciuti, queste nostre attuali valigie. Le auguro un buon viaggio». «Buon viaggio anche a lei», risposi. “
Antonio Tabucchi, Notturno indiano, Sellerio Editore (collana La memoria n° 93), 2002³³ [1ª ed.ne 1984]; pp. 42-43.
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s-memorando · 11 months
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Paolo Rumiz: "Il filo infinito"
Nonostante la scrittura sapiente e scorrevole non riuscivo a terminare di leggere “Il filo infinito” come se il titolo del libro fosse anche attaccato alla mia facoltà di lettrice e non riuscisse mai a trovare il bandolo della matassa.Il filo infinito è un reportage di viaggio, uno dei tanti che ha fatto Paolo Rumiz, dove si percepisce il cammino del pellegrino alla ricerca di una meta sia…
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luckytacodeer · 1 year
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Non si può osservare e speculare su un evento (fenomeno naturale o azione umana che sia) attraverso la moralità, perché la moralità (quanto la religiosità) è fatta solo di pregiudizi e false constatazioni e denota un oggettivo limitato sviluppo delle potenzialità cerebrali.
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speedyfunnut · 1 year
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Non esiste alcuna propaganda gender: omosessuali (quanto eterosessuali) SI NASCE, non lo si diverta; esiste solo una richiesta che i LORO Diritti vengano riconosciuti, alla pari degli eterosessuali; che nessuno venga più discriminato per via di superstizioni religiose.
"Indottrinati" non sono coloro che desiderano Diritti, ma lo sono i cattolici omofobi: gente ANOMALA che parla a divinità inesistenti, all'aria fritta, a statue di coccio; che corre dietro ai truffatori omofobi della chiesa di Roma, le cui 'opinioni' (dogmi INDIMOSTRABILI) NON sono autorevoli e men che meno affidabili.
L'omosessualità NON è una malattia, ma una caratteristica della nostra specie umana; l'omofobia - l'odio verso persone che non ledono alcuno nei propri comportamenti privati - è, oggettivamente, una malattia della psiche, che può essere affrontata rivolgendosi ad uno psicologo.
La religione, la religiosità sono fra le cause primarie di odio sociale: sono deleterie, in campo di diritti umani sia il cristianesimo quanto l'islam e per arginarli serve vietare l'indottrinamento religioso imposto fin da bambini.
La 'spiritualità' DEVE essere una Scelta.
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'Satana' non esiste.
'satana' non esiste: come in tutte le forme di religiosità è un mito/divinità, immaginato per spiegare fenomeni che un tempo erano incomprensibili.
Oggi sappiamo che i nostri comportamenti errati dipendono dal tipo di educazione ricevuta e dalle esperienze che subiamo.
Nelle religioni/superstizioni (pagane e 'moderne'), il 'diavolo' è un'entità fantastica, essenzialmente malvagia, distruttrice, menzoniera o contrapposta ad altra entità immaginata, 'dio', il quale rappresenterebbe simbolicamente 'il bene e la verità'.
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pholeterion · 2 years
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Pittura cinese
Nell’antica Cina si dice che un pittore non si permettesse di ritrarre qualcosa – poniamo un albero -, se non dopo averlo osservato per giorni senza distogliere lo sguardo fino a diventare quell’albero. Si trattava di trasferire la propria coscienza di essere nell’altro: allora ciò che dipingeva era un autoritratto. Al contrario, nella nostra cultura si introietta e soggettivizza ogni cosa, e…
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angelap3 · 27 days
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La parola di oggi è CONTEMPLARE.
Richiama un'azione densa di religiosità ma può anche spendersi in umane faccende.
Risuona un eco che si sposa con l'eterno: è vedere oltre la vista, osservare senza gli occhi.
Si va oltre i sensi e ci si spinge nell'afflato mistico.
Colgo TEMPIO all'interno di essa a ricordare la solennità dell'evento.
Ma, con personale arbitrarietà, mi si presentano i TEMPLARI a reclamare diritti di presenza per antiche gesta e tradizioni nella difesa del Vessillo.
Beato chi sa contemplare perché sa cogliere.
Sa staccarsi.
Chi contempla, dialoga con l'Invisibile e ne coglie l'essenza.
(Angela P.)
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lunamagicablu · 2 months
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Lascia che questa diventi la chiave – la prossima volta che appare la rabbia, osservala. Non dire: “Sono arrabbiato”. Dici: “C’è la rabbia e io la osservo”. E guarda la differenza! La differenza è enorme. All’improvviso non sei più nella morsa della rabbia. Se puoi dire: “Sono solo un testimone, non sono la rabbia”, sei fuori dalla sua morsa. Quando arriva la tristezza, siediti da una parte e guardala e poi dici: “Sono l’osservatore, non sono la tristezza”, e guarda la differenza. Subito le radici della tristezza verranno tagliate. Non viene più nutrita e così morirà di fame. Noi nutriamo queste emozioni quando ci identifichiamo con esse. Se si vuole ridurre la religiosità a un’unica parola, questa è non-identificazione. (Osho) ************************* Let this become the key – the next time anger appears, observe it. Don't say, "I'm angry." You say, “There is anger and I observe it.” And look at the difference! The difference is enormous. Suddenly you are no longer in the grip of anger. If you can say, “I am just a witness, I am not anger,” you are out of her grip. When sadness comes, sit aside and look at it and then say, “I am the observer, I am not sadness,” and look at the difference. Immediately the roots of sadness will be cut. She is no longer fed and so will starve. We nourish these emotions when we identify with them. If you want to reduce religiosity to a single word, that is non-identification. (Osho) 
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elperegrinodedios · 8 months
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Mi sono sempre schierato fin da ragazzino, non ho mai seguito la massa, nè mai ho frequentato il branco, ho sempre scelto e forse è proprio per tale motivo che ho sempre avuto molti nemici e tante antipatie. Ed ecco, sto per farmene altre.
#cilasciamoguidaredachicisfrutta#
La politica, mi ha sempre dato la nausea, senso di schifo, che se me ne fossi occupato, è sicuro che sarei stato un rivoltoso e ho sempre odiato la parola diplomazia (per me, sinonimo di piede in due staffe). Chissà quanti mi darebbero torto specialmente oggi guardando i politici attuali la maggior parte dei quali, come è ormai noto già da molto tempo, hanno come alleati o sponsor, molti di quei giornalisti che per uno scoop sono disposti a prostituirsi e si venderebbero moglie e figli. Io questi l'ho sempre chiamati "bertucce".
#laportalargaèpiùfacileecomoda#
Lo stesso per la religione che non ho mai amato e nei confronti del quale, io sono un protestante laico, difensore e sostenitore della sana verità e della parola di Dio un fuorilegge insomma come lo era Gesù. Durante i miei ventennali cammini, mi è capitato delle volte di sostare in tante città note come luoghi di fede e assai impregnate di religiosità prettamente cattoliche e disponendo di tempo ho voluto percorrere la via dolorosa, la via della passione di Cristo, cosidetta via Crucis. Mentre a Lourdes, le stazioni con le varie scene sono rapprentate da statue tutte dorate, quindi non certo di buon gusto, in netta contradizione con l'umiltà e la scelta di povertà del Signore, a Gerusalemme sono riuscito a seguire solo parte della Crucis che dalla Basilica della flagellazione arriva sino al Santo Sepolcro e, udite udite, tutti la seguono recitando il rosario... incredibile! Una interminabile sfilza di ave Maria, su quell'infame strada che Gesù ha percorso tra insulti, frustate e sputi, con il peso della croce e insultato anche da quelli che prima avevano ricevuto miracoli da lui, grondande di sangue per la flagellazione che aveva già subìto e la testa e la fronte perlate del suo sangue, per la ignobile corona di spine che i soldati romani le avevano conficcato nella carne e quindi dicevo, la gente, guidata da alcuni frati, percorre tutto il tragitto recitando la sonnolenta cantilena del rosario anzichè l'eventuale e unica preghiera che Gesù stesso ci ha lasciato ovvero: "Il Padre Nostro". Ho resistito, ma è stata dura.
SELA...
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Sela... Rifletti... Discerni...
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Io sono figlio di Dio e solo Lui è mio Padre. Gesù è mio fratello maggiore lo seguo costantemente nei suoi insegnamenti. Abiterò una meravigliosa casa, mio Padre mi sta già preparando il posto e io sono grato a entrambi per il grande privilegio. Dunque non mi occorre nessun'altra scuola e nè egida da frequentare, io sono già all'Università e non necessito di altro, seguo già il corso dei due più grandi Insegnanti, che si possano mai avere su questa terra ed in questa vita, per mezzo del terzo che è lo Spirito Santo, il mio educatore, la mia grande Guida che mi consiglia, mi corregge e mi edifica ma soprattutto mi da discernimento per distinguere sempre il bene dal male e non a caso si chiama il Consolatore. Mi convertii solo quel giorno, in cui mi venne assicurato prima, e constatato dopo che potevo avere una relazione diretta con Gesù senza intermediari e credere in Lui mi avrebbe assicurato il perdono dei peccati e la salvezza. Peccati passati, i presenti e anche quelli futuri. Futuri?! Si e lo capii solo nel tempo come potesse accadere, rendendomi conto del mio cambiamento: io sono sempre lo stesso ma se prima qualche peccato lo pianificavo, ora no, seppure sia sempre lo stesso peccatore, adesso semplicemente cado, cedo alla tentazione si ma non pianifico più e non c'è più programmazione. Concludendo e ribadendo una volta ancora, che non sono cattolico e nè appartenente ad alcuna altra denominazione o egida, non frequento nè chiese fatte da mani d'uomo ma solo quelle che si riuniscono in spirito, noi dunque, come pietre viventi che come dice la Parola di Dio, poggiano su Cristo chè è la pietra angolare. Io e Dio uno e Trino, Padre, Figlio e Spirito Santo. E quando ho bisogno di alimentarmi, apro le Sacre Scritture, magari insieme agli altri fratelli e sorelle o faccio il numero 33.3 dove Geremia dice di rivolgersi in caso di necessità: "Invocami e io ti risponderò, e ti annunzierò cose grandi e impenetrabili che tu non conosci". Amèn e Amèn!!! Ecco, relazione e non religione. Salvezza e amore, non precetti.
lan ✍️
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nicksalius · 1 year
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La meditazione secondo J. Krishnamurti
Uno tra i miei primi incontri con la meditazione fu J. Krishnamurti. Nonostante, da allora, sia già trascorso un bel po’ di tempo non si è fermato mai nulla, né il deflusso dell’acqua sotto i ponti della vita, né il mio orologio biologico. Tuttavia ho constatato, con gran meraviglia, come la mia mente sia divenuta via via meno frenetica, come talvolta si sia messa spontaneamente in disparte a…
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riflussi · 7 months
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"La leggenda di Atiya" - S. Bakr
Libro davvero carino e veloce, finito durante la terapia di cortisone (e vi assicuro: leggere in ospedale/casa della salute/quel che è non è così semplice come vogliono farvi credere).
All'inizio ero scettica. È un libro che mi è capitato per caso tra le mani diversi anni fa, pagato la modica cifra di un euro, svenduto per colpa probabilmente della sua copertina un po' triste (è davvero bruttina) e del nome da noi sconosciuto di Bakr.
Inutile dire che vorrei facessero un corso universitario per analizzare i racconti della giornalista. I racconti non sono solo ben scritti, tanto che sentivo quel bisogno di leggere ogni pagina con avidità come non mi capitava da tanto (e badate bene, non è così semplice che una raccolta di racconti faccia questo effetto), ma il bisogno di continuare a leggere di scontra con la necessità di fare ricerche per andare più a fondo alla situazione descritta. Si sente dal suo stile che è una giornalista (non perché si "veda" dalla narrazione, quanto più dalla sua abilità di incuriosire i lettori. E se traspare in lingua tradotta non oso immaginare in originale quanto sia meraviglioso il suo stile; sicuramente la traduttrice ha fatto un lavoro ottimo). Volevo anche portare alla luce un aspetto di questo libro, che mi sta particolarmente a cuore. Recentemente mi sono dedicata alla decostruzione dell'aspetto religioso e spirituale della mia (dell'occidente?) educazione. Questo percorso è nato anche grazie a questo libro, che si apre con il suo racconto più lungo: un'inchiesta fittizia sulla tomba di Atiya (da cui il titolo), da molti ritenuta una santa, ma il cui sepolcro, forse, nasconde qualche segreto inconfessabile. Il racconto, sebbene non credo fosse l'intento dell'autrice, mi ha fatto porre diverse domande in merito a cosa credo sia vero o falso, reale o meno. Soprattutto, mi sono domandata: chi sono io per dire a queste persone di non credere ai propri occhi e al proprio istinto. Se capitasse a me? Come reagirei? E da qui una serie di lunghe riflessioni che continuano anche oggi in merito alla religiosità, che però non starò a descrivere qui. Vorrei passasse solo questo messaggio: il libro è di una potenza inaudita, nonostante le poche pagine. Porta a riflettere sugli aspetti più disparati della vita e a volersi informare a livello storico di ogni avvenimento.
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schizografia · 7 months
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L’idea di una vita migliore mi è sempre sembrata indegna e se non mi sono mai interessato alla religione, non è certamente per indifferenza alla religiosità, ma piuttosto per il fatto che, vivendo come mi è capitato nel cine-limbo di questo mondo, considero questo il solo mondo esistente, tanto più che sono rimasto prigioniero del fatto di non averlo forse mai raggiunto. La cinefilia è questa sana malattia, un sintomo della quale è ritenere che questo mondo sia già un altro mondo.
Serge Daney
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luckytacodeer · 1 year
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Non si nasce empatici: è una qualità che può svilupparsi solo grazie al contatto di chi già lo è e/o attraverso la Cultura e la Cultura non ha nulla a che vedere con la religiosità, con la moralità, con ruoli sociali imposti attraverso plagio e molestia.
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amespeciale · 1 year
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La mia religiosità è molto pagana, pagana e gaudente. Mi sono sempre comportata da grande peccatrice e non mi sono mai pentita. Non vado in chiesa a mormorare, d'altra parte le chiese sono sempre vuote, non prego. Ma credo che Dio sia qui con me, ne avverto la presenza, annuso il suo odore, sento dentro di me la pace divina.
Alda Merini
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itisanage · 9 months
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Ad un certo punto della discussione sull’era atomica, parliamo del 1957, appare il libro di Karl Jaspers, Die Atombombe und die Zukunft des Menschen. Günther Anders si trovava in Giappone per una serie di iniziative contro la proliferazione degli armamenti nucleari. A stretto contatto con le vittime. Quell’esperienza è raccontata in Essere o non essere. Diario di Hiroshima e Nagasaki. In Italia fu pubblicata da Einaudi nel 1961 con la prefazione di Norberto Bobbio. Anders non accetta la posizione di Jaspers, dalla quale emergerebbe la possibilità che in date circostanze la guerra nucleare possa essere interpretata come un sacrificio moralmente accettabile. Anders si chiede: chi si dovrebbe sacrificare, a chi e chi sacrificherebbe. In caso di guerra nucleare è l’umanità ad essere sacrificata, da parte di un potere che da lei stessa promana e che diventerebbe lui stesso il dio esigente che impone a tutti l’estinzione per uno soprassalto insensato della propria volontà. Le osservazioni di Anders stigmatizzano un concetto, quello di sacrificio, in quel contesto, senza alcun senso, essendo infatti privo “di un dio a cui si sacrifica, che esige il dono, che lo accoglie e a cui esso è gradito”.
Disperazione piena per un sacrificio senza dativo – non c’è più dio – un sacrificio in bianco. “Com’era innocua [la religiosità vaga e intransitiva dei vecchi secolarizzati] di fronte a questa forma estrema e paurosa di secolarizzazione, la loro fede in bianco!”. Jaspers, forse senza rendersene del tutto conto, restituiva legittimità al sacrificio richiesto dal mondo delle idee, degli ideali politici, della concettualità proliferante dei sostituti di Dio, o degli stessi dèi pretenziosi di un paganesimo che si rinnovava nella forma della potenza economica egemonica di una forma di vita, quella occidentale.
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