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#vita etica
il-gufetto · 2 years
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Il secondo modello è quello etico. La figura che meglio rappresenta tale stile è il giudice Guglielmo, il quale vive in un continuo stato di limitazione e negazione
Foto di Tim Samuel presso il sito pexels
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gregor-samsung · 2 months
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" La constatazione di non possedere un sentimento all'altezza dell'accadere tecnico può indurre ciascuno di noi a una ritirata emotiva che assume come regola della propria vita quello che uno “sente”. A determinare questa scelta è il bisogno di proteggere la propria vita che si sente assediata dalle crescenti pressioni esercitate dalla razionalità tecnica, per difendersi dalle quali non si vede altro rifugio se non nel proprio sentimento, legittimato dalla propria biografia. Un criterio, questo, che, in quanto biografico, si sottrae a ogni discussione e a ogni verifica. In questo modo, proprio partendo dall'“Io sento”, ciascun individuo cerca di produrre un mondo a sua immagine e somiglianza, realizzando così quell'autosufficienza che lo porta a sciogliere ogni legame con gli altri e, come effetto del progressivo assorbimento in se stesso, a perdere i contatti con il mondo comune e con la società.
Il collasso della vita sociale finisce con il mettere a rischio anche la vita interiore, quella intima, perché quando le emozioni e i sentimenti sono guidati da una fantasia che si sente libera, semplicemente perché si è liberata dalle verifiche imposte dall'esperienza comune del mondo, questa fantasia non tarda a sconfinare nelle allucinazioni che, in assenza di un mondo comune, si affermano indisturbate. In un’atmosfera caratterizzata da un diffuso senso di irrealtà, i soggetti hanno l’impressione di poter realizzare i più avventati voli della fantasia, perché sono stati rimossi gli ultimi ostacoli ai desideri più arbitrari, creando così una realtà conforme ai propri sogni che non tarderanno a rivelarsi come paurosi incubi. "
Umberto Galimberti, Il libro delle emozioni, Feltrinelli (collana Serie bianca), settembre 2021. [Libro elettronico; corsivi dell’autore]
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iinvisiblegirlword · 1 year
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Siamo solo così "eticamente sbagliati"
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koy221 · 2 years
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È facile scusa dar colpa alla sorte
O dire ch'è il male a portare le doglie
È solo la vita che causa la morte
E chi dà la vita è già chi la toglie
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womenforwomenitaly · 3 months
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Il Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, Monsignor Vincenzo Paglia avverte sulla necessità di circoscrivere i confini tra l’umano e l'IA. Promuove un’antropologia digitale, con tre coordinate fondamentali: etica, educazione e diritto.
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aaquilas-blog · 7 months
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La vita è una ruota
The destiny of men is a turning wheel: Today to me, tomorrow to you…. Il destino degli uomini è una ruota che gira: Oggi a me, domani a te. E’ la legge cosmica, qualcuno tremila anni fa ce lo aveva detto benissimo: Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te. Ma quanti la conoscono? Soprattuto: Quanti la mettono in pratica? Oggi, l’unica cosa che conta è il materialismo, l’empirismo,…
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luckytacodeer · 1 year
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Io non devo nulla a nessuno, quando si tratta di decidere cosa debba fare del mio corpo (di quello che si trova al suo interno e all'esterno); se non ci sono motivi di salute pubblica, ognuno del suo corpo fa quello che vuole (pensieri compresi).
Questo è il mio percorso di vita fino ad oggi, e non ho intenzione di cambiare la mia vita a nome di moralità altrui, di convinzioni altrui - religiose o non religiose che siano.
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Un moralista lo riconosci subito: è una persona triste, che vuole rendere infelici anche gli altri.
Esistono tutorial interessanti su YouTube: i moralisti, i conservatori, devono imparare a coltivare se stessi, a fare cose UTILI, invece di intromettersi di continuo NELL'ALTRUI VITA PRIVATA; invece, infelici del loro presente, delle loro pavide scelte, investono grandi energie per rendere tristi anche gli altri, quanto lo sono loro.
Ben venga l'Etica: ben venga un mondo senza pregiudizi.
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sistemaimmunitario · 1 year
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Memento vivere
Fonte: EreticaMente “Aspirate alle cose di lassù e non a quelle che sono sulla terra” La vita è sogno? “Ogni causa si decida sulla parola di due o tre testimoni”, prescrive il Deuteronomio. Anche un solo testimone, secondo Crisostomo, è però sufficiente, se è degno di fede e se testimonia non di materia estranea ma di ciò che ha in sé. Poniamo dunque che mille persone, senza rapporto tra loro,…
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meravigliosamente · 1 year
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Una web completamente gratuita 🆓 Dedicata ai nostri, amici e fratelli pelosi Per quale motivo è importante partecipare?🧐🤔🤔 Lo sapevi che.... ...i nostri amici pelosoni quando si leccano il pelo ingeriscono tante sostanze chimiche inquinanti.🏭 Sostanze che derivano dai prodotti per la loro pulizia e dall'ambiente atmosferico☣️ 🌈Questa sera la Veterinaria ci parlerà dell'importanza degli ME per la salute e la cura dei nostri amati cuccioli. Sono a tua disposizione per fornirti il link 🖇️ Scrivimi in privato e sarò lieto di condividerlo con te❤️🌱🍀 #natura #vitaolistica #regenerativeroad #etica #vita #viveresano #ambientesano #tempo #sostenibilita https://www.instagram.com/p/CpvATrEogh8/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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generalevannacci · 9 days
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Gianluca Cicinelli
Il governo di Giorgia Meloni, fatto più grave che sia una donna a prendere questa decisione, sta introducendo politiche per permettere alle organizzazioni anti-aborto di accedere liberamente ai consultori, con finanziamenti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), riducendo di conseguenza le risorse disponibili per la sanità pubblica.
Una misura specifica è stata adottata attraverso un emendamento proposto dal deputato Lorenzo Malagola di Fratelli d’Italia, già passato in commissione Bilancio della Camera, che modifica l’articolo 44 del disegno di legge del Piano riguardante la sanità.
L’emendamento, come riportato dal Quotidiano Sanità, autorizza le regioni a destinare i fondi del Pnrr per la salute a sostenere i servizi nei consultori che possono includere, senza oneri aggiuntivi per le finanze pubbliche, l’apporto di enti del terzo settore con esperienza nel supporto alla maternità.
Questo emendamento in realtà è superfluo, poiché la legge 194/78 già permette ai consultori di collaborare con volontari come assistenza per le maternità difficili, il suo scopo reale è quindi quello di fornire sostegni finanziari pubblici ad associazioni vicine al governo e palesemente contrarie all’aborto. Un attacco senza precedenti alla legge 194.
Organizzazioni come la “Pro vita e famiglia” promuovono proposte di legge come quella di costringere le donne a sentire il battito cardiaco e vedere un’ecografia del feto prima di un aborto. Le forze che sostengono il governo in alcune regioni hanno già dispiegato tutta la loro ideologia anti abortista. Per esempio in Piemonte, dove il “Movimento per la vita” ha ricevuto l’autorizzazione per gestire uno spazio di ascolto fetale negli ospedali.
I consultori offrono già supporto a chi sceglie di proseguire una gravidanza, semmai sono fortemente limitati nei fondi e nel personale. In Italia l’accesso all’aborto è tra i più bassi al mondo mentre l’obiezione di coscienza degli anti abortisti è altissima e diviene spesso un ostacolo al lavoro dei consultori.
Il becero cinismo del governo Meloni non fa che aggravare il dolore e lo stress psicologico delle donne che cercano aiuto nei consultori. Iniziative come quella di costringere una donna ad ascoltare il battito cardiaco del feto non servono a far cambiare idea alle donne ma a colpevolizzarle, manipolando il senso di colpa.
Le donne del centrodestra non hanno niente da dire sull’argomento? Quando in Italia l’aborto era reato le donne delle classi più agiate superavano l’ostacoio andando ad abortire in Svizzera o in strutture compiacenti. Erano le donne dei ceti medi e bassi a dover ricorrere a strumenti, come le “mammane”, che spesso provocavano la loro morte. Difficile credere che tutte le elettrici del centrodestra siano ricche e favorevoli a questa ulteriore restrizione dei diritti delle donne che riguarda anche loro.
Ormai non è più questione politica ma etica. Un’involuzione che non riguarda soltanto le scelte in economia o in politica estera, discutibili ma legittime. Quando un governo politico si assume la responsabilità di diventare “governo etico”, obbligando a un’unica morale i suoi cittadini e violando i diritti civili e umani, va verso la strada intrapresa decenni fa da altri governi, rappresentati senza vergogna dal simbolo della fiamma nel logo del partito che esprime il presidente del consiglio.
Il professor Luciano Canfora è stato querelato da Giorgia Meloni esattamente per aver posto in rilievo questa comunanza ideologica con un passato totalitario di governi “etici”, che, al di là della parola usata per descriverla, nella sostanza pone esattamente il problema etico che molti italiani e italiane iniziano ad avere con questo governo.
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l-incantatrice · 3 months
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Il caso di Giovanna Pedretti deve far riflettere sulla pericolosità dei social,sulla pericolosità dell’uso che se ne fa. Ancora non sappiamo se la donna abbia scritto una recensione falsa,ma anche se fosse non era il caso di accanirsi così contro di lei. In fondo non ha rubato,rapinato o ucciso qualcuno. Molte persone sui loro profili social scrivono falsità e magari sono pure ammirate per questo. Su Tumblr ho visto qualcuno diventare famoso,essere considerato un bravo scrittore,magari ha anche pubblicato qualche suo libro online,ma non faceva altro che scopiazzare frasi di veri scrittori.
Nel caso di Giovanna non capisco il comportamento di certi influencers,come Biagiarelli e la sua compagna Selvaggia Lucarelli,che si sono accaniti nel sottolineare la falsità della recensione. Credo che sui social vadano introdotte delle regole precise sui comportamenti da tenere. Purtroppo nel virtuale le persone,spesso in anonimato o con falsi nickname,fanno di tutto e dicono le peggiori cose,senza rendersi conto che non conoscendo quelli contro cui si accaniscono,non sanno come potranno reagire alle cattiverie subite. C’è chi reagisce con un alzata di spalle e torna alla sua vita senza problemi e c’è invece chi,molto sensibile e vulnerabile,può arrivare a gesti estremi,come nel caso di Giovanna e tanti altri. È una questione etica molto importante,non possiamo più fare finta di niente
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gregor-samsung · 1 year
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“ La mancata educazione delle pulsioni confina i ragazzi, fin dalla tenera età, a esprimersi unicamente con i gesti, invece che con le parole e i ragionamenti. Ne sono un esempio i cosiddetti “bulli”, coloro che compiono azioni riprovevoli senza la minima consapevolezza della gravità delle loro azioni. Come già abbiamo ricordato, Kant dice che: «La differenza tra il bene e il male potremmo anche non definirla perché ciascuno la ‘sente’ naturalmente da sé» [I. Kant, Metafisica dei costumi, § 23: “Dottrina delle virtù”]. Nel caso del bullo questo “sentire” è deficitario, perché chi ne soffre non ha mai incontrato momenti educativi che gli avrebbero consentito di avvertire quel­l’immediata risonanza emotiva che di solito accompagna i nostri comportamenti. Alludo a quella risonanza emotiva [...] che fin da bambini provavamo quando la mamma ci raccontava le fiabe, anche truci, perché i bambini non vanno esonerati dalla conoscenza del male e neppure dal lutto, che capiranno nei limiti della loro età, ma non ne saranno sorpresi, senza sapere come reagire, quando la vita li metterà di fronte a queste manifestazioni. Ascoltando quelle fiabe o accompagnati nella lettura dalle nostre mamme imparavamo, più per via emotiva che mentale, la differenza tra il bene e il male, il giusto e l’ingiusto, il buono e il cattivo, acquisendo in tal modo un regolatore emotivo che ci consentiva di “sentire” quando le nostre azioni erano buone o cattive, giuste o ingiuste. Senza un’educazione emotiva, oltre a non avere un’immediata consapevolezza della bontà o meno delle nostre azioni, si rimane a livello pulsionale, con una pericolosità sociale che la cronaca nera di ogni giorno non cessa di illustrarci. Come si comporta la nostra scuola nei confronti dei “bulli”, che sono poi quei ragazzi il cui sviluppo psichico si è arrestato a livello pulsionale? Li sospende dalla frequenza scolastica, togliendo loro l’unica opportunità che in quegli anni hanno per poter emanciparsi e passare dal livello pulsionale al livello emotivo. Dovrebbero invece essere più accuditi, meglio curati affinché possano acquisire la consapevolezza delle loro azioni, in modo da sentirle risuonare dentro di loro come buone o cattive, come gravi o lievi. “
Umberto Galimberti, Il libro delle emozioni, Feltrinelli (collana Serie bianca), settembre 2021. [Libro elettronico; corsivi dell’autore]
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t-annhauser · 5 months
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youtube
Ci fu un tempo in cui i Litfiba erano i nostri Joy Division (ad essere filologicamente precisi i nostri Joy Division furono i Diaframma, ma Litfiba e Diaframma erano gemelli monozigoti, vedi "Amsterdam") e Gianni Maroccolo era il nostro Peter Hook. Poi i tempi cambiarono, vennero gli anni '90 e la svolta chiringuito e addio Litifiba per come gli avevamo conosciuti. Già Litfiba3 e Pirata cominciarono a puzzarmi, quando comprai El Diablo la sensazione di puzzo ormai divenne certezza: i Litfiba ormai facevano cagare. Per fortuna le registrazioni non sono andate perdute. Ringo De Palma e Maroccolo poi se ne fuggirono nei CCCP/CSI, De Palma fece appena in tempo a registrare Epica Etica Etnica Pathos e poi morì di overdose.
Giovanni Lindo Ferretti:
"Ringo era uscito dalla storia dei Litfiba, stava malissimo e sono stato io il primo a proporre di chiamarlo; gli ho telefonato e lui ha accettato. Avevamo per la prima volta un batterista. E Ringo sembrava stesse meglio, giorno dopo giorno. Registrata la sua ultima parte, quella per Annarella, è ripartito per Firenze, dove diceva di avere delle cose da fare. E non è più tornato. Aveva passato con noi gli ultimi due mesi della sua vita. Di lui ci è rimasta solo la batteria.”
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abr · 15 days
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L’applicativo israeliano “acchiappa topi” (terroristi) si chiama Lavender e funziona (...) incrociando dati da Internet, dalle reti di comunicazione terrestri, da video, immagini, dati vocali e così via, denominati collettivamente “surveillance data”, i quali vengono elaborati (AI?) e trattati (...) per generare i bersagli umani.
Stando alle fonti di stampa internazionale, Lavender avrebbe individuato dall’inizio del conflitto 37 mila miliziani di Hamas (...). Ufficialmente, Israele ha negato l’esistenza di questa “killing list”, preferendo parlare di un programma di database, per incrociare i dati che provengono dall’Intelligence. (...) Data la notevole entità del numero dei bersagli, (...) la decisione di colpire il bersaglio é automatica, affidata all'app. (l’intervento umano si limita a verificare che quello da abbattere sia un uomo).
(L)a cosa non è priva di problemi, visto che così facendo è la macchina a condurre la guerra, con i possibili errori del caso, valutati statisticamente al 10 per cento delle decisioni di attacco. Sotto la guida di Lavender (...) Israele lancia sui potenziali bersagli delle “Dum(b) bomb” (bombe stupide) che (...) fanno molti danni (...), come è ben visibile dal numero elevato di edifici distrutti a Gaza (...); le Db colpiscono gli alloggi dove i terroristi risiedono con le loro famiglie, con il risultato di eliminare gli uni e le altre.
Forse é stato proprio un errore di Lavender a ordinare al drone di distruggere un intero convoglio in cui hanno perso la vita sette volontari dell’aiuto umanitario a Gaza. (...).
via https://opinione.it/esteri/2024/04/11/maurizio-guaitoli-guerra-ucraina-russia-israele-hamas/
Per me "colpire largo" é scelta voluta: le famiglie dei "martiri" di hamas ricevono generose pensioni oltre che prestigio sociale, ragion per cui cala il deterrente israeliano per "bilanciare" l'incentivo ad averci terroristi in famiglia. O a sentirsi eroi della solidarietà Ong in trasferta. Della serie, nessun pasto è gratis. Come in Cisgiordania: anche lì le famiglie dei terroristi vengono compensate dall'Autorità Palestinese e da tempo scatta il controincentivo della rasatura al suolo della casa. Azione-reazione, a merda merda e mezza o, in francese, à la guerre comme à la guerre - m'han sempre fatto molto ridere per non piangere quelli che parlano di "etica" nel monnezzaio sbudellatore bipartizan di un conflitto.
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tiaspettoaltrove · 27 days
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Ho sognato un storia d’amore.
Mi capita ultimamente sempre più spesso, perfino nel sognare, di sentirmi spettatore e non protagonista. Posizione negativa, si potrebbe pensare, in qualche modo limitante. A volte lo è, inevitabilmente, ma non sempre. Diciamo che vivo questa nuova normalità in modo sano, accettandola. Stanotte, invece di sognare la solita situazione compromettente, amorale, e non etica, ho fatto un sogno romantico, beato, profondo. Non ho schizzato copiosamente, bensì mi sono emozionato, e allietato. Assistevo al racconto di una storia d’amore, e la particolarità risiede nel fatto che vi assistevo in televisione (che io guardo pochissimo, quasi mai), e nello specifico in una trasmissione che odio (e che notoriamente non parla di storie d’amore, specialmente con tale inflessione e cadenza): “Striscia la notizia”. Orbene, esplicitare ciò che penso di quel programma tv in questo post non avrebbe senso, e mi porterebbe ad allungarmi oltremodo. Mi voglio invece focalizzare sul contenuto, non sul contesto. C’era un uomo che parlava della sua donna, e lo faceva con trasporto, con amore. Quasi come se fosse ipnotizzato, rapito. Più verosimilmente era semplicemente malato, malato dell’amore, quella malattia che pure in tanti vorremmo prendere. C’era un epilogo tragico, che però non vedevo, non vivevo (perché mi sono svegliato prima). Eppure c’era. Ricordo che pensavo che alla fine la sua donna sarebbe stata uccisa dalla mafia, avevo questa sensazione nitida nel mentre ascoltavo il racconto. Ma adesso, a posteriori, non mi importa. Perché vivevo solo la piacevolezza di quel trasporto, di quell’emozione raccontata così bene. C’erano in sottofondo le musiche dei Queen. Credo “Bohemian Rhapsody”, non ricordo con esattezza, ma le atmosfere erano quelle. In tutto ciò avrà influito sicuramente il fatto che da non molto ho riascoltato “A Night at the Opera”, disco pazzesco che consiglio a tutti (magari in vinile o in una registrazione da vinile e non su Spotify, se possibile). Ricordo un’immagine di lei che usciva da una specie di lago, dopo aver fatto il bagno. E si intravedeva molto parzialmente la mia grande passione, che è il fondoschiena femminile. Rammento lui, che parlava di lei come la risoluzione di tutti i suoi problemi. O quantomeno, del problema della sua assenza, dell’assenza di quell’anima gemella che sa riempire vuoti. Si appartenevano, si amavano, e probabilmente avrebbero meritato di vivere assieme tutta la loro intera vita. Ma era un sogno, già. Solo un sogno. Il sogno della storia di un altro, di un’altra. E di me che sto lì, davanti al televisore, ad ascoltare con attenzione quel racconto. Come in un film, uno di quelli in cui piango a dirotto lacerandomi da solo. Autoinfliggendomi la sofferenza dell’assenza da me scelta e rivendicata. Un masochismo romantico e passionale, scevro da quella componente sessuale che spesso tende a stridere, a fuorviare, a catalizzare l’intera attenzione su di sé. E che io stesso spesso uso, impropriamente, per creare dipendenza.
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