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#Federico Zappino
queerographies · 6 months
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[Che mondo è mai questo?][Judith Butler]
È uno spaesamento collettivo senza precedenti, quello che stiamo vivendo. Come possiamo ripensare le relazioni fra di noi e con il pianeta? E dove ricercare il senso di un mondo comune?
È uno spaesamento collettivo senza precedenti, quello che stiamo vivendo. Crisi sanitaria, emergenza ambientale e diseguaglianze crescenti sono i volti di un mondo divenuto d’un tratto irriconoscibile, opaco. Un mondo poroso e interconnesso, dove la nostra etica egoistica si dimostra inadeguata e i nostri concetti politici disperatamente obsoleti. Come possiamo ripensare le relazioni fra di noi e…
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nooradeservedbetter · 7 years
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Summer readings! I don’t have #aesthetic pics but I’m pretty happy with them!
The Eclectic Cuisine, Juliana Manuela Gorriti
Sexuality and Socialism, Sherry Wolf
The Open Veins of Latin America, Eduardo Galeano
Gender Between Neoliberalism and Neofondamentalism, (ed by) Federico Zappino
Fic. Why Fanfiction Is Taking Over the World, Annie Jamison
Aristotle and Dante Discover the Secrets of the Universe, Benjamin Alire Sáenz
Simon vs. The Homosapiens Agenda, Becky Albertalli
Abarat, Absolute Midnight, Clive Barker
The World at the End of the World, Luis Sepúlveda
The Buddha of Suburbia, Hanif Kureishi
Cloud Atlas, David Mitchell
 This Changes Everything: Capitalism vs the Climate, Naomi Klein
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silvacandida · 7 years
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Non è questione di gusti: intervista a Federico Zappino uscita su Liberazioni n.21.
"Se vogliamo opporci a queste norme, se ci sono chiare le gerarchie che costantemente ingenerano le diseguaglianze, le oppressioni, le sofferenze – ripeto: se vogliamo –, dovremmo allora provare a decostruire, e a relativizzare, quei desideri che ci appagano e che, tuttavia, le perpetuano. Ciò non significa espungere il desiderio dalla nostra esperienza, quasi fossimo degli stoici; tutt’altro. Significa, al contrario, provare a porsi questa domanda: esistono altri modi di desiderare che non intrattengano alcun rapporto con forme di gerarchizzazione, di oppressione, di esclusione, di violenza, di morte? Il desiderio, questa forza incredibile da cui siamo catturati e di cui siamo capaci, questa forza che ci spinge di continuo fuori da noi, è tutto qui?"
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Da un mese, a Bologna, ci sono cinque persone costrette in casa, agli arresti domiciliari, in attesa di processo. Questo tempo di attesa, a oggi, non è stato quantificato.
Nessuna di queste persone è sospettata di aver ucciso qualcuno. D’altronde – si dovrebbe pensare – se la procura di uno Stato di diritto ricorre a una misura di questa portata, che ti sottrae preventivamente la libertà di movimento per un tempo indefinito, e che di fatto ti giudica meritevole di pena prima ancora di qualunque processo, difesa o condanna, è probabilmente perché hai ucciso qualcuno o perché, nella migliore delle ipotesi, hai messo altre persone nella condizione di aver paura della tua libertà, perché hai attentato gravemente alla loro vita, o alle condizioni e alle strutture, materiali e immateriali, da cui la vita dipende.
È importante non abbandonare l’idea che quel probabilmente debba essere assai prossimo a un certamente, in uno Stato di diritto, e che debba essere supportato da ricostruzioni verosimili dei fatti e da testimonianze attendibili. Non è qui in questione, al momento, se la detenzione costituisca o meno la risposta più adeguata a un reato, quale che sia; a essere in questione, semmai, è che nessuno vacilli sulla salda convinzione che una detenzione preventiva a tempo indeterminato non possa costituire la risposta dello Stato a un’azione di contestazione politica nonviolenta contro il suo governo.
Francesco Bedani, Ivan Bonnin, Francesca Ioannilli, Gigi Roggero e Parvis Jashn Tirgan, tutti del collettivo Hobo, sono reclusi in casa con l’accusa di aver opposto resistenza, lo scorso 12 dicembre, alle manganellate di alcuni agenti di polizia incaricati di stabilire chi potesse accedere e chi no all’interno di uno spazio pubblico, quale è la sede dell’Università, ad ascoltare la “prolusione” (così il sito dell’Università di Bologna) del ministro Marianna Madia, per l’inaugurazione dell’anno accademico della Scuola di specializzazione in Studi sull’Amministrazione Pubblica.
Gli arrestati sono tra coloro ai quali non è stato consentito l’accesso, in modo violento, come testimonia questo video. Qualora il loro diritto di accedere a uno spazio pubblico fosse stato rispettato, i contestatori avrebbero probabilmente appeso in aula magna lo striscione che avevano con sé, recante la scritta No Jobs Act – No #buonascuola, avrebbero fatto propaganda contro il governo e avrebbero preso parola pubblicamente al fine di esporre le ragioni del dissenso contro le politiche neoliberiste adottate dal governo. Tutte cose analoghe a quanto già fecero un paio di mesi prima, in occasione di un incontro pubblico con il rettore e con il sindaco, in Sala Borsa. Tutte cose che coincidono con quella libertà politica tutelata e sostenuta da uno Stato di diritto.
Rendere giustizia agli studenti e militanti di Hobo impone tuttavia di non limitarsi a fare l’apologia dello Stato di diritto e di una libertà repressa ancor prima della sua espressione e poi reclusa in via cautelare a distanza di cinque mesi, nell’arco dei quali nessuna indagine è stata fatta. È probabile che ci si possa sentire ancora disorientati dalla sfilata dei capi di Stato e di governo per le strade di Parigi, di qualche mese fa, in difesa della libertà di opinione. Occorre però non dimenticare che solo gli Stati e i governi – rappresentati dalle stesse persone che sfilavano – possono minacciare una simile libertà: nessun altro fantasma. Questo perché solo gli Stati possono revocare ciò che essi hanno concesso.
E questa minaccia è ciò che precisamente vediamo all’opera, infatti, nella Ley de Seguridad Ciudadana (la cosiddetta ley mordaza) varata dal governo spagnolo, pochi giorni dopo i disordini di Bologna: una legge che conferisce al concetto di “sicurezza pubblica” un potere e un significato arbitrario e illimitato, e sancisce legalmente il passaggio gentile allo stato di polizia. Ma tracce di questa minaccia sono rinvenibili anche nei reiterati tentativi, da parte del governo tedesco, di restringere il diritto di sciopero; e non si possono non leggere in queste direzioni le misure detentive cautelari adottate nei confronti di Luca Fagiano e Paolo Di Vetta, esponenti dei Movimenti di Lotta per la Casa, che il 12 aprile scorso hanno manifestato a Roma contro le pene severe per chi occupa edifici vuoti o dismessi, sancite dal decreto Lupi – o come quelle adottate nei confronti di Loris Narda, anch’egli di Hobo, per il quale è stato riesumato il “divieto di dimora” a Bologna e in tutta la provincia: una misura molto in voga durante il fascismo, introdotta dal Codice Rocco per tutelare le donne dai mariti violenti.
Le Sentinelle in piedi e i movimenti pro life potranno forse dissentire, ma a essere in pericolo non è la libertà d’opinione, genericamente intesa: per tutelare la loro libertà, e la finzione che questa valga per tutti egualmente, vengono infatti mobilitati interi apparati di polizia. Trecento erano gli agenti ieri a Bologna, in piazza San Domenico, a difesa di diciannove antiabortisti dell’associazione No194. Il processo di «de-democratizzazione totale», per dirla con Wendy Brown, quel processo mediante il quale la razionalità neoliberale erode ogni acquisizione democratica e neutralizza ogni forma di democrazia a venire, squalifica semmai la possibilità di esprimere una precisa forma di opinione, e cioè l’opinione contraria al modo di governo antidemocratico neoliberista.
A essere seriamente in pericolo sono quelle vite esposte e precarie che alle politiche predatorie e criminali di precarizzazione, di annientamento, di morte, contrappongono la riappropriazione di spazi, tempi, risorse, saperi, affetti. Dove non arrivano la depressione, l’isolamento e il suicidio a neutralizzare queste eccedenze, dove il desiderio dei corpi indocili assume la forma dell’insubordinazione, arrivano la detenzione cautelare, il divieto di dimora, gli omicidi di Stato.
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classe · 9 years
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... quanto sia stata proprio la fagocitazione di saperi e discorsi umanistici ad aver costituito uno dei tasselli necessari per l’attuale gestione delle risorse umane. Essa ha consentito infatti di lubrificare, innanzitutto a livello discorsivo, la penetrazione del capitale in ogni spazio del vivente: da un lato, conferendo un volto nuovo all’impresa, responsabilizzandola rispetto ai problemi dell’umanità e dell’ambiente (la corporate social responsibility, uno dei modi attraverso i quali il capitale fa pink e greenwashing); dall’altro mediante l’esortazione al «dialogo» e alla «sinergia», così come attraverso l’appello a concetti che mirano a catturare e coinvolgere individualmente il soggetto, quali la «responsabilità» individuale per un «progetto comune», o la «speranza».
Federico Zappino - Cosa sono le risorse umane? (Alfabeta 2)
Leggetela questa recensione, la quoterei tutta. Mega per i lavoratori del terziario, o "cognitivi".
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queerographies · 9 months
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[Introduzione ai femminismi][Anna Curcio]
Cinque tappe della critica femminista lungo il Novecento: dal femminismo marxista della rottura al femminismo Nero, dal pensiero della differenza al femminismo materialista, fino ad arrivare ai nessi tra femminismo e queer.
Cinque tappe della critica femminista lungo il Novecento: dal femminismo marxista della rottura al femminismo Nero, dal pensiero della differenza al femminismo materialista, fino ad arrivare ai nessi tra femminismo e queer. Con punti di vista differenti, le autrici propongono un’analisi di alcune tra le più importanti esperienze politiche e teoriche del femminismo, permettendo di orientarsi tra…
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queerographies · 1 year
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[Nessuna sottomissione][Chiara Bottici]
Nessuna donna sarà mai libera se ogni altro essere vivente non lo sarà. Abbiamo bisogno di un approccio multiforme al dominio che sia in grado di tenere insieme voci diverse, egualmente finalizzate allo smantellamento dell’oppressione.
Nessuna donna sarà mai libera se ogni altro essere vivente non lo sarà. Abbiamo bisogno di un approccio multiforme al dominio che sia in grado di tenere insieme voci diverse, egualmente finalizzate allo smantellamento dell’oppressione. Solo un pensiero anarcafemminista è in grado di rispondere alle sfide del nostro tempo perché tiene insieme la specificità dell’oppressione delle donne e la…
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queerographies · 1 year
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[Tessiture][AA.VV.]
"Tessiture. Il pensiero fertile di Liana Borghi" è un libro che riempie un vuoto, proponendo un pensiero e un metodo di lavoro basati sull’affettività e una formidabile cura di relazione.
Una delle intelligenze più lucide e anticipatrici del nostro Paese, Liana Borghi (1940- 2021), teorica e attivista femminista e lesbica, di sé diceva che sentiva/pensando, che la sua testa e il suo cuore lavoravano all’unisono. Instancabile traghettatrice di pratiche e pensieri capaci di mettere in discussione tanto l’essenzialismo caro ad alcune aree del femminismo italiano quanto la tendenza a…
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queerographies · 5 years
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[Il pensiero eterosessuale][Monique Wittig]
L'eterosessualità è un sistema sociale che si fonda sulla relazione di dominio degli uomini sulle donne, e che produce la dottrina della differenza tra i sessi per legittimare la propria oppressione. [Il pensiero eterosessuale][Monique Wittig]
L’eterosessualità non è un orientamento sessuale tra tanti. L’eterosessualità è un sistema sociale che si fonda sulla relazione di dominio degli uomini sulle donne, e che produce la dottrina della differenza tra i sessi per legittimare la propria oppressione. Questa la tesi che emerge dagli scritti politici composti da Monique Wittig tra il 1976 e il 1990. Tra le fondatrici del movimento di…
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queerographies · 4 years
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[La forza della nonviolenza][Judith Butler]
Judith Butler definisce le dinamiche psicosociali che determinano il campo di forza della violenza mettendo in luce la mistificazione linguistica e la strumentalizzazione operate dal potere nei suoi confronti.
Judith Butler definisce le dinamiche psicosociali che determinano il campo di forza della violenza mettendo in luce la mistificazione linguistica e la strumentalizzazione operate dal potere nei suoi confronti. Nel far questo, smonta le posizioni che ammettono, in alcuni casi e con determinate finalità, la violenza come strumento per combattere la violenza stessa e, allo stesso tempo, la…
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queerographies · 5 years
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[Comunismo queer][Federico Zappino]
Ambire alla sovversione dell’eterosessualità significa lottare contro il capitalismo a partire dalle sue cause, anziché dai suoi effetti più immediati e visibili. In questo consiste la differenza tra ogni altra forma di anticapitalismo e il comunismo queer. [Comunismo queer][Federico Zappino]
La tesi di Comunismo queerè che lo sfruttamento e l’esclusione, all’interno delle società capitalistiche, non hanno solo un carattere universale, ma particolare. Di conseguenza, se vogliamo lottare efficacemente contro il capitalismo, dobbiamo fronteggiare ciascuna delle singole matrici di oppressione da cui trae linfa e sostanza per affermarsi e riprodursi. Nel caso dell’oppressione di genere e…
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queerographies · 5 years
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[La linea del genere][Roberta Pompili][Adalgiso Amendola]
Le autrici e gli autori di questo volume si interrogano sul dibattito che nella contemporaneità assume questo significante e sulle tensioni politiche che lo attraversano [La linea del genere][Roberta Pompili][Adalgiso Amendola]
Questo libro è nato dall’esperienza di un convegno sul tema del “genere” organizzato dall’Associazione Libera…mente donna, una associazione femminista che gestisce due Centri antiviolenza in Umbria. Nella collettanea, che ospita il confronto tra studiosi e studiose di diverse discipline (antropologia, sociologia, filosofia, diritto), le autrici e gli autori si interrogano sul dibattito che nella…
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queerographies · 7 years
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[L'alleanza dei corpi][Judith Butler]
Un’indagine sulla “politica della strada” e sul diritto performativo di apparizione del corpo
Al centro di questo libro di Judith Butler è l’indagine sulla “politica della strada” e sul diritto plurale e performativo di apparizione del corpo all’interno del campo politico, attraverso l’esperienza del raduno collettivo. Dal movimento Occupy alle proteste di Atene, dalle cosiddette “primavere arabe” al Parco Gezi di Istanbul, dalle mobilitazioni queer a quelle degli immigrati irregolari,…
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