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#Grande seno fianchi larghi
tinxanax · 11 months
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Sai, c’è che io sono consapevole di quel che sono. Io sono piena di difetti. Ho la pancia, il naso grande, tanti punti neri e gli occhi storti. Sono bassa, ho le spalle larghe e le mie cosce si toccano. Poi sono acida, troppo sensibile, e anche abbastanza permalosa. Posso essere cattiva, so sempre dove puntare se voglio fare male a qualcuno. Sono aggressiva e irascibile. Però tutto sommato ho anche dei pregi. Nel complesso so di essere una bella ragazza esteticamente. Per quanto siano storti, ho due occhioni da cerbiatta. Ho un bellissimo sorriso, e le mie labbra sono stupende. Ho le ciglia folte e lunghe. I fianchi larghi, un bel sedere. Ho il seno piccolo, ma sta molto bene sul mio corpo. Le mani sono piccole, con le dita lunghe e affusolate, molto carine da vedere, e poi sono molto morbide. Ho gli zigomi perfetti. Si, perfetti, ogni tanto sembrano rifatti, li adoro. È vero sono bassa, ma la mia statura sotto sotto mi piace, mi piace essere bassa. E poi so essere tanto dolce. Sono dolce e romantica. Sono intelligente, anche se fingo di essere stupida, sono molto intelligente e non mi sfugge niente. Sono passionale. Sono molto premurosa, mi prendo a cuore chiunque. Sono coccolona e giocherellona. Amo parlare e ascoltare le persone.
Io ho un sacco di difetti, lo ammetto. Ma ho pure tanti pregi. E da oggi voglio provare ad accettarmi per quello che sono. Nel bene e nel male. Perché infondo non faccio schifo, no. In fondo sono una bella persona anch’io.
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gregor-samsung · 4 years
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Il muto acchiappò il fagotto e con un salto fu nel fiume. L'acqua era in tempesta, e tracimava dall'argine. La falla era diventata grossa come il collo di un cavallo. L'acqua schizzava violentemente verso il cielo, poi si riversava nel vicolo dove formava un piccolo fiume. Il rivo d'acqua torbida era già strisciato fino alla porta di casa mia. Confronto al Jiaolong, che scorreva sospeso in alto dietro al villaggio, le case del borgo sembravano giocattolini di creta. Appena entrato nel fiume, il muto era scomparso. Nel punto in cui era andato giù turbinavano schiuma ed erbacce. Gli astuti gabbiani sorvolavano il fiume a pelo d'acqua, i loro occhi simili a fagioli neri scrutavano con grande attenzione l'area in cui il muto era affondato. Sembrava che stessero aspettando con impazienza qualcosa. Distinguevo nitidamente i loro becchi rosso vivo e gli artigli neri ripiegati sotto il ventre bianco. Fissavamo con apprensione la superficie del fiume. Un cocomero nero e lucido girò un paio di volte nella corrente, poi improvvisamente scomparve per riaffiorare subito dopo più avanti. Una rana nera striminzita arrivò nuotando in perfetto stile rana combattendo le onde limacciose, spostandosi attraverso le loro intersezioni per raggiungere la riva. Nelle acque più calme vicino all'argine, le sue zampette produssero sulla superficie graziose increspature. Gli uomini del Diciassettesimo corrugavano nervosamente la pelle del viso, mentre allungavano la testa in avanti. Visti così, a torso nudo e con i colli allungati, sembravano un gruppo di prigionieri che tende il collo in attesa della mannaia del boia. Le loro mutande erano identiche a quelle del muto, sembravano ritagliate da un foglio di lamiera. Quello che era rimasto nudo, coprendosi con le mani il grappolo dei frutti, si sporgeva come gli altri a guardare il fiume. Zun Long osservava la falla oltre l'argine. Sima Liang, approfittando di quel momento, raccolse la spada birmana che aveva tagliato teste come zucche, e con il pollice saggiò di nascosto la filatura della lama. - Bravo! L'ha otturata! - gridò fortissimo Zun Long. L'acqua, che fino a quel momento si era gettata fuori dalla breccia con la ferocia di un lupo, si era fatta più lenta ed era diminuita. Il fragore divenne man mano uno sciabordio. Il muto schizzò violentemente fuori dall'acqua, come un grosso pesce nero. I gabbiani, che stavano volando in cerchio sopra la sua testa, si lanciarono con strida spaventate verso l'alto. Con la grossa mano si pulì il viso dall'acqua, mentre tossendo sputava fango.
Mo Yan, Grande seno, fianchi larghi, (traduzione di Giorgio Trentin), Einaudi (collana ET Scrittori, n° 1414), 2006; pp. 320-21.
[Ed.ne or.le: Big Breasts and Wide Hips (丰乳肥臀 - Feng ru fei tun), Arcade Publishing, New York, USA, 1996]
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pinkfriarielli · 3 years
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Storytime perché sto guardando zero e mi sono ricordata di sta cosa (amo per questo le serie ambientate a milano)
C'era sta scena con zero in bici in corso como ok che per chi non lo sapesse (wish i were you) è tipo la via "inn" dove le milanesotte vanno a fare aperitivo e in discoteca (mi pare ci sia l'hollywood, ma non me ne intendo e non sono sicura del nome).
Ecco in pratica una volta due/tre anni fa in pieno agosto io sono scesa dalla metro in Garibaldi dopo essere andata a ripetizioni per fare cambio con il passante. Stavo davvero male per le mestruazioni ma avevo finito le medicine e dovevo passare in farmacia siccome i miei non potevano. Non sarei tornata al mio paese prima della chiusura di tutte le farmacie della zona, quindi ho deciso di fermarmi in una lì vicino mentre aspettavo il treno. Dovevo passare a piedi per corso como: ora, immaginatevi un metro e sessanta di donnina con tutte le caratteristiche tipiche del sud (fianchi larghi, seno grande, etc) con i capelli a caschetto legati malissimo, una maglia xxxl, i cargo e uno zaino stra pieno di libri di greco che cammina tutta sudata e con l'aspetto di un cadavere per questa via piena di ricchi che spendevano lo stipendio di un operaio per due spritz.
E la parte peggiore è che arrivata a casa scopro che avevo i pantaloni MOLTO sporchi di sangue e dalla macchia presumo che fosse già evidente mentre stavo in corso como.
Sipario.
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BODY POSITIVE
Chissà da chi è partito il Body Positive. 
All’inizio di questo secolo, in cui i protagonisti della scena erano i millennials, la cosa più importante, ciò che ti rendeva unico, speciale, e super figo, era avere un fisico che rispecchiasse l’ideale di bellezza perfetta, un corpo che imitasse quello di Paris Hilton, Keira Knightley o BritneySpears  (per citare solo alcuni tra i nomi più conosciuti).
Indossare pantaloni a vita bassa da cui far intravedere, possibilmente, il perizoma, magari abbinato ad un accessorio, il tutto accompagnato da un top così corto che copriva a malapena il seno, questi erano i requisiti principali per il dresscode.
Ma quanto erano belli i Millennials? Così colorati e cool, così pieni di energia e voglia di farsi vedere.
E il fisico? Qual era il tipo di corpo prediletto per accompagnare questo look?
Il fisico era, possiamo dire quasi il contrario di quello che i vestiti volevo far trasparire; eri perfetta se eri magrissima, da far emergere le ossa, con poco seno e con un sedere non troppo grande, fianchi larghi, capelli lunghi, insomma, tutti abbastanza simili, generalizzando. 
E ora? Qual è il nostro modello?
Ai giorni d’oggi, invece, viene promossa una tipologia di fisico un po’ diversa, caratterizzata da forme vistose, pancia piatta, seno e sedere molto abbondanti, decisamente un fisico a pera, come ad esempio quello delle Kardashian.
In più, da qualche anno, molti hanno iniziato a promuovere il Body Positive, chiedendo delle modelle curvy che mostrassero anche un altro ideale di bellezza, per far passare il concetto che ogni donna è bella, a prescindere dal fisico, dal taglio dei capelli, dal modo in cui veste.
Molti brand hanno deciso di aderire a questa iniziativa, alcuni sono andati anche oltre, presentando modelle del tutto diverse dai canoni intrinsechi nella nostra testa, basti pensare a Gucci, con la famosa  Armine Harutyunyan; ma altri, invece, non hanno voluto accettare questo cambiamento di prospettiva, come, ad esempio, il famoso brand statunitense Victoria’s Secret, che ha deciso di continuare sulla strada dei millennials, con modelle come Adriana Lima, Sara Sampaio o Candice Swanepoel.
Ma allora mi chiedo, come mai è cambiato così tanto il nostro modello? Chi ha fatto partire questa nuova concezione di perfezione?
Ma soprattutto, queste nuove campagne di Body Positive, che spopolano sui Social ma anche attraverso i vari brand famosi, aiutano realmente le ragazze che non riescono ad avere un fisico perfetto come quello delle ragazze prima elencate ad accettarsi per quello che sono, oppure, vogliono solamente dimostrare di voler essere “innovati”, dimostrando che si, è importante accettarsi per quello che si è, ma in realtà, il fisico è importante, è importante per la società in cui viviamo, e che chi non riesci ad averlo così è da difendere perchè non potrà mai raggiungere quell’ideale?
Perchè se siamo tutte belle, a prescindere dal fisico, esistono ancora le etichette curvy, skinny e tutto il resto?
Sono reali le intenzioni delle influencer che sostengono questi messaggi, ma che magari qualche post più avanti danno consigli sul “come perdere 7Kg in una settimana”, o lanciando hashtag, rischiando, peraltro, di andare a danneggiare la salute di quelle ragazze (si tenga a mente ragazze senza patologie, normopeso), facendo credere di essere sbagliate?
È reale quest’interesse nel farci sentire accettate? 
E tu, tu che stai leggendo questo post, ti senti accettata o discriminata da questi messaggi?
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erikaf-94 · 4 years
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Qui Dentro
Un mattino qualunque al risveglio, mentre mi volto verso il muro di fronte al mio letto, intravedo una figura in movimento nello specchio. Faccio un passo avanti, incontrando lo sguardo di una ragazza che mi osserva con esitazione. Non ci riconosciamo proprio all’istante, infatti da tempo immemore nessuna di noi sembra capacitarsi della nostra somiglianza. Ad un occhio esterno sarebbe evidente, eppure noi ci sentiamo quasi due estranee. Noto due segni viola sotto i suoi occhi, le sue guance sono un po’ infossate e la sua figura esile è coperta da un pigiama blu e bianco che le sta largo. I suoi capelli chiari sono ingarbugliati in alcuni punti, perciò, presa da un senso di pena, le do una mano ad aggiustarli con le mie mani meglio che posso. Più ci guardiamo, meno ci piace ciò che vediamo. Perché la tua bocca si piega in giù in quel modo? Non potevi nascere con un naso più fine? Il colore dei tuoi capelli è così banale, perché non provi a cambiarlo? Non ti rendi conto che la genetica non ha avuto alcuna pietà con te ed è per questo che nessuno ti vuole? Sono solo alcune delle domande che sappiamo passarci per la mente, così concordiamo entrambe in silenzio che è meglio continuare a lavorare sul groviglio senza fissarci in faccia un secondo di più. Quando abbiamo finito, ci giriamo verso il letto all’unisono e io mi dirigo a sistemarlo. Dopodiché, apro la finestra, accogliendo l’aria gelida dell’inverno. Contemplo per un attimo il grigiore all’esterno e so già che pure oggi dovrò trascinarmi per le strade come un fantasma, ignorato dal mondo e alla costante ricerca di una pace inesistente. Vado quindi al bagno e di nuovo si ripresenta la ragazza mentre mi lavo la faccia, ma lei pare non prestarmi troppa attenzione. La osservo intanto che s’infila il mio morbido maglione rosso e vorrei dirle che oggi non le sta poi così bene. Non che gli altri giorni le doni di più. Ad ogni modo lei sembra far finta di niente, ormai conosce la mia opinione su qualsiasi indumento che indossi. Sa che il problema non è il vestiario, ma lei. Se solo avesse un seno più sodo e grande. Se solo avesse dei fianchi meno larghi. Se solo…fosse diversa. Sopportiamo entrambe la frustrazione che ci scorre sotto pelle in silenzio. Dopo una rapida colazione, incontro la ragazza dall’espressione apatica un’ultima volta, scoprendo quanto fastidio si celi infondo alle sue iridi nel rivedermi. «Sai, nemmeno io sono così entusiasta, ma dobbiamo truccarci. A meno che tu non voglia uscire come uno zombie.» Lei non batte ciglio, so che mi comprende perfettamente, quando vuole. Appena abbiamo finito di coprirci ogni punto rossastro e i cerchi scuri sotto gli occhi, disegniamo una linea scura e sottile su entrambe le palpebre con dell’eyeliner. Alla fine ci guardiamo meno disgustate di prima, ma non così soddisfatte da continuare a scrutarci. Prima, però, che possa muovere un solo passo, con gli occhi puntati sui miei stivali, la sento dire «Finirà prima o poi questo odio insensato?» La guardo e mi accorgo dei suoi occhi leggermente arrossati. Io non ti odio, è solo che non voglio essere te, vorrei dirle, ma preferisco andarmene, evitando come solito di affrontarla. Esco in fretta di casa, con la consolante consapevolezza che quello che mi aspetta lì fuori, per quanto incredibilmente insopportabile, è sempre meglio di quello che mi aspetta qui dentro.
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diceriadelluntore · 5 years
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Santa Lucia
in foto: Seppellimento di Santa Lucia, opera di Caravaggio (1608). Chiesa di Santa Lucia alla Badia, Piazza Duomo, Siracusa.
Oggi la chiesa cattolica e ortodossa festeggiano Santa Lucia, martire cristiana del IV sec., patrona di Siracusa. La sua vicenda rientra nella tradizione martirologica siciliana e completa una triade di sante donne siciliane, con Agata per Catania e Rosalia per Palermo, unica nel panorama europeo.
Gli Acta martyrum narrano di una giovane, Lucia, orfana di padre, appartenente a una ricca famiglia siracusana e promessa in sposa a un pagano. Lucia in segreto si era battezzata e convertita alla religione cristiana. La madre di Lucia, Eutichia, era ammalata da tempo. Lucia ed Eutichia vanno in pellegrinaggio a Catania al sepolcro di sant'Agata, affinché intercedesse per la guarigione della donna. Secondo il martirologio “Durante la preghiera Lucia si assopì e vide in sogno Agata dirle: Lucia, perché chiedi a me ciò che puoi ottenere tu per tua madre? “. Nella visione Agata le preannunciava anche il martirio e il suo patronato sulla città. Ritornata a Siracusa, constatata la guarigione di Eutichia, Lucia comunicò alla madre la sua ferma decisione di consacrarsi a Cristo e di donare tutti i suoi averi ai poveri. Il pretendente, insospettito e preoccupato nel vedere la desiderata sposa donare tutto il suo patrimonio, verificato il rifiuto di Lucia, la denunciò come cristiana. Erano in vigore i decreti di persecuzione dei cristiani emanati dall'imperatore Diocleziano.
Lucia sostenne un processo dinanzi all'arconte Pascasio, attestando la sua fede e  proclamandosi cristiana. Minacciata di essere esposta tra le prostitute, Lucia rispose: "Il corpo si contamina solo se l'anima acconsente". Secondo gli Atti Pascasio ordinò che la giovane fosse costretta con la forza, ma lei diventò miracolosamente così pesante, che né decine di uomini né la forza di buoi riuscirono a spostarla. Lucia allora fu sottoposta al supplizio del fuoco, ma ne rimase totalmente illesa, sicché infine, piegate le ginocchia, fu decapitata, o secondo le fonti latine, le fu infisso un pugnale in gola.
Nell’iconografia popolare, soprattutto durante la dominazione Spagnola in Sicilia, si diffuse la leggenda che a Lucia furono cavati gli occhi e che le fossero ricomparsi miracolosamente: l'emblema degli occhi sulla coppa, o sul piatto, sarebbe da ricollegarsi, semplicemente, con la devozione popolare che l'ha sempre invocata protettrice della vista a motivo del suo nome Lucia (da Lux, luce).
Attestato dalla testimonianza scritta di un testimone oculare come il miracolo della fine della carestia dell'anno 1646, domenica 13 dicembre 1646, una quaglia fu vista volteggiare dentro la Cattedrale di Siracusa durante la Messa. Quando la quaglia si posò sul soglio episcopale, una voce annunciò l'arrivo al porto di un bastimento carico di cereali. La popolazione vide in quella nave la risposta data da Lucia alle tante preghiere che a lei erano state rivolte.
Il Culto liturgico si celebra il 13 Dicembre, che prima dell’introduzione del calendario gregoriano (1582) cadeva proprio il giorno del solstizio d’inverno, rendendo all’epoca esatto il proverbio “santa Lucia il giorno più corto che ci sia”.  Per una casuale coincidenza il 13 dicembre è comunque collegato ad un fenomeno astronomico, ossia con il giorno dell'anno in cui il sole tramonta prima: dopo tale giorno il tramonto avviene ogni giorno più tardi; ciò nonostante, anche dopo il 13 dicembre le giornate continuano ad accorciarsi.
A Siracusa i solenni festeggiamenti durano 8 giorni, dal 13 al 20 Dicembre. C’è un collegamento molto particolare tra Siracusa e la Svezia: forse reduci da una visita per il Grand Tour, alcune famiglie aristocratiche svedesi nel 1700 introdussero l’usanza di vestire il 13 Dicembre la figlia maggiore come santa Lucia e che servisse la colazione ai genitori a letto. La ragazza porta in testa una corona di candele accese, in ricordo della luce del Cristo che scese sulla santa. Dal 1927 dopo che un quotidiano di Goteborg propose un concorso su Miss santa Lucia, ogni anno viene scelta una Lucia che dalla Svezia partecipa alla festa della santa di Siracusa.
Danta Alighieri nella Divina Commedia più volte cita la santa: lo stesso poeta nel Convivio si dice devoto alla santa che per sua intercessione gli curò una malattia agli occhi. Il passo però che più mi piace è un piccolo poemetto di Federico Garcia Lorca:
Sulla porta lessi questo cartello: locanda Santa Lucia. Santa Lucia era una bella ragazza di Siracusa. La pitturano con due bellissimi occhi di bue su un vassoio. Sopportò il supplizio sotto il consolato di Pascasiano che aveva i baffi di argento e ululava come un cane da guardia. Come tutti i santi, propose e risolse teoremi deliziosi, di fronte ai quali gli apparecchi di fisica spaccano i loro vetri. Dimostrò sulla pubblica piazza, di fronte alla sorpresa del popolo, che 1000 uomini e 50 paia di buoi non vincono la colombella sfavillante dello Spirito Santo. Il suo corpo, il suo corpaccio, diventò di piombo premuto. Nostro Signore, sicuramente, stava seduto con lo scettro della corona sulla sua cintura. Santa Lucia era una ragazza alta, col seno piccolo i fianchi larghi. Come tutte le donne selvagge, e di occhi troppo grandi, da uomo, con una molesta luce scura. Spirò su un letto di fiamme.
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sciatu · 6 years
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Rispeddi friti con crema di ricotta, granella di pistacchi e arancia candita, tortiglioni Palermitani alla crema di ricotta;  Millefoglie alla crema con granella di pistacchi e crema chantilly ammorbidita con panna; piccola pasticceria (da sinistra, sospiro di monache, babà, bigne alla crema, bigne al cioccolato,bignè al limone, tortine con fragoline di bosco); cannolo con crema alla ricotta e ciliegia candita, cannolicchi alla crema pasticcera; profiterole con crema caffè e nocciola, pasta di mandorla al pistacchio; cassata con cannoli (pasticceria Savia Catania); cannoli, paste alla ricotta con granella di cioccolata, paste alla frutta.
L’INGORDO MANIACO - L’AMORE VISTO DA DIETRO
Quando tu vedi delle paste alla crema immediatamente reagisci con la voglia o il desiderio di mangiartele, questo perché dal profondo del tuo inconscio, il ricordo della bontà di paste simili in momenti magari felici ed importanti ti spinge a volerle divorare. Infatti, il corpo umano non è costituito solo da acqua e sali minerali od organici,ma da desideri e bisogni da cui nascono i sogni. I desideri sono il nostro futuro, i bisogni il nostro passato; se non desideriamo e soddisfiamo i nostri desideri non abbiamo futuro; se neghiamo i nostri bisogni come il cibo o l’amore, uccidiamo quello che siamo; se dai desideri o dai bisogni non nascono i sogni, la nostra anima muore perché non ha motivo di vivere. Io ad esempio, in quanto Ingordo Maniaco, appena vedo le paste alla crema, subito riconosco i miei bisogni, quindi desidero e così mi nasce un sogno! Confesso che i miei bisogni nascono tutti dal ricordo la lingua di Cocima piena di crema chantilly che si attorciglia intorno alla mia quando io avevo dodici anni e lei qualcuno in più. Vengo così assalito da bisogni dominanti che va dalla mia lingua immersa in quella buonissima crema della pasta fino a quello della lunga e serpeggiante lingua di Cocima che la spalma, la riprende e la rispalma sulla mia lingua in un mulinello sensuale mentre tutto il suo corpo, il suo seno abbondante, i suoi fianchi larghi, il suo sedere tondo e morbidissimo, il suo profumo intenso comprato all’Upim, la sua grande chioma di capelli castani che sapevano di shampoo, tutta quanta la sua primitiva ed inarrestabile sensualità, premevano contro il mio corpo svegliandone ogni fonte di piacere. Ed ecco nascere il desiderio: rivivere tutto questo con la prossima amante, con la prossima pasta al cioccolato; ed ecco il sogno : poterlo fare con le paste che ho davanti e con la lei a cui le offro. Questo è il mio modo limitato di vedere le paste ed il sesso: da dietro, dal passato. Io quindi non valuto oggettivamente la lei che ho davanti o una pasta che mi offre, ma stupidamente paragono quella pasta e chi me la offre a quel momento in cui nel bagno di casa, mentre mi lavavo le mani entrò Cocima con in mano due paste alla crema e sorridendo ne aprì una mostrandomi la crema, mentre la sua lunga lingua scivolava lentamente sulle sue carnose labbra. Lo stesso fai tu: tu non valuti la pasta che hai davanti, il tuo subconscio fa scattare la molla e tu la desideri per come anni fà l’hai mangiata e nello stesso momento la sogni che ti riempie la bocca e ti avvolge la lingua. Per questo io resto solo un Ingordo Maniaco e mai un amante o un marito. Allo stesso modo ami: misuri ogni nuovo amore con il metro di uno passato. Se hai avuto un grande amore finito male, misurerai ogni amore che incontri con il metro di quell’amore, di quel fallimento; questo è compressibile, ma sappi che non è giusto. E’ comprensibile perchè la nostra memoria non ricorda quando ci siamo fatti male o quando abbiamo sbattuto la testa, ma non dimentica mai il dolore che nasce da un amore finito male, perché l’amore è la somma di tante nostre parti (autostima, generosità, fiducia, disponibilità, lealtà, bisogni vari, necessità ignote) e non è facile o naturale dimenticare. E’ giusto ricordare gli sbagli, gli errori, non è giusto, a motivo loro, negare ogni fiducia, perchè  chi  oggi ti vuole amare, non è chi ti amava ieri. Merita rispetto per quello che ti può dare con limiti e meriti, sulla base del suo passato. Magari neanche lui lo sa, lo capisce ed ha difficoltà ad esprimertelo, ma se tu giudichi il vostro amore da dietro, senza guardarlo negli occhi, senza capirne gli umori e le espressioni, non potrai mai avere e vivere l’amore che cerchi; se lo giudichi per come l’amore passato era, non riuscirai mai a dargli la possibilità di farti capire chi è. Resti congelato nel bisogno di quanto è stato, non sviluppi nuovi desideri, non sei fecondato da nuovi sogni Ogni pasta quindi è una storia a se stante, quella che hai mangiato ieri era più buona o più brutta, ma quella che adesso hai in mano, ti chiede di non giudicarla dal passato, da dietro, da come erano le altre, ma da come , poverina, lei adesso è.
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giorgicore · 5 years
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GiorgiaKappa appreciation post
Ho degli ottimi gusti musicali, leggere è la mia passione, sono bravissima a fare dolci e a cucinare, ho una buona conoscenza del mondo del cinema. 
Ho un ottimo vocabolario e capacità di espressione.
Parlo benissimo inglese e sono brava a imparare nuove lingue. Ho iniziato a studiare coreano da sola e sono a un ottimo livello pur non avendo mai fatto nessuna lezione.
Ho mille interessi e nessuno di questi l’ho mai preso alla leggera o in modo superficiale, perché se qualcosa mi interessa davvero la mia curiosità è alle stelle e riesco a diventare quasi un’esperta di quell’argomento. 
Riesco a parlare di tutto, con chiunque. E anche quando c’è un argomento che non conosco o che non mi interessa particolarmente, ascolto sempre attentamente la persona che mi sta parlando.
Ricordo sempre tutto.
Sono carina, i miei occhi sono di un verde così scuro che sembra castano, non ho quasi mai brufoli e la mia pelle è liscissima. Le mie labbra sono naturalmente rosa, e il mio labbro inferiore è più grande di quello di sopra. Ho un bel collo e mi piaccono soprattutto le mie spalle e le mie clavicole. Non ho un seno grande ma è carino, e la mia pancia è sempre super piatta. La parte più prominente del mio corpo è il mio sedere, che è morbido e di una bella forma. Ho i fianchi larghi rispetto alla vita, per questo i pantaloni a vita alta mi stanno così bene. Ho una bella schiena. 
Nonostante le mie cosce siano piene, ho quello che viene definito “thigh gap”.
Tutte le ragazze mi hanno sempre fatto mille complimenti per le mie unghie e la forma delle mie sopracciglia, e adoro i miei capelli anche se mi fanno impazzire: nonostante le mille tinte e le mille follie non mi hanno mai tradita. 
Ho un buon profumo.
Amo i miei tatuaggi e me li sento benissimo addosso.
Sono vegana. Il che, secondo me, è la cosa più bella di me.
Sono dolce, gentile, una gran chiacchierona che cerca di mettere tutti a proprio agio. Riesco a star bene con le persone timide perché si fidano di me e non le metto mai a disagio, anzi. Sto bene con tutti i tipi di persone perché ho una grande empatia e non ferisco mai nessuno con l’intenzione di farlo. Sono sempre piena di riguardi per chiunque. Le persone si fidano di me perché sono una persona affidabile.
Ho uno stile elegante naturalmente. E buon gusto in generale. Non sono mai sguaiata e so comportarmi in ogni situazione.
Quando mi innamoro dono il mio cuore interamente. Non gioco d’astuzia, sono sempre onesta con i miei sentimenti, che sono sempre totali. Sono sempre attenta a quello che vuole il mio partner e riesco a modellarmi naturalmente su di lui, senza però sacrificarmi. Nonostante la mia dolcezza, sono super passionale e ricolma di lussuria.
Sono sensibile e intuitiva. Ma allo stesso tempo sono forte, sono resiliente. 
E quindi fottiti, perché hai perso tutto.
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nuqa-blog · 7 years
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Gennaio - Carrellata di sogni spaventosi degli ultimi tempi
- Mi trovavo in una stanza piena di scaffali colmi di dolci e mangiavo dei Ferrero Rocher in maniera compulsiva, uno dietro l'altro. Non riuscivo a smettere, li infilavo in bocca con foga e nonostante non volessi mangiarli non riuscivo a fermarmi. Mi sentivo male
- Andavo in vacanza in Sardegna con due amici a fare escursionismo e mi lasciavano sola su un monte disperso chissà dove. In cima c'è un baretto con una barista sui 45, curata e truccata in modo appariscente e un po' volgare, molto affettuosa e gentile. Mi sedevo ad un tavolino fuori, con le sedie di plastica ingiallite dal tempo e dal sole. Mi sento sola e abbandonata. Devo capire come tornare a casa
- Giravo in un grande edificio in cui una donna sui 40+ stava mostrando a me e ad un gruppo di persone le loro ricerche scientifiche del loro istituto. Lei aveva progettato una sorta di tuta spaziale meccanica che sembrava uscita da un cartone animato degli anni 70, una armatura tipo Mazinga. Tutti la ammiravano per come riusciva a coiniugare una brillante carriera e la vita privata. Mi sentivo una nullità al confronto
- Dovevo imparare a suonare la batteria ma non ne ero capace. Cercavo delle scuse per non farlo, fino a che l'insegnante arrivava davanti a me e mi chiedeva di tenere un certo tempo come prova del mio apprendimento. Io non ce la facevo
- Pulivo la lettiera del gatto. Più sabbia sporca toglievo, e più ce n'era. Continuavo a scavare, scavare, scavare con la paletta ma la sabbietta sporca di escrementi non terminava, arrivavo a scavare fin sotto al pavimento, come se la lettiera si aprisse su una buca sottoterra
- In casa, cercavo un barattolo di burro d'arachidi. Era importante, dovevo trovarlo. Ogni tanto mi giravo e lo vedevo in qualche angolo. Dietro al pc, sopra una mensola, sul lavandino. Quando mi avvicinavo per prenderlo quello di colpo scompariva, e riappariva più tardi in qualche altro posto
- Ero su una nave in burrasca. Mi trovavo sotto coperta ed ero sbalzata violentemente da un lato all'altro della stanza. Oscillava tutto così forte che non capivo più dov'era la verticale e l'orizzontale. Gli oggetti cadevano dappertutto, mi aggrappavo ai mobili cercando di non venire lanciata contro le pareti. Prendo in mano degli oggetti, li sollevo a mezz'aria e li lascio cadere per cercare di capire dov'è la verticale con la forza di gravità. Ero come un gatto in una scatola che viene agitata. La nave fa una virata netta e improvvisa, capisco che stanno cercando di resistere alla burrasca, penso a cosa ci possa essere lì fuori e ho paura. Durante la notte emergevo dal sogno e tornavo nel dormiveglia. Stavo oscillando nel letto, mi agitavo. Poi tornavo dentro al sogno, sulla nave. Mi sono anche chiesta se per caso ci fosse il terremoto
- Mi sollevo la maglia per scoprire il fianco. Il torso è lacerato come da una enorme ferita, uno squarcio. Dentro all'apertura potevo vedere che all'interno ero fatta di un geode viola. Un ametista. Avevo i cristalli al posto della carne che si vedevano dallo squarcio
- Del sogno di stanotte ho solo delle immagini. Ero nel collegio, all'interno, che aveva la struttura e l'aspetto di un albergo. succedevano cose inquietanti, come nell'hotel di Shining. Per esempio ero davanti ad un grande specchio. Avevo un bikini nero e sopra un prendisole, uno di quei vestitoni larghi e leggeri che si indossano d'estate. Mi guardo davanti, mi sta bene, è ok, sono normale. pPoi mi giro di fianco e il mio profilo è gonfio. Non intendo dire che la silhouette è un po' abbondante, intendo dire che ho il seno grosso e ipertrofico, la pancia abnorme più di una donna incinta. Di profilo sembro una di quelle statuette preistoriche della fertilità. Ero spaventata. Poi improvvisamente avevo i capelli lunghi fin sotto ai fianchi, e una donna me li tagliava. Un'altra donna mi radeva le gambe e io non volevo. Glielo dicevo ma lei lo faceva lo stesso. Non avevo il controllo su di me, mi imbarazzava che lo facesse un'altra, e lo percepivo come una cosa pericolosa per me
- Delle persone andavano in un campo di concentramento e vivevano come i deportati della seconda guerra mondiale per un mese. Lo scopo era un esperimento psicologico, o un documentario, e altre persone cercavano di fare profitto su di loro cercando di vendendorgli oggetti che potevano aiutare la loro sofferenza durante la permanenza nel campo di concentramento
- Andavo in bici. Anche un mio amico andava in bici sullo stesso tragitto. Io gli ripetevo che è meglio andare piano anziché veloci. In realtà non riuscivo bene a stargli dietro, pedalavo con paura
- In un edificio con altre ragazze. E' una sorta di collegio. Sentiamo delle urla dall'esterno e accorriamo in balcone. Su uno degli altri balconi c'è una ragazza che si vuole suicidare. E' in piedi sulla ringhiera, in camicia da notte, rivolta verso l'esterno. E' ferma immobile e non parla, non reagisce. Il suicidio viene sventato. Dopo qualche tempo scatta l'allarme antincendio. Stiamo per evacuare dalle scale d'emergenza ma non possiamo perché sono piene di fumo. Andiamo in balcone e vediamo un'altra ragazza che si vuole suicidare. E' anche lei sul balcone come la prima, ma stavolta ha appiccato un fuoco nella sua stanza. Le altre ragazze accorrono scavalcando di balcone in balcone per arrivare da lei, e anche io provo a seguirle ma sono troppo stanca per andare da lei a salvarla, sono senza forze, e mi fermo a metà  
- Sono su un treno con le ragazze del collegio. Una di loro che ha nascosto della droga, o non l'ha pagata, o l'ha rubata, fatto sta che i proprietari di questo sacchettino di droga mi prendono, mi portano in una carrozza vuota e mi stuprano in gruppo per vendetta. Io non sembro solo shock, ma comincio col tempo a montare dentro rabbia e desiderio di vendetta. Una volta tornate, nel parco dietro il collegio, dove c'è un fazzoletto di terra incolta e secca, inizio a camminare avanti e indietro. Dò qualche calcio a dei sassolini. Prendo a camminare più veloce, con più rabbia, e dare calci sempre più forti e violenti
- Ho la casa piena di oggetti e cose. Più sportelli apro, più ne trovo. Cose che avevo dimenticato da chissà quanto. Confezioni, barattoli, pacchetti di cibo anche scaduti. E lì dentro trovo degli animali che avevo preso tempo fa, e che avevo scelto per tenere con me. Della minuscole tartarughe, dei minuscoli cuccioli di lupo, una biscia e un cucciolo di tigre. Sono denutriti e disidratati. Cerco di farli riprendere  
- Devo prendere l'aereo. Al momento di salire sento lo stuart che parla con una passeggera dell'incidente della settimana scorsa: un aereo è caduto in mare. Mi viene in attacco di panico e prendo uno xanax. Le persone mi vedono agitata ma io li tranquillizzo dicendo che va tutto bene, è tutto sotto controllo. In realtà sono terrorizzata
- Torno dove ho parcheggiato l'auto. Un automobilista è si vendicato con me e mi ha rigato tutta la carrozzeria. A dire il vero ha quasi distrutto tutta la fiancata come se l'avesse presa a calci, o l'avesse urtata con la propria auto
- Sono su volo aereo con atterraggio di emergenza in un posto tipo l'Havana. Durante il tempo di permanenza a terra, prima di ripartire per la destinazione, alcuni passeggeri decidono di fuggire per scomparire e non farsi più trovare. Io li vedrò e segnalerò il tutto al personale di bordo, che però è troppo impegnato per lo stato di emergenza del velivolo. Arrivati a destinazione, a distanza di tempo, vedo uno dei passeggeri fuggiti. Lo fermo, cerco di interrogarlo, di farmi dire dove sono gli altri, ma lui non collabora. Lo porto da chi può investigare a riguardo per ritrovare gli scomparsi, che non riusciranno ad essere ritrovati
- Torno dai miei. Loro sono tutti felici perché stanno partendo per una vacanza e mi lasciano da sola. Io ho disturbi alimentari (tipo bulimia). Mio nonno (quello che è morto anni fa) è in una casa di cura, a metà tra l'ospizio e l'ospedale psichiatrico. E' in condizioni pessime. Adesso è la carcassa dell'uomo che era una volta, sia fisicamente che psicologicamente. Passo il tempo girando da sola per le colline. E' tutto vuoto. Io, la campagna, mio nonno. Passo il tempo a sentirmi triste, e a visitare mio nonno. Fra poche settimane lo dimetteranno. Non vedo l'ora che tornino i miei, anche se so che non succederà niente di significativo. Il futuro è privo di speranze.
- Sono a Milano con delle ex compagne dell'università. Stiamo passeggiando davanti ai negozi e loro sono tutte allegre e gioviali, frivole e divertite. Guarda che belle scarpe rosse! E i gioielli di Cartier! esclamano tirandomi per il braccio e correndo verso le vetrine. Io so che le scarpe non mi entreranno, e l'oro non mi piace. Le accompagno lo stesso in questo shopping folle. La sera cambio compagnia: verso l'ora di aperitivo mi vedo con un amico, una persona modaiola alternativa (skater) e con un grande ego. Mi ha portato in questo posto di giovani altrettanto modaioli alternativi quanto lui. Sta parlando con un altro modaiolo alternativo di cose che non mi interessano: suonare ai concerti, fare questo o quello. Io, seduta lì di fianco, mi disinteresso e fumo. La mia sigaretta è decorata, è avvolta da un tralcio di rosa rampicante con le spine sul fusto. C'è anche una piccola rosa di ceramica, di un color rosa pallido, là sopra al filtro della sigaretta. Mentre fumo la sigaretta mi cade dalle mani. La raccolgo e, alzando lo sguardo, noto che TUTTI i ragazzi presenti mi stanno fissando minacciosamente. Sanno che non sono una di loro, come in un gruppo tribale. Per incutermi timore tamburellano le dita su oggetti, sul cemento, sulle ginocchia. Sono seduti sui muretti, le sedie e i gradini attorno a me e mi guardano in silenzio come gli uccelli di Hitchcock. D'improvviso scattano le sette di sera. Il gruppo si scioglie istantaneamente e tutti se ne vanno. Chiedo al mio amico dove sono finiti, lui risponde che sono a casa. minacciosi per quanto sono, abitano ancora coi genitori, sono dei ragazzini, e le sette è l'ora di cena con la famiglia
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edoutfitluana · 3 years
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“Primo passo cerca di determinare che forma ha il tuo corpo”
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1) SE HAI IL FISICO A FORMA DI MELA :
Generalmente, il busto è più largo della parte inferiore del corpo. Di solito circa il 14% delle donne ha questo tipo di fisico. Il busto misura almeno 8 cm più dei fianchi.
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-Caratteristiche tipiche di questo fisico sono le spalle larghe e gli arti snelli, soprattutto le braccia;
-Il peso si concentra intorno alla zona centrale del corpo e al torace, quindi a volte può sembrare che il petto sia più grande e la pancia più prominente;
-Se hai il seno piccolo, il peso potrebbe concentrarsi intorno alla parte centrale del corpo;
-Proprio sotto la parte centrale del corpo, il girovita può essere poco definito, quindi anche per questo il busto sembra più grosso;
-Se da un lato il busto è largo, le gambe spesso sono più snelle, magari anche leggermente toniche.
QUINDI :
Le donne e ragazze con il fisico a mela tendono ad essere più rotonde nella parte toracica. L’ideale è quindi nascondere l’armonioso torace con il seno e le gambe. Create un look trendy indossando maglie, blazer lunghi, camicie e maglioncini. Mettete colori scuri e indossate modelli che siano anche lunghi. Evitate i capi oversize e vestiti troppo aderenti al punto vita. Meglio optare per abiti chemisier o geometrici. Le gonne svasate a vita stretta non vestono al meglio, meglio scegliere i leggings.
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2) SE HAI IL FISICO A FORMA DI PERA :
Il fisico a pera è l'opposto di quello a mela. In questo caso la parte inferiore del corpo è più larga, creando dunque un triangolo. Il 20% circa delle donne ha fianchi notevolmente più ampi del busto.
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-Puoi accorgerti piuttosto velocemente se hai questo tipo di fisico: i fianchi, le cosce e a volte il fondoschiena sono più larghi del busto;
-Le spalle sono più strette, spioventi e non altrettanto larghe;
-Solitamente si considera il fisico più formoso. Basta guardare le gambe per capire se hai questo tipo di corpo: a volte sono notevolmente più larghe, muscolose e piene se paragonate al resto.
QUINDI:
Una silhouette attraente che presenta un busto ridotto con un seno minuto e un punto vita più formoso. I fianchi sono larghi, il sedere voluminoso e i glutei anche. Per valorizzare il fisico a pera, indossa top, bluse e camicette con dettagli e decorazioni sul busto. Prova i ricami, le stampe, le applicazioni in pizzo e soprattutto le ruches. Metti dei jeans a palazzo, con i cropped, oppure un pantalone a vita alta. Evita tutto ciò che aumenta volume nella parte bassa.
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3) SE HAI UN FISICO DRITTO/ RETTANGOLARE :
Il 46% circa delle donne ha questo tipo di corpo: il punto vita ha quasi la stessa ampiezza dei fianchi e delle spalle. La silhouette non è tanto formosa quanto quella dei corpi a pera o a mela. Invece è piuttosto dritta, con spalle piatte.
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-Contrariamente ai tipi di corporatura precedenti, il modo migliore per capire se hai un fisico rettangolare è misurarlo. Ti renderai conto che il girovita è di 3-20 cm più stretto del busto.
-Quando stai in piedi, non dovresti notare curve intorno alla zona del punto vita;
-La cassa toracica definisce la maggior parte della silhouette, in quanto il punto vita non è accentuato e non crea alcuna forma;
-Nonostante il fisico rettangolare, potresti comunque avere un fondoschiena formoso (simile a quello del corpo a pera) o un torace ampio, con un po' di peso in più intorno alla parte centrale del corpo.
QUINDI :
Le donne con questo fisico presentano un seno ridotto, una vita dritta e un fondoschiena (quai sempre) piatto. Per questo motivo possono indossare praticamente qualsiasi cosa. La geometria del corpo viene valorizzata da abiti asimmetrici oppure tra l’alternanza di questi e di capi aderenti.
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4) SE HAI UN FISICO A CLESSIDRA :
È il meno comune, infatti è proprio solo dell'8% delle donne. La misura dei fianchi solitamente equivale a quella del seno, con un girovita sottile.
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-Contrariamente ad altri tipi di fisico, è possibile capire che il proprio corpo è a clessidra quando il punto vita è notevolmente definito.
-Le curve si trovano nei punti giusti. Il grasso solitamente viene immagazzinato uniformemente.
-Quando ti specchi, i fianchi e il seno hanno la stessa ampiezza.
-Puoi avere un corpo a clessidra anche se la parte superiore delle braccia è leggermente in carne, le spalle sono più larghe e il fondoschiena è leggermente più pieno.
QUINDI:
Il fisico a clessidra presenta la vita stretta, fianchi e il seno proporzionati e, per i canoni di bellezza attuali, è considerato femminile e bello. Per creare un look sensuale, le donne a clessidra possono indossare gonne a ruota con vita alta, pantaloni modellanti e jeans di ogni tipo eccetto gli skinny. Maglie, abiti e camicie avvitate esaltano la bellezza e bilanciano le forme. Indossate poi i top senza spalline oppure abiti con scollature sulla schiena.
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gregor-samsung · 5 years
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Libera come un piccione, la sua anima volò in circolo sopra la grande piazza del municipio. Era di nuovo una piovosa giornata di primavera, e lui volò fra le raffiche di pioggia. Con uno sbatter d'ali atterrò su una sofora cinese ai margini della piazza, e si mise a osservare l'esibizione offerta dal malato di mente Gao il Coraggioso. Attorno a lui c'era un capannello di gente che rideva come se si fosse trattato delle acrobazie di una scimmia. Cittadini, contribuenti! Loro, questi scarafaggi nutriti e ingrassati con il sangue e il sudore del popolo, mi insultano sostenendo che sono un malato di mente. Proprio così, proprio così. Mandare in ospedale psichiatrico tutte le persone lucide è uno dei loro scherzi preferiti. Fratelli e sorelle, amici, compagni di battaglia, aprite gli occhi e guardate. Guardate come la proprietà pubblica finisce nelle tasche di uno solo, guardate come il sangue e il sudore del nostro popolo vengono sperperati a fiumi. Guardate, guardate. Il costo di un loro reggiseno basterebbe a sfamarci per sei mesi. Il riso che consumano in un pasto normale corrisponde alla razione che riusciamo ad avere in tre mesi. Ovunque si moltiplicano ristoranti e bar, ovunque proliferano corruzione e mazzette, ovunque c'è frode e inganno. In due anni il capo di un borgo cittadino riesce a fare centomila yuan. Compaesani, so benissimo che a voi è ancor più chiaro che a me. Nelle vostre possenti vene sono state piantate cannucce per succhiarvi il sangue. Compaesani, la loro sete è vasta come l'oceano! Paesani aprite gli occhi, scacciate la nebbia che li ottunde, guardate questa realtà spaventosa! La pioggia bagnava la pallida fronte di Gao il Coraggioso. Con un pettine di ferro si lisciò indietro i capelli grigi che la pioggia rendeva lucidi, come fossero cosparsi di olio di cassia. La pioggia primaverile è preziosa come l'olio, la pioggia estiva scorre su tutta la terra. Io non ho alcun disturbo psichico, il problema è che sono troppo lucido, così lucido da far paura persino a me stesso. Lo so, non ho alcuna speranza di spezzare la fitta rete che hanno intessuto con soldi e organi genitali. Il mio destino sarà più triste di quello di un cane rabbioso. Oggi sono ancora qui a fare il mio discorso, domani potrei essere morto su un cumulo di immondizia.
Mo Yan, Grande seno, fianchi larghi, (traduzione di Giorgio Trentin), Einaudi (collana “Supercoralli”), 2006; pp. 750-51.
[Ed.ne or.le: Big Breasts and Wide Hips (丰乳肥臀 - Feng ru fei tun), Arcade Publishing, New York, USA, 1996]
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sulden · 4 years
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28th of July
Ero davanti l’ennesimo film pensando di andare a fumare l’ennesima sigaretta
Avevo davanti una giornata piena, strano ma vero. Di li a poche ora sarei dovuta uscire con L, cugina, grande amica e la mia costante. Shopping aveva detto, in realtà l’avrei solo accompagnata e aspettata fuori dai camerini. Una volta finita la corsa contro il tempo e, sopratutto, contro il caldo afoso che tanto odiavo, avrei dovuto fare palestra, cenare, e poi una bella serata al mare, correre un po’ non mi dispiaceva ma pensavo che una camminata in roller fosse ancora meglio.
Ok, dopo questo inutile prospetto che non frega un cazzo a nessuno, parliamo di complessi mentali per cui ve ne sbatterete ancora di più.
L’altra sera sono uscita, avevo solo intenzione di bere fino a non ricordare il mio nome ma, in realtà, bevvi meno del solito. Avevo un vestitino celeste fino a sopra il ginocchio, ampia scollatura che grazie alla mia mancanza di seno non risultava volgare e la schiena scoperta, tacchi neri. Molto insolito da parte mia un abbigliamento del genere, sono più tipa da jeans, t-shirt e giacca di pelle, non so se mi spiego.
Camminavo con L per la città, incontrai numerose persone, quasi sorprese di vedermi vestita bene, scaturendo nella mia mente pensieri simili a “okay forse non sono sempre il massimo dell’eleganza ma cazzo”
Era assurdo il numero eccessivo di commenti che mi lasciavo alle spalle ad ogni passo e qui parte la domanda.
Ma perché giudicare? Perché criticare, perché far sentire a disagio una persona, perché sminuire una persona per esaltare se stessi?
La bellezza, cos’è in realtà?
La bellezza è un amplesso di cose, oltre che ad essere soggettiva, non è raffigurata solo da addome scolpito, da occhi chiari, capelli biondi, la vita sottile, labbra carnose ecc
Mettiamola così: consoci un/a ragazzo/a, la persona più bella che tu abbia mai visto. Fisico perfetto, pelle ambrata, occhi magari verdi, come preferisci. Ma una volta che hai l’opportunità di conoscerla ti rendi conto di quanto sia vuota, priva di obiettivi, interessi, magari arrogante, superficiale.
Cosa te ne fai quindi di una persona esternamente magnifica quando internamente è orrenda.
La parentesi che si verrebbe ad aprire se dovessi affrontare seriamente questo discorso credo sia immensa e infinita, e inoltre credo che tutte le persone che mi darebbero ragione continuerebbero a sbagliare, in quanto sia normale rimanere ammaliati da una persona esternamente bella.
E qui ci possiamo ricollegare anche alla domanda iniziale, perché giudicare.
Tu, persona che giudica la mia, chi sei per dirmi se sono troppo magra, troppo grassa, se i miei capelli sono troppo chiari, se ho il naso troppo a punta o troppo aquilino. Che fastidio ti da il mio corpo che ti da l’autorizzazione di giudicarlo, di disprezzare i miei fianchi larghi e le cosce piene di cellulite.
Chi sei tu per opprimere la mia persona, sprecando tempo che potresti passare nel migliorare la tua?
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pangeanews · 5 years
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Ecco perché dobbiamo ricominciare a leggere quel porco di John Updike. Per David Foster Wallace era il “Magnifico Narcisista”
Che fesso che sono. Ancora non ho imparato che il titolo di un articolo potrebbe dire il vero: prendete ad esempio questo pezzo del supplemento di Times. “Diamogli quel che si merita” certo è ambiguo. Il sottotitolo però è lampante: “Claire Lowdon ci illustra perché dobbiamo continuare a leggere Updike”.
Un autore sferzante, John Updike, che fu allievo di Nabokov negli Stati Uniti e ha prodotto romanzi in quantità torrentizia. Com’è come non è, oggi Updike vien letto poco. Anche nel mondo anglofono.
*
Claire Lowdon che firma il pezzo per il “TLS” potrebbe essere una mia coetanea, è una che si smazza nel contesto editoriale e giornalistico londinese. Il suo articolo obbedisce alla legge aurea e triviale del “chi disprezza compra”.
Perché la Lowdon ti impegna per una mezz’ora e ti illustra come nei suoi maggiori lavori romanzeschi Updike, classe 1932, fosse un becero maschilista. Punto per punto, citazione dopo citazione.
Discutere di sessismo è ormai un totem: almeno, se lo fate in inglese. Ma provate a farlo in lingua italiana e vi prenderanno per gnorri. Va bene, vi compiangeranno, ancora a parlare di guerre, guerriciole e balle varie tra sessi e tra generi? Ma se lo fate siete degli indifferenti o peggio ancora – degli sciocchi.
Il sottinteso è che non c’è bisogno di parlarne da noi in Italia perché siamo troppo pudici in confronto ai liberi (e alle libere!) anglosassoni.
Proverò a dimostrare il contrario.
*
La Lowdon si è studiata per bene tutto Updike e spulcia nei vari rmanzi Corri, coniglio (1960), Il centauro (1963) e altri testi che non occorre enumerare. Altrimenti facciamo il suo gioco. Meglio lasciar parlare i testi.
Guardate che racconto scriveva nel 2008, a 76 anni, quel vecchio laido di Updike. S’intitola Bicchiere pieno: “Ripensando al passato, nel tentativo di individuare nella mia esistenza altri momenti dominati dalla sensazione del bicchiere pieno, mi si riaffaccia alla memoria un episodio avvenuto a Passaic, nel New Jersey. Ero là per un giorno di vacanza rubata, con una donna che non era mia moglie, ma la moglie di qualcun altro, sebbene anch’io avessi una legittima consorte, e la particolare pienezza di tali circostanze rischiava di traboccare e riversarsi oltre il bordo. Allora però ero abbastanza giovane da vivere nel presente, convinto che il mondo mi dovesse la mia quota di felicità. (…) A un certo punto della giornata saremo andati a letto, ma sono altre le cose che mi sono rimaste impresse nella memoria: lo stare vicino a lei nell’abitacolo dell’automobile, orgogliosamente conscio dei suoi capelli opulenti, del suo ampio sorriso e dei suoi fianchi larghi”.
Viscido, ne siamo sicuri? Intanto, leggete il racconto nell’originale, qui, o in traduzione italiana con Guanda, nella raccolta Le lacrime di mio padre tradotta da Federica Oddera nel 2010.
*
La Lowdon ha ragioni da vendere nel proclamare il sessismo e la brutalità di Updike, ma è di un candore santo e idiota quando rivela, a fine articolo, che “in quanto donna, preferisco essere guardata da Updike piuttosto che sentirmi la lezioncina di Wallace”.
Già, Wallace: povero grullo. La Lowdon segue il sentiero di una recensione acre e matura di Wallace, provetto lettore che nel 1997 sbeffeggiò il vecchio Updike chiamandolo lo scrittore per i “grossi maschi narcisisti”. Il pezzo di David Foster Wallace è puntuale e va letto qui.
Morale della favola: scegliete voi che leggere, se Updike, Lowdon o Wallace. Ma non lasciatevi influenzare troppo…
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Qui vorrei aprire una parentesi perché, in un certo senso, come si fa all’amore in inglese non è lo stesso che in Italia. Cosa voglio dire: proviamo a fare l’esperimento che la Lowdon ha compiuto sul sessista Updike trasportandoci nei territori ameni degli scrittori italiani. Uno che era ossessionato dalla lotta tra sessi, e forse per questo oggi gode di poca fama, era Cesare Pavese. Al di là delle citazioni minchione che di lui fanno le librerie Feltrinelli sui loro muri biancorossi, Pavese rimane un interdetto. Toccate il suo diario Il mestiere di vivere e vedete come uscite graffiati da quel suo maschilismo cieco. Vi concerà come se voleste tenere chiusa in camera una gatta in calore.
Pavese non ebbe fortuna con le donne. La sua prima fidanzata, Tina Pizzardo, si rifece una vita dopo che lui fu spedito in esilio dal fascismo. Tra i vari amanti che la super-Tina si ripassò c’era anche Altiero Spinelli. Ora, Spinelli era un alfa, un chad, chiamatelo come vi pare. Prendete quella pagina del suo diario (stampava il Mulino) dove stende una nota lunghissima sull’amore e poi descrive una scena, bellissima, in Capannina a Forte dei Marmi dove lui è l’unico che fa ballare la propria donna alla “vecchia” maniera e non alla nuova (con i due separati e distanti), mentre le altre donne guardano la sua invidiose! Scena da bordello di Buenos Aires: che immaginario.
*
Ancora una parola su Spinelli. Il dramma, buffo ma dramma, di tutta la storia, è che lui era il trombante, Pavese l’insicuro, Pizzardo la gaudente: tutti e tre infelici, ma con l’amato Cesare pieno di sensi di colpa e frustrazioni. Sia lode alle femministe, se Pavese fosse vivo troverebbero un avversario alla loro altezza.
Il fatto è che Spinelli era un personaggio dalla personalità veramente controversa.  Fu comunista e poi anticomunista e poi di nuovo comunista ma liberale al tempo stesso e anche anticristiano: un uomo con un fortissimo senso della politica, una visione nichilista del mondo. Uno che voleva le élite al comando. Un egocentrico. Un sognatore. Infine, a quanto sembra, anche un amante focoso. La Pizzardo, del resto, non era da meno. Una donna libera e disinibita, piena di vita e di socialità, volubile, aperta a più relazioni contemporaneamente. Chissà se la Pizzardo era così anche con Pavese: il dubbio è lecito, se la storia deve avere un senso. Perciò tanti uomini (compreso Spinelli che dichiara di amare), ma non Pavese!
*
Dal diario di Spinelli. 16 dicembre 1952. Aveva 45 anni, mica 20!
“Quale terribile impoverimento religioso e poetico ha causato il cristianesimo facendo scomparire Afrodite e gli altri dei e dee dell’amore. Oggi gli uomini, almeno quelli della civiltà europea, possono sentire il divino in tutta la loro vita morale e intellettuale, in guerra ed in pace, persino in quell’arida cosa che è la politica. Sentire il divino significa sentire come una specie di esaltazione che mette al di sopra di se stessi un qualcosa di eterno nell’atto transeunte che si sta compiendo. Saffo sentiva il divino nella sua passione amorosa. Afrodite e Gongila, la dea e la donna si mescolavano nella sua fantasia, l’amore si sublimava e la dea era presente, ascoltava e parlava. L’eros era un dramma universale. Il cristianesimo ha cacciato Eros dal recinto delle cose sacre, riducendo tutto al rito matrimoniale, che è un rito sociale e non dell’anima. Eros è diventato animalesco, e “l’amore” di cui tanto si parla è diventato una romanticheria sentimentale. Se si pensa quale enorme proporzione nella nostra vita è erotica, come essa compenetra nei modi più impensati il resto delle nostre attività, si comprende bene la grettezza del cristianesimo”.
Mi dico: allora nel resto del diario ci saranno degli ammaestramenti, insomma il canone inverso rispetto ai raschi d’angoscia misogina di Pavese.
Invece. Non trovi mai una punta piccante in tutto Spinelli, anzi: è tutta una tensione sulle tensioni politiche del primo dopoguerra, assai interessante dal punto di vista storico, ma con pochissimi sprazzi di natura filosofica o semplicemente esistenziali. Meravigliosi, in realtà.
*
E Updike cos’era? Maschio alfa, chad? Cosa provavano con lui moglie e amanti? Insomma, per dirla con Kundera, Vronkji è riuscito a far godere Anna Karenina? A questo punto non so che senso abbia discettare di cotto e di crudo, sessismo al nord e sessismo abbronzato al sud. Gli stimoli sono quelli, la letteratura è sempre lì a trarre in inganno, a salvare, a sproloquiare. Godetevi questi brani da Bicchiere pieno di Updike. A proposito: la ragione del discettare di Updike è questa: la Library of America ha pubblicato le sue Novels 1959-1965. Insomma, è un classico. tanti inchini.
Andrea Bianchi
***
Avvicinandomi agli ottanta, mi capita a volte di vedermi da una certa distanza, come un uomo che conosco, ma non intimamente. Di solito non so che farmene dell’introspezione. Il mio mestiere degli ultimi trent’anni, levigare e lucidare parquet (un’attività svolta da solo, con un camioncino bianco, uno Spartan chevrolet, attrezzato di smerigliatrici elettriche di varie misure, rotoli e dischi di carta abrasiva in tutti i suoi diversi gradi scalati di ruvidità, contenitori da quattro litri pieni di poliuretano e solvente, e pennelli di ogni genere) mi ha abituato a non scavare troppo a fondo. (…)
Ma adesso che sono pensionato (alla lunga la segatura ti riempie i polmoni e i fumi delle sostanze chimiche ti corrodono le cavità nasali, malgrado la mascherina di carta) mi osservo con maggiore attenzione, come voi terreste d’occhio un estraneo che rischia di andare in pezzi da un minuto all’altro. (…)
Un altro momento di pienezza: fin dall’asilo, e poi per tutta la scuola elementare, alle medie e alle superiori, sono stato innamorato di una compagna con cui non parlavo mai. Come biglie in due piste parallele, rotolammo lungo gli anni verso il diploma. Lei era una delle allieve più apprezzate (ragazza pompon, campionessa di hockey, cantante solista alle assemblee studentesche), con molti corteggiatori. Aveva un seno prosperoso sbocciato su un fisico minuto (…) Il granaio dove si svolgeva la festa era più grande di una chiesa, e le balle di fieno autunnale ancora fresco si ammonticchiavano fino al soffitto lungo le pareti della costruzione. Avevo già partecipato a quelle danze con quelle danze con i miei cugini di campagna e ne conoscevo i movimenti: inchinarsi al proprio partner, inchinarsi dalla parte opposta, unire le mani sinistre. Alle donne queste cose piacciono, mi rendo conto ormai vecchio: connessioni e combinazioni, contatto. Mentre la mia compagna s’impratichiva nei passi, la sua vita sottile oscillava sotto le mie dita con l’impatto dinamico di un colpo di tamburo, di una presa di football, di un tiro a canestro che rimbalza sul tabellone. Sentivo i suoi fianchi umidi e la morbidezza sotto la gabbia toracica; avvertivo la tensione al ritmo del ballo. Ho sempre avuto difficoltà a immaginare il sesso in un’ottica femminile, ma un rapporto sessuale deve dare a una donna la sensazione che tutto ruoti intorno a lei. La sensazione di essere al centro di tutto. Forse, se gliel’avessi chiesto, la ragazza di cui ero innamorato sarebbe uscita con me anche prima. Ma questo l’avrebbe fatta emergere nella realtà in misura eccessiva per me. (…)
Le prime volte che andai a letto con la donna sposata a Passaic, feci le fusa. Questo particolare mi era rimasto sepolto nella memoria per anni, ma l’altro giorno mi è tornato in mente mentre tenevo in braccio il gatto di qualcuno. La signora e io ce ne stavamo sdraiati su un ruvido divano rivestito di quel cotone grezzo che un tempo era in voga per gli arredi dei quartieri alti e dopo averla avvolta per bene di me stesso (del mio surrogato genetico, avvolto nelle proteine), giacevo sopra di lei per riposarmi. “Ascolta” le dissi, e posai la gota sulla sua, ancora infiammata dalle vampe dell’amore, per farle ascoltare il lieve suono vibrato di soddisfazione animale che stava producendo la mia gola. Non sapevo di poterlo emettere, ma l’avevo percepito dentro di me, dov’era rimasto ad aspettare che la mia gioia traboccasse a sufficienza per innescarlo. Lei lo udì. I suoi occhi, a pochi centimetri dai miei, brillarono di stupore, e poi la sentii ridere. Ero stato un bambino devoto e ligio al dovere, ma là, in quel momento, compresi che si era spalancato per me il regno in cui la vita raggiunge una compiutezza superiore al bisogno di qualsiasi altra spiegazione, e provai una pace che non mi ha abbandonato del tutto, e che ancora mi porto addosso, a brandelli.
John Updike
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gillianiriss · 6 years
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Ci sono un sacco di indumenti progettati appositamente per i Derriest più grandi
​ psicologi evoluzionisti interpretano il fenomeno dicendo che le donne di sguardo di bambino con i fianchi larghi, mentre i piccoli fianchi indicano che non sono in stato di gravidanza. Secondo lo psicologo Gordon G. Gallup dell'Università di Albany, v'è anche la prova che le donne con i bambini più grandi maniche più intelligenti a causa di "gluteo Femoralfettspeichern", in particolare nei glutei e cosce abiti da sera lunghi, che sono ricchi di omega-3 acidi e promuovere il cervello. Crescita e punteggi cognitivi superiori. Dionne Stephens del Dipartimento di Psicologia presso la Florida International University ha osservato che "il seno negli Stati Uniti sono feticizzata, ma non in Europa o in Sud America, dove le donne vanno tutto il topless tempo. La parte posteriore è l'ultimo tabù. Glutei sono l'ultima parte del corpo Le donne ancora "Quando le donne mostrano la loro botta agli uomini durante il sesso, questa è una posizione assolutamente autorevole per gli uomini. Al momento si tratta di clessidra, e qui in Florida portano tante donne di tutte le età della Faja. "Questo è un corsetto spessa o cintura abiti da sposa con pizzo, che costituisce il seno e allungato e sporge la testa a testa. Ci sono un sacco di capi di abbigliamento che sono specificamente sono stati progettati per Derriester più grande. Nelly ha iniziato Apple bottom, baby Phat è stato progettato per Sanduhrfiguren e Lululemon è stato costruito sul riconoscimento del fatto che le donne normali pagare un extra per i pantaloni di yoga che hanno le spalle guardare bene recenti visite a negozi di lingerie in la Mostra che Fajas sono venduti dappertutto.
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Oggi sono curvy. E ne vado fiera!
Sono una 40/42 e per la gente sono curvy. Sono curvy perché ho il seno prosperoso, i fianchi larghi, un po’ di pancetta e le cosce più grosse rispetto ai tipici canoni di bellezza.
La società dice che non dovrei indossare shorts, se ho una 42. Come se, poi, la gente potesse davvero dirmi cosa mettere per andare a fare un giro in centro. 
Quando metto le maglie scollate, i ragazzi mi fanno i fischi e io mi imbarazzo. Quindi tendo a coprirmi troppo, anche d’estate, altrimenti queste curve possono giustificare il comportamento illecito di un uomo che mi fa commenti volgari. Anche questo vuol dire essere curvy: se hai tette e culo grossi, i ragazzi hanno diritto a fare battute spiacevoli. Come se l’avessi chiesto tu, certo. Come se potessero fartene davvero una colpa. 
Poi arriva il giudice di turno: “Ma queste maglie così scollate... Il seno grosso è volgare!”; “Ma questi fianchi... Basterebbe andare in palestra!”; “Abbiamo la pancetta, eh? Se solo rinunciassi ai carboidrati”, come se nella vita io avessi così tante gioie da volermi privare dell’unica costante: il cibo. Come se stramangiassi, come se non facessi altro che ingozzarmi...!
E ti guardi allo specchio e vedi che questa 40/42 non ti priva di nulla. Sei bella nei tuoi vestiti a campana e nei costumi da bagno sgambati; sei bella con i jeans a vita alta che ti valorizzano. E capisci che, comunque, la gente ti chiama curvy solo per addolcire il fatto che ti ritiene grassa. Grassa, capite? Una 42. 
E se poi mangi poco e dimagrisci “Ti si vedono le ossa, hai perso una taglia al seno, sei quasi sparita, per strada si vedono prima i vestiti e poi tu, le gambe sono due spilli, ma agli uomini piacciono le rotonde!” e chi se ne frega di cosa piace agli uomini? Vorrei sentirmi libera di guardarmi allo specchio e sentirmi fiera di me.
Così ti riposizioni lì, davanti al tuo nemico, che poi prima ti piaceva specchiarti, ma la gente ti ci ha fatto litigare. Effettivamente, queste gambe sono troppo magre; questo seno si è svuotato e ora è davvero brutto; e i fianchi ti son rimasti larghi, perché è costituzione e che ci vuoi fare?
Ed ecco cos’ho pensato quel giorno: ma io, prima, mi piacevo così tanto! Perché mai la società dovrebbe dirmi come essere? Perché dovrebbe impormi uno stereotipo, perché dovrebbe insegnarmi ad essere perfetta? Come se, poi, sapessero cos’è la perfezione! Ti vorrebbero 38, ma con il seno abbondante e il culo della Kardashian; le gambe lunghe, ma non troppo, che poi se metti i tacchi sei più alta dei ragazzi e il marito non lo trovi!
Come se la perfezione fosse oggettiva. Oggi sono una 40/42, sono curvy sì. Potete anche darmi della grassa, perché per questa società malata forse non sono altro che questo. Ma quanto è bello guardarmi allo specchio e sentirmi bella? E ho imparato ad amarmi e ho trovato qualcuno che mi ama e per lui la perfezione sono io, con il seno grande, i fianchi larghi, i capelli spettinati al mattino, il viso struccato.
Amarsi è così semplice, è così bello. Siate fiere delle vostre scollature, dei vostri costumi a brasiliana che mettono in risalto qualcosa di bello, dei fianchi che vi permetteranno di avere una gravidanza serena, delle gambe forti su cui ogni giorni vi rialzate.
Io oggi sono una 40/42. Io, oggi, sono una curvy. E ne vado fiera!
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gregor-samsung · 4 years
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La notizia che nella mia famiglia era comparso uno Spirito uccello si propagò rapidamente, e in breve fece il giro di tutto il Nordest di Gaomi, diffondendosi anche negli angoli più lontani. Code interminabili di persone si presentavano a casa mia alla ricerca di medicine o di un vaticinio, ma lo Spirito uccello riceveva solo dieci questuanti al giorno. Stava chiuso nella stanza del Silenzio, e le persone che volevano conoscere il proprio destino o avere dei medicamenti si inginocchiavano davanti alla sua finestra. Quella voce, che sembrava un po appartenere agli uccelli un po agli esseri umani, giungeva attraverso un piccolo foro fatto appositamente nella carta della finestra. La mia terza sorella, cioè no, lo Spirito uccello, faceva prescrizioni di una bizzarria senza eguali, decisamente venate da una sfumatura beffarda. La ricetta data a un tipo che soffriva allo stomaco prevedeva: api, sette; palline di escrementi di scarafaggio, due; foglie di pesco, due; gusci d'uovo, due manciate e mezzo. Il tutto pestato e ingurgitato senza mischiarlo con acqua. Invece la ricetta che diede a uno che portava un cappello di coniglio e aveva una malattia agli occhi prevedeva: locuste, sette; grilli, un paio; mantidi, cinque; lombrichi, quattro. Il tutto doveva essere ridotto in poltiglia e applicato sul palmo della mano. Il tipo raccolse la ricetta planata dal buco nella finestra e gli diede un'occhiata. Sulla faccia gli si dipinse un'espressione molto poco riverente, e lo sentimmo borbottare: - Certo che è davvero uno Spirito uccello, tutte le cose prescritte sono cibo da volatili. - E continuando a bofonchiare se ne andò. Eravamo imbarazzati. Locuste? Grilli? Era davvero cibo per uccelli, come avrebbe potuto curare una malattia agli occhi? Mentre ragionavamo su questo, l'uomo che soffriva agli occhi tornò veloce come il vento. Si inginocchiò con un tonfo davanti alla finestra, iniziò a batter la testa a terra come volesse schiacciarci l'aglio e ripeté: - Grande spirito perdonami, grande spirito perdonami... implorando clemenza. Mia sorella, nella stanza, rideva gelida. Più tardi venimmo a sapere che quell'uomo, uscito dal nostro portone, era stato sfregiato sulla testa dagli artigli di un'aquila gettatasi in picchiata dall'alto del cielo. Il rapace aveva afferrato il cappello di coniglio e si era allontanato.
Mo Yan, Grande seno, fianchi larghi, (traduzione di Giorgio Trentin), Einaudi (collana “Supercoralli”), 2006; pp. 165-66.
[Ed.ne or.le: Big Breasts and Wide Hips (丰乳肥臀 - Feng ru fei tun), Arcade Publishing, New York, USA, 1996]
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