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#ignazio giunti
frenchcurious · 2 months
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Ignazio Giunti (Ferrari 312 B) devant Jack Brabham (Brabham BT33 Ford-Cosworth) Grand Prix d'Autriche - Zeltweg 1970. © Rainer Schlegelmilch / Motorsport. - source Carros e Pilotos.
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eliorosb3rg · 2 days
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Oo this helmet FUCKS
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a-la-rascasse · 2 years
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✤ Enzo Ferrari + Scuderia's noble knights ✤ ⚔️🛡️🌹
To live for a cause, to endeavor
To make your deeds grace it, to try
And uphold its precepts forever
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retromania4ever · 5 months
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1970 Belgian GP 🏁
Ignazio Giunti 🇮🇹 Ferrari 312B - Ferrari Tipo 001 2,992 cc, Flat-12
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thundermotorsports · 2 years
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Ignazio Giunti driving the Ferrari 512S. Co-drivers are Mario Andretti and Nino Vaccarella. 12hrs of Sebring Raceway, 1970. #endurofriday #friday 📷 floridastockcars . . . #endurance #prototype #prototypecars #ferrari #sebring #racing #racingcar #car #motorsport #motorsports #thundermotorsports #welcome #instagram #facebook #tumblr #instagood #petrolhead #gearhead #welcome #vintage #classicracing #classic #classiccar #distance (em Sebring International Raceway) https://www.instagram.com/p/CgCBtwouxL_/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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lamilanomagazine · 7 months
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I funerali di stato del Presidente emerito Giorgio Napolitano si terranno martedì 26 settembre.
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I funerali di stato del Presidente emerito Giorgio Napolitano si terranno martedì 26 settembre. I funerali di Stato dell’ex Presidente Giorgio Napolitano si terranno martedì 26 settembre presso Palazzo Montecitorio. L’ ex Presidente Giorgio Napolitano è morto all’età di 98 anni nella serata di venerdì 22 settembre in una clinica a Roma, dove era ricoverato da tempo per le sue condizioni critiche di salute. La Presidenza del Consiglio dei Ministri, in una nota, comunica che la camera ardente del Presidente emerito della Repubblica, senatore Giorgio Napolitano, sarà allestita presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica, Palazzo Madama e rispetterà i seguenti orari di apertura: domenica 24 settembre, dalle ore 11:00 alle ore 19:00; lunedì 25 settembre, dalle ore 10:00 alle ore 16:00. Le esequie di Stato civili del Presidente Napolitano si terranno martedì 26 settembre, alle ore 11:30, nell'Aula della Camera dei Deputati presso Palazzo Montecitorio, e saranno trasmesse in diretta televisiva su Rai 1 e su maxischermi appositamente predisposti in Piazza del Parlamento. La camera ardente di Giorgio Napolitano riaprirà oggi lunedì 25 settembre nella sala Caduti di Nassirya del Senato. Domenica 24 settembre sono giunti a rendere omaggio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed il presidente del Senato Ignazio La Russa. Presenti anche il presidente della Camera Lorenzo Fontana, la Premier Giorgia Meloni e l’ex premier Mario Draghi. Giunto anche il Papa, con un momento di raccoglimento davanti al feltro. “Un ricordo e un gesto di gratitudine a un grande uomo servitore della patria”, ha lasciato scritto il papa sul libro delle presenze. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, dopo aver reso omaggio all’ex presidente presenziando alla camera ardente "Al Parlamento europeo siamo stati tanti anni insieme. Ci siamo confrontati, c'era grande, comune rispetto. Eravamo su fronti politici differenti ma c'era la condivisione della scelta europeista. Quando è stato rieletto presidente era perché evidentemente era la persona più giusta per superare quello stalle. Sapeva trovare una sintesi, era evidentemente la persona più giusta per superare uno stallo nell'interesse della nazione".    ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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personal-reporter · 1 year
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Gli altri sport: Arturo Merzario
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Il pilota che salvò la vita a Niki Lauda… Arturo Merzario nacque l’11 marzo 1943 a Civenna, in provincia di Como, a 19 anni guidò a Monza una Giulietta Spider,  ebbe la sua prima vittoria nel Rally di Sardegna. Nel 1964 si fece notare alla guida di una Fiat-Abarth 1000, e partecipò alla 500 Km del Nürburgring. Dopo varie vittorie e diversi piazzamenti interessanti nella classe Turismo Europeo, il  comasco divenne  pilota ufficiale della scuderia dello Scorpione, dove impressionò Enzo Ferrari, grazie alle vittorie al Mugello nella classe Sport Prototipi e a Imola nel’Europeo della Montagna. Poco tempo dopo Merzario fu  ingaggiato per correre il Mondiale Marche 1970,  dove partecipò con la Ferrari 512 a Daytona, Sebring, Brands Hatch e Monza. Nel 1971, con l’Abarth vinse a Vallelunga la Coppa in memoria dello scomparso Ignazio Giunti e un anno dopo ci fu la prima importante vittoria con la 312P alla 1000 Km di Spa con il pilota inglese Brian Redman e, con Sandro Munari, arrivò il trionfo alla Targa Florio. Grazie a queste vittorie Arturo fece il suo ingresso in Formula 1, sostituendo di Clay Regazzoni, fermo per un incidente capitato mentre giocava a calcio. Al debutto in Inghilterra Merzario partì nono ed arrivò sesto guadagnando il suo primo punto iridato. Nel 1973  divenne pilota titolare Ferrari in coppia di Jacky Ickx, ma per lui ci furono solo nove gare su 15 mondiali di cui due piazzamenti al quarto posto in Brasile e Sud Africa e, due ritiri a Monaco e Monza. Al contrario nel Mondiale Sport Merzario fu  secondo alla 24 Ore di Le Mans e alla 1000 km Nürburgring in coppia con Carlos Pace alla guida di una Ferrari 312 PB. Purtroppo nel 1974 il rapporto con Enzo Ferrari si deteriorò e il pilota abbandonò la scuderia passando su una Iso-Ford della scuderia di Frank Williams. L’anno seguente la Iso diventa Williams, Arturo disputò 5 gare con altrettanti ritiri, ma nel mondiale Marche Sport aiutò l’Alfa Romeo a vincere il campionato. Sempre con la scuderia del Biscione vinse la 800 km di Digione la 1000 km di Monza, la 1000 km di Pergusa, la 1000 km del Nürburgring e la Targa Florio in coppia con Nino Vaccarella, oltre ai secondi posti ottenuti al Mugello in coppia con Ickx, in Austria con Vittorio Brambilla e al Glen americano con Mario Andretti. Nel 1976 ci fu l’evento che fece entrare Arturo Merzario nei cuori dei tifosi con il salvataggio eroico del Nürburgring di Niki Lauda, quando il pilota comasco  fermò la sua auto rischiando la vita per soccorrere il collega intrappolato, come raccontò anni dopo  “Ero appena uscito dai box e vedevo in lontananza, due o tre curve avanti, una rossa Ferrari. Ad un tratto la vettura volò in aria, trasformata in una palla di fuoco. Ai quei tempi c’era molto  magnesio nella costruzione di una monoposto, materiale molto infiammabile. Figuriamoci cosa successe con la benzina nel serbatoio. Mi fermai. C’era gente impietrita. Corsi verso un albero dove era appoggiato un estintore. Lo presi e raggiunsi la zona dell’incendio. Cercai di spegnerlo, c’era anche molto fumo. Vicino a me si trovavano altri due piloti, Harald Ertl e Brett Langer, però non osavano avvicinarsi. Io mi curvai sull’abitacolo e cercai di aprire le cinture di sicurezza. Niki si agitava. Ma così facendo le tendeva e io non riuscivo manovrare la levetta per sganciarle. Poi Lauda svenne, il corpo divenne inerte e finalmente fui in grado di estrarlo. Sembrava un bambino. Lo sollevai come se fosse pesato dieci chili appena. Quindi arrivarono i soccorsi” Merzario nel 1977, con Vittorio Brambilla, portò l’Alfa Romeo nuovamente al primo posto nel Campionato Mondiale Marche, poi negli anni successivi continuò a gareggiare nel Campionato Italiano Prototipi. Nel 2010 Arturo è stato eletto Presidente onorario della Scuderia del Portello, che si dedica alla conservazione e preparazione dei modelli sportivi e storici dell’Alfa Romeo da presentare per la strade del mondo. Read the full article
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gentileformula1 · 3 years
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jordi-gali · 3 years
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hyperallergic.com An Exhibit Inspired by Interior Design Asks You to Take a Seat Detail of Sophie Stone, “Untitled (in-reverse #1)” (2014/2016), and detail of Jessi Reaves’s “His and Hers Ferraris (Ignazio Giunti),” (2014) (click to enlarge)
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nadiaiholcomb · 4 years
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Jessi Reaves, His and Hers Ferraris (Ignazio Giunti) (2014).
Steel, polyurethane foam, acrylic paint, cotton, silk, nylon, freshwater pearls.
41 x 19 x 17 inches.
What a beautiful set of chairs. I would love to crawl under the one on the left and take a long nap. I really look forward to watching her recorded lecture.
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frenchcurious · 2 months
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Herbert Müller (Scuderia Filipinetti - Ferrari 512 S) devant Ignazio Giunti (SEFAC - Ferrari 512 S Spyder) 1000 km de Monza 1970. © Rainer Schlegelmilch / Motorsport. - source Carros e Pilotos.
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coffeebreakexpresso · 4 years
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Ignazio Giunti - Ferrari 312 PB - 1000 Kms Buenos Aires 1971
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a-la-rascasse · 2 years
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Ignazio & Mauro Forghieri // Belgian GP 🇧🇪, 1970.
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retromania4ever · 4 months
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Ignazio Giunti 🇮🇹 (08/30/1941 - 01/10/1971) Ferrari 312B - 1970
He only competed 4 races for Scuderia Ferrari and scored 3 points! He was 29 years old, and died in an accident while competing in the Buenos Aires 🇦🇷 1000Km 🏁
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airmanisr · 4 years
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1970 Sebring 1970 - winning factory Ferrari 512S by Louis Galanos Via Flickr: Nino Vaccarella driving the winning Ferrari 512 S (chassis #1026) at Sebring in 1970. Nino and co-driver Ignazio Giunti were in third place late in the race when Mario Andretti took the wheel and, after the leading Gulf 917 Porsche pitted for repairs, brought the Ferrari home the winner ahead of the Porsche 908 of Steve McQueen and Peter Revson. Nino, in an email to me, indicated that he and Giunti really didn't need Mario's help for the win. Giunti would tragically die at a race in Argentina less than a year later.
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paoloxl · 6 years
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Negli anni Quaranta Boves è una cittadina pre montana, in provincia di Cuneo, di circa diecimila abitanti, dediti per lo più ad un allevamento e all'agricoltura di sostentamento, che spesso sono costretti ad emigrare, anche solo stagionalmente. Le guerre, lunghe e faticose, che si sono susseguite, hanno mietuto numerose vittime: trecento sono i morti tra coloro che hanno combattuto la prima guerra mondiale, ma altre centinaia di persone sono morte di fame e di stenti.
19 settembre 1943: l'eccidio di Boves
Per questo motivo, già il 16 settembre, un proclama delle nazista firmato dal maggiore delle Waffen SS Joachim Peiper, comunica alla popolazione che i fuoriusciti dall'esercito italiano che sono saliti in montagna verranno liquidati come banditi, e che chiunque dia loro aiuto o asilo sarà ugualmente perseguito. Lo stesso giorno Peiper si reca a Boves, fa riunire in piazza tutti gli uomini e minaccia di bruciare il paese se tutti i soldati datisi alla macchia non si presenteranno.
La mattina di domenica 19 settembre una Fiat 1100 arriva in Piazza Italia: i due occupanti sono militari tedeschi. Un gruppo di fuoriusciti dall'esercito italiano, rifugiatisi per combattere in località San Giacomo, in Val Colla, è appena arrivato in paese per fare rifornimento di cibo: scorta la vettura dei tedeschi, li raggiungono, li disarmano e li catturano senza che questi oppongano resistenza, e li trasportano in Val Colla, dove i due vengono interrogati in merito alla propria presenza nel paese.
Alle 11.45, nemmeno un'ora dopo la cattura, due grandi automezzi tedeschi, carichi di militari, arrivano in Piazza Italia: due SS con bombe a mano distruggono il centralino del telefono sito nei pressi del municipio, quindi i due automezzi ripartono a tutta velocità verso il torrente Colla. Giunti nei pressi del borgo di Tetti Sergent i tedeschi abbandonano i mezzi e proseguono a piedi: sono circa le 12 quando inizia la battaglia con le formazioni partigiane lì stanziate. Il contrattacco della formazione di Ignazio Vian ha successo, e in meno di un quarto d'ora le truppe tedesche sono costrette a indietreggiare. Durante lo scontro restano a terra due persone, il partigiano genovese Domenico Burlando, e un militare tedesco, il cui corpo viene abbandonato nel bosco dai suoi.
Alle 13 le SS coinvolte nello scontro a fuoco tornano a Boves, e circa alla stessa ora giunge in Piazza il grosso del plotone tedesco di Cuneo, comandato dal generale Peiper, che incarica il parroco di Boves, Don Bernandi, e l'industriale Antonio Vassallo di andare a trattare con i partigiani per la riconsegna dei due prigionieri, della Fiat 1100 e della salma del caduto; Peiper assicura che in caso di successo della trattativa Boves sarà risparmiata, ma si rifiuta di mettere per iscritto il proprio impegno, asserendo che "la parola d'onore di un ufficiale tedesco vale gli scritti di tutti gli italiani".
Gli ambasciatori giungono tra i partigiani tra le 14 e le 15 e parlano con il comandante Vian e un'altra decina di persone, che dopo alcune discussione decidono di riconsegnare i prigionieri, con tutto il loro equipaggiamento, l'auto, e la salma del caduto tedesco. I prigionieri, bendati, vengono fatti salire in auto con gli ambasciatori e riportati in centro a Boves.
Nonostante la riconsegna il maggiore Peiper dà ordine di iniziare la rappresaglia: piccoli gruppi di SS sfondano le porte delle case, sparano e uccidono i cittadini che sono rimasti a Bovese, per la maggior parte anziani, malati e infermi, e appiccano il fuoco a tutto ciò che trovano sulla loro strada.
Il bilancio dell'eccidio di Boves, il primo in Italia, è pesantissimo: 350 le abitazioni incendiate, 24 le persone uccise, tra i quali anche i due ambasciatori don Bernardi e Antonio Vassallo.
I famigliari delle vittime e l'intera cittadina di Boves non avranno mai giustizia: nonostante i numerosi tentativi di denuncia, la magistratura tedesca non prenderà mai in considerazione le richieste della città cuneese. Il generale Peiper, arrestato alla fine della guerra, verrà inizialmente condannato all'impiccagione per il massacro di Malmedy, in Francia, in cui morirono 129 persone, ma la pena verrà commutata in carcere a vita e sarà scarcerato sulla parola nel 1956; trasferitosi con uno psuedonimo a Traves, in Francia, verrà infine raggiunto dalla giustizia partigiana il 13 luglio 1971, durante l'incendio della sua casa, colpita da bombe moltov.
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