Tumgik
#scusami per tutto
lospalatoredinuvole · 2 years
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Lei: Sei mai stato, per un attimo, felice con me? Lui: Perché questa domanda? Lei: Perché ti sento lontano, lontano da me. E scusami se sono un controsenso, un errore. Come vorrei fosse tutto diverso… Ti vorrei felice insieme a me!
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ilpianistasultetto · 6 months
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IN LIBERA USCITA
Non credo di essere perfetto, anzi, sono l'antitesi della perfezione, ma amo il mio disordine, la mia ricerca giornaliera di tutto ciò che avevo messo da qualche parte, forse in quel cassetto, forse nella cartellina, ma di quale colore? Boh...
Non ho tempo per posare le cose dov'erano in origine, e nemmeno i pensieri riesco a contenerli in una logica razionale.
La dispersione, la casualità, il trovare più che cercare mi affascina e trovare nuove soluzioni per accomodare il mio carattere mi porta ad essere impegnato più del dovuto.
Diceva Eduardo che l'uomo è uomo quando sa che ha sbagliato e riconosce il proprio errore; amerei essere così, semplicemente uno che riconosce i propri errori, per saper chiedere scusa quando si ferisce qualcuno.
Non credo di averlo mai fatto di proposito ma se qualcuno si è mai offeso per i miei comportamenti o parole, allora chiedo scusa, non so a chi, ma chiedo scusa in anticipo.
Che mondo bello sarebbe se il disordine diventasse solo un modo per ritrovare le cose che noi inseguiamo e gli errori, che possono esserci, si dissolvessero con un semplice: scusami.
Scusate, ma era solo un pensiero in libera uscita. @ilpianistasultetto
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papesatan · 2 months
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Ho sognato che mio nonno tornava miracolosamente in vita, una sensazione già nota, quel beato senso di spensierato sollievo che mi faceva pensare nei sogni andati: “È tutto vero, non era morto, non lo è mai stato!” Ma stavolta era diverso, non era più la persona che conoscevo, ma quella incavata dalla malattia, le iridi nere, le ossa sporgenti, lo sguardo cattivo, incarognito. Attorno a me una tavolata di parenti in festa, totalmente indifferenti alla sua presenza, come fosse del tutto normale, un evento già passato. Cercavo di tenerlo buono, ma lui si dimenava, fuori di sé, bofonchiando insulti a mezza bocca, bestemmie contro noi e il creato, poi ha visto una pila di medicine e s’è alzato dal divano per raggiungerle, gli occhi accesi d’una fiamma perversa. Ho cercato di fermarlo, ma non riuscivo a tenerlo, s’era fatto violento e mi faceva male. Alla fine sono riuscito a spingerlo giù, immobilizzandolo a forza, vedevo il petto gonfiarsi disarmonico, come se il cuore volesse schizzargli via dal petto, pulsava e si dibatteva ribelle, batteva, batteva, finché non s’è fermato. Ha smesso di lottare e io mi sono accasciato su di lui piangendo disperato: “Scusami, non è stata colpa mia, non è stata colpa mia, scusami, ti prego, non è stata colpa mia!” per poi rivolgermi a tutti gli altri: “Mai più, vi prego, non riportatelo più indietro, mai più!” Non so bene a quale genere di colpa mi riferissi, se a quella d'averlo ucciso o a quella d'averlo riportato alla sofferenza d'una vita mortale, non mi era mai successo di sognarlo a quel modo. Vorrei ricordarlo per com’è stato durante la sua vita, quando era ancora se stesso. Ora capisco mia sorella, il suo essersi allontanata per non affrontare il decadimento fisico e mentale di nostro nonno, mentre io lo vivevo con lui quotidianamente. Non è giusto che pochi anni d’insania sovrascrivano in me vent’anni d’amore. Non puoi farmi questo. 
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ross-nekochan · 4 months
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Situazione: lo vedo cucinare con grande impegno e allora gli chiedo cosa sta cucinando. Lui risponde. Quando finisce gli dico:"Finito?" E lui:"Sì, ho finito... sono un sacco stanco". Mette tutto sul tavolo. Poi vedo un liquore alla fragola e gli dico:"E questo liquore?" Lui:"È mio... ti piave la fragola?" E rispondo di no.
Passa del tempo. Preparo la cena, mi siedo al tavolo, mangio la cena e la finisco pure.
Ad un certo punto, arriva un'altra ragazza con altre bottiglie e dice:"Scusami mi sono dimenticata di comprare il cioccolato!". E si siede davanti ai piatti.
Lui che sta sempre a cantare il mio nome ogni 5 minuti, da quel momento in poi fa come se non fossi seduta al loro stesso tavolo. Chiama in videochiamata addirittura un nostro amico comune che è adesso ad Okinawa (che è tipo il MIO migliore amico in questo posto - tant'è che gli stavo già raccontando quello che stava succedendo) e manco mi inquadra per dire "salutalo".
La ragazza che ha invitato interessa tantissimo a un ragazzo italiano che vive qui. Fortunatamente non è qui perché sennò sarebbe rimasto accoltellato, dato che lui è talmente timido che non riesce nemmeno a parlarle. Ora non so se sia il caso di fargli sapere cosa è successo stasera e sto per chiedere consiglio al suo migliore amico per capire cosa fare. Una parte di me vorrebbe dirglielo così anche lui comincerà ad odiarlo un po' come lo sto odiando io.
Io non lo so come si fa a non rimanere sempre feriti dalle persone come se ti squarciassero il petto.
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apeir0nn · 4 months
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So di essere, ahimè, molto rigida sia nei miei confronti, sia nei confronti delle altre persone (sarà la mia discendenza germanica?), ma alcune volte mi chiedo se la mia rigidità sia giusta o meno. Oggi il mio collega mi ha scritto "vieni a farti un giro?" e io "ok, mi vesto e arrivo". Insomma vado e lui è stato tutto il tempo al telefono: quando ci siamo incontrati era al telefono e ok, non ho disturbato, poi ha chiamato qualcun altro e ok va bene anche lì, magari era urgente che ne potevo sapere. Poi ci siamo seduti a prendere qualcosa e ogni volta che io parlavo, gli raccontavo qualcosa o gli rispondevo si metteva a mandare messaggi o guardare le storie di altri. Addirittura aveva il telefono "in piedi" appoggiato al portatovaglioli per stare più comodo. Alla fine gli ho chiesto di andarcene, così almeno poteva stare al telefono in pace.
Ora, io ripeto, so di essere una persona rigida, ma non ci posso fare niente: a me dà fastidio se qualcuno di fronte a me sta sempre al telefono (o a guardare l'orologio). Apprezzo molto quando mi viene detto "scusami devo rispondere un attimo a un messaggio" ma quando mettono addirittura il telefono sul portatovaglioli, così da stare più comodi, inizio a considerarla una mancanza di rispetto. Che cavolo, me l'hai chiesto tu di uscire e di vederci, se fossi rimasta a casa non mi sarebbe cambiato niente, anzi forse sarei stata meglio.
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blogitalianissimo · 5 months
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La questione non è dire che bisogna avere paura di tutti gli uomini, che tutti fanno schifo e tutte queste altre cagate qui, la questione è che ogni anno ci sono sempre vittime di abusi, razzismo, omofobia di tutto e di più, quindi certi commenti che non si possono minimamente biasimare non portano comunque a nessun risultato, onestamente me ne sbatto il cazzo se i soliti italiani medi dopo una tragedia fanno i moralisti mettendo il post dove si sentono schifati e buttano merda solo perché si che tanto poi tra un mese nessuno ne parlerà più e ci si rivede alla prossima tragedia, servono soluzioni e cosa più importante e metterle in pratica, servono interventi, serve un impegno collettivo per migliorare il tutto perché non si può continuare così, non si può sentire che tra qualche giorno si arrivi ad altre tragedie, un omicidio rimane un omicidio e solo per questo ci voglio condanne più dure
Bisogna prima di tutto educare al rispetto delle persone e alla vita, bisogna far crescere le persone con dei valori ad oggi inesistenti, non bisogna alimentare odio
Come l'Italia ci ha insegnato i maggiori dibattiti sono su chi semplicemente dice ma non tutti sono così, è sbagliato, bisogna fare modo di prendere una posizione vera che possa fare in modo che in futuro queste cose non accadano più
Ma del omicido (perché si, è omicido e non lo chiamerò con un'altro nome) in singola sede non me ne faccio nulla, non bisogna pensare solo a quello, ma anche a tutte le altre forme di cui non si parla e che sono prima di ammazzare, quando si parla di educazione si parla e non mi stancherò di dirlo è educarli al rispetto delle persone e della vita, quindi se le persone voglio postare frasi solo per rabbia e tra quelle cose ci sono scritte cose stupide allora non stupitevi se ci saranno persone a rispondere in modo stupido ma sappiate che non state concludendo nulla a spargere odio, e non lo dico tanto per dire perché è sempre stato così e come risultato siamo ancora qui a dire le stesse cose.
Scusami se vado subito alla fine, ma permettimi di spiegarti perché chiamiamo casi come questo femminicidi e non omicidi.
Una donna muore perché un ladro è entrato in casa sua e ha premuto il grilletto, questo è un omicidio.
Una donna muore perché l'ex fidanzato è entrato in casa sua e ha premuto il grilletto, questo è un femminicidio.
Qual è la differenza? La vittima è sempre una donna e il carnefice sempre un uomo, non è la stessa cosa? No, non lo è, quando l'uomo cova dentro di sé una mascolinità tossica che lo induce a paragonarti ad un oggetto di sua proprietà e a decidere di violarti o addirittura toglierti la vita, lì ti sta facendo una violenza di genere, ti sta assoggettando in quanto donna inferiore a lui.
E sia chiaro, questo vale anche per le altre minoranze, la matrice razzista, la matrice transfobica, omofobica ecc e mi preme specificare che varrebbe anche al contrario la violenza di genere se una donna decidesse di uccidere o violare un uomo in quanto uomo.
Ora torno all'inizio dell'ask e ti rispondo in ordine
Io non faccio parte di quelle persone che ieri hanno incoraggiato le donne ad aver paura degli uomini a prescindere e odiarli, o in generale di quelle che ci stanno sciacallando, perché non nascondo che a me stanno altamente sulle palle quei post tipo "VISTO VE LO AVEVAMO DETTO, LO SAPEVAMO T U T T E", come se si stesse aspettando la conferma per dire "gnegne avevo ragione io", cioè quello è un comportamento che trovo imbarazzante come trovo altrettanto imbarazzanti tutti i cazzo di "NOT ALL MEN" che ho letto. Ieri qualsiasi social è stato un cumulo di melma, forse l'unico salvo è proprio tumblr perché gli italiani non hanno poi così tanto spazio qua sopra.
Precisando questo, devi però essere consapevole che una donna avrà sempre paura di uscire di sera da sola, e avrà sempre un po' di timore a trovarsi da sola con un uomo, anche se quell'uomo 99,9% è una persona a posto e manco l'avrà notata quella donna, ma quel piccolo dubbio ti rimane. Ed è uno schifo, non dovremmo sentirci così, ma ti giuro che buona parte delle donne possono raccontare di aver avuto almeno una volta nella vita quel timore per colpa di uno sconosciuto e/o non.
Poi ovvio, manco a puntare il dito contro ogni uomo a casissimo, sono d'accordo su questo, ma diciamo che, almeno per come la vedo io, di fronte a queste tragedie bisognerebbe solo far silenzio, sono generalizzazioni, sbagliate sì, ma non è la giusta tempistica per dire "non siamo tutti così", anche se è vero, ma per una volta si chiede d'ingoiare il rospo e mostrare un po' di delicatezza, perché comunque questa roba viene detta solo su twitter, ma altrove dubito che una qualsiasi ragazza chiami "assass1no" ogni uomo che incontra, mentre al contrario la misoginia è all'ordine del giorno e le donne convivono con le generalizzazioni.
E sì assolutamente, sono a favore dell'educare al rispetto delle persone, ci mancherebbe altro, ma ovviamente tra dire e fare eh. Io purtroppo non ho poteri magici e da ignorante posso solo proporre soluzioni che già in mille hanno suggerito e pensato, come partire dal contesto familiare, proseguire a scuola, sdoganare la figura dello psicologo (e sia chiaro, con questo non voglio dire che ogni persona che commette atti atroci sia affetta da disturbi e malesseri, molti purtroppo sono lucidissimi).
Detto questo, a parte il commentare l'irritante "not all men", e mi dispiace ma dovete finirla, rimango impassibile su questo, non ho generalizzato sugli uomini né qui né altrove. Per il resto sono apertissima al dibattito, e che tu ci creda o no, ho apprezzato questo ask.
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n0i0s4 · 4 months
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scusami se mi lamento sempre, scusami se dico stronzate, scusami se ti ripeto sempre le stesse cose, scusami se ti tartasso, scusami se mi senti piangere, scusami se ti chiedo di abbracciarmi, scusami se ti chiedo di starmi al mio fianco. scusami per tutto
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kon-igi · 8 months
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Ciao Doc,
partendo dal mio post scherzoso mi è poi saltata ai neuroni una riflessione più seria, con tanto di domanda.
Mi ricordo che tempo fa facesti un post relativo alle risposte intestinali dovute a carichi emotivi, tipo ansia, paura, stress e robe simili, mo' non ricordo i dettagli, ma credo che tutto ciò abbia ovviamente una importante spiegazione dal punto di vista evolutivo, e ci sta.
Quello che però mi incuriosisce è perché sia anche questo il caso. Mi spiego.
Stamattina ho ripreso i miei studi sulla AI, dopo la pausa estiva, e ho passato mezza mattinata sul WC, perché ogni due per tre, tra sigmoidi, derivate di ogni ordine e calcoli di probabilità, me scappava. La domanda è: perché evolutivamente parlando si è formato lo stesso meccanismo? Stamattina non avevo alcun carico emotivo, nessuna pena d'amore, nessuna ansia per il domani, nessuna paura per il futuro, eppure due funzioni in croce hanno funzionato meglio di una endovena di Guttalax. Francamente non capisco perché evolutivamente io abbia questo meccanismo, visto che leggermi le formule sul WC non mi aiuta a capirle meglio che stare alla scrivania, quindi mi chiedo se ci sia lo stesso pattern delle emozioni e quindi il cervello le processa come se fosse una paura o una emozione con lo stesso effetto, oppure c'è qualcosa di più misterioso che mi sfugge.
Adesso scusami, ma dopo aver scritto questo ask ho bisogno di un nuovo rotolo e me devo alza'.
Quando ho citato in modo tranchant serotonina e sistema serotoninergico sapevo che questo avrebbe dato adito a dubbi e fraintendimenti.
Intanto chiariamo una cosa: non tutto quello che si sviluppa con l'evoluzione è utile.
Alcuni tratti evolutivi 'deviati' dalla norma possono risultare utili, altri addirittura disfunzionali ma la maggior parte di essi ci sono e basta. Potrebbero risultare utili per sopraggiunta necessità - vedi la falena Biston betularia nella forma typica (bianca) e carbonaria (nera) - e a volte decisamente svantaggiose (vedi i geni 'neanderthaliani' della Val Seriana che ti fanno ammalare in forma grave di Covid-19).
Sai qual è il problema del sistema serotoninergico, di quello adrenergico e in genere di tutti i neurotrasmettitori?
Che fanno davvero un casino di cose molto diverse tra loro.
E noi siamo un sistema così tanto complesso - mi piacerebbe farti un paragone 'informatico' ma non ne capisco - che alla fine noi conosciamo solo a grandi linee le interazioni causa-effetto organiche ma non sappiamo mai veramente cosa succede nel nostro organismo a un dato input esterno.
Se poi aggiungiamo che la nostra psiche è unica e irripetibile perché somma delle nostre esperienze emozionali passate e che è questa a decidere come il cervello fisico gestisce ogni singolo input esogeno, viene fuori che la tua reazione cerebro-colica può essere tanto una risposta da tratto genetico non utile/dannoso (per adesso) quanto una risposta organica personale dettata da episodi trascorsi che hanno rinforzato questa tua reazione psico-organica che si ripresenta a ogni ripetersi di contesto.
P.S.
Comunque il Guttalax contiene sodio picosolfato,(C18H13NNa2O8S2) una molecola che esplica il suo effetto lassativo per contatto diretto col microbioma che lo trasforma in 4,4'-diidrossifenil-(2-piridil)metano e che - come si deduce dalla formula - funge da potente procinetico sulla muscolatura liscia del colon e quindi promuove una brusca peristalsi intestinale.
Se lo inietti per endovena uccidi la persona.
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exterminate-ak · 11 months
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" - Frodo, ti sei svegliato!
- Gandalf, che è successo?
- Oh, ragazzo mio, ci sei riuscito. Hai gettato l’anello nel vulcano e con esso hai distrutto Sauron.
- Ce l’ho fatta…
- Hai salvato la Terra di Mezzo.
- Oh Gandalf, non vedo l’ora di rivedere tutti quanti.
- Li vedrai presto, Frodo. Ti stanno aspettando.
- Dove?
- Ai funerali di Sauron.
- Non ho inteso.
- I funerali di Sauron, è importante. È un evento. Lutto nazionale. Ci sono tutti i popoli della Terra di Mezzo.
- Perché?
- Come perché, per rendergli omaggio, per commemorarlo e celebrarne la vita straordinaria.
- Sauron.
- Sì.
- Ma Sauron è…
- Che?
- No, dico Sauron era un… un…
- Un?
- Un despota. Uno stregone malvagio. Ha devastato metà continente.
- Un po’ di rispetto, Frodo! Stai parlando di un morto, per la miseria!
- Ho capito, ma c’abbiamo combattuto per tre libri e tre film…
- Esatto. Non si può negare che abbia avuto un certo impatto.
- Un impatto di merda.
- Intanto ti devi sciacquare la bocca quando parli dell’Oscuro Signore. Lui non era malvagio.
- L’hai appena chiamato Oscuro Signore.
- Ma no, lui era… come dire… ecco, sì! Era un uomo: un desiderio di vita, un desiderio di amore, un desiderio di gioia.
- Un desiderio di gioia?
- Sì. Come ti sembra? Sai, mi hanno chiesto di dire due parole alle esequie.
- Sauron, il Crudele. Sauron, l’Oscuro Signore di Mordor era un desiderio di amore?
- Guarda che le cose che ha fatto lui tu te le sogni.
- Gandalf, ma che cose? Cosa stai dicendo?
- Tirala su te Barad-dûr. Dai, prova. Tirala su te una torre di millequattrocento metri su suolo vulcanico!
- Ho capito, ma era una fortezza di pura malvagità!
- Che dava lavoro a migliaia di persone.
- Orchi Gandalf! Orchi! Mostri! Nazgul! Te li ricordi, sì? Ti ricordi il fuoco, la lava, gli eserciti incazzati, le battaglie, l’ombra cupa che scende.
- Ha segnato la Storia di questo paese.
- In peggio!
- Ha dato a tutti la possibilità di essere suoi servi, senza chiedere niente in cambio.
- Voleva conquistare il mondo.
- Ma amava i cani.
- Gandalf, ti sei rincoglionito? È per via della tinta? Questo era uno stregone oscuro, non ha mai nascosto la cosa e si è comportato di conseguenza per tutta la sua vita.
- Bella gratitudine.
- Eh?
- Guarda che te senza Sauron non eri nessuno. Senza sta cosa dell’anello tu te ne stavi ancora lì in Contea a farti i drummini. Altro che eroe. Tu la carriera la devi a Sauron.
- Ma a me m’ha rovinato la vita Sauron. E pure a tanti altri.
- Quanto odio, Frodo. Che persona piccola. Da te proprio non me l’aspettavo. Sauron era uno di noi.
- Uno di noi? Io sono un postadolescente coi piedi pelosi e lui era un cristo di dio re malvagio che ha forgiato un anello per dominare tutti gli altri. Scusami eh, ma com’è passata sta narrazione che era uno di noi? Noi chi?
- Ascolta, era una persona coi suoi pregi e i suoi difetti. E magari sì, ha dedicato la sua vita all’accumulo di potere per rendere questo Paese un posto peggiore e ci è pure riuscito, ma tu dimentichi una cosa importante.
- Cosa?
- Era un grandissimo comunicatore.
- Gandalf, porcoddue…
- Di Sauron si può dire tutto ma non che non sapesse comunicare.
- Ho capito, c’hai centocinquant'anni, hai cambiato colore e mo non capisci più un cazzo e hai paura di morire e questo è un pezzo della tua vita che se ne va e tu guardi tutto attraverso un vetro spesso così di nostalgia, ma sticazzi! Proviamo a essere un attimo obbiettivi, vuoi?
- E proviamo.
- Questo c’ha fatto passare l’inferno a tutti e ha lasciato il mondo peggio di come l’ha trovato.
- Diciamo che era una figura unica nel suo genere.
- Diciamo che era letteralmente un essere spregevole. L’incarnazione di almeno cinque dei sette vizi capitali.
- Che brutta bestia l’invidia.
- Perché a Boromir non gli abbiamo fatto i funerali così?
- Boromir era divisivo.
- Théoden.
- Comunista col Rolex.
- E Sauron invece?
- Sauron, nel bene e nel male rappresenta la Terra di Mezzo.
- Ma proprio per un cazzo io mi son sentito rappresentato da questo.
- Tu non capisci, Frodo.
- Cosa?
- La Terra di Mezzo è un Paese fondato sul condono. E dopo la morte condoniamo tutto a tutti. Però recitando frasi fondamentali come “nel bene e nel male” oppure “ha fatto anche cose buone” non neghiamo che sia stato un figlio di puttana, anzi lo rimarchiamo. Perché ne abbiamo bisogno.
- In che senso?
- Abbiamo bisogno di santificare le merde. E più uno è merda, più lo dobbiamo celebrare. Sauron va santificato, è per il bene di tutti. Così i nostri egoismi, i nostri piccoli squallori, le ipocrisie quotidiane, smettono di farci star male, di metterci in crisi. Se pure Sauron incontra Dio, se pure Sauron va in paradiso, se alla fin fine riusciamo a raccontarci che anche Sauron era una brava persona, allora lo siamo tutti. E nessuno deve pagare i propri conti con la vita e con la Storia.
- Va be’, ma con questo ragionamento non finiamo per circondarci ciclicamente solo di gente che “ha fatto anche cose buone”?
- Certo.
- E quindi altri Sauron?
- Siamo un fantasy, Frodo. Noi adoriamo le saghe. "
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atlantivs · 7 months
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grazie mamma
per avermi tirata su quando stavo male, quando non avevo nessuno e tu in silenzio eri sempre li a dirmi che mi volevi bene.
grazie per avermi insegnato a non dare le mozzarelle alle persone sconosciute che arrivano alla porta.
grazie perché ora so che il nero è proprio un colore si merda.
grazie per avermi sempre amata, anche quando ero proprio una bastarda.
grazie perché senza saperlo mi hai salvata non sai quante volte.
grazie perché anche quando stavi male ma mi vedevi piangere mi prendevi la pizzetta che mi piaceva tanto.
grazie per la tua pasta al forno super buona che mi manchera troppo ma che non riuscirò più a mangiare.
scusami se non sono stata la figlia perfetta che volevi.
scusa se non siamo riuscita ad andare in crociera insieme.
scusami se mi lamentavo quando mi , dicevi di preparati la crostata alla marmellata di arance che era la tua preferita, se solo potessi te ne fare altre mille ora, anche se diciamocelo fa proprio schifo.
scusami se ti prendevo in giro per il tuo naso all'insù quando ti innervosivi.
scusami per avreti fatto disperare quando non volevo andare a scuola.
scusami se non ti ho detto ti voglio bene tutte le volte che uscivo di casa.
scusami se ti prendevo in giro per la tua (bruttissima) felpa color evidenziatore, che ora userò io così da poter dire che sei sempre con me.
scusami se non sono riuscita a dirti quanto ti voglio bene, nonostante non si possa nemmeno descrivere a parole
scusami per tutto, ti amo tantissimo e mi manchi, tanto, forse troppo.
tua per sempre bambolina
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raccontiniper18 · 6 months
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Quarto racconto erotico
La masturbazione.
Un tabù per gli uomini? Per la donna è ancora peggio!
''Se lo fai sei una p*ttana'' ''Se lo fai ti svergini'' '' Se lo fai non ti sposi''
e tanti altri luoghi stereotipi che inculcano che il piacere tocca solo agli uomini,ma cosa? A noi donne piace godere, e piace anche tanto.
Vi racconto del mio primo ditalino.
Premessa ho una sorellina,una sorella gemella, siamo nate lo stesso giorno ma lei è ''la maggiore'' essendo nata qualche minutino prima di me. Siamo cresciute praticamente insieme,stessa pancia,stessi hobby,stesso modo di crescere. Pensate che il primo bacetto per ''imparare'' l'ho dato proprio a lei,cosi non facevo cattive figure con il mio primo fidanzatino.
Avevamo un rapporto bellissimo e lo abbiamo tutt'ora,come ogni gemella e come ogni sorella o fratello credo, pensate che spesso ci lavavamo assieme,facevamo il bagno assieme e se il water era occupato l'altra si sedeva sul bidet,insomma credo che ogni sorella con sorella o fratello con fratello non abbia questa vergogna della nudità, e appunto non ne avevamo nemmeno noi.
Ai nostri primi pruriti sessuali,dopo l'ora di educazione sessuale ci incuriosimmo tantissimo,e approfondivamo il tutto a casa sul pc e google,santissimo google,che leva molte curiosità, ci sentivamo bagnaticce tutte e due e con il clitoride bello duro. Allora decidemmo di fare una doccietta per ''spegnere'' i bollori, ad una certa lei prende il doccino e se lo punta li e fa ''scusami ne ho troppa voglia'' io non l'avevo mai fatto e non sapevo cosa si provasse e le chiesi cosa si provasse e chi gliel'aveva detto di fare cosi' visto che su internet non avevamo trovato nulla che parlasse di ciò,allora mi svelò che aveva visto la mamma farlo,mentre lei era in bagno e la mamma non si rese conto che fosse entrata,e allora provo' per la prima volta con me e gli piacque,dopo poco mi passo ''il testimone'' e dio mio. Davvero mi sentivo in paradiso,il calore dell'acqua passava dal clitoride quel piccolo bottoncino minuscolo a tutto il corpo, dio mio,pensai mamma mia con un cm di corpo mi sento piena e vuota in tutto il mio corpo. Dopo un po' decidemmo di uscire visto che il bagno serviva a tutti e non volevamo certo farci beccare da papà o da mamma anche se ripeto ci lavavamo spesso assieme ma oggi era un ''lavaggio'' più approfondito.
Uscimmo
Ci asciugammo
Ci recammo in camera nostra (perchè la dividevamo).
Ci denudammo dell'accappatoio
e iniziammo ad ispezionarci bene per prima cosa decidemmo di entrare dentro con un dito ,pochissimo dito per evitare di sverginarci ma a me non piacque anzi non sentivo praticamente niente se non i miei umori quindi solo un po' di umidiccio sulle dita. Lei fece un paio di su e giu' e uguale zero coinvolgimento allora con il dito fradicio si toccò il clitoride e fece il classico movimento rotatorio sul grilletto, la vidi in paradiso,con gli occhi girati e lei tremante.
Allora feci lo stesso sempre guardando lei mimai i suoi movimenti e dio mio, cazzo,se mi piaceva. Sentivo un bollore sempre più forte e la testa vuota,tipo quando fai una montagna russa,che devi stare calmo e scalpitante allo stesso modo.
Non so se lei venne,ma io no.
Smettemmo perchè era l'ora della cena e papà e mamma ci urlarono dalla sala. Smettemmo ci rivestimmo con un pigiamino e ci recammo da loro. Cenammo
Post cena vedemmo un film tutti sul divano, ma io sentivo il pigiama bagnato ancora. Finito il film andammo a dormire, la mia sorellina mi disse senti finiamo di masturbarci? Mettiamo su un porno ?
Io dissi che non ne avevo mai visto uno. Neanche lei ammise.
Quindi non sapevamo che sito vedere allora idea,google immagini ''cazzo grosso'' ne trovammo uno lo misimo a tutto schermo, e Dio quanto è bello un cazzo, i nostri odori di fica si mischiarono e la stanza era inebriata di odore di fica. Dopo un po' lei disse che sentiva una sensazione strana e che forse stava per venire, si contorse un po' e smise di toccarsi perchè poi le dava fastidio a detta sua. Allora io non credendo spostai la mia mano dal mio clitoride al suo e la toccai ma quasi si mise a piangere per il fastidio allora disse dai ti faccio concludere io, mi masturbo' lei e in poco venni anche io. Eh si il mio primo orgasmo non l'ho avuta da sola. Continuò e capii anche io la sensazione di fastidio di essere appena venuta e di essere titillata al clitoride. Ci ripromettemmo che almeno una volta a settimana ci saremmo masturbate assieme e se una delle due avesse avuto qualche esperienza nel mentre raccontava ci dovevamo masturbare assieme. E cosi' fu... Ma questa è tutto un'altro racconto.
Fine
E voi? La vostra prima masturbazione? E l'ultima com'è stata? Raccontateci in chat anche con profili fake
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fioreatestaingiu · 2 years
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Ci siamo amati. Non così per dire, ci siamo amati davvero. Ci siamo amati in ogni momento bello, in ogni risata, in ogni carezza, ma anche in ogni difetto, urlo e pianto. Ci siamo amati in modo quasi tangibile, di quell’amore che non si dimentica, ma a volte, purtroppo, passa. Avrai sempre una parte della mia anima, come io avrò sempre una parte della tua. Ti amerò sempre anche se, ormai, in modi incompatibili coi tuoi. Spero di incontrarti in una prossima vita e spero di poterti dare tutto ciò che non ti ho dato in questa. Nel frattempo scusami se puoi, per tutto, anche per queste frasi sconnesse.
Come sempre, con tutto l’amore che ho.
Tua, M.
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Fuori soffia il vento, il divano è comodo e la copertina tiene caldo, ma tremo lo stesso. Sono distrutta psicologicamente, per fortuna sei venuto qui, altrimenti sarei impazzita. Cerchi di rassicurarmi, tutto andrà bene. Non riesco a guardarti negli occhi mentre mi parli, sto fissando il vuoto per non crollare.
Sto ancora tremando, quindi potrebbe non essere il freddo: chiudo gli occhi.
"Okay, fermati un attimo e valutiamo tutte le opzioni. Qual è la peggiore?". Mi chiedi di guardarti negli occhi, ma la pudicizia trionfa e mi impedisce di farlo; tengo sempre i miei chiusi, ma seguo le tue parole e cerco di non farmi prendere dal panico. Inizi ad elencare diverse soluzioni e nonostante il mio cervello si stia spegnendo le seguo tutte. Sta comunque funzionando. Mi prendi una mano, intrecci le dita con le mie e inizi a stringerla ad intermittenza, come a dare piccoli segnali della tua presenza, ma non costanti. Anche questo sta funzionando perché il tremore pian piano passa. "Sono rimasta incastrata, non posso più uscirne" dico, vanificando i minuti in cui mi hai fornito più soluzioni di chiunque altro. Non ti arrabbi con me, come farebbero tutti, ma sbuffi in maniera divertita. Il mio respiro si fa più affannoso ma allo stesso tempo sento le palpebre calare e vedo tutto sfocato: ci siamo, penso, sto collassando. Ricominci ad elencare di nuovo le soluzioni come un cameriere che ripete per l'ennesima volta il menù dei dolci. Le palpebre calano di più e mi sento cadere in un sonno improvviso. Non ti arrabbi nemmeno qui, quando ti sto praticamente dormendo davanti mentre cerchi risposte a problemi solo miei, ma accompagni il mio corpo contro lo schienale del divano; io inizio ad abbozzare due o tre "Scusami" e tu sussurri "Shhhh". L'ultima volta che un uomo mi ha zittita così, gli ho tolto il saluto. Con te è diverso: non stai zittendo me ma il mio cervello. Mi giro verso di te, ti guardo negli occhi e ci sorridiamo. "Secondo me l'opzione tre è la migliore" dici, "quale sarebbe?" ti chiedo. Sorridi e chiudi gli occhi, poi appoggi la testa sulla mia spalla. Ti arrendi al fatto che io del tuo discorso non stia capendo nulla e smetti di ripetere le cose ad un muro. Appoggio la testa contro la tua. Rimaniamo così per interi minuti, finché tu non giri leggermente il viso e ti avvicini al mio orecchio, poi sussurri "Domani ne parliamo, va bene?". Io annuisco, sempre ad occhi chiusi, mentre sento sul mio collo il tuo respiro, che si fa sempre più rilassato. Sei esausto. Hai lavorato anche tu, in più ti sei macinato chilometri per venire da me e sentirmi lamentare di cose più grandi di me e di te, cercando comunque di fornirmi soluzioni che io nemmeno sono riuscita a captare per la stanchezza psicologica. Mi sento in colpa; avresti potuto passare la serata con chiunque altro, ma sei venuto qui sapendo che ero psicologicamente a terra, mentre ora sei sul mio divano a cercare di fare un miracolo, ovvero impedirmi di passare la nottata a distruggermi. Il senso di colpa aumenta e sto per dirti che sei libero, puoi andare via quando vuoi e non ti obbligo a rimanere qui per me, ma tu mi anticipi e mi chiedi a bassa voce: "Posso rimanere qui per sempre?". Io sento il cuore battere all'impazzata, mi sto risvegliando da un sonno ben più profondo di quello in cui stavo crollando. "No" ti rispondo per smorzare la tensione "tua mamma mi sgrida e dice che non ti faccio tornare a casa".
Inizi a ridere e mi ricordi che tu hai dei genitori normali, che vedendo il figlio felice lo incoraggiano a continuare a vedermi: mi sembra fantascienza. I miei mi avrebbero già detto che hai una cattiva influenza su di me perché mi costringi a pensare e riflettere con la mia testa, uscendo dagli schemi che mi vogliono imporre loro. In realtà lo hanno già fatto, ma non te lo dico, mi tengo per me l'ennesima pugnalata che mi hanno inflitto.
Sei talmente disponibile che mi sento una merda, al punto che ora la mia paura è che torni in auto stanco e ti ritrovi ad abbracciare qualche albero. Lo sai già, riesci ad anticipare anche questo pensiero e mi dici "e non preoccuparti per me, torno a casa quando stai meglio, tanto ho bevuto caffè e non mi stampo da nessuna parte". Con te sono superflue anche le parole, sai già tutto. Mi accarezzi il viso e torni con la testa sulla mia spalla. "Non preoccuparti" mi dici continuando ad accarezzarmi "si risolve tutto". "E se non succede?" "Allora puoi prendertela con me; mi tiri un pugno così forte che imparo a non darti false speranze". Improvvisamente mi sento tranquilla, come se effettivamente non ci fosse niente di cui preoccuparsi. Allento la tensione sulle spalle e reclino la testa per dormire. Mi prendi di nuovo la mano ed appoggi la testa indietro anche tu; il tuo respiro diventa sempre più rilassato e profondo, sino a che ti addormenti sul divano. Penso di aver dormito per un po' anche io, perché ho perso la concezione del tempo. Al nostro risveglio, ti ricordo che devi tornare a casa e che aspetto un tuo messaggio per sicurezza. "No, tu ora dormi. Non aspettare messaggi". Non capisco se il senso sia che ora non torni a casa ma vai altrove, quindi non insisto. Ti ringrazio e ti chiedo ancora scusa. Mi abbracci forte, uno di quegli abbracci che non ricevevo da oltre un anno perché chi me li dava così non fa più parte della mia vita. Mi hai fatto sentire al sicuro anche mentre te ne stavi andando via, cosa molto complicata. Non ti sarò mai grata abbastanza.
Dici di non volere che io aspetti il tuo messaggio sveglia, quindi mi dici direttamente che non me lo manderai: "Così almeno vai a dormire ora anziché tra 40 minuti". Tornato a casa però il messaggio me lo hai scritto.
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ramona-dryleaf · 1 year
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Amore mio,
sto per scriverti delle parole un po' confuse e sconnesse tra loro, sono le 2.16, sento un po' la stanchezza ma mi sento irrequieta, pensierosa, malinconica, e sento il bisogno di farlo adesso, domani mi sentirò ancora così? purtroppo questo è un punto interrogativo che ancora oggi mi tormenta. Volevo chiederti scusa per tutte le volte che ti ho fatto del male e per tutte le volte che te ne farò ancora. Scusami se spesso sono stata cattiva nei tuoi confronti, se non sempre ho tenuto conto dei tuoi sentimenti, ferendoti, ma mi sentivo attaccata, intrappolata, ti vedevo solo come una minaccia, un peso, un sacco di carne e non come un essere umano. Ricordo ancora come se fosse ieri quella sera in cui abbiamo litigato, io ero fredda e stanca, tu mi hai accompagnata a casa, forse non avevo mai visto quell'espressione sul tuo viso, poi sei crollato, hai detto "io non lo faccio apposta" e hai pianto, la voce spezzata, in quel momento ti avevo perdonato, ti ho abbracciato, ancora riesco a sentire la tenerezza che mi hai trasmesso. Scusa se ancora oggi mi porto dietro i detriti del periodo in cui ci siamo conosciuti, che ancora mi condiziona il presente. Avrei voluto per noi un inizio diverso, forse era il momento sbagliato nel posto sbagliato, avrei voluto conoscerti come sei ora, e iniziare da questo momento la nostra vita insieme. Se potessi cancellerei il periodo in cui ci siamo conosciuti, i primi anni, se potessi non farei tante cose che ho fatto e ne farei altre. Scusami se sono così, se sono diventata così, non so in che preciso momento della mia vita è successo, forse prima ero normale, forse le cose sarebbero potute andare diversamente. Ti ringrazio però perché quello che sto scrivendo adesso è merito tuo, sei tu che me lo hai permesso. So che in questi ultimi mesi hai fatto del tuo meglio per migliorare, per rinconquistarmi ogni volta, per farti perdonare, per farti amare da me, e di questo ti ringrazio molto, spero che anche tu abbia visto che ho fatto qualcosa anch'io, semplicemente perché voglio che tu sappia che anche io vorrei migliorare con te, l'uno per l'altro. Mentirei se ti dicessi che non sono terrorizzata dal matrimonio, se dicessi che la parola stessa non mi fa paura, ma sappi che mi fa molta paura questo passo, arrivare a quel giorno, sarà la cosa giusta per me? per noi? Quello che so e che provo in questo momento è che io ti voglio nel mio passato, presente e futuro, ti voglio dove non c'eri, dove prima qualcun altro occupava il tuo posto, ti voglio nel mio presente, perché non potrei più immaginarmi senza di te, e vorrei una vita felice insieme. Perdonami anche se sono poco paziente, su questo hai vinto tutto tu, non posso batterti. Sei una persona buona, ma spesso io non lo sono stata con te. Sei il mio migliore amico, sei la persona che più mi conosce in assoluto, sei anche la persona con cui ho vissuto più a lungo (e comunque sono circa 9 anni). E scusa anche se non riesco a dire spesso 'ti amo'. Non potrei più immaginarmi una persona accanto che non sia tu.
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rodicano · 4 months
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La sua mano andava su e giù morbida sul cazzo.
Quando scendeva gli scopriva quasi completamente la cappella, poi risaliva.
Senza stringere troppo. La sua mano piccola ed elegante scorreva sul cazzo turgido.
Lui si lasciava sfuggire un gemito soffocato.
Lei sospirava.
“Per quanto devo andare ancora avanti amore?”
“Finché lo dico io scema e non andare di fretta”
“Scusami amore ma lo sai che non mi piace…”
“Ma smettila troia che a te basta avere a che fare con un cazzo e sei felice…”
“No lo sai che voglio solo…”
“Stai zitta e muovi la mano piano”
Lei era completamente vestita ed elegante, si era sbottonata appena un po’ la camicetta, così da poter al massimo intravedere il reggiseno in pizzo. Era seduta con le gambe accavallate dei pantaloni da cavallerizza beige e i suoi stivali lucidi neri, alti fino ginocchio.
Lui invece era nudo in ginocchio davanti a lei un po’ di lato per offrirle il suo cazzo senza che lei dovesse sporgersi.
Teneva le mani dietro la schiena mentre sporgeva il bacino per avvicinarle il più possibile il cazzo.
“Forse è meglio che mi fermi, lo sento pulsare ci siamo quasi”
“Si fermati un attimo conta fino a cinque e ricomincia”
Lei toglie la mano e lo guarda con un dolce sorriso di scherno e comincia a contare sottovoce lentamente sfiorandolo sulla punta del cazzo prima con il pollice, poi l’indice, poi il medio, poi l’anulare ed in fine il mignolo.
Lui si perde nei suo occhi mescolando amore e desiderio.
Lei gli riprende in mano il cazzo e ricomincia a scivolare su e giù
Il contatto è sempre più morbido, lento, ora sale e scende di pochissimo.
Lui soffre e cerca di spingere il bacino per aumentare il contatto o lo sfregamento.
“Uffa amore sono stanca, posso smettere?”
“Ora ferma la mano e stringi appena”
Lui cerca muovendo il bacino di continuare la sega in qualche modo.
“Che pena…”
“Rimani ferma.”
Bastano pochi secondi ed il cazzo si irrigidisce e spruzza fuori una discreta quantità di sperma che disegna una arcipelago biancastro sugli stivali lucidi.
Lei riesce appena in tempo a togliere la mano lasciandolo eiaculare a vuoto rivolgendogli uno sguardo sprezzante.
“Ecco è venuto amore: che schifo.”
“Passamelo”
Lei porge il cellulare al fidanzato quasi piegato dall’orgasmo rovinato.
“Ringraziami e lecca tutto cornuto”
“Grazie”
“Grazie di cosa coglione”
“Grazie di avermi permesso di venire”
E si china a pulire gli stivali della fidanzata.
Lei si riavvicina il cellulare.
“Sei contento amore, sono stata brava?”
“Abbastanza”
“Allora mi scopi stasera?”
“Si fatti portare dal cornuto da me dopo cena”
“Grazie amore, posso fermarmi da te?”
“No che devo alzarmi presto domani, digli al coglione che ti deve aspettare in macchina”
E chiude la telefonata senza nemmeno salutarla.
Lui intanto aveva finito di pulirle gli stivali.
Lei gli carezza la nuca.
“Sei contento che sei riuscito a venire anche tu tesoro?”
“In qualche modo” biascica lui.
“Accontentati, l’ho fatto solo per far divertire Marco.”
Poi controlla che le abbia pulito per bene gli stivali e si accorge che il fidanzato cercava di sbirciare dentro la sua camicetta. La richiude e gli sorride bonaria.
“Vai a vestirti che sei ridicolo, prepara la cena che poi devi accompagnarmi da lui stasera.”
Lui alzandosi si avvicina e le sfiora le labbra con un bacio.
“Ti amo”
“Lo so che mi ami, ma lui mi scopa invece.”
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libero-de-mente · 1 month
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Oggi è sabato, non un sabato qualunque come cantava Sergio Caputo. Questo sabato è quello che sta tra il venerdì Santo e la domenica di Pasqua. Scendendo le scale condominiali incontro il bimbo, quello che abita sotto "Il Signore che sta su"*. Cioè me. Lo incontro come sempre, vista la tenera età, con la madre. - Pecchè sei qui te? - mi chiede appena mi vede - Ehm, dove dovrei essere scusami? - Ma tu sei molto - "Molto"? - Si molto in cloce, ieri all'olatolio ho visto la "Via Cucis", Gessù è molto in cloce - Aaaah, si certo. Ma poi sono risorto, non te lo hanno detto? - Si ma lunedì oggi è sabato - Si hai ragione, ma sai questa notte ci sarà il passaggio all'ora legale. Così ho anticipato! Metti che il lunedì, avendo perso un'ora di sonno, tutti siano mezzi addormentati (leggasi rincoglioniti). E se non mi riconoscessero? Di sicuro io ci rimmarrei male.
Capisco che non ha compreso bene questo passaggio, quello dell'ora legale, dimenticandomi che il bimbo vive ancora quel periodo di vita in cui, degli orari, non gliene frega assolutamente nulla.
Il bimbo mi guarda con un punto interrogativo stampato in fronte, io guardo sua madre cercando un punto esclamativo sulla sua fronte. Lei tenendosi una mano sulla bocca, per non scoppiare a ridere, guarda suo figlio come se avesse l'emoji del cuore su tutto il volto.
- Cosa hai visto durante la Via Crucis? - gli chiedo per interrompere il momento di stallo - Che ti hanno dato tante botte, ma tante - facendo il segno con la manina di un pugno che colpisce Lo guardo con tenerezza, quando di botto mi dice - Ma tu folse non sei Gessù, tu sei Babbo Natale.
La madre non regge, come una diga che collassa esplode. Sono fragorose le risate. Saluto e finisco di scendere le scale. Conscio che la mia peluria sta sbiancando e che no, ma proprio no, non comprerò nessuna colomba pasquale. Meglio investire il tempo in una sana camminata. Per perdere qualche chilo.
Dalla Passione di Cristo a Cristo che pressione ci è voluto davvero poco. La prova costume questo anno solo con l'intelligenza artificiale.
* vedere post precedenti
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