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the-book-hoarders · 1 year
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HOT PRIEST & FLEABAG Fleabag, 2.02
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the-book-hoarders · 5 years
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Rebel - una trilogia di Alwyin Hamilton
Oggi voglio parlarvi di una saga che è in libreria già da qualche anno, ma forse non tutti la conoscono: si tratta di Rebel, scritta dalla canadese Alwyin Hamilton. 
La trilogia è composta da:
Rebel. Il deserto in fiamme (Rebel of the Sands)
Rebel. Il tradimento (Traitor to the Throne)
Rebel. La nuova alba (Hero at the Fall)
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Ci tengo innanzitutto a dire, forse per orgoglio personale, che acquistai il primo libro nel 2015, uscito in esclusiva al Lucca Comics and Games, perché inspirata dalla copertina e dalla trama – e lo trovai perfino già autografato dall’autrice (yay!). 
Pubblicato da Giunti Editore in anteprima mondiale, fu uno di quei libri che divorai in men che non si dica, aspettando con molta trepidazione l’uscita del secondo. Stessa storia, lessi anche quello d’un fiato e aspettai il terzo. Neanche ve lo dico, finii l’ultimissimo capitolo della trilogia in poche ore.
Questa coinvolgente saga young adult vede come protagonista Amani, una ragazza giovanissima e abilissima a tirare con la pistola, che vive a Dustwalk, una cittadina sperduta nel deserto. Non si tratta, però, del deserto che conosciamo noi, fatto di dune infinite e dromedari, ma è un deserto spietato in cui regna sovrana la magia e in cui vivono strane creature come, ad esempio, i Buraqi, destrieri composti da sabbia e vento, quasi impossibili da domare. 
Ormai raggiunta l’età da marito, Amani ha un solo desiderio: quello di fuggire lontana e scampare a questa sorte. Per raggiungere il suo obiettivo e racimolare un bel gruzzoletto si finge un ragazzo e, con un abile colpo di pistola, riesce a vincere un torneo dove, fra gli avversari, incontra un affascinante straniero, Jin, il quale si rivelerà fin da subito essere un fuorilegge ricercato per alto tradimento.
Amani, ormai nota come “Il bandito dagli occhi blu”, fuggirà con lui per salvarsi la pelle dal temibile deserto in cui è cresciuta, ma si ritroverà coinvolta in una rivoluzione, di cui lo stesso Jin fa parte e avente lo scopo di rovesciare il trono attuale e farvi ascendere il legittimo sultano.
“ Il Buraqi mi era quasi addosso. Avevo pochi secondi per decidere. Le mie gambe erano inchiodate al terreno. Volevo stare con il mio amico, anche se avrebbe significato andare incontro a morte certa. Ma il cuore mi diceva di scappare con Jin e affrontare l’ignoto ” Amani
Da qui inizia la storia della saga, che si svilupperà in modo avvincente nel corso dei tre libri – ma non mi dilungo oltre perché non voglio assolutamente rivelarvi troppo! Quello che mi è piaciuto di questa trilogia è lo story-telling, il set in cui si svolge l’azione – un deserto crudele e popolato da straordinarie, ma anche spaventose, creature soprannaturali – e il fatto che ci sia sempre qualcosa di inaspettato che lascia il lettore a bocca aperta.
È uno young adult fuori dagli schemi, con un’ambientazione affascinante e peculiare per un fantasy, con dei personaggi profondi e ben strutturati e ricco di continui colpi di scena, che mantengono alta l’attenzione e la voglia di divorarlo d’un sol fiato. Indi per cui... Consigliatissimo!
[Eli]
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the-book-hoarders · 5 years
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The Martian - Andy Weir
The Martian, altresì conosciuto come L’Uomo di Marte o Sopravvissuto, è il romanzo d’esordio di Andy Weir.
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I’m pretty much fucked.
That’s my considered opinion.
Fucked.
 Con questo incipit – che riporto in inglese poiché oltre a essere la lingua in cui ho letto il libro è anche la versione che dà un’idea migliore su quello che sarà successivamente il registro della narrazione – Weir catapulta il lettore nel vivo della trama senza perdersi in complimenti.
L’astronauta e botanico Mark Watney viene abbandonato su Marte in seguito a una violenta tempesta di sabbia. Tale tempesta causa il distacco di un frammento di metallo che gli trafigge la tuta per attività extra-veicolari e costringe i suoi compagni a lasciare il pianeta a bordo del MAV (Mars Ascension Vehicle) con la convinzione che Mark fosse morto. Ma il povero Mark non è affatto morto, anzi, è proprio lui a raccontare in prima persona la sua storia attraverso frequenti registrazioni sul suo diario personale. Con una simile premessa la sua scelta di usare un linguaggio tanto colorito e diretto per introdurci alla sua serie di disavventure è dunque ben comprensibile e fornisce sin da subito dei forti indizi sul carattere del protagonista. Mark è divertente, spontaneo, intelligente e, sopra a ogni altra cosa, determinato a sopravvivere. Certo, lui sa benissimo di essere “fucked”, vista la situazione impossibile in cui si trova, ma se non avesse questa determinazione a caratterizzarlo la sua storia inizierebbe e finirebbe in un solo capitolo, a Sol 6.
Come farà a lasciare il Pianeta Rosso? Mark ce lo racconta nell'arco di 543 Sol, l’unità di misura con cui si misurano i giorni su Marte, fra innumerevoli imprevisti e difficoltà che riuscirà ad arginare senza mai dimenticarsi di spiegare i come e i perché a chi un giorno ascolterà – o come noi leggerà - il suo diario.
Se c’è una cosa che questo libro può veramente vantare rispetto a molti suoi compagni del genere, questa è l’accuratezza scientifica. Non è assoluta, altrimenti non sarebbe un’opera di fantascienza, ma è innegabile che sia comunque degna di nota. Mark, ad esempio, per ottenere l’acqua necessaria a mantenerlo in vita escogita un metodo molto ingegnoso e creativo facendo uso dell’idrazina, ma nel 2012 (a un anno di distanza dalla pubblicazione del libro) il Discovery Rover ha rilevato la presenza di grandi quantità di acqua sotto forma di ghiaccio sulla superficie del pianeta. Insomma, tutto ciò che il nostro botanico avrebbe dovuto fare è scaldare il terreno!
Per questo e per la sua scorrevolezza che tiene il lettore attaccato alle pagine con il continuo bisogno di sapere cosa succederà e quali saranno le soluzioni che Mark adotterà per risolvere ogni problema, The Martian si colloca senza ombra di dubbio fra i miei libri di fantascienza preferiti. Un’ottima scelta per chi si affaccia per la prima volta al genere e per chi, come me, si interessa alla reale esplorazione spaziale portata avanti dalla NASA. 
[Crì]
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the-book-hoarders · 5 years
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Dragonlance: la nascita di una grandissima saga fantasy
Correva il 1984 quando in America fu pubblicato il primo volume dedicato alla storia di Krynn: “I Draghi del Crepuscolo d’Autunno” (Dragons of Autumn Twilight), realizzato da Margaret Weiss e Tracy Hickman. Una prima lettura potrebbe classificare quest’opera come un banalissimo fantasy; in realtà in esso confluiscono i tratti più salienti della saga de “Il Signore degli Anelli” e del più famoso gioco di ruolo del tempo: Dungeons and Dragons. Il noto GDR (abb. di gioco di ruolo) nacque nel 1974, ad opera di Gary Gygax e Dave Arnerson, e pubblicato dalla casa editrice Tactical Studies Rules (TSR): la stessa che pubblicò l’opus magnum di Margaret e Tracy. In Italia la saga venne pubblicata dalla casa editrice Armenia.
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I “Draghi del Crepuscolo d’Autunno” sono soltanto il primo volume di una trilogia – di cui vi parlerò in seguito – appartenente al ciclo de “Le cronache di Dragonlance”. Gli eroi del romanzo si ritrovano cinque anni dopo essersi separati alla ricerca degli Dei antichi; quest’ultimi cinque secoli prima della narrazione dell’epoca delle Cronache abbandonarono, almeno apparentemente, le popolazioni al loro destino e scagliando su Krynn una montagna di fuoco. Dopo essersi ritrovati nella locanda dell’Ultima Dimora nella città di Solance, il leader Tanis Mezzelfo, il nobile cavaliere Sturm Brightblade, l’intrepido nano Flint Fireforge, il ladro kender – halfing per gli amanti di Dungeons and Dragons – Tasslehoff Burfoot, i gemelli Raistlin e Caramon Majere e i due barbari Goldmoon e Riverwind saranno costretti a fuggire nel Bosco di Draken. Dopo varie vicissitudini scoprono che in realtà gli Dei non hanno mai abbandonato le popolazioni ma che queste in realtà hanno abbandonato loro, e che i Draghi sono stati rievocati dalla terribile Regina delle Tenebre con l’obiettivo di sostituirsi agli Dei. Scoperto ciò i nostri eroi tenteranno di impossessarsi del potentissimo globo dei draghi, un manufatto in grado di controllare le potentissime creature, ma scoprono trovarsi nelle mani di Verminaard, un chierico Signore dei Draghi, comandante dell’esercito della Regina delle Tenebre. Dopo aver creato una rivolta nelle miniere di Pax Tharkas, grazie all’aiuto degli elfi di Qualinesti riescono a raggiungere e a sconfiggere il potentissimo Verminaard, facendolo precipitare dalla torre principale.
Sarà finita qui?
La risposta è scontata, ma dovremo aspettare il secondo volume “I Draghi della Notte di Inverno” per scoprirlo.
Nedo
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the-book-hoarders · 5 years
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Letteratura gotica e dell’orrore: una introduzione
Come si dice “ogni frutto la sua stagione” e per me i mesi di settembre e ottobre hanno sempre ispirato la lettura di libri gotici o dell’orrore. Oggi voglio ufficialmente dare inizio a questa breve ma, a mio avviso, interessante rubrica sulle origini della narrativa gotica.
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Convenzionalmente la nascita ufficiale del romanzo gotico risale al 1764-1765 quando Horace Walpole pubblica il “Castello di Otranto”: un romanzo nato da una trascrizione di un antico testo ritrovato in una biblioteca di Napoli nel 1529. In realtà, come affermerà lo stesso Walpole nella seconda edizione del testo, si è trattato di un puro espediente letterario, dettato da un lato dalla necessità di non apparire come autore se l’opera non avesse avuto successo, dall’altro di suscitare interesse da parte del lettore.  Entrando nelle pagine del libro si respira in un primo momento un’aria del tutto nuova, ricca di tensione diluita in un secondo momento da elementi di pura calma e tranquillità; ciò conduce il lettore ad un’atmosfera shakespeariana. Infatti, come dichiara lo stesso Horace Walpole per lui Shakespear è stata la principale fonte di ispirazione. Il castello di Otranto non suscita timore nel lettore, piuttosto lo trasporta in luogo fantastico richiamando la leggerezza quasi fiabesca di un altro genere letterario: il Romanticismo. Su questo dobbiamo necessariamente ritornare alla prefazione del testo: l’autore asserisce di aver creato un’opera dove sono commisti elementi di Naturalismo e di Romanticismo, di rappresentazione della vita in quanto tale e di pura fantasia.
Ho trovato “Il Castello di Otranto” una grandissima opera letteraria. Certo definirla orrorifica sarebbe troppo, ma l’autore ha lasciato ai posteri una grande eredità: cioè far credere che le paure più intrinseche della natura umana possano prendere vita nel nostro mondo. Mary Shelley, Robert Louis Stevenson, Bram Stocker e Edgar Allan Poe sono soltanto alcuni nomi che hanno raccolto l’esperienza di Horace Walpole, realizzando opere magnifiche che si sono tramandate nel corso dei secoli.
Nedo
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the-book-hoarders · 5 years
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The Witcher - Andrej Sapkowski
Con l’avvicinarsi della serie tv targata Netflix non posso non parlarvi della serie di libri che ha come protagonista Geralt di Rivia e dalla quale è stato tratto il famoso videogioco.
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Geralt è uno witcher, italianizzato in strigo, un uomo che ha subito un pesante numero di mutazioni per poter cacciare e uccidere le creature malvagie che popolano il mondo. Queste mutazioni non lo hanno cambiato solo nel corpo, ma anche nello spirito; i witcher infatti difficilmente provano emozioni forti, un vantaggio per quando occorre uccide un mostro, ma anche un grande svantaggio quando si deve trattare con le persone. 
I primi due libri della saga, Il Guardiano degli Innocenti e La Spada del Destino, sono in realtà una raccolta di racconti che hanno come protagonista Geralt in una delle sue tante imprese in giro per il mondo. Hanno una narrazione piuttosto veloce -  come ci si aspetterebbe da una novella - e danno importanti informazioni sull'universo narrativo nella quale si andranno a svolgere gli eventi dei libri successivi. 
Una volta presa confidenza con il mondo creato da Sapkowski, è da Il Sangue degli Elfi fino a La Signora del Lago (passando per Il Tempo della Guerra, Il Battesimo del Fuoco e La Torre della Rondine in questo ordine) che viene narrata la vera storia. Il protagonista rimane sempre Geralt, ma oltre a lui si vengono ad aggiungere altri personaggi con le loro storie e punti di vista separati. Questi salti da un personaggio all'altro risultano spesso disorientanti - talvolta pure indesiderati -, ma con il proseguire della narrazione vanno tutti a confluire in un’unica storia: quella della profezia di Ithlinne. “L'era della Tempesta del Lupo di avvicina, l'era della spada e dell'ascia. L'era del Bianco Gelo e della Bianca Luce, l'era della Pazzia e del Disprezzo, Tedd Deireadh, la Fine. Il mondo perirà tra i ghiacci e rinascerà sotto un nuovo sole. Rinato dal Sangue Antico, di Hen Ichaer, da un seme piantato. Un seme che non germoglierà ma brucerà tra le fiamme!“
Lo stile di Sapkowski è ricco di dialoghi e descrizioni ben curate di combattimenti e scontri. Il lessico inoltre è estremamente ricercato e ricco di termini appropriati per l’ambientazione pseudomedievale che ha creato. Una serie di alta qualità se siete alla ricerca di:
un eroe atipico
sistemi magici interessanti
personaggi femminili forti
intrighi politici
combattimenti, tanti combattimenti
mostri di ogni sorta provenienti dalle leggende e dal folklore slavo
[Crì]
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