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#La pianta del mondo
gregor-samsung · 6 months
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“ Il vento è la principale avversità contro la quale devono combattere gli alberi, almeno in Europa. Oltre il 50% dei danni subìti dai boschi europei è dovuto al vento. Non sono gli incendi (16% dei danni) o i patogeni e gli insetti a minacciare i nostri boschi, ma il semplice vento. Dal 1950 a oggi, i danni da vento in Europa sono in continuo aumento: dal 1970 al 2010 gli alberi persi sono raddoppiati, passando da circa 50 milioni a 100 milioni di metri cubi. Si tratta di un enorme numero di alberi che cadendo a terra, oltre a cambiare radicalmente l’ecosistema, la stabilità e il paesaggio, riducono del 30% la capacità di fissazione della CO₂ nelle zone colpite. E la quantità di CO₂ nell’atmosfera è la causa prima del riscaldamento globale che, a sua volta, è una delle ragioni per cui assistiamo all’aumento della frequenza e della intensità di questi eventi. Tra il 28 e il 30 ottobre 2018, una tempesta di vento e pioggia investì ampie zone delle Alpi orientali con venti di velocità anche superiore ai 200 chilometri orari. Un numero spaventoso di alberi venne schiantato e decine di migliaia di ettari di bosco scomparvero. Una catastrofe naturalistica le cui conseguenze sono andate molto oltre i danni diretti sui boschi, innescando una serie di circostanze che nessuno avrebbe potuto prevedere. Fra queste, la più infausta di tutte, per me, è stato il danneggiamento del bosco di abeti rossi dal cui legno, da secoli, si ricavano le tavole armoniche dei grandi strumenti musicali. Cause ed effetti: a causa della CO₂ dispersa nell’atmosfera la temperatura del pianeta sale, i fenomeni atmosferici diventano violenti e le tempeste di vento distruggono gli alberi con cui si fanno i grandi violini, da sempre. “
Stefano Mancuso, La pianta del mondo, Laterza (collana i Robinson / Letture), 2022⁷; pp. 89-90.
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2022 in books
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The title means “the plant of the world” and in each chapter there is a tale linked to a specific kind of tree or botanical phenomenon that links to events in human history or discoveries in other fields or personal anecdotes from the author’s life. So you get a chapter about the Liberty Trees from the French Revolution, one about the Moon Trees (born from seeds taken in space by one of the Apollo 14 astronauts), one about the trees used to make violins and why the condition of the wood used by Stradivari and his contemporaries is as of today unparalleled, and so on.
I really liked it all, Stefano Mancuso’s style of narration flows well and the technicalities are usually explained in a way that is easy to follow, there is not a chapter less interesting than the others. Also, he has a sense of humor and it shows in unexpected ways which were really fun to come across!
I have another book by him and I can’t wait to see what else I’ll learn!
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clacclo · 1 year
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Se avete un nemico, regalategli una cycas!
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donaruz · 6 months
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COME E PERCHÉ È VIETATA LA CANAPA?
👉1. Un ettaro di canapa produce tanto ossigeno quanto 25 ettari di foresta.
👉2. Ripeto, un ettaro di canapa può produrre tanta carta quanto 4 ettari di bosco.
👉3. Mentre la canapa può essere trasformata in carta 8 volte, il legno può essere trasformato in carta 3 volte.
👉4. La canapa cresce in 4 mesi, l'albero in 20-50 anni.
👉5. Il fiore di canapa è una vera trappola per radiazioni.
👉6. La canapa può essere coltivata ovunque nel mondo e richiede pochissima acqua. Inoltre, poiché è in grado di difendersi dagli insetti, non necessita di pesticidi.
👉7. Se i tessuti di canapa si diffondessero, l'industria dei pesticidi potrebbe scomparire completamente.
👉8. I primi contadini usavano la canapa; anche la parola "KANVAS" è il nome dei prodotti di canapa.
La canapa è anche una pianta ideale per realizzare corde, cordoni, borse, scarpe, cappelli.
👉9. Ridurre gli effetti della chemioterapia e delle radiazioni nel trattamento della cannabis, dell'AIDS e del cancro; Viene utilizzato in almeno 250 malattie come reumatismi, cuore, epilessia, asma, stomaco, insonnia, psicologia e malattie della colonna vertebrale.
👉10. Il valore proteico dei semi di canapa è molto alto e i due acidi grassi in esso contenuti non si trovano da nessun'altra parte in natura.
👉11. La canapa è ancora più economica da produrre rispetto alla soia.
👉12. Gli animali alimentati con cannabis non hanno bisogno di sostituzioni ormonali.
👉13. Tutti i prodotti in plastica possono essere fatti di canapa e la plastica di canapa è molto facile da restituire alla natura.
👉14. Se la carrozzeria di un'auto è fatta di canapa, sarà 10 volte più resistente dell'acciaio.
👉15. Può essere utilizzato anche per isolare gli edifici; durevole, economico e flessibile.
👉16. Saponi e cosmetici a base di canapa non contaminano l'acqua; quindi è completamente ecologico.
La produzione era obbligatoria nell'America del XVIII secolo e gli agricoltori che non producevano furono imprigionati. Ora, però, la situazione è ribaltata. DA DOVE?
👎-W. Р. Nel 1900, Hearst possedeva giornali, riviste e media in America. Avevano foreste e producevano carta. Se la carta fosse stata fatta di canapa, avrebbe potuto perdere milioni.
👎- Rockefeller era l'uomo più ricco del mondo. Aveva una compagnia petrolifera. I biocarburanti, l'olio di canapa, ovviamente, erano il suo più grande nemico.
👎-Mellon era uno dei principali azionisti della Dupont Company e aveva un brevetto per la produzione di materie plastiche da prodotti petroliferi. E l'industria della cannabis ha minacciato il suo mercato.
👎- Successivamente, il presidente Mellon Hoover divenne Segretario del Tesoro. I grandi nomi di cui abbiamo parlato hanno deciso nei loro incontri che la canapa era il nemico.
Ed è stato eliminato.
Le foreste vengono abbattute per la produzione di carta.
Il numero di avvelenamenti da pesticidi e tumori è in aumento.
Poi abbiamo riempito il nostro mondo di rifiuti di plastica, rifiuti nocivi...
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UN SALUTO A TUTTI
Marco Corti
wa 3286098633
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belladecasa · 4 months
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Quando mi fanno la canonica domanda sul fidanzato ormai rispondo che io non sono compatibile, come faceva Battiato. Che poi io una fetta di famiglia non canonica ce l’avevo, una in cui nessuno ti avrebbe chiesto del fidanzato, dell’Università, del perché parli poco, una in cui c’erano persone che capivano cosa fosse opportuno chiedere e cosa no, e alcune che capivano pure la tua indole, la tua vocazione, il motivo e il desiderio per cui sei al mondo. Ma quando è morta mia zia è morta tutta una radice, un ramo, un frutto, un albero, un bosco intero. Mia zia non era una donna, era una famiglia, un sistema di segni e simboli, una scuola, una società, un cultura, una città, quasi era un’anima infinita come Roma. Soprattutto, era il mio daimon, non una madre biologica ma la madre del mio intelletto. Per quanto una terra possa essere fertile non può far crescere nulla se nessuno ci pianta un seme. Mia zia aveva capito quello che potevo essere e aveva messo il seme dentro la mia terra. Il seme dentro la vita. E quando se n’è andata io mi sono sentita come suolo inaridito, pensavo che mai nessuno avrebbe potuto far crescere più nulla da me, dentro di me.
8 settembre 2019
Otto anni fa, nella squallida cappella del cimitero, la tua bara era stata deposita su un carrello di ferro a quattro ruote che ti avrebbe trascinata sotto terra e lontano da me. Tutti toccavano quella bara come se fosse stato un semplice gesto lasciarti andare, così pensavo che anche io avrei dovuto darti quell’ultimo addio, ma farlo avrebbe significato toccare con mano la consapevolezza della tua morte, e io non potevo. Ho preferito lasciarti scorrere via di fronte a me come fosse stato un sogno, cosicché oggi, ancora, nella mia vigliaccheria posso chiedermi se sia stato reale, se davvero non ci sei o se è stato solo un mio incubo. Oggi, dopo sei anni, quella bara non l’ho ancora toccata.
Ora sono passati dieci anni, e ancora percepire per me significa sentire la tua mancanza, perché io sono entrata nel mondo per mano tua e ora sono al mondo senza di te, ma oggi quella bara l’ho toccata perché ho accettato che non ci sei più, che amare qualcuno significa amarlo nella sua finitezza, amare il fatto che niente e nessuno ti apparterrà mai e mai per sempre. Ho imparato a non amare mai nessuno come un oggetto. Ho accettato che qualcosa, una qualsiasi cosa, finisce, e brucia, o si consuma. O almeno le persone, l’amore e tutte le cose umane. Ancora oggi hai piantato un altro seme nella mia terra.
#s
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klimt7 · 2 months
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Opere in Mostra
di Kira Kharchenko
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" SOGNATRICE "
[ 2023 ]
In questo quadro è rappresentata una ragazza sognatrice, che riassume in sè la mia autopercezione. Ha gli occhi chiusi perchè è concentrata sul.proprio mondo interno, sogna ed è seduta su una nuvola, che sottolinea ancora il suo distacco dalla realtà e dal mondo materiale. Sullo sfondo si trovano gli elementi blu, dipinti come i mosaici ed essi sono la raffigurazione dei suoi pensieri-sogni.
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"DANZA DELLA NINFA"
[ 2023 ]
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"SILENZIO DELLE ESPLOSIONI"
[ 2023 ]
La guerra non è solo esplosioni sul campo di battaglia, ma è esplosioni dentro ogni anima che ne soffre. La guerra non scolorisce la vita, ma la rende più acuta e psichedelica, perchè le emozioni sono così forti, da non poter più essere rappresentate a parole. Volevo rappresentare persone diverse: gli amanti, una credente, una mamma con i figli, un'allegoria di un'essenza divina ( colei che protegge la melagrana - il simbolo compattezza della nazione e del sangue versato ) e una bambina (mia cugina di secondo grado) che è morta per davvero all'età di 7 anni, quando la sua città fu bombardata nel 2022.
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AUTORITRATTO CON LILLÀ
[ 2023 ]
Ho realizzato il mio autoritratto con i fiori lillà in mano, perchè vedo me stessa, in questo periodo della mia vita come una immagine di lillà. Questa pianta è melanconica, timida, e in tutti i sensi è particolare. È consuetudine regalare lillà per la prima volta che ti innamori, ed io associo questo a un giovane che sta appena iniziando a capire questa vita. Siccome ho solo 17 anni, penso che questa pianta, al meglio dimostra il mio modo di pensare. Nonchè quì ho lo sguardo ispirato, pensieroso e poetico.
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GUARIGIONE
[ 2023 ]
L'opera rappresenta una donna che sta per entrare nell'acqua, così, simbolicamente lei inizia una nuova pagina nella vita, comincia la sua guarigione dalle sue paure. Quindi il tema principale è il credere nel meglio .
( speranza e futuro )
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R I C O R D I
[ 2022 ]
Questo lavoro rappresenta una persona che soffre dei suoi ricordi che la avvolgono, come una corda tutta intorno (a Lei). La ragazza ha capelli rosa e occhi rosa come simbolo della sua anima delicata, che si manifesta in una visione "romanticizzata" del mondo. L'immagine del cerchio sulla guancia, mostra la sua appartenenza al mondo spirituale ed è simbolo di spirito e carattere forte. Nonostante le emozioni ribollenti provate da lei, nel quadro è presente la fede nella liberazione dal passato
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S E N S I B I L I T Á
[ 2023 ]
Sensibilità come stato d'animo come modo di vedere e percepire le cose.
Apprendere tutto attraverso una forma di pensiero sentimentale, tale è il messaggio di questo lavoro.
Questa giovane ragazza ha un velo di fiori che le copre le spalle e la racchiude in un mondo di sensibilità: ha uno sguardo profondo, tenero e vivaci occhi verdi.
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C I C L I C I T À D E L L' E S S E R E
[ 2023 ]
Ho voluto rappresentare una "vanitas", con l' esempio di questa ragazza bella, lucente, fatta di rettangoli colorati, come simbolo del suo essere multiforme e poliedrica: perchè la sua bellezza e gioventù svaniranno col tempo.
Lei è viva ( è dato dallo sfondo verde dietro le sue spalle) e vede il suo futuro - la morte ( rappresentata dal teschio e dai rettangoli sbiaditi). Nasciamo, moriamo e di nuovo nasce qualcosa e muore: è la ciclicità dell'Essere.
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P E N S I E R I
[ 2022 ]
Il tema è la contrapposizione del mondo materiale con il mondo del pensiero.
La ragazza ha i pensieri cupi, oscuri e deprimenti, che catturano la sua mente, lo si può vedere dal suo sguardo rivolto verso i corvi neri. Allo stesso tempo, lei cerca di restare sulla terra, tenendo la mano sulla spalla. La ragazza si chiede se essere o non essere.
NOTE DI SERVIZIO :
La Mostra di pittura di Kira Kharchenko è aperta fino al 23 marzo 2024, nei locali dietro il Municipio, messi a disposizione dal Comune di Mercato Saraceno.
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francesca-70 · 3 months
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DOVE VA A FINIRE L’ amore QUANDO FINISCE?
- Come faccio - mi chiese -
A lasciarlo andare ? Non vederlo piu’, non sapere piu’ niente di lui .
- perché devi figlia- rispose la curandera guardando verso l’antica quercia .
- vedi , nulla davvero ci appartiene ma chi abbiamo amato ha mescolato con noi il suo corpo astrale .
- che significa?
- che vi siete intrecciati come i rami dell’edera , ma non nel corpo , quello e’ momentaneo, nello spirito .
- ma a me non basta .
Sto male , voglio ancora vederlo e toccarlo e parlargli .
Non ce la faccio .
- non ce la devi fare - rispose sorridendo la donna di cui nessuno conosceva l’ eta’ .
- non ce la devi fare perché non sei tu a decidere : l’amore improvvisamente e senza merito arriva , come un canto di uccelli a mezzanotte .
E cosi’improvvisamente e senza motivo se ne va .
Ma non finisce mai.
Continua in quest’ altra dimensione .
- quale dimensione ?
Chiede la ragazza soffiandosi il naso avvolto dalle lacrime .
- la dimensione dell’invisibile. Dove vivono i maestri, i sacri spiriti, gli esseri di luce e le forze superiori .
I vostri spiriti congiunti e intrecciati salgono su fino a li , fino a diventare impercettibili e tuttavia continuano a vivere .
Vedi cara : l’umano non accetta che cio’ che può vedere e’ pari a un granello di sabbia a confronto dell’oceano.
- sto iniziando a capire ma fa ancora male .
- lo so bambina .
Non scacciare il demone del dolore : ogni volta che il cuore si spacca, si allarga un po’ di piu’ ma solo se lo lasci fare.
Se respingi, fingi , rigetti indietro, ti stordisci con le frivolezze , ritornera’ piu’ forte e ti chiudera’ il cuore .
E un cuore chiuso, e’ cio’ che di peggio puoi dare al mondo .
- gia’ in passato , Signora ho chiuso il mio cuore per non soffrire piu’ ed e’ stato sempre peggio !
- certo! Dimorare nelle tenebre e nella paura non e’ mai bene cara .
Non cercare di capire il dolore , lascia che ti travolga come un’onda, fatti lieve come piuma , lasciato attraversare come burro , ma se chiudi il cuore allora i demoni danzeranno sul tuo petto e ne’ gioia ne’ dolore toccheranno piu’ il tuo ventre .
E questo equivale a morire .
- si , ho capito .
Ho capito che essere forti significa stare 5 passi indietro.
Lo lascero’ andare ...
- domani sera , con la luna piena, da sola , vai in collina e pianta un ulivo .
Le sue foglie argentate saranno nutrite dalla tua leggerezza .
Qualcosa crescerà da questo strappo ma solo se lasci che la luce lo disinfetti .
E cosi sara’ per la pianta .
E la ragazza ando’ .
Con la luna calda di agosto a piantare il suo amore finito tra o cespugli di ginestra .
Scivolo’ dentro se’ per un po’
E la curendera non la perse mai di vista .
Da lontano, la vedeva con l’ occhio interiore e lei inviava ogni sera gli spiriti del bosco a vegliarle il sonno ...
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Testo originale di
ClaudiaCrispolti
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Non so cosa succede …
A volte mi sento completamente vuota ,come se nulla avesse senso come se nulla mi importasse realmente ,come se il mondo in cui viviamo fosse solo finzione un teatrino messo su dall’essere umano dove da soli ci costruiamo la nostra prigione ,ma in quel momento non mi riguarda mi scorre tutto a dosso in maniera indifferente ….e mi sento apatica anzi morta
E poi arrivano quelle volte dove sento troppo a tal punto che vorrei essere morta o vorrei in qualche modo mettere fine a tutto quel dolore che ad oggi è diventato troppo a tal punto da non poterlo nemmeno descrivere ne a parole e forse nemmeno a gesti per il semplice fatto che tanto nessuno potrà realmente capire e tu ti senti perso ,da solo ,isolato da tutto questo male da tutta quella sofferenza che ormai ti ha ucciso dentro ma tanto per gli altri è solo un modo per attirare attenzione e allora ti maledici per ogni volta che provi ad esternarlo e capisci che l’unica cosa da fare e tenertelo dentro fino a farlo marcire insieme a te…
Molte volte mi sono chiesta cosa ci faccio ancora qua ,a quale scopo , tutti i sacrifici che sto facendo a cosa servono se tanto la situazione peggiora e basta
Non ho più nulla ,nessuna scusa a cui aggrapparmi ,nessuno del quale fidarmi ,solo il vuoto mischiato al dolore assoluto …
Una volta ho sentito dire che senza amore si muore ,ho sempre pensato fosse una cazzata ma ad oggi mi devo ricredere ,nulla sopravvive senza un minimo d’amore che sia una pianta ,un insetto ,un animale o noi umani …
Lo sto provando tutti i giorni ,non ricevere una carezza ,un ti voglio bene ,una buona parola è la mazzata finale ,perché puoi non avere nulla ma quando si ha una carezza sincera si ha tutto si ha il tesoro più prezioso del mondo
Ad oggi ,ripeto ,non ho più nulla un posto dove stare e dove tornare ,una famiglia ,una carezza che allevi tutto ciò che sto vivendo …
Nulla
Mi sento morta ,un involucro che straripa dolore e sofferenza nonostante tutti i sacrifici e tutto l’impegno , nonostante ogni giorno ci provi e metta tutta me stessa
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schizografia · 8 months
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Ore sei e trenta. Dormo poco, non più di sei ore per notte e, appena mi sveglio, dedico cinque, dieci minuti a quella rara occupazione che va sotto il nome di pensiero. A che cosa penso? A dirlo così può persino parere ridicolo: alla fine del mondo. Non so quando e in che modo è cominciata quest'abitudine; forse non tanto tempo fa, in seguito alla lettura di un libro che per caso ho trovato sulla scrivania di mio padre che è professore di fisica all'università, un libro tra i tanti sulla guerra nucleare. Oppure sarà stato un altro motivo venuto da chissà dove e poi scomparso dalla mia memoria, come scompare il seme una volta che la pianta è cresciuta. D'altra parte è improprio dire che penso alla guerra “nucleare. Semmai penso all'impossibilità di pensarci. Ma è fuori dubbio che in quei cinque, dieci minuti dopo il risveglio non penso ad altro.
Alberto Moravia, L'uomo che guarda
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diceriadelluntore · 2 months
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Concentrazioni Urbane
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Questo simpatico fiorellino è, penso, non nuovo ad ognuno di noi: è l'infiorescenza del trifoglio bianco, una pianta della famiglia delle Fabacee. È probabilmente tra le specie più comuni non solo da noi, ma in tutto il mondo, poichè è tra le preferite per i pascoli da foraggio. Per questo motivo si è diffusa in tutti e cinque i continenti.
Tra le sue particolarità, la foglia trilobata, che nei paesi anglofoni si chiama shamrock, ed è molto amata dalle api (tra le specie botaniche principali dei nostri mieli millefiori europei).
Questo fiorellino campeggia sulla homepage della GLUE, il Global Urban Evolution Project, una organizzazione internazionale di scienziati che studia come gli ambienti urbani possono modificare le evoluzioni di alcune specie di piante, quali fattori le guidano e se esistono degli ambienti simili sebbene geograficamente molto distanti tra loro che possono spingere a queste evoluzioni. Il trifoglio per le sue caratteristiche di diffusione è il candidato perfetto ad un esperimento comparativo, organizzato da questo consorzio. Infatti cresce ormai anche in tutti gli ambienti urbani prossimi a quelli rurali dove è impiegato come foraggio.
Si sa che il trifoglio produce acido cianidrico (sostanza mortale per un uomo in pochi minuti in certe quantità) sia in difesa contro la predazione sia nei periodi di siccità. Sfruttando il lavoro di scienziati e di volontari (sul sito è spiegato come) sono stati raccolti campioni provenienti da 160 città, con risultati straordinari.
I trifogli negli ambienti urbani producono meno acido cianidrico rispetto a quelli degli ambienti rurali, rispettando la logica che essendoci in città molti meno erbivori è più conveniente per la pianta sfruttare meno energie nella sua produzione. Ma la cosa sorprendente è un'altra: la quantità di acido cianidrico prodotto dalle piante in città distantissime geograficamente, da Tokyo a Londra, dalle città americane a quelle cilene, è che, tra loro, la quantità di acido cianidrico prodotto è molto più simile di quanto non lo sia con quella contenuta in un trifoglio cresciuto in un ambiente rurale. Di fatto, i trifogli urbani sono molto più simili tra loro che, per esempio, tra quelli di Londra città e zone rurali attorno Londra, delineando una sorta di evoluzione parallela urbana che ha dell'incredibile.
La storia è accenna nell'ultimo libro di Stefano Mancuso, Fitopolis, la città vivente (Laterza) che affronta un passaggio epocale: il trasferimento di una specie, la nostra, che non vive più nella natura, ma in una nicchia ecologica prodotta: la città. Questo ci espone ad una "specializzazione" che ha senso solo in un ambiente stabile, e per colpa della stessa specie, la nostra, l'ambiente non lo è più, persino nelle città. Le sfide che il cambiamento climatico portano già oggi sono decisive, e intuizioni e soluzioni le possiamo prendere proprio da un mondo, quello vegetale, che stranamente è quasi sempre fuori dai discorsi conservativi, quando è probabilmente il modo più semplice ed immediato per fare qualcosa.
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susieporta · 5 months
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Capelli arruffati, pieni di fango e di nodi.
Mani amputate, dita mozzate, protesi d'argento.
Stracci insudiciati, abiti inadeguati, divise dimesse.
Il TEMA DELLA VERGOGNA, nel mito e nelle fiabe, non viene quasi mai proclamato a gran voce, ma "fatto vivere", al lettore o a chi ascolta, attraverso un universo di simboli vorticanti, in un crescendo sempre più asfittico e insostenibile.
È a causa della Vergogna che alcuni di noi non rispondono alla Chiamata del Daimon, per rinchiudersi, a poco a poco, dentro la propria TORRE d'Isolamento.
NON PER TIMIDEZZA. E NEPPURE PER AUTOSVALUTAZIONE, ma per qualcosa di molto più profondo che risponde proprio alla Ferita della Vergogna.
Questo disagio può agire in due modi diametralmente diversi.
Costringendoci in questa sorta di autoesilio e impedendoci di fare tutti i "grandi passi" della nostra vita, oppure, CONTROFOBICAMENTE, spingendoci a confrontarci di continuo con situazioni che non ci favoriscono per niente, fuori dalla nostra portata.
Contesti del tutto incoerenti con il nostro Daimon che ci portano a fallire sistematicamente in modo clamoroso, aggiungendo così altra vergogna alla vergogna.
Impastoiati dentro l'archetipo del Brutto Anatroccolo, di Bridget Jones e di tutti coloro che, costantemente immersi in questo mal stare, vivono schiavi di un PROGRAMMA INCONSCIO che li porta a trovarsi quasi sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Dove ricevere giudizi sbagliati dalle persone sbagliate.
Alcuni di noi attraversano questa gogna da bambini, altri durante l'adolescenza.
Altri ancora attraverso l'automortificazione delle proprie scelte adulte.
Altri, infine, rispetto alla propria condizione, fisica o relazionale, della vecchiaia.
È IL FLUSSO SANGUIGNO, in genere, ad essere sospinto da questi maremoti psichici.
È il sangue che ci porta ad arrossire e impallidire tante di quelle volte da scatenare, nel tempo, seri problemi di rosacea.
È l'assenza di sangue che, ritiratosi dalla periferia del nostro corpo, barricatosi nella torre del cuore, può provocare geloni alle dita di mani e piedi e scatenare il Morbo di Raynaud.
Quando il sangue non scorre libero, può esserci un enorme blocco del ciclo mestruale, gravi ristagni ed edemi linfatici. Celluliti eterne anche in donne magrissime.
Vergogna su vergogna.
È il PUNGITOPO la pianta che, in casi come questi, può rappresentare una SVOLTA.
Il Pungitopo lavora sul "povero me" anche quando non abbiamo contatto alcuno con la nostra autocommiserazione. Non la avvertiamo, perché non stiamo neppure così male, all'interno del nostro habitat impeccabilmente studiato ad arte.
Ma non stiamo neppure bene.
Il Pungitopo ci pungola, ci strattona, ci consola e ci incita.
Il Pungitopo SA MUOVERCI IL SANGUE.
Ci aiuta a divenire più lucidi, come le sue foglie e le sue bacche.
Non ci porta a voler svettare a tutti i costi, a progettare chissà che cosa, a sognare l'impossibile.
Il suo carattere saturnino è molto più concreto.
Questo elisir inizia ad esprimere il suo effetto facendoci rendere conto, innanzitutto, che un cambiamento è necessario.
Il Pungitopo ci aiuta a capire che il senso perenne di Vergogna non è timidezza, ma qualcosa di molto più invalidante.
Che arriva quando, sulla nostra vita, IL SENSO DI AUTORITÀ è posto costantemente FUORI DA NOI.
Ci fa capire che, da troppo tempo, stiamo osservando il mondo da una prospettiva esterna: come potrebbero vederla gli altri, cosa potrebbero dire gli altri, chissà come mi giudicherebbero.
Gli Altri, gli altri, gli altri.
Un senso di separazione potentissimo. Gli Altri.
E poi, laggiù, in fondo in fondo, noi.
"Dovresti solo vergognarti". "Ma non ti vergogni?".
Un Sortilegio Nero, ancora più potente quando non ci è mai stato espresso così chiaramente, ma solo lasciato intendere.
Uccidere psichicamente chi ci ha ordinato di vergognarci prima di sciogliere il nodo rappresenta una delle tappe più feroci del Viaggio dell'Eroe.
Ma per fortuna e per grazia degli Dei, abbiamo il Pungitopo!
Esiste, uno Spirito lo incarna!
È lì per proteggere le nostre scorte interiori, i nostri granai di speranze, i nostri sogni di libertà.
Di rivincita.
A volte, SIMBOLICAMENTE, quando la vergogna si è radicata troppo in profondità, dobbiamo prepararci a morire anche noi, insieme a lei e insieme a chi ci ha instillato questo complesso.
Fosse anche tutto il mondo.
È quello che farà CATTARINETTA, la ragazza che verrà divorata da sua zia, la Strega Malvagia, PER POTER PAGARE PEGNO per aver fatto qualcosa di estremamente sporco e irrimediabile.
Questa stranissima Non-Eroina delle Fiabe ci insegna il potere degli Atti Simbolici DE-PROGRAMMANTI, gli unici così forti da sturare e disostruire finalmente i nostri circuiti emozionali.
In modo forte, grezzo. Inelegante, forse.
Ma vero.
Proprio come il Pungitopo. O Ruscus, da "rusticus", pianta delle campagne.
Di tutti quei boschi umili, mica delle Fate o attraversati da cavalieri sfavillanti.
Boschi Qualunque.
Ma, proprio in quanto tali, Straordinari.
Buona Luna Piena di Fine Novembre,
cari Amici ErboNarranti❤
Che ci porti a mostrarci senza più timori
perché consapevoli
da prima, da adesso e da poi,
di essere tutti
gira che ti rigira
dentro la stessa Fiaba,
dentro la stessa Pianta
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gregor-samsung · 3 months
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“ Il sabato, il mercato apre al pubblico alle nove. Questo vuol dire che i veri appassionati alle otto in punto sono già lì, in attesa. Ci si incontra in un bar proprio di fronte al mercato, tutti dotati di enormi zaini vuoti che si spera di riempire. Qualche saluto imbarazzato fra persone che si conoscono di vista da anni, di cui spesso si sanno nome e professione, ma con cui non si è mai davvero scambiato quattro chiacchiere. Si beve un caffè e ci si guarda sospettosi, soprattutto fra rivali con gli stessi gusti. È una specie di maledizione, qualunque sia l’argomento della tua ricerca ci sarà sempre qualcuno contro cui combattere. Anch’io, naturalmente, ho il mio antagonista. È un signore anziano, alto e sottile come un giunco. Avvizzito e scuro di carnagione come se fosse stato a seccare per anni al sole del deserto, vestito sempre con quello che a me sembra essere lo stesso lungo impermeabile chiaro, estate o inverno che sia. Insensibile al clima come i migliori cercatori di libri: che piova, nevichi o tiri vento, che si ghiacci o ci sia un’afa irrespirabile, lui è sempre lì. Ogni sabato alle otto. Si aggira fra i banchi con una leggera zoppia che usa come un’arma per dissimulare la sua ferocia. Pensi possa essere lento nel muoversi e, invece, appena qualcosa attrae la sua attenzione è capace di scalare degli enormi mucchi di libri con la stessa agilità di un ragazzino. Io ormai lo so, ma tra i neofiti la sua apparente fragilità fa molte vittime. Fragilità? Non sa cosa sia. È duro come il legno stagionato di cui sembra essere fatto. È resistente anche, il maledetto! Non si stanca mai, controlla con pignoleria ogni mucchio e non c’è sabato che a fine giornata non vada via con il suo zaino stracolmo di pesanti tomi. Ho sentito un libraio una volta chiamarlo professeur e un altro Henri. Professor Henri era, quindi, tutto quello che conoscevo del mio avversario, oltre al fatto che era temibile, un vero osso duro, che adora la botanica e la Rivoluzione francese. E che mi sta antipatico. Sembra avere un sesto senso per i libri di botanica. Si tuffa nei mucchi come una donnola dentro la tana di un coniglio e ne emerge sempre con qualcosa fra le mani. Quando ci si incrocia fra i cumuli, sembra sempre che mi osservi con uno sguardo dove si mescolano in parti uguali sufficienza e divertimento. Ci teniamo d’occhio da lontano e normalmente a inizio giornata ci dirigiamo ai poli opposti del mercato alla ricerca di mucchi appena scaricati guardandoci in cagnesco, con la speranza di trovare per primi qualcosa che possa suscitare l’interesse dell’altro. Una vitaccia, ve lo garantisco. “
Stefano Mancuso, La pianta del mondo, Laterza (collana i Robinson / Letture), 2022⁷, pp. 19-20.
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t-annhauser · 7 months
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Aristotele
Riassumere il pensiero di Aristotele è un'impresa titanica, pare proprio che si occupò di tutto, una vera mente enciclopedica, si concesse anche il lusso di far da precettore ad Alessandro Magno e di guidare con la sua impostazione scientifica tutta la filosofia occidentale fino all'arrivo di Copernico e di Galileo, che nell'ottica delle ere geologiche è praticamente l'altro ieri. Noi qui per brevità ci occuperemo solo dell'ontologia e della metafisica.
Già allievo dell'accademia platonica, Aristotele si allontanò progressivamente dalle posizioni del maestro e criticando da un punto di vista strettamente logico la teoria delle idee si mise a cercare le cause delle cose negli enti stessi invece che nell'Iperuranio.
Cercando le cause delle cose arrivò a sviluppare un argomento che secoli più tardi verrà ripreso da San Tommaso per provare l'esistenza di Dio. Dice Aristotele che se ogni ente ha alle sue spalle una causa che l'ha prodotto, allora ripercorrendo a ritroso tutta la catena di cause si dovrà per forza di cose arrivare a una causa senza causa, cioè a una causa incausata, o motore immobile, da cui prende il moto tutta la successiva concatenazione delle cause. Questo fulcro fermissimo è l'Essere immutabile ed eterno che sorregge il passaggio delle cose sensibili dal non-essere più al non-essere ancora.
Abbiamo dunque due tipi di essere, come in Platone: l'Essere immutabile che è principio metafisico del mondo fisico, e l'essere degli enti sensibili che oscilla concretamente fra l'essere e il nulla.
Aristotele non era un sostenitore dell'atomismo, aveva un grosso problema a giustificare l'esistenza del vuoto. Per lui la realtà era composta sì da particelle infinitesimali ma che non lasciavano alcun vuoto fra uno spazio e l'altro (i latini la chiamarono teoria del plenum).
Postulata l'esistenza di uno spazio occupato continuamente da una materia infinita, Aristotele afferma che l'ente mondano è un sinolo indivisibile di materia e forma (sýnolon, composto di sýn «con» e ólos «tutto», totalità). La materia fa da sostrato al passaggio di un ente da una forma all'altra.
E qui arriviamo all'ultimo concetto di tutta la filastrocca: l'atto e la potenza. Ogni ente ha in sé una potenza, dice Aristotele, cioè la possibilità di diventare una certa cosa, in atto. Un seme possiede in sé la pianta in potenza, la pianta rappresenta a sua volta il seme in atto.
Che la potenza si realizzi è un'ipotesi, qualcosa di accidentale, ma che vi sia la predisposizione di ogni ente a diventare una certa cosa in atto, è per Aristotele evidenza incontrovertibile, anche se è possibile osservarla solo quando si attualizza [nota: e qui può sorgere il dubbio nell'osservatore che la potenza non esista affatto, non apparendo mai concretamente se non a posteriori].
Questa era la (meta)fisica di Aristotele, e con questa si è fatto per duemila anni, altro non so.
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mezzopieno-news · 10 months
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SCOPERTA UNA NUOVA PIANTA CHE FIORISCE SOTTO TERRA
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I ricercatori dei Royal Botanic Gardens Kew di Londra hanno scoperto e descritto, per la prima volta, una palma che fiorisce e fruttifica interamente sottoterra. A causa di questa insolita caratteristica, gli scienziati hanno chiamato la nuova specie Pinanga subterranea.
Sebbene la pianta fosse già nota agli indigeni del Borneo, la Pinanga è stata finora completamente sconosciuta dalla comunità scientifica. Secondo i ricercatori ciò evidenzia la necessità di collaborare più strettamente con le comunità indigene e la loro complessa conoscenza del paesaggio e delle foreste. “Un caso estremamente raro di geofloria, cioè la fioritura sotterranea, e il primissimo esempio conosciuto del suo genere nell’intera famiglia delle palme. È davvero una scoperta irripetibile” ha dichiarato Benedikt Kuhnhäuser del RBG Kew.
La stragrande maggioranza delle piante da fiore (angiosperme) si è evoluta per sviluppare fiori e frutti fuori terra, il che aiuta a facilitare l’impollinazione e la dispersione dei semi. Un piccolo sottoinsieme di piante, tuttavia, si è evoluto per fiorire e fruttificare sottoterra, processi noti rispettivamente come geofloria e geocarpia. La fruttificazione e la fioritura interamente sotterranee sono un fenomeno estremamente raro e, a conoscenza degli autori, è stato osservato finora solo nel genere delle piccole orchidee Rhizanthella. Questo comportamento insolito ha interrogato gli scienziati in quanto apparentemente ostacola la capacità di una pianta di impollinare e diffondere con successo i semi, e non è mai stato osservato prima nella famiglia delle palme. La scoperta apre nuovi orizzonti e molti nuovi spunti per la conoscenza dell’evoluzione, impollinazione e dispersione delle piante.
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Fonte: Royal Botanic Gardens Kew
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veritanascoste · 2 months
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🔴💣LE VERE RAGIONI PER LE QUALI VIETARONO LA CANAPA?
🔻Ecco spiegato in pochi punti fondamentali le vere ragioni per le quali la canapa fu fatta sparire.
🌿1 Un ettaro di canapa produce tanto ossigeno quanto 25 ettari di foresta.
🌿2 Un ettaro di canapa può produrre tanta carta quanto 4 ettari di bosco.
🌿3 Mentre la canapa può essere trasformata in carta 8 volte, il legno può essere trasformato in carta 3 volte.
🌿4 La canapa cresce in 4 mesi, un albero in 20-50 anni.
🌿5 Il fiore di canapa è una vera trappola per radiazioni.
🌿6 La canapa può essere coltivata ovunque nel mondo e richiede pochissima acqua.  Inoltre, poiché è in grado di difendersi dagli insetti, non necessita di pesticidi.
🌿7 Se i tessuti di canapa si diffondessero, l'industria dei pesticidi potrebbe scomparire completamente.
🌿8 I primi contadini  usavano la  canapa per tutto; La canapa è anche una pianta ideale per realizzare corde, cordoni, borse, scarpe, cappelli.
🌿9 Ridurre gli effetti della chemioterapia e delle radiazioni, la cannabis può essere usata nel trattamento di AIDS e cancro;  Viene utilizzata in almeno 250 patologie come reumatismi, cuore, epilessia, asma, stomaco, insonnia, psicologia e malattie della colonna vertebrale.
🌿10 Il valore proteico dei semi di canapa è molto alto e i due acidi grassi in esso contenuti non si trovano da nessun'altra parte in natura.
🌿11 La canapa è ancora più economica da produrre rispetto alla soia.
🌿12 Gli animali alimentati con cannabis non hanno bisogno di sostituzioni ormonali.
🌿13 Tutti i prodotti in plastica possono essere fatti di canapa e la plastica di canapa è molto facile da restituire alla natura.
🌿14 Se la carrozzeria di un'auto è fatta di canapa, sarà più resistente dell'acciaio.
🌿15 Può essere utilizzato anche per isolare gli edifici;  durevole, economico e flessibile.
🌿16 Saponi e cosmetici a base di canapa non contaminano l'acqua, quindi è completamente ecologica.
⚡La produzione era obbligatoria nell'America del XVIII secolo e gli agricoltori che non ne producevano venivano condannati al carcere.
🔸️Nel 1900 Hearst possedeva giornali, riviste e media in America.  Avevano foreste e producevano carta.  Se la carta fosse stata fatta di canapa, avrebbe perso milioni.
🔹️ Rockefeller era l'uomo più ricco del mondo. Aveva una compagnia petrolifera.  I biocarburanti e l'olio di canapa erano il suo più grande nemico.
🔺️Mellon era uno dei principali azionisti della Dupont Company e aveva un brevetto per la produzione di materie plastiche da prodotti petroliferi, l'industria della canpa avrebbe distrutto il suo mercato.
💥Successivamente, il presidente Mellon Hoover divenne Segretario del Tesoro.  I grandi nomi di cui abbiamo parlato hanno deciso nei loro incontri che la canapa era un nemico ed è stata eliminata.
Le foreste vengono abbattute per la produzione di carta.
Il l'esplosione di tumori ed avvelenamenti da pesticidi è sotto gli occhi di tutti.ed abbiamo riempito il mondo di rifiuti di plastica, microplastica e sostanze nocive.
A voi il verdetto!
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francescacammisa1 · 9 months
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Oltre la superficie della pagina s'entrava in un mondo in cui la vita era più vita che di qua, da questa parte: come la superficie del mare che ci divide da quel mondo azzurro e verde, crepacci a perdita d'occhio, distese di fine sabbia ondulata, esseri mezzo animale e mezzo pianta.
Italo Calvino - Gli amori difficili (L’avventura di un lettore)
Martin Whatson Artist
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