Tumgik
#PERÒ SORRIDO SEMPRE CIAO
i-am-a-polpetta · 3 months
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la sorella della mia ragazza: apro un pandoro per colazione ne volete un pezzo
io: io...io vorrei la scatola 🤩🥹
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mybittersweet · 2 years
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Three acts of desire.
Act one. Waiting.
Stavo nervosa perché ogni giorno ero più vicina al giorno per partire e vederti. Quando ti ho detto che vengo a fare le vacanze con la mia amica nella città dove vivi e se hai il tempo e la voglia di vederci mi hai detto di "Si", sono rimasta sorpresa. Non pensavo e non speravo avere la risposta positiva. E già questo mi ha fatto eccitare. Vederti. Anche solo per un caffè. Mi basterebbe. Toccarti anche solo per caso e sentire il tuo sguardo addosso.
- Ci vediamo alle undici nella strada x vicino alla piazza. - mi hai scritto così e il mio cuore ha cominciato a battere forte.
Lunedì.. sono le 10.00...sto già sulla strada per arrivare al posto d'incontro. Sto molto nervosa di vederti realmente. Molto eccitata. Mi fa male lo stomaco e il cuore che è arrivato in gola. Mi fermo davanti a una vetrina e mi guardo come nello specchio. Non so se questo abito va bene per l'occasione. Non ha le tasche e non so dove mettere le mie mani. Aggiusto i capelli perché mi sembrano sempre fuori posto. Decido che può andare..che se ne frega. Arrivo alla piazza. Troppo presto. Sono le 10.45. Altri quindici minuti di agonia se arrivi in orario. Trovo una panchina e mi siedo. Guardo il telefono per eventuale messaggio, ma niente. Guardo intorno perché non so da dove devi arrivare. Mille pensieri passano per la testa. Se non ti piacessi. Se avrai voglia solo di parlare e bere un caffè. Perché io avevo voglia di scoparti. Dopo tutto ciò che ci siamo scritti sembrava ovvio il senso di questo incontro. Ma non sapevo se era ovvio anche per te.
11.05
Ti vedo di girare l'angolo della strada. Hai guardato il telefono e hai cominciato a cercarmi tra le gente che stava in piazza. Mi sono alzata dalla panchina e ho cercato di farti un cenno con la mano per attirare l'attenzione. Mi hai visto. Hai fatto un sorriso leggero mentre stavi camminando verso di me. Ti guardo e sorrido. Mi dici "Ciao" e apri le braccia per abbracciarmi e salutarmi. Ti rispondo e sento il tuo contatto con il mio corpo. Le guance che si incontrano e le labbra che si appoggiano sopra. Il momento che dura secondi. E poi il tuo sguardo dritto nell'occhi. Vorrei baciarti. Così, adesso. Ma ho paura. Paura di rovinare tutto.
- Come stai? Come è andato il viaggio?
- Tutto bene. E tu?
- Bene, grazie.
- Sono contenta di vederti.
- Anche io. Molto. Stai molto bene con questo abito.
- Grazie
Sentire la tua voce è come una spinta per il mio eccitamento. Prima la sentivo nei messaggi vocali. Ma adesso il quadro si è completato. Mi guardi. So che ti piace guardare. Soprattutto adesso.
- Vogliamo andare da qualche parte a prendere qualcosa?
- Si, certo, però portami tu perché qui non so niente.
Mi sorridi e andiamo verso un bar che sta dall'altra parte della piazza. Ci sediamo. Ordiniamo. Continui a guardarmi. Seguire i miei movimenti. Il tuo sguardo mi da la sensazione di piacere, di essere guardata e forse anche desiderata e anche la sensazione di sconforto perché non sono abituata ad avere tutta questa attenzione. Ma tu esploravi, accarezzavi e baciavi con l'occhi. A questo punto ho sentito i capezzoli duri che spingevano contro il reggiseno. Sicuramente hai notato anche questo.
- Sei bellissima. Hai l'occhi stupendi. Ancora più belli realmente.
- Grazie. - sorrido e giro lo sguardo
Hai allungato la tua mano sul tavolo per prendere la mia. L’hai stretta e accarezzata. E così ho messo l'altra mano sopra la tua. Mi hai fatto qualche altra domanda sul viaggio e cosa devo fare qui nelle vacanze. Sembrava che volevi finire al più presto possibile questa parte formale del discorso e uscire dal bar. E così abbiamo fatto. Mi hai detto di seguirti. Ci siamo allontanati dalla piazza per trovarsi nel quartiere tranquillo e a quest'ora quasi deserto. Ti sei fermato e ho sentito la tua mano sul mio collo che mi spinge sulle tue labbra. E altra mi avvicina a te. Il mio seno si appoggia sul tuo petto. Il tuo primo bacio è leggero. Solo a sfiorare. Solo sentire e capire la mia risposta che è stata più vogliosa. Con la tua lingua hai sfiorato il contorno delle mie labbra. Mi hai guardato di nuovo passando la tua mano sulla mia guancia. Toccando con il dito le mie labbra umide. Lo hai fatto scivolare nella mia bocca giusto per poco. Lo succhiato guardandoti. Hai tolto il dito e mi hai baciato con tutta la voglia che avevi. Non credevo che questo sta succedendo veramente. E ti baciavo come se è un sogno che fra poco sparirà e voglio godere ogni singolo momento. Hai staccato le tue labbra dalle mie.
- Sono bagnata.
- Shhh. Fai la brava.
- Ho voglia di te. Da qualsiasi parte..non importa. Anche in macchina. Ti voglio.
Molto coraggioso dalla parte mia ma avevo paura di perdere tutto questo. Mi hai baciato di nuovo e hai detto "andiamo".
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ipotesi-controversa · 10 months
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ciao.
ho bisogno di parlare un po' a cuore aperto, hai voglia di ascoltare le mie confessioni anche nel cuore della notte?
mi senti?
c'è una bella vista, tu avresti notato le luci, io le macchine.
tu i punti fermi, io quelli in movimento veloce.
vorrei andarmene e invece non riesco a muovermi di un passo.
mi dicevi spesso "quando stai male, sei delusa, i tuoi occhi non si incrociano mai con quelli di nessun altro, é come se parlassero e tu non volessi creare dispiaceri inutili".
stasera ho capito cosa vuoi dire.
guidavo, pensavo e ripensavo al mio atteggiamento.
dissimulo l'imbarazzo, disinnesco la delusione, alzo un piccolo muretto e mi metto dietro come se fossi in guerra -io non ho mai un'arma, mi difendo solo come posso, mi rannicchio piccola piccola e aspetto che passino i colpi di testa, i proiettili di parole, le bombe inesplose delle cose non dette.
io sorrido, trattengo le lacrime e anche quando non ho le sicurezze che vorrei, cerco sempre di non dare agli altri neanche un briciolo del mio malumore, dei miei dubbi, della terra che mi trema sotto i piedi come se fossi nel bel mezzo di un campo di mine.
uno dei grossi difetti, però, sono gli occhi -me lo dicevi sempre tu, gli occhi sono quelli che mi tradiscono molto prima delle guance, quelli proprio non riescono a mentire; cerco, allora, un punto esterno sul quale soffermarmi e cerco di non incrociare mai gli occhi di nessuno per evitare le domande scomode che seguirebbero.
cammino molto quando mi sento così, per non fare vedere al mondo che in realtà tremo, le mani si muovono frenetiche e poi, parlo, tantissimo, come se non volessi ascoltare i pensieri e i numerosissimi piani di fuga immediata che mi propone il cervello.
ho un modo buffo e un po' goffo, un po' mi fa sorridere e un po' mi fa riflettere.
sono timidissima quando vengo delusa, quando mi sento male, urlo per essere ascoltata e poi me ne pento, non riesco mai a gestire le cose brutte come se non le contemplassi come scenari possibili.
stasera mi manchi, vorrei un abbraccio e vorrei anche un po' tremare per fare uscire tutto il peso che mi sento dentro.
chissà se sei seduta qui vicino a me.
ti penso sempre.
ciau;
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cuor-trasparente · 4 months
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Riletture
Stasera ho voglia di scrivere, non so perché, ma mi sento particolarmente ispirata. Sarà stata la conversazione avuta con alice ed egle e cento, sarà che voglio dare sfogo a tutto quello che sento, ed eccomi qui ora. Che ho fatto però? Ho riletto quello che ho scritto fino ad adesso, e mi fa sorridere. Mi sono dimenticata di come mi sentivo un anno fa, ho scritto di come mi sentivo distaccata dalle mie migliori amiche, e mi fa ridere perchè lo avevo dimenticato.
Mi sentivo schiacciata, ricordo il pensiero di dover decidere con chi passare il tempo, troppe persone, troppi spazi da occupare, se da un lato alice mi diceva "è perchè ti vogliono tutti" la realtà è che non sapevo da che parte girarmi. Passavo tanto tempo con la terna, poi le riunioni, poi polihero, poi alice egle marco pitte giulia ed edo, poi la tesi, gli esami e poi gli altri e mi facevo trasportare dalla vita senza viverla. Ero decisamente sovra stimolata. Eccomi qui, un anno dopo, con le stesse persone a bordo, altre persone che si sono aggiunte e persone che ho attivamente eliminato dalla mia vita. Quella sensazione ormai non c'è più, ci sono sempre gli impegni e la vita che si mette in mezzo, ma ormai attivamente ho imparato a godermi il tempo con gli amici, e godermi il tempo con le persone che amo senza sentirmi forzata nel farlo. Ad oggi più che mai sono grata delle mie migliori amiche, le mie sorelle, le mie anime gemelle. Sorrido a pensare che l'anno scorso le sentivo lontane. Mi fa quasi paura il fatto che loro sanno esattamente quello che farò prima ancora che io me ne accorga. Mi conoscono e mi amano e io le amo e non riuscirei ad immaginarmi senza di loro. Sono la mia colonna portante, loro e tutte le mie altre amiche.
Nel tempo mi è stato fatto notare, dai ragazzi con cui mi sono frequentata (da pietro il mio ex e da pietro il b-date) che ho tanti amici maschi. Ed è vero. Ne ho molti, molti con cui sono estremamente legata, che mi conoscono, che mi hanno raccolta con il cucchiaino quando piangevo, quando ero triste, sconsolata, che mi hanno fatto da mangiare quando non avevo le forze di cucinare, che ci sono state per me sempre e viceversa. Questo lo sottoscrivo per dire che non voglio togliere il valore alle mie amicizie maschili, che sono importanti allo stesso modo e di cui sono altrettanto grata. Ma nulla può sostituire il rapporto che ho con le mie amiche femmine. Non sarei quella che sono senza di loro. Mi ispirano, sono tutte bellissime, dentro e fuori, con i loro difetti e le loro insicurezze, sono tutte Donne che ammiro. E c'è amore. Se gli standard nelle relazioni gli ho molto alti, è anche grazie a loro. Io so di essere una persona forte. ma lo sarei senza di loro? Ci mandiamo letteralmente podcast, quando sono triste o arrabbiata, mi basta scrivere "ciao sono triste", "ciao sono arrabbiata", "ciao oggi mi faccio schifo" e come se fosse una formula magica a volte poi passa tutto. può bastare anche un "ciao, anche io" o "ciao, no dai adesso esci dal letto e ti fai forza e sei figa" mi piace molto anche quando "ehi ciao, oggi vedo tutto nero, mi ricordì le cose belle della vita?"
Egle alice ed ester sono le persone più strette a me in assoluto. Mi chiedo come facciano le persone senza questi tipi di rapporti (ne conosco eh, e vivono benissimo uguale) ma io non potrei fare a meno di questo tipo di relazioni. Agata, lucia, francesca, ailen... Tutte influenze meravigliose nella mia vita che mi rendono me.
Perchè alla fine mi porto sempre un po' di egle, un po' di alice, un po' di ester, un po' di agata, un po' di lucia ecc ecc dietro. E tutto questo insieme mi rende un po' Marwa.
Che belle le donne, che belle le amicizie femminili, che bello le amiche, che bello le sorelle.
Navigo in questa vita inceppando in ogni dove, ma so che non sono mai sola. So che se domani non mi sveglio presto come avrei voluto, prenderò il telefono e avrò già mandato un "non puoi capire. anche oggi sono scema e non ho sentito la sveglia. non mi sopporto più." a loro, e loro, come sempre, riusciranno a farmi continuare la giornata. anche quando non ho voglia. anche se la passerò a letto a piangere.
E di tutto questo amore non saprò mai spiegarmi il perchè, so solo che mi sento estremamente fortunata e che sono grata, sempre.
Non so come sono finita a parlare di questo, ma chissenefrega.
Viva le donne, la mia più grande fonte d'ispirazione, le mie sorelle.
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nessunotrannenoi · 2 years
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22/06/2022 - 23:16
Ciao amore mio, come stai? Spero il lavoro non ti distrugga e faccia stancare tanto. Spero tu stia bene e ti stia godendo l'estate. Io sto passando dei giorni orribili, sono ancora in ospedale e mi sento così sola. Vorrei tanto chiamarti e sentire la tua voce per stare meglio. Vorrei un tuo abbraccio. Non ce la faccio più a stare senza te. Mi fa male, mi fa veramente tanto male e sono stanca di fingere vada tutto bene. No amo, non va bene niente e da quando mi hai lasciata, intorno ho il buio totale. Non sto meglio, non parlo quasi più e faccio fatica a spiccicare due parole perché mi sento tremendamente triste. Non sorrido più, sto mangiando poco quanto niente e non faccio altro che fumare tanto. Mi tremano le mani, l'ansia non mi abbandona mai, mi sento in uno stato di angoscia totale. Dormo poco e quando riesco ad addormentarmi un po', faccio solo incubi. Mi rassereno solo guardando le tue foto, ascoltando quando vecchio messaggio vocale e rileggendo tutte le cose forti che ci siamo sempre detti. Io le penso ancora, penso ancora ad ogni singola emozione che ho provato ogni fottuto istante insieme a te. Sento ancora il cuore che mi esplode quando rileggo il nostro amore. Non può finire così, non lo accetto e mai lo accetteró. Io non voglio accettare che due che si sono amanti così, adesso parlano a stento. Volevo chiederti se hai il piacere di passare qualche giorno con me. Vorrei venire io e stare un po' con te. Non voglio darti alcun tipo di fastidio e mi torturo tutti i giorni avendo il terrore di un rifiuto. Vorrei davvero stare con te, riprenderci i baci mancati e tutto ciò che ci appartiene. Ti ho scritto un messaggio per domenica, ho fatto veramente fatica ad essere breve e a cercare di non farti capire che la tua assenza mi sta distruggendo. Mi hai lasciata completamente da sola e non te ne faccio una colpa, però ti prego, non lasciarmi per sempre. Abbiamo tante cose da fare insieme e vorrei solo essere accettata nel momento in cui lascio tutto quanto qui per ricominciare da zero e costruire una famiglia con te. Spero tanto non mi reapongerai perché se sto tenendo dura ancora adesso nonostante tutto, è solo perché ci spero davvero in ciò che siamo. Ti amo più della mia stessa vita. Ti amo più del mare. Oltre ogni confine dell'amore comune. Pensami, almeno un po'. A presto amore mio bellissimo ❤️😞
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spettriedemoni · 3 years
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Lettere a mio figlio 48
Ciao Tigrotto,
è ripresa la scuola proprio il giorno del tuo compleanno. Ormai sono 4 anni. Già sono passati 4 anni da quella sera in cui ti ho visto nascere. Non credo vivrò mai più un'emozione simile, sai?
Ti vedo ora sempre più determinato, a volte rispondi male, altre volte chiedi solo abbracci. Sei venuto a darmi la buona notte e io mi sono emozionato.
Ti vedo giocare al parco con altri bambini e con loro non ti mostri mai aggressivo. È anzi buffo vedere come due di loro si avventino sopra un giocattolo per fare a chi lo prende per primo mentre tu te ne stai buono buono a giocare per i fatti tuoi come se non ti interessasse quei due che discutono.
Trovo sorprendente questa tua leggerezza e mi è da esempio, in un certo senso.
Mi chiedi del nonno a volte, mi dici che vorresti andare da lui, mi chiedi quando tornerà e cerco di spiegarti che non si può andarlo a trovare come facevamo prima. Mi resta il dubbio se comprendi tutto ciò che ti dico a riguardo. Credo di sì, però.
Da qualche giorno prendi i puzzle di Bing per ricomporli, sei diventato bravissimo in poco tempo, riconosci i pezzi e li metti al posto giusto in breve tempo. Chissà come sfrutterai questa abilità e come la affinerai con gli anni. Sorrido mentre immagino come sarai nel tempo, come crescerai. Di sicuro sei maledettamente alto, cresci in fretta e ormai devo mettere le cose molto più in alto per impedirti di prenderle. Tra poco non basterà più. Tra poco sarai molto più alto di me, spero migliore di me.
Spero solo di esserci per vederti.
Ti vogliamo bene.
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paroledighiaccio · 3 years
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Se c’è una cosa che mi dispiace è tutto quello che NON possiamo fare insieme, tutto quello che sarebbe normale fra due persone che un po’ si piacciono... Un po’... o forse tanto. Tipo... creare occasioni per conoscerci meglio: una cena fuori, invitarti a casa, fare tardi fregandosene del tempo, proporti spazi di vita da condividere insieme... Dirti: “Domattina sono libera... ti andrebbe di...?!”. Lo so: ti andrebbe. Ma non si può. Non si può perché la tua vita è già scritta. Perché c’è un’altra storia, un’altra casa, altri impegni-cuori che arrivano prima di me e di quel Noi che la vita ci ha offerto fregandosene di tutto il resto, anche di noi. E pensare che a me poco importa di progetti in comune, promesse o futuro... Vorrei solo conoscerti: vederti al mattino impastato di sonno o sapere - in un cabaret di pasticcini - quale sceglieresti per primo. Ecco... se il tuo preferito fosse anche il mio, io... lo dividerei con te: volevo lo sapessi.
Chissà se, quando guardi un film, commenti o odi chi parla?! E in casa... stai a piedi nudi o con le ciabatte? Mi piacerebbe anche “farmi bella” per te e che tu passassi a prendermi per uscire (andare ovunque, non importa dove...) e io scendessi le scale tutta emozionata, con un vestitino nuovo, le scarpe alte e una nuvola di profumo... Chissà come ti vestiresti tu per il nostro primo appuntamento... Chissà dove andremmo... E invece non si può. Non si DEVE. “Fare i bravi”: è regola aurea. Così sogno a occhi aperti e, quando siamo insieme, censuro gesti, pensieri, parole. Tutto regolare. Tutto a posto. Ognuno nel suo recinto. Tranquillo... non sarò certo io a infrangere regole non scritte di giusta distanza. Però sognare posso e desiderare anche. Come quando la tua mano - per caso o errore - sfiora la mia e parte una scossa che mi attraversa tutta, al punto che nemmeno un bacio potrebbe scuotermi così... nel profondo... Lascio fare. Ingoio saliva. Respiro sospiri. Ti sorrido. E, in silenzio, ti dico che va tutto bene.
Quanti baci abbiamo sviato, su quanti “errori” NON siamo inciampati proteggendo equilibri?! Tanti. Tanti piccoli gesti d’amore non dichiarati. Non posso fare altro... seppur desidero tutto. Ti voglio più bene di ogni mio “vorrei”. Ti voglio più bene di quella vita parallela che vorrei ci fosse concessa per poterti baciare sulle palpebre (quando sei stanco) o farti l’amore sulla porta d’entrata ancor prima di dirti “ciao”.
Senza difese...
Mio dio, come mi piacerebbe poterti vivere senza il cuore a braccia conserte! E sussurrarti, tra collo e orecchio, “lasciati andare, con me sei al sicuro!”... Con me... SEI. Sei Tu. Sei Tu con il tuo cuore diviso. Sei Tu con le tue fragilità e i tuoi doveri e la tua “pulizia” e i tuoi conflitti e tutto quello che ti leggo negli occhi e che vuoi come me e che desideri come me e che ti scuote come me e che ti travolge come me e che...
Ok. Basta.
Lo so. Lo sai.
Va tutto bene.
Si torna a casa.
Ognuno alla sua.
Il mondo continua a girare come sempre.
E io mi giro, prima di salutarti, per guardarti un’ultima volta.
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a-mandorla · 4 years
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Pensami. Pensami quando sei a scuola e ti annoi. Pensami mentre mordi la penna e guardi fuori la finestra. Pensami perché io farò lo stesso con te. E se ti fischiano le orecchie, scusami. Ricordami. Non far sfumare i ricordi di noi. Non lasciare solo un alone. Scrivimi. Cazzo, scrivimi tutto. Hai preso un brutto voto? Dimmelo. Hai perso l'autobus? Hai fame e non trovi nulla di buono? Ti manca qualcuno, magari io? Scrivimi anche le cose più stupide, scrivimi che ti annoi, però scrivimi. Mi basta un semplice ciao per farmi sorridere. Sorridimi, perché non ho trovato nient'altro di più bello di te. Guardami. Guarda come sto, guarda se sorrido, guarda tutto di me, guarda la mia anima e la maschera che porto. Riesci a levarla? Infine, amami. Amami perché nessuno ti guarda come ti guardo io, e se qualcuno lo facesse, scegli me lo stesso, scegli i miei occhi, il mio sorriso quando ti vedo, le mie mani sempre fredde, le mie felpe enormi, i miei fogli ovunque, il mio cuore che batte forte per te. Sceglimi e amami, perché io l'ho già fatto.
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Insonnia
Atto 1
Sono le 4.35 del mattino e non riesco a dormire.
"Laura, sei sveglia?"
Nessuna risposta, chiamata persa.
La guardo e dorme beatamente, sembra quasi sorridere: meglio che io non la disturbi anche se la voglia di farlo è tanta, dopotutto è così bella quando sorride.
All'orizzonte c'è solo oscurità e un uccellino che cinguetta anche se è l'unico segno di vita tangibile oltre me e Laura, che continuo a guardare e ammirare in tutta la sua innocente bellezza.
Sto scomodo, quindi provo a sedermi mentre lei continua a essere accanto a me, inconsapevole del fatto che io la stia guardando anche se, farlo, mi mette soggezione.
Devo distogliere lo sguardo.
L'orizzonte è di nuovo qui ad aspettarmi, in tutta la sua bellezza: sono affascinato da quello che vedo ma il buio mi spaventa, perché tira sempre fuori il peggio di me e mette in dubbio quello che sono e, in questo caso, il perché io sia qui.
Ho paura.
Laura è qui accanto che dorme e io vorrei svegliarla per raccontarle tutto, fino a svuotare quello che sono, fino a rompere le barriere che ci rendono uguali, ma diversi ma non posso, non voglio.
Mi sto mettendo in gioco, e io ho paura perché non lo facevo da tanto, forse troppo e non so se sono pronto, non so se io sia in grado di essere qui, con lei, a provare a diventare un qualcosa che forse non diventeremo mai.
Avevo bisogno di tempo ma è successo tutto così in fretta che non me ne sono nemmeno reso conto e ora sono qui, di nuovo, col cuore in bilico e con la paura di non riuscire in quello che vorrei.
Ho paura Laura, ma non posso fare altro.
Posso solo provarci con te, col rischio di fallire rovinosamente.
Forse semplicemente non sono in grado di provare determinate cose e questo mi spaventa, perché vorrei tanto credere nei miei sentimenti ma è l'unica cosa che non posso fare perché non so cosa significhi amare, essere lì per una persona, avere in testa solo una persona.
Non ci sono mai riuscito, e non so se ci riuscirò adesso, con te, mia cara Laura.
Mi dispiace, e mi dispiace ma non posso dirti niente perché rovinerei tutto e non voglio, non mi va.
Mi dispiace Laura.
Torno a guardarla, sorrido.
Quant'è bella quando dorme.
Atto 2
Prendo il telefono sul comodino, mi metto gli occhiali e mi alzo, perché non ci voglio pensare.
Vado in bagno: la luce mi acceca e mi sveglia ancora di più, quando in realtà vorrei solo dormire.
Non devo nemmeno fare pipì ma non so che fare, decido quindi di sedermi sul cesso, anche ho dietro il telefono, sicuramente troverò qualcosa da fare.
Il rubinetto gocciola, sento le gocce sbattere contro il lavandino.
Ritmo incessante, costante, infinito.
Il telefono vibra.
Un messaggio, è lei.
"Sei sveglio?"
"Sì, non riesco a dormire"
"Nemmeno io"
"Come mai?"
"Ti pensavo, e sai anche il perché"
"Lo sai che non posso farci niente"
"Lo so, ma la cosa mi distrugge"
"Distrugge anche me, ma dobbiamo andare avanti. Se rimaniamo impantanati in questo non potremmo mai andare da nessuna parte e non voglio che tu ti ferma per me, perché è l'ultima cosa che vorrei. Lì fuori c'è la persona della tua vita e lo sai meglio di me"
"Ma io voglio te, e il non poterti avere mi uccide. Non abbiamo avuto nemmeno la possibilità di provarci, fregati da un destino beffardo. Ci ha fregato il tempismo, come se non fossimo destinati a stare insieme e come posso vivere, sapendo che tutto quello che vorrei sarà per sempre irraggiungibile?"
"Devi pensare al tuo ragazzo".
"E ci penso, ma penso anche a te. Lo amo, ma io voglio te anche solo per capire come sarebbe"
"Non possiamo, e forse non potremo mai"
"Lo so, ma non posso farci niente. Io ti voglio Carlo, ti voglio più della mia stessa vita"
"E ti voglio anche io, tu non sai quanto. Francesca, io vorrei portarti a vedere il panorama, portarti a guardare l'alba, a mangiare un gelato, fare un viaggio con te, condividere il mio letto, le mie paure, le mie ansie, dirti quelle parole dolci che non t'ho mai detto ma che ho sempre pensato e guardarti negli occhi, baciarti, fare l'amore, accarezzarti dopo ore di sudore, piacere, dolore"
"Lo so, e lo vorrei anche io. Marco s'è svegliato, tra poco devo andare"
"Amalo come se stessi amando me"
"Lo sai che è impossibile. Rido. Ma come va con Laura? Non m'hai detto più niente"
"È a letto, oggi abbiamo dormito insieme per la prima volta"
"Davvero? Uao"
"Eh già, ci stiamo dando davvero da fare"
"Avete usato i preservativi sì?"
"Ovvio dai, mi credi così scemo? Rido"
"Però mi raccomando, trattala bene. Non fare come hai fatto con Carla"
"Carla, quella mezza matta? Eddai, lo sai che puoi stare tranquilla"
"Ti piace?"
"Tu non sai quanto"
"Allora mi posso fidare. Marco sta bussando alla porta, mi sa che devo andare"
"Ciao Francesca"
"Ciao Carlo"
"Un bacio"
"Un bacio"
Atto 3
Spengo il telefono, mi avvio verso camera mia ma Laura è in piedi che mi sta aspettando.
"Cosa ci fai sveglia?"
"Non riuscivo a dormire"
"Perché?"
"Per lo stesso motivo per cui tu non stai dormendo"
"Sei sicura di.."
"Fammi finire"
Si mise seduta sul bordo del letto mentre io decisi di sedermi a terra, con le gambe incrociate.
"Ho paura, Carlo."
Iniziò a piangere ed era la prima volta che la vedevo in quel modo, quasi nuda di tutte le sue certezze: le lacrime scendevano velocissime lungo il suo collo, per arrivare a tingerle i seni e spegnersi, nel suo reggiseno.
Tolgo gli occhiali, non mi interessa vederla in questo momento.
"Io ho paura Carlo e non so come dirti che quello che sto vivendo, con te, è bellissimo ma dilaniante. Mi tremano le mani quando penso al fatto sto rischiando così tanto, con te, e sapere che in tutto questo c'è tutto quello che sono mi fa paura e non mi fa dormire la notte."
Chiusi gli occhi.
"Ed hai paura anche tu perché lo so che hai paura Carlo".
Incominciò ad alzare la voce.
"Ti tremano le mani quando afferri la mia, tieni gli occhi aperti quando mi baci per non immergerti completamente in tutto questo e non mi abbracci, non mi accarezzi, non mi tocchi anche se vorresti e so che hai paura di rischiare perché credi di essere inadeguato, credi di non poter provare altro se non quello che provi ora, credi di non riuscire più a essere quello che vorresti essere con gli altri e credi di non amare più, di deludermi, di non essere abbastanza per me. Lo so Carlo"
Aveva ragione.
"Ma abbiamo paura entrambi, credi di essere solo in tutto questo? Vuoi davvero prenderti il merito di essere l'unico, qui, ad avere paura? Non te lo permetterò e anzi, ti urlerò fino allo sfinimento che ho paura anche io ma che possiamo affrontare tutto questo insieme, invece di rimanere immobili assoggettati dal destino"
Mi abbracciò fortissimo: non l'aveva mai fatto, era la nostra prima volta.
Eravamo in silenzio, l'unica cosa che si udiva in quel momento era un uccellino che cinguettava.
Stava ancora piangendo quando si staccò da me e si rimise a letto, il tutto in un fragoroso silenzio.
Feci lo stesso, assecondando la sua danza.
Con il pollice asciugai le sue lacrime e mi accorsi che il reggiseno era umido, ma non era importante perché volevo solo abbracciarla.
"Dormiamo?"
"Sì Laura, non ti volevo svegliare"
"Avresti dovuto"
Atto 4
Mi sveglio.
Era tutto un sogno.
Sono le 4.35 del mattino e non riesco a dormire.
"Laura, sei sveglia?"
"Sì"
"Posso venire vicino a te?"
"Devi"
"Voglio"
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lexiepetrovawriter · 4 years
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Tumblr media
Rimango con la forchetta ferma a mezz’aria, pronta per addentare i miei pizzoccheri, mente Emily mi dice l’ennesima stronzata che le ha detta Jason.
«Stai scherzando spero?» le chiedo, senza muovermi di una virgola.
«No, me l’ha detto veramente!»
Ripongo molto delicatamente e con cura la mia posata nel piatto, nel tegame per essere precisi, appoggio le mani davanti a me sul tavolo e la guardo intensamente.
«Jason ti ha seriamente detto “ci ho messo due mesi, ma alla fine ti ho scopata”?» lei mi guarda, con uno sguardo da cane bastonato.
«Si.»
Cerco di contenere tutta la furia che ho dentro, altrimenti potrebbe finire molto male.
«Tesoro… Quante volte ti ho detto che quel ragazzo non è tutto registrato?»
«Sempre.»
«E quante volte mi hai dato ascolto?»
«Mai.»
Alzo le mani in aria senza dire altro, penso che non ci sia bisogno di replicare.
«Ma è un figo.»
«Ma mi prendi per il culo?»
Dico alzando forse di troppo il volume della voce.
Emily cerca di zittirmi. Fortunatamente accanto a noi non c’è seduto nessuno, se non due ragazzi qualche tavolo più avanti dove uno dei due alza lo sguardo per incrociare il mio viso mentre lo vedo sogghignare alla mia affermazione.
«Si, so di sbagliare, ma è più forte di me. So anche di essermi presa troppo e non va bene. Non lo cerco più.»
Penso a tutte le volte che in questi mesi mi ha detto queste stesse parole, a quando gli ha riattaccato il telefono in faccia davanti a me per poi ricontattarlo pochi giorni dopo.
Se non le volessi bene come se ne vuole ad una sorella, l’avrei già mandata a quel paese.
Ogni due mesi veniamo qui, in questo locale in centro Milano dove ci siamo conosciute. È un ristorante con cucina tipica lombarda, arredato in stile moderno, ma non troppo ricercato. I toni sono tuti sul bianco, grigio antracite e nero, che richiama il metallo di alcune rifiniture. L’unica nota di colore diverso i quatto divanetti rossi posti davanti alle vetrate.
Emily lavorava qua quando sono venuta a cena con il mio ex, ci siamo trovate tanto bene che il giorno dopo siamo andate a bere un caffè.
Questa ragazza è dannatamente simpatica ed è anche una figa pazzesca: alta, magra ma per costituzione mannaggia a lei visto che potrebbe mangiare anche me di traverso, lungi capelli biondi e ricci. Sa di essere bella, quando entra in una stanza gli sguardi sono tutti su di lei, ma con me è una ragazza genuina e sincera. Le voglio bene soprattutto per questo.
Affrontato l’argomento Jason, che sicuramente tornerà fuori quando lui le dirà di essere stato un pirla e si scuserà, iniziamo a parlare del più e del meno.
Lavoro, famiglia, amici, del fatto che a trent’anni suonati non ho ancora uno straccio di uomo.
Non ho non lo voglia, sia chiaro. Ma, ultimamente, ho altro a cui pensare.
In tutto questo, però, non ho smesso di scambiare sguardi con il ragazzo di poco fa.
«Emily…»
Mi risponde mugugnando avendo appena messo in bocca una forchettata del suo risotto.
«C’è un ragazzo che continua a fissarmi.»
«Dove?»
«Un paio di tavoli dietro al nostro.»
«È carino?» me lo chiede tutta eccitata.
Annuisco e faccio un sorrisetto.
Il giovane che ho davanti, a differenza della mia amica, non spiccherebbe in un gruppo di persone, è sicuramente una bellezza comune, ma non da farti dire “ehi, che gran figo!” oppure a farti interrompere quello che stai dicendo per guardarlo.
Alto, lineamenti morbidi, occhi chiari e capelli castani che continua a sistemarsi perché la parte davanti rimane più lunga, così se li ritrova spesso davanti agli occhi.
Le cose che, però, mi attirano molto sono lo sguardo che è magnetico ed il suo sorriso, è genuino, spontaneo e contagioso. L’ho sentito ridere qualche volta e devo dire che mi sono stupita nel accorgermi di avere un sorrisetto.
«Aspetta.»
La mia amica si alza dal tavolo, li supera e poi sparisce dietro la porta del bagno.
Mi abbandona li, per dieci minuti buoni. Io faccio finta di nulla, uso il telefono e faccio qualche foto al nostro tavolo pubblicando poi lo scatto su instagram taggando il locale.
Lo vedo che guarda cosa sto facendo, mi aspetto sicuramente una richiesta più tardi sui social.
Quando Emily torna a sedersi davanti a me rimane impassibile, si appoggia allo schienale senza nemmeno guardarmi.
«Quindi?»
Non sto più nella pelle. So che si è alzata per vederlo ed ora voglio sapere cosa ne pensa.
Fa un’espressione indecifrabile e torna con gli occhi nei miei.
«Giuro, che se te lo fai scappare…Non ti parlo più.»
Scoppio a ridere di gusto tanto da farmi venire le lacrime agli occhi.
«Non sto scherzando, vedi di fare qualcosa quanto prima perché se no…»
«Ciao.»
Emily viene interrotta proprio sul più bello da quel ragazzo. Ero talmente presa dal ridere che non mi sono minimamente accorta che si fosse alzato dalla sedia e avesse raggiunte.
«Non mi andava di cercarti sui social, preferisco il contatto diretto.»
Indica il mio telefono che è appoggiato sul tavolo. Ah, questa cosa mi è nuova.
Guardo la mia amica che, come me, è rimasta sorpresa dalla cosa.
«Mi scuso per avervi interrotte, mi chiamo Emanuele, so che ti sei accorta del fatto che ti stessi guardando. Su questo biglietto c’è il mio numero di telefono. Spero in una tua chiamata.»
Mi sorride mentre mi passa il pezzetto di carta, io lo prendo un po’ titubante e lo ringrazio. Ora che ce l’ho davanti riesco a vedere anche lo stile: è molto casual, ha un jeans nero strappato in più punti, una maglietta bianca ed una camicia con le maniche arrotolate scozzese sui toni del rosso, del bianco e del nero. Scarpa da tennis che richiama i colori. Sa decisamente come abbinare i vestiti
«È stato un piacere.»
Sì allontana da noi con una camminata decisa, senza voltarsi nemmeno una volta e raggiunge l’amico che nel frattempo è uscito dal locale e lo sta aspettando fuori.
Io fisso il foglietto, accorgendomi che ha una pessima grafia.
Non mi era mai capitata una cosa del genere, di solito sono meno diretti e aspettano a fare i leoni da tastiera piuttosto che fare il primo passo come lui. Devo dire che mi ha lasciata piacevolmente stupita.
«Alice, gli scrivi vero?»
Annuisco e sorrido, di nuovo. Mi sembra di avere di nuovo dodici anni, quanto ti innamori per la prima volta. Quando la tua cotta del momento si dichiara e senti le farfalle nello stomaco da tanta emozione.
Mi capita raramente di provare tutto questo, mi piace, ma mi fa sentire anche molto strana. È vero, lui ha fatto il primo passo, ma ora tocca a me.
C’è da dire che ragazzi come lui sono rari e mi sembra anche una persona con dei valori.
Ma per ora non ci voglio pensare, mi vivo il momento.
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Ciao, da tempo mi preme una questione che non so come risolvere. Premetto che la cosa è un po’ lunga, quindi, se hai voglia di leggere tutto, preparati. Io sono sempre stata una persona di “indole” timida, mi vergognavo di qualsiasi cosa, persino di chiedere una bottiglietta di acqua al bar davanti scuola, figuriamoci di interagire con persone sconosciute. Detto ciò, due anni fa (ora ho 18 anni) ho iniziato a scuola un corso di teatro, vuoi per curiosità, vuoi perché mi ha “costretta” (1)-
- un amico, alla fine mi sono convinta a provare. Ora non sto qui a sproloquiare sul fatto che è un’esperienza formante, che ti cambia la vita... ma qualche cambiamento non indifferente sulla mia personalità l’ho notato. Non solo non mi vergogno più di chiedere una bottiglietta al bar (grande conquista!), ma prendo una posizione e la esprimo quando serve, intervengo più spesso in classe e nelle discussioni in generale, sorrido agli sconosciuti per strada quando mi capita, scherzo con (2)--persone che non sono solo amici stretti, pensa che addirittura vengo inviata dai miei compagni di classe in qualità di diplomatica per persuadere i professori ove ci sia necessità! Io!! Che dicevo a mia sorella quattro anni più piccola di me di ordinare per me il pranzo! Non so se tutto ciò sia attribuibile solo a questo percorso che ho iniziato, ma prima di arrivare al nocciolo della questione devo dire un’altra cosa (so di essere logorroica, perdonami). Non trovo bene le parole per dire (3)--che sono una persona che spesso, di solito quasi sempre, riesce in ciò in cui si cimenta. Sono sempre considerata “il genio” della situazione, io ho in particolare sei amiche molto strette che come tutti gli altri quando si tratta di fare qualcosa la prima cosa che dicono è: “vabbè ma tu sei un genio”, come a dire: “tanto è una partita persa in partenza non ha senso gareggiare contro di te”. Che si tratti di un’interrogazione, di sport, di risolvere un problema, di cucinare, persino di (4)- -truccarsi o farsi i capelli, addirittura di fare un bonifico o aggiustare il computer, io sono “il genio” che tutto sa e tutto può, cosa che, specifico, ovviamente non sono! Di tutto ciò le uniche due cose che mi sento di riconoscere sono: 1) di essere una persona estremamente precisa, ai limiti del maniacale, e pertanto quando mi cimento in qualcosa faccio di tutto per riuscire, purtroppo sono fatta così; e 2) che la genetica mi ha aiutata un po’ con la media del QI perché i miei genitori (5)--sono due intelligentoni. Arrivando al punto, il problema è (so che sembrerà banalissimo) questo: non ho mai avuto un ragazzo. So che è una cosa stupida e tutte quelle frasi tipo “ognuno ha i suoi tempi”, “capita a tutti, capiterà anche a te” e so anche che tu penserai: “ma come, mi hai mandato un fiume di parole e si riduce tutto a questo?”. So che è banale, ma questa situazione mi fa soffrire. Lo dico con franchezza: ovviamente non sono un essere asessuato, c’è stato qualche ragazzo che ci(6)--ha provato, qualche uscita, ma dopo una o due volte, perdevano tutti l’interesse iniziale. Quello che mi chiedo è: è possibile che io spaventi la gente? Che abbia modi troppi irruenti e che abbia grandi aspirazioni che fanno scappare le persone? Sono consapevole che sembra una stupidaggine e, se letta in un certo modo, anche un atto di estrema presunzione, ma io il dubbio me lo devo togliere. Secondo te può essere che, soprattutto visto che dall’esterno sembro il genio che tutto sa e tutto (7)--può, i ragazzi non si avvicinino o seppure lo facciano si allontanino spaventati? Grazie per la tua attenzione e scusami per la tetralogia drammatica che ho scritto. (8-fine)Perdona il ritardo, probabilmente avrai compiuto 19anni (scherzo...o forse no), ma non uso più Tumblr come un tempo.La tua storia mi è piaciuta (passami il termine poco ortodosso), perché in alcuni punti hai ricordato tratti del mio carattere che non sono riuscita a smussare del tutto (ahimé, tentare di arrotondare gli angoli del proprio carattere è complicato). Ovviamente io non posso tracciare un tuo profilo da queste tue parole, seppur tu abbia fatto una descrizione teatrale davvero accurata, perché non sarebbe etico e perché non è la mia professione, quindi facciamo finta che io sia una sconosciuta a caso trovata per strada a cui hai deciso di raccontare queste cose per noia.A me non è trapelato il tuo voler apparire presuntuosa, se può consolarti, ma mi è sembrato quasi che tu abbia alzato un muro di cemento armato a difesa di questa etichetta che ti hanno appiccicato addosso. Insomma, mi hai descritto un percorso di evoluzione della tua personalità grazie al teatro, hai sostenuto che la genetica ti ha aiutato col QI (il QI è un discorso molto complicato, però la genetica non c’entra così tanto, ma sono certa che tu debba dire grazie ai tuoi genitori e agli stimoli a cui ti hanno esposto), ti sei definita al limite del maniacale e “faccio di tutto per riuscire, PURTROPPO sono fatta così”...per poi pormi una domanda sulla sfera relazionale, sul rapporto empatico-affettivo che si potrebbe avere con altri. Ed è qui che ho letto una sorta di difesa e disapprovazione contro questa etichetta che ti hanno dato e che senti di dover difendere a tutti i costi: credi che, non avendo un buon primato anche su questo piano, tu possa perdere la tua ambizione o l’approvazione dell’esterno? Credi che, senza affetto o amore ricambiato, tu possa perdere la sfida interiore di crescita con te stessa? L’avere un ragazzo potrebbe aiutarti a fornirti una dimensione più umana, a conoscere non solo la te stessa “genio”, ma anche la te stessa fatta di “carne e cuore” o potrebbe essere un modo per porti sullo stesso piano adolescenziale di chi ti circonda e scrollarti di dosso un cartellino con un prezzo che ti sta quasi asfissiando?Non lo so, magari penso troppo, perdonami. Sul piano spicciolo, mi hanno sempre etichettata come “genio” ed io mi sono prima sentita un’incompesa e poi una scema e più che i ragazzi della mia età mi sono sempre piaciuti gli uomini più grandi, ma per compensazione-idealizzazione fatta dalla mia persona, mai avuto storie con 50enni col frustino, ahimé. Però col tempo io ho capito che le etichette esistono solo se tu decidi di rispecchiarti fedelmente negli occhi degli altri e dai valore a ciò che il gruppo pensa di te, altrimenti sono solo epiteti o favole come le altre, che definiscono un tuo tratto, apparentemente presuntuoso, ma pur sempre la punta del ghiacciaio che sei.
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Gay pride Vs family day
Situazione: colazione con il gruppo mamme del corso pre-parto, loro si sono già riunite un paio di volte, io l'ho sempre scampata come la morte, ma Ginevra ha le colichette, e ho pensato che magari quattro chiacchiere tra mamme qualche consiglio buono ne usciva.. Arrivo con Gin nella fascia, e attaccano subito "ma la tieni in fascia? Ma sei matta? Così è sempre attaccata a te, si vizia" Sorrido, ignoro e vado oltre.. "ma la allatti?" mi chiedono loro "mi raccomando eh, non dargli la tetta a richiesta, guarda che poi non la stacchi più, guarda che per lei è un gioco" cambio discorso, ma già iniziavo a pentirmi di sta colazione.
"ma lo avete visto ieri sera ciao Darwin?" "mamma mia, una vergogna" "Gesù che scandalo, come possono far vedere quelle persone li in prima serata" io iniziavo a incazzarmi davvero "ma poi, non lo sanno che sono contro natura?" "si ma infatti, nella bibbia sta scritto che la famiglia è composta da un uomo e da una donna" "rompono tanto per il family day, ma anche loro hanno il gaypride" "se fosse natura come dicono loro, non ci sarebbe stata Adamo ed Eva, ma due donne o due uomini" "e poi, adesso fanno tutti i gay perché va di moda, fossero tutti così gli uomini, il mondo sarebbe già finito"
Li non c'è l'ho fatta più, sono esplosa come una pentola di pop corn
"parlate di cosa c'è scritto nella bibbia, ma quando fa comodo agli omofobi come voi, perché nella bibbia c'è scritto anche amatevi l'un l'altro come voi stessi, ma sono qui da 15 minuti, e non ho sentito parlare in maniera amorevole nemmeno dieci secondi, solo cattiverie. c'è scritto anche Partorirai con dolore, immagino quindi che qui ognuna di voi ha rifiutato l'epidurale.. E poi, ci siete mai state ad un gay pride? Immagino di no, vi spiego io, quella è una festa, una festa per tutti, la festa dell'amore, della libertà di essere chi si è, senza puntare il dito contro nessuno, senza offendere chi ha una vita e un orientamento sessuale diverso. Si può dire lo stesso del family day? Un etero al gay pride è il benvenuto, un gay al family day? Credo di no.. E le famiglie arcobaleno? Non esistono? Sono meno famiglie delle nostre? O famiglia è lì dove c'è amore? Guardate i cartoni animati. Qui quo e qua che vivono con lo zio, nonna papera che è la nonna di tutti.. Eppure sono famiglie, si amano"
"eh, parli bene tu, vorrei vederti se un domani tua figlia torna e ti dice mamma sono lesbica"
Io ero allibita "se dovesse venire il tuo a dirti mamma sono gay? Ecco, quando lo caccerai di casa, perché questo è quello che fanno le persone come voi, mandalo da me, che a casa mia c'è amore per tutti... Anche per i diversi, come li chiamate voi"
Mi sono alzata disgustata e con la nausea, senza nemmeno finire il cappuccino..
Tornando a casa ho deciso di allungare un po' la passeggiata, la giornata era bellissima, manco una nuvola in cielo e Ginevra dormiva serena stretta a me nella fascia.
Mi sono chiesta cosa ha reso questo gruppetto di donne così aride, così cattive.. Se è la mentalità da paesello, se sono i tempi ancora poco maturi.. Non lo so, una cosa è certa però..
Piccola mia, io ti prometto che non sarò mai e poi mai così.. Ti prometto che ti terrò vicina al mio cuore e chissene frega se ti vizi.. Che quando verrai da me a dirmi "mamma mi sono innamorata" non mi chiederò se è uomo, donna, straniero, chiederò solo se ti rende felice, se ti tratta come meriti, se ti rispetta, e sarà l'unica cosa che avrà importanza.. Ti prometto che non mi importerà se sarai laureata, dottoressa, avvocato, commessa o lavapiatti.. Chiederò solo che tu sia soddisfatta e realizzata, sarò felice per le tue felicità, triste per le tue tristezze.. Ma mai, mai così arida amore mio te lo prometto..tutto quest'odio non mi avrà mai, e non avrà mai nemmeno te, lo giuro sulla cosa più cara che ho.. Lo giuro su di te piccola mia...
E poi, sai che c'è, non accetto consigli da chi chiama il pediatra "peddy"
_diciamoaddiosenzacrederlo
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Mi presento
Ciao a tutti mi chiamo Elisa,ho 16 anni,ho una sorella di 20 anni e abito in un paesino sperduto del Piemonte a pochissimi kilometri da Vercelli. In tutta sincerità non mai avuto un blog mio,forse per l'età o forse per impedimenti non lo so ma a un certo punto ho deciso di mettermi in gioco.
Cosa c'è da sapere di me?
Beh di me non c'è poi molto da sapere:
Sono bassa,ho gli occhi di un colore verde-azzuro (come avete potuto leggere dal titolo) ho i capelli mossi castani. La mia passione è la lettura e per questo forse devo ringraziare mia madre che ha sempre avuto fin da bambina la passione per i libri, io e mia madre abbiamo poche cose in comune una di queste è appunto la lettura e quando ad esempio entriamo in una libreria respiariamo a pieni polmoni come se ci fosse un qualcosa di afrodisiaco tra quei libri,ci piace toccarli,annusarli che poi come disse una grande scrittrice "annusiamo roba marcia".
Sono una ragazza sensibile e per questo devo ringraziare mio papà. Chi mi conosce mi definisce "indecifrabile" e complicata perchè forse è vero, in qualsiasi situazione mi complico la vita, se c'è una strada sterrata e liscia senza ostacoli io devo per forza scegliere quella più tortuosa.
Mi piace sorridere,perchè mi piace pensare che se sorrido pur non avendone un motivo vero,poi arriverà e sorriderò ancora di più.
E infine amo le persone che mi dicono "Tu quella cosa non riuscirai mai a farla" e invece puntualmente li lascio con la bocca spalancata.
Ho avuto una vita scolastica un po' trafficata iniziando le medie che ha,diciamo,segnato il mio presente. Ora però ho ripreso a sorridere.
Tumblr media
Questa sono io. A presto.😘
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karassiopoulos · 2 years
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Spesso, non sempre, dopo una giornata di lavoro, scelgo due opzioni, una è quella di accendere la tv, scegliere un film su Netflix e guardarlo o leggo e metto la musica jazz noir di sottofondo, da qualche mese scrivo un po' di più.
Oggi come ieri e come la sera precedente sono rientrato a casa, solita nebbia al confine tra le campagne che circondano Sant'Elia e i palazzoni popolari, svolto la curva, incrocio i carabinieri, riconosco la figura che guida, colpo di clacson e saluto, una voce dal finestrino "ciao Antò", sorrido, mi ricordo la prima volta che mi ha fermato, avevo la macchina piena di strumenti, mille domande "Se abiti in quella via chi me lo dice che gli strumenti non sono rubati?"
"Ma che rubati maresciá io faccio il dj di mestiere, gli strumenti sono miei".
Quella notte nacque una stima reciproca, un giorno davanti ad un caffè mi disse "Antò mi devi scusare se mi sono permesso di pensare certe cose, ma in quella zona è normale".
Sono passati quattro anni, non rientro più all'alba, vedo il quartiere la mattina presto mentre vado a lavorare, poche centinaia di metri che potrei fare a piedi, lo so, ma ogni mattina mi prometto sempre la stessa cosa "Da domani vado a lavorare a piedi", poi la mente si distrae, devo scansare una lavatrice smontata messa tra il marciapiede e la strada, proseguo normalmente e devo scansare una batteria di fuochi di artificio messa in mezzo alla strada esplosa la notte prima a mezzanotte precisa, la scanso, e un po' di sale l'ansia, e se non è esplosa tutta? E se qualcuno la urta? Lo so, mi faccio un sacco di paranoie, però io sono stato in Bosnia, e alcune cose che a me fanno paura a voi non vi toccano proprio. Stasera proprio mentre sto scrivendo, mi sono soffermato su una parola che in questo scritto, ho ripetuto molte volte, "normale"
Oggi sono uscito da lavoro, umidità a palla a Brindisi, quella solita umidità che crea quegli aloni intorno alle insegne dei negozi e sui lampioni del parco commerciale, macchine parcheggiate in fila, cerco la mia, la riconosco, ma non riconosco i bicchieri di Coca Cola media del Mc Donald's sul tetto della mia macchina, e questa cosa non è normale, per me, ma qui è normale che accada. Vi ho già detto che ho salutato la pattuglia prima, ogni cittadino normale dovrebbe essere grato a questi uomini che ci fanno sapere che qualcuno sta vegliando su di noi, a parte Dio e gli angeli custodi, giro alla seconda curva dopo via Fani, e scoppia una bomba carta, dopo due secondi un'altra. Ma qui è normale che accada. Prendo via Cellini, scanso la lavatrice, c'è anche un divano, una tv, un camion dei pompieri, vabbè dai, qualcuno si è bloccato in ascensore mi dice Stefano mentre lo saluto dal finestrino, altro boato, normale.
Sono a casa, ho messo il jazz, Anakin dorme, o almeno prova, perché ogni dieci minuti in questo cazzo di normale quartiere esplode una bomba, tra mezz'ora è mezzanotte e come normale una batteria di ottanta, ottanta fuochi d'artificio annunceranno che un diciassettenne normale è diventato un maggiorenne normale. Anakin salterà dal letto. Lo so, normale. Aspe, altro boato, strano non hanno rispettato i dieci minuti, vabbe' è normale so ragazzi.
E vabbè, so ragazzi, e mandiamoli in Iraq sti ragazzi, mandiamoli in Ucraina in Afghanistan, in Kurdistan, mandiamoli dove ogni cazzo di giorno per pure normalità saltano in aria delle persone con le bombe, non quelle carta, quelle normali. Mandiamoli gratis in quei posti li.
È normale, se lo fai gratis qui perché ti piacciono le esplosioni, fallo gratis dove quei boati fanno tremare anche il coraggioso più normale, che siete bravi a farvi scudo con il giubbotto EA7, ma se saltate in aria non vi protegge San Giorgio Armani, e manco tutti i santi, è normale, ve la sei cercata, e non mi vengano a dire che sono ragazzi normali che si vogliono divertire, che sono stati chiusi dentro casa tanto tempo sti poveri cristi e si devono sfogare..
Mentre guardo l'ennesima bottiglia di prosecco da 3.95 euro stappata e svuotata addosso al festeggiato, alzo gli occhi al cielo e vedo una stella cadente, e tornato un po' bambino e un po' sognatore, un desiderio lo vorrei esprimere, una cosa piccola a sta stella la vorrei chiedere se possibile a voce bassa, falli diventare Anormali, dona loro un po' di giudizio.
Karassiopoulos - Cose di quartiere
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dopolamortemirialzo · 2 years
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Ciao Amore Mio,
ho una gran voglia di scriverti e vorrei poterti mandare un messaggio, ma non posso farlo e quindi torno ad usare questo blog, che forse ormai non cerchi più perché inattivo da un pezzo e va bene così. In caso contrario, sarei comunque felice, perché in realtà sto morendo davvero dalla voglia di scriverti mille messaggi, dove solo io e te possiamo leggerci. E forse risponderci. Non importa, intanto almeno tiro fuori le emozioni che sento dentro. Non riesco a parlare di niente con nessuno e tu sai benissimo che l’unica persona con cui riuscivo a tirare fuori i miei pensieri fino in fondo eri tu. Volevo raccontarti come stanno andando le cose qui. Che magari leggi qualcosa di strano sul mio blog e non capisci… anche se non credo ti importi tanto, ad esser sincera. Però vabbè. Anche qui, non importa. Volevo dirti che ho “conosciuto” un uomo. È un po’ più grande di me, ma non quanto Davide. È di Roma e quando mi manda gli audio rido sempre come una matta per il suo dialetto. Mi dedica tantissime canzoni bellissime, tutte quelle che ho sempre sperato mi dedicassi tu. Mi scrive che si è innamorato, a me sembra una follia, ma sorrido lo stesso perché mi sento considerata. Credo possa essere l’ennesima fregatura, ma dopo di te so di non metterci più lo stesso cuore in tutto ciò che faccio. Non amo, non sento. È tutta un’altra storia, ecco. La distanza un po’ mi salva, perché almeno per adesso posso evitare un contatto fisico che farei fatica ad avere, anche se non nego di avergli scritto spesso che vorrei rifugiarmi tra le sue braccia. Mi ispirano sicurezza, sarei ipocrita a nasconderlo. La sera lui non può scrivermi (storia complicata), ma ogni tanto sbuca dal niente e mi chiede come sto. Lo fa sempre un attimo dopo una mia crisi di panico, di ansia o semplicemente di pianto. Credo la vita abbia voluto farmi un bel regalo di compleanno facendomi conoscere quest’uomo, solo che io non mi sento all’altezza di niente. E per me non è facile ora come ora pensare di gettarmi tra altre braccia, perché di notte sogno sempre le tue. Ogni santa notte sono convinta di averti al mio fianco, sogno di svegliarmi e di accarezzarti il viso, di baciarti mentre dormi… poi mi sveglio col cuore in gola e mi giro a cercarti nel letto con una voglia pazzesca di baciarti e non ci sei. Così poi non dormo più per qualche ora, perché mi sale un magone che non ti so spiegare. E allora vedi? Non sono pronta a niente che non riguardi te. Tu dici che speri ancora di recuperare tutto un giorno, di ripresentarci e ricominciare da zero, corteggiandoci di nuovo e ricostruendo il nostro amore. Io invece credo che la vita non ci darà più questa seconda possibilità. E credo che, se due si amano così tanto, non possono essere così coglioni da lasciarsi scappare in questa maniera. Ma tu mi sogni mai? Ti manco? Hai mai voglia di baciarmi? Di chiamarmi? Di scrivermi? Hai mai voglia di fare l’amore con me? Ti viene mai voglia di mandare tutto e tutti a fanculo e venire a prendermi, per ricominciare una vita fatta di noi tre e chissene frega di cosa è giusto o sbagliato per gli altri? Mi chiedo se a volte ti viene l’istinto di telefonarmi, di avermi tra le tue braccia a costo di sbagliare mille altre volte… o se sei sempre così tanto razionale da rimanere completamente distaccato da me, da noi… Ecco,
Vorrei dirti che ho conosciuto un uomo che mi tratta (per ora) come una principessa. Che dico?
Mi tratta come una regina. A volte sorrido da sola durante la giornata perché penso alle cose meravigliose che mi scrive e un po’ nel mio cuore si è riaccesa la speranza di poter amare qualcuno, prima o poi. Però so che una parte del mio cuore ti aspetterà per sempre. Che magari troverò un amore migliore, qualcuno che sarà la persona giusta per me e magari sarà proprio questo Claudio. Però non sarai tu e mancherà sempre qualcosa. Questo sì. Questo volevo dirtelo. Ciao amore mio, ti saluto… spero tu stia bene.
Tua piccola.
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simonettiwalter · 3 years
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Io ballo (da) solo
Ciao Elisa, buenas dia,
Se non ricordo male questo è il saluto che usavamo alla Realidad nel 96. Se ti ricordi o non ti ricordi di me non fa nulla mi chiamo Riccardo sul web ho usato un nick name Simonetti Walter in questi anni. Poi non dico altro di me tutti pensano che sono un fake o un mostro, ma nessuno di loro era con me dal 2002 al 2010 per 10 volte nel reparto di psichiatra. Nessuno di questi uomini o donne di sinistra o destra o di centro era con me quando nel 2001 mi hanno fatto il trattamento quando mi hanno siringato con eroina e altre sostanze per farmi impazzire e sono impazzito, quando mi stavo per riprendere avevo smesso di bere qualcuno del passato mi ha giocato un brutto tiro su un social ma non faccio il suo nome non per paura ma perchè non ne vale la pena. Un grosso attacco d’ansia e poi gli squadroni della morte attacchi di panico. Non aver paura però sono sempre anche se invecchiato e acciaccato quel ragazzo impacciato ma con una differenza non sorrido e rido più la vita mi ha insegnato questo “stare lontano da tutto e tutti”. Lascio parlare per me Laing dal libro La politica dell’esperienza fuori Catalogo.
Le altre forme di alienazione che non stanno al passo con lo stato di alienazione predominante sono quelle che vengono etichettate dalla maggioranza “normale” come nocive o folli. La condizione di alienazione, quella di essere un dormiente, inconsapevole, fuori di sé, è la condizione dell’uomo normale. La società fa gran conto del suo uomo normale: educa i fanciulli a smarrire se stessi e a divenire assurdi, e ad essere cosí normali. Gli uomini normali hanno assassinato 100 milioni circa dei loro-simili uomini normali negli ultimi cinquant’anni. Il nostro comportamento è una funzione della nostra esperienza: agiamo in accordo con il nostro modo di vedere le cose. Se la nostra esperienza è distrutta, il nostro comportamento sarà distruttivo. Se la nostra esperienza e distrutta, abbiamo smarrito noi stessi. Fino a che punto il comportamento umano, siano le interazioni tra persone singole o tra gruppi e gruppi, è intelligibile in termini di umana esperienza? Sia che il nostro comportamento interumano risulti inintelligibile in quanto siamo semplicemente i veicoli passivi di processi inumani i cui scopi sono oscuri quanto al di fuori del nostro controllo, o che il nostro reciproco comportamento sia funzione della nostra esperienza e delle nostre intenzioni, noi ne risultiamo comunque alienati. Nel secondo caso dobbiamo assumerci piena responsabilità per ciò che facciamo di ciò di cui siamo fatti. “
Scusami per questa lunga citazione ma io ho perso le parole ed io ballo da solo. E mi scuso per averti menzionata su quel social, uno sconosciuto ti sarai chiesta cosa vuole. Ma tempo fa mi sono detto non cercherò nessuno e nulla dal mio passato ma mentivo a me stesso quando mi sono ricordato di te e Mariane mi sono sentito felice senza motivo.
I ricordi sono isole della memoria si confondono e ci confondono sono come i sogni a volte spesso irrazionali. Ma lanciano dei messaggi. In India le varie correnti indu danno molta importanza al sonno, al sonno profondo esperienza di illuminazione forse è quello che cerco io che mi sono perso. Ma volevo ricordare e ricordarmi di quel ballo Nella posada alla Realidad nel 96.
Ricordo nella Posada i musicisti che ti ipnotizzavano e le donne e gli uomini che stavano decidendo se chiedere il permesso di ballare. Ti ho vista lì e per me è stato un bellissimo sogno che  si è avverato. Parlavo malissimo lo spagnolo ma tu mi capivi tu mi leggevi dentro dove nemmeno io riuscivo ad andare. Ricordo quel ballo con nostalgia per me è stato come un bacio. Poi ricordo il tuo sorriso quella telefonata quando ero al DF a casa tua ma non c’eri e non ti ho più rivista. Molti anni dopo ti ho spedito una busta con dei volantini senza scrivere nulla. Forse perché come dicevo in un altra vita io ho riposto la mia causa su Nulla! Ma oggi non è più così chiudo chiedendoti la cosa più importante Come stai? Ho visto il tuo viso e sei sempre una stella che brilla. Come fossi quel pianeta sconosciuto dove vivono o vivevano gli Dei Niburo. Sei sempre bella.
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