Tumgik
#Stanco ma felice
deathshallbenomore · 1 year
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ش
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Life… (186)
Un tempo ero così felice, ora non so cosa ci sia di sbagliato in me, ero così puro di cuore, ma ora è tutto diverso, sono cambiato. Sono diventato così silenzioso, infelice, e sempre più stanco. Ho paura di socializzare e quando posso sto a letto più tempo possibile combattendo questa realtà che mi affligge, uso la musica per fuggire, ma ormai non funziona più così bene. Una volta volevo uscire sempre, ma ora ciò che voglio fare, è stare rinchiuso nella mia stanza a dormire e ascoltare musica. Penso troppo ad ogni cosa e ogni sorriso che faccio, è così falso… Dentro di me mi sto piano piano arrendendo, non so più come esprimere me stesso.
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catsloverword · 2 months
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- Come sta?
- Insomma.
- Così male?
- Ho detto insomma.
- Lei quando dice che sta bene significa che sta male e quando dice che sta molto bene poi scopriamo che è il minimo accettabile per un essere umano. Con insomma mi fa un po’ preoccupare.
- Sempre insomma rimane.
- Vuole parlarne un po’?
- Non c’è niente da parlare, son sempre le solite cose.
- Se sono sempre le solite cose perché si sente così?
- Perché sono stanco. Sono esausto. E lo so che tutti sono stanchi e tutti sono esausti, e lo so che nel Sierra Leone ci sono i bambini soldato che immagino siano parecchio esausti pure loro, ma io questa settimana di più. Scusi.
- Non si scusi per essere stanco.
- Scusi.
- Sa cos’è lei?
- No, ma inizio a sospettarlo.
- Lei è un Atlante.
- Geografico?
- Mitologico. Conosce la leggenda di Atlante?
- Ho fatto il liceo artistico, conosco pochissime cose.
- Atlante era un titano che durante la guerra si era alleato con Crono, il padre di Zeus. Dopo la vittoria Zeus lo punì piazzandogli sulle spalle il peso del mondo.
- Ah sì, adesso mi ricordo, avevo una cosa DeAgostini con il disegno.
- Lei tiene sulle spalle il peso del mondo, del suo mondo, che poi è lo stesso. Non so quando o come, ma a un certo punto, qualcuno o qualcosa le ha fatto credere che quel peso fosse suo. Solo suo.
- Dice?
- Ci sono tante tribù in giro per il mondo, tribù affettive, tribù emotive, tribù nascoste, società segrete legate fra loro da vizi, paure, paranoie, traumi. E poi ci sono i figli di Atlante, come lei, piegati sotto il peso di tutto quello che si portano sulle spalle.
La vita un giorno vi ha detto “reggi qui un attimo” e voi, un po' perché siete stati colti alla sprovvista, un po' perché non volevate disturbare nessuno, avete risposto “va bene” e vi siete caricati qualcosa sulle spalle. E poi l'avete rifatto e poi l'avete rifatto ancora. Sa cos’è successo dopo ad Atlante?
- Si è reso conto che pagava uno psicologo per farsi raccontare puntate di Pollon?
- Un bel giorno arriva Ercole, che è impegnato nelle dodici fatiche e ha bisogno di una mano per recuperare le mele sacre nel giardino delle Esperidi. Così chiede aiuto ad Atlante, e in cambio si offre di reggere il peso del mondo per un po’. Atlante accetta di aiutarlo, si scarica il mondo dalle spalle e per la prima volta da chissà quanto tempo raddrizza la schiena e scopre com’è la vita senza quel peso costante a piegarlo.
- E poi?
- E poi niente, torna con le mele, Ercole lo frega con un trucco idiota alla “c’hai la scarpa slacciata” e gli piazza di nuovo il globo sulle spalle per il resto dell’eternità.
- Bella. Grazie. Adesso sto molto meglio. È sicuro che debba venire in studio e non possiamo semplicemente mandarci delle mail?
- Ogni tanto nella vita succede qualcosa, spesso son cose abbastanza banali, una buona giornata, un motivo d’orgoglio, un momento felice che riusciamo a non sprecare, cose che per un attimo il peso ce lo tolgono di dosso. E noi in quell’attimo percepiamo com’è vivere con la schiena dritta. Poi però arriva Ercole.
- E chi sarebbe Ercole?
- Questa è la parte deprimente. Il più delle volte siamo noi. Ci inganniamo in tutti i modi per convincerci a rimettere quel peso sulle spalle e finiamo col cascarci sempre.
- Perché non se ne andava?
- Atlante?
- Sì. Perché non mollava tutto, non mollava il mondo?
- Perché non è facile, perché era la sua punizione, e forse come succede spesso pensava di meritarsela. Ma io ho un’altra teoria.
- Sentiamo.
- Perché, a forza di reggerlo, si era convinto che quel peso fosse una sua responsabilità, che fosse lui quel peso. Lei pensa che quel peso che la schiaccia sia una sua responsabilità?
- Certo, è il mio mondo.
- Ecco, lei è un Atlante perché non ha ancora capito una cosa fondamentale.
- Cioè?
- Se è pesante non è il suo mondo.
Ordine Psicologhe e Psicologi del Veneto
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Illustrazione di Amandine Delclos
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yomersapiens · 6 months
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I dolori del giovane (ahahah) YOMER
Esco dalla pizzeria con un cartone contenente una pizza bucata. A casa lo apro e guardo. In realtà è metà pizza, neanche una intera, ci sta me l'abbiano regalata. Un po' per pena un po' perché ho portato un mio libro dicendo "facciamo che mi paghi la prossima volta dai, che adesso c'è troppa gente". Ho ottenuto metà cena grazie a un libro. Ora devo calcolare tutta la mia vita così, finché non esaurirò le copie. Vorrei tu fossi a casa mia per togliere la mozzarella di bufala (ho fatto bingo cazzo è una margherita con bufala questa sta almeno a 17€ qua a Vienna quasi 2€ in più del mio libro! che guadagno!) (ah no, non tantissimo siccome è metà pizza, vabbè) dicevo, toglierei la mozzarella perché tu non la mangi e ti direi che questo è come verrà pagato il mio lavoro d'ora in avanti. Secondo me il baratto deve tornare a comandare ogni trattativa sul pianeta. Mi sono stancato dei soldi, così come sono stanco del sesso (non è ironico il fatto che ci stanchiamo più facilmente proprio di quello che non abbiamo?) (bugia).
Sto girando porta a porta, persona a persona, a cercare di vendere le copie del mio libro. Per cosa poi? Per raggiungere una ristampa? O forse solo perché non ho nulla da fare e quando le persone scoprono che hai scritto un libro ti guardano con quello sguardo un po' di ammirazione e un altro po' (un altro bel po') di domande tipo "Tu? Tu, hai scritto un libro? Tu, con quella faccia e quegli occhi, hai qualcosa da dire?". Non hai idea di quante cose ho da dire. La mia testa è un via vai continuo di storie e idee e desiderio di silenzio. Ora come non mai odio dover parlare, spiegare la storia, spiegare perché devi acquistare il mio libro oppure darmi una mezza margherita di bufala in cambio. Ho bisogno di silenzio per riprendermi dalle fatiche del sorridere e parlare davanti a un pubblico. Adoro parlare di quello che ho scritto ma vorrei che i personaggi che ho inventato parlassero da soli. È brutto quando chiedo di abbassare la voce, o di lasciarmi stare per un po', ma per me è tutto troppo.
Quando sali in alto e raggiungi quello che sognavi di raggiungere c'è chi si adagia sugli allori e si gira e rigira tra le fronde degli arbusti da laurea mentre io so, che se mi viene dato quello che voglio, è perché mi aspetta dietro l'angolo il conto. Che sarà salatissimo. Hai ottenuto quello che desideravi? Beccati sta fattura, paghi contanti o pezzi della tua salute?
Gli occhi sono tornati a peggiorare. Lo stanno facendo da un po' ma io ho volutamente ignorato tutti i segnali e sono tornato a calare chili di farmaci che comprometteranno la mia situazione. Neanche questa terapia funziona. Eppure ci avevo creduto tanto. Come ogni volta, ma questo giro un po' di più. Con che coraggio, in queste condizioni, potrei permettere a qualcuno di amarmi? Mi sento come una mela in esposizione da un fruttivendolo che ha deciso appositamente che lato del frutto mostrare ai possibili acquirenti e non concede di fare un giro attorno o di toccarla, perché altrimenti ci si accorgerebbe della quantità di vermi che la stanno divorando, delle muffe, parti molli, chiazze marroni e crateri necrotizzati. Non sto bene e so di meritarmelo, perché sono felice.
È una stupida regola che non ho inventato io eh, per carità, sicuramente l'ha fatto qualcun altro. Ma nella mia testa regna questo calcolo: se 1 cosa va bene 7 andranno storto. Le sto contando, secondo me arrivo alla dozzina ma solo perché mi piace piangermi addosso.
Qualcuno ha già finito di leggere il mio libro e stanno arrivando i primi insulti, al momento solo carini. Ora si tratta di superare la soglia delle persone che mi vogliono bene e subentrare nella zona delle persone a cui non frega un cazzo di chi sono e che vogliono solo leggere una storia sperando sia decente.
Invitami a pranzo, ti darò in cambio un libro. Fammi una torta, riceverai un libro. Passiamo un pomeriggio assieme a insultare quelli a cui piacciono le castagne, non solo ricevi un libro ma anche una medaglia al valore.
La libreria durante la presentazione era piena, vorrei fosse sempre così. Esaurire le copie, rispondere a domande sensate. Vorrei iniziare a parlare verso le 17:30 e alle 21 essere già a letto. Vorrei che il letto mi venisse offerto in cambio di un libro. Però, come con la pizza, sicuro sarebbe mezzo letto. O un letto con un buco al centro ma dato che tu sei minuscola spazio ne abbiamo a sufficienza. Vorrei non far stare sempre male chi mi circonda. Vorrei non avere l'arroganza di quegli scrittori che non fanno altro che ricordare a tutti di aver scritto un libro. Vorrei non farti piangere mai e non essere l'idiota egocentrico che sono.
Il mese prossimo faccio quarantanni. Manca pochissimo. Sarò ufficialmente uno di quei vecchi che non ne vuole sapere di accettare l'età che ha. Un po' di tempo fa almeno potevo dire di non dimostrarli ma se mi vedeste sta sera, come sono messo, circondato da coperte, con sempre meno followers tra i capelli, un occhio gonfio, il gatto che mi snobba, la mezza pizza che mi guarda dal cartone, quel buco nella pizza che rappresenta perfettamente il vuoto che sto provando ora che ho raggiunto un traguardo. Non è pessimisimo, è l'aver scalato una vetta e ora cercare un nuovo obbiettivo. Fare meno schifo, ecco quello è un grande obbiettivo che vorrei raggiungere un giorno ma non so, penso sia più facile scrivere altri dodici libri invece di questo. Sto invecchiando e sono tornato a collezionare carte Pokémon, lo faccio senza vergogna. Apro i pacchetti e annuso le carte e poi mi incazzo se non trovo una full art olografica. Tengo le carte vicino al libro così quando uno pensa io sia davvero intelligente poi posso aggiungere "E non solo, guarda come brilla il mio Gyarados!".
Dico sempre che Vienna mi serve per bilanciare l'Italia. Il tanto agognato silenzio dopo il maremoto di parole che subisco quando varco il confine. Questo bisogno sta cambiando, ho imparato che si può stare bene, in silenzio, anche non proprio obbligatoriamente da soli. In questo mi ha aiutato molto Ernesto, il mio gatto, non ci fosse stato lui ad addomesticarmi alla presenza di un altro essere vivente, forse non sarei stato in grado di aprirmi e accettare, ad esempio, l'esistenza di un altro essere umano. Anche se poi devo rovinare tutto, ma quella è la mia natura. Come la natura di Ernesto è ignorarmi, anche se in cambio gli offro un libro. Con lui non funziona, o un pochino sì dai, ha fatto mezze fusa e il solito vomitino serale ha un piccolo buco al centro.
Una copia alla volta, farò leggere il mio libro. Dovesse costarmi la salute fisica e mentale o una cena quotidiana a base di mezzi pasti donati, ci riuscirò.
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Ti vengo a prendere io, non preoccuparti.
Adesso riposati, ci pensiamo domani.
La macchina è a posto.
Te li do io i soldi che ti mancano per il viaggio.
E’ pronta la cena, corri!
Ti ho messo il caffè in frigo
così quando torni, lo trovi freddo.
Non sarai un po’ leggera vestita così?
La prossima volta andrà meglio, vedrai.
Vai piano!
Lo so che adesso ti manca e ti senti morire, ma passerà.
E’ un dolore infinito, ma sei più forte tu.
Mi vesto e arrivo.
Scegli una stella che te la vado a prendere.
Non chiamare il tecnico, vengo io.
Sei bella quando sorridi.
Questi occhi te li ho fatti proprio bene!
Tieni, mangialo tu. Io non ho più fame.
Sei sicura che va tutto bene?
Fatti una bella doccia, così ti riscaldi.
Dammi il trolley, lo porto io.
Parto un po’ prima, così quando arrivi mi trovi in stazione.
Questo vestito ti sta benissimo!
Non sono stanco, andiamo!
Vieni a pranzo, ti aspettiamo?
Fammi solo uno squillo quando arrivi
così posso mettermi a dormire.
Vorrei vederti sempre felice, come adesso.
Ho sbagliato tante di quelle volte
ma l’ho fatto soltanto per proteggerti.
Buonanotte.
A domani.
Quante volte i nostri papà
ci hanno detto "Ti amo"
senza che noi
ce ne rendessimo conto.
- A. Faber
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midnightanxietytm · 7 days
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L'altra dimensione
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A/N: Måneskin is so Zutara coded (or is it the other way around?) And it made my brain rot intense in ways you can't imagine. Also, i do not know any italian, i'm here for the cool music and for Damiano and Victoria.
Contents/Tags: The Blue Spirit & The Painted Lady being vigilantes in Ba Sing Se. Role Swap AU (aka the water tribes caused the war, more of this AU here and also there.) Introspection. Character analysis, Pre-relationship Zutara. The tension in this one is off the charts.
Word count: 881
"It’s a sight to behold; her dark figure engulfed in moonlight, the white mask of the Painted Lady, delicate as ever, hiding her features and contrasting with her ruthless yet precise moves when fighting."
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The second Zuko placed the mask on his face, he felt more at ease, his constantly depleting confidence being boosted all the way up. Zuko might not be able to help those people, but the Blue Spirit was.
His path to the lower ring is relatively easy; he jumps through roofs and balconies, runs through the streets and alleys, and he is free and powerful; no wars, no big plans beyond his years, just helping whoever he can.
E adesso giuro faccio le valigie
Scappo via in un'altra dimensione
Son stanco delle vostre facce grigie
Voglio un mondo rosa, pieno di colore
(And now I swear I'll pack my bags
And escape to another dimension
I'm tired of your grey faces
I want a pink world full of colour)
Tonight, he has company.
He doesn’t see her that often, from what he’s gathered they tend to ‘work’ on different parts of the lower ring. It seems that they both decided to patrol the central market today though.
It’s a sight to behold; her dark figure engulfed in moonlight, the white mask of the Painted Lady, delicate as ever, hiding her features and contrasting with her ruthless yet precise moves when fighting.
The Blue Spirit approached the Painted Lady silently, and she turned to face him; her marbled mask tilting in a silent question. In response, he kneeled on the roof beside her, and dutifully watched the dwindling movement of the market below.
Their silence lasted, but eventually, she bumped her shoulder against his and gestured her head to a corner. He followed and saw what she meant; one of the vendors, a younger woman, was being very intently watched by a man across the street from her. It seemed the woman knew she was being watched, while she closed up her shop she would often glance around, nervous.
His Lady stood up first, the full moon reflection on her mask eerily. He followed suit, and together they ran through the roofs, like true spirits.
Voi comprate amore con le carte Visa
Con le facce intrise sì, ma di sudore
E adesso giuro faccio le valigie
Scappo via dalla dolce Marlena
(You buy love with credit cards
With faces that are drenched, yes, but with sweat
And now I swear I'll pack my bags
And escape from sweet Marlena)
By the time they were ready to separate there were only two or three hours left before sunrise. The Painted Lady stood on the rooftop, right in front of him, and on times like this, Zuko could almost believe she was truly a spirit, and not a mask, but he could see her shoulders moving with each breath she took, he could feel her eyes wondering his figure, just as curious about him as he was about her.
Marlena, Marlena, sì portami a ballare stasera
(Marlena, yes, take me dancing tonight, Marlena)
They were close, if Zuko really focused, he could hear her breathing too. They had done a lot that night; whenever the central market opened, some opportunists would follow suit, so they were busy, their dangerous dance disarming and restraining each one of the dangers that dared impose their domain.
Truly like spirits, yet so far from them, so painfully human; he taught. She slowly raised a hand to his forearm, tilting her head. He kept looking at her ‘face’, even though he felt the sting and the wetness against the cut in his arm.
Amico mio devi essere felice
Perché il nuovo mondo sta per arrivare
E non c'è taglio, non c'è cicatrice
Che questa passione non possa curare
Dio io dalla polvere come fenice
Son risorto ed ho imparato anche a volare
Soltanto perché ho fatto le valigie ed ho baciato la dolce
(My friend, you must be happy since the new world is about to come
And there's no cut, no scar that this passion cannot cure
I, I from the ashes have arisen like a Phoenix, and I even learned to fly
Only because I packed my bags and kissed sweet Marlena)
In seconds, the pain was gone, her hand lingered, cold against his skin, then slid down his arm. He met her hand with his, she squeezed. Underneath the guise of spirits, they hid their identity and yet bared all their feelings, they sang a wordless lyric, and she sang of redemption while he sang of justice.
He could accept her, right there under the full moon, and everything would change.
He squeezed her hand back, then felt it slip from his grasp.
Marlena, Marlena, sì vienimi a parlare, ti prego
Marlena, Marlena, io ti starò a ascoltare, ti prego
Marlena, Marlena, insegnami a lottare, ti prego
Marlena, Marlena, sì portami a bailar
(Marlena, yes, come talk to me,Please, Marlena
Marlena, I'll stay listening, Please, Marlena
Marlena, teach me to fight, Please, Marlena
Marlena, yes, take me dancing. )
He slowly turned from her, and he disappeared between the shadows.
Maybe, the Blue Spirit thought, he would see his lady again, under the setting sun this time.
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scorcidipoesia · 4 months
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A cosa mi è servito correre per tutto il mondo,
trascinare, di città in città, un amore
che pesava più di mille valigie; mostrare
a mille uomini il tuo nome scritto in mille
alfabeti e un'immagine del tuo volto
che io giudicavo felice? A cosa mi è servito
respingere questi mille uomini, e gli altri mille
che fecero di tutto perché mi fermassi, mille
volte pettinando le pieghe del mio vestito
stanco di viaggi, o dicendo il tuo nome
così bello in mille lingue che io mai
avrei compreso? Perché era solo dietro te
che correvo il mondo, era con la tua voce
nelle mie orecchie che io trascinavo il fardello
dell'amore di città in città, il tuo nome
sulle mie labbra di città in città, il tuo
volto nei miei occhi durante tutto il viaggio,
ma tu partivi sempre la sera prima del mio arrivo.
Maria do Rosário Pedreira
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La vita coi cani è strana.
Diventerai, senza nessuno che te lo insegni o ti spieghi come farlo (a volte con qualche piccolo aiuto), il capo branco di un cane che sarà pronto a qualunque cosa per te non appena saprà riconoscere il tuo odore e la tua voce.
La vita coi cani è misteriosa.
Sarai spiato da un Grande Fratello peloso che non perderà nessun tuo movimento, specialmente quando capirà dove sono la cucina ed il recipiente dei premietti.
La vita coi cani è crescere.
Non puoi farci niente, non puoi fermare il tempo perché quel cucciolo che hai tenuto in braccio crescerà troppo velocemente, per diventare il grande amico che ti vorrà accompagnare ovunque andrai.
I cuccioli durano troppo poco.
La vita coi cani è confronto.
Avrai sempre uno sguardo con il quale misurarti, affogherai senza poterti salvare nelle profondità inimmaginabili degli occhi di un cane. Dove la gente crede che non ci sia un'anima.
La vita coi cani è sincera.
Non avrai bisogno di raccontar loro una bugia o delle storie inventate perché tanto, qualunque cosa tu dica loro, i cani la sanno. Sempre.
La vita coi cani è scomoda.
Ti ritroverai una sera d'inverno, con la tramontana che ti graffia il viso ed il gelo che ti arriva alle ossa, a passeggiare da solo con il tuo cane che corre e scodinzola felice, incurante del vento che gli arruffa il pelo e del caldo che avete lasciato in casa.
La vita coi cani è buffa.
Parlerai con un essere che non ti potrà mai rispondere e che però ascolterà ogni tua parola, con così tanta attenzione ed interesse che non ritroverai in nessun altro uomo o donna al mondo.
La vita coi cani è ritorno a casa.
Nessuno come il tuo cane sarà felice di vederti ogni volta che spunterai dalla porta dalla quale ti ha visto andar via; imparerà i tuoi orari, riconoscerà il tuo passo e sarà lì ad aspettarti, anche quando sarà vecchio e stanco, saltando di gioia come se non ti vedesse da un mese.
Anche se sei uscito per comprare il giornale.
La vita coi cani è rinuncia.
Perderai a poco poco quella porzione di divano su cui stavi tanto comodo, dove ti godevi il riposo ed il meritato relax dopo giornate faticose e noiose. E la cosa bella sarà che non ti dispiacerà affatto.
La vita coi cani è comunione.
Dividerai il tuo ultimo boccone con il tuo cane, perché non potrai resistere al suo sguardo implorante che hai incrociato purtroppo per te mentre stavi cenando.
La vita coi cani è insegnamento.
Sono loro che ti mostreranno, semplicemente correndo in un prato o sulla riva del mare, la bellezza di una giornata di sole e l'importanza di stupirsi -ogni volta- davanti alle cose semplici.
La vita coi cani è amore.
Quello che proverai ad emulare, che proverai a restituire al tuo cane senza però riuscirci.
Ma cimentarti in questa prova sarà una delle tue imprese più entusiasmanti.
La vita coi cani è un viaggio.
Nessun sentiero di montagna ti sembrerà lo stesso dopo che lo avrai percorso insieme al tuo cane: ricorderai profumi, odori e colori del bosco che prima non avevi sentito o visto; proprio come succederà per il tratto di vita che farete insieme.
La vita coi cani è una parentesi.
Per te è una parte della tua vita, un dolce intervallo fra mille impegni e anni da riempire di cose da fare, un breve cammino insieme ad un cane che tu ben sai, ad un certo punto, si fermerà per lasciarti andare da solo.
Invece per il tuo cane, la tua vita è tutto.
Web
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Io credo fermamente nell’amore ed è questo che a volte anzi molte volte mi frega, perché sono un’eterna romantica e si sa gli eterni romantici sono così increduli che l’amore vero esiste e probabilmente esiste davvero in certi versi, no? Ho provato tante volte a scrivere perché è l’unica cosa che mi riesce bene, perché a parole non so spiegare cioè che ho dentro. E dentro ho tante cose che non riuscirò mai a dire, probabilmente un giorno magari molto lontano riuscirò a scrivere davvero ciò che mi tormenta. Ma non sono qui per questo adesso, so che magari potrebbe annoiarti il mio essere così “logorroica” lo capisco, lo comprendo annoia anche a me moltissime volte. Ma vedi, l’amore che sento per te penso non sia paragonabile a quello che provato prima di te, questo amore per te mi fa male e mi fa bene allo stesso tempo, ma io come te capisci che non possiamo più stare male. Ci sono troppe cose in mezzo, la tua ex soprattutto che in un modo o nell’altro si intromette nella tua vita cosa che tu in primis non dovevi renderlo possibile, ho perdonato quello che hai fatto ho accetto le tue scuse, ma io francamente non me ne faccio nulla. So, che odi quando riprendo il discorso però a volte anzi molte volte mi fermo a pensare e mi dico “ma io davvero mi merito tutto ciò?” E mi rispondo con un “no, non lo merito però per qualche ragione ci finisco sempre in queste situazioni che mi fanno stare davvero male” il mio cuore è stanco, stanco di litigare, di discutere, di piangere e di amare. Ti amo, ti amo davvero e non ti amo perché tu mi debba completare no, ti amo perché in un certo senso completi i miei gesti quando non siamo ognuno per cazzi nostri. Quello che è successo ieri, mi ha fatto molto male.. ho subito pensato che non te ne fregasse niente di me, ed ho pensato tanto ed ho pianto tanto perché non voglio questo per me stessa io voglio solo essere felice. Perché me lo merito e perché te lo meriti anche tu dopo tutte le sofferenze che abbiamo avuto, domani noi possiamo anche vederci possiamo anche parlarne ma la mia decisone rimane quella. So, so quello che ho detto ma magari questo tempo lontane potrebbe farci capire davvero quello che vogliamo, non voglio essere una seconda scelta per te perché mi ci sono sentita un po’ di volte e non te l’ho mai detto, ma sono stanca di fingere che vada tutto bene anche quando non è così. Ti chiedo di rispettare la mia decisione, ti chiedo di rimanere in buoni rapporti e so che ho detto che non ha senso ma non ha senso nemmeno fare finta di niente giusto? Come se questi tre mesi non fossero mai esistiti, io so quanto ti amo e quanto tu ami me proprio per questo ti chiedo del tempo ti chiedo di stare un po’ lontane e capire quello che si vuole davvero. Io per adesso voglio tempo, perché sono delusa e arrabbiata, per quanto posso volerti e posso amarti non riesco a stare così adesso. Amare per due persone come noi è difficile e complicato dopo tutto quello che abbiamo passato, e tu lo sai e il lo so cosa significa amare più di se stessi. Ma voglio che tu capisca, l’importanza che ha ogni azione che fai con quella persona, ogni parola, ogni gesto compiuto, voglio che tu capisca tutto. Perché so, che tu sei intelligente ma a volte non ci capiamo per niente e invece di andarci incontro ci scontriamo facendoci solo del male ed io non voglio questo per noi. Mille parole non bastano, non bastano nemmeno mille lettere per dirti ciò che sento ma spero che tu capirai queste mie parole. E alla fine mi ritrovo sempre così, la mia testa che mi dice di andarmene e il mio cuore che mi dice di riprovare ancora. Ma posso farlo per sempre? Dimmi, se il mio povero cuore può ancora sopportare tutto ciò. Quanto costa essere felici in questo mondo che per noi non sarà mai facile trovare un po’ di pace, quanto costa amare quando l’amore ti fa così male, quanto costa fingere di stare bene quando dentro sei tormentata. Ecco, la parola giusta è “tormentata” più specificamente “un’anima tormentata” come la canzone di blanco, dove mi ci ritrovo tantissimo anzi dove ritrovo me e te. Tormentate, ecco come siamo noi due
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Stanco come la morte ma felice.
Romics 2k24.
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wasabisimblr · 6 months
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Weenie Greenie Legacy Challenge
Ti piacciono le sfide? Vuoi provare qualcosa di nuovo? Sei stanco di giocare sempre nello stesso modo? Vuoi giocare con aspetti del gioco che non hai mai usato prima? Caspita, ho la sfida giusta per te! Benvenuto/a nella Weenie Greenie Challenge, una sfida che sicuramente non ti deluderà!
Regole di Base:
1. I trucchi per il denaro possono essere utilizzati, ma non in modo eccessivo. Suggerimento: usare freerealestate per la prima casa, ma non usare trucchi in seguito. 2. Si può vivere dove si vuole, a meno che non sia specificato qualcosa nelle regole di una generazione. 3. Ogni generazione dovrebbe completare sia la carriera che l'aspirazione dell'erede, a meno che non sia esplicitamente indicato altrimenti. 4. Mantenere la durata della vita normale. 5. Se giocate a questa sfida e volete condividerla con noi, postate pure con #weeniegreenie in modo che possiamo vederla!
Generazione 1: Homeless Challenge
Descrizione: La prima generazione sarà la Homeless Challenge, sarai vittima di parecchie sventure.
Tratti: Amante dell'aria aperta, Cleptomane, Amante della famiglia
Aspirazione: Favolosamente ricco
Carriera: Nessuna
Regole:
Non serve completare l'aspirazione.
Non puoi sposarti o fidanzarti, però puoi avere dei figli.
Non puoi avere un lavoro regolare finché non avrai risparmiato 5000 Simoleons e almeno una piccola casa fornita di tutte le stanze essenziali dove abitare.
Generazione 2: Black Widow Challenge
Descrizione: La seconda generazione sarà la Black Widow, pronta a sposare e "rimuovere" gli sposi con un oscuro segreto.
Tratti: Goffo, Malvagio, Ambizioso
Aspirazione: Sim Valentino Malvagio
Carriera: Criminale (Sviluppatore Software)
Regole:
Massimizza la carriera e completa l'aspirazione.
Sposa e uccidi almeno 10 coniugi diversi in modi creativi e spietati.
Assicurati che nessuno sappia dei tuoi loschi affari.
Generazione 3: 100 Baby Challenge
Descrizione: La terza generazione sarà incaricata di ampliare la famiglia, ma in modo più "tradizionale".
Tratti: Romantico, Amante della Famiglia, Creativo
Aspirazione: Grande Famiglia Felice
Carriera: Nessuna
Regole:
Completa l'aspirazione.
Avrai l'obiettivo di avere almeno 100 figli.
Ogni figlio/a deve avere un padre diverso.
Generazione 4: Not So Berry Challenge
Descrizione: La quarta generazione porta un tocco di colore e diversità alla dinastia.
Tratti: Vegetariano, Geloso, Materialista
Aspirazione: Modello di malizia
Carriera: Scienziato
Regole:
Massimizza la carriera e completa l'aspirazione.
Massimizza l'abilità di malizia e di logica.
Il colore preferito del sim è il verde menta, devi usare questo colore per gli outfit, per i capelli e per la casa del sim.
Generazione 5: Single Father Challenge
Descrizione: L'ultima generazione affronta la sfida di crescere i figli da solo.
Tratti: Buffo, Amante della famiglia, Creativo
Aspirazione: Super Genitore
Carriera: Pittore
Regole:
Massimizza la carriera e completa l'aspirazione.
Devi essere un padre single con almeno un/a figlio/a.
L'idea di questa challenge è stata inventata completamente da me, spero vi piaccia. Buona fortuna!
Wasabi @justmewasabi
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Fuori soffia il vento, il divano è comodo e la copertina tiene caldo, ma tremo lo stesso. Sono distrutta psicologicamente, per fortuna sei venuto qui, altrimenti sarei impazzita. Cerchi di rassicurarmi, tutto andrà bene. Non riesco a guardarti negli occhi mentre mi parli, sto fissando il vuoto per non crollare.
Sto ancora tremando, quindi potrebbe non essere il freddo: chiudo gli occhi.
"Okay, fermati un attimo e valutiamo tutte le opzioni. Qual è la peggiore?". Mi chiedi di guardarti negli occhi, ma la pudicizia trionfa e mi impedisce di farlo; tengo sempre i miei chiusi, ma seguo le tue parole e cerco di non farmi prendere dal panico. Inizi ad elencare diverse soluzioni e nonostante il mio cervello si stia spegnendo le seguo tutte. Sta comunque funzionando. Mi prendi una mano, intrecci le dita con le mie e inizi a stringerla ad intermittenza, come a dare piccoli segnali della tua presenza, ma non costanti. Anche questo sta funzionando perché il tremore pian piano passa. "Sono rimasta incastrata, non posso più uscirne" dico, vanificando i minuti in cui mi hai fornito più soluzioni di chiunque altro. Non ti arrabbi con me, come farebbero tutti, ma sbuffi in maniera divertita. Il mio respiro si fa più affannoso ma allo stesso tempo sento le palpebre calare e vedo tutto sfocato: ci siamo, penso, sto collassando. Ricominci ad elencare di nuovo le soluzioni come un cameriere che ripete per l'ennesima volta il menù dei dolci. Le palpebre calano di più e mi sento cadere in un sonno improvviso. Non ti arrabbi nemmeno qui, quando ti sto praticamente dormendo davanti mentre cerchi risposte a problemi solo miei, ma accompagni il mio corpo contro lo schienale del divano; io inizio ad abbozzare due o tre "Scusami" e tu sussurri "Shhhh". L'ultima volta che un uomo mi ha zittita così, gli ho tolto il saluto. Con te è diverso: non stai zittendo me ma il mio cervello. Mi giro verso di te, ti guardo negli occhi e ci sorridiamo. "Secondo me l'opzione tre è la migliore" dici, "quale sarebbe?" ti chiedo. Sorridi e chiudi gli occhi, poi appoggi la testa sulla mia spalla. Ti arrendi al fatto che io del tuo discorso non stia capendo nulla e smetti di ripetere le cose ad un muro. Appoggio la testa contro la tua. Rimaniamo così per interi minuti, finché tu non giri leggermente il viso e ti avvicini al mio orecchio, poi sussurri "Domani ne parliamo, va bene?". Io annuisco, sempre ad occhi chiusi, mentre sento sul mio collo il tuo respiro, che si fa sempre più rilassato. Sei esausto. Hai lavorato anche tu, in più ti sei macinato chilometri per venire da me e sentirmi lamentare di cose più grandi di me e di te, cercando comunque di fornirmi soluzioni che io nemmeno sono riuscita a captare per la stanchezza psicologica. Mi sento in colpa; avresti potuto passare la serata con chiunque altro, ma sei venuto qui sapendo che ero psicologicamente a terra, mentre ora sei sul mio divano a cercare di fare un miracolo, ovvero impedirmi di passare la nottata a distruggermi. Il senso di colpa aumenta e sto per dirti che sei libero, puoi andare via quando vuoi e non ti obbligo a rimanere qui per me, ma tu mi anticipi e mi chiedi a bassa voce: "Posso rimanere qui per sempre?". Io sento il cuore battere all'impazzata, mi sto risvegliando da un sonno ben più profondo di quello in cui stavo crollando. "No" ti rispondo per smorzare la tensione "tua mamma mi sgrida e dice che non ti faccio tornare a casa".
Inizi a ridere e mi ricordi che tu hai dei genitori normali, che vedendo il figlio felice lo incoraggiano a continuare a vedermi: mi sembra fantascienza. I miei mi avrebbero già detto che hai una cattiva influenza su di me perché mi costringi a pensare e riflettere con la mia testa, uscendo dagli schemi che mi vogliono imporre loro. In realtà lo hanno già fatto, ma non te lo dico, mi tengo per me l'ennesima pugnalata che mi hanno inflitto.
Sei talmente disponibile che mi sento una merda, al punto che ora la mia paura è che torni in auto stanco e ti ritrovi ad abbracciare qualche albero. Lo sai già, riesci ad anticipare anche questo pensiero e mi dici "e non preoccuparti per me, torno a casa quando stai meglio, tanto ho bevuto caffè e non mi stampo da nessuna parte". Con te sono superflue anche le parole, sai già tutto. Mi accarezzi il viso e torni con la testa sulla mia spalla. "Non preoccuparti" mi dici continuando ad accarezzarmi "si risolve tutto". "E se non succede?" "Allora puoi prendertela con me; mi tiri un pugno così forte che imparo a non darti false speranze". Improvvisamente mi sento tranquilla, come se effettivamente non ci fosse niente di cui preoccuparsi. Allento la tensione sulle spalle e reclino la testa per dormire. Mi prendi di nuovo la mano ed appoggi la testa indietro anche tu; il tuo respiro diventa sempre più rilassato e profondo, sino a che ti addormenti sul divano. Penso di aver dormito per un po' anche io, perché ho perso la concezione del tempo. Al nostro risveglio, ti ricordo che devi tornare a casa e che aspetto un tuo messaggio per sicurezza. "No, tu ora dormi. Non aspettare messaggi". Non capisco se il senso sia che ora non torni a casa ma vai altrove, quindi non insisto. Ti ringrazio e ti chiedo ancora scusa. Mi abbracci forte, uno di quegli abbracci che non ricevevo da oltre un anno perché chi me li dava così non fa più parte della mia vita. Mi hai fatto sentire al sicuro anche mentre te ne stavi andando via, cosa molto complicata. Non ti sarò mai grata abbastanza.
Dici di non volere che io aspetti il tuo messaggio sveglia, quindi mi dici direttamente che non me lo manderai: "Così almeno vai a dormire ora anziché tra 40 minuti". Tornato a casa però il messaggio me lo hai scritto.
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stunmewithyourlasers · 10 months
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L'ufficio della didattica che mi lascia intendere che da laureando probabilmente in graduatoria non ci rientrerò per la magistrale dati i pochi posti,niente onestamente non sarebbe un dramma,troverei qualcosa da fare un annetto,lavorerei in qualche modo.
Facciamo conto sia un anno sabbatico nel vero senso della parola e non un anno perso per una serie di episodi depressivi del 2021 con ricadute sparse che mi sono costate 3 anni di alti e bassi in terapia.
Un'occhio attento se ne renderebbe conto che in questa triennale ho avuto più cazzi che pace,non mi sono mai cercato alibi e so quali sono le mie colpe. So benissimo che mi sono crogiolato forse troppo nel dolore coi tempi(è davvero una colpa?),che piuttosto che piangere e non vedere un senso nella vita potevo forzarmi e provare lo stesso quegli appelli che ho saltato, piuttosto che dover sempre prendere voti alti e mostrarmi al top prime della forma. So che mi sarei dovuto disciplinare in modo militaresco e mindsettato del cazzo,so che sono stato debole. Ma so anche che ho una lista di almeno 10 righe di motivi per cui questo percorso ha avuto più ostacoli che passaggi spianati. Mi si sono ritorte contro un sacco di cose, ogni volta che ho ripreso o trovato equilibrio, sono entrato in un pessimo loop e il mondo esterno e le contingenze mi han dato schiaffi che mi hanno rimesso sul percorso del loop.
Fossi un genitore direi che non fa niente,hai fatto del tuo meglio,ti sei comunque preso la triennale,starai facendo qualcosa, l'importante è che sei felice e tranquillo e poi ti fai la magistrale con sicurezza.
La verità dei fatti è che non voglio manco pensare all'eventualità che io resti un anno accademicamente a spasso, perché succederebbe il pandemonio in questa casa,il figlio dotato che non ha mai dato un problema,mai bocciato,mai bisogno di andare a parlare coi docenti,mai bisogno di mandarlo dallo psicologo per affrontare il divorzio di due persone,sempre forte e andava bene pure se piangeva e urlava al telefono con le uniche persone con cui aveva un canale di sfogo emotivo per il distacco emotivo e affettivo che ha vissuto e che è stato una costante. Conta che ho fallito come uomo o come adulto,no?alla fine gli uomini e gli adulti sono sempre forti,non piangono,vanno avanti e riescono sempre nei modi e nei tempi che definiscono gli altri e la società, perché essere uomini e adulti non è inclusivo,ma è un aut aut su due categorie a priori che o hai o non sei.
Non mi stupisce la statistica per cui la maggior parte degli studenti menta su esami o cose legate all'università,hai aspettative addosso pure dell'anima del tuo trisavolo che stava sotto i Borboni.
Il tutto comunque è ironico,il paese non ha spazio per i giovani,non li incentiva e li vessa,la laurea non fa da scala sociale e manco avere diritti fondamentali è scontato nel miglior mondo possibile,non da aumenti significativi di retribuzione media(eh si poi dicono eeeeeeh ma i laureati escono e si aspettano 4mila euro solo per un foglio di carta),cosa che in altri paesi non fermi all'epoca di baaria invece c'è eccome,eppure ti bombarda di rotture di coglioni stress aspettative e penalizzazioni come se la vita fosse una corsa continua alla preda con altri leoni nella savana.
La preda manco c'è più, però devi correre e scannarti.
Non so davvero dove sbaglio cristo santo,sono solo stanco e non ho delle braccia fra cui piangere al momento,non mi azzarderò nemmeno a dire a qualcuno di questo rischio,passi per un incidente,se sarà sarà.
Guarda tu,dovevo beccarmi 5 materie che da scritte passano ad orali diventando 4x di difficoltà proprio quando sono mentalmente crollato,posti ridotti da un anno all'altro,gente che entra con medie random appena un anno fa,e io che ai miei sforzi mi devo sentire dare prospettive negative SEMPRE,come se valessero solo per me il mio impegno e i risultati,nonostante mi sia fatto un culo quadrato e ne abbia risentito nel fisico.
Che parlo a fare,non ho manco idea dell'idea che voi abbiate di me,penso di trasudare un misto di pietismo e debolezza quando scrivo queste cose come sfogo,ma è l'unico appiglio e occasione di scaricare che mi fa rimettere su la maschera della persona in modo da coprire il volto del soggetto.
Non so se leverò o meno, però lo metto per adesso perché: 1) vorrei che chiunque sia in una situazione di merda sappia che non siete soli,anche se sputano sui vostri risultati,vi fanno pesare il fatto di respirare senza fatturare,siete persone ricche di umanità e complessità da esprimere che non si esauriranno mai in tempi e numeri. 2) ho scritto un papello per 20 minuti distruggendo le regole sintattiche. 3) i vostri sforzi hanno sempre un senso e qualunque cosa voi facciate con impegno e passione lo ha,anche se questo mondo malato dice di no,anche se i vostri cari sono stati plasmati e manco se ne rendono conto da meccanismi disumani e abbiano messo da parte la socialità e l'empatia. 4) per dirvi che se siete ancora qua a sclerare ma resistete,sono fiero di voi.
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myandale31 · 9 months
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Penso che sia incredibile come cambia tutto quando incontri la persona che ami, incredibile quanto velocemente quella persona ti possa bastare. Ti senti avvolto e riscaldato dal pensiero di lei, tutto diventa più leggero, anche se sei al lavoro e sono le quattro e venti del pomeriggio e fuori piove.
Sei in macchina in autostrada, sei stanco, i vestiti ti stanno scomodi, ma pensi a lei e sorridi da solo, poi ti guardi nello specchietto per vedere se sei
abbastanza bello per lei. Mandi messaggi e se non ti risponde subito è perché è in riunione o non ha sentito, certo non perché non ha voglia. È venerdì sera, la vedi e pensi che sei fortunato perché per due giorni è tutta tua. È tua a colazione, è tua dopo pranzo nel letto, mentre cerchi di vedere un film. Ti dice che martedì sera le va di cucinare per te e che ti aspetta a casa verso le nove, e tu alle otto e quarantacinque fai le scale di casa sua a due gradini alla volta, allegro e innamorato, perché hai voglia di baciarla e di sentire il suo odore. Quando entri in casa sua c’è già un buon profumo e non sai trovare le parole per dire a te stesso quanto sei felice, e quando sei solo in bagno ti guardi allo specchio e ti fai i complimenti per quanto lei è bella.
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yomersapiens · 2 years
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L’estate è durata una manciata di giorni e poi è tornata ad essere la solita routine. Sono felice di essere riuscito ad andare a trovare il nonno e quel che resta della nonna. La nonna è diventata come la religione. Puoi vederci qualcosa di nascosto dietro a un segno. Quello può essere un sorriso che ti fa dire "che bello, mi ha riconosciuto". Oppure puoi fare come me e vederci solo una contrazione dei muscoli. Uno spasmo irrazionale. Una settimana a Napoli a inizio giugno, ecco quanto è durata l’estate.
Poi sono rientrato a Vienna a timbrare il cartellino per la solita vita. Mandare curriculum per lavori che non voglio fare e non sono manco più capace di nasconderlo quando mi presento. Anche in quel caso è come con la religione. Io ne ho le palle piene di dover lavorare per vivere, poi, se tu vuoi vederci qualcosa di più profondo e nascosto dietro alla mia faccia scazzata ecco quelli sono affari tuoi.
Se qualcuno mi avesse detto anni fa che un giorno mi sarei ritrovato ad avere un appartamento pieno di piante gli avrei detto che no, non può succedere, non ho tempo da dedicare ad altre cose all’infuori di me. E invece mi sono appassionato. Ho piantato. Lasciato crescere. Pulito e curato. Poi, per rovinare tutto, ho deciso di salvare un gatto. L’ho chiamato Ernesto. Ecco anche questa è una cosa che avevo sempre e solo ipotizzato e mai mi sarei aspettato di rendere reale. Ma doveva essere aiutato e io non riesco a dire di no al pelo rosso. Ci stiamo conoscendo. Distruggerà tutte le mie piante, lo so. Eppure non mi infastidisce. Quando l’ho portato dal veterinario mi ha chiesto di tenerlo fermo, così da poterlo visitare con calma. Avevo le mie mani premute su di lui e mentre lo stringevo ho sentito il suo calore e un senso di fiducia, affetto, dietro ai suoi occhi gialli. Mi ha corrotto. Ho aperto la mia tana a un altro essere, non solo a vegetali.
Continuo a pensare a tutte le mancanze e alle tristezze possibili e immaginabili ma con quelle lacrime ci faccio crescere piante adesso.
Partecipo ai raduni chiamati Critical Mass dove blocchiamo la circolazione delle auto con le nostre biciclette e mi sento bene. La città diventa un'altra cosa quando non ci sono le auto in mezzo. È un fluire costante. Non servono i semafori. Non ci sono i parcheggi. Vorrei ci fossero solo bici e gatti enormi da cavalcare e io cavalcherei Ernesto anche se lui se la prende con calma e dopo pochi salti si accascia al suolo stanco. Ha 9 mesi ma già non gli interessa fare altro oltre al dormire. Come me questa estate da disoccupato.
Quando sono tornato dall'Italia ho portato una valigia piena di Camille. Fosse stato femmina Ernesto forse l'avrai chiamato Camilla da quanto mi piace quel prodotto dolciario. Oppure no, solo Merendina, perché Camilla è già il nome della gatta di mia madre.
Indosso con orgoglio una maglietta delle FS. Quando prendo appuntamenti adesso mi presento sempre con 45 minuti di ritardo. Lo faccio di proposito. Mi siedo, non chiedo neanche scusa, semplicemente indico il logo e "ah ok, giusto, capisco".
Il momento più bello di queste settimane è stato un matrimonio al Belvedere, una specie di villa/reggia/museo. Inutile dire che le sale erano pompose e io completamente fuori luogo, con la mia camicia in lino economico, la catenina tamarra e i tatuaggi. Poi però ho fatto un calcolo, con tutti i soldi che ho speso per tatuarmi forse arrivo alla cifra dell'abito della sposa. Comunque non mi piacciono più i matrimoni. Preferisco mangiare poco e bene. Ad un certo punto hanno detto che se volevamo potevamo girare liberamente per le sale del museo. Io mi sono subito alzato in piedi. Ero ubriaco, sopraffatto dalla bellezza di alcune opere e poi c'era lui, il bacio. Il caro Klimt. Dannatissimo cliché. Sono stato non sono quanto tempo in adorazione, praticamente da solo perché tutti gli altri invitati sono rimasti ai tavoli a ingozzarsi. Sono tornato sazio al mio. Niente mi interessava più. Non ci riusciva la torta nuziale. Non ci riuscivano le tette enormi della cantante di un repertorio musicale melenso e strasentito. Ero pieno. In pace. Lento.
Succede che non riesco a scrivere quando non riesco a stare dietro ai miei pensieri e questo accade sempre più spesso quando non ho un ordine ma semplicemente vivo. Giorno dopo giorno. Ernesto è sotto la scrivania e fa le fusa vicino ai miei piedi. Le piante continuano a crescere, sento le foglie muoversi, fuori piove. Non ho in programma di lasciare questa città al momento e ora, il silenzio è diventato meno silenzioso. E va bene così.
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kon-igi · 2 years
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MA LO AVETE LETTO IL LIBRO?
Chi tra voi mi conosce di persona è molto facile che abbia conosciuto anche le mie figlie.
Cosa può un padre dire delle proprie figlie che non suoni scontato, a tratti verboso e persino celebrativo?
Quindi non dirò nulla di scontato, verboso o celebrativo ma mi concentrerò su tanti piccoli episodi che ho collezionato nel corso degli anni, nella vita reale e anche qua su tumblr... esperienze che non riguardano direttamente le mie figlie ma per come sono stati raccontate o anche solo espresse potevano riguardarle.
A chi non conosce a sufficienza me e la mia famiglia, basti sapere che Figlia N.1 e Figlia N.2 sono COMPLETAMENTE ANTITETICHE tra loro, a livello espressivo, verbale, caratteriale e fisico.
Per capire che sono sorelle devi osservarle molto attentamente in volto o, per tagliar corto, controllare la loro carta di identità.
Per ritornare al discorso degli episodi collezionati, ho avuto come l’impressione (eufemismo) che le persone tendano a categorizzare per stereotipi, soprattutto negativi, e quindi vi voglio descrivere mia figlia più piccola:
S. è magra e scattante, sempre abbronzatissima, è piena di tatuaggi, piercing ed è molto curata nel trucco. Si fa le unghie in gel da sola, ha i capelli biondi grazie a trattamenti pazzeschi e veste in maniera molto fashion. Ha una voce squillante ed è una gran chiacchierona a cui piace divertirsi in compagnia, bere, fumarsi qualche canna e tornare a casa in after.
Quanti hanno già deciso cosa scrivere sulla copertina di questo libro?
Queste persone offendono ciò che mia figlia è sotto il costume dei 20 anni.
Mia figlia parla con te cinque minuti e cinque minuti dopo stai piangendo nel raccontarle tutta la tua storia.
Mia figlia è quella che ti porta un cucciolo bianco e nero di cane a casa perché pensa che tua sia stanco e depresso. E aveva ragione.
Mia figlia è quella che in autobus si alza per urlare in faccia a un energumeno di smetterla di dare noia a una donna. E lui scende dall’autobus nonostante pesi 100 chili e lei 40.
Mia figlia aveva un serio disturbo dell’alimentazione che ora sta riuscendo a tenere a bada, questo perché le persone che leggevano solo la copertina del suo libro volevano che ci fosse scritto quello che piaceva a loro e solo il demonio sa quanto sia faticoso, difficile e doloroso trovare il proprio modo di essere che renda felice te per primo.
Quindi, per cortesia, uomini e donne che siate o vi sentiate non dimenticate che quando esprimete un giudizio tranchant, recriminatorio o ‘divertente’ su una persona giovane perché vi sembra sciocca, superficiale, non acculturata o splendida come voi, la state obbligando a riscrivere la copertina del proprio libro per adattarsi al vostro giudizio, senza che poi nessuno di voi si sia mai dato la pena di leggere quella storia che aveva appena comiciato a scrivere.
E sempre e solo il demonio sa di quante biblioteche polverose e abbandonate la gente sia responsabile.
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