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#cenere alla cenere
ilpianistasultetto · 4 months
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Cosa si può augurare a questo Paese per l'anno nuovo?
Una paresi facciale a tutti quelli che ridono delle disgrazie degli altri mi sembra obbligatorio, il minimo sindacale. Uguale sorte a tutti quelli che fanno soldi sulla miseria dei piu'poveri e la presentano come virtù umana, negando dignita' a chi ne ha ogni diritto.
Ai cardinali di mangiare meno, di regalare l'oro che indossano e alla chiesa di pagare l' IMU come gesto di solidarietà cristiana!
Ai predoni di Stato di perdere la favella, almeno ci risparmiano le cazzate per giustificare i loro guadagni d'oro; (ogni riferimento ai tanti Renzi e' puramente voluto).
Ai ladri di perdere la vista e l'udito;
ai burocrati in malafede di perdersi nelle carte come un asteroide nell'universo.
Per chi lavora e si guadagna il pane onestamente e paga le tasse non ho nulla da dire, se non un "resisti e continua così".
Per gli evasori fiscali? Che ogni soldo rubato alla collettività si trasformi in cenere!
Ai giornalisti venduti di avere uguali emorroidi per ogni bugia che raccontano.
Oggi sono buono e mi fermo qui, avrei altro da dire anche su me stesso che sono un perdente per ogni giorno che ho sciupato con il cappello a terra pieno di parole.
Cosa ci aspetta non lo sa nessuno, ogni predizione ha fallito, sicuramente ci saranno ancora questi politici nel 2024, con i loro culi protetti dalle poltrone di Stato e alla fine dei giochi sembrerà che nessuno abbia governato. " Si poteva fare di più, io ci ho provato, non eravamo soli al governo, fosse stato per me, ma se ci votate anche alle prossime elezioni, vedrete, faremo, diremo..." e diventeranno tutti pezzenti con il capello in mano a chiedere voti!
@ilpianistasultetto
P.S...a tutti quelli che apprezzano quanto vado scrivendo.. Buon 2024..
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papesatan · 4 months
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E già qualcuno fra i parenti ha osato chiedermi del concorso. Ma come, non partecipi? Vedo già le mie zie insegnanti partir gagliarde con le solite domande cui non saprò cosa rispondere. La verità porterebbe a una bruta discussione, meglio tentar la via della cieca ignoranza o, peggio ancora, della menzogna compiacente. Ogni volta resto muto e interdetto, incapace di soffrirne a voce, perché ho un lavoro, cristo, un lavoro creatomi dal nulla, MI SONO DATO un lavoro e per loro non è abbastanza, perché non è un posto pubblico. Forse chi ha visto Quo vado? ma vive al nord non ha ben chiaro quanto quel film ritragga fedelmente la gretta mentalità della mia terra, ma è davvero così e non fa ridere per niente. Ricordo ancora benissimo i mesi precedenti l’apertura, il silenzio dei parenti, il vuoto intorno, le risatine di mia nonna: “Ma verrà qualcuno?” e l’insistenza di mia zia: “Hai mandato le Mad? Dovresti provare col sostegno, da lì è più facile entrare” (e di questa immonda realtà parleremo un’altra volta). Ci litigai, speravo d’aver chiarito una volta per tutte le mie intenzioni, ma puntualmente dopo qualche mese tornò a chiedermi: “Allora, hai mandato le Mad? Nessuna supplenza?” “Eh, no” mentii “purtroppo nulla”. Ci rinuncio, perché quella dei nostri genitori ormai è una generazione totalmente slegata dalla realtà, convinta di vivere ancora gli anni ‘90, dove tutto era possibile, dove entravi dove volevi con l’aiuto di zio Cosimino, dove il politichino di turno sistemava gli amici di amici, dove una laurea e un concorso significavano qualcosa. Oggi la mia dipendente, povera crista che quando non lavora passa le giornate a studiare, mi ha rivelato che per la sua classe di concorso i posti messi a bando per la Puglia saranno 3. Come dovrei non incazzarmi? Come si può restare calmi di fronte a tanto schifo? Capite perché ho mandato tutti al diavolo, aprendo la MIA scuola? Non possiamo star qui a invecchiare all’ombra di mamma e papà, in attesa che lo stato ci permetta di fare ciò che abbiamo sudato e studiato decenni per fare. In famiglia nessuno sa che ad aprile ho rinunciato all'orale. Non li ritengo stupidi, è probabile che qualcuno abbia capito (forse mia madre?), dall’Usr dell’Emilia Romagna si sono fatti vivi dopo un anno (un anno!) dal superamento dello scritto, questo sì, ma è poco plausibile che venga indetto un nuovo concorso senza aver posto fine al precedente. Almeno il dubbio deve averli sfiorati. Ma non ho il coraggio di dirglielo, lascerò che lo capiscano da sé, se vogliono, non sopporterei la cenere di quegli sguardi delusi, il ricordo di mio padre che dopo lo scritto esulta al telefono: “Volesse Iddio che ti sistemi”, la segretaria dell’Usr che alla rinuncia insiste incredula al telefono ed io che le rispondo: “Non posso, ho cambiato vita”. No, la verità li ammazzerebbe, non so manco perché poi. E la cosa che mi fa più ridere è che proprio loro, le mie care zie insegnanti, gente del mestiere, non capiscono che non potrei affiancarlo in nessun modo a ciò che già faccio, perché è già un lavoro a tempo pieno. Come potrei mai dedicarmi il pomeriggio al doposcuola e preparare al tempo stesso le lezioni del giorno dopo? Partecipare ai consigli, collegi vari, attività pomeridiane ed essere ubiquamente al mio locale? Gestisco un’attività, cazzo, non è mica il lavoretto dell’estate. Ma non lo capiranno mai tanto, meglio che m’abitui sin da ora a ripetere: “Oh, sì, eccome se ho sentito! Non vedo l’ora di tentar la sorte anch’io alla lotteria!”    
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smokingago · 2 months
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CUORE NERO 🖤
Mi destò un boato nell'oscurità della notte, tutto intorno era silenzio, l'esplosione era dentro di me.
"Mi assale un terrore primordiale, ho paura, come avvolto da filo spinato ogni respiro mi causa dolore, il vuoto  intorno, indifeso e impaurito vorrei urlare dal profondo il mio primo vagito.
Mi sento morire,  il petto è come una gabbia e le costole sono sbarre di acciaio.
Cuore rovente, impazzito, brucia da dentro, imprigionato,  pronto ad esplodere come la caldera dentro al vulcano.
Mostri, spettri, avvoltoi dagli occhi di pece pronti a cibarsi del suo sangue nero di rabbia.
Poi archi di luce intorno a lui, come tempeste solari a scacciare i demoni malvagi.
Cuore annerito continua a bruciare, avvolto da uno strato di cenere ora pare dormiente, esausto si prepara alla luce dell'alba , all'oblio del  nuovo giorno.
Ma la notte tornerà ancora, con le stesse paure, lo stesso dolore.
Finirà mai questo tormento per il mio cuore? Per quanto tempo ancora dovrà soffrire?
Quando uscirà dalla sua gabbia, sarà nuova vita, o sarà morte?."
@smokingago #pensieri #imieiversi
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dramasetter · 6 months
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A caso ho deciso di riguardare anche io le foto di dieci anni fa.
Una giovane Federica, ancora speranzosa, con ancora la massa di capelli che la contraddistingueva. E la felpa degli Avenged Sevenfold. Dettaglio importante, soprattutto in quel periodo.
Tutto quello che ero al tempo e che ho continuato ad essere per altri anni, tutto ciò che mi rendeva 'me' non c'è più. E la scrittura, il disegno, il basso, l'equitazione. Sono accessori, ma ero io. Vorrei riavere per un attimo quella piccola fiamma che bruciava dentro di me, che non mi faceva stare zitta, che mi dava l'impulso di cercare la bellezza e la vita in ciò che mi circondava. Invece è rimasto solo un mucchietto di cenere.
Alla Federica del 2013 vorrei dire che mi dispiace, perché non sono stata all'altezza delle sue aspettative. Che ho mandato a puttane tutto ciò che poteva essere mandato a puttane, ma che non potevo fare nulla in altro modo. Che ci ho provato, sempre, ma che forse non è stato abbastanza.
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blogitalianissimo · 3 months
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Io sono del centro, quindi non credo di poter capire cosa significa Geolier nel vissuto di gente del Sud e di Napoli, però non sono convinta che sia solo un sentimento discriminatorio nei confronti della sua napoletanità ad aver pilotato il voto delle giurie lontano da lui. Credo che anche il genere che fa sia ancora percepito come troppo divisivo per l'affresco cerchiobottista che è Sanremo. Ovviamente alla gente piace, ma altrettanto ovviamente scatena in altri il - già visto, già sentito per altri mille generi, ma ora è questo il momento - "ma che è sta roba ma come è stato possibile permettere questo??" L'ho sentito da tanti contatti della mia età e oltre - ho 40 anni - una chiusura totale verso una sottocultura che puoi amare o odiare, ma il cui ruolo del panorama musicale italiano è ormai un dato di fatto.
Tldr perchè sono ancora in deprivazione grave di sonno e ho perso un pò il filo... credo che la convergenza sulla Mango a discapito di Geolier sia stato dato non solo dal sentimento anti napoletano ma anche dalla volontà di disconoscere tutta la sottocultura musicale che lui si porta dietro
Ma guarda sono assolutamente d'accordo, diciamo che a me personalmente tocca di più l'antimeridionalismo, perché veramente, basta un attimo fare 2 ricerche, andare a vedere le reazioni della sala stampa, i "non fate votare più i campani", i "quanti call center ci sono a napoli che schifo" e compagnia, per rendersi conto che qua l'antimeridionalismo ha giocato una carta importante.
Ma ovviamente quoto tutto quello che hai scritto, perché è vero, il genere è molto ostracizzato a Sanremo, e già dalla fascia 35+ è meno gradito. Cioè è anche il motivo del perché un Lazza non ha vinto con Cenere nonostante la sua sia la canzone del Sanremo scorso più ascoltata su spotify.
Quindi sì, in breve la combo "trapperino" e "napoletano" è stata micidiale.
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ilblogdellestorie · 5 months
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Il 25 novembre tre bambine di dodici, dieci e otto anni hanno preso il telefono, chiamato la polizia, scritto “help” sopra un foglio bianco e con il cartello in mano si sono messe sul balcone a urlare: «Venite qui, venite qui». Il 25 novembre, a Reggio Calabria, lontane dalle manifestazioni, tre bambine di dodici, dieci e otto anni hanno salvato la vita della loro mamma, ma, soprattutto, si sono salvate da sole. Il marito della donna e padre delle bambine, in stato di alterazione psicofisica, stava massacrando la moglie a pugni in testa perché pare che lei non avesse pulito la cenere che lui aveva volutamente buttato a terra. […] Mentre la madre raccontava le violenze agli agenti le bambine facevano ai poliziotti il “signal for help”: mano aperta, poi pollice chiuso, poi mano chiusa.
A cosa servono i giornali, i social, la televisione, la scuola? A questo. I giornali, i social, la televisione, la scuola esistono affinché delle bambine imparino a fare il signal for help e possano salvarsi la vita. Il corso della propria storia si può cambiare, si può non essere condannate a sopravvivere alla propria infelicità pregando di essere ancora vive domani.
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kon-igi · 5 months
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Buongiorno di nuovo.
Altro quesito che potrebbe essere di interesse comune.
Ho fatto il vaccino antinfluenzale e ho gli anticorpi covid, essendomelo preso circa tre settimane fa.
Da ottobre a oggi, in media ogni due settimane, sto prendendo virus/batteri diversi per cui mi son fatta mal di gola e una settimana di "sanità (non mentale...che quella lasciamo perdere...), poi super raffreddore e una settimana di respiro, tosse assurda e dopo due settimane ho avuto un po' di siesta in cui ho fatto l'antinfluenzale, poi mi son presa il covid, son stata bene per una settimana e di nuovo mi son presa raffreddore e tosse ed ira pure dissenteria...
Premesso che lavoro con untori di 6 anni che vengon sbattuti a scuola anche con 39°C di temperatura (oltre che con cagotto, tosse, congiuntivite, nausea, ecc ecc), può rientrare nella normalità (da sfigata) prendere la qualsiasi, una dopo l'altra, così a ripetizione?
Non ho voglia di passare un inverno sempre ammalata (che poi divento untrice a mia volta, perché a parte quando ho avuto il covid con febbre, mica son stata a casa...alla faccia di chi dice che i dipendenti pubblici si approfittano e bla bla bla).
C'è qualcosa che si possa fare x aumentare le difese immunitarie ed ammalarsi meno? (ovviamente non posso sopprimere i bambini, non ho intenzione di stare a casa a deprimermi e a svenare l'inps e farei a meno della ffp2 everytime, come invece avevo dovuto fare lo scorso anno, reduce dal cancro).
Thanks a lot!!!
Per spiegare perché questo succede, userò l'allegoria dell'organismo come una casa in continua costruzione.
Questa sei tu
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ma invece di essere circondata da fiori con sole sorridente e nuvolette, tu sei stata costruita qua
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(questo vale per qualsiasi essere vivente, mica solo per te)
Un ambiente ostile... una landa desolata squassata da fiamme, cenere e polvere; l'aria stessa che si respira è un'esalazione velenosa (cit.).
L'ossigeno è corrosivo, i raggi ultravioletti cancerogeni, ogni cibo tossico e infetto, quindi la nostra lotta per la sopravvivenza comincia già al primo vagito di saluto a questo mondo (di merda).
Ma il nostro organismo è stato addestrato da milioni di anni di evoluzione a difendersi egregiamente e lo fa replicando costantemente le cellule di tutte quelle parti di corpo che sono soggette a tali attacchi.
E per tutte intendo proprio tutte... non c'è tessuto, organo o apparato che non necessiti di continua rigenerazione cellulare, per morte programmata o indotta.
Tu sei quella casetta, quindi, dove ogni giorno centinaia di operai posano nuove mattonelle, nuovi tubi, nuovi fili, nuovi mattoni e nuove tegole per mantenerti esteticamente e funzionalemente a posto.
Ovviamente ci sono i direttori dei lavori che controllano che gli operai facciano un buon lavoro, dando istruzioni dettagliate e tenendo d'occhio gli apprendisti, visto che l'impegno è tanto e il turn over molto serrato.
Ogni giorno i direttori (il sistema immunitario, se non s'era capito) devono licenziare quegli operai che vanno fuori di testa e costruiscono muri storti o annodano i tubi... ed è così che la maggior parte delle volte evitiamo che ci venga un tumore da qualche parte.
La maggior parte delle volte... a ogni costante replicazione cellulare, infatti, c'è il rischio che qualcosa vada storto e purtroppo a volte l'operaio fuori di testa fa danni invisibili e silenziosi e a volte insegna anche agli altri a fare pessimi lavori.
(per inciso, quando diciamo che un qualcosa è CANCEROGENO non significa che ti faccia venire istantaneamente un tumore ma che aumenta la possibilità che faccia inserire dati sbagliati nella replicazione di una cellula, facendola saltare fuori 'diversa')
Per ciò che riguarda gli attacchi esterni di virus e batteri, i direttori dei lavori danno istruzioni alle guardie affinché siano sempre all'erta: foto segnaletiche, armi specifiche e metodi di comunicazioni rapidi ed efficaci ma se chi attacca dall'esterno è in gran numero, assalta frequentemente e la casa è malandata, allora il sistema immunitario fa un po' più fatica ad arginare i danni.
La tua casa è già stata devastata da un tumore che per fortuna hai preso e bloccato in tempo, indebolita da un'infezione impegnativa come quella da Sars-CoV2 e costantemente sotto stress emotivo e ambientale.
Se mi chiedi come aumentare le difese immunitarie verso le infezioni io ti rispondo di dargli meno lavoro, così fanno meglio quello che rimane loro: mangia bene e in modo equilibrato, bevi tanto ma solo acqua, evita alcol e fumo e dormi un numero adeguato di ore.
Tutte le solite sciocchezze da allerta colpi di calore estivi ma poi alla fine siamo solo delle casette fragili in un mondo post-apocalittico pieno di zombie radioattivi e purtroppo non possiamo fare tanto di più <3
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mucillo · 7 months
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"La fine e l’inizio "
Wislawa Szymborska
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Dopo ogni guerra
c’è chi deve ripulire.
In fondo un po’ d’ordine
da solo non si fa.
C’è chi deve spingere le macerie
ai bordi delle strade
per far passare
i carri pieni di cadaveri.
C’è chi deve sprofondare
nella melma e nella cenere,
tra le molle dei divani letto,
le schegge di vetro
e gli stracci insanguinati.
C’è chi deve trascinare una trave
per puntellare il muro,
c’è chi deve mettere i vetri alla finestra
e montare la porta sui cardini.
Non è fotogenico
e ci vogliono anni.
Tutte le telecamere sono già partite
per un’altra guerra.
Bisogna ricostruire i ponti
e anche le stazioni.
Le maniche saranno a brandelli
a forza di rimboccarle.
C’è chi con la scopa in mano
ricorda ancora com’era.
C’è chi ascolta
annuendo con la testa non mozzata.
Ma presto
gli gireranno intorno altri
che ne saranno annoiati.
C’è chi talvolta
dissotterrerà da sotto un cespuglio
argomenti corrosi dalla ruggine
e li trasporterà sul mucchio dei rifiuti.
Chi sapeva
di che si trattava,
deve far posto a quelli
che ne sanno poco.
E meno di poco.
E infine assolutamente nulla.
Sull’erba che ha ricoperto
le cause e gli effetti,
c’è chi deve starsene disteso
con la spiga tra i denti,
perso a fissare le nuvole.
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Voglio che tu sappia
una cosa.
Tu sai com’è questa cosa:
se guardo
la luna di cristallo, il ramo rosso
del lento autunno alla mia finestra,
se tocco
vicino al fuoco
l’impalpabile cenere
o il rugoso corpo della legna,
tutto mi conduce a te,
come se ciò che esiste,
aromi, luce, metalli,
fossero piccole navi che vanno
verso le tue isole che m’attendono.
Orbene,
se a poco a poco cessi di amarmi
cesserò d’amarti a poco a poco.
Se d’improvviso
mi dimentichi,
non cercarmi,
ché già ti avrò dimenticata.
Se consideri lungo e pazzo
il vento di bandiere
che passa per la mia vita
e ti decidi
a lasciarmi alla riva
del cuore in cui ho le radici,
pensa
che in quel giorno,
in quell’ora,
leverò in alto le braccia
e le mie radici usciranno
a cercare altra terra.
Ma
se ogni giorno,
ogni ora
senti che a me sei destinata
con dolcezza implacabile.
Se ogni giorno sale
alle tue labbra un fiore a cercarmi,
ahi, amor mio, ahi mia,
in me tutto quel fuoco si ripete,
in me nulla si spegne né si dimentica,
il mio amore si nutre del tuo amore, amata,
e finché tu vivrai starà tra le tue braccia
senza uscire dalle mie.
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Pablo Neruda
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donaruz · 9 months
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: LA BAMBINA DI HIROSHIMA
Nazim Hikmet
“Apritemi sono io…
busso alla porta di tutte le scale
ma nessuno mi vede
perché i bambini morti nessuno riesce a vederli.
Sono di Hiroshima e là sono morta
tanti anni fa. Tanti anni passeranno.
Ne avevo sette, allora:
anche adesso ne ho sette perché i bambini morti non
diventano grandi.
Avevo dei lucidi capelli, il fuoco li ha strinati,
avevo dei begli occhi limpidi, il fuoco li ha fatti di vetro.
Un pugno di cenere, quella sono io
poi il vento ha disperso anche la cenere.
Apritemi; vi prego non per me
perché a me non occorre né il pane né il riso:
non chiedo neanche lo zucchero, io:
a un bambino bruciato come una foglia secca non serve.
Per piacere mettete una firma,
per favore, uomini di tutta la terra
firmate, vi prego, perché il fuoco non bruci i bambini
e possano sempre mangiare lo zucchero.”
6 Agosto 1945 ...
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tiaspettoaltrove · 2 months
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Ritrovarsi a cercare l’apice.
Lo so che alcune di voi utilizzano Tumblr esclusivamente per masturbarsi. Vi immagino lì, sul letto, completamente nude, dentro l’app. Magari nemmeno l’aprite per quel motivo specifico, ma poi il tutto viene da sé, naturalmente. Volete solo rilassarvi un momento, guardare qualche foto, leggere due-tre pensieri. Spegnere il cervello per un po’, insomma. Vedo un lenzuolo a coprire parte del vostro corpo, e la vostra mano sotto, ad accarezzare. Non si tratta di violentarsi come in un porno, ma di accompagnarsi verso uno stato di rilassamento. Lasciatemi immaginarvi senza orrendi giocattoli sessuali, ma solo con le vostre mani. Troppo più affascinanti, delicate, eppure anch’esse fisiche. Siete in preda all’imprevisto, alla voglia di sorprendervi. Non avete uno schema predefinito, un obiettivo specifico. Volete solo vedere che succede. E succede che a un certo punto vi capita una gif particolare in home page, che vi fa pensare a un momento del vostro passato, a un sogno ancora irrealizzato. Frammenti d’erotismo, corpi che si toccano, femminilità e virilità che esplodono insieme. Lì vi parte un piccolo sussulto, e la mano scende da sola, alla ricerca di quel punto profondo che voi conoscete come nessun altro. Siete sole con voi stesse, ma al contempo pensate a cosa accadrebbe se il ragazzo che vi piace vi guardasse proprio adesso, in questo momento, mentre siete spogliate di tutte le inibizioni oltreché di tutti i vestiti. Mentre siete fragili, prede, possedute dal demone del godimento più insidioso. Accecate e annientate nella vostra lucidità, divenuta cenere al cospetto dei bollori del corpo. La vostra carne bollente urla, e la vostra vagina sembra sempre troppo vuota perché vorreste riempirla di concretezza, di quella certezza di poter essere sempre soddisfatte ogni qualvolta lo desideriate. Vorreste vederla colare di sperma, e di felicità così incontenibile da non poter essere intrappolata, ma desiderosa di spandersi necessariamente ovunque. Fiumi di piccoli urletti messi in fila come note su un pentagramma, nella sinfonia di quell’irrinunciabile richiamo mai stonato. Voi non siete quelle col blog porno. Voi siete quelle che sembrano degli angeli, che postano paesaggi toscani e tovaglie colorate. Voi siete quelle che sprizzano candore, dolcezza e gentilezza da tutte le parti. Ma poi chiudono la porta a chiave, e sognano di essere viste o scoperte da chi sanno loro. Voi siete le bravissime ragazze che però un corpo ce l’hanno, e una vagina pure. E quella piccola meraviglia completamente depilata le chiede un po’ di attenzioni, ogni tanto. E voi la fate contenta, sorridendo. Senza che nessuno sappia. Senza che nessuno interferisca, perché quello è un momento solo vostro. Siete voi, e lei. Un piccolo capolavoro, da riempire di bacini. Da leccare. Da risucchiare. Con i vostri occhi chiusi, la testa inarcata all’indietro, il sogno di essere presenti. Lì e ora. Privatamente, senza dare giustificazioni. E senza bisogno di comunicarlo, su un banale social.
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Alla fine ho provato a cercarti al telefono, ma la linea era defunta
la cornetta puzzava di formalina. ho svitato il coperchio del microfono
e ho trovato il metallo arrugginito, pieno di vermi;
ho cercato un cacciavite
e ho smontato la carcassa: ai fili metallici del rocchetto
i ragni avevano fissato la loro tela.
sul cordone attorcigliato, ormai putrescente, con la gomma rovinata e il cavo scorticato
l’ho afferrato, l’ho strappato finché è venuto via dalle graffette nel muro insieme con l’intonaco,
ho continuato a tirarlo finché sono riuscito ad avvicinare
metro dopo metro il tuo quartiere al mio
rovinando farmacie, bar, pasticcerie, facendo scoppiare condotte fognarie
sovrapponendo strati d’asfalto, schiacciando tanto le stelle nel cielo violaceo, da tramonto, fra le case
che in alto è rimasta soltanto una lama di luce splendente
pulsante nell’aria bruciata, come da un fulmine.
tiravo il filo, e come un santone indiano volteggiante sulle acque
tiravo il filo, avvolgendolo intorno al braccio, e d’un tratto
la tua casa con le modanature rosa e bianche simile a un dolce fatto di calce
apparve con la tua finestra davanti alla mia finestra
i vetri andarono fragorosamente in frantumi
e noi ci siamo ritrovati l’uno di fronte all’altro
e ci siamo avvicinati sempre più
fino ad abbracciarci, schiacciando le nostre labbra
polverizzando i nostri abiti, i nostri tessuti di carne, fondendo il nostro cuore
mangiandoci le ciglia, il bianco degli occhi, le costole, il sangue,
sbrecciando la nostra spina dorsale, bruciando.
bruciavamo crepitando, quasi fossimo cosparsi di benzina
ci struggevamo fra ghiacci bluastri, fra stalattiti di fumo
con la cera sfrigolante, con il grasso accecante
finché la cenere ha riempito il contenitore dietro il sofà e il lavabo del bagno
e i ragni hanno dispiegato le loro tele dentro il nostro petto.
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sofysta · 1 year
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I Giorni della Merla nascono da un mito "siciliano"
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Con l’inizio di gennaio, hanno avvio i giorni bui e freddi che seguono le feste di fine d’anno, che culmineranno al termine del mese con le famose giornate della Merla, tradizionalmente considerate le più rigide dell’anno.
La versione più comune della storia popolare (e moderna) del mito dei Giorni della Merla vuole che il mese di gennaio, che inizialmente aveva 28 giorni, facesse degli scherzi ad un merlo, che per non patire il freddo decise di non lasciare il nido per quei giorni. Così il malefico gennaio introdusse altri tre giorni, i cosiddetti “giorni della merla" (29, 30 e 31), per poter scatenare la sua ira contro il povero animale affamato. Il merlo così cercò riparo e cibo in un comignolo per quei giorni suppletivi, facendo variare il colore del suo piumaggio, che da bianco era diventato nerastro per via della cenere.
Questa versione però deriva come detto da una storia molto più antica, che proviene proprio dalla nostra regione.
Il mito di Proserpina, molto vivido in Sicilia per il culto presente nella provincia di Enna fino alla diffusione del Cristianesimo (l’ingresso agli Inferi era nei pressi del Lago di Pergusa), vuole che a seguito del patto matrimoniale che la dea ha avuto con suo marito Ade, lei potesse passare metà dell’anno con sua madre Demetra, divinità dell’agricoltura e della natura.
Demetra infatti possedeva un attaccamento materno molto forte nei confronti della figlia, che la spingeva a disperarsi e deprimersi quando ella era lontana da lei.
Le conseguenze di questa disperazione erano visibili a tutti. Demetra trascurava per il dolore così tanto i suoi compiti divini che l’inverno si diffondeva in tutto il globo, condannando chiunque alla fame e al deperimento. Proprio per aiutare la madre e scongiurare che questa condannasse il creato al gelo, Persefone con il permesso di suo marito aveva accettato il consiglio di Zeus di trasferirsi ogni anno per sei mesi da Demetra, favorendo così il rifiorire delle piante e l’innalzamento delle temperature.
Questo viaggio verso la casa materna era però preceduta dall’arrivo di un messaggero alato, che avvisava la madre dell’arrivo della figlia e che non aveva problemi di spostarsi né durante la brutta né durante la cattiva stagione: il merlo.
Se nei giorni in cui il merlo usciva dal nido per compiere il suo dovere le temperature erano miti, l’animale indicava che l'inverno sarebbe durato a lungo, perché Persefone l’anno precedente si era attardata nel ritornare nell’Ade e nel nuovo anno sarebbe giunta dopo da sua madre.
Se invece le giornate erano invece veramente molto fredde, l'inverno sarebbe stato breve, perché Demetra avrebbe preteso presto la figlia, essendo in scadenza i sei mesi di convivenza fra lei e suo marito.
Il merlo così, da animale privo di importanza e di significato, divenne così forse il più importante messaggero divino dopo Hermes e il popolo greco-romano confidava nel suo comportamento per comprendere o meno se la Primavera sarebbe stata bella e vicina.
Tale mito trarrebbe ovviamente origine da una naturale capacità della specie e di molti altri uccelli stanziali di percepire, nel periodo antecedente la stagione degli amori, i segnali dell’arrivo del bel tempo.
Dovendosi infatti preparare per la nidificazione, il loro orologio biologico si sarebbe adattato proprio per carpire questi segnali, in previsione del corteggiamento e dell’organizzazione generale che precede la messa al mondo dei pulcini.
Il culto di Demetra decadde con l’inizio del Medioevo, ma il rispetto che il folklore popolare poneva nei confronti di questi uccelli rimase, finché nacquero nuove storie e il merlo divenne il vero ed unico protagonista della vicenda, che si diffuse in tutta Italia a partire proprio dalla Sicilia.
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omarfor-orchestra · 7 months
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Film italiani in uscita a ottobre
Nata per te (Fabio Mollo): 05/10
Luca è single, gay, cattolico, dedito al volontariato e con un grande desiderio di paternità. Alba è una neonata con sindrome di Down che è stata abbandonata in ospedale subito dopo il parto. Mentre la sua infermiera le dedica ogni tipo di cura, il tribunale di Napoli è alla ricerca di una famiglia che possa occuparsi di lei. Luca si propone per ottenerne l'affidamento, ma è single ed è omosessuale. Ad aiutarlo ci penserà un'avvocata agguerrita, esperta tanto di legge quanto di umanità.
Volevo un figlio maschio (Neri Parenti): 05/10
Alberto è un marito e un padre felice. Ha però un cruccio: avere solo figlie femmine. Il film racconta la storia di Alberto che, grazie a una magia, si ritrova improvvisamente padre di quattro figli maschi.
Phobia (Antonio Abbate): 05/10
Dopo aver abbandonato da anni il casale di famiglia, Chiara torna dalla sua famiglia insieme a Michela, una sua amica. Nel passato di Chiara c'è un trauma non superato: si sente responsabile di un incendio alla stalla avvenuto quand'era bambina e che ha ridotto permanentemente a letto, collegato alla bombola dell'ossigeno, il padre. Tutti sono pieni di rancore. Quando nel cuore della notte Chiara si sveglia, Michela non c'è più e sono scomparse anche le sue cose. Chiara si alza e chiede ai familiari se l'hanno vista, ma questi sostengono che non esiste: Chiara è venuta da sola. Chiara, sconcertata e preoccupata, precipita così in un mistero inatteso e intricato.
La fortuna è in un altro biscotto (Marco Placanica): 06/10
In una città portuale di provincia Leo ha un piccolo negozio di oggettistica e modesto antiquariato. Le cose non gli vanno bene, e si fa sempre più presente la minaccia di uno strozzino. Leo è disposto a tutto, per evitare lo strozzino, con una tanica di benzina e con l'aiuto di un ragazzo cinese, trasforma il suo negozio in un cumulo di cenere. È disposto anche a rubare. A rubare un quadro di valore: la tela di un esponente delle avanguardie del Novecento. Il quadro si trova nella villa di un facoltoso imprenditore, collezionista d'arte, aspirante sindaco nella lista "Famiglia Unita". Destino vuole che il figlio dell'imprenditore e la figlia dello strozzino abbiano una relazione..
Il vuoto (Giovanni Carpanzano): 06/10
Giorgio e Marco vengono da due mondi diversi: il primo è il figlio di un avvocato affermato, il secondo di un agricoltore, lotta per emanciparsi dalla periferia di una città del profondo sud. Entrambi sognano un amore travolgente e soprattutto, per motivi diversi, brucia- no dalla voglia di emergere. La forza che li ha attratti li costringerà a combattere per stare insieme. Il 'vuoto' che li spinge l'uno verso l'altro porterà i protagonisti ad inseguirsi, camminando in bilico proprio sul vuoto che li attrae: due ragazzi e un sentimento inaspettato
La luna sott'acqua (Alessandro Negrini): 09/10
Un visionario affresco nel tempo dalle atmosfere oniriche a Erto, paese devastato dalla tragedia del Vajont, diviso tra il desiderio di rinascita e il bisogno di preservare la memoria di un passato doloroso. Un ritratto onirico che oscilla tra realtà e sogno e sul crinale di una domanda: qual è il confine tra il preservare la propria memoria e la necessità di sopravvivere al dolore e ritrovare una speranza?
Doppio passo (Lorenzo Borghini): 12/10
Dopo che la Carrarese Calcio è stata promossa in serie B con cinque giornate di anticipo, il suo storico capitano Claudio Russo decide di esaudire uno dei più grandi desideri della sua vita e apre un ristorante con sua moglie Gloria grazie anche al prestito del suo amico Sandro Costa. La fortuna però gli volta improvvisamente le spalle. Cerca di arrangiarsi come può finendo per accettare di andare a lavorare nella cava. Ma i soldi guadagnati non bastano, il suo matrimonio va in crisi e la sua vita, di conseguenza, si trasforma in un inferno. Per provare a uscirne fuori, dovrà mettere in discussione la sua integrità morale.
Gli ospiti (Svevo Moltrasio): 12/10
Un casale sparso in mezzo al verde, nove amici che si conoscono da una vita, un bambino che dorme. Poi si accorgono di un intruso, tale Marco. Ma Marco dice che quella è casa sua, anzi, che la sta vendendo e per questo ha lasciato la porta d’ingresso aperta. Il film è una black comedy esclusivamente finanziata grazie a una campagna di crowdfunding.
L'ultima volta che siamo stati bambini (Claudio Bisio): 12/10
Vanda, Italo, Cosimo hanno dieci anni e, nonostante la Seconda guerra mondiale, conoscono ancora il piacere del gioco che condividono con l'amico Riccardo che è ebreo. Il giorno in cui scompare decidono che non si può attendere: i tedeschi, che devono averlo portato via con un treno, debbono essere resi consapevoli del fatto che il loro amico non ha alcuna colpa per cui essere punito. Si mettono quindi in marcia seguendo la strada ferrata. A cercare di raggiungerli ci sono il fratello Vittorio, milite fascista che ha subìto una ferita, e la suora dell'Istituto per gli orfani che ospita Vanda.
Me contro te - Vacanze in Transilvania (Gianluca Leuzzi): 19/10
Nel laboratorio ormai abbandonato del Signor S., Viperiana, Perfidia e la banda dei Malefici stanno tramando un piano malvagio per distruggere i Me Contro Te e il mondo intero: oscurare il Sole con il prezioso diamante delle paure e rendere la Terra un posto buio e desolato. Ma il diamante è nascosto nel posto più spaventoso del Pianeta: il Castello del Conte Dracula in Transilvania! Sofì, Luì, Chicco, Tara e Ajar partono così per la Transilvania, mentre il Signor S. si mette sulle tracce dei Malefici. Qui i nostri amici dovranno vedersela con il Conte Dracula in persona, il suo fedele servitore Patumièr, e sua figlia Ombra. Attraverso passaggi segreti, quadri parlanti e nuovi amori, il gruppo di amici imparerà ad affrontare le proprie paure e realizzerà che le diversità sono un valore e non un limite e non bisogna temerle"
Un weekend particolare (Gianni Ciuffini): 19/10
Elena e Claudio si rincontrano a Malta nello stesso hotel in cui era finita la loro burrascosa storia d'amore. Sarà questo incontro inaspettato a far rinascere in loro la voglia di rivalsa dell'una sull'altro ma anche, forse, il desiderio di recuperare qualcosa che entrambi sentono di avere perduto. Tra sorprese, colpi di scena e combattivi pretendenti che non si danno per vinti, riuscirà la magia dell'isola a riannodare i fili strappati del loro amore?
Mi fanno male i capelli (Roberta Torre): 20/10
Una bella signora bionda sulla spiaggia, orme, onde, lei che raccoglie qualcosa dalla sabbia. Poi si avvicina a un ragazzo e gli dice di essersi perduta. Da una casa vicina un uomo la osserva: Monica sta perdendo la memoria, Edoardo, il marito, la accompagna con tenerezza nelle vite che lei si ricostruisce attraverso i film di Monica Vitti. Antonioni, Michele Placido, Alberto Sordi, con il quale lei dialoga attraverso uno specchio, abiti, cappelli, sentimenti, sperdimenti.
Holiday (Edoardo Gabbriellini): 23/10
Veronica, dopo un lungo processo e due anni di prigione per l'omicidio della madre e del suo amante, viene riconosciuta innocente. Ha solo vent'anni e tutta la vita davanti, ma è difficile guardare al futuro quando gli occhi di tutti sono ancora rivolti a quel tragico evento. Attraverso i ricordi suoi e della migliore amica Giada, riavvolgeremo il nastro di una storia che più avanza, più si fa ambigua.
C'è ancora domani (Paola Cortellesi): 26/10
Paola Cortellesi fa il suo esordio alla regia con un originale dramedy in bianco e nero ambientato nel Secondo Dopoguerra.
Comandante (Edoardo De Angelis): 31/10
La storia di Salvatore Todaro, comandante di sommergibili della Regia Marina che durante la Seconda Guerra Mondiale contravvenne agli ordini del suo comando per portare in salvo i 26 uomini che avevano provato ad affondarlo.
Documentari
La strada infinita (Alberto Valtellina, Paolo Vitali): 03/10
Una mappatura delle "eterotopie" che insistono su un importante asse viario di una città italiana.
Gorgona (Antonio Tibaldi): 06/10
Un sguardo sull'isola-carcere della Gorgona, unico esempio europeo di questo tipo di penitenziario.
Careseekers - In cerca di cura (Teresa Sala, Tiziana Francesca Vaccaro): 09/10
Le persone anziane spesso finiscono con il necessitare di attenzioni e cure particolari. Queste possono provenire da più soggetti: i familiari, le badanti, le strutture definite 'case di riposo' ecc. Il documentario si interroga, grazie alla collaborazione di un gruppo di donne che si occupano da tempo della questione, su quali possano essere le condizioni più favorevoli sia a chi è assistito che a chi assiste. Se l'Italia pensa di poter essere nel prossimo futuro un Paese per vecchi deve ripensare alla proprie modalità di assistenza. Si riuniscono sotto la definizione associativa di "Laboratorio di pensiero e parola" a Fabbrico, cittadina in provincia di Reggio Emilia le donne che si trovano al centro della riflessione che Sala e Vaccaro propongono all'attenzione di chi vedrà questo loro lavoro. Ecco allora, in questa narrazione suddivisa in capitoli, una proposta utopica che però è già stata sottoposta a verifica in un gruppo ristretto
Pasolini - Cronologia di un delitto politico (Paolo Angelini): 16/10
Un film inchiesta alla ricerca della verità politica dell'omicidio di Pier paolo Pasolini
Zucchero Sugar Fornaciari (Valentina Zanella, Giacomo De Stefano): 23/10
Jeff Koons - Un ritratto privato (Pappi Corsicato): 23/10
L'artista che è riuscito a elevare il kitsch e il pop per trasformarli in capolavori come pochi artisti visionari nella storia recente.
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sayitaliano · 1 year
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CENERE | LAZZA
(Heaven is a lie, just give me some truth x3 Heaven is a lie)
Ho paura di non riconoscerti mai più non credo più alle favole I am afraid I won't recognize you ever again I don't believe in fairytales anymore So che ho un posto ma non qui I know I have a place (=I belong somewhere) but (it's) not here Tra le tue grida in loop Between your shouts on loop Corro via su una Cabriolet I run away on a convertible Di noi resteranno soltanto ricordi confusi Of us only confused memories will remain Pezzi di vetro Pieces of glass Mi spegni le luci se solo tieni gli occhi chiusi You turn off my lights just by keeping your eyes closed Mi rendi cieco You make me blind Ti penso con me per rialzarmi I imagine you with me to get back up Sto* silenzio potrebbe ammazzarmi ['sto* = questo] This silence could kill me
Aiutami a sparire come cenere Help me disappear like ash Mi sento un nodo alla gola, nel buio balli da sola I have a lump in my throat, in the darkness you dance alone Spazzami via come cenere Sweep me away like ash Ti dirò cosa si prova I'll tell you how it feels like Tanto non vedevi l'ora, ma verrai via con me You were only looking forward to it, but you'll come away with me
Ho visto un paio di Inferni alla volta I saw a couple of hells at time So che vedermi così ti impressiona I know that it shocks you to see me like this Primo in classifica ma non mi importa First in the charts but I don't care Mi sento l'ultimo come persona I feel like the last as a person L'ultima volta che ho fatto un pronostico The last time I made a prediction È andata a finire che mi sono arreso it ended with me giving up
Sai che detesto che citi l'oroscopo You know I despise that you quote the horoscope Ma non sai quanto con me ci abbia preso But you don't know how much it resonates with me Ti prego abbassa la voce o da sta casa ci cacciano proprio Please lower your tone or they'll definintely banish us from this house Ormai nemmeno facciamo l'amore At this point we don't even make love Direi piuttosto che facciamo l'odio I'd rather say we make hate Ora ti sento distante io schifo il mondo Now I feel you're indifferent/far I am disgusted by the world E tu guardi And you watch Cercavo una verità che è sempre in mano ai bugiardi I was searching for a truth that is always in the hands of liars
Aiutami a sparire come cenere Help me disappear like ash Mi sento un nodo alla gola, nel buio balli da sola I have a lump in my throat, in the darkness you dance alone Spazzami via come cenere Sweep me away like ash Ti dirò cosa si prova, tanto non vedevi l'ora I'll tell you how it feels, you were only looking forward to it Puoi cancellare il mio nome, farmi sparire nel fumo You can erase my name, make me disappear in the smoke Come un pugnale nel cuore, come se fossi nessuno As a dagger in my heart, as if I were no one Via come cenere, cenere Away like ash, ash
Vorrei che andassi via lontana da me, ma sei la terapia I'd like for you to go far away from me, but you're the (my) therapy Rinasceremo insieme dalla cenere We'll reborn together from ash Mi sento un nodo alla gola, nel buio balli da sola I have a lump in my throat, in the darkness you dance alone Bella che mi sembri Venere (You're/so) beautiful that you look like Venus to me Scendi che il tempo non vola, sono qua sotto da un'ora Come down because time doesn't fly, I've been down here for an hour* Tu sei più calda del Sole, io invece freddo Mercurio You're hotter than the Sun, I instead (am) cold (as) Mercury Lasciamo quelle parole, dimenticate nel buio Let's leave those words, forgotten in the dark Via come cenere, cenere Away like ash, ash
*[scendi, sono qui sotto -> these are the classic words someone would tell you if they were waiting for you like Romeo was waiting for Juliet. When you're outside your friend's house and they live in a flat building, you'd likely ask them to come down, cause you're down in the street waiting for them -while they're up in their apartment especially if they're on 2nd floor to above]
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ma-pi-ma · 1 year
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Vengono da me calde palpabili radici cucite alla luce di un simbolo fatte argento d'abisso e di mistero fatte oro di sartiame mistico fatte ferro di lingue eterne fatte corallo di coste impossibili fatte carbone di vividi bagliori fatte miele fatte brace fatte rame fatte carezze di ritmo abbondante fatte ordito stellare fatte cenere Le parole sono labbra omogenee di dei muti che trasudano suoni sono chicchi leggeri, luci distinte rari cigni di fuoco che trasmettono uova anche di fuoco soffici cigni morbidi uccelli piogge fili chiavi segreti che si depositano lenti lirici nelle fibre celesti del poeta
Madrid, 1949
Carlos Edmundo de Ory, Le parole, III, da Poesia [1949-1969], 1970
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