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#centuria
schizografia · 1 month
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(…) il popolo dei dormienti è una folla di sicari.
Giorgio Manganelli, Centuria
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floridx · 1 year
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dinonfissatoaffetto · 25 days
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- Giorgio Manganelli
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jg-shiny · 19 days
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saegull · 22 days
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centuria looks promising.
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curiositasmundi · 1 year
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SESSANTASEI Una fata del paese delle fate, nota per la sua distrazione, e per una certa irritante inutilità delle sue iniziative, un giorno sbagliò treno, e invece di giungere in una terra in cui vivevano altre fate sue consanguinee, tutte un poco scriteriate, arrivò in un paese in cui di fate non ce n’erano punte e non ce n’erano mai state. La fata se ne accorse solo dopo aver lasciato il treno, e si accorse di non sapere neppure dove si trovasse; per qualche tempo vagabondò nella speranza di incontrare un’altra fata; ma in breve dovette rendersi conto che quella non era terra di fate. La sbadata si sentì perduta, e ne provò una grande ambascia. Non sapeva quale mai treno avesse preso invece di quello giusto, e quindi non poteva fare il percorso a ritroso. Decise di ricorrere ad un espediente poco dignitoso, e di scegliersi una persona cui rendersi visibile. I bambini per un verso andavano bene, ma non sarebbero stati in grado di darle le informazioni necessarie; anche i vecchi potevano andar bene, ma temeva la loro ciarla, la smania di rendersi indiscriminatamente utili. Alla fine scelse un signore dall’aria insieme calma ed eccessivamente pensosa; costui, di fatti, era lievemente incline ad allucinazioni, fantasie paranoiche, stati crepuscolari: insomma, aveva una idea del mondo estremamente realistica e articolata. Egli credeva nelle fate, nei numeri magici, nel vascello fantasma. Quando la fata si materializzò davanti a lui, egli la salutò in modo compito, ed espresse con sobria eloquenza il piacere di incontrare una fata così distinta. Sebbene fosse uomo da poco, poteva esserle utile? Sì, poteva. Ne era felice. La fata gli spiegò il suo caso, e il signore eccessivamente pensoso con garbo la condusse in stazione, la mise sul treno giusto, le spiegò a quale stazione dovesse scendere, e si congedò con un inchino. Si allontanò con gli occhi pieni di lacrime, giacché s’era reso conto che in quell’istante tutta la sua vita era stata spiegata, ma che la spiegazione non sarebbe stata ripetuta. La fata provò nostalgia del signore pensoso, e pensava che sarebbe stato garbato tornare a fargli visita; poi se ne dimenticò. Il signore pensoso non dimenticò mai la fata; ogni tanto va in stazione a vedere quel treno; ogni tanto vi sale, e percorre due o tre stazioni. Poi scende, torna, e cerca di tener saldo nelle sue mani esili quel minimo significato, ma significato totale, grazia di una fata sbadata, a lui, uomo svagato e stolto, quale nessun altro nella città
Da: Centuria -
Giorgio Manganelli
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I'll be back soon by Anton Krasnikov
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immaculatasknight · 17 hours
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Everyone needs a Nazi
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schizografia · 1 month
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Giorgio Manganelli, Centuria
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floridx · 1 year
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︵‿︵‿୨♡୧‿︵‿︵
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nandografias · 5 months
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Nacho
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Nacho por Nando Uruguay Por Flickr: Olympus Stylus Infinity - Konica Centuria 100
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kommunic8 · 7 months
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Un libro che amo follemente, un capolavoro: Centuria di Giorgio Manganelli. È una raccolta di 100 microstorie, tutte rigorosamente di una pagina e mezza. In queste storie, Manganelli crea atmosfere surreali e inquietanti, utilizzando una scrittura semplice ma efficace. Ogni storia è come un piccolo universo. È un libro che vi farà riflettere sulla natura dell'esistenza, sulla realtà e sull'immaginazione. TRASCRIZIONE [Eng translation below] Vi ricordate il 'Club degli editori'? Per chi come me, da ragazzina, abitava in un posto un po' remoto, dove non c'erano tante biblioteche e non c'erano nemmeno tanti negozi di libri, era un modo semplice e più o meno economico per avere dei libri spediti a casa, libri che magari non avrei mai conosciuto. Spesso i libri li compravo perché mi affascinava la copertina. Uno di questi è uno dei miei libri preferiti, amati, letto e riletto tante volte in assoluto, "Centuria" di Giorgio Manganelli. È un libro che comprai perché mi piacque la breve descrizione che si faceva appunto nel catalogo del 'Club degli editori', poi per la bella copertina. Una volta letto da ragazzina, me ne innamorai follemente e penso che questo modello di scrittura abbia anche influenzato il modo in cui io, non dico che scrivo, ma aspirerei a scrivere. 'Centuria', il sottotitolo '100 piccoli romanzi fiume' sono delle microstorie, tutte rigorosamente di una pagina e mezzo, dove Giorgio Manganelli costruisce queste atmosfere surreali. È una narrazione incredibilmente semplice, però molto enigmatica, straniante, da realismo magico. Sono delle storie in cui solitamente inizia: "L'uomo che si era appena corto, che gli avevano rubato l'universo..." etc. etc. E ogni piccola storia racchiude veramente un universo che Giorgio Manganelli riesce a costruire con una facilità di espressione che non ti sembra che stai leggendo chissà che, perché le parole che usa sono sempre molto semplici, frasi molto brevi, però ti lasciano questo senso di sgomento, questo senso di irrequietezza. Immaginate un mazzo di 100 carte che voi le mischiate, ne togliete fuori una e la guardate e vengono fuori queste storie. È bravissimo Giorgio Manganelli ad avere la capacità di una sintesi fulminante, nel senso che lascia chi legge senza parole e ti viene voglia di andare avanti, di rileggerli ancora, di vedere quali altre storie incredibilmente inquietanti, molte sono anche gotiche, ci sono i fantasmi, ci sono le persone morte-non morte, ci sono le cose scomparse. Insomma, se avete voglia di una lettura che potete prendere a piccolissime dosi, perché ripeto, ogni romanzo fiume è di una pagina e mezzo, vi consiglio sicuramente di acquistare 'Centuria' di Giorgio Manganelli e vi assicuro che sarà una lettura che non dimenticherete così facilmente. TRANSLATION Do you remember the 'Publishers' Club'? For people like me who, as a young girl, living in a somewhat remote place, where there weren't as many libraries and there weren't as many bookstores either, it was an easy and more or less inexpensive way to get books sent home, books that I might never have known about otherwise. I often bought books because I was fascinated by the cover. One of them is one of my favourite, beloved books, read and reread many times ever, "Centuria" by Giorgio Manganelli. It is a book that I bought because I liked the brief description that was given in the 'Publishers' Club' catalogue, then because of the beautiful cover. Once I read it as a young girl, I fell madly in love with it, and I think this writing model also influenced the way I, I don't say I write, but I aspire to write. 'Centuria,' the subtitle 'One Hundred Ouroboric Novels,' are micro-stories, all strictly one and a half pages long, where Giorgio Manganelli builds these surreal atmospheres. It is an incredibly simple narrative, yet very enigmatic, alienating, magic realism-like. They are stories in which it usually begins like: "The man who had just come up short, that they had stolen the universe from him..." etc. etc. And each little story really encapsulates a universe that Giorgio Manganelli manages to construct with an ease of expression that you don't feel like you're reading who knows what, because the words he uses are always very simple, very short sentences, yet they leave you with this sense of dismay, this sense of restlessness. Imagine a deck of 100 cards that you shuffle them, take one out and look at it, and these stories come out. It is very good of Giorgio Manganelli to have the capacity for lightning-fast summarization, in the sense that it leaves the reader speechless and makes you want to go on, to read them again, to see what other incredibly creepy stories, many are even gothic, there are ghosts, there are dead-undead people, there are missing things. In short, if you are in the mood for a read that you can take in very small doses because I repeat, each river novel is one and a half pages, I definitely recommend that you buy Giorgio Manganelli's 'Centuria' and I assure you that it will be a read that you will not forget so easily.
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aembarcar · 11 months
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🔱🔱🔱 CENTURIÓN ROMANO 🔱🔱🔱
🔱🔱🔱 Grafito sobre papel Canson, formato DIN-A4. Mas información por privado o al WhatsApp 681 287 104.
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nlgoakja7fxbng · 1 year
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belennnnna · 1 year
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Francia 2022.
Esa tarde me dispuse a maquillarla, me parece tan hermosa y maquillarla fue muy bonito. Sus uñas conectan, gran trabajo de una colega de Guadalajara, Roho. 
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curiositasmundi · 1 year
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[VENTITRÉ] Nella notte violentemente tempestosa, egli si aggira per la sua casa disordinata, ed ha paura. Trasale al rombo dei tuoni, lo scrosciare ironico dei fulmini, le vampate di pioggia che percuotono la sua casa. È una casa solida: viene periodicamente controllata da tecnici di muratura, di temporali, di terremoti, ed ogni volta egli viene rassicurato: la casa è tecnicamente inattaccabile. E tuttavia egli ha paura, e il temporale lo strema, giacché egli non è solo e tutto dentro la propria casa; nessuna casa potrebbe escludere il frastuono del fortunale, i diversi rumori dalla pioggia quieta, strisciante come serpe, alle abbreviate storie dei biforcuti folgori. Ed egli ha paura. In realtà, non teme di morire; non teme che la casa venga distrutta; ma teme per se stesso, che la sua vocazione a cedere lo conduca a cedere alla pioggia, alle folgori, al vento; egli si sente labile, e moltiplica le difese, e le difese gli dicono che egli ha paura. Nel cuore della tempesta, qualcuno bussa alla porta. Appunto questo egli temeva. Teoricamente dovrebbe pensare che lì fuori sia qualcuno che, trovandosi sorpreso dal maltempo, cerchi riparo. Ma egli sa, da sempre, che non è così. La mano che bussa è calma, tranquilla, per nulla insistente. Ciò che è là fuori non cerca riparo. Cerca solo di entrare. Egli ascolta il suono di quella mano che bussa. Per lui, è un suono di quella notte di tempesta, e, sebbene più sommesso, forse non è meno temibile del fulmine. Egli deve capire rapidamente che cosa significa quel modo di bussare calmo e paziente, e che rapporto abbia con la notte sconvolta che lo sovrasta. Se egli aprirà la porta, chi ha bussato potrebbe entrare, e potrebbe anche tenere, con la sua forza terribile, spalancata la porta, affinché tutta la violenza frustrata della tempesta si precipiti nella sua casa. Ma ammettiamo che chi bussa entri e si chiuda la porta alle spalle. Che significa? Egli non sarebbe solo, e non potrebbe più esaminare la sua paura, che è il compito decisivo della sua vita. Dovrebbe parlare, e parlare distrae. Dovrebbe, sia pure distrattamente, toccare qualcuno che non è lui; e la cosa gli pare intollerabile. In definitiva, egli non potrebbe non venir derubato della paura, del deserto, della sua identità. Ascolta il picchiettio sulla porta farsi rado e sommesso, ascolta con ira, con disperazione, con rimorso, con una cupa felicità
Giorgio Manganelli - Centuria
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