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#classicismo italiano
tremaghi · 3 months
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Il connubio tra medicina ed arte, la bellezza che salverà il mondo
Quante volte ho sentito apostrofare un ospedale come un brutto posto, lo so, è un luogo comune, tutti preferirebbero starne alla larga il più possibile. La mia filosofia di vita mi ha insegnato che non esistono luoghi brutti, tutti, anche quelli più tristi, hanno un perché e bisognerebbe imparare a guardarli con altri occhi e tanto meno un ospedale può essere considerato brutto, dove sempre molte…
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valentina-lauricella · 8 months
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Discorso intorno alla poesia
"Una notte serena e chiara e silenziosa, illuminata dalla luna, non è uno spettacolo sentimentale? Senza fallo. Ora leggete questa similitudine di Omero:
Sì come quando graziosi in cielo rifulgon gli astri intorno della luna, e l’aere è senza vento, e si discopre ogni cima de’ monti ed ogni selva ed ogni torre; allor che su nell’alto tutto quanto l’immenso etra si schiude, e vedesi ogni stella, e ne gioisce il pastor dentro all’alma.
Un veleggiamento notturno e tranquillo non lontano dalle rive, non è oltremodo sentimentale? Chi ne dubita? Ora considerate o Lettori, questi versi di Virgilio:
Adspirant aurae in noctem, nec candida cursus luna negat, splendet tremulo sub lumine pontus. Proxima Circaeae raduntur litora terrae, dives inaccessos ubi Solis filia lucos adsiduo resonat cantu, tectisque superbis urit odoratam nocturna in lumina cedrum, arguto tenues percurrens pectine telas. Hinc exaudiri gemitus iraeque leonum vincla recusantum et sera sub nocte rudentum.
[Spirano le brezze sulla notte né la candida luna nega il percorso, il mare splende sotto tremula luce. Si sfiorano i vicini lidi della terra di Circe, dove la ricca figlia del Sole fa risuonare i boschi inaccessibili di continuo canto, nella casa superba brucia l'odoroso cedro per le luci notturne scorrendo le sottili tele col pettine vivace. Di qui si sentono i gemiti e le ire di leoni che rifiutano le catene e ruggiscono nella tarda notte.]
Che ve ne pare? Quelle cose che sono sentimentali in natura, non sono parimente e forse da vantaggio in queste imitazioni?"
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Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO PRIMO - di Gianpiero Menniti 
CADONO LE UTOPIE DELL'UMANESIMO - Seconda Parte
Iconologia, iconografia e stile della "Deposizione di Volterra" sono quelle del paradigma rinascimentale dei tre grandi Maestri?  Per nulla.  Il modello è ormai quello del rinascimento idealizzato e poi tradito.  Il XVI secolo avverte sé stesso come l’impero romano percepì la sua caduta: è un secolo che sente la decadenza.  Il Rinascimento appare, in questo senso, come l’affannarsi teso a nascondere il dramma delle “albe incompiute” dell’umanesimo: si tratta di un’espressione del filosofo italiano Massimo Cacciari, il quale vede nel “Rinascimento”, soprattutto nel passaggio tra ‘400 e ‘500, un’epoca di straordinaria crisi che segue alla caduta delle utopie dell’umanesimo. Quali erano queste utopie?  Sostanzialmente una: l’utopia della virtù che sconfigge la fortuna, l’uomo padrone del proprio destino.  Con essa, cade anche l’utopia della combinazione armonica tra filosofia medievale e filosofia moderna e l’utopia della pace politica che, specialmente in Italia, corrisponde al venir meno, al collassare dei Comuni a vantaggio delle Signorie, ma in tale frammentazione e debolezza da far diventare la penisola italiana facile terra di conquista per le potenze nazionali europee, in particolare Spagna e Francia.  La caduta dell’impero romano, dicevo.  Sì, questo sente del suo mondo l’uomo rinascimentale.  E come sempre accade nel clima di  consapevolezza della decadenza, le corti della misera Italia, corti debolissime dal punto di vista politico e militare, sono invece, per contrasto, i centri dai quali promana florido il prestigio artistico e culturale.  Al secolo delle utopie, segue, dunque, il secolo della crisi e questo porta con sé il rifugio nell’arte e nella speculazione libera da congetture e dogmi, direttamente tratta dall’osservazione del reale.  Che non è un bel reale.  E che ha quindi bisogno del richiamo al classico, all’armonia, alla misura.  È illusione: sarà la visione del Laocoonte scaturito dalle viscere della terra romana a dare il senso di un confine superato che artisti come Rosso Fiorentino avvertono con chiarezza fin dai loro esordi dopo l’esperienza di bottega presso Andrea del Sarto vissuta in comune con il suo alter ego, il Pontormo, divisi anche dalla fede politica: con Savonarola il primo, mediceo il secondo.  Quella di Rosso Fiorentino è dunque una maniera nuova di rappresentare l’umano ed il soprannaturale: i corpi, le figure, i gesti, sono congeniali all’espressione di un occhio che vuole scrutare i reconditi magmatici anfratti dell’anima.  Nelle immagini che propone si avverte la rude, durissima pietà arcaica dei Piagnoni seguaci di Savonarola, la vocazione austera della breve repubblica fiorentina sul dorso dei due secoli.  In quel 1521 tutto è ormai perduto e Rosso ha iniziato il suo lungo peregrinare tra piccoli e grandi centri d’Italia, un vagare decennale che, dopo il “Sacco” del 1527 lo condurrà, nel 1530 a stabile dimora in Francia, alla corte di Francesco I a fare da apripista a quella che verrà definita la “maniera internazionale” della cosiddetta scuola di Fontainebleau.  Fino alla morte sopraggiunta dieci anni dopo in circostanze drammatiche tutt’ora poco chiare, in linea con lo spirito profondo ed inquieto di quest’artista ribelle. Ma se facendo queste affermazioni si possa declinare verso l’idea che Rosso appartenga ad un filone artistico classificabile, valga a togliere ogni equivoco la personale tendenza a disconoscere una qualunque codificazione della “maniera” che non sia quella tracciata dal Vasari.  Il resto è libera interpretazione, sensibilità artistiche molto variegate che non sono accomunabili in un profilo unitario denominabile.  Per certi versi, il “manierismo” che si contrappone al classicismo della maniera “vasariana”, non esiste se non in una molteplicità di anime e di filoni culturali e stilistici irriducibili ad un’impronta comune. 
- Rosso Fiorentino (1495 - 1540): "Pietà",1537-1540, Louvre, Parigi
- In copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
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silviascorcella · 5 months
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Lucio Vanotti a/i 2018-19: teorema della geometria libera indossata
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La si potrebbe quasi definire una rivoluzione gentile: la strada che Lucio Vanotti percorre con le sue creazioni punta, infatti, imperterrita verso la direzione del cambiamento generoso, dello scardinamento di regole imposte che a volte serrano assai il ritmo della composizione creativa del sistema moda, ma anche il ritmo della composizione del gusto nel sistema del proprio guardaroba, e dell’allestimento estetico della nostra stessa immagine, noi che la moda la indossiamo con piacere grande misto a consapevolezza interiore.
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Una rivoluzione gentile perché percorre la sua strada quasi con fare silente: non c’è confusione nella maniera di Lucio Vanotti di proporre la sua visione concretizzata in collezioni sempre applaudite, bensì c’è l’invito garbato ad essere accompagnati ad esplorare un mondo squisitamente personale, costruito su pilastri solidi che hanno a che fare con la passione per filoni culturali, artistici e architettonici che hanno segnato le epoche. Passione che si unisce al talento sartoriale vero. 
I nomi aiutano di certo a comprendere meglio: quei pilastri, o punti cardinali immancabili, sono la rievocazione dell’aspirazione all’armonia perfetta del classicismo, del suggerimento dell’Architettura radicale a godere del piacere estetico che la composizione architettonica regala a tutto il mondo che ci circonda, della nettezza rigorosa del brutalismo che guida la mano a disegnare silhouette asciutte eppur eloquenti, della volontà purificatrice di un ascetismo ammantato di Oriente, ma intriso di una capacità poetica che ha le radici nel genio tipicamente italiano. 
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Quelle radici che gli consentono di mescere tali riferimenti in un punto di vista riassumibile in un motto parafrasato, e per questo perfettamente personalizzato: “Less is … freedom!”, ovvero il meno non è tanto questione di meglio, ma questione di libertà. Semplicità vuol dunque dire niente orpelli che distraggono, solo forme essenziali e funzioni efficaci da comporre, da sperimentare, con le quali giocare, da far fluire oltre i confini dei generi sessuali e delle scansioni stagionali. 
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Quello di Lucio Vanotti è dunque un elogio della sottrazione che si rinnova anche nella collezione a/i 2018-19: qui l’amore per il rigore delle forme che si esplicano nella funzione è allacciato alla dimensione dell’uniforme, nel suo essere un codice di appartenenza scritto nei dettagli solitamente composti secondo un razionalismo profondo, che per Vanotti è la materia prima da scardinare per spingere l’orizzonte della sua esplorazione ancora più in là. Verso dove? Beh, stavolta la rotta è segnata da un approccio ludico e matematico assieme: giocare con le caratteristiche tipiche dei filoni che han fatto della divisa il proprio manifesto, ovvero workwear e new wave, sportswear e postmodernismo, hip hop e razionalismo, e ibridarli con attenzione meticolosa. 
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Il risultato è una semplicità d’apparenza assai complessa nella sostanza: sfila dunque la geometria, con le linee quadrate delle giacche over, con la forma rettangolare delle camicie, con l’appiombo dritto dei pantaloni; ma sfila una geometria che da rigorosa muta ed evolve nei volumi aiutati dagli espedienti sartoriali, così che le linee rette diventano in profili tondi dei volumi gonfi dei k-way trasformisti in cappotto e mantello, dei bomber e delle felpe che cambiano la scala delle proporzioni e diventano capispalla. 
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Il metodo da seguire è il principio dell’accumulo: strati composti con saggezza, bilanciando ogni dimensione per lasciare spazio espressivo anche alla forza della palette cromatica: che dalla gentilezza delle tonalità neutre sale d tono e di brillantezza, fino ad elettrificare i classici basici con shot di fuxia, arancio denso, giallo intenso e blu vibrante.
Silvia Scorcella
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
{ Photo Backstage via © wwd e © pibemagazine }
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operaportugues · 6 months
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Der Rosenkavalier (O Cavaleiro da Rosa) (Richard Strauss) - MET 15/abril/2023
Ópera completa com legenda em português.
1. Instale o programa “Bigasoft Video Downloader Pro” Ele permite download do Metropolitan Opera.
2. Seriais Vá ao menu “Ajuda” - “Registrar” e digite um serial no campo “Código de Licença”.
3. Adicione a URL abaixo no programa Bigasoft para fazer o download. https://www.metopera.org/season/on-demand/opera/?upc=810004203150
4. Download da legenda em português: link.
Para os que se preocupam com o passar do tempo, para os que não podem evitar angustiar-se ao notar como os dias, as horas escorrem entre os dedos, esta é sua ópera.  "Às vezes, levanto no meio da noite e paro todos os relógios. E penso por um momento: parei o tempo.“
Fascinando o público desde a estreia em 1911, aqui uma música sinfônica sensual envolve prazeres vienenses mais borbulhantes, entre valsas e travessuras. O libretista criou uma história mozartiana de tom ao mesmo tempo moderno e atemporal. A poesia de seu libreto inspirou música excepcional. Para muitos, o trio vocal do fim do Ato III é um dos ensembles mais requintados da história da ópera.
Esta ópera causou tanta sensação que após a estreia, em 1911, trens extras começaram a circular nas regiões de língua alemã da Europa para levar a Dresden multidões nunca vistas de fãs do gênero.
Esta ópera é talvez uma das mais universais. A protagonista é uma aristocrata vienense do século XVIII, mas poderia ser qualquer um de vocês, pois há uma coisa que nos coloca no mesmo lugar e no mesmo nível: o tempo. O tempo passa inexoravelmente e, depois de assistir "O Cavaleiro da Rosa”, perceberão que independentemente da idade que tenham, há uma pergunta que cada um de vocês precisará responder: O que fará com o tempo que lhe resta?
É uma ópera escrita no século XX mas ambientada no século XVIII, uma homenagem à Viena imperial, à Viena de Mozart.
Strauss, em suas primeiras obras, tenta seguir os passos de Wagner, compondo óperas escuras como Elektra e Salomé. Mas, chega à conclusão que se continuar por esse caminho vai “destruir a música”. Então nesta ópera pensou em retroceder à zona de conforto: à Mozart. Sem renunciar a Bach, Beethoven, Wagner, compondo música do século XX volta ao classicismo de Mozart. Assim Richard Strauss passa a fazer música neoclássica desde “O Cavaleiro da Rosa” em diante.
A protagonista Marechala tem 32 anos e Octavian 17 anos. Strauss encontrou a inspiração na ópera “As Bodas de Fígaro”, de Mozart, com seus personagens Condessa de Almaviva (uma aristocrata madura, exatamente como a Marechala) e Querubin (um jovem apaixonado pela Condessa, exatamente como Octavian). E Querubin é interpretado por uma mulher, então Strauss também fez Octavian ser interpretado por uma mulher.
A Marechala é uma cougar, ou seja, uma mulher madura, atraente e adinheirada que se relaciona com homens muito mais jovens. Uma mulher de 32 anos no século XVIII era como uma de 45 ou 50 de hoje.
O primeiro ato teve como referência o quadro “Marriage à la mode” - O levantar da condessa, de 1743. Ou seja, Strauss novamente foge da dor de sua época (por exemplo o quadro “A morte e a mulher”, 1915, de Egon Schiele) e volta ao século XVIII. Observe bem o quadro ”Marriage à la mode“ onde podemos ver Mohammed (o pequeno criado de Marechala no canto inferior direito), acima o notário que está falando com a Condessa (que seria a Marechala), que está sendo penteada pelo cabeleireiro; à esquerda uma viúva que vem lhe pedir dinheiro; e mais à esquerda um vendedor de animais, um flautista e um tenor italiano cantando. Tudo exatamente igual à ópera.
Um elenco dos sonhos se reúne para a grande comédia vienense de Strauss. A soprano Lise Davidsen estreando no papel da envelhecida Marschallin, contracenando com a mezzo-soprano Samantha Hankey como seu amante Octavian e a soprano Erin Morley como Sophie, a bela jovem que rouba seu coração. O baixo Günther Groissböck retorna como o mal-humorado Barão Ochs, e Brian Mulligan é o pai rico de Sophie, Faninal. A maestrina Simone Young sobe ao pódio do Met para supervisionar a encenação fin-de-siècle de Robert Carsen.
A ópera é originalmente ambientada em Viena na década de 1740. Referências históricas genuínas são mescladas com invenções fictícias (como o "nobre costume" da apresentação da rosa de prata a uma noiva, que nunca existiu de fato) e anacronismos (como a valsa vienense, que ainda não existia naquela época). É uma mistura que cria uma paisagem mítica sedutora, uma Viena cerimoniosa e incrivelmente bela que nunca existiu. A produção atual do Met muda o cenário para os últimos anos do Império Habsburgo.
A partitura de Der Rosenkavalier é exuberante, rica e romântica em um grau extraordinário. E as valsas aparecem com frequência, algumas vezes turbulentas, outras vezes elegantes.
O tempo passa exatamente igual para todos. A diferença está em como enfrentamos isso e em como aproveitamos o tempo que nos resta.
- Sinopse do MET em português - Wikipedia - Informações sobre esta produção - Cast Sheet - Prelude to Act I - Erin Morley on Der Rosenkavalier - Lise Davidsen on Der Rosenkavalier - “Wie du warst! Wie du bist!” - “Ohne mich, ohne mich jeder Tag dir so bang …” - “Mit Ihren Augen voll Tränen” - “Da geht er hin, der aufgeblasne, schlechte Kerl” - The Dogs of Der Rosenkavalier - Palestra do ECAI - ária "Di rigori armato il seno” - Richard Strauss - as visitas do compositor ao Municipal do RJ e suas óperas
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daniela--anna · 7 months
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Eugene de Blaas is an Italian artist who painted in the style of academic classicism.
His brother Julius became an animal painter, while Eugene was more attracted to genre paintings of the life of ordinary Venetians.
So the artist, as his brother, also loved to depict animals, for example cats =)
🖼️ 🎨 "Awakening"
Eugene de Blaas, 1893.
Eugene de Blaas è un artista italiano che dipinse nello stile del classicismo accademico.
Suo fratello Julius divenne un pittore di animali, mentre Eugenio era più attratto dai dipinti di genere della vita dei comuni veneziani.
Quindi l'artista, come suo fratello, amava anche raffigurare animali, ad esempio i gatti =)
🖼️ 🎨 "Risveglio"
Eugenio de Blaas, 1893.
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lamilanomagazine · 11 months
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Trieste: “Una luce sempre accesa”, una settimana di musica alla Sala Luttazzi.
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Trieste: “Una luce sempre accesa”, una settimana di musica alla Sala Luttazzi. Dal 11 al 18 giugno, la Sala Luttazzi del Magazzino 26 di Porto Vecchio, ora Porto Vivo, a Trieste, si anima con una rassegna musicale imperdibile intitolata "Una luce sempre accesa". Organizzata dal Comune di Trieste, questa serie di eventi offre al pubblico un'occasione unica per godersi esibizioni di talentuosi musicisti provenienti da diverse parti del mondo. La rassegna inizia domenica 11 giugno alle ore 20.30 con "IMFA at concert". Una decina di giovani musicisti provenienti da College e Conservatori degli Stati Uniti e del Canada saliranno sul palco per presentare un ricco programma di musica vocale e strumentale da camera. Il repertorio spazierà dal Classicismo al '900, offrendo al pubblico una varietà di ensemble e cambi di repertorio ad ogni esibizione. Questo spettacolo è promosso da Zatrocarama APS e l'ingresso è libero. Mercoledì 14 giugno alle ore 18.00 sarà il momento del "Concerto di fine anno" organizzato dalla scuola di formazione musicale Artemusica. Gli allievi della scuola, di diverse età, si esibiranno come solisti o in formazioni d'assieme, offrendo al pubblico un repertorio che spazia dalla musica classica al jazz e al pop. Questo evento è aperto agli iscritti della scuola, alle loro famiglie e a tutti coloro che desiderano condividere la gioia della musica. L'ingresso è libero. Il punto culminante della rassegna sarà il "Festival del Trio", che si svolgerà il venerdì 16, sabato 17 e domenica 18 giugno alle ore 18.00. L'Associazione Chamber Music, sotto la direzione artistica di Fedra Florit, presenterà tre Trii giovani: il TRIO CHAGALL (italiano), il TRIO ORELON (tedesco) e il TRIO PANTOUM (francese). Questi talentuosi ensemble sono i vincitori dei prestigiosi concorsi internazionali "Premio Trio di Trieste", "Haydn" di Vienna e "Schubert" di Graz. Il filo conduttore delle esecuzioni sarà l'integrale delle pagine di Schubert per trio per pianoforte e archi. Inoltre, sarà disponibile un collegamento con un bus privato che partirà da piazza Oberdan alle ore 17.30. I biglietti per il "Festival del Trio" possono essere acquistati in prevendita presso il Ticket Point Trieste in Corso Italia 6/c (tel. 040 3498276) . Sarà inoltre possibile acquistare i biglietti presso la biglietteria in Sala Luttazzi la sera dello spettacolo, salvo disponibilità dei posti. Questa rassegna è un'opportunità straordinaria per gli amanti della musica a Trieste di godere di esibizioni di altissimo livello. Non perdete l'occasione di immergervi nell'arte e nella bellezza della musica presso la Sala Luttazzi del Magazzino 26 di Porto Vecchio, ora Porto Vivo, dal 11 al 18 giugno.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Importância da obra
 Luis Vaz de Camoês, autor do poema épico “Os Lusíadas”, foi um poeta e soldado português, considerado o maior escritor do período do Classicismo. Além disso, ele é apontado como um dos maiores representantes da literatura mundial. Revelou grande sensibilidade para escrever sobre os dramas humanos, sejam amorosos ou existenciais. Hoje, ele é considerado um dos maiores escritores de língua portuguesa e ainda, um dos maiores representantes da literatura mundial. Seu nome é conhecido em todo o mundo e usado em diversas praças, avenidas, ruas e instituições. O Dia de Portugal é celebrado em 10 de junho em comemoração à data de sua morte. 
 Os Lusíadas se tornou um marco pelo uso da língua portuguesa, na época chamada apenas de "linguagem". Além disso, a obra é reconhecida como uma espécie de literatura fundadora do idioma hoje oficialmente praticado em Portugal e em outros oito países, inclusive o Brasil.  O Renascimento significou a transição da Idade Média para a Idade Moderna. As mudanças e desenvolvimentos mais importantes e notórios se evidenciaram nas artes, ciência, cultura e política. Isso levou a uma mudança na maneira de entender o ser humano e o mundo em geral. O Renascimento português se refere ao movimento cultural e artístico em Portugal durante os séculos XV e XVI. Embora o movimento coincidisse com o renascimento espanhol e italiano, o renascimento em Portugal foi separado de outros renascimentos europeus e foi extremamente importante para abrir a Europa ao desconhecido, pois a descoberta de novos mundos e o contato com outras civilizações deu lugar a uma mistura cultural, que se refletiu nas artes e na literatura.
Quatrocentos e cinquenta anos depois, por que vale a pena ler Os Lusíadas ainda hoje? Para os especialistas, não se trata apenas de uma obra "para o vestibular", pois o livro pode e deve ser lido como cultura geral, principalmente por pessoas lusófonas.
Talvez, se alguém só quisesse aprender a falar português, consideraria a obra de Camões como um texto inválido. No entanto, para um amante da língua, Os Lusíadas se torna um texto imprescindível para ler e pensar criticamente. O épico de Camões não é apenas um belo passeio pela história, mas tem também uma riqueza linguística que não devemos omitir. Sem dúvida, "Os Lusíadas" desempenhou um papel fundamental no desenvolvimento da língua portuguesa, pois se não fosse pelo grande esforço de Camões, a língua atual seria muito diferente. Embora o poema estabeleça as bases linguísticas do português moderno, "Os Lusíadas" também inspirou escritores, poetas e artistas portugueses, levando assim a língua além de suas fronteiras. Por esta razão, considero que, para além de fazer parte das obras mais importantes da língua portuguesa, é a mais importante de todas, pelo que a incluí no meu portfólio.
Por outro lado, também é importante ressaltar que a obra é um retrato daquilo que pode ser considerada a primeira globalização. Essas "descobertas" dos navegadores se tornaram importantes como a primeira ligação planetária da Terra, a primeira vez que todas as culturas entram em contato e se tem essa visão do globo. 
Em suma, "Os Lusíadas" vão sempre ter a importância de relatar esse primeiro contato entre culturas, ainda que em confronto de poder entre o europeu hegemônico e os outros povos subjugados.
Referências
Porto Editora (s.f.). Os Lusíadas na Infopédia. Disponível em:   https://www.infopedia.pt/$os-lusiadas
Furks, R. (s.f) Os Lusíadas de Luís de Camões (resumo e análise completa). Cultura Genial. Disponível em: https://www.culturagenial.com/os-lusiadas-de-camoes/
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arlindogrund · 2 years
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MFW Primavera 2023 :: O novo padrão de Giorgio Armani
MFW Primavera 2023 :: O novo padrão de Giorgio Armani
Por Arlindo Grund Quando se fala em Giorgio Armani, logo o classicismo vem à nossa mente como imagem relacionada à marca. Para a temporada primavera 2023, o estilista italiano mostrou em Milão uma inspiração nas terras asiáticas e da Índia – que conseguimos ver através das modelagens, do styling e das misturas de tecidos. Aliás, o ponto alto foi exatamente essa profusão de texturas que, juntas,…
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buleos · 4 years
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lversace · 3 years
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reparo — diretamente da casa lucttore de beauxbatons, quem se aproxima é gianluca d’amico versace. com seus 18 anos, está cursando seu sétimo ano e faz parte de  montaria com pegasus, clube de feitiços e poções em sua escola. seu status sanguíneo é nascido-trouxa e dizem por aí que ele se parece muito com o trouxa adrian ojvindsson, mas não sabemos se é verdade.
( wanted connections ).  •  ( pinterest ) • (povs) • (hc) • (edits) • (looks)
basic infos —
italiano • pansexual • genderfluid • sagitário • ascendente libra  
(+) criativo, amigável, aventureiro, determinado, sonhador
(-) obstinado, vaidoso, emotivo, impulsivo e curioso
resumão:
foi deixado no orfanato por sua mãe, iris daskalakis, uma bruxa grega e clarividente que fugia de bruxos das trevas que queriam usar o dom dela.
foi adotado por dois trouxas: antonio d’amico e gianni versace. cresceu no mundo da moda até que seu pai (gianni) foi assassinado.
quando se descobriu bruxo foi a felicidade para superar o luto, embora estivesse dividido entre os dois mundos.
em beauxbatons foi monitor de estudo dos trouxas, faz montaria de pégasus e tem poções cosméticas escondidas no quarto. sua vocação é a moda, quer ser estilista mágico para criar looks encantados que tenham utilidade para os bruxos.
aos 15 começou sofrer processos de sua tia donatella versace, que afirmava que ele apenas queria se aproveitar da herança deixada pelo pai.
com raiva das acusações infundamentadas se inscreveu no torneio e foi selecionado. agora quer aproveitar a chance para conseguir o prêmio e fundar sua marca.
aparência:  1.78cm, magro, ombros largos e mãos calejadas pela equitação. pele alva, cabelos cacheados e ruivos, covinhas nas bochechas, lábios rosados e olhos azul escuro.
headcanons —
poções cosméticas: cronograma capilar e skin care mágico? conte com ele para produzir elixires de beleza.
moda: sua estética, assim como a versace, combina o classicismo luxuoso com a sexualidade fluida. ter coragem de usar a moda é ter coragem de enfrentar o mundo, essa é a filosofia de luca. usa inspiração da herança sulista italiana, da moda francesa, referências lgbts e da moda casual (indie).
disnerd, se define como uma mistura de alice, evil queen e estella/cruella.
adora boybands dos anos 90 e 2000 (nsync, bsb) e divas pop.
ama gelatto, chás, bolos, torta de maça e massas.
músicas de inspiração: sissy that walk (rupaul), born this way (lady gaga), true colors (cindy lauper), vogue (madonna), believe (cher)
biografia completa —
um nascimento de proporções mágicas ocorreu na trouxa milão. era outono quando o bebê foi deixado na soleira do orfanato, junto com uma pequena carta cujo um nome reluzia “luca: a criança que traria luz”, entregue nas mãos daquelas senhoras bondosas para um dia ter a chance de brilhar.  
aos três anos luca chamou atenção do modelo antonio d’amico que fazia uma campanha na cidade. adotado pelo designer de moda, sua vida foi tomando uma nova forma. da simplicidade de um quarto compartilhado para tudo que o amor paterno poderia fornecer. não demorou para conhecer também o dinheiro, a arte e a fama, principalmente pela ascensão de antônio ao lado do namorado gianni versace.
aos dez anos já enrolava os cabelos e passava seu gloss no espelho da penteadeira, enxergando para além do próprio reflexo ou do movimento da badalada cidade italiana. a segurança de sua família homoafetiva lhe dava coragem para saber que precisava dar novos passos e andar mais longe, mas até receber sua carta de beauxbatons não sabia do poder que tinha em mãos. selecionado para uma das mais renomadas academias de magia da europa, um novo mundo se abriu.
antônio inicialmente não entendeu muito bem seu dom, limitando-se a investir financeiramente em seus estudos e concordar permanecendo em sua ingenuidade. gianni, por outro lado, foi quem o incentivou a explorar sem arrependimento o universo mágico que o fazia vibrar. foi naquele mesmo ano que foi reconhecido como o um d’amico versace em sua certidão, pouco antes de perder sua referência em um trágico atentado.
gianni faleceu com um tiro à queima roupa em 15 de julho, diante da mansão de miami beach. era o primeiro ano letivo de luca e sua vida deu uma reviravolta. se não bastasse o luto de perder o pai, ainda havia as investigações criminais, os artigos sensacionalistas da vanity fair e as brigas judiciais pelo império versace. foi neste momento que sobreviver a vida dupla pareceu terrível, de modo que ele só podia entregar-se de corpo e alma à tudo que beauxbatons poderia oferecer, pois ali ele era apenas luca, um garoto com potencial de ser um grande bruxo.
os anos passaram e ele se distanciou do peso do sobrenome até que em uma não convidativa férias na casa de sua tia donatella, atual vice-presidente da versace, descobriu que sua presença na família era meramente ilustrativa no testamento, embora nem mesmo pudesse mexer nele até completar a maioridade. ele não era aceito por ser bruxo, não era aceito como um legítimo versace e antônio era acusado de aproveitar-se do filho como rastro do sucesso.
a perda, a pressão e as descobertas adolescentes fizeram com que o ruivo se fechasse em seu próprio mundo, desempenhando grande afinco em suas paixões. a moda e os feitiços aflorou, lhe levando a criar experimentos com a magia e começar em pequenos passos a criar sua moda bruxa. o torneio tribruxo tornou-se mais do que um evento de intercâmbio de culturas, era também sua chance de explorar novos caminhos.
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italianluc · 3 years
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REPARO — Diretamente da casa PAXLITTÉ de BEAUXBATONS, quem se aproxima é GIANLUCA D’AMICO VERSACE. Com seus 18 ANOS, está cursando seu SÉTIMO ANO e faz parte de  MONTARIA COM PEGASUS, CLUBE DE FEITIÇOS E ARTES em sua escola. Seu status sanguíneo é NASCIDO-TROUXA e dizem por aí que ele se parece muito com o trouxa ADRIAN OJVINDSSON, mas não sabemos se é verdade.
( WANTED CONNECTIONS ).  •  ( PINTEREST )
BASIC INFOS —
italiano • pansexual • genderfluid • sagitário • ascendente libra  
(+) criativo, amigável, aventureiro, determinado, sonhador
(-) obstinado, vaidoso, emotivo, impulsivo e curioso
RESUMÃO:
Foi deixado no orfanato por sua mãe, Iris Daskalakis, uma bruxa grega e clarividente que fugia de bruxos das trevas que queriam usar o dom dela.
Foi adotado por dois trouxas: Antonio D’Amico e Gianni Versace. Cresceu no mundo da moda até que seu pai (Gianni) foi assassinado.
 Quando se descobriu bruxo foi a felicidade para superar o luto, embora estivesse dividido entre os dois mundos. 
Em beauxbatons foi monitor de estudo dos trouxas, faz montaria de pégasus e tem poções cosméticas escondidas no quarto. Sua vocação é a moda, quer ser estilista mágico para criar looks encantados que tenham utilidade para os bruxos.
Aos 15 começou sofrer processos de sua Tia Donatella Versace, que afirmava que ele apenas queria se aproveitar da herança deixada pelo pai.
Com raiva das acusações infundamentadas se inscreveu no torneio e foi selecionado. Agora quer aproveitar a chance para conseguir o prêmio e fundar sua marca.
APARÊNCIA:  1.78cm, magro, ombros largos e mãos calejadas pela equitação. Pele alva, cabelos cacheados e ruivos, covinhas nas bochechas, lábios rosados e olhos azul escuro.
MAGICAL TRAITS —
habilidade: feitiços aprimorados • bicho papão: perder a magia • amortentia: vinho, perfume amadeirado e corante de tecidos • varinha: abeto, 22 cm, fio de unicórnio e flexível. • pet: Justin Timberlake, o furão mesclado. 
HEADCANONS —
POÇÕES COSMÉTICAS: cronograma capilar e skin care mágico? Conte com ele para produzir elixires de beleza.
MODA: sua estética, assim como a Versace, combina o classicismo luxuoso com a sexualidade fluida. Ter coragem de usar a moda é ter coragem de enfrentar o mundo, essa é a filosofia de Luca. Usa inspiração da herança sulista italiana, da moda francesa, referências lgbts e da moda casual (indie).
Disnerd, se define como uma mistura de Alice, Evil Queen e Estella/Cruella.
Adora boybands dos anos 90 e 2000 (Nsync, BSB) e Divas POP.
Ama gelatto, chás, bolos, torta de maça e massas.
MÚSICAS DE INSPIRAÇÃO: Sissy That Walk (Rupaul), Born This Way (Lady gaga), True Colors (Cindy Lauper), Vogue (Madonna), Believe (Cher)
BIOGRAFIA COMPLETA —
Um nascimento de proporções mágicas ocorreu na trouxa Milão. Era outono quando o bebê foi deixado na soleira do orfanato, junto com uma pequena carta cujo um nome reluzia “Luca: a criança que traria luz”, entregue nas mãos daquelas senhoras bondosas para um dia ter a chance de brilhar.  
Aos três anos Luca chamou atenção do modelo Antonio D’Amico que fazia uma campanha na cidade. Adotado pelo designer de moda, sua vida foi tomando uma nova forma. Da simplicidade de um quarto compartilhado para tudo que o amor paterno poderia fornecer. Não demorou para conhecer também o dinheiro, a arte e a fama, principalmente pela ascensão de Antônio ao lado do namorado Gianni Versace.
Aos dez anos já enrolava os cabelos e passava seu gloss no espelho da penteadeira, enxergando para além do próprio reflexo ou do movimento da badalada cidade Italiana. A segurança de sua família homoafetiva lhe dava coragem para saber que precisava dar novos passos e andar mais longe, mas até receber sua carta de Beauxbatons não sabia do poder que tinha em mãos. Selecionado para uma das mais renomadas academias de magia da Europa, um novo mundo se abriu.
Antônio inicialmente não entendeu muito bem seu dom, limitando-se a investir financeiramente em seus estudos e concordar permanecendo em sua ingenuidade. Gianni, por outro lado, foi quem o incentivou a explorar sem arrependimento o universo mágico que o fazia vibrar. Foi naquele mesmo ano que foi reconhecido como o um D’Amico Versace em sua certidão, pouco antes de perder sua referência em um trágico atentado.
Gianni faleceu com um tiro à queima roupa em 15 de julho, diante da mansão de Miami Beach. Era o primeiro ano letivo de Luca e sua vida deu uma reviravolta. Se não bastasse o luto de perder o pai, ainda havia as investigações criminais, os artigos sensacionalistas da Vanity Fair e as brigas judiciais pelo império Versace. Foi neste momento que sobreviver a vida dupla pareceu terrível, de modo que ele só podia entregar-se de corpo e alma à tudo que Beauxbatons poderia oferecer, pois ali ele era apenas Luca, um garoto com potencial de ser um grande bruxo.
Os anos passaram e ele se distanciou do peso do sobrenome até que em uma não convidativa férias na casa de sua tia Donatella, atual vice-presidente da Versace, descobriu que sua presença na família era meramente ilustrativa no testamento, embora nem mesmo pudesse mexer nele até completar a maioridade. Ele não era aceito por ser bruxo, não era aceito como um legítimo Versace e Antônio era acusado de aproveitar-se do filho como rastro do sucesso.
A perda, a pressão e as descobertas adolescentes fizeram com que o ruivo se fechasse em seu próprio mundo, desempenhando grande afinco em suas paixões. A moda e os feitiços aflorou, lhe levando a criar experimentos com a magia e começar em pequenos passos a criar sua moda bruxa. O torneio tribruxo tornou-se mais do que um evento de intercâmbio de culturas, era também sua chance de explorar novos caminhos.
@tripontos
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SENSI DELL'ARTE - di Gianpiero Menniti
CADONO LE UTOPIE DELL'UMANESIMO - seconda parte
Iconologia, iconografia e stile della "Deposizione di Volterra" sono quelle del paradigma rinascimentale dei tre grandi Maestri?  Per nulla.  Il modello è ormai quello del rinascimento idealizzato e poi tradito.  Il XVI secolo avverte sé stesso come l’impero romano percepì la sua caduta: è un secolo che sente la decadenza.  Il Rinascimento appare, in questo senso, come l’affannarsi teso a nascondere il dramma delle “albe incompiute” dell’umanesimo: si tratta di un’espressione del filosofo italiano Massimo Cacciari, il quale vede nel “Rinascimento”, soprattutto nel passaggio tra ‘400 e ‘500, un’epoca di straordinaria crisi che segue alla caduta delle utopie dell’umanesimo. Quali erano queste utopie?  Sostanzialmente una: l’utopia della virtù che sconfigge la fortuna, l’uomo padrone del proprio destino.  Con essa, cade anche l’utopia della combinazione armonica tra filosofia medievale e filosofia moderna e l’utopia della pace politica che, specialmente in Italia, corrisponde al venir meno, al collassare dei Comuni a vantaggio delle Signorie, ma in tale frammentazione e debolezza da far diventare la penisola italiana facile terra di conquista per le potenze nazionali europee, in particolare Spagna e Francia.  La caduta dell’impero romano, dicevo.  Sì, questo sente del suo mondo l’uomo rinascimentale.  E come sempre accade nel clima di  consapevolezza della decadenza, le corti della misera Italia, corti debolissime dal punto di vista politico e militare, sono invece, per contrasto, i centri dai quali promana florido il prestigio artistico e culturale.  Al secolo delle utopie, segue, dunque, il secolo della crisi e questo porta con sé il rifugio nell’arte e nella speculazione libera da congetture e dogmi, direttamente tratta dall’osservazione del reale.  Che non è un bel reale.  E che ha quindi bisogno del richiamo al classico, all’armonia, alla misura.  E’ illusione: sarà la visione del Laocoonte scaturito dalle viscere della terra romana a dare il senso di un confine superato che artisti come Rosso Fiorentino avvertono con chiarezza fin dai loro esordi dopo l’esperienza di bottega presso Andrea del Sarto vissuta in comune con il suo alter ego, il Pontormo, divisi anche dalla fede politica: con Savonarola il primo, mediceo il secondo.  Quella di Rosso Fiorentino è dunque una maniera nuova di rappresentare l’umano ed il soprannaturale: i corpi, le figure, i gesti, sono congeniali all’espressione di un occhio che vuole scrutare i reconditi magmatici anfratti dell’anima.  Nelle immagini che propone si avverte la rude, durissima pietà arcaica dei Piagnoni seguaci di Savonarola, la vocazione austera della breve repubblica fiorentina sul dorso dei due secoli.  In quel 1521 tutto è ormai perduto e Rosso ha iniziato il suo lungo peregrinare tra piccoli e grandi centri d’Italia, un vagare decennale che, dopo il “Sacco” del 1527 lo condurrà, nel 1530 a stabile dimora in Francia, alla corte di Francesco I a fare da apripista a quella che verrà definita la “maniera internazionale” della cosiddetta scuola di Fontainebleau.  Fino alla morte sopraggiunta dieci anni dopo in circostanze drammatiche tutt’ora poco chiare, in linea con lo spirito profondo ed inquieto di quest’artista ribelle. Ma se facendo queste affermazioni si possa declinare verso l’idea che Rosso appartenga ad un filone artistico classificabile, valga a togliere ogni equivoco la personale tendenza a disconoscere una qualunque codificazione della “maniera” che non sia quella tracciata dal Vasari.  Il resto è libera interpretazione, sensibilità artistiche molto variegate che non sono accomunabili in un profilo unitario denominabile.  Per certi versi, il “manierismo” che si contrappone al classicismo della maniera “vasariana”, non esiste se non in una molteplicità di anime e di filoni culturali e stilistici irriducibili ad un’impronta comune. 
- Rosso Fiorentino (1495-1540): "Pietà",1537-1540, Louvre, Parigi
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operaportugues · 10 months
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Medea (Luigi Cherubini) - MET, 22/outubro/2022
Ópera completa com legenda em português. Versão em italiano. Pela primeira vez na história do MET.
1. Instale o programa “Bigasoft Video Downloader Pro” Ele permite download do Metropolitan Opera, inclusive de cada legenda em formato SRT automaticamente.
2. Seriais Vá ao menu “Ajuda” - “Registrar” e digite um serial no campo “Código de Licença”.
3. Adicione a URL abaixo no programa Bigasoft para fazer o download. https://www.metopera.org/season/on-demand/opera/?upc=810004202986
4. Legenda em português: link.
Esta obra-prima operística de Cherubini de 1797 tem impressionante intensidade e usa o poder da música para transformar um mito grego em drama humano. Inspirada na tragédia Medéia escrita por Eurípides em 431 a.C., conta a história da princesa da Cólquida que assassina para ajudar o amante, Jasão, a roubar o velocino de ouro, e em seguida mata os próprios filhos para puni-lo por tê-la traído. Musicalmente, faz a ponte entre o classicismo de Gluck e a ópera dramática do séc. XIX. É dominada pelo dificílimo papel da soprano principal, que faz a narrativa progredir com árias e duetos de grande força. Mas também explora bem a hesitação de Medeia entre o amor e o ódio, a vida e a morte. Única ópera de Cherubini ainda encenada hoje, frequentemente na versão italiana, é importante também pela influência que exerceu sobre Beethoven e Weber.
Apresentando uma das heroínas mais implacáveis e eletrizantes do repertório, Medeia foi um veículo famoso para a diva suprema da ópera, Maria Callas, na década de 1950. Sete décadas depois, uma das sopranos reinantes de hoje pegou a tocha de Callas quando Sondra Radvanovsky abriu a temporada 2022-23 do Met como a mítica feiticeira de Cherubini. Nesta apresentação, Radvanovsky apresenta uma performance tour-de-force, liderando uma nova e emocionante encenação do diretor David McVicar - sua 12ª produção para o Met. O maestro Carlo Rizzi está no pódio para reger esse drama raramente apresentado, que também conta com o tenor Matthew Polenzani como o amante infiel de Medeia, Giasone; a soprano Janai Brugger como o novo objeto de seu afeto, Glauce; a mezzo-soprano Ekaterina Gubanova como a companheira inabalável de Medeia, Neris; e o baixo Michele Pertusi como o rei coríntio Creonte.
Luigi Cherubini: Compositor de origem italiana que fez nome em Paris, criou as condições para o surgimento da ópera francesa no séc. XIX. Chegando a Paris dois anos antes da Revolução Francesa, espelhou habilmente as convulsões políticas da década de 1790 em 4 óperas populares: Lodoïska, Eliza, Médée e Les deux journées.
Wikipedia
Sinopse em inglês
Informações sobre esta produção
Cast Sheet
Livro em português
ária “Dei tuoi figli”
ária “Amore, vieni a me”
ária “Or che più non vedrò”
dueto “Nemici senza cor”
dueto “Figli miei, miei tesori”
David McVicar on Medea
Personagens Principais: - Medeia: princesa feiticeira - Jasão (Giasone): pai dos filhos de Medeia - Creonte: rei de Corinto - Dirce (Glauce): filha de Creonte - Néris: criada de Medeia - Capitão da guarda
Sinopse: Corinto, Grécia, na Antiguidade mitológica.
Ato I Dirce, filha do rei Creonte, prepara-se para casar com Jasão, que abandonou Medeia, mãe dos seus dois filhos. Marinheiros trazem o velocino de ouro, roubado por Jasão aos habitantes da Cólquida para presentear Dirce. Enquanto ele promete proteger Dirce da ira de Medeia, esta chega. Advertindo que matará Dirce se o casamento ocorrer, Medeia implora que Jasão retorne, evocando o amor de ambos pelos filhos. Rechaçada, ela jura vingança. Numa breve reaproximação, os dois reconhecem que o velocino provocou terrível sofrimento.
Ato II Uma multidão exige a morte de Medeia, que se preocupa se perderá os filhos. Creonte ordena que deixe Corinto, mas ela implora um dia para poder revê-los. Creonte concorda, e Medeia decide usar esse dia para matar Dirce. Jasão lhe diz que os filhos podem ficar com ela até que parta. Néris, ama de Medeia, prevendo uma desgraça, promete-lhe eterna lealdade. Num crescendo de fúria, Medeia a instrui quanto aos presentes de casamento para Dirce: uma túnica e um diadema que lhe foram dados por Apolo. Assistindo à entrada de Creonte e seu séquito no Templo de Hera para o casamento de Jasão e Dirce, Medeia pega uma tocha acesa no altar e aguarda o momento da vingança.
Ato III Imaginando-se estrangulada por serpentes, Medeia pega um punhal para matar os filhos, mas Néris intercede. Esta entregou os presentes a Dirce, que se prepara para usá-los e assim agradar Jasão. Medeia quer que os filhos morram porque o pai, Jasão, é um traidor. De repente, ouve-se Jasão prantear Dirce, envenenada pelos presentes de Medeia. Enquanto a multidão exige sua morte, Medeia se tranca no templo com os dois filhos. Néris sai correndo, gritando que ela matará as crianças. Acompanhada das três Fúrias, Medeia aparece, exibindo um punhal ensanguentado. "Vingou-me o sangue deles", proclama. O templo se incendeia, e a feiticeira e as Fúrias são tragadas pelo fogo.
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lamilanomagazine · 1 year
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Firenze, “Nostalgia del futuro” di Marco Saviozzi a palazzo del Pegaso.
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Firenze, “Nostalgia del futuro” di Marco Saviozzi a palazzo del Pegaso.   La mostra “Nostalgia del futuro” nel prestigioso spazio del Consiglio Regionale della Toscana offre a Marco Saviozzi l’occasione per fare il punto di una carriera artistica che si estende da 35 anni. Spazio ideale visto i radicati legami dell’artista con la cultura e l’arte “Toscana”, da cui continua a trarre ispirazione come dimostrano le opere esposte. Una cultura visiva, quella di Marco Saviozzi, che si è alimentata con istanze cosmopolite multidisciplinari, che spaziano dall’architettura al fumetto, dal cinema alla pittura pop con punte di attenzione massima su fenomeni come il postmoderno e le dinamiche connesse alle teorie dei mezzi di comunicazione di massa. È un modo per conoscere uno degli artisti più originali nell’attuale panorama dell’arte toscana che guarda al passato e immagina il futuro. La mostra dell’artista lucchese Marco Saviozzi si inaugura mercoledì 22 febbraio alle ore 12.30 nello spazio espositivo Carlo Azeglio Ciampi a palazzo del Pegaso, in via dei Pucci 16, con gli interventi di Antonio Mazzeo presidente dell’Assemblea toscana, Maria Possenti storica dell’arte e con la presenza dell’artista. “In particolare - osserva in catalogo il critico Alessandro Romanini - Saviozzi analizza e rielabora la dimensione visuale veicolata dal pervasivo sistema iconografico digitale contemporaneo. A prescindere dal soggetto del dipinto le sue opere sono articolate da una solida struttura che beneficia della lezione del rinascimento toscano e fiorentino in particolare. Una struttura che è già insita nell’opera nella fase progettuale e nella sua prima traduzione disegnativa a livello di schizzo/abbozzo e che si evolve in tutte le fasi genetiche della realizzazione fino all’ultima stesura cromatica.” La mostra in oggetto offre l’occasione all’artista di riproporre quelle che sono le sue tematiche privilegiate. Garibaldi, Cavour, Mazzini sfilano nella loro veste pop, che non deroga alla loro aura storico politica ma anzi ne viene potenziata dal processo di rielaborazione cromatica. L’arte, la cultura e il cinema fanno da padrone nella poetica di Saviozzi; dagli omaggi al Pontormo della deposizione a quelli per un generico classicismo italiano in generale e toscano in particolare al paesaggio della nostra regione che ha ispirato generazioni di artisti ai suoi figli illustri, Dante in testa senza dimenticare Puccini, fino ai tributi per Fellini, Truffaut, il cinema francese e quello pulp di Tarantino, passando per la slapstick comedy evoluta e drammatica di Chaplin e quella di Stan Lauren e Oliver Hardy fino alla musica di Chet Baker e Miles Davis e su tutto il cinema hollywoodiano e quello italiano.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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garadinervi · 5 years
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Sebastiano Timpanaro, (1965), Classicismo e illuminismo nell'Ottocento italiano, «Saggi di varia umanità» 2, Nistri-Lischi, Pisa, 1969
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