Il giorno di Natale [del 1914] il fuoco venne sospeso lungo tutto il fronte, e soldati inglesi e tedeschi si incontrarono nella terra di nessuno, scambiandosi chiacchiere e sigarette; in certe zone furono perfino improvvisate partite di calcio. Scene del genere si ripeterono il giorno dopo; poi, dopo qualche rabbuffo da parte dei Quartieri generali, il fuoco riprese. Nel frattempo, nelle chiese la gente pregava per la vittoria e la strage di quegli uomini che si stavano scambiando chiacchiere e sigarette.
No, non è vero una mazza. Puoi sempre, puoi ogni santo giorno.
Di Santo non esiste solo il Natale, dovrebbe esserlo ogni giorno.
Perché ogni giorno che ci è concesso di vedere sorgere il sole, e ammirare il suo tramonto la sera, è un regalo.
È stato spensierato il Natale fino a quando i regali che volevamo erano acquistabili, da un negozio o da un catalogo; il Natale si è fatto pi�� serio da quando ci siamo resi conto che quello che volevamo non aveva un prezzo in denaro. Che non era esposto in qualche vetrina, non lo si trovava manco su Amazon.
Eppure tutti potremmo creare la gioia di ricevere tutti i giorni, donando al prossimo in modo da ricevere. Se tutti lo volessimo sarebbe davvero un miracolo.
Sono stato fermato da una ragazza ieri in centro, mi ha chiesto se potevo scattarle una foto davanti al presepe che hanno allestito in centro città. Si è messa in posa abbassandosi vicino al suo cane, lo ha abbracciato e le ho fatto più scatti.
Ho pensato mentre mi allontanavo che quegli scatti li avrebbe condivisi con qualcuno. Poi mi è sorto un altro pensiero, che forse erano tutti in quello scatto le anime a cui lei vuole bene, che è bastato così. Lei e il suo cane.
Mi chiedo quando ho smesso di credere che tutto potesse accadere, per magia.
Eppure l'arrivo dei figli mi aveva rispolverato la voglia di crederci. Non dovremmo mai smettere di credere in qualcosa di bello che possa accaderci.
Il Natale acuisce le mancanze, che ti penetrano nel cuore come stilettate. Questo è il lato negativo che ci porta spesso a detestarlo.Magari se non sono delle persone a mancare può essere un certo modo di vivere la vita.
Che non abbiamo più.Sembra che oggi per Natale quasi tutti vorrebbero darti il loro IBAN, o il carrello della spesa di qualche sito internet.
Per molti il Natale è quel momento di chiudere la porta, di restare nel silenzio sentendo lo scoppiettare di un fuocherello, il rumore della pioggia e delle foglie che cadono, o semplicemente il battito del loro cuore. Sarebbe bello se quel loro cuore fosse in sintonia con un altro cuore vicino a loro. Me lo auguro tanto.
Io, moltissimi di voi, non vi conosco di persona, ma a volte mi sembra di conoscere più voi delle persone che conosco nella vita reale.
Sento aprirsi il portone del condominio, sento salire gente, che va oltre il mio pianerottolo o si ferma prima. Lo so non aspetto nessuno, eppure chiudo gli occhi e mi immagino che siate voi, o meglio qualcuno di voi, che mi vuole fare una sorpresa.
Perché il Natale quando arriva... arriva, potrebbe anche non essere il 25 dicembre.
Buon Natale a tutti voi, in qualsiasi modo vi possa far bene.
Questo Natale, così a lungo atteso e tanto velocemente trascorso, è stato tra i più belli mai vissuti. Pur svolgendosi esattamente allo stesso modo dei precedenti, con le stesse persone, luoghi e tradizioni, dopo tanto tempo si è respirata un'atmosfera di pace e armonia pure, senza malesseri celati. E io, oramai verso i trent'anni, sempre piena di desideri in attesa e domande esistenziali, mi sono sentita in qualche modo al posto giusto, cioè pienamente nel tempo presente, senza malinconie passate, né preoccupazioni future. Ho cercato di cristallizzare dentro di me ogni fotogramma, di ricordarmi ogni sguardo, sorriso, sapore e profumo, di non pensare più allo sconfinato mondo esterno, traboccante di infinite possibilità, ma a quello condensato in quella piccola stanza, tangibile, pullulante di vita, essenziale. Un microcosmo di quattro generazioni, ponte tra passato e futuro, cattedrale di solide certezze e guglie di sogni, occupava lo spazio in modo freneticamente elegante, in balia di un caos ordinato, come la vita stessa. Forse abbiamo trovato tutti, nello stesso periodo, un nostro equilibrio; forse sono migliorata talmente tanto da scorgere frammenti di felicità ovunque, come una viandante assetata di gioia, dopo lunghi anni nel deserto. Non credo si tratti di un miraggio, ma, se così fosse, non svegliatemi più.
allora, queste feste iniziano col botto perché mia nonna ha la febbre e ovviamente devo occuparmene io. in tutto ciò, NonSoChi ha deciso che il digitale terrestre dovesse smettere di funzionare un paio di giorni prima di natale, quindi lei, a letto tutto il giorno, non ha più la sua forma di intrattenimento principale. perciò, per farla sentire meno sola, le ho messo un film e la diretta rai quando se la sentiva. il mio povero laptop è stato seriamente maltrattato durante le poche ore in cui è stato sul suo letto, perché tra le briciole che è in grado di produrre quella donna e il suo fottuto gatto di 8kg che naturalmente ci è salito sopra (e a cui lei naturalmente permette tutto), ora certi tasti funzionano male. ma com'è che a fare del bene, a preoccuparsi degli altri e a prendersene cura, si rimane sempre inculati? non è solo una questione dei tasti del pc, perché dopotutto sticazzi, e siamo d'accordo, ma il discorso di base rimane, dato che ho fatto tutto ciò che era in mio potere ultimamente per evitare di ritrovarmi in situazioni compromettenti dal punto di vista 'batteriologico' per evitare che lei si ammalasse. a 'sto punto avrei potuto farmi i cazzi miei e fregarmene, tanto sarebbe andata così lo stesso.