Due che si baciano
Su una panchina
Chissà se si amano
e altri due passeggiano
Ma non si parlano
Chissà se si amano
lo non lo so poi
Quanto dura
Ouesto eterno cercarsi
Questo eterno volersi
Senza volersi mai
E questo eterno ignorarsi
Volendosi sempre.
Forse l'amore è
Di chi si ama
Da lontano,
Perché bisogna amarsi
Col doppio dell'amore.
- Charles Bukowski
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La sintassi di un attimo
Lascia defluire
i fotogrammi della memoria
non ancora fenice
di una simulazione
che forse mai
sembrerà essere.
Effigie di me
che non esisto
finché non sono.
E solo l’urgenza
di evitare il presente,
fuga senza coscienza,
e la vita
squama di dosso
sgretolando dietro le spalle.
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Cabalgo en el vaivén de las olas, libre y al viento entregada. Peinan mis cabellos las caricias de la espuma y el sol iridiscente en cada una de mis escamas llama a la alegría de ser magia. Hay poesía hecha sal en mis aletas y perlas de sabiduría y belleza cuelgan en medio de mis pechos. Canta mi alma en las corrientes azules que besan los corales y te llaman con su misterios. Ven a mi, amado de mi alma, nada en las corrientes de mi mar que quiero ofrendarte lo más precioso que una sirena pueda darle a un mortal.
e.v.e.
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Bianco come la notte
È notte e il mare fa il suo suono solito, fa sottofondo a una Luna che cerca il mio sguardo, vuole dirmi qualcosa, quella Femmina, quella Grande Madre tanto buona e tanto amata da chi conosce l'oro. Finisco di fumare una delle tante sigarette e penso che forse dovrei creare il sigillo più grande mai creato, uno di quelli capaci di vincolare i demoni delle costellazioni, di lasciare ammirato il coro delle anime pure che cantano intorno al creatore, di lasciare attonita tutta la natura, così che gli uccelli, i felini e tutte le creature riconoscano in me tale alterazione. Dovrei convincere la Luna a concedermi questo regalo, un dono per il suo figlio prediletto, che tanto ha fallito ma che tanto è appassionato. Reciterebbe così: "conoscenza e passione sono le padrone astio e indifferenza sono i castigati, l'occhio per l'oro, l'occhio per il tempo, l'occhio per Dio. Creare bene, brillare gli occhi, cervello sereno come il mare è perpetuo, voluttuoso come la notte, appaga il mio bisogno: capire e possedere di più dentro mentis, specchiato al di fuori". Dati questi sacri sigilli, o Madre, illuminami la via, rendi tuo figlio bianco. Obbedisco solo a te, oh Madre.
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Ciao a tutti! Sono Misia e sto partecipando al Dantebus. Se vi fa piacere potete leggere ed eventualmente votare la mia poesia al link qui sopra.
Anche una condivisione sarebbe di grande aiuto.
Grazie 🫂
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Eravamo seduti in riva al mare,ad ascoltare il rumore delle onde infrangersi sulla spiaggia,ad osservare quella sconfinata scala di azzurri davanti a noi;quando tu,te ne esci canticchiando stonando dolcemente ‘la donna cannone’.
“A me questa canzone emoziona,lei fa tutto questo per amore,per inseguire i suoi sogni uscendo dagli schemi”.
Neanche il tempo di risponderti(forse una risposta neanche la volevi,poteva essere un discorso compromettente)che dici “dai andiamo a camminare sulla riva”.
Mi prendi la mano e a piedi nudi con le scarpe in mano,vaghiamo senza meta.
Perchè,così …
‘senza ali e senza scarpe,voleremo via’.
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Come si supera la paura di non essere abbastanza?
Vivo d’amore, ma l’amore non vive per me.
Non da risposte, risposte che cerco nei tuoi occhi,
Gli stessi che mi incantano e mi tolgono il respiro,
Gli stessi che sognano con me, forse non gli stessi sogni, ma ricordi di un futuro lontano che può esistere per noi.
Ricordi instabili, fanno instabile mente che muove passi incerti.
I miei certamente seguono te, ma i tuoi non so dove portano.
Portano a mancanze fisiche che il cuore sente, portano a verità non vere e a mosse azzardate che la mia mente avanza.
Ehy tu, perché non sei qui?
Perché non sento i tuoi abbracci?
Perché così poco tempo mi ha fatto così tanto?
Domande, soltanto domande che valgono nulla in tua presenza.
Sei sogno da sempre sognato
Ed ora che ti vedo quasi non ci credo.
Mi fai stare bene, ma ho paura di correre veloce, perché ogni passo è nuvola che sfioro e abisso che si palesa.
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Alla povera mia fragilità
tu guardi senza dire una parola.
Tu sei marmo, ma io canto,
tu - statua, ma io - volo.
So bene che una dolce primavera
agli occhi dell'Eterno - è un niente.
Ma sono un uccello, non te la prendere
se è leggera la legge che mi governa.
16 maggio 1920
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Referendum sull’eternità
A me la vita eterna, che dovrebbe dissolvere i timori e darmi serenità, mi terrorizza peggio che mai, e forse mi fa ancora più paura della fine eterna. E così io piccolino, almeno a confronto con i due giganti, schiacciato tra gli eterni e senza certo la possibilità di scegliere, senza poter influenzare il destino o l’universo, senza essere chiamato a contribuire, a votare per l’una o per l’altra, mi sento uno schizzo di saliva saltato via dalle labbra di Dio durante il Fiat Lux, e rimasto poi sospeso nel vuoto finché una anonima stella non ha eruttato qualche ignaro pianeta e scaldato la vita su quello posizionato alla giusta distanza. Ma quello che è peggio è che se pure mi fosse concessa una possibilità di scelta, rimarrei paralizzato dall’indecisione; al referendum abrogativo della morte, voterei sì o no?
O forse la domanda andrebbe posta diversamente: firmerei per tale referendum?
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