In occasione di Artefiera 2024, nella notte di Art City White Night promossa dal Comune di Bologna e da Bologna Fiere, negli spazi dello studio erAArte, Micro Gallery Space One e Micro Gallery Space Two, in via Nazario Sauro 7/a, inauguriamo 5EXHIBITIONS.
Il paesaggio è una componente costante nel mio lavoro artistico. Nel mio nuovo progetto Unlikely Landscapes, le installazioni esposte sono note che accompagnano verso mete non definite ma di cui si percepisce la presenza, un percorso che vuole suggerire luoghi per stimolare la nostra curiosità estetica.
Unlikely Landscapes può essere anche assimilata come esperienza dinamica, quasi fisica, alcune opere ci predispongono al viaggio interiore alla ricerca di archetipi che alludono alla carne, in altre la meta finale è l'Incanto fisico e mentale dove tutto diventa reale.
In Unlikely Landscapes le opere si contaminano, interagiscono e non sempre la loro visione ha un punto di osservazione definito, sono presenti molteplici linguaggi e medium che in sinergia danno origine a un contesto dove etica, immaginazione e concettualità si supportano reciprocamente.
Alcuni punti chiave di questa ricerca possono essere così sintetizzati: ricerca minimalista sulle sinergie estetiche, convergenze e nuove tecnologie applicate all'arte tradizionale. Punti di osservazione e slittamento della percezione, interazioni tra medium, design, fotografia, antropologia del fantastico e nuove espressioni del surrealismo. Futuri possibili, dialogo tra spazialità, arte, sentimento poetico tradotto in segno, ritmo e musicalità delle strutture compositive. Realtà oggettiva e realtà fantastica/onirica. Estetica del tutto è concesso e ricostruzione di valori connessi e rielaborati nella tradizione dell'arte.
In questo momento Unlikely Landscapes è composto da 75 opere con caratteristiche e percorsi tematici differenti: Animals, Big Boobs, Fangs, Landscapes, Shining Lake, Structures, Tornados, Abstract caramelized.
Simona Ruggeri
Maiden with Black Cat & PAL 432 new entry
In un passato non troppo remoto, i contorni delle cose erano sfumati. Astrologia e magia erano considerate discipline scientifiche: Tycho Brahe, l’illustre esploratore del firmamento, fu nominato da Rodolfo II d’Asburgo astronomo & astrologo di corte.
Il famoso medico svizzero Paracelso ci sembra nostro contemporaneo quando sostiene che le malattie sono causate da un agente patogeno e non da uno squilibrio degli umori come pensavano i medici della sua epoca, ma è la stessa persona che scrive un trattato su ninfe, silfi, pigmei e giganti che condividono il mondo degli esseri umani.
Georg Agricola, nato a fine Quattrocento, è considerato il padre della mineralogia. Nel suo libro De re metallica, dove ha descritto l'attività mineraria, tra il metodo per la separazione dell'argento dal rame e la descrizione dell'arte del geometra, esamina le creature che vivono sottoterra come conigli, marmotte, furetti, gnomi e coboldi, avvisando il lettore che alcune sono amichevoli mentre altre sono pericolose per i minatori.
Lo zero non esisteva. A noi moderni questo sembra più incredibile degli gnomi, eppure è proprio così: prima non c’era e poi c’è. Ma com’è possibile? Lo zero non è un’invenzione che si può costruire. Forse non ne avevamo bisogno, poi ci siamo accorti che lo zero era già lì, nascosto tra il nove e l’uno, solo che prima non lo avevamo visto.
Per quasi duemila anni la Terra è rimasta ferma e tranquilla al centro di un cosmo fatto di sette perfette sfere girevoli, con pianeti e stelle incastonati come gioielli che le ruotavano intorno. Andava tutto bene finché gli astronomi, a furia di cercare di adattare l’armonia delle sfere ai capricciosi movimenti dei corpi celesti, sono stati costretti a spostare la Terra in periferia. Non è stato semplice convincerla a traslocare.
Oggi è diverso, abitiamo lo stesso pianeta che ospitò le generazioni umane che ci precedono, ma è come se queste persone, del tutto simili a noi nell’aspetto, fossero alieni incomprensibili. Come potevano credere all’esistenza di gnomi, unicorni, sirene e antipodi? Noi possiamo anche studiare la storia ma non riusciamo a immaginare davvero un mondo senza zeri e con gli gnomi. Siamo certi di sapere ciò che esiste e ciò che non esiste, quello che non rientra nella sfera della realtà concreta è considerato immaginario, simbolo, metafora, allucinazione collettiva… ma non è più solo se stesso.
Attribuiamo le certezze dei nostri antenati alla credulità o all’ignoranza, non pensiamo che forse, se nel Cinquecento queste creature erano ritenute vere, magari erano vere davvero. Nel nostro mondo nuovo c’è sovrabbondanza di dati e scarsa compagnia, quasi nessuno crede di condividere il pianeta con altre creature non approvate dalla scienza.
Magari quando lo zero non esisteva un mago guardando nella sua sfera di cristallo ha detto tra sé e sé: “Che fantasia questi umani del futuro, non so come fanno a credere a una cosa assurda come lo zero… forse è un simbolo, una metafora, un’allucinazione collettiva…”.
Ora è così, prima era cosà, dopo chi lo sa.
Felix Dario Ruggeri e Simona Ruggeri
_ADNG_ (evolution)
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Felix Dario Ruggeri e Simona Ruggeri
RaccontiMiniati
Abbiamo scritto queste storie con una impostazione classica anche se l’opera nel suo insieme è piuttosto eclettica.
Lo stile è mutevole e diverso per ogni racconto, i temi variano: gotico, surreale, umoristico, poetico, religioso, viaggiando inoltre nei territori della science-fiction. Un universo di diversità che trae origine dalla frammentazione del tempo che ci circonda. In alcuni casi il significato sembra restare nascosto, ma va bene così, sono storie, non è necessario chiarire sempre tutto. A volte si avverte un significato criptico nel messaggio che viene comunque completato e rivelato nelle illustrazioni, così che testo e illustrazioni si integrano.
Ciò che desideriamo è attrarre e sensibilizzare la partecipazione del lettore. Non vogliamo distrarvi con un modo di scrivere insolito o stravagante, ma suscitare interesse e attenzione attraverso le idee espresse (o non espresse) nella narrazione. E’ nostro auspicio che il lettore sia complice, per questo cerchiamo di favorire la sua attenzione con immagini per proporre un modo di leggere più attraente, intimo, partecipativo, che non richieda fatica, momenti di tempo sospesi dove analizzare e scoprire indizi anche nelle immagini.
Ci auguriamo che alla fine delle storie permanga nel lettore una sensazione di piacevoli ricordi, anche se con un retrogusto amaro.
Simona Ruggeri
Shrimpcat, Dama & Friends
Riuniti nella Micro Gallery Space One, Shrimpcat, Dama e PAL 432 sono lieti di accogliere i visitatori umani. Benvenuti anche cani, gatti e chimere.
Instagram Felix Dario Ruggeri https://www.instagram.com/felix_dario_ruggeri/
Nelle pieghe del tempo, il cuore s'immerge, tra le note d'un'antica melodia, un eco lontano, un ricordo che urge, di un amore svanito, che mai più ria.
Sfumano i colori di giorni passati, come foglie d'autunno, cadono al suolo, quel legame antico, fra amanti intrecciati, ora è solo un'ombra, un vuoto, un vuoto solo.
Sospeso nell'aria, un sospiro persiste, memorie sfocate, d'un tempo felice, in ogni dolce bacio, in ogni attimo triste, si perde l'amore, si frantuma l'artefice.
Il buio avvolge, come un manto di pianto, la luce dell'amore, ormai è svanita, resta solo un'eco, di un tempo tanto, che nel cuore persiste, ma nella mente è fuggita.
Le promesse, i sogni, come onde infrante, si frantumano su scogli di realtà, l'amore perduto, un'ombra costante, nella danza dell'oblio, eterna, danza la sua verità.
E così, nell'abisso di un amore spento, resta solo la malinconia a vegliare, sui resti di un sentimento, ormai spento, nel silenzio dell'anima, a sussurrare.
e non dico così a caso, nel senso sì okay mi voglio bene, ma non è un sentimento costante.
Vorrei imparare ad amarmi perché mi sono rotta il cazzo di dover dare il mio "amore" ad altri: la verità è che quella persona prima o poi, in un modo o nell'altro se ne andrà sempre. È una brutta verità, ma è comunque una verità.
Quindi vorrei solo iniziare a dare tutto per me stessa, prima che per chiunque altro, ma mi sembra una cosa davvero difficile.
Qualche volta, come stamani, ripenso al mio cane. Mi sovvengono alla mente i momenti vissuti insieme. Le corse nei prati, le passeggiate nel sole dell'autunno, i film visti in camera , le risate, gli abbracci non sense quando ero triste. L'anno scorso è stato il suo ultimo natale e vederlo tramite foto, ancora adesso, mi fa dubitare della sua malattia. È strano come cambino le cose da un mese all'altro. In particolare questa constatazione che tutto sia sempre in costante mutamento, anche mentre si sta fermi, in passato mi ha spaventata non poche volte. Un tempo pensavo che se non avessi fatto nulla, se non mi fossi decisa a prendere una decisione tutto sarebbe rimasto immutato e avrei potuto preservare un angolo di cielo, un momento, un attimo solo per me, sottraendolo alle leggi della fisica. Credevo davvero che nulla potesse mutare. Che io sarei rimasta la stessa, perennemente felice in una teca della mente ovvero in una porzione di eternità agli altri incomprensibile. Ho impiegato mezza vita a capire un concetto basilare perché rifiutavo l'idea di lasciare andare tutto quel che mi è caro. Poi, un giorno, è cambiato tutto. Ho capito che la distanza tra noi e le cose, la noia come direbbe Moravia, ossia la non appartenenza a niente e a nessuno non è un sentimento celato, né una lacrima trattenuta perché finché si sente qualcosa nel cuore, non si è perduti e quel che manca, in realtà, è solo ciò che sopravvive nonostante tutto.
C’era questo strano attaccamento viscerale che provava nei confronti del dolore. Si
ricordava perfettamente di quella sera di inizio gennaio, doveva avere dodici o tredici anni: si
era ammalata poco prima del ritorno a scuola dopo le vacanze di natale, tardando il suo
rientro. La aspettava quel periodo infernale fatto di compiti in classe ed interrogazioni,
contava i giorni che le rimanevano per studiare stesa nel letto stretto di bambina, allietata dal
tepore di febbre e lenzuola. Uno, due, tre, quattro, cinque. Ce la poteva fare. Eppure una
parte di lei sperava di rimanere cristallizzata esattamente in quel senso di calore e
spossatezza. Così era stato, ed era anche ora, con l’emicrania. Quando i mal di testa si
erano fatti ricorrenti, li aspettava, quasi sentendosi definita in qualche modo proprio da quel
dolore; si preoccupava di più quando questi mancavano, o tardavano, all’appuntamento
ormai fisso, piuttosto che nell’avvertire le fitte familiari attraversarle la tempia.
Non era per le attenzioni, si rinchiudeva nella sua stanza, abbassava totalmente le
tapparelle, faceva sparire ogni traccia di luce, di suono, non proferiva parola con nessuno:
semplicemente ritornava tra quelle lenzuola, si copriva fin sopra i capelli.
Chiudendo gli occhi le pareva di sparire totalmente.
Dolore fisico, ma anche quel tipo di dolore che si avverte attorno al cuore, come una tagliola: mente caduta, mentre vagava, nella trappola della malinconia.
Scoperto quel tipo di male vischioso, pensò di aver trovato il suo stato naturale: si crogiolava
all’infinito, si rotolava in coperte fatte di ricordi, snocciolava quotidianamente tutti quei fatti
curiosi che le erano capitati nell’arco della sua breve vita. Non era struggimento, non c’era
nulla di disperato o plateale; solo si sentiva stranamente a suo agio in quello stato di
costante di rimuginio, come una scottatura lenta, un continuo punzecchiamento. Una lama
che scivolava sulla pelle senza tagliare mai, senza quasi lasciare alcuna traccia. Recitava, a
più voci, i copioni delle comparse delle sue giornate, era una regista perfetta, aveva una
memoria eccezionale ed uno spiccato senso critico, in particolar modo nei confronti delle
battute che erano uscite dalla sua bocca. Trovava sempre parole migliori da dire, più
incisive, taglienti, sicuramente più giuste. Quel sentimento era per lei come una coperta di
linus, tanto che a volte non riusciva a distinguere se la sua tendenza a non rischiare
derivasse dalla paura di un eventuale fallimento, oppure dall’immotivato timore al pensiero di
lasciare la malinconia per una probabile felicità. Quella stessa felicità che addosso le pareva
fatta di una stoffa ruvida, pruriginosa, grezza e senza dubbio scomoda da portare per un
tempo prolungato. O forse, le piaceva solo pensare così.
mi manca la costante dello scrivere ogni giorno, il luogo confortevole tra la carta e l’inchiostro.
quel potersi liberare, vedere i pensieri che scorrono fuori e si gonfiano in lettere piene di ansia, cose belle, rabbia e sentimento.
la scusa del non avere tempo non regge più. c’è che di cose importanti ci dovrei essere io, mettermi al primo posto e non ho mai imparato a farlo. vedo passare mesi, rincorro il lavoro, le persone, tutto scivola ed ecco, un altro anno è passato.
non so perché la vivo così. sono felice dei traguardi e delle cose importanti che ho, sarei ipocrita nell’affermare il contrario. ma quei sogni- due- sono lì messi in un angolo da così tanto tempo a ricordarmi quanta poca fiducia ho sempre avuto in loro che provo vergogna. scrivere questo mi aiuta in effetti, fa bene.
spero di arrivare un giorno, osservare il mio riflesso e dirmi soddisfatta di quello che vedo. c’è un manuale d’istruzioni per credere in sé stessi senza per questo passare come egoisti se per una volta non vengono gli altri prima di te?
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
nè nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca -
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.
In occasione di Artefiera 2024, nella notte di Art City White Night promossa dal Comune di Bologna e da Bologna Fiere, negli spazi dello studio erAArte, Micro Gallery Space One e Micro Gallery Space Two, in via Nazario Sauro 7/a, inauguriamo 5EXHIBITIONS.
Il paesaggio è una componente costante nel mio lavoro artistico. Nel mio nuovo progetto Unlikely Landscapes, le installazioni esposte sono note che accompagnano verso mete non definite ma di cui si percepisce la presenza, un percorso che vuole suggerire luoghi per stimolare la nostra curiosità estetica.
Unlikely Landscapes può essere anche assimilata come esperienza dinamica, quasi fisica, alcune opere ci predispongono al viaggio interiore alla ricerca di archetipi che alludono alla carne, in altre la meta finale è l'Incanto fisico e mentale dove tutto diventa reale.
In Unlikely Landscapes le opere si contaminano, interagiscono e non sempre la loro visione ha un punto di osservazione definito, sono presenti molteplici linguaggi e medium che in sinergia danno origine a un contesto dove etica, immaginazione e concettualità si supportano reciprocamente.
Alcuni punti chiave di questa ricerca possono essere così sintetizzati: ricerca minimalista sulle sinergie estetiche, convergenze e nuove tecnologie applicate all'arte tradizionale. Punti di osservazione e slittamento della percezione, interazioni tra medium, design, fotografia, antropologia del fantastico e nuove espressioni del surrealismo. Futuri possibili, dialogo tra spazialità, arte, sentimento poetico tradotto in segno, ritmo e musicalità delle strutture compositive. Realtà oggettiva e realtà fantastica/onirica. Estetica del tutto è concesso e ricostruzione di valori connessi e rielaborati nella tradizione dell'arte.
In questo momento Unlikely Landscapes è composto da 75 opere con caratteristiche e percorsi tematici differenti: Animals, Big Boobs, Fangs, Landscapes, Shining Lake, Structures, Tornados, Abstract caramelized.
Simona Ruggeri
Maiden with Black Cat & PAL 432 new entry
In un passato non troppo remoto, i contorni delle cose erano sfumati. Astrologia e magia erano considerate discipline scientifiche: Tycho Brahe, l’illustre esploratore del firmamento, fu nominato da Rodolfo II d’Asburgo astronomo & astrologo di corte.
Il famoso medico svizzero Paracelso ci sembra nostro contemporaneo quando sostiene che le malattie sono causate da un agente patogeno e non da uno squilibrio degli umori come pensavano i medici della sua epoca, ma è la stessa persona che scrive un trattato su ninfe, silfi, pigmei e giganti che condividono il mondo degli esseri umani.
Georg Agricola, nato a fine Quattrocento, è considerato il padre della mineralogia. Nel suo libro De re metallica, dove ha descritto l'attività mineraria, tra il metodo per la separazione dell'argento dal rame e la descrizione dell'arte del geometra, esamina le creature che vivono sottoterra come conigli, marmotte, furetti, gnomi e coboldi, avvisando il lettore che alcune sono amichevoli mentre altre sono pericolose per i minatori.
Lo zero non esisteva. A noi moderni questo sembra più incredibile degli gnomi, eppure è proprio così: prima non c’era e poi c’è. Ma com’è possibile? Lo zero non è un’invenzione che si può costruire. Forse non ne avevamo bisogno, poi ci siamo accorti che lo zero era già lì, nascosto tra il nove e l’uno, solo che prima non lo avevamo visto.
Per quasi duemila anni la Terra è rimasta ferma e tranquilla al centro di un cosmo fatto di sette perfette sfere girevoli, con pianeti e stelle incastonati come gioielli che le ruotavano intorno. Andava tutto bene finché gli astronomi, a furia di cercare di adattare l’armonia delle sfere ai capricciosi movimenti dei corpi celesti, sono stati costretti a spostare la Terra in periferia. Non è stato semplice convincerla a traslocare.
Oggi è diverso, abitiamo lo stesso pianeta che ospitò le generazioni umane che ci precedono, ma è come se queste persone, del tutto simili a noi nell’aspetto, fossero alieni incomprensibili. Come potevano credere all’esistenza di gnomi, unicorni, sirene e antipodi? Noi possiamo anche studiare la storia ma non riusciamo a immaginare davvero un mondo senza zeri e con gli gnomi. Siamo certi di sapere ciò che esiste e ciò che non esiste, quello che non rientra nella sfera della realtà concreta è considerato immaginario, simbolo, metafora, allucinazione collettiva… ma non è più solo se stesso.
Attribuiamo le certezze dei nostri antenati alla credulità o all’ignoranza, non pensiamo che forse, se nel Cinquecento queste creature erano ritenute vere, magari erano vere davvero. Nel nostro mondo nuovo c’è sovrabbondanza di dati e scarsa compagnia, quasi nessuno crede di condividere il pianeta con altre creature non approvate dalla scienza.
Magari quando lo zero non esisteva un mago guardando nella sua sfera di cristallo ha detto tra sé e sé: “Che fantasia questi umani del futuro, non so come fanno a credere a una cosa assurda come lo zero… forse è un simbolo, una metafora, un’allucinazione collettiva…”.
Ora è così, prima era cosà, dopo chi lo sa.
Felix Dario Ruggeri e Simona Ruggeri
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Felix Dario Ruggeri e Simona Ruggeri
RaccontiMiniati
Abbiamo scritto queste storie con una impostazione classica anche se l’opera nel suo insieme è piuttosto eclettica.
Lo stile è mutevole e diverso per ogni racconto, i temi variano: gotico, surreale, umoristico, poetico, religioso, viaggiando inoltre nei territori della science-fiction. Un universo di diversità che trae origine dalla frammentazione del tempo che ci circonda. In alcuni casi il significato sembra restare nascosto, ma va bene così, sono storie, non è necessario chiarire sempre tutto. A volte si avverte un significato criptico nel messaggio che viene comunque completato e rivelato nelle illustrazioni, così che testo e illustrazioni si integrano.
Ciò che desideriamo è attrarre e sensibilizzare la partecipazione del lettore. Non vogliamo distrarvi con un modo di scrivere insolito o stravagante, ma suscitare interesse e attenzione attraverso le idee espresse (o non espresse) nella narrazione. E’ nostro auspicio che il lettore sia complice, per questo cerchiamo di favorire la sua attenzione con immagini per proporre un modo di leggere più attraente, intimo, partecipativo, che non richieda fatica, momenti di tempo sospesi dove analizzare e scoprire indizi anche nelle immagini.
Ci auguriamo che alla fine delle storie permanga nel lettore una sensazione di piacevoli ricordi, anche se con un retrogusto amaro.
Simona Ruggeri
Shrimpcat, Dama & Friends
Riuniti nella Micro Gallery Space One, Shrimpcat, Dama e PAL 432 sono lieti di accogliere i visitatori umani. Benvenuti anche cani, gatti e chimere.
Instagram Felix Dario Ruggeri https://www.instagram.com/felix_dario_ruggeri/
A chi, non è mai capitato di mentire? Mentiamo a tutti, costantemente. E in fondo, cosa è una bugia, se non la capacità di sostenere la verità? Sostenere, si, nell'accezione di sostegno, supporto. Le verità pesano ed è per questo che, quando Marcello si è scoperto a dire una bugia, lo ha fatto con la leggerezza con cui la direbbe un bambino. La sua bugia bianca era rivolta a non ferire, per quanto paradosso ci possa essere stato, nella bugia ci nutriva sempre un sentimento d'amore, una ricerca di protezione ad ogni costo. Era un suo limite, un limite come gli altri. Nella bugia poteva trovarci una misura di fantasia, il nascondiglio perfetto per stare a volte più comodo. Fare i conti con le bugie, non è mai affar semplice, costa fatica e complica le cose; Eppure ci si prende il rischio di dirle, di accettarle, di accoglierle specialmente se dette con l'intenzione infantile di non far del male. Il punto sta nella paura. Dire una bugia non necessita sopperirvi, eppure lo temiamo. È la ricerca continua di mostrarsi ad altri occhi, con il timore costante di non disattendere le aspettative, che poi, puntualmente con una bugia, disattendiamo. È per questo, la bugia è stupidità vestita da buone intenzioni. Marcello tutto questo lo sapeva bene, infatti sosteneva che, l’unico modo per farsi perdonare di essere dei magnifici bugiardi è dire la verità, che lui, tra una bugia e un'altra non temeva di esplicitare. Proprio come farebbe un simpatico bugiardo responsabile.