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#Il nostro sesto senso
perfettamentechic · 1 year
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Pasquetta con pioggia? No problem! Giochiamo con il "SESTO SENSO"
Pasquetta con pioggia? No problem! Giochiamo con il "SESTO SENSO" #sestosenso #giochisensoriali #giochisocietà #stareinsieme #capacitàsensoriali #pasquetta #perfettamentechic #curiosità #foryou
Previsioni meteo per il giorno di Pasquetta: da @meteo.it … da foto sicuramente è da rinunciare alla tradizionale “scampagnata”, ma non certo ci si rinuncia a star in compagnia di amici e o familiari… Unico pericolo? Che ci possiamo annoiare a star chiusi dentro le quattro mura di una casa o locale? Giochiamo di anticipo!!! Giochi di società !!! Di seguito idee di gioco che vanno al di la’ di…
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canesenzafissadimora · 2 months
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Il nostro sesto senso ci manda sempre dei segnali quando qualcuno non è sincero con noi.
Il problema sono tutti
gli altri sensi che fingono spudoratamente di
non accorgersene.
Perchè fa male.
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Paola Felice
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gregor-samsung · 11 months
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“ il Super-Io si sa benissimo come nasce e si può dire che sia il risultato di una progressiva introiezione delle privazioni imposte dalla realtà ma soprattutto dagli educatori e per meglio spiegarmi dirò che noi nascendo ce ne fottiamo di tutto e di tutti, il nostro unico pensiero è godercela sessualmente passando attraverso la fase orale e la fase anale e insomma sebbene a me sembri impossibile per ciò che mi riguarda come persona la primissima fase della nostra vita è puramente determinata dal piacere, anzi da quei torbidi piaceri che premono dalla sozzura dell’Es, e andremmo avanti così allegramente per tutta la vita se non ci scontrassimo con la realtà, e più che altro con gli educatori tra i quali si capisce primeggia il rompiscatole principe della nostra vita ossia il padre il quale non fa altro che dire non si deve fare questo e non si deve fare quest’altro, e un po’ alla volta tutti questi divieti e intimidazioni entrano in noi a formare quella parte dell’anima nostra chiamata appunto Super-Io, e il bello è che non sono mica tutte introiezioni forzate quelle che arrivano a costituire l’incomodo Super-Io, per quanto strano possa sembrare ce ne sono pure di volontarie nel senso che non sempre noi bambini desideriamo che nostro padre crepi o almeno si dissolva, il legame che ci unisce a lui è ambivalente come si dice ossia un sentimento alternativo o anche contemporaneo di odio e amore sicché mentre da una parte noi addirittura ammazzeremmo il padre solo che potessimo farcela dall’altra vorremmo essere come lui forte come lui grande come lui perfetto rompiscatole magari, e tutte queste aspirazioni sbagliate ad essere come il padre probo e onesto e Nei Secoli Fedele entrano costitutivamente nel nostro Super-Io rendendolo robusto al pari di un carabiniere si capisce, ed ora questa parte superiore della mia anima sta sempre qui a guardare ciò che faccio e in genere disapprova, si mette qui di guardia a tutti quegli impulsi edonistici che premono dall’Es e dice loro tornate indietro dannati nel vostro brago, e quelli tornano indietro qualche volta ma qualche volta no, qualche volta a dire il vero l’Io riesce a ignorare le istanze inibitorie e intimidatrici del Super-Io e a godersela un poco, ma poi Madonna santa come me la fa pagare questo poliziesco Super-Io, come mi massacra sotto tonnellate di senso di colpa, come mi punisce mettendosi magari sulla strada della mia gloria e dicendomi tu non sei degno tu non sei capace tu non avrai mai il plauso dei radicali, e quando proprio l’Io riesce a tenergli testa e a dirgli sono degno e sono capace e del plauso dei radicali me ne stropiccio com’è giusto, e anche dei produttori me ne stropiccio giacché ho messo da parte i soldi per scrivere il quarto il quinto il sesto e chissà mai pure il settimo capitolo del mio capolavoro, quando insomma mi sembra d’aver preso questo Super-Io padre defunto padre memoria padre eredità di onore e dovere, averlo preso dico e messo con le spalle al muro, quello a mia insaputa va a ripescare nell’inconscio peccati e dolori dimenticati e me li scaraventa addosso passando per il colon o per le lombari, e mi scatena le crisi d’angoscia per seppellirmi nel mio terrore e nella mia finalmente riconosciuta incapacità. “
Giuseppe Berto, Il male oscuro, Rizzoli, 1969; pp. 310-311.
[1ª Edizione: 1964]
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intotheclash · 1 year
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Restammo a lungo in silenzio, ognuno infagottato nei propri pensieri, finché non ci ridestò lo strombazzare di un automobile in arrivo. “Chi sarà mai?” Chiesi istintivamente, trovandomi catapultato di nuovo nella realtà dell'ora e del qui. “Che vuoi che ne sappia,” rispose mio nonno, “Mica c'ho la palla di vetro. Usciamo di casa e andiamo a porgere il nostro benvenuto a questo ignoto rompicoglioni.” Uscimmo a passi malfermi dal casale, scherzando e ridendo ci eravamo scolati un bottiglione del suo rosso assassino. Erano Sesto, Armando e Peppe il Licantropo, amici fraterni del nonno, vecchi partigiani come lui e, per giunta, anche carogne come lui. Arrivarono sullo spiazzo davanti al casale a velocità un po’ troppo sostenuta, sollevando una nube di polvere dal sapore vagamente minaccioso. “Corrono non c'è male per la loro età.” Dissi “Credo di sapere cos'hanno in mente quei tre avanzi di galera!” Rispose mio nonno visibilmente preoccupato, ma sempre pronto ad esplodere. Girarono con quella scassata fiat 110, dal colore indefinito e indefinibile, intorno alla catasta di legna da ardere e si schiantarono addosso al vaso del melograno nano, facendolo in mille pezzi. Brutti figli di puttana!“ Urlò il nonno, facendosi loro incontro schiumando rabbia. "Buongiorno, Pietro!” Lo salutò il Licantropo scendendo dal posto di guida con indosso la faccia più angelica che avessi mai visto. “Buongiorno una sega!” “Perché non togli dai coglioni quel vasaccio, una volta per tutte?” “Già, ogni volta che decidiamo di venirti a trovare, ce lo ritroviamo tra le ruote, col rischio che si finisca per farsi male. ” Aggiunse Sesto. Nonno Pietro, per tutta risposta, raccolse da terra un bel pezzo di legno e lo lanciò, con tutta la forza di cui ancora disponeva, contro la portiera dell'auto. “Ve lo faccio io del male, perdio!” “Attento vecchio rabbioso, così me la graffi!” Lo apostrofò divertito il Licantropo. Era una scena che andava avanti da un bel pezzo. Mio nonno voleva bene a quel melograno più che a mio padre. Quando lo aveva comprato, teneva il vaso proprio davanti al cancello del cortile, in bella mostra. Ne era orgoglioso. Un bel giorno, sempre loro tre, ubriachi come scimmie, lo distrussero a marcia indietro e il mio avo, incazzato come una biscia, lanciò loro contro un'interminabile sequela di colorite imprecazioni, facendoli scompisciare dalle risate. Da allora, ogni volta che salgono a trovarlo, investono il vaso di proposito, lui si imbestialisce, poi, sbollita la rabbia, ricompra il vaso, vi ripianta il melograno e gli cambia di posto. Ma non c'è Cristo che tenga, lo scovano sempre e lo fanno fuori di nuovo. “Ma come cazzo fate a scovarlo sempre?” “E’ per farti un favore, Pietro. Ti vogliamo bene. Certo che quella sottospecie di pianta è davvero brutta!” Disse Sesto “Tu sei brutto!” “Vero. Non posso darti torto. Ma la tua pianta mi da una pista. Eppoi pure il nome è brutto. Melograno. Ma che cazzo di nome è? O sei melo, o sei grano, dico io!” “Allora sarà bello il tuo di nome!” “Sicuro che è bello. Sesto è proprio un gran bel nome. Poi suggerisce il senso dell'ordine. Non dimenticare che noi eravamo dieci fratelli.” “Si, ma tu sei l'ottavo!” “E allora? Sono l'ottavo, vero. Ma mio padre, buonanima, era analfabeta, e non sapeva contare, perciò mi ha chiamato Sesto. Era ignorante, vero, ma all'ordine ci teneva comunque.” Fu a questo punto che si accorsero di me. “Ciao, Ivan, cosa ci fai quassù, in compagnia di questo vecchio rincoglionito?” Mi chiese il Licantropo. “Ero venuto a sincerarmi che fosse ancora di questo mondo.” “Hai fatto bene. giudicando così, ad occhio e croce, direi che non gli dovrebbe rimanere più molto fiato da spendere!” Guardai l'orologio, le sei del pomeriggio, dovevo andare. Avevo un impegno da lì a un ora. “Vi saluto, vecchi. Devo andare.” Dissi “Ciao, Ivan. E salutaci quel coglione di tuo padre!” Mi risposero in coro. Mi voltai di scatto a controllare la faccia del nonno, che, allargando le braccia, con un'espressione innocente dipinta sul volto, disse:“ Io non ho detto niente. Si sarà sparsa la voce per colpa di qualcun altro.”
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Caro me del passato, si, te le fai ancora le tue famose seghe mentali. Proprio quelle. Quelle che quando non ci sono state l'hai sempre presa nel culo. Tu le chiami così, altri lo chiamano sesto senso, altri ancora buonsenso. Tutt'oggi non sei sicuro di avere ragione, sai che ci sono, sai che non ti piacciono e, come sempre, non sai che cazzo fare. Spesso nascono per caso, spesso esplodono davanti ai nostri occhi (tuoi del passato, miei del presente). Ah, scopare, si, avevi ragione, tanta roba. Non sempre, ma il più delle volte, tanta roba. Ecco, dovresti chiedere al noi più piccolo di riinsegnarci ad essere tranquilli. Non lo sappiamo più fare, a quanto pare. Ieri mi hanno detto che sono un rompicoglioni ma ho carisma, perciò mi svaluto quando mi piacciono ragazze che non mi meritano. Chissà che cazzo vuol dire. Oddio, ha parlato di L e lì capisco anche. Vedi? Riinsegnare a essere tranquillo, questo intendo. Comunque sono ancora selettivo e difficilmente mi piace qualcuno a lungo. Non credo vorresti cambiasse questo nostro modo di fare, piace anche a te, lo so. Però, vedi, stare qui a tormentarmi mentre sento che qualcosa non va, non mi piace. La soluzione che piace a te non si può fare. E ora siamo diversi in questo. Ora lavoro su quello che mi succede, cerco di farlo andare, in maniera differente da quello che è stato con S. Ora è laureata, sia in storia dell'arte, che in conservatorio, sempre pianoforte, si, non jazz, ora però sa improvvisare. Spacca quella tosa, non credo ci odi più. Ora ti triggerano negativamente i perizomi in pizzo nero, lascia stare il motivo, un giorno capirai. Per il resto, parla un po' di più con nonna Ida. Ciao bello, salutami il me delle birrette in centro, sono più vicino ai trenta che a lui.
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rebelontheroad · 1 month
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Day 6: Coltivare la Felicità attraverso l'Atto di Dare
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Benvenuti al sesto giorno del nostro viaggio verso la felicità con la preziosa guida della comunità Action for Happiness. Oggi, ci concentriamo sull'atto di dare: fare cose gentili per gli altri. Questo semplice gesto, se praticato con sincerità e compassione, può illuminare non solo la vita degli altri, ma anche la nostra stessa esistenza.
Mentre ci immergiamo in questo tema, riflettiamo su come possiamo integrare l'atto di dare nelle nostre giornate. Potrebbe essere qualcosa di piccolo, come tenere aperta la porta per qualcuno o fare un complimento sincero a un amico. Oppure potremmo scegliere di fare un gesto più significativo, come donare del tempo per aiutare chi è in difficoltà o contribuire a una causa che ci sta a cuore.
Ciò che rende potente l'atto di dare è il suo impatto reciproco. Quando facciamo del bene agli altri, sperimentiamo un senso di soddisfazione e gioia interiore che raramente si trova altrove. Non si tratta solo di ciò che diamo, ma anche del modo in cui questo gesto ci connette con il mondo che ci circonda.
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Inoltre, l'atto di dare può essere contagioso. Quando vediamo gli altri impegnati in atti di gentilezza, siamo spinti a fare lo stesso, creando così un ciclo virtuoso di positività e altruismo che si diffonde attraverso la comunità.
Oggi, ti sfido a fare almeno un atto di gentilezza per gli altri. Può essere qualcosa di semplice o qualcosa di più impegnativo, ma l'importante è che sia fatto con amore e sincerità. E mentre lo fai, prenditi un momento per apprezzare il potere trasformativo della gentilezza e il ruolo che gioca nella tua ricerca della felicità.
A domani, per lo step 7 del nostro viaggio verso una vita più felice e significativa. Insieme, possiamo creare un mondo migliore, un atto gentile alla volta.
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alonewolfr · 4 months
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“Il nostro sesto senso ci manda sempre dei segnali quando qualcuno non è sincero con noi. Il problema sono tutti gli altri sensi che fingono spudoratamente di non accorgersene. Perchè fa male.”
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scienza-magia · 7 months
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Sconosciuto sesto senso naturale e istintivo del cervello
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Prevedere ciò che sta per accadere: niente magia, è un potere del cervello che può essere allenato. Se a volte vi capita di credere alle vostre sensazioni, dovete sapere che le ricerche di neuroscienze dimostrano sia una skill del nostro cervello. Si tratta di una ricerca portata avanti dall’Observatoire des Mémories di Courbevoie. L’istituto ha specificato come il nostro cervello riesca ad avere una sorta di sesto senso, attraverso il quale può orientarci sulle scelte giuste da fare, soggettivamente parlando. È come se in modo irrazionale il nostro organismo si lasciasse muovere dalle sensazioni. Se fino a questo momento non hai creduto al sesto senso che certi giorni sembra muoverti nei contesti sociali, hai sempre sbagliato a non fidarti abbastanza di te.
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cervello umano e sesto senso Secondo i neuropsichiatri, il nostro cervello viene allenato dall’osservazione dei fenomeni esterni, degli ambienti, e dalle sensazioni positive o negative che vengono legate ai ricordi. In sostanza, è come se il dato esperienziale, di un determinato evento, si attivasse a livello inconscio nel momento in cui ci si ripresenti davanti una situazione che per qualche verso assomigli a quella già vissuta. Ovviamente si tratta di processi inconsci quindi non riconoscibili a livello razionale. Quel che viene chiamato sesto senso, quindi, non è altro che un lavoro di memoria che il cervello riesce a compiere al posto nostro, in modo immediato. Come funziona il sesto senso e perché il nostro cervello riesce a farci prevedere ciò che potrebbe accadere Attivando quei collegamenti neuronali, il corpo darà qualche segnale attraverso le sensazioni, quando si è in ascolto con se stessi verrà captato e si sentirà il bisogno di fare o meno una determinata azione. Attenzione, però. Il nostro cervello non è infallibile, è vittima dei bias, ovvero degli errori cognitivi, soprattutto dovuti a luoghi comuni, pregiudizi e schematismi che abbiamo assorbito durante la crescita dalle nostre socializzazioni primarie e secondarie, ovvero famiglia, amici, scuola e ambiente esterno. Ciò significa che questo sesto senso può trarre in errore, soprattutto quando si fanno nuove conoscenze. A volte un aspetto estetico oppure un comportamento, potrebbero creare associazioni sbagliate nel nostro cervello.
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rappresentazione sistema neuronale, il cervello prevede le situazioni? Le persone hanno migliaia di sfumature ed è impossibile capire un individuo in pochi minuti, perché a sua volta il suo atteggiamento potrebbe essere influenzato da un’immagine che vorrebbe dare di sé e non da ciò che è realmente. Insomma, ascoltatevi, e lasciatevi consigliare dal vostro istinto, ma andateci cauti, a volte sbaglia! Secondo i ricercatori, inoltre, c’è un metodo per allenare questo sesto senso attraverso l’osservazione e l’ascolto. Osservare i dettagli dei contesti che ci troviamo a vivere può darci una mano perché, facendo focus, il cervello darà attenzione a cose che altrimenti non avrebbe captato. Inoltre, creando liste di cose da fare si potrebbe allenare il corpo all’ascolto. Scrivere su un foglio ciò che si potrebbe fare il sabato sera, per esempio, potrebbe essere d’aiuto per capire ciò che realmente si ha voglia di fare. Ripetendo dentro di sé tutte le opzioni, chiudendo gli occhi, si potrà avvertire una sensazione positiva o negativa: più si allenerà questa capacità, più diventerà facile ascoltarsi. Read the full article
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enkeynetwork · 9 months
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dilaangel-blog · 1 year
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Agosto 2014
In montagna non fa così caldo, è anche per questo che mi piace. Ho una felpa blu addosso con l'enorme logo della Duff sul petto, è troppo grande per me, è di un collega che l'ha dimenticata prima di partire per tornare a casa. Mi chiedo quando ci tornerò io a casa, soprattutto mi chiedo dove sia casa mia.
A pochi chilometri di distanza Frank si sta addormentando nel nostro letto, il lato sinistro vuoto, alcuni dei miei vestiti ancora sparsi in giro per casa, i miei libri impilati nella libreria, le nostre foto attaccate alla porta del frigorifero. Ci sono lattine di birra, forse troppe, sul tavolo della cucina, la musica ancora suona nel Dolby Surround, lui è troppo stanco e forse troppo ubriaco per alzarsi e andarla a spegnere. Aspetta che io torni dalla montagna, dall'albergo in cui sto lavorando per poterci permettere l'affitto e le bollette, la benzina e la spesa, e l'alcol, tutto l'alcol che gli serve per poter dormire la notte.
Aspiro una lunga boccata dalla sigaretta mentre Johnny racconta qualcosa della sua vita e mi fa sorridere. Siamo seduti sul letto di Bambu, nella stanza che divide con Will. Fumiamo, beviamo birra e ci raccontiamo aneddoti del passato, io e i miei quattro colleghi. Le ragazze sono già in stanza, domani la sveglia suonerà alle 5.30 ma io non ho nessuna intenzione di raggiungerle per andare a dormire. Mi piace stare con Johnny, mi piace ascoltarlo parlare, mi piace condividere con lui questi momenti. Vorrei piacergli, vorrei essere bella ai suoi occhi e soprattutto interessante, intelligente, brillante. Qualcosa fra di noi c'è, lo capisco dal modo in cui mi sorride, da come a volte mentre ci parliamo tutto intorno a noi sembra sparire e lui fissa i suoi occhi azzurri nei miei senza distoglierli mai.
A pochi chilometri di distanza Nessa è nella sua stanza che dorme, aspetta che Johnny torni dalla montagna, dall'albergo in cui sta lavorando per mettere da parte i soldi con cui sistemeranno casa. Sogna il giorno in cui andranno a convivere e spera che quella distanza che li separa serva a raggiungere quello scopo, a dare forma ai sogni che hanno fatto assieme.
"Tu hai la faccia di uno che tradisce!" dico a Johnny di punto in bianco. Non so cosa mi abbia dato il coraggio di fare un'uscita del genere, se l'alcol o l'erba, o il fatto che lui è accanto a me, i nostri gomiti e le nostre ginocchia si sfiorano e fa un po' più caldo di prima. "Io la mia ragazza non l'ho mai tradita!" mi dice lui e sembra quasi risentito. Ma una parte di me lo sa, il mio sesto senso, quello che non sbaglia mai, percepisce la cazzata. Se lo baciassi adesso lui ricambierebbe, se mi intrufolassi nel suo letto non mi manderebbe via. Quella certezza che mi rimbomba nella pancia mi esalta, mi eccita quasi.
Da qualche parte però ci sono un Frank e una Nessa che attendono il nostro ritorno, e noi siamo chiusi in questo maledetto albergo, circondati da boschi e cime aguzze, incapaci di distogliere gli occhi l'uno dall'altra.
Mi alzo finendo la birra in un ultimo sorso. Saluto tutti e mi rifugio nella stanza delle ragazze, mi butto sul mio lettino singolo e mi copro con la ruvida coperta militare. Domani sarà un altro giorno di lavoro e io e Johnny ci guarderemo di nuovo, parleremo, ci prenderemo in giro. Non lo bacerò neanche domani. E neppure il giorno dopo. Ma quello dopo ancora?
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Il nostro sesto senso ci manda sempre dei segnali quando qualcuno non è sincero con noi. Il problema sono tutti gli altri sensi che fingono spudoratamente di non accorgersene.
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Paola Felice
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vittorioballato · 1 year
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dorsalblog · 2 years
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IL BUON RIPOSO È TRA LE BRACCI DI MORFEO
SI TROVA A SESTO FIORENTINO
IL NEGOZIO DEL MESE DI LUGLIO DI DORSAL
Prosegue il nostro viaggio in giro per la Penisola. Questo mese abbiamo fatto tappa da Tra le braccia di Morfeo a Sesto Fiorentino. Ci troviamo a pochi chilometri dalla bellissima Firenze, culla del Rinascimento e tra le più importanti città d'arte del mondo. Il titolare del negozio è Marco Ongania che con disponibilità ci racconta la storia del suo punto vendita che Dorsal ha scelto come rivenditore del mese di luglio.
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“Siamo un punto vendita storico della zona - fa sapere Ongania - aperto nel 1994, siamo sempre stati qui a Sesto Fiorentino, che è una città molto grande alla periferia di Firenze”. Quella con Dorsal è conoscenza di lunga data. “Trattiamo i prodotti Dorsal - fa sapere il titolare - fin dagli inizi della nostra attività. Inizialmente, vendevamo le reti Dorsal e poi abbiamo iniziato ad introdurre anche i materassi e i guanciali”. Una scelta dettata dalla qualità elevata di tutti i prodotti Dorsal.
“Troviamo che Dorsal si distingua per la qualità intrinseca di tutti i suoi prodotti, per la ricerca attenta alle finiture e una grande attenzione ai dettagli - ha commentato Ongania -. Ad esempio, le reti Dorsal hanno un maggior numero di doghe, telai più robusti, il legno è meglio rifinito oltre ad essere certificato FSC, quindi sostenibile”.
L’attenzione alla salute dell’uomo e alla sostenibilità ambientale sono valori che il negozio Tra le braccia di Morfeo condivide con Dorsal. “Ci tengo a specificare che ciò che guida da sempre la mia attività - ha puntualizzato - è l’etica della vendita, in questi quasi 30 anni di attività, ho sempre cercato di creare una relazione sincera e umana con il cliente. Vendo solo prodotti di cui sono sicuro e quindi per me i sistemi letto Dorsal sono proprio una garanzia in questo senso”. Tra le braccia di Morfeo è tra i soci fondatori di Assobed, l’Associazione Italiana Esperti del Riposo.
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“Purtroppo la cultura del sano dormire - ci ha spiegato il titolare - non è così diffusa. Io dico sempre: Compreresti mai uno splendido paio di scarpe ma di un numero sbagliato? Nel campo delle calzature forse sappiamo meglio destreggiarci e capire quale sia la scarpa che più fa al caso nostro. Nel campo del sano dormire sono invece scarsissime e spesso assai confuse le informazioni di cui il consumatore è in possesso per poter valutare l’acquisto in maniera consapevole ed efficace. Per questo la consulenza è senza dubbio il nostro servizio più importante, quello che aiuta il cliente a scegliere al meglio e in base alle sue esigenze”. Per fornire consulenze sempre più specializzate, Ongania ha partecipato ai corsi di formazione organizzati da Dorsal in azienda. “Sono stati delle occasioni formative importanti - ha specificato - che, inoltre, ci hanno permesso di conoscere più da vicino tutti i nuovi prodotti Dorsal”.
Lo showroom di Sesto Fiorentino misura circa 190 mq e si trova in viale Pratese, dove è presente un comodo parcheggio riservato alla clientela. “All’interno del nostro showroom - ha aggiunto - tutta un’area è dedicata ai prodotti Dorsal con sette piazze disponibili per la prova. Tra i prodotti che da sempre vendiamo meglio: le reti Super e Sana e per i materassi Elisir issimo. Quest’ultimo è un materasso che sorprende il cliente - ha spiegato - ideale per chi cerca un materasso elastico e sostenuto”. Il negozio fornisce un servizio di consegne gratuite e la possibilità di effettuare sopralluoghi a domicilio anche per valutare le condizioni delle reti.
“Le persone vengono in negozio perchè vogliono cambiare materasso - ha spiegato - ma non si rendono conto che spesso è necessario sostituire anche le reti per ottenere i migliori benefici. Per questo ci offriamo di fare un sopralluogo per valutare lo stato di salute del proprio supporto”. Un altro servizio che Tra le braccia di Morfeo offre è l’apertura su appuntamento. “Se il cliente ha necessità particolari - ha spiegato Ongania - apriamo lo showroom anche al di fuori dei nostri orari e su appuntamento offriamo una consulenza gratuita”.
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Tra le braccia di Morfeo si trova in Viale Pratese 83 a Sesto Fiorentino (FI) ed è aperto da lunedì al sabato dalle 9.30 alle 13 e dalle 16 alle 19.30 (chiuso il lunedì mattina e la domenica). Per maggiori informazioni telefonare al numero 0554211987  oppure al cellulare 3921528289. Sito internet: www.tralebracciadimorfeo.com Pagina Facebook: @tralebracciadimorfeo
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bennigei · 3 years
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Il nostro sesto senso ci manda sempre dei segnali quando qualcuno non è sincero con noi.
Il problema sono tutti gli altri sensi che a volte fingono spudoratamente di non accorgersene.
Perché fa male.
- Paola Felice
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libero-de-mente · 3 years
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iPorn
Cammino velocemente a passo spedito per il centro città.
Ho come sempre il timore, da qualche tempo a questa parte, di essere riconosciuto. Di essere salutato, sentire quel "Ciao Rino", il mio nome è usato pochissimo, non è un Matteo o Alessandro molto più usati, che non mi lascerebbe scampo. Dovrei rispondere e magari fermarmi a parlare, perché invitato con un cenno della testa o da una mano tesa. Nulla contro chi mi conosce, sia chiaro, ma ho questa fragilità post lockdown che mi tiene sulle spine con il prossimo.
Il mio passo è spedito, percorro la via dello shopping, quella delle vetrine di lusso e della "bella gente", quando noto una ragazza "molto notevole".
La ragazza notevole si accorge del mio sguardo, repentino chino il capo cercando la vergogna e l'imbarazzo tra le pietre in arenaria del selciato.
Il mio dev'essere un sesto senso, non so da dove nasca; nonostante sia con lo sguardo rivolto a terra mi convinco che la ragazza notevole mi sta venendo in contro. Un attimo di coraggio, stringo il pugno per darmi forza e alzo lo sguardo.
Lei è a pochi passi da me e si avvicina, sorridendo, mi giro per vedere se dietro di me esista un ragazzo notevole che la stia aspettando. Un vecchio che sbuffa preparandosi con il sacchettino idoneo alla raccolta, mentre il suo cane fa pupù e un muro alle sue spalle con scritto "SBIVVI MEVDE", del resto quella via è frequentata dalla crème della città, molto aristocratici. A parte il vecchietto indaffarato nella raccolta e la scritta snob null'altro.
Mi rigiro, lei è davanti a me con un sorriso, anche quello notevole, e la mano tesa: - "Piacere mi chiamo Luana". - "Oh, ehm... pia-piacere. - ricambio la stretta di mano. - "La disturbo un minuto..." - "Prego, mi dica" - "Lo sa che oggi inauguriamo il Sexy Shop iPorn?" - "Ai che?!" - "Si iPorn come l'iPhone, infatti vendiamo i più sofisticati e incredibili sex toys elettronici, multimediali e interattivi. Da Ulla la bambola che ti trastulla, capace di sostituire una persona in tutto, agli aggeggi elettronici che si possono comandare e istruire come si fa con Alexa o Siri"
Ho sempre creduto nella teoria di Einstein nei buchi neri, e credo che in quel momento avrei taaaanto desiderato che uno di quei cosi, intendo di aspirapolvere spaziali, si concretizzasse sotto i miei piedi.
Ma niente la ragazza notevole, anzi da vicino posso dire notevolissima, incalza: - "Le posso lasciare un coupon omaggio, per uno sconto sui nostri prodotti?" - "Ma ma i-io, veramente..." - "No no no, non dica niente. Guardi è tutto anonimo, le chiedo in cambio solo una cortesia, rispondere a una semplice domanda per una ricerca ai fini di valutare il nostro mercato" - ... - "Beh?! - sgranando gli occhi e che occhi - non sarà in imbarazzo, guardi che è tutto riservato. Su su coraggio, con tre parole mi spieghi la sua vita sessuale" - Che cosa è? - ... - ... - "Senta, facciamo così. Non le ho chiesto niente ma comunque le lascio tre coupon, credo che ne abbia bisogno. Coraggio"
La ragazza stra notevole anche vista da dietro se ne va, credo ridendo dalla mano sulla bocca e la testa oscillante;  io rimango con i tre coupon in mano. "Vieni da iPhorn, se vieni poi vieni davvero", cita lo slogan.
Mi volto per cercare un cestino dei rifiuti, lui mi guarda io lo guardo, ci guardiamo. Il vecchietto con in mano il sacchettino con gli escrementi di Fido ha visto e sentito tutto; mi guarda e mi dice: - "Ma ha visto quella figliola che ben di dio? E lei se la lascia scappare così?! Voi giovani non capite una sega!"; se ne va scuotendo il capo.
Credo che mi manchi l'età in cui credevo che all'età che ho adesso avrei avuto una vita sessuale sfavillante. Per crederci ancora un po'.
Però il vecchietto mi ha dato del giovane, nonostante la mia età, forse non tutto è ancora perduto.
Tratto dalla vita di Libero De Mente, nessuna ragazza immagine e promoter è stata maltrattata per scrive questa baggianata. Sapevatelo.
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scienza-magia · 1 year
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La sensibilità di sentire il proprio corpo nello spazio
Esiste davvero il sesto senso? Sì, ma non è un fenomeno paranormale. Vista, tatto, gusto, olfatto e udito ma non solo. Abbiamo un sesto senso che ci fa avere la percezione del nostro corpo: si chiama propriocezione. Il sesto senso lo abbiamo tutti ma non ha nulla a che fare con il paranormale. Oltre alla vista, al tatto, all'udito, all'olfatto e al gusto, abbiamo un sesto senso che si chiama propriocezione (o cinestesia): si tratta della capacità di sentire il proprio corpo nello spazio per cui, per esempio, riusciamo a toccarci la punta del naso anche al buio perché sappiamo perfettamente dov'è la nostra mano e dove abbiamo il naso sulla faccia. Come un radar Il sistema propriocettivo non ha occhi né orecchie, ma tanti recettori diversi sparsi nel corpo per raccogliere informazioni e farci capire, pure a occhi chiusi, dove siamo e in che posizione ci troviamo: ci sono per esempio i fornite dal sistema vestibolare, nell'orecchio interno, che ci fa capire dove siamo nello spazio: attraverso tre canalicoli semicircolari orientati in tre direzioni e gli otoliti, sassolini liberi di muoversi, possiamo accorgerci se stiamo andando in avanti o indietro, verso l'alto o il basso, se stiamo girando su noi stessi o accelerando, mantenendo perciò sempre il controllo del corpo e l'equilibrio. Silente Del sesto senso però non siamo consapevoli perché il cervello elimina alla coscienza gli stimoli sensoriali continuamente presenti per potersi occupare di altro: se fossimo sempre in allerta nel percepire i vestiti addosso, la pressione del pavimento sotto i piedi o l'angolazione del gomito non potremmo porre l'attenzione su compiti più complicati, come guidare l'auto, scrivere o altro.
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La propriocezione tuttavia, come la vista, l'udito e gli altri sensi, può avere qualche difetto e non funzionare al meglio: può succedere temporaneamente in chi è sottoposto a terapie con sostanze citotossiche, come le chemioterapie per i tumori, o in momenti di crescita rapida dell'organismo, per esempio in adolescenza; pure un dimagrimento da liposuzione o l'accumulo di muscoli in poco tempo dei body-builders può cambiare la capacità di sentire il corpo, così come un trauma muscolare o ai legamenti. La propriocezione in questi casi può essere recuperata: la fisioterapia riabilitativa prevede esercizi per la propriocezione, come i cuscinetti oscillanti su cui stare in piedi e trovare la stabilità. Che cos'è l'enterocezione? I sensi però non finiscono qua, ne esiste uno altrettanto importante e negletto, l'enterocezione: è il senso che ci avverte delle condizioni dell'organismo da dentro e va a braccetto con la propriocezione per farci percepire il corpo nella sua interezza. Raccoglie dati di ogni genere da organi, circolazione sanguigna e così via dandoci informazioni che possono arrivare alla consapevolezza (come fame, sete, dolore, il bisogno di andare in bagno) o di cui non ci accorgiamo a meno di farci caso, come il ritmo del respiro o del cuore. Senza i sensi nascosti saremmo più simili a un'ameba che a un essere umano. Read the full article
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