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#viva la maturità
paradossalmente quella che è stata additata come immatura era la più matura di tutte.
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ninoelesirene · 11 months
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Essere adulto mi ha insegnato molto poco sulla cosa giusta da fare. Non ha ridotto lo spazio tra il pensiero e l’azione. Al contrario, più cresco e meno velocemente agisco. La maturità mi ha consegnato al dubbio, all’indugio, ma anche alla fiducia nel silenzio. Mi ha insegnato la pazienza vera, figlia dell’accettazione, non della paura. Certo non ha rimosso i timori, ma ha nutrito il coraggio. Ho imparato a restare, anche senza fare nulla, senza dire nulla. A volte non capisco, ma non torno indietro. E se capisco, non sono sempre sicuro che sia giusto manifestarlo. In questa prospettiva viva e caotica, alla fine, ci siamo tutti: ci sono io e ci sei tu. E ho la forza per non lasciare solo nessuno dei due. Sto ben saldo al mio posto e ho noi come orizzonte. Sbaglio, sbagli; ma nello spazio che condividiamo, restiamo insieme.
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solosepensi · 11 months
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Cara ragazza,
mentre ti scrivo ho di nuovo 19 anni, sono seduto sulle scale della cucina a far asciugare i capelli al sole, poi passerò a prenderti con l’Ypsilon 10 di mio padre. È la fine dell’estate della maturità, ho la patente da un mese, tu sei l’amore che voglio. A novembre andrò a studiare a Venezia e mi lascerai. Ti chiamerò ogni sera nell’autunno più piovoso della storia, dalla cabina telefonica di Rialto, tua sorella ogni volta mi dirà: «Non c’è, è fuori con Luca». Io riappenderò, poi urlerò, poi il mio amico Carlo mi dirà: «Andiamo a bere».
Ci rimetteremo insieme dopo 4 mesi interminabili, il giorno in cui scoprirò che Luca non esiste, ma è solo il nome che dai alla tua paura. La maniera che hai per dirmi: «Fammi vedere quanto ci tieni. Torna a prendermi». Quando lo farò, saremo due pesci che finalmente riguadagnano l’acqua. Sarà un anno di mani che si sfiorano, baci con le labbra screpolate, film al cinema di cui non ricordo niente, poi l’estate di nuovo addosso.
Ci lasceremo in inverno, per mia scelta e per la convinzione che mi spetti, stavolta, il tuo dolore per il mio abbandono. La realtà è che sentire di averti già trovata è una consapevolezza che a 21 anni mi sconvolge. È più gestibile la presunzione di poterti tornare a prendere, di nuovo, un giorno.
Quel giorno non ci sarà. Ci sarà invece chi dopo l’incidente mi dirà: «Se fosse rimasta con te magari sarebbe ancora viva». Ci saranno il senso di colpa che mi accompagnerà a lungo come un secondo battito, l’inutilità delle lacrime, la prima scoperta del “mai più”. Passerà del tempo e arriveranno altre ragazze, in ciascuna di loro avrò la sensazione di cercare qualcosa di te. Finirà ogni volta, perché non ti troverò mai. Né in loro, né da nessuna parte.
L’amore non passa nella vita una sola volta, per nostra fortuna. Quel che non torna è la prima opportunità di avere coraggio, l’occasione decisiva di restare, quella di dirsi per la prima volta: due. Può accadere che arrivi troppo presto, oppure troppo tardi, ma se la riconosci devi decidere subito cosa farne, perché la vita non aspetta i tuoi ritorni.
Oggi sono passati più di vent’anni, ho una compagna che amo, tre figlie che sono la luce dei miei giorni, per vivere racconto storie. Ogni volta che mi capita di scrivere dell’amore sono per un attimo di nuovo là, sotto quella pioggia, dentro a quella cabina del telefono. Immagino di poterti chiamare dall’adesso, solo per ringraziarti. Per dirti che quando mi è passata davanti la mia seconda occasione di restare me ne sono accorto subito, perché per la prima volta non ti stavo più cercando. Ma soprattutto perché, di nuovo, ho avuto la tentazione di andare via, a causa della mia paura alla quale un giorno ho dato un nome di ragazza.
Sono rimasto anche pensando a ciò che la mia stupidità ci ha fatto perdere per sempre. Sono rimasto sentendo che l’amore che resta può fondarsi anche su quello che non torna, ma solo se permetti all’amore che non torna di essere la strada che ti porta verso l’amore che resta.
(Matteo Bussola)
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piccolaaa3 · 6 months
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Ciao Eli.. eccoci qua, stanotte saranno 10 anni ormai.
Sai, ancora mi fa strano vedere la tua foto nella tomba di famiglia, non riesco ad accettare che tu non ci sia più.
Fa strano parlare di te al passato, vedere le foto e non poterti più chiamare o scrivere messaggi. Il nostro è sempre stato un rapporto di cose non dette, probabilmente perché tu eri la maggiore del gruppo e io ero la più piccola, quella che andava protetta dai segreti di famiglia. Vorrei avere la possibilità di conoscerti ora, con più maturità.. forse saremmo riuscite a legare di più. Ho tante piccole cose per cui mi sento in colpa nei tuoi confronti, tante situazioni in cui, da bimba, pensavo semplicemente di non esserti simpatica.. non avevo compreso appieno quello che vivevi e ti chiedo scusa, anche se ormai non ha più importanza.
Ci sei sempre stata per me, mi aiutavi a fare i compiti, mi aiutavi a prepararmi per le cerimonie.. sei sempre stata come una sorella maggiore.
Eppure non ricordo più la tua voce.. né il tuo profumo.. avevo promesso di tenerti sempre viva nei ricordi ma sto fallendo.
Le uniche cose che ricordo bene sono i segni dell'incidente. Maledetto il giorno in cui ho guardato dentro quella bara cazzo. Non riesco più a pensare a te senza vedere quel taglio che ti percorreva l'intero viso, sebbene nascosto dal trucco.. quegli occhi che si stavano riaprendo nonostante la colla..  vedo le dita rigide, chiuse e strette per la paura.. Ho visto la morte stampata sul tuo corpo e questa immagine rimarrà sempre qui, a sporcare il tuo ricordo.
E provo rabbia, tantissima rabbia..
Rabbia verso me stessa, verso un padre che non è mai stato padre per te, una zia che è scoppiata a ridere dalla gioia mentre le veniva comunicata la tua morte, uno zio che, il giorno del funerale si è avvicinato a tua sorella dicendole "dai su, non sono queste le cose per cui piangere nella vita". Come se riconoscere il cadavere della propria sorella morta non fosse una cosa per cui piangere.
Provo rabbia e aumenta il disgusto verso quella che è "famiglia", ma solo di sangue.
Trattengo le lacrime e sorrido.
Spero tornerai a trovarmi ancora una volta in sogno, come la notte in cui sei morta.
Mi manchi
#me
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ilcercatoredicolori · 10 months
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A quale velocità viaggia il tempo nelle ossa, nelle gambe anziché nelle braccia, quanto rapidamente corrono gli anni sulla pelle del volto o sul seno di una donna, a quale ritmo i giorni si posano sul coraggio di fare, sul desiderio sessuale, sull’imprudenza di amare da capo, di ricominciare? E ancora, la maturità del bulbo oculare giunge insieme a quella della pancia o delle rughe? Invecchia il cuore come organo insieme al grumo di sentimenti che ci fanno arrabbiare e calmare e ancora arrabbiare?
Stamattina mentre, ancora impunita, mangiavo la mia doppia porzione di torta con panna e caffè latte, pensavo a come ogni cosa invecchi separatamente, a come persino ogni parte del corpo viva il tempo diversamente. Ho vissuto un momento tre anni fa in cui non sono riuscita ad accettare che una fase della mia vita fosse finita e, anziché esplorare la nuova, ho cercato di fermare il tempo, di riavvolgere un nastro dopo l’altro. Ho fatto un disastro. Ho appiccato roghi e distrutto cose che avevo costruito con amore. Cercavo di avere nuovamente vent’anni, proprio io che, a vent'anni, avevo fatto di tutto per accelerare, studiare, macinare traguardi, per poter essere già grande.
Laura Imai Messina
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italiavivadelchierese · 11 months
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micro961 · 3 months
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Amaranto - Il singolo “Senza di te”
Il brano della cantautrice sugli stores digitali e dal 19 gennaio nelle radio
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“Senza di te” è il nuovo singolo dell’eclettica cantautrice Amaranto, sui principali stores digitali e dal 19 gennaio nelle radio italiane in promozione nazionale. Produzione impeccabile dagli arrangiamenti attuali, di tendenza che evidenziano la forte personalità di Amaranto, una maturità artistica fuori dal comune. Una interpretazione vocale autentica e passionale dona al tutto un forte impatto emotivo. Il contenuto di “Senza di te” esprime un flusso di coscienza di una donna che, non riuscendo ad accedere all’oggetto del suo desiderio che si ritrae, mette in atto tutta una serie di pensieri e comportamenti, quando di avvicinamento maldestro e quasi violento, quando di autosabotaggio e/o vittimismo. L’emozione la domina e non riesce a sottrarsi con la sola forza di volontà. Tensione amorosa, delusione, rabbia, speranza, rassegnazione si alternano, tutte reali, tutte ugualmente vere dentro di lei.   L’artista si racconta   Il mio percorso nasce di recente su un terreno fertilizzato dal passaggio del magma Covid dove ho subito una sorta di risveglio da un lunghissimo sonno. Quando la lava si è raffreddata, dopo aver devastato molto di quel che esisteva, sono germogliate nuove esigenze artistiche ed emozionali. Nel 2022 è uscito il mio primo singolo “Sirena” di cui sono stata l’interprete e che ho presentato anche a Casa Sanremo Livebox nel febbraio del 2023. Quest’anno in aprile 2023 sono apparsa nel programma televisivo “E VIVA il videobox” di Rai2 con due cover di “I see red” (everybody loves an outlaw) e “Senza pietà” (Anna Oxa). Con il brano “Senza di te” muovo i primi passi da cantautrice, cercando di integrare le mie due esistenze prima e dopo il punto zero. Il risultato è un ponte tra due mondi, spero non percepiti come dissonanti, in cui il mio background musicale (mainly POP 80-2000) allunga le dita verso sonorità più recenti.     Facebook:https://www.facebook.com/profile.php?id=100089959660540 Spotify: https://open.spotify.com/intl-it/track/1u6PM8n4Fkg0iLecKbvicr?si=219e4127fed349cf
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rebelontheroad · 4 months
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Quando l'Arte si Svela: La Separazione tra Artista e Manager
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Nel mondo della creatività, l'alchimia tra artista e manager può essere tanto magica quanto delicata. Talvolta, però, questa relazione si frantuma, dando vita a una dolorosa separazione che sfocia in una battaglia triste, e a volte i fan si trovano spettatori di uno spettacolo infelice soprattutto sui social media.
La storia che si sta dipanando sotto i riflettori digitali è quella di un artista e del suo manager, due figure che un tempo condividevano sogni e ambizioni. Oggi, però, il palcoscenico è occupato da una disputa che ha preso una piega inaspettata.
Ciò che emerge con forza è la maturità dell'artista di fronte alle provocazioni pubbliche del suo ex-manager. Mentre il manager sembra incapace di superare la rottura, riversa la sua frustrazione su ogni nuovo progetto dell'artista con frecciatine velenose sui social media. In questo contesto, è l'artista a dimostrare una maturità notevole, mantenendo la calma e risplendendo nonostante le tempeste digitali.
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La triste realtà di questa separazione si svela nel comportamento persistente del manager, che continua a tenere viva una battaglia che forse dovrebbe essere risolta privatamente. Il manager, teoricamente la figura più matura in questo rapporto professionale, sembra dimenticare che il silenzio può parlare più forte delle parole.
L'artista, d'altra parte, si erge come l'esempio di saggezza, decidendo di non rispondere agli insulti gratuiti e alle provocazioni. La sua risposta silenziosa diventa un'opera d'arte in sé, trasmettendo al pubblico un messaggio di resilienza e nobiltà.
La battaglia che si combatte online, purtroppo, è un riflesso dell'oscurità che può accompagnare la fine di una collaborazione creativa. Ma forse, attraverso la maturità dimostrata dall'artista, c'è la speranza che la luce possa emergere da questa triste situazione.
In conclusione, la separazione tra un artista e il suo manager può rivelarsi una parabola di crescita personale e professionale. Mentre il manager sembra incapace di staccarsi dalle dinamiche negative del passato, l'artista continua a risplendere, dimostrando che la vera maturità è spesso accompagnata dal silenzio e dalla capacità di concentrarsi sul proprio percorso creativo, indipendentemente dalle difficoltà.
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comunque io veramente mi chiedo, se ce l'avete con qualcuno, come fate a non avere nemmeno un briciolo di decenza e di palle per dire "oh guarda ho questo problema x con te", però no dai perché farlo quando potete ghostare come delle cazzo di dodicenni ritardate? effettivamente, è più facile evitare i problemi che affrontarli(soprattutto se sapete di essere nel torto)🤭🤭
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circusfans-italia · 7 months
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CIRCO ARBELL NEWS OTTOBRE 2023
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CIRCO ARBELL NEWS OTTOBRE 2023 Il circo Arbell ha riaperto, dopo una breve pausa estiva, lo scorso 18 agosto 2023 a Malnate e da allora è in tour nel nord Italia. principalmente in Lombardia. Attualmente e fino al prossimo 08 ottobre, il circo si trova a Senago, in via Santi.
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Circa a metà ottobre, lo spettacolo ha subito una variazione quando Gabriel Dell'Acqua è partito alla volta della Spagna, dove ora fa parte dello spettacolo dei fratelli Rossi, Viva il Circo 2, basato sulla presenza del clown Fofito.
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Lo spettacolo presentato attualmente dall' Arbell vede protagoniste in pista le sorelle Canestrelli che presentano la giocoleria di gruppo, una fantasia con le bolle di sapone, la donna laser e la bella magia. I Flying Milla con il numero di volanti ed un cerchio aereo. Da poco è tornato il numero di verticali di Samuele Manfredini che, rispetto al numero presentato lo scorso anno ha acquisito personalità, sicurezza e una buona maturità fisica. Completano lo spettacolo attuale le riprese di Manuel Niemen. 
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Il circo della famiglia di Armando Canestrelli rimarrà a Senago, via Santi, fino al prossimo 08 ottobre 2023. Per informazioni ed orari degli spettacoli non dimenticate di visitare il sito internet ufficiale raggiungibile CLICCANDO QUI Prossima tappa del tour del circo Arbell sarà Dalmine (BG). Per raggiungere il gruppo l'Impresario Circense su Facebook cliccate sull'immagine sottostante
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espritbleutee · 10 months
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cos’è il tempo?
molti direbbero che è un concetto strano, oggettivo e soggettivo a seconda dei casi.
i giorni, i mesi, gli anni si susseguono; le cose cambiano, così come le persone.
l’avanzare del tempo somiglia tanto allo scorrere impetuoso delle acque di un fiume, con la differenza che, spesso, noi non siamo consapevoli dei mutamenti della realtà intorno a noi, o all’interno di noi.
cammino per le strade della mia vecchia città,
che è sempre la stessa e tanto diversa: asfalto malandato, panchine deturpate, negozi chiusi, edifici abbandonati.
un tempo era una città viva, piena di passatempi, di ragazzini con sguardo lungimirante; gli stessi ragazzini che, poi, la abbandonarono per poter dare voce a quelle speranze ormai da troppo chiuse in un cassetto.
mi fa male al cuore questa mia vecchia città, ormai in rovina.
ricordo con malinconia i giorni colorati dell’adolescenza, passati a passeggiare di piazza in piazza con gli amici, e come unico obiettivo quello di diventare grandi.
nulla a che vedere con i giorni grigi della maturità, che non sento ancora miei, che non mi appartengono.
c’è tempo anche per questo, mi dico.
ma cos’è il tempo?
vecchie foto impolverate, visi conosciuti ma ormai dimenticati, anime con cui ho condiviso poco o tanto, ma comunque non abbastanza per far permanente parte della mia vita.
ecco cos’è il tempo.
osservo quei volti, sapendo che adesso non sono più quelli. c’è chi è cresciuto, chi è invecchiato, chi non c’è più, chi se ne è andato.
a prescindere, tutto è cambiato.
di alcuni mi chiedo a che punto delle loro vite siano, che persone sono diventate, come (e se) è cambiata la loro mente.
e poi, eccoli, gli amici di sempre; quelle amicizie nate durante l’adolescenza e che durano ancora ora. sorrido con nostalgia, osservando i loro tratti quasi fanciulleschi in confronto agli attuali. mi rendo conto che siamo gli stessi di allora, ma siamo diversi. siamo un ossimoro vivente, una contraddizione. il tempo ci ha cambiati, ma non ha cambiato l’affetto reciproco.
cos’è il tempo, quindi?
il tempo è un amico, un fedele alleato. ci assiste nel superamento di qualsiasi situazione negativa, ci apre nuove porte, ci porta a maturare e ad imboccare nuove strade, a comprendere quando sbagliamo e ad accettare che la vita non è facile.
il tempo è un nemico, un traditore. ci porta via chi amiamo, ci fa addentrare nella consapevolezza che non è tutto rose e fiori, che le malattie esistono, e così anche le delusioni. ci fa deteriorare fisicamente e mentalmente, ci illude che l’esistenza abbia un senso, e invece poi ci presenta il conto da pagare.
cos’è il tempo?
tutto e niente. c’è e non c’è. scorre e si ferma.
ed io chi sono?
un enigma, proprio come lui.
cambio restando la stessa persona:
stesso cuore e stessa mente, consapevolezza differente.
chissà dove mi porteranno le strade del tempo, e chi sarà al mio fianco. lo so, sta a me scoprirlo, animata dalla mia volontà.
è ora di partire, il futuro è alle porte.
il problema è che…
…non trovo le chiavi per aprirle.
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leonflashy · 1 year
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Sto col mio compagno da 12 anni, abbiamo due figli, e dopo esserci amati tanto, e avendo avuto una relazione piuttosto viva prima dei figli, all'improvviso si è spento tutto! Perché!? E mi sento in colpa perché lui si è migliorato tantissimo negli ultimi anni, abbiamo costruito davvero tanto assieme, stiamo arrivando finalmente dopo immensi sacrifici a una stabilità economica che durerà nel tempo, abbiamo due bambini meravigliosi, perché ora che finalmente possiamo viverci a pieno, pensando meno ai soldi, avendo una certa maturità di coppia, io mi sento completamente spenta?
Il suo problema sono io! Mi dico!
Negli anni ho scoperto di voler più passione nelle cose, più poesia, più arte, più particolari, più attenzioni, non mi piace più come mi guarda, nella quotidianità lo fa solo se ha voglia di tirarmi una sculacciata, (non mi dispiace ma solo così diventa nauseante) non c'è più un corteggiarsi prima di avere un rapporto, non c'è un sediamoci sul divano mentre i bambini sono a letto e parliamo! Parliamo di qualsiasi cosa, di quello che ci piace, siamo in continuo mutamento, di cose di cui parlare ce ne sarebbero un infinità, parliamo di quello che ci fa stare male, di cosa vorremmo, di ciò che è successo al lavoro, no.. lui sul divano davanti al telefono/televisione, io sul divano a giocare a qualcosa online.. Io di fianco all'altro ma comunque non siamo assieme.
Riconosco di essere spenta, riconosco di essere spesso musona, tutto ciò che non ero prima lo sono diventata, difficilmente mi apro e quando mi apro, quando gli spiego cosa mi fa stare male, ultimamente riesce sempre a deludermi, mi sento rispondere cose come "ti deve arrivare il ciclo?"
Cosa ne pensi?
Tesoro bello ma dopo 13 anni di relazione e tanta fatica è così brutto starsene un pochino rilassati? Quello che tu cerchi dura un anno scarso, poi in tutti i rapporti subentra la routine. Vuoi cambiare le cose? Cambia tu! Corteggialo tu, butta il cellulare e fatevi un massaggio, comincia a raccontare tu per prima la tua giornata o quello che ti è successo, ma soprattutto impara a godere anche di questa serenità che le montagne russe so belle solo quando si sta in alto.
È indubbio che negli anni si stabilisca una
routine che da una sorta di "serenità" ad una coppia ma che contemporaneamente la rende monotona per certi versi, nonostante voi abbiate faticato degli anni per costruire quello che siete, proprio oggi che tu potresti essere serena non lo sei.
No, tu vuoi di più, secondo me è una prospettiva tua, nel senso, la vedi così perché sei tu che vuoi qualcosa di diverso.
In alternativa cominciate a fare cose diverse, che so tipo farvi qualche viaggio insieme, è normale volere nuovi stimoli nella vita.
Ed è normale che ad un certo punto ci si adatti un po' nella routine, succede a tutti i rapporti, non sarete né
primi né gli ultimi, ma il fatto di additare l'altro come il problema non ci scagiona dal fatto che in realtà invece potrebbero essere i nostri occhi in realtà che guardano le cose in maniera diversa rispetto a come magari le vede o come le vive lui.
Se vuoi cambiare le cose sicuramente l'atteggiamento chiuso e che non parla e sbuffa e si lamenta non è il migliore per risolvere o cambiare, anche perché nel momento in cui tu hai un atteggiamento fastidioso condizioni anche lui a non continuare ad indagare perché gli darebbe più fastidio ancora quindi magari per evitare di litigare preferisce evitare proprio di continuare il discorso.
In una coppia la necessità di ascolto e la capacità di comunicare è tutto.
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Potrei ben dire, senza che tu ti offenda, che mi hai avvelenato l'anima. Hai teatralizzato le mie contraddizioni, divenendone personaggio. Amare il fantasma di chi mi avrebbe rimproverato di credere ai fantasmi non è una situazione che faciliti il mantenimento della mia salute mentale. So cos'avresti fatto al mio posto. Lo dice la tua lirica "Il sogno". Ovviamente è tutta finzione letteraria, ma rispecchia una delle tue modalità di pensiero.
Nella tua stanza entrava dalle imposte la prima luce dell'alba, il tuo sonno era leggero, e lo descrivi come il più gradevole di tutta la notte, proprio perché quel barlume appena risvegliato di coscienza ti permetteva di assaporarlo meglio (ti piaceva dormire, mangiare: eri una persona normale, dopotutto; anzi no: eri un vero maestro dei piaceri).
Ecco allora che ti appare il fantasma di una ragazza che hai amato senza che lei lo sapesse. L'unica che hai amato, ancora presente nei tuoi pensieri, la cui morte non hai accettato. Sei contentissimo che lei viva ancora (così ti pare in quel momento). Poiché, come so, cercavi l'amore perfettamente ricambiato, t'informi con lei se, mentre viveva la sua vita terrena, si fosse accorta di te, se nel suo cuore avesse mai provato qualche sentimento, anche solo di pietà, nei tuoi confronti. Ebbene sì, la ragazza ha provato amore per te. Dice che avete condiviso lo stesso destino di morire giovani: lei è morta nel corpo, tu nell'anima (per la morte delle illusioni). Le chiedi la mano da baciare, lei te la concede, tu la ricopri di baci e la stringi al petto. Ma lei frena i tuoi entusiasmi: è inutile che ti scaldi e fremi, dice, non sai che di beltà son fatta ignuda? Le nostre salme e le nostre menti sono separate per sempre, la morte ha spezzato il giuramento di fedeltà che mi facesti: io non vivrò mai più per te, né tu per me. A queste parole ti disperi perché lei era l'unica ragazza con cui sentivi un profondo legame e quindi insieme a lei è morta la tua speranza dì vivere pienamente l'amore. Lei ti lascia, scompare nella penombra della stanza, ma, a guardare bene, non del tutto. Ti sembra d'intravederla ancora. Ti avrebbe detto qualcos'altro, se tu non l'avessi uccisa mettendole in bocca parole dettate dalla tua razionalità? Non rimpiango affatto che tu abbia fatto uso della tua razionalità, perché in fondo è quello che di te amiamo. Se non le avessi dato tanto spazio, saresti stato uno dei tanti sognatori che parlano d'aria e diffondono confusione e ignoranza.
Quale dei tuoi fantasmi devo uccidere? Quello che mi ha parlato nella penombra della stanza o quello che parla attraverso le opere lasciate sulla terra? Credo che quest'ultimo non sia nemmeno un fantasma, ma la parte più vera e importante di te, perché condivisa con gli altri esseri umani, che sarà sempre viva finché qualcuno la leggerà e ricorderà.
Potrei, finalmente, imparare ad accostarmi al contenuto della tua opera con maturità, ovvero con pensiero critico e distacco. Dovrei dirmi: ecco, questo è il pensiero di Leopardi, non deve essere necessariamente anche il mio.
Dovrei rassegnarmi alla solitudine.
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italiavivadelchierese · 11 months
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nonsochisonopiu · 1 year
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Mi rendo conto ora che queste sensazioni le ho provate l’ultima volta più di cinque anni fa con quella persona di cui sono stata innamorata fino a qualche mese fa e che solo ora dimentico. Anzi, ricordo col sorriso, ma con consapevolezza e maturità.
Tre giorni son bastati con te per farmi perdere il senso di tutto. Farmi perdere la cognizione del tempo, farmi dimenticare di tutto ciò che mi stressava e mi faceva venir voglia solo di mangiare tanto e dormire, per non ricordare. Ora a tutto ciò penso, ma è in secondo piano perché sul podio ci sei tu con quelle labbra enormi che mi avvolgi ogni volta e con le tue parole che non mi sono mai state dette. A tratti è strano, ma è bello. Bellissimo. Doloroso. Faticoso. Stupendo. Meraviglioso.
Ci penso e sorrido. Ci penso e piango. Le voglio tutte queste emozioni, purché io mi senta viva, vicino a te. 
Purché tutto questo duri ancora per un po’. Perché mi fa bene come poche cose. 
Mi hai preso il cuore.
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frauror · 1 year
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ti ringrazio per la fiducia che ti stai dando ancora, nonostante il tuo abbandono passato
ti ringrazio per essere così sensibile alle piccole cose che possono stimolarti ogni giorno
ti ringrazio per credere fermamente nel bene e portarlo avanti, anteponendo il tuo stavolta
ti ringrazio per la maturità, a cui hai sempre aspirato, ormai tua parte imprescindibile
ti ringrazio per la spontaneità e la determinazione con cui approcci alla conoscenza di ciò che ti appassiona
ti ringrazio per la volontà di sentirti ed essere viva
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