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angie-emme · 1 year
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I can buy myself Flowers
Miley Cirus
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angie-emme · 3 years
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Generazione Caos
Se siete nati tra l’81 e il 95, credo che potreste darmi ragione. Ci chiamano generazione Y o Millenials, e ci identificano come quel gruppo di persone che ha avuto la fortuna di entrare nel mondo della tecnologia a piccoli passi, in contemporanea con il mondo intero. Siamo quelli che sanno usare uno smartphone e si trovano a proprio agio con Alexa in casa, ma siamo li stessi che sono cresciuti davanti a Bim Bum Bam i pomeriggi dopo scuola o ancora giocando a pallone nel cortile. Siamo una generazione di passaggio, dalla quale tutti si aspettano qualcosa.  Di esser un esempio per le generazioni future, di essere un tramite tra le varie generazioni, ma al momento siamo abbastanza in messi male. Trovare un lavoro che ci soddisfi e ci faccia crescere è oramai diventata un’impresa (spesso e volentieri, non sempre) e parlo anche prima della pandemia. Ci vogliono con famiglia, soprattutto se sei over 30, ma con quali soldi possiamo pensare di poterlo farle, quando ancora non siamo riusciti a trovare un posto fisso o che non sia in stage, in modo da poter mantenere un tale progetto.?? Ci voglio più moderati rispetto ai 68tini, ma allo stesso tempo vogliono che tiriamo fuori le palle, se tanto ci lamentiamo che le cose vanno male. Alziamo la voce, ma non sono più i nostri anni di gloria, la gente vuole ascoltare la generazione successiva, la Classe Z. E noi quindi viviamo in questo limbo, in questo caos creato dal progresso che è stato forse troppo veloce per renderci veramente parte di esso.
Un bacio  A. 
Ps. ph. @maviarittoria (check on insta)
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angie-emme · 3 years
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“It's the most wonderful time of the year”
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angie-emme · 3 years
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Dove c'è amore, non c'è violenza. Dove c'è violenza, non c'è amore
angie.emme
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angie-emme · 3 years
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La perseveranza di far sentire la propria voce
25 Novembre 2020. Sono passati 21 anni da quando le Nazioni Unite hanno instituito questa giornata. 21 anni nei quali tanto è cambiato, eppure ancora oggi, noi donne ci troviamo a lottare con le unghie e con i denti, non solo per i nostri diritti, ma anche per la nostra libertà contro la paura di subire violenze. Paura di camminare da sola per strada la sera. Paura di bere troppo a una festa. Paura perfino di stare tra le mura domestiche. Soprattutto quella paura. Perché parliamoci chiaro, almeno a casa, una persona pensa di esser al sicuro. Pensa di esser in un luogo protetto e pieno d’amore. Ah l’amore. Dicono che al mondo non ci sia niente di più bello. Dicono che é un’emozione unica, che ti faccia provare le farfalle nello stomaco, che ti faccia toccare il cielo con un dito. L’amore insomma, é qualcosa da vivere, che tutti ci meritiamo, ma l’amore quello vero. L’amore che ci fa ridere, non urlare di dolore. L’amore che ci fa sentire libere, non prigioniere nella propria casa. L’amore che ci fa sentire belle anche senza trucco, non farci preoccupare se il correttore ha coperto abbastanza il livido sotto l’occhio. L’amore che ci fa sentire amate e al sicuro, niente più niente meno. E non c’é scusa che tenga. Non deve esistere il troppo geloso, troppo nervoso, troppo stanco. Nessun troppo in amore é amore. Quella é violenza. E non è imparare a difenderci. Non è imparare a truccarci. Non è imparare a stare in silenzio. Non è imparare nuove scuse per giustificarlo. Tutto sta dietro a imparare a lasciare chi ci fa del male. L’amore non lascia lividi sulla pelle. L’amore non ti fa diventare un cumulo di scuse e bugie. L’amore non ti priva della propria libertà. L’amore non ti vieta di uscire con le amiche. L’amore non ti chiude in casa. L’amore non ti fa dubitare di te stessa. L’amore non ti priva di te stessa. L’amore genera amore. L’amore non ti nega niente. Se lo fa, non é amore. Perché dove c’è amore, non c’è violenza. Dove c’è violenza, non c’è amore.
#stopallaviolenzasulledonne
Un Bacio A.  
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angie-emme · 3 years
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Milano <3
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angie-emme · 3 years
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Chiamarlo trasgredire o crescere, non importa. Tanto, infondo, è un po' la stessa cosa
angie.emme
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angie-emme · 3 years
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angie-emme · 3 years
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La magia di Milano di notte
Ah Milano... da sempre, per antonomasia, un città che va di fretta. Sempre piena di traffico, turisti, uomini in giacca e cravatta che sfrecciano in ufficio, modelle ad ogni angolo. Una città viva, che per il suo fervore spesso viene paragonata a New York, la città che non dorme mai. Ma lo volete sapere un segreto.?? Milano non è New York, e di notte chiude gli occhi, e per chi ha l’occasione di scoprirla sa regalare emozioni uniche. Avevo scoperto questo suo lato molti anni fa, in una serata all’avventura quando ero una 15enne, ma solo dal 2017 ho iniziato a viverla per davvero quotidianamente. Sapete, per tempo ho lavorato per il Bar e Ristorante di un’importante albergo in centro, e facendo spesso gli orari serali, è capitato più e più volte di tornare a casa alle 2 o le 3 di notte, ed è così che, da sola o in compagnia, ho iniziato a riscoprire e guardare la città con occhi di versi. La Galleria Vittorio Emanuele vuota, che fa rimbombare i tuoi passi mentre l’attraversi. Piazza Duomo senza i piccioni e i turisti che ti coprono la visuale della Cattedrale. I palazzi della Milano per bene, che hai tempo di osservare e cogliere ogni minimo dettaglio della loro architettura. Milano di notte ti da il tempo di fermati, di riflettere e ti regala l’opportunità di guardarla con occhi diversi. Ti lascia l’occasione di capire che c’è sempre un lato nascosto della città, come in ogni persona, e che coglierlo diventa un regalo che ti fa la vita. Non ha fretta Milano di notte, e non te ne mette. Un Bacio A.
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angie-emme · 3 years
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Se tutto fosse semplice, la vita sarebbe una noia, ma diciamocelo: ogni tanto, una botta di culo sarebbe gradita
angie.emme
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angie-emme · 3 years
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La chiusura di un’istituzione.
Quando cresci in una città grande come Milano, nei primi anni dove puoi iniziare a uscire da sola per il tuo quartiere, ci sono dei posti che diventano un’istituzione. Un esempio pratico per me, lo è stata la Mondadori di via Marghera. Nonostante io sia un’amante delle piccole e indipendenti librerie, la Mondadori di Via Marghera è sempre stata al primo posto nel mio cuore, pur facendo parte di una grosso colosso commerciale. Forse perché ho un sacco di ricordi là dentro, di cui, quelli più belli e significati partano dall’età di 13 anni e arrivano fino ad oggi. Ci sono i pomeriggi con gli amici delle medie, con un gelato in mano mangiato sugli scalini d’ingresso. Ci sono un sacco di foto scattate sui Mac nell’aria tecnologie. Ci sono un sacco di libri che ho sfogliato e agognato di poter comprare. Ci sono un sacco di aperitivi, pranzi e pure feste di compleanno al secondo piano, sulla terrazza. Ci sono anche un sacco di pomeriggi di studio. Ci sono perfino i giorni del mio primo lavoro, proprio in quel posto che conoscevo così bene. Ci sono la Manu, Marina, Sergio, la Danielina, il Direttore.. Ci sono praticamente quasi 15 anni della mia vita e scoprire oggi che si sta avviando alla chiusura a causa del Covid, bhè è un grandissimo colpo al cuore. Fa male anche pensare che se un colosso come Mondadori sta chiudendo i suoi punti storici, figuratevi cosa sta succedendo a tutte quelle piccole librerie che non hanno alle spalle un tale potere economico. Ed è triste, perché diciamocelo, il kindle può essere comodo, farsi spedire direttamente i libri a casa da Amazon può esser più pratico e veloce, ma la verità è che l’amore che può nascere tra una persona e un libro inizia in libreria, quando il suo sguardo incontra per caso la copertina, quando inizi a sfogliarlo per capire se ti possa interessare... è una magia che solo le librerie, grandi e piccine, ti possono regalare. La Mondadori di Via Marghera chiuderà i battenti ufficialmente entro la fine dell’anno, svendendo la maggior parte dei suoi prodotti. Per chi fosse di Milano e avesse voglia, fateci un salto, salutatela e compratevi un bel libro, ne varrà la pena. Un grosso bacio A.
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angie-emme · 3 years
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I social e la finta Santità
Pochi giorni fa mi sono ritrovata in un’interessata conversazione con un mio ex collega di lavoro, che negli anni è diventato letteralmente un amico di penna. Lui è davvero un bel ragazzo, che da quando l’ho conosciuto ad oggi è riuscito finalmente a liberarsi dei suoi scheletri nell’armadio e a parlare liberamente della sua omosessualità e di tanti altri argomenti pungenti che spesso nella nostra società sono ancora un Tabù. Comunque, guardando le sue storie ha fatto una riflessione su come avesse deciso di non postare determinate sue foto in slip o dove comunque esibisse in modo esplicito il suo corpo, non tanto per suo pudore personale, ma quanto semplicemente per una scelta social di cercare di valorizzarsi in altri modi. Ora, fino a qui niente di strano, finché non è arrivato a parlare di quanto, nonostante la sua scelta di non postare più certi contenuti sui social, di cui era sempre consapevole, gli dessero fastidio le persone che spesso è volentieri su Instagram o altri portali pubblicassero foto volutamente esplicite o provocanti, per poi comunque cercare di giustificarsi con frasi tipo “L’ho pubblicata per errore” - “Non avevo notato che si vedesse così tanto del mio corpo” - “Cavoli, non ho visto che la scollatura fosse così profonda”. Ovviamente gli ho risposto e dato man forte. Dai, di cosa stiamo parlando. La gente che si nasconde dietro un dito mi fa ridere. Se posto una foto un po’ osé, ne sono consapevole, lo siamo tutti. Il “cavolo non ho visto che mostro il pacco/ si vede un po’ di più del dovuto il mio seno” non esiste. Perché se davvero “non l’hai visto” e ti da fastidio che la “figura da Santa” venga intaccata, la foto la si può cancellare, non la lasci sui social. Che poi, che sia chiaro, io non ci vedo nulla di male. Ognuno, nei limiti della decenza ovviamente, può postare di se le foto che vuole. Esempio pratico, nella foto qui sopra c’è un gioco di vedo e non vedo, per quanto sia obbiettivamente nuda, nella quale si può vedere in parte il mio seno. Quando la pubblicai la prima volta, ricordo come i miei colleghi di lavoro scalpitarono il giorno seguente per farmi notare questo particolare. Lo fecero per provocarmi, per vedere come mi sarei giustificata, ma si ritrovarono semplicemente davanti una ragazza che con un’alzata di spalle gli rispose “Si bhè, e quindi.? Non è mica una foto pornografica” e me ne andai lasciandoli basiti. Io sono cosciente di cosa pubblico e non mi nascondo. Perché dovrei fingere.? I social non dovrebbero raccontare quello che vogliamo di noi.? Bene, io sono libera di scegliere cosa postare, a discapito di cosa possa pensare la gente, senza far finta di aver “commesso un errore”. Eh niente, questa mega riflessione per oggi finisca qui.
Un bacio A.
Ps. Molte delle foto che posterò saranno della mia carissima amica Mavi, fotografa in erbe che se volete potete trovare su insta come
@maviarittoria 
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angie-emme · 3 years
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Monet 2.0
Se c’è una cosa che amo della mia città, è la possibilità di godere delle più importanti mostre ed esibizioni internazionali. Tra le ultime che ho potuto ammirare, prima delle restrizioni causa Covid, ènstata sicuramente  “Claude Monet: the Immersive Experience”. E’ importante per me sottolineare che ho sempre snobbato le mostre virtuali. Mi sono sempre chiesta obbiettivamente quale fosse il loro scopo. Parliamoci chiaro, il bello di vedere l’opera originale di un’artista è poterla studiare da vicino, avere l’opportunità di notare i più piccoli dettagli e le tecniche di pittura usate.  Nonostante ciò, dopo aver avuto l’opportunità negli anni di vedere più e più opere di Monet, mi sono lasciata convincere a dare una possibilità a questa mostra multimediale.  Si, l’ammetto, la scena di Emily in Paris che visita la mostra virtuale di Van Gogh, ha aiutato parecchio. Comunque, è stata un’esperienza unica: è totalmente un altro tipo di vivere i dipinti, che secondo me non vanno ad eliminare la bellezza di vedere i quadri dal vivo, ma ti portano a apprezzarli sotto un punto di vista sensoriale diverso. Non come spiegarmi, è come se diventassi anche tu parte integrante dell’esperienza che stai vivendo. In poche parole.? Appena avrete l’occasione ve la consiglio assolutamente. Per quanto riguarda la foto bhè, non volevo spoilerare troppo, quindi usate l’immaginazione su come “ I fell like I’m...actually in the painting”. Un Bacio A. PS. La mostra Claude Monet: the Immersive Experience a Milano doveva rimanere aperta fino al 13 dicembre 2020 al Teatro degli Arcimboldi. Purtroppo ad oggi è stata chiusa causa l’emergenza, ma probabilmente la data verrà prolungata una volta finito il Lockdown.
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angie-emme · 3 years
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Dipingo quello che vedo, dipingo quello che ricordo e dipingo quello che sento.
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Water Lilies, 1919, Claude Monet
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angie-emme · 3 years
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L’inizio di una nuova avventura 
  Salve a tutti miei, spero futuri, lettori. Mi chiamo Angela e sono l’autrice di questo nuovo blog che insieme a me avrà protagonista la mia Milano. Sapete, è una città che amo e odio, dalla quale sono spesso scappata, per poi sempre tornare, ed eccomi qui a provare a raccontarvi un po’ di lei tramite le mie giornate e le mie esperienze. Di cosa parlerò.?? Praticamente di tutto. Emozioni, luoghi da scoprire, sesso, posti dove mangiare, drammi amorosi, cosa e dove bere, amicizia. Spero che riuscirò a catturare un po’ della vostra curiosità. Un grosso bacio A. PS. La foto non è il massimo, ma è la storia di quella volta che un mio amico pugliese disse alle 3 di notte “Io non ho mai visto il Duomo” e noi l’abbiamo portato ad ammirarlo.La vita è un’avventura, e anche Milano ne sa regalare molte ;)
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