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#linee temporali differenti
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Allenatevi. Ce n'è stata una importante anche nell'estate del 2012. Condominio "Il Torchio" di Casatenovo, a due passi dal cimitero. 🧬
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Advanced Rolfing Fort Worth Dallas Treatment 8 & 9
The Advanced Rolfing Fort Worth Dallas 8th & 9th hour are the final opportunity to balance the pelvic and shoulder girdles. The options are to couple together successive treatments to do this. Start with the client walking to assess through client's self discovery where breath is bound and or flowing in the thorax and pelvis. It should be noted if the inspiration or expiration is more desirable. The client can lay supine on table and observe breath again in and out of the chest, belly, and pelvis. If restricted breath is in chest, release can be explored by placing hands on either side, one hand on pectoralis the other under the same side scapula, with fingers pointed inferiorly.
Continue core/sleeve/axial complex differentiation of the shoulders into head and neck relative to a functional axial component and address the hyoids, SCM and trapezius. Special attention should be given to posterior cervical and occipital fascia as well as side bends with rotations of the cranial bones. Address space or lack there of with the viscero-cranium for the first time by resolving rotations and compressions inter orally. This can be done now and possibly in post ten treatments which includes and is not limited to the exterior and inter oral fascia, temporalis, zigomatic arch, masseter, cheeks and mandibular line, tounge, hard and soft palletes (especially with roto-scoliosis),lateral/medial pterygoid. The inter nasal work will cultivate integration of the neuro-viscero cranium components to finish the Advanced Rolfing Fort Worth Dallas 8 & 9th treatment,
John Barton, Certified Advanced Rolfer ® & Rolfing ® Fort Worth-Dallas | Rolf Movement ® Practitioner
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sguardimora · 8 months
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Il 14 settembre ho assistito a una prova aperta di  SUITE, il nuovo progetto artistico di Club Alieno, una Compagnia di danza, musica e performance nata all’interno di Cuore 21, Cooperativa che si occupa di attività educative ed inserimenti lavorativi di persone con disabilità intellettive.
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La scena si apre su una stanza che mostra differenti ambienti in uno stesso luogo: un salotto con un divano, una sala da pranzo con un tavolo e quattro sedie, e un tavolinetto da cucina sul fondo. Al centro c'è un corpo steso su un tappeto con un lampadario che gli è crollato addosso; tutt’attorno i resti di una festa che sembrerebbe finita male.
Entra un maggiordomo e, come se nulla fosse successo, inizia a pulire e sistemare lo spazio fino a trasportare fuori scena il corpo morto avvolgendolo in un tappeto.
Il silenzio domina questo primo quadro. La scena si è ricomposta e come se il tempo fosse stato riavvolto vediamo ciò che è accaduto prima. I danzatori e le danzatrici entrano, la scena si anima, il musicista inizia a suonare e prendono corpo le azioni coreografiche, ideate da Valeria Fiorini e Eleonora Gennari: ora la festa può iniziare.
Lo spazio visivo cambia totalmente e, grazie ad un sapiente gioco di luci (disegnate da Antonio Rinaldi), siamo catapultati in una delle stanze dipinte da Hopper, illuminate da quelle luci magiche che proiettano ombre oblique che sembrano finestre stagliate sullo sfondo mentre la scena viene illuminata da bagni di colore che cambiano tonalità a seconda della temperatura emotiva dell’azione coreografica in svolgimento. Il musicista dal vivo compone i brani che danno supporto alle azioni sceniche rendendo più nitide immagini e movimenti. 
Il tavolo da pranzo è il luogo della danza, dove si dipanano le azioni coreografiche: sopra, sotto e intorno ad esso si muovono i corpi dei danzatori e delle danzatrici tessendo linee che raccontano di incontri e abbandoni, di solitudini e lievi tocchi, cadute e sollevamenti. 
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Poi il mistero di una figura femminile che nasconde un segreto si svela in un abbraccio che avvolge il suo stesso corpo, si coccola e si accoccola fino a strisciare per raggiunge i compagni e le compagne attorno al tavolo. Loro sono immobili, come in uno scatto fotografico che all’arrivo della danzatrice inizia a prendere vita. 
La luce da verde si fa tendente al rosso e una nuova coreografia svolta da un duo ha luogo intorno allo spazio del divano. Intanto attraversa il palco, per la seconda volta, il maggiordomo che trascina un pesante sacco nero della spazzatura.
È come se le figure fossero collassate in una bolla temporale e si intrecciassero così vari pezzi di una storia con i personaggi che appaino e scompaiono in frangenti temporali sovrapposti.
Infine come al rallentatore si muove l’ultima scena e ci riporta lentamente all’immagine iniziale di quella stanza disfatta.
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Suite è un lavoro coreografico sapiente che si sviluppa attraverso differenti quadri che mostrano frangenti di vita, a tratti tragici, a tratti ironici, di questo microcosmo di figure che sapientemente e con una forte presenza scenica abitano lo spazio.
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nietzsche2meetyou · 2 years
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Recensione Spoiler The Witcher S1
Ho iniziato The Witcher sotto consiglio di un amico, in realtà già era nella mia lista da un po' di tempo, avevo anche iniziato ad ascoltare l'audiolibro, ma poiché era difficile seguirlo a tarda notte, ho lasciato perdere.
Ho così iniziato la serie con un po' di ritardo, ma appena in tempo per guardare la seconda stagione uscita nel periodo Natalizio.
Inizialmente non avevo ben capito cosa stessi guardando, un po' perché mi ero distratta durante la visione, un po' perché fin da subito veniamo catapultati in un mondo a noi sconosciuto, con creature mostruose ed un tizio particolarmente poco loquace che mena. E mena duro.
Avevo così interrotto anche il primo episodio della prima stagione per poi riprenderlo qualche giorno dopo con molta più serietà e concentrazione e da quel momento in poi è stato folle amore.
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Storia: 8.5
Confrontandomi con varie persone ho riscontrato lo stesso problema che però io non ho avuto: seguire il flusso della narrazione.
La narrazione si svolge su tre piani temporali differenti e prosegue in avanti fino ad arrivare ad un unico punto, in cui i 3 personaggi principali sono allineati.
Le tre linee temporali seguono Yennefer, Geralt e Ciri, rispettivamente Trapassato, Passato e Presente.
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Ovviamente per i primi due episodi la differenza temporale non si avverte, sia perché è stato scelto di non applicare alcuna color correction per i differenti periodi (cosa che ho apprezzato tantissimo), sia perché le vicende sono molto slegate tra di loro.
Al terzo episodio, personalmente, è quando mi sono resa conto dell'effettiva differenza temporale e avviene tutto durante la cerimonia durante la quale Yennefer decide di mutare il proprio aspetto. In particolare è reso evidente quando Foltest viene richiamato perché infastidiva sua sorella con cui poi avrebbe avuto una bambina incestuosa: la Striga con cui Geralt combatte nello stesso episodio.
In generale ho trovato che mantenendo la giusta attenzione durante la visione e cercando di memorizzare i nomi dei principali personaggi la storia procedesse molto fluidamente e anzi! Ero molto curiosa di vedere come le tre storie si sarebbero intrecciate tra loro.
L'unica "noia" dell'intera storia è stata la linea temporale di Ciri, molto lenta, un po' ripetitiva, se avessero dedicato meno minutaggio alla parte di Ciri onestamente non avrei avuto differenze in qualità di materiale utile alla comprensione della trama, anzi, sono abbastanza sicura che chi ha avuto difficoltà a seguire la narrazione è proprio perché si distraevano durante le scene con Cirilla. Non ne ho le prove, ma è un forte sospetto LOL
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Personaggi: 9
I personaggi sono spettacolari mi sono piaciuti parecchio la maggior parte di loro, ovviamente se dovessi dare la mia Top 3 sarebbe: Yennefer, Jaskier, Geralt
Ciri in questa prima stagione è abbastanza piatta, per 8 episodi rimane pressocché la stessa se non con una scorza più dura.
Sia Yennefer che Geralt hanno delle evoluzioni evidenti, Yennefer da bambina spaventata diventa una donna forte, certamente ancora instabile e ferita, ma sa quello che vuole e lotta per ottenerlo, Geralt scopre la sua parte emotiva, si innamora, si affeziona ad un amico, in netta contraddizione alla figura del Witcher senza sentimenti.
I personaggi secondari sono a loro volta interessanti, mai noiosi, se non per Istredd che ho trovato terribilmente irritante.
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Ambientazione e Creature Magiche: 7
Il tutto si svolge in un mondo relativamente piccolo. Relativamente al mondo di Game Of Thrones, ad esempio, abbiamo forse 1/4 della complessità geo-politca, ma a parte i vari nomi dei regni, non è che venga mostrato più di tanto.
Letteralmente tutto ciò che vediamo per la prima stagione è Cintra e il palazzo di Calanthe, Aretuza, Sodden, piccoli villaggi in mezzo al niente e alberi.
Inoltre, forse sarò io, ma non ho ben capito le effettive distanze tra i luoghi, Cirilla in particolare passa attraverso vari microclimi e non ho capito se era perché passasse effettivamente molto tempo o se si stesse muovendo in maniera verticale raggiungendo luoghi più freddi.
Le creature magiche mi sono piaciute... a livello concettuale. La realizzazione un po' meno, probabilmente con quel budget non sono riusciti a fare di meglio, anche perché poi nella seconda stagione migliorano molto.
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In generale la prima stagione di The Witcher mi è piaciuta tantissimo e per me è 8.5/10.
Già ho voglia di guardarla di nuovo!
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argyrosingh · 5 years
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American Horror Story - Apocalypse 8x09
Fire and Reign introduce il gran finale di quella che è la stagione più breve di AHS, ma che nonostante ciò ha avuto il pregio di risollevare, a livello di idee e di narrazione, una serie che nelle due precedenti stagioni aveva perso molta qualità.
Tutto perfetto quindi? Non è proprio così. Siamo stati abituati ai salti temporali di AHS e in Apocalypse non sono stati nemmeno molti. Forse, però, questo è stato un limite: nell’anticipare gli eventi successivi all’apocalisse, per poi raccontare tutte le vicende precedenti ad essa, si è persa una parte della tensione. Con maggiori “innesti” temporali differenti, la vicenda sarebbe stata più articolata: un po’ come accade per Westworld, la cui complessità è data soprattutto dell’intreccio delle linee temporali.
Poi c’è la figura di Michael Langdon, che nasce terrorizzando con la sua sola presenza, ad apocalisse ormai avvenuta, e che vediamo “decostruito” in seguito, con le vicende che ne mettono in luce le incertezze. In lui convive dunque questo aspetto minaccioso e una parte opposta, che a tratti risulta quasi ridicola, e che ne sminuisce la figura. Questa continua ricerca della comicità è ormai quasi una moda... d’altra parte, bastano e avanzano Jeff e Mutt per questa stagione.
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Pompei@Madre: un cortocircuito riuscito tra passato e presente
di Stefano d’Alessandro
Quello del dialogo fra antico e contemporaneo è un tema dibattuto dalla museologia da moltissimi anni. Al di là del mero accostamento di opere prodotte in differenti epoche storiche, però, il "cortocircuito" funziona davvero quando l'allestimento riesce a far emergere le qualità intrinseche che rendono in qualche modo classico il contemporaneo e incredibilmente attuale l'antico; quando, insomma, il risultato è una proficua integrazione stilistica che renda palese la vicinanza di mondi solo apparentemente lontani.
E' il risultato che hanno raggiunto con successo Massimo Osanna, direttore del Parco Archeologico di Pompei, e Andrea Viliani, direttore del Madre, con la mostra Pompei@Madre. Materia Archeologica, allestita al Museo di Arte Contemporanea di Napoli.
L'esposizione si divide in due parti, separate non solo dallo spazio fisico, ma anche per il loro differente punto di vista sul tema. Al piano terra, reperti di Pompei dialogano con la collezione permanente: ognuna delle stanze create ad hoc dagli artisti per il Madre è stata accostata concettualmente ad un ambiente delle domus romane. E così, la stanza con l'installazione Il cielo di San Gennaro di Fabro è diventata l'atrio con l'impluvium, la vasca progettata per raccogliere l'acqua piovana, e al suo interno sono ospitati strumenti per lo scolo dell'acqua; quella decorata con il grande affresco Ave Ovo di Francesco Clemente, dedicato a simboli e misteri di Napoli, si è trasformata nel triclinium, il locale in cui veniva servito il pranzo, ed ospita oggetti d'uso quotidiano, tavoli e Lecti Conviviales; la stanza con l'opera di Richard Long, Line of Chance, realizzata con un elemento primordiale come il fango, è diventata la cucina, e il riferimento al fango è legato ai recipienti in argilla e terracotta in cui venivano cucinati e consumati i pasti.
Passato e presente sembrano dunque sovrapporsi: percorrendo la mostra, abbiamo la sensazione di muoverci su due piani temporali differenti, quello dell'Antica Roma e quello della contemporaneità; il loro contatto però non è cacofonico, ma sapientemente studiato per divulgare e, al tempo stesso, stupire, emozionare, far riflettere, come solo l'arte riesce a fare.
Tra gli accostamenti più riusciti ne citiamo due: il primo è quello della stanza di Mimmo Paladino, in cui la dimensione astorica della solitudine umana viene evocata dall'accostamento tra il manichino bianco sospeso con il volto rivolto al muro della sua opera Senza Titolo, e uno dei calchi umani rinvenuti a Pompei. Il secondo è quello della sala di Rebecca Horn, che per il museo ricava, da uno dei teschi del Cimitero delle Fontanelle di Napoli, delle riproduzioni in ghisa: una sorta di memento mori in cui però la morte non assume una dimensione tragica ma elegiaca, accostato dai curatori alle lapidi di Pompei, che allo stesso modo oggi non testimoniano la morte, ma le vite di chi su questo mondo ci è passato, anche se molto prima di noi.
La mostra prosegue poi al terzo piano, ma con una veste differente. A differenza della precedente sezione, qui sono state selezionate opere che richiamano, in maniera diretta o indiretta, alla storia di Pompei. Il quadro che viene restituito è che l'immaginario di Pompei ha affascinato artisti di ogni epoca, in quanto metafora di rinascita dopo la distruzione.
E così, dagli scatti della statuaria classica realizzati da Luigi Ghirri e Mimmo Jodice traspare la fascinazione per l’archeologia come indagine delle nostre radici; dagli schizzi architettonici di Le Corbusier emerge l’ammirazione per la tecnica e la cultura scientifica dei romani; dall’ufficio pieno di cenere di Jimmie Durham l’empatia del dramma di una tragedia che coglie le persone durante la loro quotidianità.
Particolarmente suggestiva la sezione dedicata all'iconografia del Vesuvio: da Wharol a Rauschenberg fino a Piranesi e molti altri, tanti sono stati gli artisti che hanno deciso di omaggiare questo gigante che scruta Napoli, elevandolo ad icona di una città che, nonostante eruzioni e terremoti, è saputa rinascere ogni volta, anche grazie all’arte.
Stefano D'Alessandro, laureato in Arti Visive presso l'Università di Bologna
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tesi-e-confutazioni · 6 years
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Mi informano gente di facebook che tutti stanno parlando di questa serie, allora ne parlo anche io qui su tumblr.
Dark é una figata, merita tutte le dieci puntate e anche se nelle prime si è un po’ spaesati e si stenta a capire, via via la serie ti risucchia in un buco nero, senza però capirci tanto.
Mi chiedo che razza di mente abbiano i sceneggiatori e di quali droghe facciano uso perché la trama è tanto complicata quanto geniale. Ci sono tantissimi personaggi tutti collegati fra loro, con nomi particolari e difficili da ricordare essendo una serie tv tedesca e non americana. 
La trama è articolata da moltissime story line differenti, ma intrecciate tra loro che comprendono più archi temporali. 
Le soundtrack sono stupende e in linea con la serie e con i vari momenti al suo interno.
La fotografia è molto curata in ogni dettaglio ed è un elemento di primaria importanza perché tra un inquadratura e l’altra si possono scorgere elementi che aiutano nella comprensione della serie e dei personaggi.
La consigli vivamente, perché si tratta di una serie ancora incorso uscita recentemente di ottima qualità disponibile su Netflix  e prodotta in un paese europeo  
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accesoriosdemoda · 4 years
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Le piccole donne di oggi
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Galería de Sfoglia {{imageCount}} p immagine Ognuna di noi è stata una piccola donna. Il romanzo Little women, scritto nel 1868 da Louisa May Alcott, è stato un inno, il primo, al girl power grazie alla figura di Jo, vogliosa di indipendenza più che di un marito al suo fianco, e delle tre sorelle, ciascuna, a suo modo, diversa dallo estereotipo di donna di quegli anni. Indimenticabile il film del 1949, dirigida por Mervyn LeRoy, con una sorprendente June Allyson nel ruolo di Jo, una indimenticabile Elizabeth Taylor nei panni di Amy (anche grazie a quella molletta per i panni che si metteva sul naso per renderlo di forma e dimensione perfetti) ) y un affascinante Peter Lawford nel ruolo di Laurie. Quando arrivò la notizia dell’ennesimo adattamento di questo intramontabile romanzo, da parte della regista emergente Greta Gerwig, alcune delle eterne "piccole donne" aveva arricciato il naso. Altre, invece, avevano gioito nel vedere un cast così irriverente a ridare voce alla storia che tutte le donne dovrebbero prendere a esempio per crescere in maniera esemplare. E le seconde hanno fatto bene a pensare che questa nuova dedica al ruolo della donna, quella di oggi, emancipata e moderna, potesse funzionare alla perfezione. Certo, imbattibili i tempi del primo film e indimenticabili Mervyn LeRoy ed Elizabeth Taylor, ma alquanto deliziose le new entry di Hollywood e inaspettata la "piega" della morale di piccole donne. C'è Saoirse Ronan che è il cuore di questo film e, insieme a lei, l’amico e forever fidanzato sul grande schermo Timothée Chalamet, che porta una ventata di freschezza. C'è il fascino francese (ebbene sì, francese… non tedesco) di Louis Garrel, c'è una ironicamente austera Meryl Streep nel ruolo di zia March, una Laura Dern amabile ven seper e le tre adorabili sorelle di Jo interpretate da Emma Watson , Florence Pugh y Eliza Scanlen. E ci sono quattro modelli dfferenti di donne in cui identificarsi: l'uragano Jo, la responsable Meg, la dolcissima Beth y la vanitosa Amy. Quello che vi piacerà, infatti, sarà la narrazione della Gerwig, tutta nuova y su due linee temporali differenti ben raccontate a suon di flashback che vi faranno evolvere insieme alle sorelle. Una nuova lettura fresca, innovativa e coraggiosa proprio come le piccole donne di oggi che, rispetto alle generazioni precedenti, sono ambiziose, tenaci and costantemente vogliose di sfiare e superare i propri limiti. Insomma donne che vogliono creare una storia, la loro, con o senza un partner al proprio fianco. Il film, nelle sale italiane dal 9 gennaio, ha tutto quello che Jo vorrebbe veder sbocciare in una donna - ovvero mente, anima, cuore e ambizione - in un vortice di citazioni, da Simone de Beauvoir alle sorelle Brönte, fino a più punto reciente de puntos de vista vienen le Girls di Lena Dunham. Tema Noticias Eventi Segui Vedi anche: 5 cose da fare en un fin de semana lungo a Courmayeur Siete pronti per il gran final de Star Wars: l’ascesa di Skywalker? Oggi è il Christmas Jumper Day: 10 maglioni da indossare Terre de Femmes, il premio per donne green Le scuse più popolari per non andare in palestra Chi sono i sei modelli italiani scelti da Guess (e quale stile prediligono nella seduzione!)
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Mentre tu sei lì che ti paghi i followers, i like, i commenti e le views, e ringrazi (chi? te stessa/o?).. e ti guadagni un primo posto nelle malattie degenerative del cervello, per vendere quattro cavolate dal tuo negozio e dire come una stupida/o "Ce l'ho fatta!" io sono altrove che mi alleno, corpo e mente, e a volte mi stanco tanto tanto per questo.. ma sapessi le soddisfazioni che mi sono presa in questa mia assenza dai soliti profili sui social.. neuroni che ricominciano a creare interessanti ramificazioni e collegamenti nel mio cervello.. e uno strano invecchiamento che piuttosto pare un ringiovanimento, come avevo immaginato io, come avevo intuito io, come il mio dna mi aveva detto. Certo che se tu stai lì a berti tutte le frottole che ti propinano per tenerti in quella posizione dove te lo possono mettere comodamente dentro e godere un mondo, alla faccia della tua sofferenza e degli scrupoli che non hanno mai avuto.. beh, allora non sperimenterai mai quello che ho vissuto io. Non che io non le abbia prese le bastonate, ma le cose che ho vissuto.. incredibili! Dunque, continua pure a stare lì convinta/o che tutta la tua vita virtuale sia una gran bella cosa e che non ci rimetterai in salute, io continuo per la mia strada. Ciao 🐈‍⬛
@clubgoticoitaliano @associazionelavestenera
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Advanced Rolfing Fort Worth Dallas Treatment 7
The whole structure has experienced a deeper felt sense of space, organization, and integration by the seventh hour session: Palintonicity/Adaptability (7-8-9) core expressing through lower pole (push). The amount of stress that the visceral cranium and neural cranium exhibit on the whole organism is immense and release in this session allows the work to transmission from the earth to the clouds. '''If we establish a spanning polarity between the top of the head and the base of the sacrum in relation to the directional span of the gravity field, we have a new kind of structurally integrated man"-IPR. In the Advanced Rolfing Fort Worth Dallas seventh hour we deal with the relationship of the head and neck to the rest of the body via the thoracic inlet/outlet and continue support in the upper ribs and thoracic inlet for a horizontal shoulder girdle. Continue core/sleeve/axial complex differentiation of the shoulders into head and neck relative to a functional axial component and address the hyoids, SCM and trapezius. Special attention should be given to posterior cervical and occipital fascia as well as side bends with rotations of the cranial bones. Address space or lack there of with the viscero-cranium for the first time by resolving rotations and compressions inter orally.
This can be done now and possibly again later in another Advanced Rolfing Fort Worth Dallas session which includes and is not limited to the exterior and inter oral fascia, temporalis, zigomatic arch, masseter, cheeks and mandibular line, tongue, hard and soft palletes (especially with roto-scoliosis),lateral/medial pterygoid. The inter nasal work will cultivate integration of the neuro-viscero cranium components. Depending on the lines of tension, back work should be seated from head to sacrum, integrating everything from the bottom off the feet to the frontalis, represented by SBL model or gallbladder channel. The best way to end this session is a ocular decoupling exercise that completely disengages and integrates the neck and head. Pelvic lift or tilt ends seventh-hour.
John Barton, Certified Advanced Rolfer ® & Rolfing ® Fort Worth-Dallas | Certified Rolf Movement ® Practitioner
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sguardimora · 3 years
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Alcune immagini dalla prova aperta del nuovo progetto di Alessandro Carboni Context che debutterà a Kilowatt festival dove verranno ospitati tre formati differenti del progetto. 
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Si entra diretti nel processo creativo di Context attraversando il confine che separa il foyer dalla sala del teatro dimora che ha ospitato la prova aperta di uno dei formati che compongono il progetto di Alessandro Carboni, il trio coreografico. 
A sinistra un piccolo assaggio delle immagini, dei tratti grafici, dei disegni che definiscono l’immaginario dentro al quale si dischiudono le strutture compositive dell’opera; poi un grande abito bianco e nero che è il costume indossato dalla performer del solo site-specific e infine la macquette che riproduce in miniatura la scena che di li a poco si attualizzerà di nuovo sul palco dell’arboreto: è il teatro in miniatura dove il coreografo e le danzatrici hanno studiato i movimenti di corpi e triangoli scomposti e ricomposti dalle proiezioni di luce. Queste tracce, che andranno poi a definire anche uno dei formati che compongono il progetto, cioè una mostra espositiva, vanno a comporre le tessere di quel mosaico di incontri e geografie, di spaesamenti emotivi e imprevisti necessari che hanno dialogato con la ricerca creativa dell’artista. 
La scena è quasi al buio, le tre figure, incappucciate in un vestito a tunica verde, si muovono su palco quadrato richiamando alla mente le tre figure in Quad di Samuele Beckett e quel minimalismo scenico. Il suono elettronico pervade la sala ma le tre figure proseguono sul loro ritmo cadenzato, ripetuto, rituale. 
Escono e rientrano, di nero vestite e con il volto colorato da una maschera nera che ne toglie definitezza e ne nasconde i tratti. Ad una ad una iniziano a girare le tessere che compongono il quadrato dentro al quale si sviluppa la coreografia: sono triangoli bianchi che mano a mano che vengono girati producono un riflesso che va ad illuminare la scena e le performer nel loro movimento sempre più schematico e ritualizzato. 
il quadro è bianco e le figure iniziano a muoversi su di esso come se stessero tracciando delle misurazioni non solo spaziali ma anche temporali trasportando lo sguardo dello spettatore dentro una dimensione nuova, ritmica, osservando i loro movimenti che sono speculari nel loro disegnare linee longitudinali e diagonali, verticali e orizzontali. 
Le tre figure sembrano costrette in un gioco matematico, o meglio geometrico e l’unica possibilità che hanno per nascondersi, fermarsi, è scomporre la scena tornare a far si che la luce si abbassi di nuovo verso il buio, volgendo la faccia dei triangoli sul nero. Così ad uno a uno i triangoli vengono sollevati e lasciati in verticale sull’angolo in alto a destra del quadrato andando a costituire una sorta di radura colorata da un tramonto di luci dietro alla quale i corpi si vanno a celare. 
Ora tutto è immobile, un giorno è passato e il tempo si è fermato. 
*I passages dalla residenza
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margiehasson · 4 years
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Le piccole donne di oggi
Piccole donne, il film di Greta Gerwig in uscita il 9 gennaio
Piccole donne, il film di Greta Gerwig in uscita il 9 gennaio
Piccole donne, il film di Greta Gerwig in uscita il 9 gennaio
Piccole donne, il film di Greta Gerwig in uscita il 9 gennaio
Piccole donne, il film di Greta Gerwig in uscita il 9 gennaio
Piccole donne, il film di Greta Gerwig in uscita il 9 gennaio
Piccole donne, il film di Greta Gerwig in uscita il 9 gennaio
Piccole donne, il film di Greta Gerwig in uscita il 9 gennaio
Piccole donne, il film di Greta Gerwig in uscita il 9 gennaio
Piccole donne, il film di Greta Gerwig in uscita il 9 gennaio
Piccole donne, il film di Greta Gerwig in uscita il 9 gennaio
Piccole donne, il film di Greta Gerwig in uscita il 9 gennaio
Piccole donne, il film di Greta Gerwig in uscita il 9 gennaio
Piccole donne, il film di Greta Gerwig in uscita il 9 gennaio
Piccole donne, il film di Greta Gerwig in uscita il 9 gennaio
Piccole donne, il film di Greta Gerwig in uscita il 9 gennaio
Piccole donne, il film di Greta Gerwig in uscita il 9 gennaio
Ognuna di noi è stata una piccola donna. Il romanzo Little women, scritto nel 1868 da Louisa May Alcott, è stato un inno, il primo, al girl power grazie alla figura di Jo, vogliosa di indipendenza più che di un marito al suo fianco, e delle tre sorelle, ciascuna, a suo modo, diversa dallo stereotipo di donna di quegli anni. Indimenticabile il film del 1949, diretto da Mervyn LeRoy, con una sorprendente June Allyson nel ruolo di Jo, una indimenticabile Elizabeth Taylor nei panni di Amy (anche grazie a quella molletta per i panni che si metteva sul naso per renderlo di forma e dimensione perfetti) e un affascinante Peter Lawford nel ruolo di Laurie.
Quando arrivò la notizia dell’ennesimo adattamento di questo intramontabile romanzo, da parte della regista emergente Greta Gerwig, alcune delle eterne “piccole donne” aveva arricciato il naso. Altre, invece, avevano gioito nel vedere un cast così irriverente a ridare voce alla storia che tutte le donne dovrebbero prendere a esempio per crescere in maniera esemplare. E le seconde hanno fatto bene a pensare che questa nuova dedica al ruolo della donna, quella di oggi, emancipata e moderna, potesse funzionare alla perfezione. Certo, imbattibili i tempi del primo film e indimenticabili Mervyn LeRoy ed Elizabeth Taylor, ma alquanto deliziose le new entry di Hollywood e inaspettata la “piega” della morale di piccole donne.
C’è Saoirse Ronan che è il cuore di questo film e, insieme a lei, l’amico e forever fidanzato sul grande schermo Timothée Chalamet, che porta una ventata di freschezza. C’è il fascino francese (ebbene sì, francese… non tedesco) di Louis Garrel, c’è una ironicamente austera Meryl Streep nel ruolo di zia March, una Laura Dern amabile come sempre e le tre adorabili sorelle di Jo interpretate da Emma Watson, Florence Pugh ed Eliza Scanlen. E ci sono quattro modelli dfferenti di donne in cui identificarsi: l’uragano Jo, la responsabile Meg, la dolcissima Beth e la vanitosa Amy.
Quello che vi piacerà, infatti, sarà la narrazione della Gerwig, tutta nuova e su due linee temporali differenti ben raccontate a suon di flashback che vi faranno evolvere insieme alle sorelle. Una nuova lettura fresca, innovativa e coraggiosa proprio come le piccole donne di oggi che, rispetto alle generazioni precedenti, sono ambiziose, tenaci e costantemente vogliose di sfiare e superare i propri limiti. Insomma donne che vogliono creare una storia, la loro, con o senza un partner al proprio fianco.
Il film, nelle sale italiane dal 9 gennaio, ha tutto quello che Jo vorrebbe veder sbocciare in una donna – ovvero mente, anima, cuore e ambizione – in un vortice di citazioni, da Simone de Beauvoir alle sorelle Brönte, fino a più recenti point of views come le Girls di Lena Dunham.
L'articolo Le piccole donne di oggi sembra essere il primo su Glamour.it.
Le piccole donne di oggi published first on https://lenacharms.tumblr.com/
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argyrosingh · 6 years
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The Last Ship 5x05
Warriors ha un taglio registico (alla regia Peter Weller, già incontrato nei panni del dottor Paul Vellek) diverso dal solito per TLS.
La storia si muove su tre differenti linee temporali, concatenate in un montaggio non certo cinematografico, ma comunque di forte impatto. Vediamo dunque l’ammiraglio Chandler con i suoi uomini in un rifugio sotterraneo, nel corso di una missione. Si alternano le scene sue e di altri militari nei loro momenti di “pace” famigliare, dove ritornano le ombre della guerra e i conflitti con i figli. Infine, c’è la linea che segue alla missione in Jamaica, con le nuove prospettive per la guerra.
Non c’è molto su cui dilungarsi, per il semplice fatto che si tratta di un episodio ben costruito, dal dramma del soldato in congedo o del reduce alla tensione durante una missione, in attesa di essere recuperati, fino al finale, con le risate e le battute dei cosiddetti “fratelli in armi”. In tutto questo - come nel mostrare un libro dedicato alla storia epica della Nathan James - la serie comincia a prendere congedo dal pubblico, ma in un modo non invasivo e, a tratti, poetico.
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egheneto · 4 years
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THE HAUNTING OF HILL HOUSE
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There’s natural phenomena that we understand and there’s natural phenomena that we don’t. Primitive humans used to die of fright during an eclipse. They had no idea what it was. The eye of an angry god. An evil spirit. Nothing supernatural about it, though. Once we understood what it was, well, it was just natural.
Hill house si discosta dal genere horror come sono sempre stata abituata a concepirlo (anche perchè, forse, non avendomi mai appassionato, non l’ho mai approfondito). L’horror sicuramente c’è: qualche spavento me lo sono presa. D’altronde, bisogna approcciarsi alla serie accettandone fin da subito il genere di fondo, i fantasmi, le presenze. 
Ma in Hill house entrano a far parte della storia in modo così naturale, che non puoi far altro che crederci anche tu. L’horror inteso come spavento sembra non essere l’obiettivo di quest’opera, che usa la paura per raccontare i drammi di una famiglia dilaniata dall’orrore. 
I feel a bit clearer now. Everything's been out of order, Time, I mean. I thought for so long that time was like a line, that... that our moments were laid out like dominoes, and that they fell one into another, and on it went. Just days tipping, one into the next, into the next, in a long line between the beginning... and the end. But I was wrong. It's not like that at all. Our moments fall around us like rain, or... snow, or confetti.
La storia si sviluppa e trova la sua conclusione in dieci episodi, che si costruiscono perfettamente lungo salti temporali tra il passato, nel quale si descrivono i personaggi da bambini durante le loro poche settimane di vita a Hill house, e il presente, ormai adulti e immersi nelle loro vite non prive di problemi.  
Nelle prime puntate la storia scorre lentamente, ad ogni fratello viene dedicato un episodio che ne delinea nei dettagli la storia, narrandoci come ognuno di loro ha interagito ed interiorizzato in modo differente con l’orrore del passato; vengono gradualmente inseriti gli elementi di fondo del racconto, enigmi, segreti, come pezzi di un puzzle che troverà il suo compimento solo nell’episodio finale.
Mom says that a house is like a body. And every house has eyes and bones and skin. A face. This room is like the heart of the house. No, not a heart, a stomach
Il mistero più grande è forse la presenza della red room, la stanza inaccessibile della casa, che per tutto il racconto resta impenetrabile nonostante i tentativi dei bambini per aprirla, ma che alla fine si spalanca, accoglie ed intrappola i protagonisti. La stanza dalla porta rossa è lo stomaco della casa, che inghiotte uno ad uno i membri della famiglia Crain per tenerli con sè e non lasciarli mai andare. Si rivela una stanza in grado di trasformarsi in qualcosa di speciale per chi vive nella casa: è la stanza dei giochi di Eleanor, la casa sull’albero di Luke, la stanza delle prove di Theo.
Ma la stanza rossa è molto di più. È una storia di amore e di proccupazione; è la famiglia che offre protezione e sicurezza; è la madre dei bambini, terrorizzata dai pericoli ai quali i figli possono incorrere nel mondo reale, crudele, è la follia che la porta a volerli morti per tenerli al riparo sotto la propria ala, ma che non farà altro che renderli insicuri e tormentati, incapaci di vivere una vita senza angoscia ed inquietudine.
I cinque fratelli sono legati da un tormento che li accompagna e li accompagnerà per tutta la vita, dalla presenza remota ma viva di questa casa, che viene esternata da ognuno di loro in modalità differenti ma che rimane una costante ineludibile, tanto da condurre alla morte alcuni di loro.
A ghost can be a lot of things. A memory, a daydream, a secret. Grief, anger, guilt. But, in my experience, most times they’re just what we want to see
Hill house è molto più che una storia di fantasmi. È la storia di come i ricordi, il dolore, l’amore, i segreti, il silenzio, la rabbia possano diventare spettri ben più reali di qualche presenza sovrannaturale.
Nicole C.
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tescigarettes · 7 years
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«Forse, a volte, non basta amarsi per far funzionare le cose. Siamo su due strade diverse, che viaggiano in due linee temporali differenti in due universi paralleli. È solo che... Pensavo che ci fossimo incontrati»
Oltre le Stelle di Milano (Vanessa Sobrero)
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freedomtripitaly · 4 years
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Il modo migliore per visitare Londra è spostarsi con i mezzi del trasporto pubblico, in grado di raggiungere qualsiasi zona della città e offrire un’ampia scelta di servizi differenti. Per farlo basta acquistare una Oyster Card, disponibile sia nella versione tradizionale che in quella specifica per i turisti non residenti, una carta contactless facile da usare e da ricaricare con soglia massima di spesa, con numerose agevolazioni per visitare le principali attrazioni di Londra. Ecco tutti i dettagli. Cos’è Oyster Card: caratteristiche e funzionalità Oyster Card è un particolare tipo di carta di pagamento, con la quale è possibile utilizzare i mezzi del trasporto pubblico di Londra, senza dover acquistare biglietti singoli o altri tagliandi. Comprando questa tessera, infatti, si può caricare del credito all’interno della carta, in base alle proprie esigenze e alla durata del soggiorno londinese, dopodiché basta passarla sui lettori presenti nelle stazioni metropolitane, sugli autobus e negli altri veicolo di trasporto convenzionati. Si tratta di un sistema pratico e comodo per muoversi nella capitale inglese, poiché è accettata quasi dovunque e mette a disposizione una serie di vantaggi, tra cui sconti e agevolazioni presso musei, monumenti e altre attrazioni da visitare. In alternativa è possibile usare una normale carta di credito, debito o prepagata con Iban, purché dotata di tecnologia Contactless per pagare semplicemente avvicinando la carta al lettore, senza digitare il codice PIN. Dove si può usare Oyster Card L’utilità di Oyster Card è notevole perché è possibile usarla quasi dappertutto a Londra, una città dove necessariamente bisogna muoversi con i servizi del trasporto pubblico. Noleggiare un’auto o prendere un taxi, infatti, non sono opzioni vantaggiose, per diversi motivi. Innanzitutto a causa del traffico intenso, che rende gli spostamenti in macchina estremamente lenti e complessi, inoltre bisogna considerare le limitazioni alla circolazione e il costo di tale mezzo. Con Oyster Card è possibile accedere alla metropolitana londinese, la famosa Tube, una delle infrastrutture più grandi del mondo. La rete è composta da 9 zone, coprendo tutte le attrazioni e i punti d’interesse principali, dai quartieri del centro all’aeroporto di Londra Heathrow, con una frequenza delle vetture di appena 2/3 minuti. In alternativa possono scegliere i classici autobus inglesi, più lenti rispetto alla metropolitana soprattutto nelle ore di punta, ma ideali per godersi la città da una prospettiva speciale. Le persone munite di Oyster Card possono utilizzarla anche sui treni della DLR (Docklands Light Railways), una linea ferroviaria di superficie collegata con la metro, che permette di raggiungere le zone orientali della capitale inglese. Inoltre con la carta è possibile salire sui treni della National Rail, fatta eccezione alcuni servizi tra cui l’Heathrow Express, ma anche su alcune barche che attraversano il Tamigi gestite dalla MBNA Thames Clippers, che consentono di arrivare fino al centro di Londra via acqua e sulla funivia dell’Emirates Air Line. Quanto costa Oyster Card e dove acquistarla I prezzi della Oyster Card prevedono un costo fisso di 5 sterline, applicato per l’emissione della carta di pagamento ricaricabile, dopodiché bisogna di volta in volta versare il credito in base alle proprie necessità. In media per un viaggio di 5 giorni conviene depositare almeno 30 sterline, mentre per trascorrere il classico weekend bastano anche 15/20 sterline, tuttavia dipende molto da quanto ci si muove e dal tipo di mezzi utilizzati. La carta può essere acquistata online e nei punti vendita convenzionati di Londra. Sul web è possibile comprare Oyster Card sul sito ufficiale dell’Ente del Trasporto di Londra, basta andare all’indirizzo oyster.tfl.gov.uk, selezionare la carta desiderata e scegliere l’opzione Get an Oyster Card. A questo punto bisogna optare per un modello tra la carta semplice con pagamento a consumo, il pass specifico per autobus e tram oppure la Travelcard completa, inserire tutte le informazioni richieste e concludere l’operazione online. In alternativa è possibile comprare la Oyster Card su un altro portale web ufficiale, visitbrainshop.com, gestito dall’Ente Nazionale Britannico per il Turismo. La differenza principale è che questo sito propone anche un layout in italiano, perciò è perfetto per chi ha difficoltà con l’inglese, tuttavia prevede dei costi leggermente più alti, infatti è possibile acquistare una Oyster Card a partire da 23 euro con 15 sterline di credito incluso, dunque con un costo di emissione e spedizione di circa 8 sterline. Inoltre su questa piattaforma si possono trovare molti altri pass turistici per visitare Londra, dal London Pass al City Pass, dall’Heritage Pass ai pass speciali per entrare nelle principali attrazioni della capitale inglese. Altrimenti si può sempre comprare Oyster Card una volta giunti a Londra, basta rivolgersi alle biglietterie turistiche TFL situate un po’ ovunque, presso gli aeroporti londinesi, le stazioni delle metropolitana, sui treni Eurostar che collegano la città con il resto d’Europa, oppure nei negozi convenzionati. Differenze tra Oyster Card e Visitor Oyster Card? La Oyster Card è la tessera ufficiale per utilizzare i trasporti di Londra, richiedibile dalle persone che risiedono nel Regno Unito oppure dai turisti che si trovano nel Paese. Questa carta viene spedita direttamente al proprio domicilio di residenza, altrimenti si può ritirare presso i punti vendita e le biglietterie autorizzate. La Visitor Oyster Card è la versione per i turisti, riservata alle persone che non risiedono sul territorio inglese ma che vogliono semplicemente visitare Londra. Quest’ultima può essere acquistata prima di partire, a differenza della Oyster Card tradizionale che non si può ricevere al di fuori del Regno Unito. Oltre a queste piccole differenze le due tessere sono simili, hanno le stesse funzionalità e mettono a disposizione le medesime agevolazioni, quindi è possibile scegliere liberamente la soluzione più indicata in base alle proprie esigenze, tuttavia la Visitor Oyster Card propone dei vantaggi in più per le attrazioni turistiche della capitale inglese. Come ricaricare Oyster Card Come abbiamo visto Oyster Card è una carta prepagata, perciò è necessario acquistarla ed effettuare un deposito iniziale per attivarla, dopodiché basta passarla sui lettori all’entrata dei mezzi pubblici e verrà scalato il costo del servizio dal credito residuo. Una volta terminato il deposito iniziale è necessario ricaricare Oyster Card, utilizzando gli sportelli automatici situati all’interno delle biglietterie delle stazioni metropolitane, oppure in alcuni centri ferroviari. Allo stesso modo è possibile ripristinare il credito della carta presso i centri informativi della TFL, ovvero della società di gestione dei Trasporti di Londra, nei negozi convenzionati come edicole e bar che espongono il logo Oyster Ticket Stops, oppure presso la funivia Emirates Air Line. Qualora non fosse possibile ricaricare il credito residuo è possibile comunque usare la propria carta di debito o di credito, purché sia presente la tecnologica Contactless, in questo modo si potrà salire sul mezzo ed effettuare la ricarica il giorno seguente con calma. Carte alternative alla Oyster Card Naturalmente non esiste soltanto la Oyster Card per muoversi a Londra, oppure la sua variante Visitor Oyster Card, infatti si possono acquistare altri pass e carte prepagate. Ad esempio è possibile comprare la Traverlcard, un abbonamento stampato sul momento richiedibile presso le biglietterie della metropolitana, che consente di salire a bordo di autobus, metro, tram, su alcuni treni e sulle linee della DLR. Questa carta offre sconti in alcune attrazioni, inoltre è possibile scegliere la durata del biglietto, un giorno, una settimana, 1, 2 o 3 mesi, annuale o senza limitazioni temporali. In questo modo si può viaggiare su qualsiasi mezzo del trasporto inglese pagando un prezzo fisso, sebbene per alcune tratte siano previste delle maggiorazioni, tra cui l’accesso alle zone 1-4 della metropolitana. Ad eccezione della Travelcard giornaliera, che viene stampata in formato cartaceo, per gli altri abbonamenti bisogna comunque possedere una Oyster Card, infatti il pacchetto viene attivato direttamente all’interno della carta, quindi si dovrà usare il supporto per accedere sui mezzi. Bisogna fare la Oyster Card per i bambini? I bambini con un’età inferiore a 11 anni viaggiano gratis, quindi non è necessario acquistare loro una Oyster Card. Al di sopra invece devono necessariamente avere un biglietto o una carta, quindi bisogna comprare una Visitor Oyster Card oppure una Travelcard. Per chi viaggia in gruppo sono disponibili anche Travelcard specifiche, riservate alle comitive di almeno 10 persone. In entrambi i casi i bambini da 11 a 15 anni possono beneficiare di una tariffa ridotta, con uno sconto fino al 50% rispetto al prezzo integrale dell’abbonamento. Oyster Card: conviene davvero? Oyster Card mette a disposizione diversi vantaggi, infatti è possibile visitare Londra in maniera semplice e pratica, evitando di acquistare biglietti singoli o verificare ogni volta le zone da raggiungere. Questa carta è valida su quasi tutti i mezzi del traporto pubblico della capitale inglese, deve essere comprata soltanto la prima volta, poi si può riutilizzare ad ogni viaggio caricando il credito all’interno, senza nessun costo aggiuntivo. Inoltre permette di pagare tariffe agevolate, con sconti fino al 50% rispetto al biglietto singolo o giornaliero, consente di velocizzare gli spostamenti evitando di fare la fila alle macchinette, senza dimenticare che prevede un tetto massimo di 7 sterline raggiunto il quale non vengono accreditati costi supplementari. Da non sottovalutare anche gli sconti che si possono ottenere in alcuni ristoranti, attrazioni, musei e monumenti, disponibili soltanto per i possessori di Visitor Oyster Card. https://ift.tt/2rd3MO1 Cos’è e come funziona la Oyster Card di Londra Il modo migliore per visitare Londra è spostarsi con i mezzi del trasporto pubblico, in grado di raggiungere qualsiasi zona della città e offrire un’ampia scelta di servizi differenti. Per farlo basta acquistare una Oyster Card, disponibile sia nella versione tradizionale che in quella specifica per i turisti non residenti, una carta contactless facile da usare e da ricaricare con soglia massima di spesa, con numerose agevolazioni per visitare le principali attrazioni di Londra. Ecco tutti i dettagli. Cos’è Oyster Card: caratteristiche e funzionalità Oyster Card è un particolare tipo di carta di pagamento, con la quale è possibile utilizzare i mezzi del trasporto pubblico di Londra, senza dover acquistare biglietti singoli o altri tagliandi. Comprando questa tessera, infatti, si può caricare del credito all’interno della carta, in base alle proprie esigenze e alla durata del soggiorno londinese, dopodiché basta passarla sui lettori presenti nelle stazioni metropolitane, sugli autobus e negli altri veicolo di trasporto convenzionati. Si tratta di un sistema pratico e comodo per muoversi nella capitale inglese, poiché è accettata quasi dovunque e mette a disposizione una serie di vantaggi, tra cui sconti e agevolazioni presso musei, monumenti e altre attrazioni da visitare. In alternativa è possibile usare una normale carta di credito, debito o prepagata con Iban, purché dotata di tecnologia Contactless per pagare semplicemente avvicinando la carta al lettore, senza digitare il codice PIN. Dove si può usare Oyster Card L’utilità di Oyster Card è notevole perché è possibile usarla quasi dappertutto a Londra, una città dove necessariamente bisogna muoversi con i servizi del trasporto pubblico. Noleggiare un’auto o prendere un taxi, infatti, non sono opzioni vantaggiose, per diversi motivi. Innanzitutto a causa del traffico intenso, che rende gli spostamenti in macchina estremamente lenti e complessi, inoltre bisogna considerare le limitazioni alla circolazione e il costo di tale mezzo. Con Oyster Card è possibile accedere alla metropolitana londinese, la famosa Tube, una delle infrastrutture più grandi del mondo. La rete è composta da 9 zone, coprendo tutte le attrazioni e i punti d’interesse principali, dai quartieri del centro all’aeroporto di Londra Heathrow, con una frequenza delle vetture di appena 2/3 minuti. In alternativa possono scegliere i classici autobus inglesi, più lenti rispetto alla metropolitana soprattutto nelle ore di punta, ma ideali per godersi la città da una prospettiva speciale. Le persone munite di Oyster Card possono utilizzarla anche sui treni della DLR (Docklands Light Railways), una linea ferroviaria di superficie collegata con la metro, che permette di raggiungere le zone orientali della capitale inglese. Inoltre con la carta è possibile salire sui treni della National Rail, fatta eccezione alcuni servizi tra cui l’Heathrow Express, ma anche su alcune barche che attraversano il Tamigi gestite dalla MBNA Thames Clippers, che consentono di arrivare fino al centro di Londra via acqua e sulla funivia dell’Emirates Air Line. Quanto costa Oyster Card e dove acquistarla I prezzi della Oyster Card prevedono un costo fisso di 5 sterline, applicato per l’emissione della carta di pagamento ricaricabile, dopodiché bisogna di volta in volta versare il credito in base alle proprie necessità. In media per un viaggio di 5 giorni conviene depositare almeno 30 sterline, mentre per trascorrere il classico weekend bastano anche 15/20 sterline, tuttavia dipende molto da quanto ci si muove e dal tipo di mezzi utilizzati. La carta può essere acquistata online e nei punti vendita convenzionati di Londra. Sul web è possibile comprare Oyster Card sul sito ufficiale dell’Ente del Trasporto di Londra, basta andare all’indirizzo oyster.tfl.gov.uk, selezionare la carta desiderata e scegliere l’opzione Get an Oyster Card. A questo punto bisogna optare per un modello tra la carta semplice con pagamento a consumo, il pass specifico per autobus e tram oppure la Travelcard completa, inserire tutte le informazioni richieste e concludere l’operazione online. In alternativa è possibile comprare la Oyster Card su un altro portale web ufficiale, visitbrainshop.com, gestito dall’Ente Nazionale Britannico per il Turismo. La differenza principale è che questo sito propone anche un layout in italiano, perciò è perfetto per chi ha difficoltà con l’inglese, tuttavia prevede dei costi leggermente più alti, infatti è possibile acquistare una Oyster Card a partire da 23 euro con 15 sterline di credito incluso, dunque con un costo di emissione e spedizione di circa 8 sterline. Inoltre su questa piattaforma si possono trovare molti altri pass turistici per visitare Londra, dal London Pass al City Pass, dall’Heritage Pass ai pass speciali per entrare nelle principali attrazioni della capitale inglese. Altrimenti si può sempre comprare Oyster Card una volta giunti a Londra, basta rivolgersi alle biglietterie turistiche TFL situate un po’ ovunque, presso gli aeroporti londinesi, le stazioni delle metropolitana, sui treni Eurostar che collegano la città con il resto d’Europa, oppure nei negozi convenzionati. Differenze tra Oyster Card e Visitor Oyster Card? La Oyster Card è la tessera ufficiale per utilizzare i trasporti di Londra, richiedibile dalle persone che risiedono nel Regno Unito oppure dai turisti che si trovano nel Paese. Questa carta viene spedita direttamente al proprio domicilio di residenza, altrimenti si può ritirare presso i punti vendita e le biglietterie autorizzate. La Visitor Oyster Card è la versione per i turisti, riservata alle persone che non risiedono sul territorio inglese ma che vogliono semplicemente visitare Londra. Quest’ultima può essere acquistata prima di partire, a differenza della Oyster Card tradizionale che non si può ricevere al di fuori del Regno Unito. Oltre a queste piccole differenze le due tessere sono simili, hanno le stesse funzionalità e mettono a disposizione le medesime agevolazioni, quindi è possibile scegliere liberamente la soluzione più indicata in base alle proprie esigenze, tuttavia la Visitor Oyster Card propone dei vantaggi in più per le attrazioni turistiche della capitale inglese. Come ricaricare Oyster Card Come abbiamo visto Oyster Card è una carta prepagata, perciò è necessario acquistarla ed effettuare un deposito iniziale per attivarla, dopodiché basta passarla sui lettori all’entrata dei mezzi pubblici e verrà scalato il costo del servizio dal credito residuo. Una volta terminato il deposito iniziale è necessario ricaricare Oyster Card, utilizzando gli sportelli automatici situati all’interno delle biglietterie delle stazioni metropolitane, oppure in alcuni centri ferroviari. Allo stesso modo è possibile ripristinare il credito della carta presso i centri informativi della TFL, ovvero della società di gestione dei Trasporti di Londra, nei negozi convenzionati come edicole e bar che espongono il logo Oyster Ticket Stops, oppure presso la funivia Emirates Air Line. Qualora non fosse possibile ricaricare il credito residuo è possibile comunque usare la propria carta di debito o di credito, purché sia presente la tecnologica Contactless, in questo modo si potrà salire sul mezzo ed effettuare la ricarica il giorno seguente con calma. Carte alternative alla Oyster Card Naturalmente non esiste soltanto la Oyster Card per muoversi a Londra, oppure la sua variante Visitor Oyster Card, infatti si possono acquistare altri pass e carte prepagate. Ad esempio è possibile comprare la Traverlcard, un abbonamento stampato sul momento richiedibile presso le biglietterie della metropolitana, che consente di salire a bordo di autobus, metro, tram, su alcuni treni e sulle linee della DLR. Questa carta offre sconti in alcune attrazioni, inoltre è possibile scegliere la durata del biglietto, un giorno, una settimana, 1, 2 o 3 mesi, annuale o senza limitazioni temporali. In questo modo si può viaggiare su qualsiasi mezzo del trasporto inglese pagando un prezzo fisso, sebbene per alcune tratte siano previste delle maggiorazioni, tra cui l’accesso alle zone 1-4 della metropolitana. Ad eccezione della Travelcard giornaliera, che viene stampata in formato cartaceo, per gli altri abbonamenti bisogna comunque possedere una Oyster Card, infatti il pacchetto viene attivato direttamente all’interno della carta, quindi si dovrà usare il supporto per accedere sui mezzi. Bisogna fare la Oyster Card per i bambini? I bambini con un’età inferiore a 11 anni viaggiano gratis, quindi non è necessario acquistare loro una Oyster Card. Al di sopra invece devono necessariamente avere un biglietto o una carta, quindi bisogna comprare una Visitor Oyster Card oppure una Travelcard. Per chi viaggia in gruppo sono disponibili anche Travelcard specifiche, riservate alle comitive di almeno 10 persone. In entrambi i casi i bambini da 11 a 15 anni possono beneficiare di una tariffa ridotta, con uno sconto fino al 50% rispetto al prezzo integrale dell’abbonamento. Oyster Card: conviene davvero? Oyster Card mette a disposizione diversi vantaggi, infatti è possibile visitare Londra in maniera semplice e pratica, evitando di acquistare biglietti singoli o verificare ogni volta le zone da raggiungere. Questa carta è valida su quasi tutti i mezzi del traporto pubblico della capitale inglese, deve essere comprata soltanto la prima volta, poi si può riutilizzare ad ogni viaggio caricando il credito all’interno, senza nessun costo aggiuntivo. Inoltre permette di pagare tariffe agevolate, con sconti fino al 50% rispetto al biglietto singolo o giornaliero, consente di velocizzare gli spostamenti evitando di fare la fila alle macchinette, senza dimenticare che prevede un tetto massimo di 7 sterline raggiunto il quale non vengono accreditati costi supplementari. Da non sottovalutare anche gli sconti che si possono ottenere in alcuni ristoranti, attrazioni, musei e monumenti, disponibili soltanto per i possessori di Visitor Oyster Card. Scopri tutto quello che c’è da sapere sulla Oyster Card per spostarti a Londra: cos’è, quanto costa, dove acquistarla e tutti i vantaggi legati al suo utilizzo.
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