Tumgik
#danzacontemporanea
danzadance · 3 months
Text
youtube
Prix de Lausanne 2024 – Day 1 – Afternoon https://youtube.com/watch?v=PmYlynzBsxU&si=_5E-xHTAbAg3APNh
youtube
3 notes · View notes
scenariopubblico · 5 months
Text
Intervista con Emio Greco, coreografo di ROCCO.
Abbiamo incontrato Emio Greco (1965), danzatore e coreografo italiano che dopo essersi formato a Cannes ha danzato e collaborato con numerosi artisti tra cui Jan Fabre e Saburo Teshigawara. Dal 1995 lavora con Pieter C. Scholten (1965), con il quale ha fondato ad Amsterdam la compagnia Emio Greco/PC riconosciuta come una delle più importanti del panorama europeo.
Tumblr media
Rocco è stato portato per la prima volta in scena nel 2011. Come si è sviluppato il processo creativo e come lo spettacolo è cambiato oggi da allora? La genesi risale al 2008 quando inizialmente io e Pieter pensavamo di creare uno spettacolo di teatro in collaborazione con un importante regista, oggi molto famoso per i musical, che voleva curare la messa in scena di Rocco. Il suo linguaggio però era molto realistico, così abbiamo deciso di sviluppare le nostre idee iniziali. La prima ufficiale fu a Vienna a ImpulsTanz nel 2011; da allora lo spettacolo si è nutrito del proprio vissuto acquisendo qualcosa di nuovo e perdendo qualcos’altro, com'è naturale. Abbiamo poi creato anche una versione femminile, Rocca. Adesso il cast è misto e diciamo che questo aspetto fa anche parte della storia di Rocco dal punto di vista etico-sociale: la scelta dei performer, infatti, va oltre il gender e la rappresentazione dell’uomo e della donna. È più uno stato di amicizia, relazione, combattimento, distanza, sfida ad essere in scena. Ciò che importa è l’energia che emana quella specifica persona aldilà del proprio gender.
Il lavoro tra te, coreografo, e Pieter, regia, come si sviluppa? Posso dire che siamo entrambi coreografi perché la regia è qualcosa che emerge dal corpo e da me. In altre parole, per regia intendo il fatto di leggere, cogliere ciò che il corpo che ho di fronte ha bisogno in relazione al circostante e alla situazione teatrale…bisogna capire cosa fornire affinché il corpo possa vivere in modo ottimale. Riguardo Rocco avevamo chiaro sin dall’inizio l’idea spaziale del ring – tra l’altro quella di considerare la scena come un ring è una suggestione che ho da molto prima della creazione – e la suddivisione del tempo in round di tre minuti. Idee che avevamo sin dall’inizio a differenza di molti altri lavori in cui la forma scenica si specifica dopo.
Tumblr media
Molti hanno parlato di Rocco come uno spettacolo rappresentativo del vostro lavoro. Che significato ha, allora, Rocco nella vostra carriera? È piuttosto importante perché mi ha permesso di lavorare su una dualità; il rapporto a due che nella danza è molto importante (penso al passo a due) e che qui acquisisce nuove soluzioni formali e coreografiche.  Abbiamo studiato come creare altre strategie, una forma nuova che abbiamo sperimentato per la prima volta con Rocco che quindi è un tourning point nel nostro percorso.
Ci sono delle figure di riferimento nella storia della danza, della musica, del cinema e dell'arte che sono state importanti nel corso degli anni? Da italiano sento che c'è una cultura classica che mi impregna. Sono cresciuto a Brindisi dove c’è una presenza artistico-architettonica greca e romana. Ci rapportiamo quindi con quel tipo di idea di “purezza” nelle dimensioni e nelle proporzioni. Anche con il cinema c’è un rapporto importante. Ho un legame particolare perché quando vivevo nel mio paese non avevo molto accesso all’arte e alla cultura e quella cinematografica è una delle forme d'arte più accessibili. Un riferimento su tutti è David Lynch, con la sua magistrale capacità di trovare sempre un'altra narrazione, cioè un altro modo per dire qualcosa. Riguardo la danza mi sono formato negli anni Ottanta, quindi con un pensiero neoclassico di base da cui mi sono poi allontanato. L’astrazione della tecnica è una delle cose che mi affascina di più, poiché da quella situazione – con le tecniche incorporate nel corpo – puoi disfare qualsiasi cosa e quindi ricreare qualsiasi cosa. Riferimenti principali sono Cunningham e Forsythe e le loro danze fanatiche che sono qualcosa che dal punto di vista energetico mi hanno sempre colpito. Ulteriore figura importante è Jan Fabre, altra faccia di uno stesso oggetto… Siamo molto legati anche all’ambito musicale, e questo si vede nelle scelte sonore che facciamo che si nutrono di mondi ed epoche diverse. Non mi dispiace la musica di ricerca, più sofisticata, nel campo dell’elettronica.
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Il vostro manifesto, scritto nel 1996, è ancora oggi perfettamente valido nella vostra est-etica? Senza che venga considerato un tabù, il manifesto è ancora qualcosa di valido a cui ci riferiamo. Abbiamo elaborato il nostro linguaggio proprio sulla base di questi punti che ci hanno permesso anche di dialogare con altre situazioni e altri ambiti di ricerca come musica, teatro, filosofia e ricerca scientifica. È affascinante un pensiero della danza così poliedrico… ed è importante anche dal punto di vista dell’approccio sociale.
1. It is necessary for me to tell you that my body is curious about everything and I am my body 2. It is necessary for me to tell you that I am not alone 3. It is necessary for me to tell you that I can control my body and play with it at the same time 4. It is necessary for me to tell you that my body is escaping 5. It is necessary for me to tell you that I can multiply my body 6. It is necessary for me to tell you that you have to turn your head 7. It is necessary for me to tell you that I am leaving you and I am giving you my statue
Infatti, il punto tre dice «io posso controllare il mio corpo e allo stesso tempo giocarci». Un concetto che esplica un tipo di lavoro di ricerca e allo stesso tempo una posizione politica, nei confronti del pubblico. Questo si lega anche a un'ulteriore domanda: quale pensi sia il ruolo della danza nella società di oggi? Sappiamo che la danza è stata una delle forme più importanti di espressione sia per il suo potenziale vibrante che per il suo essere sociale, aggregante. Questo è un elemento fondante, presente intrinsecamente, che rimane nonostante l’evoluzione della forma. Penso che le capacità di grido e parola siano eccezionali. La danza è poi la forma che evolve più velocemente di ogni altra e riesce a comunicare senza barriere: legata ai corpi è legata alla società e quindi al cambiamento, c’è una corrispondenza.
Secondo te, in generale, il pubblico vuole dialogare con la danza? O è più predisposto ad accogliere un intrattenimento?   Soprattutto dopo il Covid noto che c’è una dipendenza a volere cose che si riconoscono e che siano riconoscibili...
La danza allora deve prendere considerazione di questo aspetto e sforzarsi di andare incontro al pubblico? Si, ma senza svendere la sua natura e questa è la cosa più difficile…penso che debba avvicinarsi il più possibile ma senza diventare inutile. Intendo, cioè, di dare qualcosa soltanto in accordo con un gusto particolare. Che senso avrebbe a quel punto? Bisogna "indicare" sempre un pensiero attraverso la danza…il pensiero è ciò che ha fatto evolvere la società. Gli artisti prima di noi hanno indicato una strada, con il loro pensiero…sono stati pionieri con qualcosa di nuovo. Noi siamo qui grazie a loro, grazie a chi ha smosso resistenze e tabù ed è stato artista per noi.
di Sofia Bordieri
3 notes · View notes
sirenaderios · 3 months
Text
Tumblr media
Editando material nuevo para Tik tok ⚠️
Como van?? Yo me siento perdida la verdad. Pero buscandome en el movimiento 🫀
2 notes · View notes
thingsdavidlikes · 6 months
Photo
Tumblr media
Danza Zaragoza - Nat by jmsoler
5 notes · View notes
sguardimora · 7 months
Text
Tumblr media Tumblr media
[ph. Chiara Mannucci]
Il 10 ottobre ho assistito al lavoro di Alessandro Marzotto Levy per IRENE, il suo nuovo spettacolo, selezionato dall'azione DNA appunti coreografici, che debutterà al Festival Romaeuropa il prossimo 22 ottobre 2023. In residenza con lui Flavia Passigli alla composizione musicale, Alice Consigli / PHYSALIA all'assistenza artistica e produzione e Camila Chiozza al disegno luci.
Tumblr media Tumblr media
[ph. Chiara Mannucci]
Il palco è una distesa di paglia, un'orizzonte senza confini, vuoto e fuori dal tempo. Alessandro Marzotto Levy entra e attraversa questo spazio con i piedi nudi, ripercorre passi, riscrive gesti che subito riconosce.
La memoria riaffiora mentre appaiono oggetti e canzoni, una luce particolare che illumina la scena, un frammento di coreografia: il corpo agisce e le immagini tornano alla mente, il corpo si veste e le parole iniziano a prodursi sottili, in ogni movimento e gesto qualcosa di più si svela.
L'atmosfera s fa via via più rarefatta, si odono frasi ora soffocate ora sussurrate finché una rabbia quasi primitiva sembra attraversare quel corpo spingendolo a una metamorfosi ferina.
In questo dispositivo coreografico e scenico è la danza che si fa veicolo per attivare la memoria e il ricordo. Il corpo si muove e dal presente in cui si trova si affaccia sul passato riattivandolo in piccoli gesti e segni, in brevi azioni.
Non c'è timore in questo che potremmo definire passaggio di stato, non c'è tristezza; c'è piuttosto una danza magnetica, a tratti festosa e un luogo invaso da una presenza che si fa sempre meno evanescente mentre la musica si ferma e le voci nitide si odono dal silenzio.
Tumblr media
[ph. Chiara Mannucci]
Giovedì 12 ottobre, ore 21 Prova aperta Ingresso libero, prenotazione consigliata
IRENE di Alessandro Marzotto Levy
a seguire, incontro con l’artista a cura di Francesca Giuliani nell’ambito di Il pane quotidiano | Moltiplicazione degli sguardi, percorso di cura e dialogo tra gli artisti in residenza e le comunità di cittadini, spettatori e abitanti dell’Arboreto
a seguire, piccolo buffet
Si consiglia la prenotazione alla mail [email protected] indicando nome, cognome, numero di telefono e n di posti oppure telefonando al 0541 624003 / 331 9191041
2 notes · View notes
knitsistersanme · 2 years
Photo
Tumblr media
Un anno fa abbiamo portato Orchestrating Spaces in residenza tra le succulente dell'Orto Botanico di Cagliari e l’acqua calda del mare sardo. . Exactly one year ago Orchestrating Spaces was in residency; we immersed ourselves in the succulents of the Cagliari Botanical Garden and the warm salty sea in Sardinia. . #orchestratingspaces #carovanasmi #compagniaatacama #companyblu #magiktriptych #danceresidency #residenzacreativa #danzacontemporanea #identità #antropologiaculturale #dance #culturalanthropology #identity #filipino #american #italiana #sharonestacioperformanceprojects #giovannarovedo #grateful #paesaggidelcorpo2022 (at Cagliari, Italy) https://www.instagram.com/p/CjVt5lqse89/?igshid=NGJjMDIxMWI=
14 notes · View notes
brendance7302 · 1 year
Photo
Tumblr media
Este fue mi mes de enero, después de tiempo volví a casita @freestyledancefs 🙈💙, y me encontré con amigas que no veía desde pandemia, así que súper feliz y disfruté mucho las clases y los reencuentros 🫶🏻....seguimos en Enero, muriendo pero feliz 😂❤️ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . #fresstyledance #baile #dance #bailaresvivir #ballet #contemporaneo #danzacontemporanea #lifeisdance #dancers #classicdance #fypシ (en Freestyle Dance) https://www.instagram.com/p/CoDYmxrueGp/?igshid=NGJjMDIxMWI=
3 notes · View notes
contradanzagranada · 2 years
Text
Tumblr media
2 notes · View notes
s3mi114 · 2 years
Photo
Tumblr media
Ideas de montaje #montaje #danzacontemporanea #videodanza #galpon17 #espacios #blendercycles #enconstruccion #capturadepantalla #exposition #artgallery #projection (en San Antonio De Los Altos, Miranda, Venezuela) https://www.instagram.com/p/CfN8wneuYsO/?igshid=NGJjMDIxMWI=
2 notes · View notes
fueradeescenasblog · 9 months
Text
Ramón y Juana
Tumblr media
Como lo viene haciendo desde hace muchos años, la compañía de Danza Motor Colectivo puso en escena y en su propia escuela, una obra que tematiza los sueños de inmigración, de esperanza, del amor entre Ramón y Juana y de la fatalidad que los marcó, quizás como a otros?
“Ramón y Juana” es una propuesta de danza teatro donde el teatro se cuela, donde la danza nos invade y donde los bailarines-actores nos muestran, donde las palabras se vuelven innecesarias para transmitir, para contar una historia, la historia primero de un grupo de inmigrantes y luego de estos dos enamorados. La historia de Ramón y Juana, una historia basada en "La huelga de las escobas" de Buenos Aires de 1907, esta obra pone en escena, el movimiento, la cadencia de los cuerpos... la música y el gesto…y el dolor.
Tumblr media
Pero también, representa y reintroduce un relato al darle un sentido diferente a aquellos movimientos, a las corporalidades y a los compases que vemos en la escena.
Danza-folklore, danza-teatro, danza-historia todo moviéndose en el espacio escenográfico para contarnos esta hermosa, pero triste historia.
…Y con un despliegue de simpleza en un vestuario que emula los colores de la naturaleza y una escenografía que replican y reponen la misma sencillez con la que aquellos inmigrantes llegaban a nuestras tierras: cajas de cartón llevando y trayendo, cargando y construyendo, haciendo y deshaciendo en la escena y los espacios mientras los bailarines construyen este relato…esta  historia de muchos.
.....................................................................................................................
Ficha técnica: Compañía de danza Motor Colectivo. Dirección coreográfica, escenográfica: Sebastián Fernández. Realización y creación musical: Fernando Miró. Diseño y realización de iluminación: Romina La Cruz. Dirección, vestuario y producción: Juan Antonio Rivara. Intérpretes: Amparo Martínez, Ayelén Garmendia, Tania Verón, Rosario Grecco, Sebastían Fernández, Braian Marchese, Juan Antonio Rivara.
0 notes
wilfredogarrigo · 1 year
Photo
Tumblr media
TODAY is the Deadline to apply!! details at link in bio OR cerquarivera.org @cerquarivera #2324seasonaudition #chidance #danzacontemporanea #contemporarydance # https://www.instagram.com/p/Co2oGpcJMAc/?igshid=NGJjMDIxMWI=
0 notes
danzadance · 1 month
Text
0 notes
scenariopubblico · 5 months
Text
Un viaggio spirituale, metodico, chiaro…
È questo ciò che è stato vissuto domenica 11 novembre al Teatro Sangiorgi di Catania, con Africa - orizzonti di rinascita, un progetto coreografico di Claudia Scalia danzato da Rebecca Bendinelli, Ismaele Buonvenga, Rachele Pascale e Nunzio Saporito.
Scalia è direttore artistico insieme a Marco Laudani, di Ocram Dance Movement, compagnia associata a Scenario Pubblico/ Compagnia Zappalà Danza Centro di Rilevante Interesse Nazionale per la danza.
Africa è stato il primo spettacolo “fuori abbonamento” della stagione in corso, portato in scena nella costola del Teatro Massimo Bellini grazie al progetto Be resident-nella città la danza, l'articolato protocollo d'intesa stretto tra Scenario Pubblico e il Teatro Massimo Bellini per promuovere la danza contemporanea nel territorio.
Tumblr media
Da dove ha origine Africa? Ce lo spiega il coreografo:
«Questo lavoro nasce da un viaggio che ho fatto con il desiderio di trovare un luogo ‘incontaminato’ dall’uomo: naturale, puro e vergine. Così, prima di iniziare il processo creativo, mi sono recato in Africa con la speranza di trovare quel tipo di luogo "vuoto", ma allo stesso tempo pieno di tutto ciò che ci può offrire la natura. Purtroppo questo mito si è tramutato in qualcosa di negativo in quanto nel 2019, anno di nascita del lavoro, la ricerca di quest’Eden è stata vana, perché ho visto che anche acque di mari e fiumi e luoghi così naturali e paradisiaci sono contaminati da spazzatura e plastica. Quest’anno, riprendendo il lavoro, dopo quattro anni, la situazione del nostro pianeta è degenerata. Riflettendo mi sono detto, perché non riportarlo in scena con un messaggio di speranza? Da qui l’aggiunta del sottotitolo orizzonti di rinascita. Il nome Africa l’ho scelto perché mi piaceva l’idea di personificare la mia idea e non semplicemente assegnare un titolo».
Tumblr media
La scena si è aperta con una lunga striscia di plastica sita a bordo palco perché, riprendendo le parole di Claudio, la ricerca di un territorio incontaminato si rivela un fallimento nel momento in cui anche i territori paradisiaci celano angoli bui e sporchi...
Tumblr media
Africa è nato ispirandosi al connubio di quattro elementi che danno vita alla materia pragmatica: acqua, aria, fuoco e terra. Come gli uomini, essi sono governati da amore e discordia che si incontrano e si scontrano, dominano a tempi alterni. È così che, attraverso il linguaggio del coreografo, i danzatori hanno instaurato un profondo ascolto con il pubblico e una potente connessione tra i loro corpi, con un’energia scattante. È proprio quell’energia che ha permesso di coinvolgere, inebriare, spettinare ed entrare a pieno in quella visione del pianeta, in cui viene continuamente soffocato e sopraffatto dall’azione degli uomini.
Tumblr media
Claudio Scalia è coreografo di Africa ma, nell'anno di nascita della creazione, è stato anche danzatore. Cosa e come è cambiato oggi il lavoro?
«Se ripenso al 2019 ritrovo un Claudio con una visione della coreografia non matura come quella di adesso…ero coinvolto dall’idea, dalla coreografia e riuscivo a esprimere ciò come danzatore. Successivamente ho fatto un passo indietro, volevo vedere da fuori per capire cosa arrivasse. Ho capito così che, in questo momento della mia vita il mio desiderio era quello di vederlo dalla parte del pubblico. Sicuramente a livello drammaturgico un contributo importante mi è stato dato da Marco Laudani e Sergio Campisi che ringrazio per avermi aperto nuovi orizzonti».
Mani e braccia evocative e comunicative risaltate dal continuo gioco di luci che ha aperto scenari diversi, la pioggia sui corpi, il riflesso di un fascio di luci gialle sui corpi dei danzatori... È in questo momento che sembra essersi creato un equilibrio tra l’uomo e la natura.
Voi artefici del vostro destino, incuranti del domani, Voi ignari della grandezza della natura. Voi uomini, già sconfitti, contro Madre Terra T.S Eliot
Ogni danzatore nascosto da una maschera, appariva sicuro della propria individualità e della forza del gruppo, ma allo stesso tempo sembrava che volesse nascondersi dai sensi di colpa….
Ma una volta caduta la maschera?
E’ proprio il senso di comunità a far dell’uomo l’artefice del destino del pianeta. Tutti abbiamo la stessa colpa di aver reso il mondo come lo vede T.S Eliot, una terra desolata e devastata.
L’offuscarsi delle luci insieme all'inizio di un monologo di Greta Thunbergha in sottofondo ha preceduto l’ingresso di un sacco di plastica riciclata (come i costumi utilizzati) insieme i quattro danzatori. Una volta in scena, hanno tolto le maschere, spostato la plastica e iniziando a rotolarvi sopra e intorno, dando la sensazione di restare intrappolati, metaforicamente e fisicamente, nelle conseguenze delle loro azioni.
Il faro sul fondo palco ha illuminato Ismaele che, avvolto dalla plastica, è diventato come la silhouette di un disegno caotico, tempestoso e incessante. Nell'intento di volersi liberare, è riuscito a sfuggire e a raggiungere, insieme agli altri danzatori lo Shanti, quella pace ineffabile, riferimento anch’essa al testo di Eliot. Alla fine di tutto l’uomo sovrastato dai sensi di colpa, capisce che è la natura a governare il mondo e pertanto capisce di doverne rispettare il ruolo indiscusso.
Tumblr media
È così che al termine della performance è stato riproposto lo stesso quadro iniziale: le ombre dei danzatori, in fila, messe in risalto dalla luce in fondo, simboleggiano l'aperta ricerca dell'orizzonte di rinascita in una situazione di quiete comune.
Abbiamo chiesto a Ismaele, uno dei danzatori, se rispetto al codice di movimento di Claudio, ha inserito proprie sfumature personali. Andiamo a vedere cosa dice al riguardo…
«Nonostante il lavoro a livello coreografico sia molto settato e preciso ci sono anche vari momenti di improvvisazione, soprattutto in relazione allo studio dei quattro elementi. In quanto elemento-terra, ho avuto massima libertà di esprimere sia la forza della terra che ci sostiene, ma anche la friabilità, perché il suolo non è poi così tanto solido come sembra e può sgretolarsi».
Il numeroso pubblico presente in platea e in tribuna ha avuto la possibilità di immergersi in un viaggio senza tempo e di cogliere la chiarezza esponenziale della performance. Gli applausi di gradimento sono stati notevoli a dimostrazione di quanto effettivamente il pubblico sia stato coinvolto dal flusso incessante dell’acqua e da quello travolgente dell'aria, dal fuoco impetuoso e dalla forza e friabilità della terra.
Tumblr media
E tu che leggi, hai recepito il messaggio e contribuirai a creare nel tuo piccolo un orizzonte di rinascita?
A cura di Martina Giglione
3 notes · View notes
sirenaderios · 11 months
Text
CATARSIS
Tumblr media
3 notes · View notes
thingsdavidlikes · 17 days
Photo
Tumblr media
Danza Zaragoza - Fátima by jmsoler
0 notes
sguardimora · 2 years
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Alcune immagini dalla residenza creativa di Chiara Frigo e Marigia Mangippinto per Miss Lala al Circo Fernando presso il Teatro Petrella di Longiano; la prova aperta al pubblico sarà venerdì 20 maggio alle ore 21. 
11 notes · View notes