Tumgik
#soffoco l'amore
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Ancora non dimentico, soffoco l'amore: quando muore, lo rivendico.
Salmo.
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Ti sequestro. Ti rapisco. Di notte, nuda e bellissima. Con addosso solo i profumi naturali del tuo corpo. Mezzo addormentata, languida e pronta a farti amare. Difese immunitarie bassissime. Voglia solo di essere coccolata, accarezzata, penetrata. Ovunque. Pura passione che ti cova dentro. Desiderio di accogliere me e farmi godere di te. Generosa ed egoista al tempo stesso. Voglio tutto, di te. Tu vuoi molto di più: vuoi tutto me e sei... gelosa.
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Non lo ammetti ma un po' io lo percepisco. Mi fa impazzire di felicità, 'sta cosa! Però mi dici che io non devo essere così scemo, perché non ne ho motivo. E io soffoco quella cosa ottocentesca. La piccola Dea m'è saldata nel cuore. Adesso ho deciso: la porto al mare. A guardare il cielo stellato e a fare l'amore in una cabina, magari con la porta aperta: che le stelle guardino e vedano chi è che brilla più di loro, qui!
Aliantis
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Io vorrei non vorrei (Lucio Battisti)
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myinfinitystory · 1 year
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Ancora non dimentico, soffoco l'amore e quando muore lo rivendico
sarà che sono perfido, guarda in faccia la realtà, non vedi, sono identico
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susieporta · 2 years
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"Lascio che accada ciò che deve accadere.
Che la ferita guarisca.
Che il dolore passi.
Che la fame si sazi.
Che la sete si disseti.
Che la mente si calmi.
Che il respiro rallenti.
Che il silenzio sorrida.
Prima o poi tutto guarisce.
Ma più tengo stretto, più soffoco.
Più rilascio, più svanisce.
L'anima si attenua quando le poni l'orecchio per ascoltare e se fai silenzio cogli ogni sussurro, fragile, ironico, schietto.
Se invece i pensieri si addensano e fanno squadra con l'insicurezza, il rancore, il dispiacere, il senso di colpa, capita che l'anima sente che non è il tempo per smuovere le acque...potrebbe riemergere quel fango dal fondale che intorbidisce la bellezza della sua superficie.
L'anima sa attendere.
Anche il tempo di una vita intera.
Perchè ogni cosa ha un tempo per nascere, per cambiare, per trasformarsi.
Fino a quando finisce il tempo.
Lascio che accada ciò che deve accadere.
Che la speranza fiorisca.
Che la fiducia dimori.
Che la pace metta radici.
Che l'amore risplenda.
Che la gratitudine diventi abitudine.
Ad ogni uomo e donna che, oggi, desiderano non fare, ma solo essere.
Semplicemente essere così com'è..."
Marisa Storga
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soggetto-smarrito · 2 years
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Libertino..
intrigante,
dissoluto..
non do' peso alla morale sociale,
scherzo, mi diverto,
attribuisco sia l'uomo che alla donna lo stesso diritto al piacere.
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Assecondo sempre i miei istinti più bassi.. soprattutto la fame di sesso, sono bramoso e insoddisfacile.
Prigioniero dell'impulso..di soddisfare ogni volta, ogni mia perversa fantasia.
Condannato al desiderio.
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Sono privo di qualsiasi volontà di contrasto, soffoco in me, ogni slancio dell'amore...perché per me, la vera conquista è il piacere sessuale.
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Cerco di non farmi mai coinvolgere troppo sentimentalmente, colgo unicamente gli aspetti positivi di un rapporto, eliminando di netto tutte le inutili le sofferenze..che proprio l'amore comporta.
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soggetto smarrito
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Penso sia arrivato il momento di lasciarti andare. Davvero.
Hai occhi sorridenti. Belli.
Labbra morbidissime. Da baciare.
Corpo caldo ed accogliente. Da stringere e rifugiarcisi dentro.
Sei bella. Bella da innamorarsi al primo istante. Bella da perdere la testa. Bella da non riuscire a dimenticare.
Hai un modo di fare l'amore che ti spezza il fiato, che ti fa sognare.
Per non parlare delle coccole e della tua risata. Così cristallina e forte da essere impressa nel mio cuore.
Per chi riderai adesso? Chi stringerai nel letto?
Ricordo la giornata al mare, il tuo essere bimba che si lancia tra le onde e poi la pizza, il gelato caldo.
Ricordo la prima volta che abbiamo fatto l'amore, la vergogna che provavo nel mostrarmi nuda e la paura di non sapere come toccarti.
E tu ricordi?
Ricordi i primi baci che ti ho rubato quando ti ho presentato la mia amica a lavoro?
Se chiudo gli occhi ho ancora i brividi al ricordo di come ci siamo dondolare sulle note della nostra canzone all'esame di mia sorella.
Ricordo l'ansia di venire da te per il tuo compleanno. Le chiamate con tua mamma e la gioia nei tuoi occhi nel vedermi davanti alla porta dello studio in cui lavoravi.
Ricordo la mattina di San Valentino le rose, la torta, te che ti arrabbi perché odi le sorprese.
E la "grattachecca" a Gianola? Non sapevo nemmeno cosa fosse quando mi hai chiesto se ne volessi una.
Ricordo i paciucchi. I tuoi messaggi che ho salvato nei preferiti. La vita che sognavo con te.
Chissà se ricorderai tutto questo?
Ricordi quando mi dicesti che se ti avessi lasciata mi avresti rinfacciato tutti i bigliettini che ti ho scritto?
E ogni volta che ti arrabbiavi con me convinta che prima o poi ti avrei lasciata?
Che strano il destino.
Io sono qui a scrivere parole che non leggerai mai mentre tu sei chissà dove, chissà con chi dopo aver messo un punto ad ogni cosa.
Le giornate passano e io non riesco a vivere nei ricordi di ciò che eravamo. Soffoco dall'idea di non averti con me, di dover dormire da sola. Muoio dall'idea di dover riscrivere il mio futuro ma non posso fare altro. Non mi hai dato alternative. Sei andata via.
E io sono così tremendamente stanca.
Per una volta avrei voluto essere abbastanza. Non dico tutto, ma almeno abbastanza.
Ci ho messo tutta me stessa e ora non ho più lacrime eppure non sei qui.
Allora ti lascio andare.
Non scriverò più per te.
Sperare in un tuo ritorno è straziante, non so quanto ancora potrei sopportarlo.
Mi dispiace tanto amore mio.
Ti amo tattaughina.
Sempre tua, guscio.
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simonettiwalter · 4 years
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Ucronia Amore Zero 1 Illuminati Pop Anarchy BaalSimonetti Walter Per Sara! alias Riccardo L'ultima tentazione di Cristo “Butta fuori i tuoi pensieri o finiranno per ucciderti”.  “credi che non ti capisca? Tu insegui un sogno disperato, questo è il tuo tormento. Tu vuoi essere, non sembrare di essere. Essere in ogni istante cosciente di te, e vigile. nello stesso tempo ti rendi conto dell'abisso che separa ciò che sei per gli altri da ciò che sei per te stessa e provoca quasi un senso di vertigine, un timore di essere scoperta, di vederti messa a nudo, smascherata, riportata ai tuoi giusti limiti. Perché ogni parola è menzogna, ogni gesto falsità, ogni sorriso una smorfia. Qual è il ruolo più difficile? Togliersi la vita? Ma no, sarebbe poco dignitoso. Meglio rifugiarsi nell'immobilità, nel mutismo, così si evita di dover mentire, oppure mettersi al riparo dalla vita, così non c'è bisogno di recitare, di mostrare un volto finto o fare gesti non voluti. Non ti pare? Questo è ciò che si crede ma non basta celarsi perché, vedi, la vita si manifesta in mille modi diversi ed è impossibile non reagire. A nessuno importa sapere se le tue reazioni siano vere o false. Solo a teatro il problema si rivela importante e forse neanche lì. Io ti capisco, Elisabeth... e quasi ti ammiro. Secondo me devi continuare a recitare la tua parte fino in fondo finché essa non perda interesse, e abbandonarla così come sei abituata a fare passando da un ruolo all'altro” E se non hai niente in cui credere Non avrai niente che puoi perdere Sì, tranne te Le mie certezze, andate in cenere Non voglio il mondo che tu mi vuoi vendere (oh)Marracash (feat Bergman) - Nulla, o quasi nulla. Io non posseggo quel ch'io vorrei possedere. Tu mi sei ignota. Come qualunque altra creatura umana, tu chiudi dentro di te un mondo per me impenetrabile; e la più ardente passione non mi aiuterà a penetrarlo. Delle tue sensazioni, dei tuoi sentimenti, dei tuoi pensieri io non conosco se non una minima parte. La parola è un segno imperfetto. L'anima è intrasmissibile. Tu non puoi darmi l'anima. Anche nella più alta ebrezza, noi siamo due, sempre due, separati, estranei, interiormente solitari. Io bacio la tua fronte; e sotto la fronte si muove forse un pensiero che non è mio. Ti parlo; e forse una mia frase ti risveglia nello spirito un ricordo d'altri tempi, non del mio amore. Un uomo passa, un uomo ti guarda; e nel tuo spirito si produce un qualunque moto ch'io non posso sorprendere. E io non so quante volte un riflesso della tua vita anteriore illumini il momento presente... Oh, di quella vita, io ne ho una paura folle! -Sono accanto a te; mi sento tutto invaso dalla delizia che mi viene in certe ore dalla tua sola presenza; ti accarezzo, ti parlo, ti ascolto; mi abbandono. D'un tratto, un pensiero mi agghiaccia. Se io, inconsapevolmente, suscitassi in te una memoria, il fantasma d'una sensazione già provata, una malinconia dei più lontani giorni? Io non ti saprò mai dire la mia sofferenza. Quel calore, che mi dava il sentimento illusorio di non so qual comunione frame e te, cade d'un tratto. Tu mi sfuggi, ti allontani, diventa inaccessibile. Io rimango solo, in una solitudine spaventevole.Dieci, venti mesi d'intimità non sono più nulla. Tu mi sembri estranea come quando non mi amavi. Ed io non ti accarezzo più, non parlo più; mi chiudo; evito qualunque manifestazione esteriore; ho paura che ogni minimo urto possa sollevare nel fondo del tuo spirito quei sedimenti oscuri che vi ha accumulati la vita irrevocabile. E allora cadono su noi quei lunghi silenzi angosciosi, in cui le forze del cuore si consumano inutilmente, miseramente. Io ti domando: «A che pensi?» Tu mi rispondi: «A che pensi?» Io non so il tuo pensiero; tu non sai il mio. Il distacco si fa sempre più profondo; diventa un abisso. E il guardare in quell'abisso è un'angoscia così forte che, per una specie d'istinto cieco, io mi getto sul tuo corpo, ti stringo, ti soffoco, impaziente di possederti. La voluttà è alta, come non mai. Ma quale voluttà può compensare l'immensa tristezza che sopraggiunge?Ippolita disse:- Io non provo questo. Io ho più abbandono. Forse, amo di più Il trionfo della morte di Gabriele d'Annunzio Per Sara! Ciao Sara con l’IPhone 8 che pago a rate ho sentito il bisogno di lasciarti qualcosa, qualcosa che mi viene spontaneo nella mia pochezza nella mia follia, qualcosa che hai risvegliato un cuore che non batteva più perché è di plastica ma freme e pulsa che per te e manda segnali in codice morse. Cara Sara prima di scriverti ho fumato quattro sigarette e bevuto un po’ di coca cola zero calorie, (le uniche droghe che posso permettermi oggi), e prima di scriverti di scrivere di te che non conosco, che non ho mai visto ho riascoltato la tua voce registrata e ho sentito qualcosa una scarica elettrica che ha ridato vita ad un mostro così qualcuno mi chiama. Ed ho sentito anche un richiamo quello della foresta come fossi un cucciolo di lupo che cerca la madre e dentro di me sensazioni che avevo dimenticato perché ho coltivato solo l’odio per il mondo in questi anni maledetti. Io come dici fatto di una normalità diversa. Ho sentito anche un senso d’impotenza perché difronte a te mi sento indifeso, le mie maschere cadono una ad una, un uomo  piccolo forse  cresciuto male e come nel film il bacio della pantera ho paura che ti trasformi e mi sbrani ma allo stesso tempo vorrei che lo facessi, in mille pezzi, che le tue parole siano come un paletto nel cuore per un vampiro e in quel momento sentirsi di nuovo vivi parte di qualcosa e non errare come uno zombie in cerca di carne umana. Ho paura che questo sogno ad occhi aperti finisca e che anche tu partecipi al gioco del mondo quel gioco maledetto che fa ridere tanti quando qualcuno e qualcosa cade in disgrazia. Io cerco un viaggio nell'ignoto alla scoperta di nuovi mondi, di nuove oasi di una terra selvaggia di un bosco ora che è tutto colonizzato antropomorfizzato dal Dio denaro il capitale, è tutto digerito e commentato in diretta virtuale dal uomo tranne i sentimenti veri, forse solo l'amore resiste a questa macchina di distrazione di massa. Dico questo a te Sara perché mi sono perso per quello che ho fatto e quello che mi hanno fatto e ho vissuto nel passato. Se prima non osavo scriverti ma ti guardavo soltanto da lontano è per timore, per paura non credevo che fossi vera uno spirito libero senza pregiudizi scusa sogno pecore elettriche e ho una data di scadenza e quando una donna mi sta vicino. Credo anch'io di essere un uomo vero. Stella del mattino, ma tu brilli anche di notte, tu brilli di luce propria, mentre io cerco di recuperare le forze per cosa, mi chiedo? Sono solo un serpente che si mangia la coda cui è sempre sfuggita alla felicità e cos'è un uomo senza felicità? Un essere che piano piano scende invece di salire. La confondevo con l'effetto di qualche sostanza perché ero autodistruttivo, dicevano per liquidarmi allontanarmi dalle persone cui tenevo credevo o volevo credere in certi ideali in certi movimenti ma poi tutto si ritorto contro di me e li ho visto il peggio che l'uomo può dare. Poi penso voglio scriverti ancora e ancora ma quel silenzio ieri sera mi ha portato via non so in quale mondo perché non ricordo mai i miei sogni. Forse non li voglio ricordare. Ho paura si mi confesso. E ultimamente nei mie sogni, nelle mie visioni ad occhi aperti c'eri anche tu (viaggi astrali esagero) ed io ti dicevo " No Sara non dovresti stare qui è pericoloso non devi vedere cosa sono in realtà un mostro e un mistero “. Ho sognato di fare l’amore con te ho sognato i tuoi movimenti, il tuo corpo e tu mi dicevi “ cucciolo perché sei finito così?” Ciao Sara e da quel giorno che sto ascoltando quella canzone di Sfera Figli di papà ognuno la vive a suo modo ma quello che mi colpisce è questa strofa"E sono tutti amici quando serve Un po' meno amici se si perde Un po' meno amici, un po' più merde No, qua nessuno ti vuole bene". Quando nel 2002 sono finito in TSO ho capito che la mia libertà era finita. E chi ti è stato vicino il vuoto e la famiglia che ti crede un fallito. Dove son finite tutte quelle poche persone cui tenevo si erano lontane ma ho sempre pensato che strano ero solo una leggenda così mi chiamavano a Bologna per via dei trip una leggenda si da ridere, però devo dirti una cosa sola in persona e suo figlio hanno tentato di aiutarmi era una rom una zingara che mi chiamava marito e se torna il suo pensiero sto male. E chiudo qui la triste storia perché quando vengo in contatto con una donna come TE tutto questo sembra non essere mai esistito è il potere di una ninfa una dolce venere non ho detto sirena qui c'è ne sono tante alcune pericolose ti farà strano questo termine ma ci si può scottare anche qui nei social. E non mi aspettavo, forse perché vedo tutto grigio, forse sono uno dei grigi, di essere toccato. Ciao Sara o lilith se non sbaglio nella tradizione ebraica la prima moglie di Adamo forse la prima femminista o forse l’ultima dea madre. Invece di perdermi in discorsi personali ho guardato di nuovo le tue fotografie e i tuoi video prima pensavo di dire una cosa ma poi al momento di scriverti questa cosa non è più nella  mia mente. Anche se cambi taglio di capelli rimani sempre di una bellezza di un fascino da donna fuori dagli schemi. E poi penso sai quel che vuoi io dalla mia età posso solo invidiare e stimare chi ti sta vicino. “ Solo la persona che vive in splendida solitudine sa relazionarsi perché farlo e’ un suo bisogno, non chiede niente “ Osho. O dei grossi dubbi anche se c’è solitudine e solitudine attiva e passiva come il nichilismo attivo e passivo. In questi anni cercavo come un cane bastonato tutto quello che descrivesse il nulla perché sentivo di essere vuoto, di aver paura. Solo leggendoli libri sul buddismo ho trovato qualcosa l’impermanenza di tutto ma c’è qualcosa che manca l’amore che parola usurata mistificata ma la sua assenza la sua potenza desiderante mi fa perdere la ragione e parlo da solo come i matti coi miei figli che chiamo di spirito e a volte penso “ Solo un Dio o una Dea mi può salvare” plagio voluto. Perché questa è la tua natura (perché questa è la tua natura perché questa è la tua natura (perché questa è la tua natura)Ma io ho smesso di essere una tua vittima, tu non smetterai mai di esserloNon ammetterai mai chi sei (non ammetterai  chi sei, non ammetterai mai chi sei ora)Ma io ho smesso di essere una tua vittima, tu non smetterai mai di esserloNon ammetterai mai chi sei (non ammetterai mai chi sei, non ammetterai mai chi sei” Crudelia Marracash Per Sara! L’ultima tentazione di Cristo. Non avrei voluto cadere di nuovo invece avrei proprio voluto, sentire quel soffio al cuore  che mi parla di baci e carezze di pelle contro pelle di sensazioni emozioni anch’io sono come crudelia una vittima di me stesso e se sembro umano devo dirti che non lo sono appartengo ad un'altra razza specie in via d’estinzione sono un parassita alieno. Perdonami . Sara con una voce che ti entra dentro, ti sento dentro,Sara che ha un corpo scolpito nella carne e un'anima da combattente.Ed io non so più combattere a vita.Sara se fossi un'altra persona, un altro essere cercherei il tuo cuore. Non per lasciarlo intatto, vorrei che dei segni rimanessero impressi per sempre. E non per incidere il mio nome vorrei solo che il vento passerà tra i nostri volti e un eco di me rimarrà per sempre.Anche se l’immortalità è la più grande e grossa bugia.Ma quel sempre è per sempre.Sara che ha tanti amici ma a volte si sente sola,Sara che non può fare a meno di stupire, eccitare l’animo di uomini e donne.Sara che ha fatto della sua vita un'opera d’arte vivente.Sara musa di se stessa.Sara mentre scrivo sento un calore anomalo crescere, se penso a te, mi trasformo in uno strano super eroe “Io mi son parte di quella possanza che vuole continuamente il male, e continuamente produce il bene.” FaustSara è stato il caso o c’è un destino, un destino crudele o amico.Sara tutto per Sara anche quello che non ho! Anche quello che mi manca di vitale.Sara con una voce che ti entra dentro la sento dentro.Ho ascoltato di nuovo quella canzone e ho avuto paura perché sembra che parli di persone come me. Parassiti senza cuore.Sara i suoi seni, il suo culo, la linea sottile che ci divide, è il suo stile da iconoclasta ma non solo quello la sua cultura di Sara.Sara io non sono nessuno il mio nome nessuno.Sara lilith l’ultima tentazione di CristoSara l’ultima Maria Maddalena che oscura il potere di Dio e un Cristo non può che piegarsi al tuo volere sì lo confesso a volte ho pensato di essere lui crocefisso lui con i tredici apostoli che son tutti morti o mi hanno rinnegato ed io resisto aspettando una nuova alba aspettando Sara.Sara solo un abbraccioCiao Sara PS: «Quello che sei istante dopo istante» diceva Brandy «è solo una storia.» Quello di cui avevo bisogno era una storia nuova. Palahniuk, Chuck. Invisible Monsters Bruno Filippi in difesa di Mata Hari“ povera Mata Hari eri bella ! E la bellezza suprema è al di là del bene e del male. Morire per causa di una donna meravigliosa è ancora la morte migliore “ “Ogni giorno della storia ha avuto un domani che forse non è mai arrivato” Racconti di domani Dylan Dog Solo due parole I like you,Vivo senza senso e quando trovo, un senso, sembra vietato. Sarò più capace in andare controvento Per Sara che senza volerlo mi ha dato delle emozioni delle sensazioni di piacere, delle speranze.Sara che tra le corde sembra il funambolo di Nietzsche ma se cadi io ti prenderò.
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02/01/2020 10:40
Non sono più io.
Eppure soffro dello stesso dolore che mi bucava il petto prima,
ho passato la notte del primo, piangendo, proprio come ho sempre fatto, ma non ne parlerò nemmeno stavolta.
Ho buttato via qualche pezzo di me? Non lo so, so solo che il sangue in alcuni punti scorre troppo in fretta per lasciare che la pelle si mostri e che soffoco l'ansia pensando ad altro perchè non mi ha comunque mai portata a niente, è sempre finito tutto male, non ha senso lasciare che mi divori se tanto lo farà il finale.
Vedo meno nero perchè non c'è più nulla di salvabile, come quando è morta Shaula. Era un inferno la sua malattia e quando se n'è andata che senso ha avuto restare inzuppata per settimane in quel dolore? Non potevo fare più nulla, mi era passata un'altra lancia nel petto ed ora la ferita poteva solo provare a chiudersi a patto che la smettessi di farmene una colpa.
Sta iniziando ad andare così, male, tutto.
Ti penso sempre, ma che senso ha adesso? Vorrei tornare indietro ma non si può, a volte penso che siamo arrivate ad un punto di non ritorno e che l'unica uscita sia targata "Ci perderemo per sempre". Ho combattuto con ogni forza per evitarlo, tu no, tu volevi che accadesse per il nostro bene ed io non sono riuscita a fermarti.
Accadrà che farai scelte che mi faranno troppo male e che sceglierò di scappare pur di non saperne più niente, pur di non morire. Accade già che urli contro le persone solo perchè hanno atteggiamenti che mi ricordano l'inferno che ho passato e che mi resta dentro e posso combattere il mostro fin quando si fa vivo raramente ma se tornasse ogni minuto, come faceva prima, non riuscirei a sopportarlo stavolta.
Non ho pezzi nuovi, ho solo pezzi in meno. Li ho lasciati cadere nella tua stradina quando sono andata via per l'ultima volta, erano troppo rotti, dovevano essere amputati o mi avrebbero uccisa.
Hai ragione, la solitudine è diventata parte di me ed ora non mi pesa nemmeno tanto ma vorrei davvero riuscire a sentirmi sola perchè è meglio di sentirsi vuota.
È andata via da me qualcosa che nessuno potrà mai restituirmi, forse nemmeno tu potresti. Ho chiesto al dolore di smetterla e lui è andato via trascinando con sè la felicità, quella vera, che non so più come poter sentire.
Avevo bisogno di qualcuno che si prendesse cura di me, nessuno ha voluto farlo, nessuno ci ha pensato. Ed è successo che ora non resta nulla da salvare, che porto dentro solo cose rotte e non mi resta che provare a salvare qualcun altro perchè per me non c'è speranza.
Mi chiedo perchè l'amore che avrei dato a te e che tu non hai voluto non sia direzionabile, perchè non sono più in grado di darlo a qualcun altro e mi rispondo che se potessi darlo a qualcun altro allora non sarebbe amore, penso che sia unico e che io abbia scelto di giocarlo con te nonostante sapessi che non sarebbe più tornato indietro.
Ora non ho più le forze, né per studiare, né per sorridere giocando con i lego, né per correre fuori in bici cercando posti nuovi da esplorare, né per pensare al prossimo regalo da fare, né per amare.
Sono io ma mi sento svuotata e vorrei ci fosse un modo ma sento che non c'è.
mix-of-contradictions
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kyda · 5 years
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165.
Sono in uno di quei giorni in cui, come l'entrata in un carcere, mi pesa la monotonia di tutto. La monotonia di tutto, però, non è che la monotonia di me stesso. Ogni volto, anche se è quello di chi abbiamo visto ieri, oggi è un altro, poiché oggi non è ieri. Ogni giorno è il giorno che è, e nel mondo non ve ne è stato mai un altro uguale. L'identità sta solo nella nostra anima - l'identità sentita, seppure falsa con se stessa - per la qual cosa tutto si somiglia e si semplifica. Il mondo è fatto di cose distinte e angolature diverse; ma se siamo miopi, è una nebbia insufficiente e uniforme.
Il mio desiderio è fuggire. Fuggire da ciò che conosco, fuggire da ciò che è mio, fuggire da ciò che amo. Desidero partire - non per le Indie impossibili, o per le grandi isole a Sud di tutto, ma per qualsiasi luogo, villaggio o eremo, - che abbia in sé il non essere questo luogo. Voglio non vedere più questi volti, queste abitudini e questi giorni. Voglio riposare, estraneo, dalla mia finzione organica. Voglio sentire arrivare il sonno come vita e non come riposo. Una capanna in riva al mare, persino una caverna sul ruvido terrazzo di una montagna, possono darmi questo. Purtroppo solo la mia volontà non me lo può dare.
La schiavitù è la legge della vita e non esiste altra legge, perché questa si deve compiere, senza possibilità di rivolta e senza trovare una via di scampo. Alcuni nascono schiavi, altri diventano schiavi, e ad altri la schiavitù viene imposta. L'amore vigliacco per la libertà che tutti proviamo - perché se ce l'avessimo, ne rimarremmo sorpresi, come per una cosa nuova, rifiutandola - è il segno reale del peso della nostra schiavitù. Io stesso, che ho appena detto che vorrei la capanna o la caverna dove potermi liberare della monotonia di tutto, che è la monotonia di me stesso, oserei io partire per questa capanna o caverna, sapendo, perché lo so, che, poiché la monotonia è mia, ce l'avrei sempre con me? Io stesso, che soffoco dove sto e perché vi sto, dove potrei respirare meglio, se la malattia è dei miei polmoni e non delle cose che mi circondano? Io stesso che anelo intensamente al sole puro e ai campi liberi, al mare visibile e all'orizzonte intero, chi mi dice che non troverei strano il letto, o il cibo, o il non dover scendere le otto rampe di scale per uscire in strada, o non entrare nella tabaccheria all'angolo, o non scambiare il buon giorno con il barbiere ozioso?
Tutto quello che ci circonda diventa parte di noi, si infiltra nella nostra sensazione della carne e della vita e, come il muco del grande Regno, ci unisce sottilmente a quello che ci sta vicino, legandoci in un leggero letto di morte lenta, dove dondoliamo al vento. Tutto è noi, e noi siamo tutto; ma questo a cosa serve, se tutto è niente? Un raggio di sole, una nuvola che l'ombra improvvisa ci dice che passa, una brezza che si leva, il silenzio che segue quando questa cessa, un volto o un altro, delle voci, il riso occasionale tra quelle che parlano, e poi la notte dove emergono senza senso i geroglifici spezzati delle stelle.
Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine
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è la notte della fine del mondo e non trovo spazio neanche per un singolo respiro tra questi singhiozzi. ti voglio disperatamente qua a stringermi forte al tuo petto fino a disfarmi in sangue e voglio che mi accarezzi i capelli e che mi sussurri quelle canzoni e poi voglio urlarti che una come me proprio non doveva capitarti. sono stata un errore e una sofferenza dopo l'altra. ma io se penso a quanto ti amo piango ancora di più, ripenso a ogni singolo giorno, ed è vero che mai ci siamo spostati di qui, ma abbiamo colorato questo posto orribile di noi, questo posto parla di noi, ogni singolo centimetro racconta la nostra storia inifinita. e ti chiedo eternamente scusa per non essere come vorresti io sia, se possiamo soltanto immaginare di poter andare dove vogliamo, se ho terrore di essere me, se mi nascondo in un bacio ogni volta che ho paura di parlare, se soffoco ogni mia insicurezza fra le tue braccia, se ti lascio addosso le mie paure ogni volta che ti sfioro. ma mi fa male tutto. mi sento cristallo, se alzi la voce un'altra volta non so dove mi ritroverete, sono incredibilmente dispiaciuta. ma sei indubbiamente la persona più magnifica in cui io sia mai inciampata e mai potrò dimenticare il nostro amore. non avrei mai voluto che tu ti dovessi accontentare di stare con me, ho sempre desiderato e sempre desidererò la tua più totale felicità, la tua realizzazione. perché anche se ti guarderò da lontano e ci trovermo su due strade che non si intersecano più, io ti guarderò andare lontano, e nel bene e nel male sarò orgogliosa di te. l'amore che ho provato mai saprò descriverlo, hai plasmato e attenuato ogni mio singolo dolore, sei riuscito a calmare la tempesta nella mia testa, sei riuscito anche a mettere delle radici talmente profonde dentro di me che quando te ne andrai, ti porterai via inevitabilmente una parte enorme di me. sei una parte di me. sei la mia buona stella. sei ciò che illumina il mio cammino. cosa sarebbe successo se non ti avessi mai incontrato? se non ti avessi amato davvero? se la strada fosse stata più illuminata? spero davvero di essere riuscita a renderti almeno un decimo felice di quanto tu non l'abbia fatto con me. mi hai restituito la serenità, e ti ringrazio. sei l'incarnazione dello stadio più elevato dell'amore romantico piero, ti amo
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Sono in uno di quei giorni in cui, come l'entrata in un carcere, mi pesa la monotonia di tutto. La monotonia di tutto, però, non è che la monotonia di me stesso. Ogni volto, anche se è quello di chi abbiamo visto ieri, oggi è un altro, poiché oggi non è ieri. Ogni giorno è il giorno che è, e nel mondo non ve ne è stato mai un altro uguale. L'identità sta solo nella nostra anima - l'identità sentita, seppure falsa con se stessa - per la qual cosa tutto si somiglia e si semplifica. Il mondo è fatto di cose distinte e angolature diverse; ma se siamo miopi, è una nebbia insufficiente e uniforme.
Il mio desiderio è fuggire. Fuggire da ciò che conosco, fuggire da ciò che è mio, fuggire da ciò che amo. Desidero partire - non per le Indie impossibili, o per le grandi isole a Sud di tutto, ma per qualsiasi luogo, villaggio o eremo, - che abbia in sé il non essere questo luogo. Voglio non vedere più questi volti, queste abitudini e questi giorni. Voglio riposare, estraneo, dalla mia finzione organica. Voglio sentire arrivare il sonno come vita e non come riposo. Una capanna in riva al mare, persino una caverna sul ruvido terrazzo di una montagna, possono darmi questo. Purtroppo solo la mia volontà non me lo può dare.
La schiavitù è la legge della vita e non esiste altra legge, perché questa si deve compiere, senza possibilità di rivolta e senza trovare una via di scampo. Alcuni nascono schiavi, altri diventano schiavi, e ad altri la schiavitù viene imposta. L'amore vigliacco per la libertà che tutti proviamo - perché se ce l'avessimo, ne rimarremmo sorpresi, come per una cosa nuova, rifiutandola - è il segno reale del peso della nostra schiavitù. Io stesso, che ho appena detto che vorrei la capanna o la caverna dove potermi liberare della monotonia di tutto, che è la monotonia di me stesso, oserei io partire per questa capanna o caverna, sapendo, perché lo so, che, poiché la monotonia è mia, ce l'avrei sempre con me? Io stesso, che soffoco dove sto e perché vi sto, dove potrei respirare meglio, se la malattia è dei miei polmoni e non delle cose che mi circondano? Io stesso che anelo intensamente al sole puro e ai campi liberi, al mare visibile e all'orizzonte intero, chi mi dice che non troverei strano il letto, o il cibo, o il non dover scendere le otto rampe di scale per uscire in strada, o non entrare nella tabaccheria all'angolo, o non scambiare il buon giorno con il barbiere ozioso?
Tutto quello che ci circonda diventa parte di noi, si infiltra nella nostra sensazione della carne e della vita e, come il muco del grande Regno, ci unisce sottilmente a quello che ci sta vicino, legandoci in un leggero letto di morte lenta, dove dondoliamo al vento. Tutto è noi, e noi siamo tutto; ma questo a cosa serve, se tutto è niente? Un raggio di sole, una nuvola che l'ombra improvvisa ci dice che passa, una brezza che si leva, il silenzio che segue quando questa cessa, un volto o un altro, delle voci, il riso occasionale tra quelle che parlano, e poi la notte dove emergono senza senso i geroglifici spezzati delle stelle.
(Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine)
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Spazio colore. Blu. Bozza n.2. 15/03/21. 16:08.
F: Il nostro posto è rimasto identico, anche dopo tutto questo tempo.
A: Dopo tutto questo tempo.
F: Scusami, mi viene naturale usare il nostro.
A: Non fa niente, capiterà anche a me.
F: A volte non mi capacito di quello che è successo tra me e te.
A: È così strano pensarci dopo tutto questo tempo.
F: Ci sediamo?
A: Sì, prendo la tovaglia.
F: Arancione, come tuo solito.
A: Per forza.
F: L'intaglio sulla roccia è ancora qui.
A: Pensavo si fosse corroso, è passato così tanto tempo.
F: Non me l'aspettavo nemmeno io.
A: Dovremmo cancellarlo.
F: Perché dovremmo?
A: Non esiste più un noi, d'altronde.
F: No, non esiste più.
F: Ti dispiace se guardo il cielo?
A: Figurati, anzi. Vengo anch'io.
F: C'è poco spazio.
A: E fatti un po' più in là!
F: Eddai Azzurra, ma se mi sono stretto tantissimo.
A: Metti il culo più in là, su!
F: E va bene. Ma se mi va la sabbia nelle mutande me la prendo con te.
A: Che fifone che sei.
F: Ha parlato miss coraggiosa.
A: Pff. Oggi il mare è calmissimo rispetto all'altra volta.
F: All'altra volta quando?
A: All'ultima volta che sono venuta qui.
F: Cioè?
A: Fifi, ogni tanto vengo qui.
F: Mi hai chiamato Fifi.
A: Non volevo.
F: Fa niente.
A: Sai Ferdinando, a volte vengo qui.
F: Perché ci torni?
A: Perché penso a come sarebbe stato se non ci fossimo lasciati.
F: Era inevitabile, lo sai.
A: Lo so, ma a volte ci penso comunque.
F: E a cosa pensi?
A: Penso a noi.
F: Al noi che eravamo?
A: Ma anche al noi che non siamo diventati.
F: Non c'è nemmeno una nuvola in cielo.  
A: Il cielo è stupendo.
F: Anche tu sei stupenda.
A: Non mi mettere in imbarazzo.
F: Come se non ti appagassero i miei complimenti.
A: È vero, mi fanno stare ancora bene anche dopo tutto questo tempo.
F: Dopo tutto questo tempo.
A: È la prima volta che mi sento tranquilla nel venire qui, sai?
F: Perché?
A: Ogni volta che vengo qui è sempre un trauma per me. Riaffiorano fuori tutti i ricordi e non ho ancora imparato a reggerli.
F: Ogni volta che ti vedo, anche nei colori, negli oggetti, nei piccoli richiami che il destino si ostina a mandarmi penso a quanto la nostra storia sarebbe potuta essere straordinaria, se non fosse successo quel che è successo.
A: Forse perché sto davvero affrontando tutto questo, anche se lo stiamo facendo insieme e non da sola come avevo pensato di fare.
F: Hai usato di nuovo il noi.
A: Non importa, d'altronde siamo stati un noi, no?
F: Anche se non esiste più un noi, d'altronde.
A: Mi posso appoggiare sul tuo petto?
F: Perché me lo chiedi?
A: Perché vorrei sentire il tuo cuore un'ultima volta. Non abbiamo avuto la possibilità di vivere la nostra rottura e sento come se dovessimo dare una conclusione ufficiale.
F: Vieni qui.
A: Mi posso fidare?
F: Di cosa?
A: Del fatto che questo non significhi niente per te.
F: Puoi stare tranquilla, non oserei mai pensare il contrario.
A: Eccoci qui.
F: Ti posso abbracciare?
A: Devi.
F: Così?
A: Perfetto. Sai, il tuo cuore batte lento. Pensavo fossi agitato.
F: Perché dovrei, non c'è motivo per esserlo. Sto insieme a te, e questo mi basta.
A: Ma solo per oggi. Oggi è l'ultimo giorno di noi due.
F: Messaggio ricevuto capitana Azzurra. Quindi posso chiamarti come al solito?
A: Non esagerare Fifi.
F: Faccio il bravo, ho capito.
A: Il cielo è molto più blu da qui, sai?
F: Perché?
A: Non lo so, mi sento più tranquilla qui, tra le tue braccia.
F: Non ti ci abituare.
A: Non c'è pericolo, tira anche vento qui.
F: Vieni, ti progetto. Ma non ti abituare nemmeno a questo.
A: Non mi ci abituo però sai, ora ripenso di nuovo a cosa saremmo diventati insieme.
F: Quanto spesso ci pensi?
A: Ci penso ogni volta che vengo qui, e ogni volta mi do una risposta diversa.
F: Mh.
A: Ora parlo, dammi un istante. ll rumore delle onde è così flebile ma mi fa stare bene, forse perché è la prima volta che lo ascolto davvero.
A: Siamo in armonia più di quanto lo siamo mai stati.
F: Forse è il cielo
A: O forse siamo noi, che siamo dove dovevamo essere.
F: Anche se per arrivarci abbiamo dovuto vivere tutto quello che abbiamo vissuto.
A: È stato inevitabile.
F: Lo so, non è colpa di nessuno.
A: Però mi sento in colpa, ogni giorno.
F: Perché?
A: Perché non siamo colpevoli, e questo mi fa star male. Mi sentirei decisamente meglio se potessi scaricare la colpa su qualcuno, anche su me stessa, e invece mi tocca pensare ogni giorno che potevamo andare avanti per sempre ma non è stato possibile.
F:
A: Non so
A: Ho bisogno di una pausa però.
F:
A: Perché mi sento così appagata che ho bisogno di godermi questo momento,
F: Ti posso guardare?
A: Come ai vecchi tempi?
F: Come ai vecchi tempi.
A: T'ho detto che sei inquietante, sì?
F: Sì, ma mi hai anche detto che ti piaceva.
A: Perché in qualche modo mi affidavo a te, ti rendevo responsabile di me stessa.
F: È l'ultima volta che ti affiderai a me.
A: È proprio per questo che ti dicevo di farlo.
F: Ti sveglio io?
A: No, lasciami fare. Però alzati, almeno così ti muovi un po'.
F: Volevo restare qui.
A: Non ci sono stelle in cielo.
F: E il mare è scuro, non si vede nulla.
A: Siamo soli in mezzo al niente.
F: Faccio un po' di luce?
A: No, non mi va. Voglio guardare l'orizzonte.
F: Sembra non finire mai.
A: No.
F: Anche se si sta agitando.
A: Non importa. Magari così cancellerà il nostro intaglio, quel maledetto intaglio.
F: Che succede?
A: Odio profondamente quell'intaglio in questo momento.
F: Perché?
A: Perché penso che sia colpa sua. È colpa sua se sto così.
F: Così come?
A: Non lo so Fifi. Come faccio a saperlo?
F: Non lo so.
A: So solo che ho timore di andare avanti. Vorrei che quest'ultimo giorno di noi due durasse per sempre.
F: Perché?
A: Ho timore di anche solo concepire il fatto che lì fuori ci sia qualcuno che possa sostituirti.
F: Perché?
A: Lo sai. Lo provi anche tu.
F: Ma per me è diverso.
A: Per te è sempre diverso. È vero, ti ho abbandonato io, ma come potevo non farlo? È morto mio padre, non sapevo nemmeno io dov'ero in quel momento e mi dispiace aver sacrificato l'unica cosa che mi tenesse felice per sopprimere il trauma ma non ho potuto fare altro, non ho il coraggio.
F: Vieni qui.
A: Non ci vengo più tra le tue braccia, ogni secondo che passo vicino a te sento sempre di più la colpa per aver abbandonato tutto così, in preda a un timore che ora è qui con me e che non mi lascerà mai più. Non voglio più baciare, toccare, parlare a qualcuno che non sia tu, ma ogni volta che penso a questa cosa vedo mio padre steso, a terra, morto in camera da letto e piango così tanto che le lacrime mi sembrano mare.
A: Ogni volta che ci penso soffoco, mi manca l'aria e non per l'ansia, ma perché faccio caso ai miei polmoni ed è come non prendessero aria, come se volessero fermarsi per via del cervello che non prova più niente, se non dolore.
A: Mi sento abbandonata da me stessa, come se un giorno avessi preso e buttato via tutti i miei sentimenti. Non provo più niente, mi sento come un involucro vuoto che naviga nel mare della vita alla ricerca di un qualcosa che non esiste più.
A: Ho l'anima spezzata Fifi.
A: Sono così spaventata che non so se riuscirò mai a stare con qualcun altro che non sia tu e ti maledico, ti odio per questo.
A: Perché pensavo fossi tu l'amore della mia vita, e lo sei ancora, ma adesso non c'è più amore ma solo rammarico, tristezza, timore.
A: Ci fermiamo?
F: Perché?
A: Ho bisogno di piangere.
F: Ti posso abbracciare?
A: No, non stiamo più insieme.
F: Ma oggi sì.
A: Oggi non è importante, oggi non è per sempre.
F: Vorrei poter fare di più.
A: Nessuno può fare niente, tocca accettarlo.
F: Ma vederti così, spenta, mi distrugge.
A: Io sono già distrutta. Voglio andarmene.
F: Andiamo.
A: Guidi tu per favore?
F: Va bene.
A: Io ho bisogno di chiudere gli occhi, voglio vedere la notte della mia anima.
F: Prendi tutto, io accendo i fari della macchina così faccio luce.
A: Aspetta. Ora mi abbracci?
F: Non volevi.
A: Ho bisogno di illudermi per l'ultima volta.
F: Sei sicura?
A: È l'unica cosa di cui sono sicura.
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Lascio che accada ciò che deve accadere.
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Che la ferita guarisca.
Che il dolore passi.
Che la fame si sazi.
Che la sete si disseti.
Che la mente si calmi.
Che il respiro rallenti.
Che il silenzio sorrida.
Prima o poi tutto guarisce.
Ma più tengo stretto, più soffoco.
Più rilascio, più svanisce.
L'anima si attenua quando le poni l'orecchio per ascoltare e se fai silenzio cogli ogni sussurro, fragile, ironico, schietto.
Se invece i pensieri si addensano e fanno squadra con l'insicurezza, il rancore, il dispiacere, il senso di colpa, capita che l'anima sente che non è il tempo per smuovere le acque...potrebbe riemergere quel fango dal fondale che intorbidisce la bellezza della sua superficie.
L'anima sa attendere.
Anche il tempo di una vita intera.
Perchè ogni cosa ha un tempo per nascere, per cambiare, per trasformarsi.
Fino a quando finisce il tempo.
Lascio che accada ciò che deve accadere.
Che la speranza fiorisca.
Che la fiducia dimori.
Che la pace metta radici.
Che l'amore risplenda.
Che la gratitudine diventi abitudine.
Ad ogni uomo e donna che, oggi, desiderano non fare, ma solo essere.
Semplicemente essere così com'è.
Marisa Storgato
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Quarto testo
Nata a metà Tra il mondo normale E il mio universo irreale, La mia testa crea immagini distorte Corro per strada fuggo alla sorte, Stessa sul letto ricordo il tuo volto contorto Mentre colpivi il mio cuore infetto, Chiudo gli occhi Cado nel baratro É un posto macabro, Pieno di gente Che ti fischia in modo squallido, Io che non controllo la rabbia E tutto ciò che ho dentro Lo butto fuori come magma, Stesa nel letto Risento le offese un buco nel petto, Mi manca il respiro Non dico niente Ma dentro ho un casino, La rabbia mi esplode nel cuore Soffoco le grida nel cuscino Sennò faccio troppo casino, Con gli occhi di chi ha visto troppo Con ste rime sputo il rospo Vi racconto di una vita andata male I drammi in casa e nella testa, Ho bisogno di volare, Di scappare e non tornare Di trovare un luogo nello spazio Parto, e non saluto manco. Quel che sento non lo descrivo Non te lo esprimo, Vuoi l'amore Mi dispiace sono solo un mostro senza cuore, Con la paura di provare sentimenti Ogni minuto il mio cuore perde frammenti, Hey ma che ti aspetti Non so amare me stessa Figuriamoci gli altri. -BabyDoll
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choke, a book by chuck palahniuk
soffoco l'amore e queste lacrime… (oh, basta. racconta una storia, basta frammenti, chiara) ma io soffoco (non soffocare) io non ho un filo logico io ho tagliato tutti i fili (tu sei viva, non ti basta?) posso vivere? (certo che puoi) (certo che puoi) (certo) senza aria? (la tua aria sei tu) ti sbagli (hai ragione) no, aspetta, cosa dici? (respira l'acqua)
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ladydamn · 7 years
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Vedo l'amore e so che non mi appartiene. Lontana milioni di vite da occhi che possono guardarmi come se non ci fosse nulla di più bello al mondo. Soffoco ogni lacrima che non mi appartiene più, perché ogni dolore non appartiene a chi non porta in sè la vita. Un buco nello stomaco conduce ai miei pensieri, in galassie lontane, dove non è più possibile raggiungermi. Sola, spogliata di ogni affetto fisso il vuoto. Non ci sono mani amiche all'orizzonte, nessuno si accorge del lento morire della mia anima. Qualche ricordo mi entra negli occhi e brucia al cuore che ancora batte, dolorante. Persa in mezzo al mare, non c'è tempesta, è tutto calmo e io li resto mentre attendo la fine. -lady damn
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