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#obbedire a dio
shambelle97 · 1 year
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 Loki aveva appena concluso di lisciarsi le pieghe della giacca.
Egli diede un'ultima occhiata nei confronti della chioma corvina, prima di uscire alla ricerca di varie provviste.
Il Vuoto era una dimensione alquanto insolita e particolare: una sorta di limbo privo dello spazio e del tempo.
Al suo interno venivano condotte persone senza una casa in cui vivere, una famiglia o amici su cui contare...persone come lui venivano definite "Varianti."
Ad occuparsene era nientemeno che la Time Variance Authority: un'organizzazione specializzata in crimini temporali.
Il fattore scatenante del suo Evento Nexus fu proprio quello di divenire Presidente degli Stati Uniti D'America.
Dopo aver trionfato contro i Vendicatori e assoggettato New York al proprio volere, il famigerato Dio dell'Inganno desiderò ascendere al potere governativo.
Una bramosia incessante e incontrollabile che bisognava soddisfare senza troppi indugi.
E poi c'era lei, uno dei più grandi punti interrogativi della sua esistenza.
Elena, quello era il suo nome: una semplice ragazza con il sogno di cantare sopra i più grandi palchi internazionali.
Thor aveva fallito, cancellandosi dal resto.
La giovane sarebbe riuscita a farlo ragionare?
A ricondurlo verso la retta via?
Si erano conosciuti più o meno due anni prima, ritrovandosi ad Asgard per puro caso assieme alla sua famiglia.
Ebbe modo di palesarsi dinnanzi alla ragazza, sfoggiandone la fiera e oscura bellezza.
Entrambi furono protagonisti di una sanguinosa battaglia, conclusasi con la loro vittoria.
Ma una scommessa ideata da quest'ultimo, innescò un pesante disguido tra i due.
Per molto tempo decisero di rimanere separati.
Inoltre Lingua D'Argento dovette dedicarsi ad una minuziosa vendetta nei confronti del padre e del fratello.
Fu proprio durante la fine delle elezioni che accadde ciò...si era presentata da lui, chiedendogli di rinunciare alla carica.
La squadrò con meticolosa attenzione: indossava un elegante tubino nero, mostrando una piccola scollatura dei suoi generosi seni.
I piedi erano calzati da un tacco dieci del medesimo colore.
Il grazioso viso della fanciulla era contornato da un trucco leggero.
Ridacchiò sardonico, sfoderando un ghigno crudele.
Elena accigliò lo sguardo di rimando.
“Non mi aspettavo di ricevere visite. Allora: quale buon vento ti porta qui?”
Chiese il neo presidente, protendo le braccia.
“Sei dotato di una notevole perspicacia, non c'è alcun bisogno che te lo riveli personalmente.”
Replicò asciutta la giovane.
L'altro assunse un'aria impassibile.
 Non aveva tutti i torti: Loki era in grado di intuire le intenzioni degli altri ancor prima che aprissero bocca.
“Pensi davvero che io rinunci a questa poltrona per mano tua? Mi credi sul serio un inetto?”
Incalzò costui, avvicinandosi verso il sedile in pelle marrone.
Si sedette sopra di esso, poggiando le mani sulla scrivania.
“Assolutamente no: ma questa follia deve cessare di esistere.”
Ordinò tagliente, serrando la mascella.
Dalla borsa estrasse una pistola, puntandola nella sua direzione.
Conosceva bene il corretto funzionamento di quell'arma...l'Agente Romanoff ebbe modo di istruirla a livelli eccelsi.
Loki alzò le mani in segno di resa.
Tuttavia non si limitò soltanto ad obbedire: umiliarla sarebbe stato divertente.
“Quella è superflua! Ti servirà a ben poco.”
Le fece notare in una nota canzonatoria.
L'ultima volta tentò di sparargli al petto, venendo immobilizzata dall'avversario.
Ancora poteva rammentarne la gelida sensazione della lama sul proprio collo.
“Può darsi: però non amo affatto mollare la presa...lo sai meglio di me, Dio degli Inganni.”
Puntualizzò la giovane donna, continuando a tenere l'arma puntata nei confronti dell'Ase.
L'Ingannatore stette per pronunciare qualcosa, ma vennero interrotti da un insolito spettacolo...un portale luminescente dai riflessi arancio osò manifestarsi dinnanzi ai loro occhi.
Dal cosiddetto varco, uscirono due uomini e una donna.
Essi erano muniti di uno strano bastone.
Coloro che osarono catturarli, potevano definirsi dei cacciatori che lavoravano per la TVA.
La realtà in cui vivevano venne smantellata di colpo.
L'azione avvenne tramite una Carica Di Reset: un dispositivo in grado di cancellare le varie timeline.
Entrambi furono costretti a seguirli, finendo sotto processo.
Avevano violato le ingenti norme della Sacra Linea Temporale.
Le ultime parole di Ravonna Renslayer furono abbastanza chiare.
Erano appena stati dichiarati colpevoli.
Li falciarono senza troppi ripensamenti, venendo spediti all'interno del Vuoto.
Col passare dei giorni e dei mesi, scoprirono dell'esistenza di altre varianti dello stesso Loki.
Nessuno di loro possedeva lo stesso identico aspetto.
Però le caratteristiche comportamentali lasciavano intuire ciò.
Decise di formare un nuovo esercito, proclamandosi come loro leader.
Dovettero rifugiarsi all'interno di uno degli edifici semidistrutti.
Una feroce bestia di fumo chiamata Alioth li avrebbe trasformati come proprio pasto.
A detta del "Vanaglorioso", altri Loki erano stati falciati diversi anni or sono.
Colui che regnava all'interno del limbo era nientemeno che uno sciocco ragazzino, ma che sapeva già il fatto suo.
Avrebbe mirato a governare il Vuoto, spodestando dal trono la versione più fanciullesca e infantile di sé.
Si diresse nella stanza riservata ad Elena, dormendo profondamente.
La osservò a lungo: i capelli sparsi sul cuscino, le labbra morbide e piene semiaperte...una visione eterea così seducente da fargli nascere un fuoco da dentro.
Non aveva mai smesso di bramarla: adorava sentirla sotto di sé, mentre invocava e gemeva il suo nome.
L'aveva accolta all'interno di calde coperte in pelliccia nelle sue sfarzose camere ad Asgard.
Divenne la sua amante soltanto per una sera.
In realtà la conosceva ancor prima che mettesse piede nel Regno Dorato.
Fu spettatore ad un suo saggio di pianoforte a Parigi.
All'epoca rimase folgorato dalla sua bravura e la sua bellezza.
A tal punto da donarle vari mazzi di rose nere in anonimato.
Loki amava girovagare per Midgard, nonostante disprezzasse gli umani.
Si imbatté in lei per un puro e semplice caso del destino.
Si avvicinò ad ella, stampandole le proprie.
Fu lesto a lambirne il contorno.
La punta della lingua solleticò il labbro inferiore della ragazza, ridestandola dal sonno.
Stuzzicarla era il suo passatempo preferito.
Non avrebbe mai rinunciato ad irritarla solo per capriccio.
Si guadagnò un sonoro schiaffo, lasciando intendere che odiasse essere trattata come la sua puttana di turno.
L'uomo non mostrò alcuna reazione: tale atteggiamento non le piacque.
Si limitò a massaggiare la parte dolente, avvicinando il volto eburneo a quello della prigioniera.
“Verrai severamente punita per questo.”
Mormorò minaccioso all'orecchio sinistro, legandola alla testiera del letto...quest'ultima iniziò a tremare come una foglia.
Bendò la sua vista, strappandole di dosso l'unica veste che indossava.
Il freddo la pervase fin dentro le viscere.
Loki era estremamente crudele e ambizioso.
Non si sarebbe mai preso cura di lei, tutt'altro.
L'avrebbe trattata come uno straccio vecchio di cui disfarsene.
Evocò un pugnale dal manico intarsiato, sfiorando la pelle nuda della donna.
La gelida sensazione si azzardò a provocarle una scarica di brividi ardenti.
Il corpo della bellissima midgardiana, bramava qualcosa di più completo.
Continuò a sfiorarne la pelle rosea, finché non decise di riporlo sopra il comodino.
Desiderava prolungare quel piacevole supplizio in altri modi conosciuti.
Si umettò le perfide labbra, posandole sul morbido collo di lei.
Fu ingordo e passionale.
Abbassò una coppa del reggiseno, giocherellando col capezzolo.
Notò quanto fosse già turgido.
Lo baciò, lo leccò e infine lo morse.
Elena non poté far a meno di gridare.
Trattenersi era impossibile.
“Invocami, piccola sconsiderata!”
Ringhiò furibondo.
Costei eseguì quanto detto.
Le urla voluttuose della giovane, bearono le orecchie della divinità.
Desiderava scoparla più a fondo, ma dovette attenersi al piano.
La punizione si basava sul negarle il piacere.
Le rimosse la benda, rivelandone le iridi scure.
Erano rosse e gonfie a causa delle lacrime versate.
Tale scenario gli smosse il cuore, eppure non osò chiederle scusa...era orgoglioso fin dentro le ossa.
Uno dei suoi incantesimi le permise di avere indosso nuovi abiti.
Che si trattasse di un'implicita maniera per farsi perdonare?
L'avvolse con una calda coperta di lana, evitando di liberarla.
Avrebbe deciso di eseguire l'azione al suo ritorno.
Rincasò diverse ore dopo: le provviste raccolte non erano granché, ma quanto bastassero per sfamarli.
Aprì l'uscio della porta, dirigendosi al capezzale della ragazzina.
Era in preda ai morsi della fame.
Le slegò i polsi, ricorrendo ad uno dei suoi pugnali.
Erano solcati da vistosi segni violacei.
Li guarì col magico tocco del Seiðr, sfiorandone delicatamente la pelle.
Mugolò appena per via del dolore, rasserenandosi in pochi secondi.
“Il pranzo è servito, mia cara.”
Esordì canzonatorio, porgendole un piatto con sopra del cibo.
Ella rifiutò disgustata.
“Non ho fame, grazie.”
Mentì, cercando di allontanarlo: tuttavia captò al volo la menzogna.
“Non azzardarti a mentire, sciocca umana...è così palese che sei affamata.”
Rispose perentorio senza demordere.
Le porse nuovamente il piatto, riuscendo nell'impresa.
Nonostante disponesse di un notevole caratterino, non era immune alle sue manipolazioni e i suoi raggiri.
Non le avrebbe mai arrecato del male pur ricorrendo a dei metodi poco ortodossi.
Però era accaduto: lo si poteva notare, leggendole lo sguardo colmo di sofferenza e terrore.
“Mi temi?”
Chiese d'un tratto, cacciando un sorrisetto furbo.
Elena deglutì, provando a negare l'evidenza.
Avvicinò il proprio viso, accarezzandole una guancia con estrema lentezza.
Una piccola lacrima gli bagnò il dorso del pollice.
Gliel'asciugò, lanciandole un'occhiata intensa.
Si soffermò sulle labbra a forma di cuore, indugiando a lungo.
Non c'era alcun dubbio, la desiderava.
“Hai paura di me?”
Continuò a chiedere, sperando di non risultare un povero sciocco.
“No...non ti temo.”
Affermò, mascherando la bugia pronunciata.
Il Fabbro di Menzogne se ne accorse in fretta.
Non gli avrebbe mai dato nessuna soddisfazione.
Aveva imparato a conoscerlo.
Godeva delle sofferenze altrui: al solo pensiero ne gioiva.
Scosse il capo infastidito, abbandonandola di nuovo.
Avvertiva il bisogno di schiarirsi le idee.
“Che ne facciamo della ragazza, signore? Ce ne sbarazziamo?”
Udendo la domanda, il Dio delle Malefatte conferì un chiaro e preciso ordine.
“Nessuno di voi oserà torcerle un capello, è chiaro? Assicuratevi piuttosto di cacciare via quell'insulso ragazzino con ogni mezzo necessario...quel trono dev'essere mio.”
La variante obbedì senza esitare.
Chiunque intralciasse i suoi folli piani, avrebbe perito in modo atroce.
Ovviamente tornarono tutti a mani vuote: localizzarne l'esatta posizione si sarebbe rivelato un arduo procedimento.
Avrebbe potuto ucciderli, proseguendo con le ricerche in solitudine.
Preferì dar loro un'ultima chance.
“Agiremo entro domani: non possono più sfuggirci d'ora in avanti.”
Chiosò con aria di trionfo.
Grazie alle informazioni fornitegli dal Loki Vanaglorioso, scoprì che fosse in compagnia di una versione anziana.
Tornò da Elena nelle ore successive: la vide rannicchiata al muro e a testa bassa.
Piangeva silenziosamente, nascondendo il volto.
Bastò poco per intuirlo.
Il Vuoto era una dimensione cosmica priva di ogni logica.
Non sapeva con certezza per quanto tempo fosse stato via.
Lontano da lei.
“Ti converrebbe alzarti: sei in una posizione alquanto scomoda.”
Mormorò, assumendo un tono più mite dall'ultima volta che le aveva parlato.
“Perché continui a tormentarmi in questo modo? Che cosa vuoi?”
Ribatté con la voce rotta dal pianto e rimanendo col capo chino.
Il Signore della Menzogna ignorò la domanda, inginocchiandosi verso quest'ultima.
La ragazza si guadagnò una stretta possessiva e nostalgica da parte sua.
Mai si era dato così tanto da fare per un'umana.
In genere detestava essere melenso con le donne, ma quella ragazzina era un balsamo per le proprie ferite.
Gli veniva automatico assumere determinati comportamenti.
Secondo il Dio, i sentimenti lo distoglievano dalle principali aspirazioni.
Inconsapevolmente ne era divenuto schiavo.
La prese tra le braccia, deponendola sul letto: notò quanto fosse ancora più fragile e delicata.
“Non voglio recarti del male.”
Precisò, togliendosi l'elmetto e sdraiarsi accanto alla fanciulla.
“Ma è già successo, Loki: non si può tornare indietro...e lo sai anche tu.”
Mormorò flebile con la voce venata di delusione.
Aveva persino perso quell'animo combattivo che la contraddistingueva.
“Vieni qui.”
Le rivolse attraverso un invito.
La circondò in un disperato abbraccio, affondando il bel volto candido sulle ciocche castane.
Il loro rapporto poteva considerarsi ambiguo.
Le intenzioni di Loki non erano mai chiare.
Di sicuro non poteva trattarsi di amore, o perlomeno era ciò che ripromettevano spesso.
Posò le labbra beffarde sulle sue, stabilendo un piacevole contatto.
Un brivido lo percorse lungo la schiena.
Gli era mancato assaporare quella bocca paradisiaca.
Era capace di condurlo al Valhalla senza il bisogno di morire.
Fremette al tocco stregato di Lingua D'Argento: le mani di quello scaltro bugiardo riuscivano a captarne i punti giusti.
Mani avide di possederla e plasmarla, fino a renderla una proprietà esclusiva.
Scese con la lingua, percorrendo ogni centimetro del collo.
Gliel'offrì senz'alcun remore.
Cattivi pensieri, invasero la mente di Elena.
Venne colta da un blocco improvviso.
Pensieri che riguardavano l'Ingannatore.
“Lasciati andare: non temere nulla.”
Le sussurrò calmo, mordicchiando sensuale il lobo dell'orecchio.
Non poteva negare di avere un simile effetto su di lei.
Un devastante potere in grado di trascinarla nei sentieri più oscuri.
Le slacciò il corsetto del vestito, elargendola di baci.
Le loro lingue intrapresero una frenetica danza.
Dopodiché iniziò a spogliarla, lasciandola in intimo.
La trovò incantevole nella sua semplicità.
“Sei splendida.”
Commentò languido, pentendosi delle orride azioni nei suoi riguardi.
Lasciarla andare, significava rinunciare all'idromele più buono di Asgard per un vino scadente.
Se non si fosse gettato dal Bifrost qualche anno addietro sarebbe tornato da lei, chiedendole perdono.
Non poteva ritenersi degno di averla, eppure stava accadendo.
Era solo una semplice umana.
Un prefisso destinato a vacillare col tempo.
Ne era follemente attratto e lo sapeva.
Una catena che non avrebbe più spezzato neanche se l'avesse voluto.
Elena credette che quell'elogio in realtà fosse dettato dalla foga del momento.
L'infido Dio dell'Inganno non aveva a cuore niente e nessuno.
“Smettila di adularmi: sai bene che non è così.”
Loki scosse il capo, baciandole la fronte.
Come poteva pensare una cosa del genere?
“Ti sbagli: tu sei mia, lo sei sempre stata...e lo sarai in eterno.”
Dichiarò con fermezza, guardandola dritta negli occhi.
Lo sguardo verde e penetrante del moro la mise in soggezione.
Era reale quella confessione? Davvero le stava a cuore?
Gli lanciò un'occhiata incerta, titubando all'idea che potesse amarla.
“No, Loki: a te importa soltanto di governare, tramare, ingannare!”
Incalzò, scandendo per bene l'ultima parola.
Il Dio degli Inganni non avrebbe mai avuto tempo necessario da dedicarle.
Troppo impegnato ad escogitare nuove trame, vendette e sotterfugi per raggiungere i propri obbiettivi.
“Sei compresa in cima alla lista dei miei gloriosi propositi...cerca di rammentarlo.”
Soffiò, riprendendo a baciarla come non mai prima d'ora.
Consumarono l'amore, rotolandosi tra le lenzuola.
Si era ritrovata sopra di lui, chinandosi a baciargli il torace.
Ancheggiò sul suo bacino, gemendo e gridando come una forsennata.
Il Dio chiuse gli occhi, gustandosi il piacere che gli stava procurando.
Nessuna donna era mai riuscito a farlo sentire così appagato e felice.
Gemette arrochito per colpa del desiderio: come aveva fatto a privarsi di una creatura tanto deliziosa?
Emise un mugolio di estremo godimento.
I baci scambiati con la sua preziosa donna furono avidi e golosi.
La lingua astuta del principe cominciò ad accarezzarle il palato.
Come se i cancelli di un paradiso ebbero modo di spalancarsi.  
Gli morse il labbro inferiore con veemenza, procurandogli del dolore.
Le piacque vederlo soffrire.
Quel gesto insolente le costò caro: lo sguardo smeraldino del Dio, divenne ancora più lucido e famelico.
Ben presto si sarebbe vendicato a dovere.
Quelle gemme brillanti e sagaci la sottoposero ad un'occhiata parecchio intensa.
Le guance si tinsero di un bel rosso vermiglio.
Lambire quelle gote così brucianti e rosse fu come gustare due mele mature...un'esperienza mistica destinata a ripetersi.
La palese timidezza della giovane terrestre lo condusse ad un profondo stato di estasi.
“Sei un privilegio di cui solo io posso disporre.”
Ansimò l'ex principe cadetto, assaporando quella bocca di velluto.
Una dolce minaccia a cui non avrebbe mai potuto sottrarsi.
Annuì con la testa, docile e remissiva: notò quanto fosse ammaliante.
Un timbro roco e profondo, nato apposta per sedurre.
Si soffermò sulle curve dolci dei suoi seni.
Erano sodi e rotondi.
Li strinse con forza, strappandole un gemito furioso.
Ribaltò le posizioni, gettandola con poca grazia sul materasso.
Adesso era lui a condurre il gioco.
Le lanciò uno sguardo carico di malizia: si leccò le labbra, immaginando scenari di pura lussuria.
Al tocco di Loki, la ragazza si sciolse come neve al sole.
Le massaggiò un seno, suggendone il capezzolo.
Successivamente vorticò la propria lingua attorno all'areola destra.
Baciò ogni centimetro di pelle senza fermarsi.
Non poteva farne a meno.
Scese fino a baciarle l'interno coscia.
Elena spalanco le iridi, intuendone le vere intenzioni.
Stuzzicò la femminilità di lei con baci passionali e roventi.
Fu lesto a lambire la carne umida, assaporandone il dolce nettare.
Lo pregò affinché continuasse con quella piacevole tortura.
Gemiti e sospiri si infransero per l'intera stanza.
Risalì, scrutandone i graziosi lineamenti.
Voleva imprimersi ogni dettaglio nella propria mente e nel cuore.
“Non rinuncerò a te...non più.”
La avvertì, riservandole un dolce bacio sopra lo zigomo.
Elena si commosse in pochi istanti.
Poteva leggerne la sincerità in quei meravigliosi specchi d'acqua.
Era consapevole che si sarebbe preso cura di lei.
Strofinò la propria virilità sulla sua invitante apertura.
Un gioco malizioso e perverso, scaturito dal dispetto.
“Implorami di scoparti: so quanto lo desideri.”
Bisbigliò peccaminoso e con una certa imperiosità.
Raramente si esprimeva in termini così poco raffinati.
“Sono tua, Signore del Caos: prendimi.”
Supplicò vogliosa e agonizzante: Loki sorrise compiaciuto.
Lo accolse dentro di sé, cingendo le gambe attorno alla sua vita.
I loro corpi aderirono alla perfezione.
Appositamente per fondersi in un'unica essenza.
Dopo averle permesso di abituarsi a quella gradevole intrusione, iniziò a spingere lento e cadenzato.
L'eccitazione crebbe per entrambi a dismisura.
Oramai erano divenuti un tutt'uno.
Rimase aggrappata al Dio, graffiandogli le spalle.
Costui affondò sempre più deciso e veloce.
“Pregami, piccola: invoca il mio nome.”
Le intimò, continuando coi suoi selvaggi e violenti affondi.
Sembrava quasi una supplica.
“Loki...ohhhh, Looooki!!!”
Gridò a pieni polmoni il nome di colui che aveva compreso di amare.
Beandosi delle sue urla, Loki eseguì altrettanto.
Vennero in simultanea, crollando sfiniti l'uno sopra l'altra.
Un orgasmo travolgente mai sperimentato prima di allora.
Accarezzò le ciocche nere dell'uomo, arrotolandosele al dito.
Non negò affatto di apprezzarle.
In risposta, il Dio del Caos le stampò le proprie labbra.
Labbra beffarde, ironiche e velenose....però così allettanti e tentatrici per essere gustate.
Si girò dall'altro lato del letto, venendo invasa da pensieri di vario genere.
“Voltati.”
La richiamò, accarezzando la schiena nuda.
Elena preferì non voltarsi, temendo di essere cacciata dal suo giaciglio.
Osò baciargliela, sperando in cuor suo di trarne una risposta.
Che avesse commesso un errore senza rendersene conto?
“C'è qualcosa che ti turba, piccola umana?”
Le bisbigliò all'orecchio, cercando di comprendere il motivo del suo strano atteggiamento.
“Ho sbagliato: non sarei mai dovuta venire a letto con te.”
Rimase sconvolto, udendo quell'affermazione.
Cosa la spinse a pentirsene?
“Ti ricordo che hai compiuto una scelta...perché?”
Inquisì, assumendo un'aria stranita.
“Perché tu mi ingannerai, lo stai già facendo.”
Fu un'accusa infondata quella della giovane.
Essa era dettata dal timore dell'abbandono.
“Elena, ascolta: non hai giaciuto assieme a me soltanto per scaldare il mio letto. Per secoli ho frequentato i distinti sessi pur di trarne piacere, ma la mia scelta ricade solo su una persona.”
Confidò, prendendole una mano.
Gliela baciò, dimostrando di desiderare un legame più profondo.
La ragazza colse il gesto, fraintendendo ogni cosa.
Divorò la carne rosea della bocca con tutta l'anima che possedeva in corpo.
Era l'unica maniera per decretare la pace con lei.
“Sono io ad aver commesso un terribile errore: non avrei mai dovuto lasciarti andare.”
Confessò, circondandola con le braccia.
La strinse forte, temendo che gli sarebbe sfuggita di nuovo.
Continuarono ad amarsi, a cercarsi, a coccolarsi...dormirono abbracciati e con i cuori colmi di gioia.
Si erano dichiarati eterno amore, nonostante gli antichi dissapori.
O perlomeno era stata la stessa Elena a confessare ciò che provava nei confronti di Loki.
Il giorno seguente notò di essersi svegliata senza l'uomo che amava.
Non c'era più traccia della magnetica e affascinante presenza del Dio dell'Inganno.
Dovette ricredersi sul suo cosiddetto abbandono.
Si era premunito di lasciarle dei vestiti nuovi e alcuni monili di pregiata fattura.
Lesse il bigliettino, costituito da un'accurata ed elegante calligrafia.
Promise che sarebbe tornato.
Ma non aveva idea di cosa stesse tramando nell'ombra.
Mirare al governo del Vuoto era uno dei progetti più ambiti.
Una cupidigia totalmente irrefrenabile.
La soddisfazione non gli apparteneva: la sua smisurata sete di potere era impossibile da placare.
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I pensieri riguardanti la ragazza si insinuarono in lui come il più dolce dei veleni.
Così potente da scorrergli nelle vene.
Era in grado di sciogliere quel ghiaccio, situato nel suo gelido e perfido sangue.
Scosse il capo, tentando di cacciarli dalla mente.
Ne avrebbero causato l'assoluta distrazione.
Adorava osservarla mentre le dormiva accanto: l'avrebbe protetta a qualsiasi costo.
Si era accorto troppo tardi di esserne innamorato.
Poteva considerarsi la sua debolezza personale.
Una droga di cui era divenuto dipendente.
Non pronunciò mai le fatidiche parole: l'eccessivo orgoglio non gliel'avrebbe consentito.
Ardeva all'idea di sollevarle ancora quelle dannate vesti...privarsene lo considerava un sacrilegio.
Perlustrò ogni angolo della zona con meticolosa circospezione.
Il nascondiglio del piccolo Loki doveva essere nelle vicinanze.
La Dea Bendata fu stranamente dalla sua parte.
Qualcuno stava per uscire dal tombino, servendogliela su un piatto d'argento.
Quest'ultimo si rivelò essere un'altra variante di sé stesso, proprio identica a lui.
Inclinò la testa da un lato, come per squadrarlo meglio.
Di sicuro era stato falciato da pochi attimi.
“Beh, salve! Quale di noi, sei?”
Proferì minaccioso.
Alla vista di quelle varianti particolarmente ostili, Loki non poté far a meno di pensare in negativo.
Gli sembrava di vivere all'interno di un incubo.
Assaltarono l'ubicazione di Kid Loki, non curandosi delle fatali conseguenze.
Era giunto il momento di reclamare ciò che gli spettasse di diritto.
                                                  𝗙𝗶𝗻𝗲
One Shot:
~ Fire And Mischief ~
Name Chapter:
~ Attrazione Fatale ~
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frateclaudio · 1 month
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Obbedire come Dio
Nel dialogo notturno tra Gesù e Nicodemo risplende una luce particolare attraverso una parola che non solo ci interroga, come l’intero discorso fatto dal Signore al suo interlocutore, ma pure ci chiede di aprire gli occhi su un modo di essere di Dio che forma il nostro stesso modo di pensare e di agire. Di tutto ciò si fa interprete lo stesso Giovanni Battista, che sembra continuare e confermare…
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incamminoblog · 3 months
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Padre Paolo Berti “Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime”
II Domenica di Quaresima (Anno B)  (25/02/2024) Vangelo: Mc 9,2-10  A Dio si deve tutto. Questo il principio che condusse Abramo ad obbedire alla richiesta di Dio di sacrificargli il figlio. Abramo, tuttavia, non fu un ottuso esecutore di una bizzarria divina, di un ordine di un dio contraddittorio. Abramo conosceva Dio; il Dio che lo aveva chiamato dalla terra di Ur, che gli aveva dato tante…
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ildiariodibeppe · 7 months
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“A Norimberga e a Gerusalemme son stati condannati uomini che avevano obbedito. L’umanità intera consente che essi non dovevano obbedire, perché c’è una legge che gli uomini non hanno forse ancora ben scritta nei loro codici, ma che è scritta nel loro cuore. Una gran parte dell’umanità la chiama legge di Dio, l’altra parte la chiama legge della Coscienza. Quelli che non credono né all’una né all’altra non sono che un’infima minoranza malata. Sono i cultori dell’obbedienza cieca”.
(Don Lorenzo Milani)
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amicidomenicani · 1 year
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Quesito Caro Padre Angelo, Le scrivo perché c'è un quesito sulla morale che non mi è chiaro, e nonostante possa risolverlo autonomamente con l'assistenza dello Spirito Santo o leggendo qua e là (per esempio i tanti scritti di morale che hanno già chiarito su tutto) lo chiedo lo stesso perché la conferma di un prete è sempre da preferire, se questo prete è fedele all'ortodossia in questo tempo di confusione dottrinale.  San Paolo scrive nelle sue lettere che bisogna obbedire in tutto ai propri genitori, e quindi a qualsiasi autorità di conseguenza. Ma sarebbe follia se si obbedisse anche a ciò che costituirebbe una violazione della morale e costituisse peccato, o ancora peggio, anche reato penale e civile. Per esempio: se una madre ordinasse alla figlia di abortire, la figlia dovrebbe obbedire? Se un padre ordinasse al figlio di uccidere qualcuno, il figlio dovrebbe obbedire? Mi accorgo che sono casi limite, spesso non comuni, almeno l'ultimo esempio che ho fatto, tranne i casi nei quali il genitore appartiene alla criminalità, organizzata o meno. Ma sempre spesso succede che capitino madri che di questi tempi in cui ognuno crede a tutto quello che vuole, in un clima di anarchia morale, siano d'accordo in ciò che la morale proibisce. Mi accorgo che le mie domande contengono già la risposta, ma gentilmente vorrei essere illuminato lo stesso.  Grazie. Pace e bene.  Francesco Risposta del sacerdote Caro Francesco, 1. sì, è necessario obbedire ai genitori perché per noi sono i primi rappresentanti di Dio. Nel Catechismo della Chiesa Cattolica si legge: “Coloro che sono sottomessi all'autorità considereranno i loro superiori come rappresentanti di Dio, che li ha costituiti ministri dei suoi doni” (CCC 2238). Questo vale per tutti i superiori, ma in primis per i nostri genitori. 2. Nel libro di Tobia si legge: “Ricorda loro di essere sottomessi alle autorità che governano, di obbedire, di essere pronti per ogni opera buona” (Tb 3,1). E nel Siracide: “Onora tuo padre con tutto il cuore e non dimenticare le doglie di tua madre. Ricorda che essi ti hanno generato: che cosa darai loro in cambio di quanto ti hanno dato?” (Sir 7,27-28). Ugualmente nel libro dei Proverbi: “Figlio mio, osserva il comando di tuo padre e non disprezzare l'insegnamento di tua madre. Fissali sempre nel tuo cuore, appendili al collo. Quando cammini ti guideranno, quando riposi veglieranno su di te, quando ti desti ti parleranno” (Pr 6, 20-22). 3. Proprio perché sono rappresentanti di Dio, prima che ai genitori è necessario obbedire a Dio. Per cui qualora comandassero qualcosa di contrario alla legge di Dio, non devono obbedire. Il male, infatti, non va mai fatto. Ne abbiamo un bell’esempio da parte degli apostoli. Quando le autorità civili proibirono di parlare di Gesù, essi risposero: “Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini” (At 5,29).  4. Per cui se i comandi dei genitori fossero contrari ai comandamenti di Dio, come nei casi che hai ipotizzato, non vanno eseguiti. 5. Per questo il Catechismo della Chiesa Cattolica dice: “Per tutto il tempo in cui vive nella casa dei suoi genitori, il figlio deve obbedire ad ogni loro richiesta motivata dal suo proprio bene o da quello della famiglia.  «Figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore» (Col 3,20).   I figli devono anche obbedire agli ordini ragionevoli dei loro educatori e di tutti coloro ai quali i genitori li hanno affidati. Ma se in coscienza sono persuasi che è moralmente riprovevole obbedire a un dato ordine, non vi obbediscano” (CCC 2217). 6. Si badi bene: il CCC dice "se in coscienza sono persuasi che è moralmente riprovevole. Ciò significa: se è contrario alla legge di Dio e cioè se comanda di fare il male. E non semplicemente perché una cosa sembra più opportuna di un’altra. Se comandano di fare il bene, per quanto a noi sembra che non si tratti della cosa migliore, vanno obbediti. Non di rado succede che, proprio a motivo dell'obbedienza, ch
i è costituito in autorità comprende che il nostro pensiero era più opportuno e danno via libera. L’obbedienza, soprattutto quando è compiuta per il Signore, anche questi piccoli miracoli. Ti benedico, ti auguro ogni bene e ti ricordo nella preghiera.  Padre Angelo
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gabriele-85 · 1 year
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Parola 13/05/2023
*LASCIARSI CORREGGERE DALL'ALTRO*
Autor: Apolonio Carvalho Nascimento
L'umiltà è maestra e allieva.
Chi è umile si lascia correggere, accetta le critiche e cerca di migliorarsi, partendo dai propri errori.
All'inizio delle Beatitudini, Gesù dice che sono beati i poveri in spirito perché di loro è il Regno dei Cieli; e gli umili perché avranno la terra in eredità. Bisogna essere umili anche per capire queste promesse dato che l'essere umili non è, di solito, la logica umana.
Chi si lascia correggere ha il vantaggio di riuscire di più e sbagliare di meno, di raggiungere più velocemente i suoi scopi e di obbedire di più a Dio.
L'umiltà è maestra perché insegna con una pratica silenziosa ed efficace, insegna con autorevolezza senza sminuire l'altro ed insegna soprattutto ad imparare.
Inoltre, per chi corregge, la correzione fraterna non deve essere un'azione offensiva ma un atto d'amore.
Lasciarsi correggere è, infine, lasciarsi guidare dall'amore dei fratelli per migliorarsi ogni giorno di più.
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cesareborgiasblog · 1 year
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Racconta di me figlio mio - disse il Padre - come, in che modo? - risposi lasciandomi investire dalla luce eterna - sii il Verbo fatto carne, diventa un Vangelo chiarificatore per tutti coloro che vorranno accogliermi -
Ogni uomo è in grado di risvegliare in sé la scintilla di luce e sentire il richiamo dei cieli. Non abbiate paura di obbedire alle leggi di Dio, amatevi gli uni gli altri, non accumulate ricchezze terrene, cercate piuttosto quelle della luce, perché laddove avrete il vostro cuore, lì vi dimorerà anche la vostra mente.
9 marzo 2023
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mostro-rotto · 1 year
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Ogni creatura non può vivere senza credere e obbedire a qualcun altro migliore degli altri, ma questi per evitare la pressione a loro volta vanno in cerca di persone superiori a loro in cui credere. Così è nato il Sovrano Assoluto. Così è nato Dio!!
Aizen
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cancionesfedez · 1 year
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Penisola che non c'è
I giornalisti, il quarto potere, si fanno tutti delle gran pere Fanno finta di non sapere, il servilismo verso il potere Il presidente va a puttane (Cambiano le parole) "Bella Silvio, Latin Lover", troie, ministre ad honorem Perdita dei sensi, perdita dell'onore Perdita degli immobili che perdono valore Perdita del pudore, perdita del decoro Ma poi sono solo i poveri che perdono il lavoro Qui non c'è giustizia, quindi vuoi la fai da te Perché se non c'è giustizia qui te la fai da te Il presidente, la tangente e il vilipendio Il suo avvocato difensore in parlamento che prende il doppio stipendio Il ministro, i calendari, mentre tu gli straordinari E i casini giudiziari che non senti ai notiziari Ai ricchi impoveriti e ai poveri arricchiti Rincoglioniti poveri e poveri rincoglioniti
Penisola che non c'è, stanchi di subire Penisola che non c'è, biogno di reagire Penisola che non c'è, uno stato di regime Penisola che non c'è, non c'è più un avvenire Penisola che non c'è, non si può contraddire Penisola che non c'è, ma cosa vuole dire? Penisola che non c'è, mi vogliono punire Penisola che non c'è, non voglio più obbedire
Mia madre va in casa degli altri a stirare le camicie Perché la mia famiglia è stirata come le camicie La crisi c'è sempre stata come Dio Ma se non sono stato io Forse è stato lo stato di Dio Verità-ta-ta, frittata rigirata, verità A-a-aereo, pilotata per la folla ammaestrata Politici comici e comici politici Meglio morire 2012 che Expo 2015 Qui c'è qualcosa che mi puzza come i cessi chimici È da un po' che mi tengo tutto dentro come gli stitici Pronto per lo sbarco, io sto solo aspettando Che i governi cadano come i bambini al parco Siamo in un epoca senza precedenti Dove non trovi un politico che è senza precedenti L'occhio del triangolo ti spia con il grandangolo Pronto ad ammazzarti appena gridi allo scandalo
Penisola che non c'è, stanchi di subire Penisola che non c'è, bisogno di reagire Penisola che non c'è, uno stato di regime Penisola che non c'è, non c'è più un avvenire Penisola che non c'è, non si può contraddire Penisola che non c'è, ma cosa vuole dire? Penisola che non c'è, mi vogliono punire Penisola che non c'è, non voglio più obbedire
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I nani erano 6 e con Biancaneve 7...ma non dicono verità,questo puzzle viene da Olanda dove favola fu inventata basata su leggende danesi,,,,un vero re ha la sedia da vescovo di Roma sempre non solo.per il video come sti #babbioniRappersItaliani #tuttirappersitalianisonoBABBI ECCETTO don Vito...the only One real king....se fai rime contro me io dico PADRE... manco finisco la frase crepi te e tuoi cari mogli figli genitori nonni amici e animali, tutti cani della terra saranno paradiso con me ...e gatti e altri animali, ma 999 proprietari di animali su 1000 saranno in fiamme eterne senza se e senza ma.... li usano per video scemi li sgridano etc ANIMALI VANNO TOLTI A CHI FUMA CANNE ALCOL DROGA ETCETC e idem bambini ....se.uno stato lascia animali e bambini vivere con tossici e alcolisti allora quello stato tutti quanti cittadini meritano terremoto e crepare....lo stato sono io ....re.....unico discendente di Abramo Noè Mosè Gesù e Maometto sulla terra.... chi non mi obbedisce crepa.....io sono unica autorità AL MAHDI... decido vita morte di ogni cosa...oggi visto un vecchio con suo cane pulire con acqua dovunque cane piscia , quello lo fa per farsi vedere da altri , non è pulito davvero perché non porta cane al verde ma su asfalto perciò ateo....Putin Corea Nord e Cina meritano fiamme eterne e loro popoli idem, solo se ribelli veri a regimi marxisti allora forse Dio avrà pietà di loro.....ipocriti umani sono davvero il cancro del pianeta di cui atei e comunisti sono il covid del pianeta loro ignoranza loro promiscuità fa schifo ....sono pedofili tutti coloro che non obbedire vangelo CHI SCANDALIZZATO PICCOLO animale e bambino SIA LEGATO A MACINA E BUTTATO IN MARE....se non ami legge di Dio completamente tu e tuoi cari non meriti ne acqua né aria ne nulla...due video... (presso Don Vito's Cats Bar Home) https://www.instagram.com/p/ClF-NxBD7Rk/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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dominousworld · 2 years
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L'OBBEDIENZA ALLE LEGGI ETERNE DI DIO
a cura di Ottava Di Bingen “È molto singolare che tutta la natura, tutti i pianeti, debbano obbedire a leggi eterne e che possa esserci un piccolo animale, alto cinque piedi, che a dispetto di queste leggi possa agire a suo piacimento.” L’OBBEDIENZA ALLE LEGGI ETERNE DI DIO
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incamminoblog · 6 months
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Don Paolo Scquizzato OMELIA XXXI domenica del Tempo Ordinario. Anno A
XXXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (05/11/2023) Vangelo: Mt 23,1-12 La ‘religione’ – da sempre – porta con sé il rischio di trasformarsi in mezzo di potere e asservimento delle persone – educate ad obbedire più che a pensare – facendo loro credere che ciò che è comandato coincide con la stessa ‘volontà di Dio’! Gesù comprese bene dove poteva giungere la perversione del potere…
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frateclaudio · 2 years
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Osservare per obbedire
Prima di rimandare alla necessaria obbedienza come sottomissione e conformazione, l’ultima parola del Vangelo di oggi rimanda a qualcosa di più intimo e, per molti aspetti, più fondamentale: «ascoltano la parola di Dio e la osservano» (Lc 11,28). Osservare prima di obbedire significa guardare con attenzione e con passione. Osservare significa inoltre non solo guardare, ma ritenere nella mente e…
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ugomaggengo · 2 years
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San Giuseppe: La vita nello spirito dello sposo di Maria
San Giuseppe: La vita nello spirito dello sposo di Maria
Il libro “San Giuseppe: La vita nello spirito dello sposo di Maria” mostra la figura San Giuseppe, in quanto padre di Gesù e sposo di Maria, è definito, proprio per la sua fede, con l’appellativo sobrio e grandioso di uomo giusto, perché disponibile a obbedire fedelmente alla Parola di Dio.  Il falegname di Nazareth è stato a suo modo un rivoluzionario, perché non obbedì alle leggi del suo…
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josephgrech · 2 years
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Se Abramo ha fatto bene ad obbedire, molto meglio ed in maniera incomparabile ha fatto Dio dando quell’ordine. (S. Agostino, Sermo 2, 1) https://www.instagram.com/p/ChWOV35oFTa/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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amicidomenicani · 1 year
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Quesito Salve Padre Angelo, mi chiamo Nicola, sono un ragazzo di 24 anni che si è accostato alla fede da un anno con molta serietà e speranza. Vorrei risolvere un dubbio importante che impedisce di andare avanti a pregare e mi fa cadere nel peccato come ribellione.  Spesso mi è capitato di vedere Dio, la Trinità, come un creatore lontano che sta nel suo paradiso a guardare le nostre liti, vicissitudine umane senza fare alcunché di davvero importante, ma lasciando fare il lavoro sporco di aiuto a Maria con le sue varie apparizioni… Ad esempio tanti dicono che Dio aiuta, però non è che Gesù stesso scende di persona ad aiutare un’anima in grande difficoltà, tipo un barbone che ha bisogno di affetto… È come se lui lasciasse fare il lavoro sporco solamente agli esseri umani, ma non si prende la briga di farlo lui stesso. E poi c’è da dire anche che molte persone non sanno nemmeno che Dio esiste, non credono, pertanto non sanno neanche come chiedere il suo aiuto, ma sono pur sempre suoi figli e come padre dovrebbe intervenire anche se loro non sanno di averlo. Grazie mille, Padre. Nicola Risposta del sacerdote Caro Nicola,  1. sono contentissimo che il Signore ti abbia richiamato a Sé e che tu stia vivendo la tua vita di fede con molta serietà e speranza. Sono convinto che ti parrà di essere risorto e di vivere una nuova vita. Anche a te si può applicare quanto si legge nella Sacra Scrittura: “E Dio, che disse: «Rifulga la luce dalle tenebre», rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria di Dio sul volto di Cristo” (2 Cor 4,6). Mi auguro che anche tu sia di quelli di cui parla San Paolo quando dice: “E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore” (2 Cor 3,18). 2. Mi presenti due difficoltà in questa vita di fede. La prima: senti la Santissima Trinità lontana, che se ne sta nel suo paradiso. La risposta è questa: se vivi in grazia di Dio, con l'anima sgombra dal peccato grave e con la volontà di obbedire in tutto alla parola del Signore, ecco che cosa ti viene promesso: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23). San Giovanni, che ha sentito queste parole direttamente dal Signore, scriverà nella sua prima lettera: “Dio è carità; e chi rimane nella carità, rimane in Dio e Dio in lui” (1 Gv 4,16). E ancora: “Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi. Da questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha fatto dono del suo Spirito”(1 Gv4,12-13). 3. In questa tua rinnovata esperienza di fede il Signore dice a te quello che un giorno ha detto a Santa Caterina da Siena: “Contemplami nel fondo del tuo cuore”. Nel tuo cuore il Signore è venuto a deporre il tesoro più grande: la sua presenza. 4. Una giovane santa carmelitana, Elisabetta della Trinità, quando scoprì questa realtà, si fissò continuamente in Dio contemplato all'interno del suo cuore. Diceva: “La mia occupazione continua è rientrare nell’intimo e perdermi in Coloro che vi abitano... Lo sento così vivo nell’anima mia che basta che io mi raccolga per trovarlo qui, dentro di me. Ed è tutta la mia felicità” (Elisabetta della trinità, Lettera al canonico Angles, 15 luglio 1903);  E ancora: “Io ho trovato sulla terra il mio cielo; perché il cielo è Dio, e Dio è nell’anima mia. Il giorno in cui l’ho compreso, tutto per me si è illuminato; vorrei svelare questo segreto a tutti quelli che amo, perché anch’essi aderiscano sempre a Dio e si realizzi così la preghiera di Cristo: Padre, che siano perfetti nell’unità” (Elisabetta della Trinità, Lettera alla Signora De Sourdon, 1902). Come sarebbe bello se anche tu lo comprendessi e volessi svelare questo segreto a tutti quelli
che ami! 5. La seconda difficoltà la esprimi con queste parole: “Ad esempio tanto dicono che Dio aiuta, però non è che Gesù stesso scende di persona ad aiutare un’anima in grande difficoltà, tipo un barbone che ha bisogno di affetto… È come se lui lasciasse fare il lavoro sporco solamente agli esseri umani, ma non si prende la briga di farlo lui stesso”.  Eppure nel Vangelo di domenica scorsa (24ª domenica del tempo ordinario anno c) abbiamo sentito tutto il contrario: “Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova?” (Lc 15,4). Secondo l'interpretazione dei Santi Padri, le 99 pecore che ha lasciato nel deserto sono gli Angeli che stanno in paradiso al sicuro. Mentre lui si è incarnato, ha predicato, ha sofferto la sua passione, ha versato il sangue in espiazione ed è risorto per portarci a vivere eternamente con Sé e con i nostri cari. Ebbene, con la sua passione e con la sua morte non ha lasciato il lavoro sporco agli altri, ma l'ha compiuto lui stesso al posto di tutti gli altri. E, adesso che si trova in paradiso, non cessa di andare alla ricerca delle pecorelle smarrite finché non le trova. 6. Quest'azione la compie senza sosta con la sua grazia mediante la quale egli lavora all'interno del cuore di ogni uomo. Lavora incessantemente all'interno del cuore di alcuni perché con la parola e con le azioni siano per tutti una predicazione vivente del Vangelo. Sono quelli ai quali dona la vocazione al sacerdozio o alla vita consacrata. Lavora continuamente nel cuore di altri per chiamarli ad aprire il loro cuore alla sua grazia. Sono quelli che l’hanno abbandonato e vivono lontano da lui. Lavora nel cuore di tutti per spingerli al bene e ritrarli dal male. Non c'è nessuno che sia più prossimo ad ogni uomo quanto Gesù Cristo! Questo lavoro lo fa continuamente anche in te: illumina con molte ispirazioni e pensieri la tua mente, muove il tuo cuore a sentimenti di bontà, di pazienza e di buona volontà, ti rende desideroso di adempiere la tua missione. 7. Certo, tu vorresti una presenza materiale di Gesù come quella che ha attuato prima della sua passione e morte. Ma questo è impossibile perché ,se così fosse, la presenza di Gesù sarebbe limitata ad un determinato posto. Mentre mediante la sua risurrezione sta accanto ad ogni uomo e ne va in cerca finché non lo trova. Nello stesso tempo il Signore non fa tutto da solo, ma sollecita la collaborazione degli uomini. In tal modo li purifica, li santifica e con le loro opere li rende pieni di meriti per coronarli degnamente per l’eternità. 8. È quello che ho fatto e sta facendo con te. Il Signore non ti ha abbandonato, nonostante tu l'avessi dimenticato. È venuto a cercarti e non ha desistito fino a quando non ti ha trovato. A Lui chiedi quanto gli ha domandato San Paolo proprio nel momento della conversione: “Che devo fare, Signore?” (At 22,10). Non ti farà fare un lavoro sporco, ma un lavoro santo e meritorio.  Come del resto, la sua passione non è stata un lavoro sporco, ma santissimo. Ha meritato anche per te la conversione, la santificazione, il compimento di tutte opere buone in questa vita e la corona di giustizia per la vita eterna. Ti benedico, ti auguro ogni bene e ti ricordo volentieri nella preghiera. Padre Angelo
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