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#piccoli dolori
silviaaquilini · 2 years
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"Non lo capiva manco lui, cosa gli prendeva certe volte. Vomitava pensieri indigesti che germinavano dai cumuli di piccoli, insensati dolori che ingurgitava ogni giorno."
Gli affamati — Mattia Insolia
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loveilmiorifugiosegret · 10 months
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Non c’è amore senza piccoli
dolori che ci cambiano…🌹
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“Ti diranno che dietro ogni grande uomo c'è una grande donna.
Spesso è vero.
Quel che non ti diranno è che quest'immagine contiene già l'idea di cui cercheranno di convincerti per il resto della vita: che il tuo compito di uomo sia quello di stare sempre davanti.
Non ti diranno che esistono anche uomini, grandi o piccoli che siano, che coltivano la vocazione dello stare accanto, o quella di scomparire, o altri che di donne non ne hanno mai avute e, forse, mai ne avranno. Non ti diranno che, pure dietro un grande uomo, non c'è che una vita con il suo repertorio di inadeguatezze, di dolori, di inciampi e cadute. Di solitudini e incomprensioni, di giudizi taglienti, di immaginari disattesi e aspettative mal riposte. Figuriamoci dietro un uomo piccolo e ordinario. Figuriamoci dietro uno come me. A volte dietro un uomo non c'è che un'ombra, tutto ciò che avrebbe voluto o potuto essere, e invece. Ci sono scie di rimpianti, una manciata di rimorsi, la sensazione di avere compromesso ogni cosa, di avere mancato il tempismo, di essere stato l'uomo giusto nel momento sbagliato o quello peggiore nel momento perfetto. Di avere deluso una donna o un uomo, un figlio o un genitore oppure sé stesso, continuando a ignorare quale fra queste sia la cosa davvero imperdonabile.
Quello che soprattutto non ti diranno è che a volte vinci proprio quando perdi.
Non ti diranno che ci addestrano alle vette, mentre ci sono vallate meravigliose. Ti sentirai forzato alla retorica della sfida, al culto dell'efficienza, al continuo e inappagato desiderio di un altrove, come se la vita stesse sempre da un'altra parte e mai qui, accanto a te. A vincere il mondo anzichè imparare a camminarci dentro. A sognare il cielo piuttosto che perderti in un filo d'erba.”
— Matteo Bussola, "Un buon posto in cui fermarsi".
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libero-de-mente · 4 months
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La notte di Natale
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I passi frettolosi della gente, chi corre e chi annaspa.
Si è sempre in ritardo con qualcosa.
Osservo e mi faccio piccolo, passo inosservato, va bene così.
Sono come un essere invisibile, chi mi sfreccia accanto non mi nota.
La casa è addobbata come ho potuto, forse è meglio dire come ho voluto. Al minimo per non rovinare l'atmosfera ai miei figli. Va bene così.
La cucina, l'acqua che bolle nella pentola. Lo sfrigolio dalla padella mi fa capire che ci siamo. Preparo con cura le pietanze. Questa sera della vigilia di Natale, in parte, la passerò da mia madre.
Lei, essere debole, rassegnato, che non vuol più reagire ai dolori della sua esistenza. Le ho preparato da mangiare, finirò di scaldare il tutto da lei. Mia madre apparecchia la tavola, la tovaglia rossa è d'obbligo in casa sua. Come ai tempi in cui la tavola era un altare della convivialità, ricca di pietanze e di persone, di voci e di risate, di spensieratezza e calore umano.
Le taglio il cibo, pezzetti piccoli mi raccomando, e la guardo mentre mangia soddisfatta il cibo preparatogli da suo figlio. Mi fa strano essere io a prepararle da mangiare. Ma va bene così.
Torno a casa, la cena. Manca un figlio. Ha deciso di lavorare questa sera, per essere un po' indipendente. E va bene così.
Esco per andarlo a riprendere. Aspetto fuori. Guardo la Luna, il cielo e limpido, non fa freddo colpa dell'alta pressione dicono.
Penso. A quante volte ho detto a me stesso "va bene così". Troppe volte, davvero. Penso a quanti questa notte, nonostante mille sforzi, diranno va bene così. Mentre altri avranno di che lamentarsi, nonostante abbiano tanto di più.
La gente dovrebbe scambiarsi gli occhi, per guardarsi con gli occhi in un altro, con altre possibilità e stile di vita.
Questa notte in cui qui da noi si pensa a essere più buoni, mentre la realtà è che spesso si è solamente un po' meno egoisti.
Interrompo i miei pensieri, un trillo di telefono. "Madre" sussurro, la paura che stia male mi prende la gola. La sua voce commossa mi ripete che era tutto buono, che si sente felice. Che io sono il "suo Albero di Natale". La saluto.
Arriva mio figlio, mi chiede perché piango, gli dico una innocente bugia: manca Alvin e manca Minù.
In parte è vero, ma quello che più mi manca è di essere sereno. Mi manca quella telefonata che vorrei ricevere, che vorrei fare. Ma di cui non ho il coraggio. Ma va bene così.
Buon Natale, a chi con pazienza mi legge, a chi dopo due righe scorre e va oltre e a chi sa invece interpretare a fondo i miei pensieri.
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therefore-farewell · 5 months
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«Forse vivere la vita giorno per giorno, con le piccole gioie e i piccoli dolori che ci riserva, è il modo più sicuro di tenere a bada la vita vera.»
— André Aciman; Cercami
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sciatu · 1 year
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Sotto un ciel d’azzurro colorato in una domenica calda e tranquilla lento cammino in questo prato tra ranuncoli e fior di camomilla Stupito perché come pittori quei gialli, quei rossi intensi disegnano con i colori la calma che accende i sensi. In queste neonate fragranze vedo i giorni di noi umani cerco forme ed assonanze a capir l’oggi e il domani. Con similitudini ardite e banali e scontati versi mi perdo nelle margherite dove i dolori si son persi. Mi fermo muto a contemplare la perfezione e la leggerezza con cui la natura mi sa donare la pace, l’amore e la bellezza. Alla fine del campo ci sono le guerre, gli odi mortali che da uomini diamo in dono a fratelli o piccoli animali, Mi fermo e non vado avanti qui tra i fiori dal vento mossi divento solo uno dei tanti leggeri e piccoli, papaveri rossi.
Under a colorful blue sky, on a warm and peaceful Sunday, I walk slowly in this meadow, among buttercups and chamomile flowers. Amazed because like painters, those yellows, those intense reds, they draw with colors, the calm that ignites the senses. In these newborn fragrances, I see the days of us humans, I look for shapes and assonances, to understand today and tomorrow. With daring similarities, and trivial and obvious verses, I get lost in the daisies, where the pains are lost. I stop silently to contemplate the perfection and lightness with which nature can give me peace, love and beauty. At the end of the field there are wars, mortal hatreds, which as men we give as gifts, to brothers or small animals, I stop and I don't go on, here among the flowers moved by the wind, I become just one of the many, light and small, red poppies.
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idettaglihere · 8 months
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Ci sono stati e ci sono piccoli periodi nella mia vita, nell'ultimo anno diciamo, durante i quali le situazioni intorno a me mi permettono di vagare un po' con la mente e farmi dei programmi, dei sogni. In famiglia le acque sono calme, a volte esco senza troppi problemi, a lavoro tutto bene e insomma che mi faccio trascinare da tutto ciò e penso a quanto mi piacerebbe avere una mia famiglia, diventare madre, a quanto vorrei fare un viaggio da sola, o con un'amica dato che è un'esperienza che non ho mai vissuto. Poi la vera realtà torna. È sempre una mazzata, come quando ti svegliano i muratori del palazzo accanto da un giorno all'altro con trapano e martello e ti chiedi: "Ma perché a me?". Io non lo so perché a me, sicuramente in parte per colpa mia, in parte per l'ambiente che mi circonda. Torna la realtà, in famiglia vengo trattata come una pezza di poco valore, usata solo durante le esigenze, non posso uscire quando voglio come pensavo, ogni singolo euro speso mi viene rinfacciato, il lavoro è la mia unica distrazione e quando torno a casa, durante il tragitto in macchina, piango perché quel luogo è tutt'altro che casa. Torna la realtà e capisco che la possibilità di diventare madre è impossibile per me, non sarei in grado di fornire tutto l'amore necessario, nemmeno ad un eventuale compagno/a, perché in primis io faccio fatica a sostenermi da sola. Tra pochi giorni compirò 25 anni, vissuti in trappola, in agonia, cercando di sopravvivere a tutti i dolori peggiori da sola. Sono molto stanca, davvero tanto stanca e spero finirà tutto il prima possibile, a volte la vita non è per tutti.
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oscuroio · 8 months
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E poi arrivano loro...
i miei piccoli tormenti sul tuo corpo
e sulla tua anima tremante
Lacrime trasparenti solcano
il tuo viso stanco
Sii paziente mia schiava
Asciughero' i tuoi dolori con un tenero bacio
E quando tutto sara finito,
Resteranno segni del mio amore a tracciare memoria di me dentro il tuo cuore
OscuroIo ©️
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iocaotic · 2 months
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Sono fuoco, sono mare, vento e tempesta.
Delicata come la primavera,
colorata come i coriandoli,
impetuosa come un uragano.
Dentro di me ci sono nuvole e cielo.
Ho il mare negli occhi e il sole nel cuore.
Ho imparato a rialzarmi e a cavarmela da sola.
Sono diventata forte quando ho accettato le mie paure,
quando ho perdonato i miei errori,
quando ho imparato ad abbracciare le mie fragilità.
Avrei bisogno di mettere in ordine le mie emozioni, i miei sogni, i pezzi del mio cuore.
Io sento tutto, sento sempre.
Dò peso alle parole, ai piccoli gesti, agli abbracci sinceri.
Nessuno sa quanti mostri ho dovuto sconfiggere,
quanti dolori ho dovuto sopportare,
quanti pregiudizi ho dovuto affrontare,
per poter essere quella che sono,
me stessa.
Cit.
#Caotic.
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Riposa piccola
Corpo e mente
Anima e cuore
I piccoli dolori che senti diminuiranno risucchiati dall'oscurità della notte e dei suoi misteri e segreti
Così domani sarai pronta a vivere nuove avventure che formano quella che chiamiamo semplicemente vita
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a-tarassia · 1 year
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Allora dicevo che io di solito il martedì appena dopo il lavoro vado a lezione di russo, quindi non passo da casa perchè la tipa che ci insegna russo è una nazista (ahahahahah, joke) e inizia alle 18.15 spaccate, ma io stacco alle 18 e nonostante ci avessero garantito che si aspetta l’arrivo di tutti nei canonici 15min ciò infine non è vero, forse che in russia non hanno i minuti di tolleranza oltre a tantissime altre manie di inflessibilità, ma ciò vuol dire che io arrivo e trovo la lezione iniziata perchè Tatjana è così, lei inizia quando vuole e finisce anche quando vuole, ovvero dopo l’orario di chiusura tanto che devono venirci a chiamare sempre per dirci che la biblioteca deve chiudere, ovvero signori: 20.30. Secondo lei noi si deve fare due ore e mezza di russo a botta.
Sì. Siamo ad ormai 6 lezioni e a lei non fotte un sega delle regole.
Ma torniamo a noi. Io avevo iniziato a frequentare usualmente Matteo quando nel 2018 prendevo lezioni di recitazione e lui di francese, ci trovavamo fuori al portone alla fine delle lezioni e andavamo a prenderci da bere, siamo rimasti amici (per chi mi segue dalla maga lui è amico b) fino adesso che di nuovo il martedì si prende ancora lezioni insieme, cioè io russo, lui spagnolo e mi aspetta fuori perchè Tatjana se ne sbatte il cazzo degli orari. Usciamo di martedì e ci spariamo un paio di gin tonic. Ieri io avevo lavorato in magazzino coi mulettisti, non fate domande, e venivo da una settimana di dolori molto forti al trapezio, quindi non sono in forma, non ero in forma e per di più ero anche lurida, ma a lezione sono andata, coi vestiti sporchi, però uscire a bere in quelle condizioni, considerando che pioveva, non me la sentivo molto, allora Matteo è venuto a casa.
Cena, bottiglia di prosecco, due gin tonic, due canne. E sto.
Io e lui ci si vede tipo due volte a settimana in media, in circostanze sempre abbastanza eterogenee e ogni volta non so come, a distanza di anni, riusciamo a parlare ore. Compatibilità caratteriale +1000.
Ieri gli ho fatto disegnare come vede lui il calendario in testa, l’ho imparato su tiktok, cioè il concetto astratto della consecutio dei mesi è graficamente illustrato in modo diverso per ognuno, ognuno di noi ha un’idea personale, una raffigurazione di quello che vede quando pensa, tipo il tempo. Che è un concetto astratto chiaramente, quindi in verità lo abbiamo visto in tantissime rappresentazioni, ma non esistendo concretamente noi possiamo immaginarlo nel modo che vogliamo. Matteo per esempio non ragiona coi mesi, ma più con le stagioni, quindi l’arco temporale “anno” è quattro blocchi più o meno: quando fa caldo, quando fa meno, caldo, quando fa freddo, quando fa meno freddo. Io ho i mesi sistemati tipo gioco dell’oca in cui gennaio è da solo, da febbraio a maggio è una linea retta, mi curvano giugno e luglio insieme come pre estate, fanno una chicane con agosto di nuovo da solo in piena estate, e poi ancora mi tornano in rettilineo settembre, ottobre, novembre e dicembre per lo sprint finale. Ho sempre avuto questa illustrazione in testa e non mi ero mai posta la questione che fosse estremamente personale e totalmente senza senso. Luca vede i mesi singoli a comparsa per dire. Davor linea retta verso il basso. Adesso parlando di queste cose ieri con Matteo mi ero completamente dimenticata che lui è psicologo e ste cose le conosce abbastanza meglio di me, mi ha detto che (uso parole mie che non ricordo quelle tecniche) per studiare una persona, soprattutto da piccoli, gli si fa disegnare delle cose, ma non tanto quelle astratte quanto quelle reali, perchè anche l’albero per dire ognuno di noi ha quello che li simboleggia tutti, un albero di riferimento in testa è quello che disegnamo quando lo dobbiamo rappresentare noi, il disegno non è il modo ufficiale che abbiamo di comunicare, quello sono le parole che infatti sono uguali per tutti e riducono il nostro mondo interno di immaginazione e rappresentazione in una stringa di lettere, il disegno invece è personale e ognuno ha il suo albero. Ai bambini si fa disegnare spesso l’albero per vedere come lo disegna, quali elementi in più mette, se disegna la casa, strada, sole, come sono i rami, le foglie etc. Non che si usi solo questo per valutare la situazione di una persona, ma è indicativo di un po’ di cose. Nessuno comunque in testa vede lo stesso albero e nemmeno lo stesso calendario. Anche le parole che usiamo ognuno le rappresenta a modo suo anche se sono uguali.
Armando nel frattempo mi aveva inviato il link al Post sull’errore del missile in Polonia, resti di missile forse, schegge di supersantos probabile, un tiro sbagliato andato storto e scusa col sinistro non sono buono mi spiace se ti ho spaccato il setto nasale. Ci siamo guardati e non ci siamo detti nulla, che ne sappiamo noi, mica siamo all’oratorio che ti riprendi il pallone e domani è un altro giorno. No?
A fine serata abbiamo buttato due bottiglie di alcol, gin e prosecco, nel bidone del vetro e metallo era pieno di scatolette del gatto, nel senso di cibo per gatti, non scatolette di carne di gatto. Lì gli ho chiesto se ricordava quando durante la pandemia si andava a buttare il vetro pieno di bottiglie di prosecco, aperol, gin, birra e bottiglie di vino a cadenza regolare, alcol a profusione, una quantità di alcol che a pensarci gli ho detto mi chiedo come abbiamo fatto, lui mi ha risposto: è quello che ci ha salvato, quello e l’erba.
Fine.
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susieporta · 1 year
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Innamorati dell'oscurità
delle ombre, delle parti nascoste
dei pezzi che nascondiamo per vergogna.
Innamorati dell'innocenza.
Delle nostre paure infantili del buio.
Di essere esposti. Di mostrarci.
Di essere visti, di uscire alla luce.
Dei dubbi, dei dolori segreti,
delle nostre strane fantasie, e dei sentimenti con cui non sappiamo cosa fare.
Del terrore della notte.
Della rabbia che bolle proprio sotto la superficie.
Del timore che non siamo degni d'amore.
Dei sentimenti e dei pensieri che nascondiamo
per mantenere l'immagine di 'me'.
Per essere bravi, essere gentili, essere spirituali.
Per essere 'quello che può essere mantenuto in un pezzo'.
Innamorati di questa umanità segreta.
L'oscurità non è oscuritá
ma solo frammenti spaventati che desiderano la luce.
Siamo Esseri che vogliono amore e attenzione, e aria,
e inclusione nella più grande immagine dell'essere.
Non cercare la luce,
abbi solo il coraggio di brillare completamente
nei luoghi doloranti, nei luoghi sensibili.
Illumina. Irradia.
Fa' che sia sicuro per i piccoli mostri
uscire di nascosto
Fai sapere loro che sono bellissimi.
E degni.
E che non sono affatto mostri.
Jeff Foster
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Se cominci ad ascoltare bene i dolori piccoli, possono suggerirti come evitare quelli grandi.
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gregor-samsung · 2 years
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“ Moby Dick è il romanzo a cui sono tornato più spesso. A ogni lettura mi sorprende la cialtronaggine, il genio imbroglione, la noia mortale di una costruzione romanzesca che non ha eguali. Appoggiato alla finestra qualche giorno fa mi chiedevo chi, oggi, sarebbe in grado di sopportare la noia di certi capitoli. Io! direi al professore. È la quarta volta che lo sopporto, me ne dia un’altra! Tagli di carne, squartamenti, spiegazioni dettagliate degli squartamenti; navi che passano sopra a banchi di pesci che ignorano i banchi di navi che si incontrano per urlarsi dietro offese e poi brindare assieme. Pesci che ignorano queste navi. Piccoli pesci sui fondali; ma anche enormi pesci sui fondali totalmente indifferenti alla monomania di Ahab, di Ishmael, di Stubb. Il cielo sopra di loro è indifferente ai loro dolori. Non c’è dolore in Moby Dick, né patimento. C’è solo l’enorme sofferenza degli esseri umani di fronte al buco nero della natura e del loro destino. L’esaltazione positivistica per il corpo della balena, per lo scheletro della balena, le sue misure, non è altro che il taglio perfetto della dismisura dei desideri degli uomini del Pequod, abbandonati per quarantotto mesi al largo delle coste di ogni continente per fare profitto, per portare a casa olio e spermaceti a costo della loro stessa vita, e a costo delle follie di un capitano che pianta una gamba sul ponte ogni notte per scrutare il mare e trovare il suo mostro, quel mostro che, quella gamba, gliel’ha portata via con un balzo, e che renderà orfani tutti. “
Giovanni Spadaccini, Compro libri - anche in grandi quantità. Taccuino di un libraio d’occasione, UTET, 2021. [Libro elettronico]
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cowboyjen68 · 1 year
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grazie jen per avermi letto; volevo solo ricordare quanto importante sia la condivisione per tutti in particolare per le donne; con la mia compagna abbiamo condiviso 18 anni di vita nella grande gioia e nei pochi dolori che ci venivano dall'esterno. avevamo inventato un modo per condividere la nostra appartenenza: ogni mattina ci lasciavamo sul seno un bacio col rossetto come segno di appartenenza di condivisione di vita e sentimenti del nostro amore che cresceva ogni giorno e nella condivisione dei compiti quotidiani. facevamo i turni (eravamo due farmaciste) e quasi tutti i giorni c'era un piccolo gesto una piccola sorpresa per far si che il fuoco di Vesta del nostro amore fosse sempre nutrito e splendente. quasi sempre facevamo le cose insieme:lavarci vestirci truccarci pettinarci a vicenda e in questi piccoli gesti c'era qualcosa che ci scaldava il cuore e ci legava sempre piu' 18 anni di convivenza possono essere pochi o tanti ma sono stati stupendi; non ci sentivamo lesbiche ma solo innamorate di un'altra donna e questo amore lo portero' sempre con me. mi piacerebbe che altre lesbiche parlassero di se' e della loro vita in comune, spero di trovarle qui
uisperte asked: (Translated through Google Translate)
"thanks jen for reading me; I just wanted to remind you how important sharing is for everyone especially for women; with my partner we shared 18 years of life in great joy and in the few pains that came to us from the outside. we had invented a way to share our belonging: every morning we left each other a lipstick kiss on our breasts as a sign of belonging, sharing life and feelings of our love which grew every day and in sharing our daily tasks. we worked shifts (we were two pharmacists) and almost every day there was a small gesture a small surprise to ensure that Vesta's fire of our love was always nourished and shining. we almost always did things together: washing, dressing, putting on make-up, combing each other's hair and in these small gestures there was something that warmed our hearts and bonded us more and more 18 years of living together may be few or many but they have been wonderful; we didn't feel like lesbians but just in love with another woman and I will always carry this love with me. I'd like other lesbians to talk about themselves and their life together, I hope to find them here"
Good morngin from Iowa where there is ice and wind today. Your blog is pretty empty but is seems to me like you are seeking connections with other lesbians. You will have more luck with more bio information.
I am glad you enjoyed 18 wonderful years with a woman with whom you shared mutual passion and contentment along with intimate moments. I too think sharing our stories is important. Thank you for sharing yours.
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