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#sentimenti incomprensibili
lospalatoredinuvole · 2 years
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Non capiresti mai come mi sento.
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lunamarish · 1 year
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Perché non mi dici la ragione della tua inavvicinabilità? Perché, disse, da quando siamo arrivati qui sei come uno stagno gelato? Perché vedo le tue labbra schiudersi, quasi tu volessi dire, o magari persino gridare qualcosa, e poi non sento nulla? Perché arrivando non hai disfatto i tuoi bagagli e vivi, per così dire, soltanto dello zaino?
Eravamo a qualche passo l’uno dall’altra, simili a due attori sulla scena. Con l’affievolirsi della luce gli occhi di Marie mutavano colore. E io cercai di nuovo di spiegare a lei e a me stesso quali incomprensibili sentimenti avessero continuato a opprimermi negli ultimi giorni: come un folle non vedevo altro intorno a me se non misteri e segni; mi sembrava che persino le mute facce delle case sapessero su di me qualcosa di negativo, e se da sempre ero stato convinto che il mio destino fosse una vita solitaria, adesso, nonostante il mio desiderio di lei, lo ero più che mai. Non è vero, disse Marie, che abbiamo bisogno dell’isolamento e della solitudine. Non è vero. Sei solo tu ad aver paura, non so di che cosa. Sempre ti sei tenuto un po’ a distanza, me ne ero ben accorta, ma adesso è come se ti trovassi su una soglia che non hai il coraggio di varcare. Non ero in grado allora di ammettere che Marie aveva ragione in tutto, ma oggi so, disse Austerlitz, perché dovevo prendere le distanze se qualcuno mi veniva troppo vicino, e ricordo che in quel prendere le distanze mi credevo in salvo e al tempo stesso mi sentivo un essere intoccabile.
Austerlitz, W. G. Sebald
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neroegiallo · 1 year
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Emozioni e Affari di Stato
Dal Diario Emotivo
Il Potenziale e la sua Ombra 
Parte I
Sembra che per nascita, una delle qualità che mi contraddistingue sia “Il piacere nell’esprimere me stessa e il riconoscimento delle mie qualità straordinarie”.
Sa un po ' di egocentrismo, vero? Ti hanno mai detto che, se pensi di voler esprimere te stess*, non va bene? Che affermare se stessi è pericoloso, perché ti mette in vista e che, il riconoscimento è un bisogno egoico?
A me l’hanno detto, a volte anche in famiglia; in giro, lo sento dire spesso, dai media alle persone che incontro nella vita.
Durante l’infanzia ho sviluppato in modo poco sano questo mio potenziale, perché di questo si stratta: una funzione che, se portata avanti in modo sano, non egoico e costruttivo, ti permette di accedere alla tua completa realizzazione e manifestazione. Ti permette di sviluppare le capacità che ti portano ai successi che sogni e che meriti, in qualità di essere umano. 
Se vieni fermato in questo processo, si forma un trauma e il mio, si è manifestato nel bisogno di riconoscimento da parte del padre. Tadan!
Dentro di me vive il conflitto: la spinta animica, del bisogno sano di manifestare la propria essenza, comune ad ogni essere umano per realizzarsi come tale e, dall’altra parte, la spinta egoica nel voler soddisfare bisogni malsani, da infante traumatizzato.
I conflitti generano ansia che, alimentata giorno dopo giorno si trasforma in malattia, in panico.
Confusione totale: chi sono davvero? 
Perchè, tante cose che penso e moltissime azioni che compio, sembrano non risuonare con chi sento di voler essere veramente? 
Perchè mi sento male dopo aver fatto qualcosa, tipo accettare condizioni che non vorrei o dire dei sì davanti a dei NO chiari e definiti dentro me?
Ragioniamo per condizionamenti e credenze; siamo un susseguirsi di frasi fatte, proverbi che si annullano a vicenda e valori familiari distorti; ideali corrotti ed emozioni male interpretate.
Mi hanno insegnato a esprimere me stessa, a qualsiasi costo; a volte però, mi veniva detto che non avrei potuto esprimermi liberamente, che dovevo tenere per me ciò che sentivo o ciò che pensavo.
Potevo esprimere me stessa ma non le emozioni e alcune opinioni; non troppo e non sempre. 
Conflitto: posso esprimermi oppure no? 
Il conflitto, oggi so, era dato dalla non credibilità, delle motivazioni per cui non potessi esprimere liberamente e sempre la persona che sono.
A casa, potevo essere ciò che volevo ma non dovevo mostrare emozioni, soprattutto di fronte al dolore; in altri contesti, non sempre potevo essere me stessa, a causa di condizionamenti incomprensibili e non accettabili; le emozioni e i sentimenti fuori controllo e in pieno disagio, anche quando gioiosi.
Immaginate vivere così la propria vita quotidiana, con le sue relazioni e gli impegni? Magari è successo o succede proprio anche a te.
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🚨🥂Di cosa ti vanti?🥂🚨 cosa lacisciamo se non una scia di abbracci dopo le meschinerie? se non amore dopo i tradimenti - di chi? cosa? se non la qualcosa nonostante le dipartite del buonsenso. io mi vanto solo di volervi bene. nonostante tutto. tutto è la vita che non so capire. Ma non importa. non trovi? finché parole che non sono parole ma stersici, liberi e recite e fiumi di piombo e Giuliette e spiriti che vivono senza chiedere o domandare alcuncosa... dice: La fine di un anno non vuol dire che struttura. testuggine di sentimenti a protezione del capitale. Perché allora non morire come un piccione sul suolo dell'egocentrismo? Non lo so. a che pro? scrivere per farsi dimenticare? lascio i treni della vita e gli indimenticabili per esistere toro coi i dimenticati. madri che non sanno più dei figli - ci ammucchiamo come polvere ai lati delle strade dove imbecilli in parata credono di esistere come entità tronfie di materia tra parole incomprensibili. e poi il vento che fa stringere gli occhi e poi il sole fa brillare i metalli Come Anna avanti alla prigione a noi non serve la poesia. ma la vita - forse - e un'idea di Modigliani. #reading #poesia #basilicata #towcana #marsiconuovo #pisa #michelecristianoaulicino #winepoetry #jazzpoetry (presso Marsico Nuovo) https://www.instagram.com/p/CmrTuTcDmPf/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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oorgvsm · 1 year
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Perché i sentimenti devono essere così complicati, misteriosi, incomprensibili? Perché cazzo non riesco a controllare le mie emozioni? Non sento quello che dovrei sentire, prima non provo niente, poi milioni di emozioni si impossessano di me, non riesco a bloccarle.
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beppebort · 2 years
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Dare (e venire) alla luce
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Roberto Pasolini Cappuccino
Le attese della vita — quelle incomprensibili pause che ci chiedono di pazientare ancora un poco — sviluppano un’enorme varietà di sentimenti dentro di noi. Tutti legati in qualche modo a ciò che, in fondo al cuore, stiamo da sempre aspettando. Ogni attesa è inevitabilmente condizionata dall’evolversi delle cose attorno e davanti a noi e dal disegno che in esse riusciamo a scorgere. Altro è gridare per una colica renale, altro è farlo in occasione di un parto per mettere al mondo una vita. Nel vangelo di oggi, il Signore Gesù fa ricorso proprio a questa’ultima naturalissima immagine, per intercettare l’inquietudine dei suoi amici.
«La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché é venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo» (Gv 16,21).
Il Maestro sta parlando a discepoli spaventati e fragili, che vivono lo sgomento per la situazione di ostilità che si è venuta a creare attorno a loro. Per questo li invita a non concentrare l’attenzione solo sulla tristezza, sentimento capace di colmare in poco tempo tutto lo spazio del cuore, paralizzando le risorse della nostra razionalità e soffocando la speranza. E annuncia loro che la sofferenza e il dolore non sono esperienze sterili, ma finalizzate a una misteriosa felicità che sta per realizzarsi, come succede a una madre, quando la sua gioia non può che compiersi tra urla di dolore e convulsioni del corpo. Queste parole assomigliano a quell’irrobustimento interiore che il Signore dona a Paolo per aiutarlo a seminare con generosità e fedeltà l’annuncio del vangelo.
«Non avere paura, ma continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male: in questa città ho un popolo numeroso». Così Paolo si fermò un anno e mezzo, insegnando fra loro la parola di Dio (At 18,9-11).
Quando ci capitano avvenimenti non calcolati e non desiderabili, rischiamo di far funzionare male quell’organo stupendo e delicato che è la nostra memoria. Tendiamo a ricordare solo i sentimenti di paura e angoscia provati negli ultimi istanti e sprofondiamo in fretta nel buio e nella solitudine. Questo, in fondo, è lo spavento più grande che conosciamo, il timore che qualcuno o qualcosa possa toglierci ciò per cui abbiamo sorriso e reso grazie. Qui si inserisce la voce di Dio, capace con il suo grande amore di ricordarsi sempre di tutto e di tutti, non assolutizzando mai un segmento della storia, come invece facciamo noi a causa del nostro egoismo. Le sofferenze non cercate ma accolte, infatti, nelle mani di Dio diventano passaggi nei quali qualcosa di nuovo può venire alla luce. Il mistero pasquale introduce nelle relazioni e nelle cose che viviamo una frattura che matura la nostra libertà e ci conduce oltre quello che abbiamo già conosciuto e sperimentato. Dentro una gioia più grande.
«Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia» (Gv 16,22).
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strawberry8fields · 4 years
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«Ehi, Susan» , le disse una volta. «La sai una cosa?»     
«Cosa?»
«Tu mi fai sentire tranquillo. Magari detta così non sembra chissà che, ma è tutta la vita che vorrei essere tranquillo, e non mi sono mai sentito così con nessun’altra». 
«E’ proprio un bel complimento, David» , rispose lei, «ma credo di potertene fare uno migliore.»  
«E come?»
«Quando sto con te ho l’impressione di sapere chi sono.»
Bugiardi e innamorati, Richard Yates
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amadeusverardina · 2 years
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Dieci anni fa ho creato questo blog.
Precisamente la data 27 gennaio 2012 segna il mio primo post su questo blog.
Per anni ormai mi sono chiesta se ne sarebbe valsa la pena tornare, se ci fosse ancora qualcuno qui disposto a leggermi dopo la mia assenza senza preavviso. Non ho mai dimenticato questo posto, ci sono tornata spesso rileggendomi e riprovando le stesse cose, gli stessi ricordi scritti qui sopra. Per me questo blog significa tanto, è un diario virtuale e come tale l’ho sempre trattato. Nonostante la mia crescita mi sento vicina a tutto ciò che ho scritto qui, sopratutto a chi mi ha letto e chi ancora mi legge, vedo spesso notifiche di chi reposta o mette mi piace ai miei post vecchi anche di oltre cinque anni. Vi voglio ringraziare perché mi avete fatto sentire capita e ascoltata, è un piacere sapere di chi è rimasto attivo e di chi non si è dimenticato, di chi mi vede per la prima volta e apprezza ancora i miei contenuti. Un’altra me avrebbe cancellato il blog senza esitazione ma sento che non è giusto, non è giusto nei confronti della me adolescente che si è espressa liberamente qui imparando a capire le proprie emozioni e sentimenti. Non so se tornerò a scrivere, so solo che questo posto è speciale per me e significa tanto in mezzo a ricordi brutti, ho condiviso tanto di me e approfondito la mia personalità. Sono cambiata e cresciuta tanto, aggiornavo sempre la mia età per ricordare a me stessa di quanti capitoli stavo collezionando e di quanto questo restava lí intatto, sempre pronto ad accogliermi. Dieci anni pesano sulla mia coscienza regalandomi una sensazione un po’ amara, di chi non accetta che il tempo passi così in fretta ma allo stesso tempo di quante cose restano e possono solo migliorare, come questo blog. Grazie a tutti voi che avete avuto il tempo e la voglia di stare a presso ad una me pazza e piena di voglia di crescere, di capire l’amore ma sopratutto di capire la sofferenza. Ho imparato a provare tante cose e magari anche più grandi di me, a dare conto a persone sbagliate ma sempre con la speranza di conoscerne di nuove e che mi accettassero veramente. Ho imparato cos’è l’autostima, la forza di volontà, l’orgoglio, la sicurezza in me stessa, la confidenza, ma sopratutto ho imparato a non lamentarmi prima che qualcosa succedesse e di affrontare le conseguenze. Ho imparato a gestire la mia ansia e di perdonarmi per i miei sbagli, alla me di qualche anno fa le chiederei scusa e le direi di farsi coraggio perchè tante cose non erano fatte per rimanere ma tante altre si, alla me che ha creato questo blog dal niente la ringrazierei perché mi ha ricordato quanto ho da dare agli altri e a me stessa, di quanto sono capace di emozionarmi e di far emozionare. Direi che le cose non saranno mai facili ma gli ostacoli più incomprensibili e insensati li abbiamo affrontati, quelli che credevamo impossibili sopratutto per colpa delle persone sbagliate. Finisco dicendo che non vi ho abbandonato e magari un giorno riacquisterò il coraggio di ritornare, raccontandomi con tanto piacere libertà perché è il modo migliore che conosco, e so che posso ancora fidarmi di questo posto, un posto che non smetterà mai di mancarmi.
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mynameis-gloria · 3 years
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L'altro giorno sei tornato tra i discorsi con M, eravamo sedute su una panchina al sole, ci stavamo raccontando, aggiornando e mentre tiravo fuori le parole le lacrime sono scese da sole. È stato un attimo, il tempo di togliermele dal viso ed M che mi guardava e basta. E lì mi sono resa conto dell'effetto che continui a provocarmi e di come sia ancora difficile, di come tu possa pensare il contrario. È passato del tempo e credo che entrambi stiamo andando avanti, ci proviamo ma io penso di non riuscirci completamente. E quando torni nella mia testa i pensieri sono tanti, confusi, intensi. Le persone mi dicono che dovrei dimenticare, farmene una ragione e altre parole che per me appaiono quasi incomprensibili. Non posso annullarti, cancellare i sentimenti provati, che ancora riaffiorano nella testa, e fingere con gli altri e con me stessa che non mi importa più nulla. mi chiedo se di tutto questo, tu ne sia consapevole.
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weirdesplinder · 3 years
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I figli della terra di Jean M. Auel
Dal momento che ho citato questa serie di libri nel post precedente, mi sembrava giusto dedicarle lo spazio che merita e parlarvene più ampliamente in modo che possiate decidere se fa per vio oppure no.
La serie  I FIGLI DELLA TERRA di Jean M. Auel è composta da 6 libri,  è già conclusa ed è ambientata nell’era preistorica.
In questi romanzi possiamo seguire la crescita e la vita di Ayla, dall'infanzia col Clan (uomini di Cro Magnon), all'incontro con gli Altri (Homo sapiens sapiens), al suo amore per Giondalar, al suo lungo viaggio per unirsi alla tribù del suo uomo ecc….
Affascinanti le descrizioni dei paesaggi preistorici, acccuratissimi gli studi fatti dall'autrice riguardo la flora e la fauna di quel periodo. L'approfondimento storico, convive con le avventure dei protaginisti in perfetta armonia. Romanticismo, storia, avventura, misticismo. Questi romanzi sono veramente pregni di temi. A volte le descrizioni rallentano la narrazione, ma rimangono comunque una lettura appassionante. Già solo la figura del bellissimo Giondalar merita….ma non voglio anticiparvi troppo.
Ho amato tutti e sei i libri, in particolare il secondo, La valle dei cavalli, e il quinto, Focolari di pietra, forse il più ricco di personaggi interessanti e consiglio a tutti la lettura di questa saga.
Tra l'altro come livello di sensualità questa serie non ha niente da invidiare alla serie di Anita della Hamilton, o a J. R. Ward.
Leggeteli e poi mi direte. Importante, credo, sia leggerli nell'ordine giusto. Alcuni mi hanno detto che sono partiti dal quarto libro, Le pianure del passaggio, a leggerli e lì si sono fermati, scoraggiati. Il quarto è forse il libro più prolisso della serie e senza sapere ciò che è avvenuto prima ai due protagonisti perde molto significato. Io l'ho amato poichè era il coronamento di una vita di coppia e di un'amore nato dopo molte difficoltà, ma se uno non ha letto i libri precedenti posso capire i problemi in cui incorre. Perciò, meglio leggere la serie nell'ordine giusto.
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1-Ayla figlia della terra
https://amzn.to/3cJXElm Trama: Nata da una nuova stirpe che si sta diffondendo in Occidente, mentre il settentrione dell'Europa è coperto di ghiaccio e milioni di animali pascolano nelle steppe desertiche, Ayla, ancora bambina, è scampata a un terremoto ed è stata raccolta dal Clan dell'Orso delle Caverne composto da Neanderthal. Tutto, in lei, indica che appartiene a quelli che i Testapiatta del Clan chiamano ‘Altri’: i capelli biondi, gli occhi azzurri, l'alta statura, la capacità di ridere, piangere e parlare… Lei è un nuovo tipo di essere umano. Eppure, nonostante queste diversità, la ragazzina trova affetto e protezione nei genitori adottivi e, a poco a poco, stringe un profondo legame coi membri del Clan, sebbene alcuni, infastiditi da quei comportamenti 'strani’ in cui scorgono qualcosa di minaccioso, vorrebbero allontanarla. Ma sarà soprattutto il suo desiderio di conoscenza che la farà entrare in conflitto con il vecchio Clan, legato alle Memorie, cioè alla tradizione, e destinato a scomparire quanto prima. Nel sangue di Ayla, invece, scorre il futuro dell'umanità e lei, spinta da un impulso irresistibile a capire e a interpretare i segni del mondo circostante, si avventurerà in territori in cui nessun uomo del Clan ha mai osato spingersi. Accuratissimo nella ricostruzione di un universo complesso e affascinante, “Ayla figlia della terra” è una grande saga sul genere umano, sui legami e sui conflitti, sull'odio e sull'amore. E nel contempo è l'eccezionale odissea di una donna in quel cruciale momento dell'evoluzione in cui due razze, strette in una lotta mortale, si battono per sopravvivere… 2- La valle dei cavalli
https://amzn.to/31JSyiM Trama: La sopravvivenza sarà la dura scuola di Ayla. In un mondo dominato da forze incomprensibili e popolato da animali terrificanti, la giovane donna, scacciata dal Clan dell'Orso delle Caverne e assetata di conoscenza, affronterà un lungo viaggio pieno di insidie. Ma il destino la porterà dapprima nella misteriosa Valle dei Cavalli, dove troverà riparo e un'insperata gioia, e poi la condurrà all'incontro con un giovane sconosciuto, anch'egli in viaggio… Insieme, Ayla e Giondalar scopriranno quel sentimento ancora senza nome che impareranno a chiamare amore.
3-Gli eletti di Mut https://amzn.to/3sPbPLw Trama: Attraverso gli spazi sconfinati dell'Europa preistorica, continua l'epico viaggio di Ayla. Non più sola, ma insieme con Giondalar, suo coraggioso compagno, Ayla si unisce ai cacciatori di Mammut. E'questa la sua gente? Il loro linguaggio è strano, i loro costumi sono diversi; Ayla è pronta a misurarsi con nuove situazioni ma deve ancora sopportare l'amaro sapore della diffidenza e dell'emarginazione. Il viaggio di Ayla non è ancora finito, la sua ansia di conoscenza la spinge verso luoghi sconosciuti dove si prepara il destino dell'umanità.
4-Le pianure del passaggio
https://amzn.to/2PNqUPf
Trama: Quello che Ayla e Giondalar stanno per intraprendere è un viaggio che nessuno ha mai tentato: attraversare le sconfinate pianure dell'Europa dell'Era glaciale. Oltre quelle lande desolate, abitate da popoli selvaggi e animali feroci, solcate da fiumi tumultuosi, segnate da imponenti montagne e immani ghiacciai, li attende, forse, il luogo della dimora definitiva. Riusciranno a giungervi?
5- Focolari di pietra
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Trama: Era Glaciale. Dopo un lungo viaggio, durante il quale ha conosciuto la coraggiosa e affascinante Ayla, Giondalar torna al suo popolo, la Nona Caverna degli Zelandoni, che per cinque anni lo ha atteso. Ma la festosa accoglienza a lui riservata viene offuscata dal timore per la straniera al suo fianco. Mentre la Caverna la studia con apprensione e qualcuno la considera già una nemica, Ayla si rende conto che il suo futuro dipende da ciò che lei sarà in grado di offrire agli Zelandoni: la capacità di accendere il fuoco e di addomesticare gli animali, l'abilità di maneggiare le armi e di curare le ferite. Per Ayla comincia un viaggio ben più impegnativo di quello concluso: un viaggio verso la conoscenza di un popolo ostile che la considera “diversa”. 6- La terra delle caverne dipinte
https://amzn.to/31Gcu63
Trama: Dopo aver conosciuto Giondalar durante il suo lungo viaggio, Ayla è diventata madre della vivace Gionayla e parte integrante della Nona Caverna degli Zelandoni, il popolo a cui appartiene il suo compagno. Le sue strabilianti capacità nel comandare i cavalli e il fedele Lupo, oltre che nell'utilizzare le erbe medicinali, le hanno addirittura guadagnato il ruolo di accolita della sciamana di più alto rango in seno alla comunità.  Ma il cammino iniziatico di Ayla verso la «chiamata» comporta tutta una serie di faticose rinunce, finendo per attirare il risentimento di alcuni elementi del gruppo, che non vedono di buon occhio l'affermazione sociale di quella che rimane pur sempre una forestiera.   Mentre la vita scorre scandita da esplorazioni di grotte affrescate, battute di caccia, riti sacri e rappresentazioni, attraverso lo sguardo acuto di Ayla partecipiamo dello stupore di un'umanità ancora giovane di fronte ai fenomeni naturali, e dei suoi tentativi di padroneggiare sentimenti e situazioni sociali al cui cospetto è ancora per certi versi impreparata.  E quando il suo percorso di apprendistato la porterà a mettere in gioco proprio ciò che ha di più caro, Ayla riceverà dalla Grande Madre Terra un dono di conoscenza in grado di modificare profondamente il futuro della sua gente e dell'intero genere umano. Un dono che per lei comporterà un prezzo da pagare.  Con La terra delle caverne dipinte, Jean M. Auel aggiunge l'ultimo, potente tassello alla saga dei Figli della Terra, che ha conquistato e appassionato milioni di lettori in tutto il mondo. Da questa famosissima serie di libri nel 1986 fu tratto persino un film, intitolato appunto come il primo libro: The clan of the Cave Bear. Con protagonista la bella Darryl Hannah, nel ruolo di Ayla. In Italia il film venne intitolato Cro-Magnon Odissea nella preistoria. Ora, ho come l'impressione che questo film si rivelerà valido quanto il film di Lady Oscar….ma sto cercando di procurarmelo comunque. Sono curiosa di vederlo. E ho uno stomaco forte. Magari non è poi malaccio. Se qualcuno di voi l'ha visto, mi faccia sapere così mi preparo psicologicamente.
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Sapete che c’è? Andatevene tutti a fanculo, siete sempre bravi ad illudere le persone e a salvaguardare i vostri intoccabili sentimenti, sapete solo essere egoisti e preoccuparvi della vostra solo che persona, come se quella degli altri non esistesse, come se loro non provassero nulla, fate mille promesse e poi alla fine vi perdete in un bicchiere d’acqua,dite che avete paura ma alla fine siete solo dei gran codardi perché siete così abituati a ricevere niente e a darlo sopratutto che poi quando avete qualcuno davanti che vi potrebbe dare il mondo lo respingete, fino a farlo diventare freddo come voi o addirittura anche peggio, il perchè? Perché vi perdete nella mediocrità, nella noia, nelle piccolezze e nei vostri muri invalicabili e perdete l’attimo, le persone giuste, quelle un po’ più complicate che avete paura a farle entrare nella vostra vita,perché potrebbe scombinare il vostro ridicolo equilibrio e vi accontentate poi dell’inutile, del semplice, del noioso, ma come fate? Io ho bisogno di qualcosa che mi stravolta in senso positivo, nella mediocrità non riuscirei a starci, beati voi, che siete così abituati al nulla e che vi sentite anche a vostro agio in tutto ciò, ma non meritate gente come me, che vuole qualcosa di speciale e se lo merita alla grande dopotutto perché non si è mai accontentata ed ha sempre combattuto per qualsiasi cosa, rialzandosi piena di lividi e passando sempre per quella che ‘pretende troppo’ ma sapete che cosa? Non è troppo il mio, è poco il vostro. Statemi bene, io nella mischia non voglio starci. Io so cosa voglio e non mi faccio bloccare da niente e da nessuno, non esiste paura, non esiste qualsiasi altra stronzata, se voglio amare, amo forte, chi non lo accetta e non mi sa dare lo stesso sentimento reciproco va altrove, lontano da me.
Per una fottuta volta voglio smettere di correre dietro e continuare a giustificare le persone, per una volta voglio fermarmi, smettere di cercare e vedere se una persona, una, si renda conto di quanto valgo, che non riesca a fare a meno di me e mi dimostri totalmente senza filtri che quel che provo io non è sbagliato, non è da nascondere ma è da tirare fuori perché anche dall’altra parte c’è lo stesso sentimento e non si ha vergogna a mostrarlo, che venga tutto spontaneo, non calcolato e sopratutto tutto vero, cazzo. Voglio una persona che mi ami, mi accetti anche nei miei mille difetti, che mi capisca al volo e ci sia sempre e che me lo dimostri ogni fottuta ora del giorno, non voglio più cose complicate, incomprensibili, ansiose, distruttive, voglio solo cose dolci e belle.
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bru111271 · 3 years
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"Non le comprendo le persone incapaci di dire "Ti amo". Ed ancor più sono incomprensibili coloro che si rifiutano di dirlo. Come se fosse "pericoloso" scoprire i propri sentimenti. Per me dire "TI AMO", quando amo veramente, è sempre stato irresistibile."
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intotheclash · 4 years
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- Cosa dicevi a proposito dei poeti? - Che sono dei venditori di fumo. - Perché? Domandai. Ero un po’ deluso. Avrebbe dovuto essere il mio prossimo mestiere. - Perché sanno solo confezionare il nulla. Sono artisti, si, ma dell'addobbo. - Non ti seguo. - Nella maggior parte dei casi non hanno un cazzo da dire. O, peggio, sanno solo vomitare banalità. Se ne stanno comodamente seduti sul limbo dei sentimenti e osservano noi comuni mortali arrabattarci tra l'inferno e il paradiso. Amano avvolgersi in un'aura di mistero per mascherare l'abisso, il buco nero che li ha ingoiati. Infiocchettano concetti triti e ritriti con frasi volutamente incomprensibili, al solo scopo di farci sentire inferiori, ignoranti. Ignoranti e ammirati di fronte a cotanta ricchezza di linguaggio. Vogliono metterci in soggezione con quel frasario indigesto da “poeta” vero. In realtà non dicono un cazzo, ma vorrebbero farci credere di aver detto tutto. Forse è questa la vera licenza poetica. tu che licenza hai, Ivan? - Quella per pescare. - Bene, almeno a qualcosa serve. Adesso accosta, per favore, fermati vicino a quel bosco di querce, che devo fare pipì. Segno evidente che la poesia è davvero stimolante. Disse. E sorrise col suo sorriso assassino. Era così che immaginavo il paradiso. Esattamente come il suo sorriso. Fermai l'auto, scese di corsa, appicciai una sigaretta e alzai leggermente il volume dello stereo. Tom Waits me ne sarebbe stato grato. - Peccato però che tu non sia un poeta. Disse accovacciandosi dietro un albero. - Peccato? Perché? - Perché avresti sicuramente versato fiumi di inchiostro su questo momento catartico. Mi guardai con attenzione i palmi delle mani. Duri e callosi, inequivocabilmente mani da muratore, altro che poeta del cazzo! Non sarei stato in grado di ingannare neanche il più semplice degli uomini.
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narcistop · 3 years
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Oggi un nuovo episodio della rubrica di @Narcistop: #campanellidallarme, una rubrica che nasce allo scopo di fornire informazioni rilevanti che possano aiutare chiunque a proteggersi dagli attacchi dei predatori emozionali in ogni tipo di relazione🚨⠀ ⠀ ◾ Un campanello d'allarme è un fatto che costituisce un avvertimento di possibili complicazioni o di un aggravamento della situazione⠀ ⠀ ◾ Con "il senno di poi", tutte le vittime di abuso narcisistico riescono ad individuare numerosi segnali manifestatisi all'inizio della relazione: eventi incomprensibili, gesti poco chiari, comportamenti improbabili. ⠀ ⠀ ◾ Questi campanelli d'allarme vengono spesso incompresi ma ancora più spesso ignorati dalle vittime, che preferiscono razionalizzare gli eventi al fine di preservare la relazione.⠀ ⠀ 🚨LEGGI BENE🚨Ignorare un campanello d'allarme può essere fatale. Non farlo. ⠀ IMPORTANTE: Le situazioni descritte in questa rubrica non hanno lo scopo di asserire che un solo campanello di allarme significhi la presenza di tratti narcisistici. Le persone possono mettere in atto I comportamenti descritti in questa rubrica per le ragioni più varie ed è sempre importante contestualizzare. Lo scopo di questa rubrica è semplicemente quello di fornire alcuni spunti che possono rendere più semplice identificare personalità disturbate ed abusanti a chiunque senta già di avere intuito la presenza di numerose caratteristiche allarmanti. ⠀ 〰️⠀Carolina⠀ ⠀ ❓Riconosci questo campanello d'allarme nella tua relazione presente o passata? Se lo hai ignorato o se lo stai ignorando, riesci ad individuarne il motivo?⠀ ⁠⠀ 💬 Lascia la tua testimonianza nei commenti!⁠ ⁠⠀ 🚨 Condividi! Chiunque potrebbe avere bisogno di leggere questa informazione!⠀ ⠀ 〰️⠀⠀⠀⁠⠀ ⁠⠀ #narcisismopatologico #narcisista #abusopsicologico #narcisismo #relazionidolorose #abuso #amore #salutementale #amorproprio #crescitapersonale #sentimenti #relazioni #felicità #manipolazioneaffettiva #amoretossico #relazionitossiche #relazionipericolose #consapevolezza #autostima #pericolo # #istinto #ascolto #sicurezza #emozioni #psicologia #protezione #fiducia https://www.instagram.com/p/CQMBPsMlzsA/?utm_medium=tumblr
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Il narcisismo sano, patologico è il “buco” psichico
Il problema e la questione narcisismo, oggi come oggi, è visibile ovunque. In tanti ne parlano, in tanti ne scrivono la gravità e in tanti cercano di avvisarne circa la "tossicità" a cui può portare la frequentazione di un narcisista.
In pochi però scrivono della sua importanza e di quanto esso sia determinante per lo sviluppo e l'equilibrio del sé. Tutti noi abbiamo attraversato una “fase narcisistica” in cui abbiamo investito solo su noi stessi, sul 'proprio corpo come oggetto d'amore', senza considerare i bisogni degli altri che ci erano attorno. In questa fase, posta alla nascita di tutti noi, abbiamo creduto fermamente di essere onnipotenti, capaci di far comparire 'magicamente' ciò di cui si ha bisogno o mancanza.
Per la vita di ciascuno di noi, dunque, sentirsi onnipotenti, in questa primissimo momento di vita, è stato fondamentale per sviluppare, successivamente, un certo grado di autonomia, di autosufficienza, di stima di sé, indipendenza dall'ambiente e dagli altri, di sicurezza e di piacere nello stare con sé stessi. Il narcisismo, provando a fare un esempio, può essere una gratificazione, seppur psicologica, necessaria quando la realtà ci pone difronte a difficoltà e frustrazioni continue. Nell'adolescenza, si prenda spunto, quote di investimento narcisistico su sé stessi sono innumerevoli e poste a salvaguardia dalla frustrazione, dalle difficoltà scolastiche, da quelle cose che sembrano inutili, a volte incomprensibili e perciò umilianti le proprie capacità. Valorizzare al massimo il proprio narcisismo - elaborare disprezzo verso gli altri, vantarsi e farsi ammirare dai compagni e dalla compagne per la propria capacità di sfidare l'ambiente e l'autorità - permette a questi, in un brutto momento, di mantenere una certa stima di sé...purché tal momento e situazione duri poco permettendogli, quel tanto che gli serve, di ritrovare le energie per riaffrontare con animo più forte le difficoltà esterne.
Questa forma di narcisismo - che potrebbe dirsi sano - ha una funzione reintegrativa, fisiologicamente utile per la nostra attività e vita psichica. A volte infatti, per poter ritrovare se stessi è necessario ritornare nel proprio mondo interno, così da ritrovare in sé l'energia che in qualche modo ci è stata sottratta e ripartire per l'avventura della vita.
La vita allora, come ricorda Antonio Alberto Semi, è simile ad un pendolo che oscilla continuamente tra due poli: verso il mondo e le rappresentazioni esterne e verso il mondo interno, ovverosia verso sé stessi e, in particolare, verso l'Io. È questa oscillazione - ora verso un polo, ora verso l'altro - che permette una vita psichica equilibrata, appagante e ricca.
A determinare le cause di una patologia narcisistica è dunque la velocità dell'oscillazione del pendolo. Se infatti questa è protesa solo verso il polo del mondo interno, la persona, non investendo adeguatamente più sul mondo esterno, soffrirà di gravi problemi nel rapporto con gli altri, minando irrimediabilmente lo sviluppo della capacità di amare. Gli altri allora diventerebbero solo 'oggetti utilitaristici', necessari a tenere in piedi un'autostima che altrimenti, non trovando nulla a cui aggrapparsi, farebbe sprofondare in un oceano di (a) invidia in quanto, come dice Anna Segal, rifacendosi alla sua maestra Melanie Klein, "se una persona è interiormente convinta di avere qualche mancanza e di essere continuamente a rischio di venire scoperta nelle sue debolezze, sarà invidiosa di coloro che appaiono soddisfatti o che hanno quelle risorse che secondo lei potrebbe compensare le sue mancanze"; e (b) vergogna la quale, diversamente dalla colpa in cui si può avere la sensazione di non vivere all'altezza di uno standard, porta con sé la paura di essere irreparabilmente difettati, motivo per cui a questa emozione si accompagna l'urgenza di sparire, di non essere visti in una sorta di credenza onnipotente e magica secondo cui chi non guarda non può essere visto.
Il bisogno degli altri, come ben dice Nancy Mcwilliams, in questa forma di narcisismo c'è, ed è anche profondo...è l'amore per loro ad essere superficiale. Non c'è preoccupazione, comprensione, empatia per l'altro, c'è solo la ricerca e la necessità soverchiante di sentirsi apprezzati, capaci, efficienti.
Con queste persone - a sentirle parlare - risulta chiaro che a monte della loro sofferenza non ci sia un conflitto ma una sorta di deficit: nella loro vita interiore manca qualcosa.
A cosa è dovuto questo deficit?
È possibile che queste persone abbiano avuto un'importanza centrale per i genitori non per quel che erano veramente ma per la funzione che svolgevano. Il bambino ha imparato così ad essere apprezzato per rispondere prontamente ai bisogni genitoriali convincendosi, altrettanto chiaramente, che semmai fossero stati scoperti i suoi sentimenti reali, e in particolare quelli ostili ed egoistici, sarebbe stato rifiutato o umiliato.
André Green, più drammaticamente, fa risalire la patologia narcisistica al cosiddetto "complesso della madre morta". Naturalmente non si riferisce ad un lutto reale ma ad una condizione per cui la madre (o chi per lei) ad un certo punto distogliendo bruscamente il proprio investimento affettivo nei confronti del figlio "continua ad amare, continua ad occuparsi di lui. Ma, come si dice, 'senza metterci l’anima'" ragione per cui il bambino cresce, per l'appunto, con un 'buco' nella sua trama psichica.
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hunnyb-san · 5 years
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Is it friendship or love?
#2 writober2019
Fandom: Miraculous Tales of Ladybug and Chat Noir
Pairing: Ladynoir (Ladybug x Chat Noir)
Prompt: Bacio (pumpINK) and Fluff (pumpFIC)
Other tags: a little bit OOC, fluff, thought, love, kiss, Ladybug's shy, Chat Noir's cool and tries things
@fanwriterit
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Ed eccomi tornata, in stra ritardo con la pubblicazione, con il secondo giorno di questo evento!
Dico solo che questa fanfiction è stata sfornata alla velocità della luce, quindi spero non ci siano orrori grammatici.
Trama: la nostra Ladybug è stata profondamente colpita dalla dichiarazione del compagno e ha quella magica serata incisa in testa.
La brezza autunnale le sfiorava il volto, carezzandole le guance e infiltrandosi tra i suoi capelli. Le ciocche che le ricadevano ai lati seguivano il flusso del vento, svolazzando prima dietro e poi di fronte, ostacolandole la vista.
Il suo corpo fluttuava leggero, fremendo e squarciando l’aria ogni qual volta il suo yo-yo si agganciasse ad un palazzo, dandole lo slancio per librarsi in aria e spostarsi, mano mano sempre di più, verso la sua meta: la Torre Eiffel.
Quella notte, il monumento simbolico della città brillava sotto la luce dei riflettori e del lieve bagliore lunare, rendendo il paesaggio ancora più suggestivo agli occhi di coloro che, desiderosi di godere di tale vista, avevano solcato l’edificio raggiungendo l’altezza massima consentita.
Ma uno dei privilegi di essere Ladybug era il vantaggio di poter raggiungere il vertice di qualsiasi cima con un minimo sforzo!
Così, quando, immersa nelle giocose luci della città e celata ad occhi esterni dalla notte, i suoi piedi aderirono alle travi di ferro del piano superiore, che, come si aspettava, era deserto, Marinette si adagiò al suolo, soffocando un sospiro stanco e sdraiandosi comodamente per ammirare il cielo stellato.
Mentre spostava lo sguardo da una stella all’altra, quasi cercando – sperando – di collegarle tra loro tramite linee invisibili, un volto, ormai fin troppo conosciuto, le apparve dinanzi: si sarebbe aspettata di riconoscere i capelli dorati, i tratti leggeri e morbidi e un paio di profonde iridi verdi che la squadravano dall’alto, regalandole un sorriso sincero.
Ma ciò che il suo cuore decise di mostrarle, invece, era una folta chioma bionda, un sorriso provocante e due grossi occhi felini messi in risalto da una maschera nera che le ammiccavano.
Il suo cuore smise di battere per un attimo, sigillando le sue vie respiratorie e privandole dell’aria: era sempre stato naturale, per lei, fare parallelismi tra i due biondi, come se cercasse di giustificare il suo amore non corrisposto per il modello.
Ma ultimamente, più che porli su una bilancia, la sua mente non poteva fare a meno di associare alla figura del partner tutti i momenti fraintendibili avvenuti tra loro. E, con essi, il suo primo bacio.
Inizialmente, per chiunque lo chiedesse, o per sé stessa, era solita giustificarlo dicendo che si era verificato in una situazione di totale emergenza, ovvero riportare dal suo lato Chat Noir, caduto nelle mani del nemico.
Il che era fondamentalmente vero.
Se non fosse per la poca credibilità che Ladybug dava ora a quella giustificazione, in seguito ad un certo evento.
Chat Noir le si era dichiarato, aveva espresso perfettamente i suoi sentimenti dopo aver scherzato e flirtato con lei in ogni singola battaglia contro gli akuma.
Ladybug era rimasta profondamente colpita da ciò, ma il pensiero di poter perdere l’amicizia con Chat per una simile faccenda le aveva dato il coraggio di rifiutarlo e di rivelare che il cuore dell’acclamata supereroina di Parigi batteva già per qualcun altro.
Ma sin da quando Chat aveva accettato ciò e le aveva donato quella rosa, salutandola con un bacio sulla guancia… egli era diventato un pensiero fisso.
Marinette continuava a pensare al loro prossimo incontro e a sperare - arrogantemente - con impazienza che si verificasse in città un evento che richiedesse la presenza dei suoi due protettori.
Eppure, allo stesso tempo, il pensiero di ritrovarsi davanti colui che aveva mandato in tilt il suo sistema nervoso e che aveva azionato una bomba ad orologeria nel suo cuore, la rendeva più nervosa e incapace di decidersi sul da farsi.
Cos’era dunque Chat Noir per lei, adesso?
E mentre si interrogava con domandi incentrate sulla relazione che condivideva col partner, la sua concentrazione sull’ambiente esterno venne meno e non udì, o riconobbe, il rumore di passi a qualche centimetro di distanza da lei.
- My Lady, sai che per una fanciulla è pericoloso girovagare a quest’ora della notte tutta soletta? - le disse provocante, alzando appena le sopracciglia.
Ladybug, colta completamente alla sprovvista e nel bel mezzo di una crisi adolescenziale, balzò sorpresa, arrossendo di colpo di fronte allo sguardo dannatamente penetrante del compagno.
- C-Chat! Mi hai spaventata a morte! - si lamentò, mordendosi il labbro e posando la mano sul petto, come a indicare che il suo battito accelerato fosse la conseguenza di essere stata colta all’improvviso, e non qualsiasi altri motivo.
- Davvero? Credevo mi avessi sentito. - disse lui sorpreso, inclinando il capo e squadrandola attento: se la posa non diritta, le labbra leggermente schiuse e gli occhi puntati su di lui non erano indizi sufficienti, allora lo era di sicuro il rosso accesso sulle sue guance.
Curioso di tale comportamento le si avvicinò, non potendo fare a meno di notare il modo in cui il corpo della ragazza si irrigidisse ad ogni suo passo.
Chat Noir sorrise beffardo e un po’ intenerito, trattenendo l’immensa eccitazione che una tale reazione dell’amata suscitava nel lato più timido e introverso di Adrien.
Che la sua Lady fosse stata colpita dalla sua dichiarazione fino a quel punto?
Beh, aveva solo un modo per scoprirlo.
- C-Che stai facendo? - chiese lei, osservandolo raggiungerla in pochi, ampi, passi che la costrinsero ad indietreggiare fino ad incontrare il muro alle sue spalle.
Chat Noir puntò un braccio su codesto muro, annullando le distanze fino a che le loro fronti si sfioravano appena, mandando intensi brividi lungo i corpi di entrambi - Non sarà mica che la coraggiosa Ladybug ha perso la sua determinazione per colpa della serenata di un gattino innocente -
Di fronte a quelle parole, il volto di Marinette esplose in mille sfumature di rosso, una più forte dell’altra, mente percepiva l’ansia della sua vita quotidiana farsi spazio in lei e riaffiorare.
- Ma cosa dici? - sospirò lei, scuotendo il capo a destra e sinistra con violenza, come se volesse convincere sé stessa di ciò, mentre cercava di spingere il compagno lontano.
Tuttavia, forse perché le sue parole l’avevano colpita al punto da privarla della sicurezza determinante nel suo ruolo di supereroe, o forse perché non voleva allontanarlo, Chat non si mosse di un centimetro, ma anzi, comprendendo che Ladybug non riusciva – o non voleva – allontanarlo da sè, egli si chinò su di lei, lasciando defluire il peso sul braccio poggiato al pilastro.
Il corpo di Chat chiuse il suo in una morsa e Ladybug, le cui mani erano ancora posizionate sul petto tonico dell’altro, non faceva alcun accenno a spingerlo via.
- Perché se così fosse, sarebbe una conquista fin troppo semplice -
Il secondo che seguì quelle ultime parole era immerso nel silenzio totale e la mente di Marinette era talmente buia e caotica da mettere in dubbio ogni certezza.
L’unica sua sicurezza, era che Chat Noir se n’era andato, lasciandola lì, da sola, sul vertice della Torre Eiffel, in quel vortice di emozioni incomprensibili.
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