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#ma per l'ultima stagione...
onetouchparadise · 11 months
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E il Panita ci lascia dopo tanti anni...
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occhietti · 11 months
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Si andava al mare e si restava
tre settimane, forse un mese.
Si passava la giornata a desiderare di fare il bagno, a supplicare gli adulti, a negare di aver mangiato; ci si buttava in mezzo alle onde monitorati dallo sguardo di sbieco di qualche genitore sulla riva; si calciava la marea con gli stinchi, fino a fare male. E quando si beveva l’acqua salata, per il dispetto di qualche altro bambino, il desiderio di vendetta durava non più di qualche secondo e comunque da lì alla seconda onda spumosa. I piedi bruciavano dal lettino alla riva e si correva verso la battigia con le urla e i richiami che si sperdevano alle spalle e si dissolvevano fra gli stabilimenti.
Il lettino era una conquista da adulti, i bambini potevano solo sedersi a terra, sopra a un telo che si riempiva di sabbia. Lo scrollavano le madri lamentose, con i granelli che volavano via con il vento e che andavano guidati, lontano dagli occhi, dalle borse appese agli ombrelloni, dagli altri. I ghiaccioli si scioglievano a toccarli con le labbra e sgocciolavano sulle dita dei piedi, diventando colla colorata da lavare a riva. Si scavavano buche per trovare l’acqua e a volte si trovavano conchiglie dure, da farsi male, spezzarsi le unghie. Non si smetteva di cercare, si continuava con l’altra mano.
Le regole erano chiare e sicure: tre ore lontano dai pasti ogni bagno, al primo richiamo risalire, al calcio balilla non frullare, non allontanarsi mai. Solo l'ultima non rispettavo e mi chiamavano al microfono con il mio nome o, se proprio non tornavo, con il colore del mio costume. Era bello parlare con gli adulti sdraiati che facevano finta di comprare le conchiglie che si andava a vendere, tutte, anche quelle più brutte o spaccate. Accadeva il miracolo semplice dello scambio, il segreto incontrovertibile nell’atto: io che davo e qualcuno che prendeva e ridava indietro, senza condizione. Io ho qualcosa da darti e tu lo prendi. Ho un’acqua e tu una sete.
Il tempo non c’era, non esistevano i giorni che consumano, esisteva la luce per andare in spiaggia, la penombra per rientrare e il buio per girare sui marciapiedi gremiti, con l’odore delle creme degli altri e i salvagenti appesi nei negozi illuminati al neon.
A un certo punto, si preparavano le valigie si lavavano bene le posate della casa e si andava via, dopo avere riconsegnato le chiavi a un’agenzia con la vetrina spoglia. Il viaggio del rientro era lungo, fatto di nausea, di aria che usciva tiepida dai bocchettoni della macchina stipata. Il cane boccheggiava con la lingua fuori a tratti e mia nonna teneva stretta la maniglia alla sua destra, in alto, come se dovesse cadere da un momento all’altro.
Era il segno che l’estate stava finendo, i compiti delle vacanze erano stati fatti per metà, ci sarebbero stati altri pomeriggi, nella penombra del soggiorno, a casa dei nonni materni, con mia nonna a riposare nella stanza accanto o a farsi fare la tinta dall’amica Vera, con l’odore forte di ammoniaca in cucina.
La vita era davanti e si poteva aspettare, senza morirsi addosso, trattenere il respiro fino al primo temporale a segnare una nuova stagione, la seconda delle uniche due. Si poteva aspettare l’inverno come non fosse una fine, un ridursi, un passare.
Era il tempo fisso dell’infanzia, con i volti eterni, per sempre fermi sulla battigia a tenere il telo ad asciugare. Si poteva credere ricominciasse tutto da capo, nel suo cerchio, in eterno identico. Attendere ritornasse il presente caldo, il presente vacanziero, ma attenderlo d'inverno... come fosse un futuro.
- Beatrice Zerbini
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wolferetic · 1 year
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ɢᴏᴏᴅʙʏᴇ ꜰʟᴀꜱʜ ⚡ Pur non avendo molto tempo da dedicare alle fan art personali, ci tenevo tantissimo a fare un veloce sketch sul mio velocista scarlatto preferito dell'intero multiverso DC, avendo finalmente potuto visionare la stagione conclusiva di questa serie. Ho amato The Flash, è stato il primo telefilm dell'Arrowverse in cui mi sono imbattuta, e non finirò mai di ringraziare abbastanza @andreabroccardo per avermi fatto vedere alcune puntate della prima stagione tanti anni orsono. Mi ha trasmesso tantissimo il personaggio di Barry Allen, mi sono entusiasmata per le sue avventure, emozionata, ho pianto e riso tantissimo, certo, ci sono stati alti e bassi, nove anni sono tanti e lo staff ha dovuto superare molti ostacoli durante la creazione della serie ma, ciononostante, l'episodio finale è stato incredibile! Ho avuto l'ultimo colpo di scena che mi ha commossa, ho adorato gli easter egg, certi personaggi mi hanno sorpresa e il finale, nonostante tutto, mi ha lasciato con quella voglia perenne di continuare a sognare di nuove avventure per il team Flash. Non saprei bene cosa altro aggiungere se non 𝐆𝐑𝐀𝐙𝐈𝐄 agli attori, allo staff e alla DC per avermi regalato questo telefilm che avrà sempre un posto speciale nel mio cuore. ❤️ Per l'ultima volta voglio sussurrare al vento... 𝒸𝑜𝓇𝓇𝒾 𝐵𝒶𝓇𝓇𝓎, 𝓬𝓸𝓻𝓻𝓲.
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t-annhauser · 6 months
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Turandot, per chi non è appassionato, è l'ultima opera di Puccini, incompiuta a causa della sua prematura scomparsa. È storicamente anche l'opera con la quale si chiude la grande stagione dell'opera lirica, iniziata tradizionalmente con la rappresentazione dell'Orfeo di Monteverdi presso la corte di Mantova. Gli appassionati dell'opera, chiamati melomani, sono persone speciali: sanno accettare il buffo e l'anacronistico contenuto nei libretti per andare oltre la loro involontaria comicità e godersi la musica e il bel canto. Il bello di Turandot è che è pura fantasmagoria, una favola apparentemente senza senso ma che l'abilità teatrale di Puccini ha reso speciale. Turandot è la figlia dell'imperatore della China (in origine la favola era persiana, ma Puccini, dopo il Giappone e il Far West, aveva deciso che trovava più esotica la China). I suoi pretendenti vengono sottoposti a una prova mortale: a chi non risponderà ai tre enigmi proposti da Turandot verrà mozzata la testa. Nessuno risponde correttamente, e il regno di China si trasforma in un'impresa di pompe funebri. Cosa mi piace di più della Turandot? La prima parte misteriosa e cupa, la comicità di Ping, Pong e Pang, ministri imperiali un po' papponi e un po' beccamorti. Aria più famosa: "Nessun dorma". Aria preferita: "Perché tarda la luna?". Mia edizione preferita, questa (Innamorato perso di Liu/Barbara Frittoli):
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turuin · 9 months
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And counting
Sono tornato in studio, scrivania-a-scrivania con mia moglie. Su sua espressa richiesta. A parte il fatto che la powerline ogni tanto fa le bizze e i battibecchi giocoforza più frequenti, non si sta male: sono anche riuscito a collegare un modulo audio esterno al mio PC per registrare senza fare scambi di cavi ogni volta, e conto di ricominciare a suonicchiare per divertimento e per registrare qualcosa. Devo comprare delle tendine perché la luce alle spalle mi si riflette sul monitor. Ho portato il giradischi vicino a me e finalmente posso ricominciare a mettere su dei 33 giri; mi mancava, e in salotto proprio non era possibile. Next step, far stare almeno una delle mie due librerie alle mie spalle. Sono rientrato al lavoro senza troppa convinzione. Stasera ho un aperitivo con il collega che ci abbandona dopo 10 anni per andarsene in Svizzera a rifarsi una vita. Domani festeggio 11 anni di matrimonio. E' uscita l'ultima stagione di Disenchanted, ho ripreso a correre sul tapis roulant, ho sempre sonno ma lotto per restare sveglio. Senza falsi pudori e giri di parole, se i miei continui sogni erotici vogliono dire qualcosa ho un gran bisogno di scopare spegnendo il cervello e concentrandomi solo sul piacere fisico. Ma pure lì, tocca aver pazienza e provvedersi da sé nel frattempo, ché i bisogni sono evidentemente non gli stessi per tutti. Magari mi rimetto a disegnare un po' prima dell'Inktober, giusto per non arrivarci in condizioni di merda.
E' settembre. Andiamo, diceva quello, è tempo di migrare.
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omarfor-orchestra · 6 months
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Oddio vero!!! su Nudes erano tutti inguardabili ahaha e concordo sul salto di qualita' della fiction italiana, secondo me e' una bella soddisfazione. Vuoi per piu soldi in produzione grazie alle piattaforme nuove e che anni fa non c'erano, o per questa nuova generazione di talenti ma la fiction e' migliorata TANTISSIMO rispetto a 10-15 anni fa. Mi ricordo i telefilm italiani che guardavo io quando avevo 13-14 anni, sia crime che medical drama o 'romcom' appunto, facevano davvero davvero piangere... sia a livello di recitazione (tipo Branciamore le cui scene drammatiche venivano fuori da una puntata di The Lady di Lori del Santo) sia a livello di tematiche/svolgimento. Alcuni prodotti italiani degli ultimi anni sono addirittura superiori alle serie americane/inglesi a mio avviso e il merito e' secondo anche degli attori che ci recitano. Se serie come Mare Fuori, Suburra, Gomorra o Doc per dire, venissero dall'America con cast americano/inglese farebbero i miliardi
Sì ci sono ancora alcune cose discutibili (vedi Lea che nonostante un cast non malissimo fa veramente pietà, ma anche la prima stagione di un profe se proprio vogliamo) però vedo un miglioramento anche piuttosto repentino nella qualità. Hanno finalmente capito che non tutto deve essere soap e forse è anche merito del mescolamento e dell'esperienza che tanti fanno all'estero, vedi ad esempio Simona Tabasco che con il percorso che ha fatto si ritrova per forza di cose nelle condizioni di pretendere di più. C'è anche da dire che la fiction ora non è più considerata l'ultima ruota del carro ma un gran bel trampolino di lancio (e secondo me qui Mare Fuori deve prendersene il merito) spronando a fare il massimo con le risorse a disposizione e non il minimo indispensabile alla Occhi del Cuore come si faceva fino a poco fa. È bello che almeno adesso se prendono gente con un seguito lo fanno anche perché sono bravi, non solo perché sono bellocci.
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multiverseofseries · 3 months
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Stranger Things 5: tutto quello che sappiamo sulla nuova stagione
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La notizia che tutti aspettavamo con grande trepidazione. È tempo di tornare ad Hawkins. Ed è tempo di immergersi nel Sottosopra, per un'ultima e indimenticabile volta. Anche se non c'è ancora data di uscita, Netflix ha, da poco, annunciato l'inizio della produzione della stagione 5 di Stranger Things, che racconterà l'emozionante (e forse dolorosa?) fine della storia iniziata nel lontano 2016. Con l'annuncio, dell’avvio delle riprese, è arrivata anche la prima foto del cast. In quell'immagine ci sono proprio tutti i protagonisti di uno show diventato iconico.
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E sì, c'è anche Sadie Sink, la nostra amata Max, un personaggio il cui destino è ancora in bilico tra la vita e la morte. Ma dobbiamo aspettarci davvero una stagione indimenticabile? "Questa stagione è come se fosse la stagione uno con gli steroidi" hanno dichiarato qualche mese fa i creatori di Stranger Things, i Duffer Brothers. "È la più grande in assoluto in termini di scala, ma è stata davvero divertente, perché tutti sono di nuovo insieme a Hawkins: i ragazzi e Undici interagiscono di più, in linea con quanto accadeva nella prima stagione".
Stranger Things 5 sarà interamente ambientata ad Hawkins
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Come avevano confermato i Duffer Brothers subito dopo la fine della stagione 4, l'ultima stagione di Stranger Things sarà ambientata interamente ad Hawkins. Come, d'altra parte, si poteva immaginare guardando l'ultima scena dell'episodio, che ha visto i protagonisti su una collina a scrutare l'orizzonte nerissimo con delle colonne di fumo uscire dalla terra per arrivare alte fino al cielo. Se Stranger Things 5 si svolgerà interamente a Hawkins, è probabile che non ci sia alcuna fase d'attesa, e che l'azione "partirà in quarta", senza un attimo di respiro.
Mad Max, tra la vita e la morte
Ci sarà anche Max (Sadie Sink), come abbiamo visto dalla foto del cast. E sarà lei che per prima ci farà trepidare, sin dalle prime scene, anche se, per lei come per gli altri personaggi, dovremo restare con il fiato in sospeso fino alla fine. Stranger Things, infatti, ci ha anche abituato alle "morti dolorose".
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Infatti, la prima risposta che ci darà la quinta stagione è che ne sarà di Max: l'avevamo lasciata in coma con la vista e l'udito fuori uso e gran parte delle ossa rotte. I Duffer Brothers avevano svelato che nelle loro intenzioni originali  Max sarebbe dovuta morire nella stagione 4. Ma alla fine non sono riusciti a eliminare un personaggio tanto interessante quanto amato, e hanno deciso quindi di tenerla in vita.
Eddie Munson is alive!
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Non è più in vita ma è sempre tra noi, Eddie. Sì, a quanto pare insieme a Max, ripartiremo da un altro dei personaggi cult di Stranger Things 4. Infatti una delle prime foto dal set, "rubate" e diffuse sui social, della nuova stagione ci hanno mostrato Dustin Henderson (Gaten Matarazzo) al cimitero, in visita alla tomba vandalizzata di Eddie Munson. Dustin, in omaggio alla loro amicizia, indossa orgogliosamernt una maglietta dell'Hellfire Club. Eddie è stato una delle grandi intuizioni dei Duffer Brothers in Stranger Things 4, diventando subito uno dei personaggi preferiti dai fan, indimenticabile il suo assolo su Master of Puppets dei Metallica, dopo il suo eroico sacrificio per salvare i suoi amici. La città di Hawkins, però, è ancora all'oscuro di tutto, e i suoi cittadini continuano a credere che sia stato Eddie ad uccidere Chrissy. E credono anche che l'Hellfire Club sia una specie di una setta satanica, con Eddie come suo leader. Ma se Eddie non potrà tornare in vita, di certo Dustin e gli altri riusciranno a riabilitare la sua memoria.
Ci sarà Linda Hamilton. Ma non ci saranno...
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Anche nella sua quinta e ultima stagione, Stranger Things darà il consueto omaggio agli anni Ottanta. In questi anni abbiamo visto tante presenze di attori simbolo degli 80s. Ricordiamo Matthew Modine e Sean Astin. E la guest star di questa nuova stagione sarà una vera e propria icona degli anni Ottanta: Linda Hamilton, l'indimenticabile Sarah Connor della saga di Terminator, ovviamente non sappiamo ancora che ruolo ricoprirà. Chi non tornerà, come ha dichiarato recentemente, è Sean Astin, che nella seconda stagione era apparso nei panni del fidanzato di Joyce Byers, Bob Newby. Anche lui sacrificatosi per salvare Joyce e i ragazzi. Ma è un personaggio così amato che, in tanti, lo avrebbero voluto vedere nuovamente, magari in un flashback. Non ci sarà neanche l'Argyle di Eduardo Franco, l’amico fattorino di Surfer Boy Pizza, di Jonathan Byers. Molto simpatico e molto amato dai fan, ma sicuramente non un personaggio centrale.
Stranger Things: un finale commovente?
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Dopo la monumentale stagione 4, con episodi lunghissimi, la stagione 5 dovrebbe tornare alle origini, con episodi più brevi, lasciando così per l'episodio finale un respiro più lungo, quasi quanto quello di un film. A proposito del gran finale, è stato David Harbour, cioè il caro Hopper, a dire qualcosa sul finale. "So dove andremo a finire ed è molto, molto commovente" ha dichiarato. "Questo è il termine che userò... È un'impresa incredibile. Voglio dire, le scene e gli eventi che vedremo visto sono più grandiosi di qualsiasi cosa abbiamo fatto in passato". A sentire queste parole, l'hype dei fan è cresciuto ancor di più. Ma sale anche la paura che alcuni dei beniamini dei fan possano lasciarci. In molti, tra i fan, temono che sarà proprio l'amatissimo Steve Harrington di Joe Keery ad affrontare la dipartita; un personaggio che, da bullo, è diventato il più grande amico e alleato dei giovani protagonisti.
Come sconfiggere il passare del tempo?
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Ma, oltre che contro Vecna, i nostri protagonisti dovranno lottare contro il passare del tempo. Già nella quarta stagione li avevamo visti cresciuti. Ora, sono passati altri due anni. Del resto, è questo il problema delle saghe molto lunghe e che hanno per protagonisti preadolescenti, un po' come era successo per Harry Potter. I produttori di Stranger Things hanno pensato a questa problematica, come ha dichiarato Shawn Levy. "Abbiamo già visto il cast del nostro show crescere sotto gli occhi del pubblico, e tra i 12 e i 22 anni ogni essere umano cambia profondamente. il passare del tempo non aiuta di certo. Detto ciò, il nostro reparto di acconciatura, trucco e costumi è davvero eccezionale a usare tutti gli strumenti che ha a disposizione. Gli anni '80 sono anche nostri amici nel restituire a questi giovani attori adulti i loro iconici personaggi di Hawkins. Quindi useremo tutti gli strumenti a nostra disposizione. E so che il nostro cast è ansioso di tornare al lavoro come tutti noi".
L'inizio della fine
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L'incipit della sceneggiatura dell’ultimo atto di Stranger Things, comunicata via social, si apre con queste parole "Buio. Vento freddo. Fruscio di alberi. E... la voce di un ragazzino canta una canzone familiare". Ma quale canzone sarà? Forse il tema della quarta stagione, ovvero Running Up That Hill di Kate Bush? O l'altra canzone cult della passata stagione, Master Of Puppets dei Metallica? O Should I Stay Or Should I Go dei Clash, che era una delle chiavi narrative della prima stagione? Ma c'è una canzone che i fan di Stranger Things vorrebbero sentire: Don't Give Up di Kate Bush e Peter Gabriel. Ovvero, "non mollare". Beh viste le sfide che i protagonisti dovranno affrontare, il brano risulterebbe emblematico.
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weirdesplinder · 8 months
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La casa nella prateria, i romanzi
Forse non tutti sanno che la serie televisiva La casa nella prateria è stata tratta da una serie di romanzi dal titolo originale Little House, scritti tra il 1943 e il 1945 dalla scrittrice statunitense Laura Ingalls Wilder. Se siete amanti dei romanzi di Louise May Alcott (Piccole donne) e Lucy Maud Montgomery (Anna dai capelli rossi) credo vi potrebbe veramente piacere questa serie di romanzi che è stata pubblicata più volte anche in Italia col titolo La piccola casa nella prateria, l'ultima edizione in ordine cronologico è di Gallucci editore ed è di facilissima reperibilità.
Link: https://www.galluccieditore.com/
Laura Elizabeth Ingalls Wilder (Pepin, 1867 – Mansfield, 1957) prese a ispirazione la sua stessa infanzia per scrivere i suoi romanzi, infatti aveva appena quattro anni quando suo padre decise di lasciare il Wisconsin per cominciare una nuova vita nei territori messi a disposizione dei coloni dal governo americano.
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La serie ed Little house è composta da 9 libri:
1. La casa nella prateria (titolo originale Little House on the Prairie) Link: https://amzn.to/3tfLaNa
Trama: In viaggio verso il Kansas con la famiglia Ingalls. La vita nella prateria è difficile e talvolta persino pericolosa, ma papà, mamma, Mary, Laura e la piccola Carrie sono felici di realizzare il sogno di una nuova vita
2. Sulle rive del Plum Creek - La casa nella prateria 2 (titolo originale On the Banks of Plum Creek)
Link: https://amzn.to/3F2TSB7
Trama: La famiglia Ingalls comincia una nuova vita nel Minnesota. Mamma e papà lavorano sodo per costruire una casa e coltivare la terra, Mary e Laura cominciano la scuola e la piccola Carrie cresce a vista d'occhio. Le difficoltà e i pericoli sono tanti, nella prateria, ma gli Ingalls li affrontano con tenacia e ottimismo.
3. Sulle sponde del Silver Lake - La casa nella prateria 3 (titolo originale By the Shores of Silver)
Link: https://amzn.to/46vmQFf
Trama: Laura e la sua famiglia si trasferiscono nel Sud Dakota, con la speranza di farsi assegnare un appezzamento di terreno in cui stabilirsi defi nitivamente. Ogni giorno sulle sponde del Silver Lake arrivano coloni in cerca di fortuna. Gli Ingalls dovranno darsi molto da fare per difendere la loro futura fattoria.
4. Il lungo inverno. La casa nella prateria: 4 (titolo originale: Long Winter)
Link: https://amzn.to/46Qlkht
Trama: Gli Ingalls affrontano con coraggio il terribile inverno nel Dakota. In casa tutta la famiglia lavora sodo per sopravvivere alle tempeste di neve. Ma l’intero paese resta senza provviste e il giovane Almanzo Wilder decide di affrontare un pericoloso viaggio alla ricerca di cibo…
5. Piccola città del West. La casa nella prateria: 5 (titolo originale Little Town on the Prairie)
Link: https://amzn.to/3tlqLpS
Trama: Con l’arrivo della primavera la famiglia Ingalls può finalmente partecipare alla vita sociale della piccola città del West in cui si è trasferita. Laura stringe amicizia con Almanzo Wilder, il suo futuro marito, e lavora con impegno per guadagnare il necessario a far studiare Mary all’università.
6. Gli anni d'oro. La casa nella prateria: 6 (titolo originale These Happy Golden Years)
Link: https://amzn.to/3PDdKjc
Trama: Laura è cresciuta, vive lontana dalla famiglia e insegna in una scuola... anche se molti dei suoi alunni sono più alti di lei! Ma ogni venerdì il suo amato Almanzo Wilder viene a prenderla e la riporta a casa per il fine settimana. Sono anni felici, che preludono a nuove e importanti tappe della vita.
7. I primi quattro anni. La casa nella prateria: 7 (titolo originale: The First Four Years)
Link: https://amzn.to/3PGZFB6
Trama: Laura e Almanzo Wilder, appena sposati, cominciano con grandi speranze la loro vita insieme in una casetta nella prateria. Ma ogni stagione porta inattesi disastri: tempeste, malattie, incendi, debiti. I due giovani non intendono però lasciarsi abbattere. Anche perché ora la famiglia è cresciuta…
8. Nei grandi boschi del Wisconsin. La casa nella prateria Prequel (titolo originale Little House in the Big Woods)
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Trama: Questo romanzo racconta la prima infanzia di Laura Ingalls che, a quattro anni, vive ancora in una piccola casa di legno, ai margini dei Grandi Boschi del Wisconsin. C’è sempre tanto da fare per tutti ma la sera, dopo una lunga giornata di lavoro, le allegre note del violino di papà riuniscono la famiglia felice intorno al fuoco. 
9. La storia di Almanzo. La casa nella prateria Prequel 2 (titolo originale Farmer Boy)
Link: https://amzn.to/3PYoA4q
Trama: Qusto romanzo racconta invece l'infanzia del futuro marito di Laura, Almanzo. Mentre Laura Ingalls cresce all’Ovest, Almanzo Wilder nasce in una prosperosa azienda agricola nello stato di New York. Qui, insieme al fratello e alle due sorelle, lavora dall’alba al tramonto nei campi e nelle stalle, con qualunque tempo e in ogni periodo dell’anno. Ma di tanto in tanto c’è anche modo di divertirsi… 
Questi libri oltre ad ispirare la serie televisiva che tutti abbiamo visto e che va tuttora in onda in replica sui nostri schermi televisivi ogni giorno sul canale 27 del digitale terrestre, ha anche dato vita ad un cartone animato giapponese prodotto tra il 1975 e il 1976 dal titolo Laura (Sōgen no shōjo Rōra, lett. "Laura la ragazza delle praterie) che andò in onda anche in Italia, ma sinceramente non lo ricordo perchè all'epoca non ero ancora nata e poi non ne lo hanno trasmesso molto in reoplica immagino. Però se vi interessa recuperarne qualche puntata qualcosa su Youtube c'è.
La serie televisiva americana La casa nella prateria è disponibile con tutte le sue stagioni anche su Prime video, nel caso vi interessi
Prova Prime video: http://www.amazon.it/provaprime?tag=weirde-21
E si possono acquistare anche i dvd qui: https://amzn.to/3PFXmhD
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mermaidemilystuff · 2 years
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🍦✨ Mermaid Emily IceCreams ✨🍦
#11 Coppa del Nonno, Macchiato al caramello
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Ormai siamo verso la fine di questa stagione, sarà l'ultima recensione di questa estate? È arrivato il momento di prendere uno stagista e sarà il mio gatto? Intanto, scopriamo il gelato di oggi: una Coppa del Nonno edizione speciale. Scopriamo per davvero perché, non so voi, ma io di questa novità non ho visto nulla se non un giorno a casissimo la scatola nel banco gelati.
Il gelato è presentato come: gelato alla panna e crema gelato al caffè, con variegatura al caramello decorato con pezzi di caramello salato ricoperti di cioccolato fondente. In più, questa coppa del nonno si rinnova e sta al passo con i tempi: il bicchierino diventa trasparente ed è realizzata con il 50% di plastica da fonti rinnovabili.
I primi cucchiaini sono per forza di cose accompagnati dai pezzetti al caramello salato che, devo dire, oltre ad essere molto buoni e golosi ci stanno piuttosto bene. Avevo timore che il caramello salato non si sposasse molto col sapore al caffè, ma con questa quantità e l'accostamento al cioccolato è un buon risultato. I due gelati sono uno il cuore di un altro: il gelato al caffè racchiude con un sottile strato quello alla panna. I due gelati assieme hanno un buon sapore, abbastanza delicato, che viene spinto dai pezzetti di caramello. Sono molto morbidi e cremosi e, anche questo aspetto contrasta molto bene con la croccantezza del caramello. Il tutto è affogato nel caramello, abbastanza presente ma anche abbastanza delicato che si accosta, però, bene a tutto il resto.
Credo che la caratteristica migliore di questa coppetta sia esattamente la coppetta: trasparente che fa vedere bene il gelato affogato. Il gelato, invece, per quanto possa essere cremoso e buono non ha nulla di eccezionale. Un gelato senza infamia e senza lode: un buon gelato da fine pasto per cui non rischierete di finire la scatola in due giorni.
Voto:🍦🍦🍦/5
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sandnerd · 10 months
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Higurashi no naku koro ni - Let's talk about!
Lo so, di anime carini e pucciosi che nascondono un risvolto horror ce ne sono ormai a iosa. Ma nel lontano 2006 non era così. Nel lontano 2006 (ben 17 anni fa, zio Pietro prendimi i sali perchè sono troppo vecchia) se ti ritrovavi un anime con delle ragazze kawaii dagli occhioni sbrilluccicanti, i capelli dai colori vivaci e le voci squillanti (sembra quasi una canzone di Cristina D'Avena), pensavi che fosse solo questo, un anime con ragazze kawaii e tutta la pappardella sopradetta. Dunque, immedesimandoci in questo contesto, e nella mente di uno sprovveduto spettatore, appare chiaro come mai Higurashi no naku koro ni sia un must per tutti gli appassionati del genere horror/creepy/psicologico.
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Il titolo, tradotto in inglese come "When they cry", contiene un simbolo hiragana che da un lato si riferisce ad un pianto se si parla di esseri umani, ed al frinire delle cicale in estate se si parla di versi, un suono molto insistente e che da solo fa da colonna sonora a tutto l'anime. Non sentirò più delle cicale in un anime senza pensare ad Higurashi. E già con un titolo del genere dovrebbero drizzarsi le orecchie allo spettatore di turno, poichè non mi risulta che in un anime con ragazze kawaii e basta si parli di pianti. Di primo acchitto può sembrare un malloppone, siamo davanti a ben 4 stagioni, dalla media di 25 episodi per le prime 3 e 15 episodi per l'ultima, questo volendo evitare tutti gli speciali, che con la storia principale non hanno niente a che fare, ma se vuoi guardare anche quelli ce n'è abbastanza per diventare hikikomori solo con questa serie. E fai rifornimento di acqua, in estate è importante bere! Come dicevo quindi, un bel malloppone, ma risulterà chiarissimo quanto siano scorrevoli gli episodi, non perchè leggeri di per sè, ma talmente coinvolgenti che li addenti uno dopo l'altro, come se fossero smarties, senza nemmeno capire che ti sei finito un'intera stagione in un solo pomeriggio.
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Ma andiamo con ordine. Giugno del 1983, le date sono importanti (wink wink). Keiichi, tipico ragazzo normale degli anime, a causa del lavoro di suo padre, ma ciò non importa mai granchè, si trasferisce in un villaggetto nel bel mezzo del nulla (e te pareva; quando mai sono metropoli?) di duemila anime, animali e piante compresi, e fa amicizia con 4 ragazze, Rena che ha la sua età, Shion che è più grande, Satoko e Rika che sono più piccoline. I bambini/ragazzi vanno tutti nella stessa classe, perchè in tutto il villaggio ce ne sono solo 15, e i più grandi aiutano i più piccoli (un applauso alla maestra, utilissima). Ma ben presto Keiichi scopre alcune voci molto inquietanti che circolano nel villaggio e che riguardano il suo passato ed i suoi abitanti. Questa la premessa, priva di spoiler. Perchè da qui in poi è dura parlare di Higurashi senza spoilerare. E non voglio neanche togliere il divertimento di scoprire la verità che si cela dietro la facciata apparentemente semplice di questa realtà presentata. Leggevo infatti molte testimonianze di persone che evidentemente conoscevano già la storia, e che spronavano gli spettatori incerti o confusi di continuare la visione, perchè ne sarebbe certamente valsa la pena. E che dire, ho seguito il loro consiglio nonostante non avessi bisogno di essere spronata, l'atmosfera dell'anime mi aveva già catturata fin dai primi episodi. E sono stata ricompensata, poichè ciò che ho scoperto via via, episodio dopo episodio, devo dire che mi ha pienamente soddisfatto. Davvero, voglio fermarmi qui perchè non voglio avere sulla coscienza gente che afferra mannaie a caso o mi infila spilli negli onigiri e mi viene a cercare perchè gli ho rovinato il divertimento. Filate a guardare l'anime, da bravi.
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Personalmente trovo che la prima e seconda stagione siano un gioiellino, suspence e momenti ilari sono super calibrati, le scene violente mantengono una semplicità che rafforza l'angoscia del momento, le vicende trasudano di un'inquietudine che non sai nemmeno da dove deriva, ma sai che c'è, lì, aldilà della porta socchiusa, che ti fissa con occhio attento dal corridoio buio. La paranoia cresce man mano che vai avanti, prendi note per non perdere nemmeno un dettaglio, convinta che tu non sei come gli altri, tu la trama la sbroglierai subito, senza capire che stai incappando nella stessa ragnatela in cui sono incappati tutti nessuno escluso prima di te. Noti che ci possono essere dei punti di congiunzione tra alcune vicende raccontate, fai un collegamento, ma subito dopo ti perdi di nuovo, davanti a nuovi elementi che smontano le ipotesi che stavi facendo un momento prima. Insomma, queste due prime stagioni meritano tutta l'attenzione che potete dare loro. Parola di scout.
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Devo invece esprimere qualche dubbio sulle ultime due stagioni. Sarà che sono del 2020-21, mentre le prime due sono del 2006-07, sarà che forse il franchising ha voluto mettere il burro su troppo pane, sarà qualsiasi cosa, ma il mordente delle prime due stagioni a mio parere si perde e viene rimpiazzato da una premessa un po' banale, e nel contempo troppo complessa forse per reggere il paragone con la limpida semplicità iniziale, un background psicologico che invece di maturare regredisce, un insieme di corsi e ricorsi storici, tanti episodi sprecati quando la soluzione al problema era a portata di cervello, se solo si fossero avuti i neuroni necessari. Non so, sarà che sono una nostalgica e per me certe prime volte non si discutono, ma le prime due stagioni non hanno pari e, quanto meno per conoscere un must di questo genere, vanno guardate. Mi dicono che le due ultime stagioni, che appunto non mi hanno pienamente convinto, siano connesse ad Umineko no naku koro ni, un titolo molto simile ad Higurashi ma che purtroppo non è stato sapientemente trasposto in versione animata, quindi se mai avrò la possibilità di leggere la storia di Umineko capirò quanta verità c'è dietro questa diceria.
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Siamo arrivati alla fine, e devo dire che mi merito un applauso perchè sono arrivata fin qui senza spoilerare, mi faccio pat-pat sulla spalla intanto. Vi do appuntamento ai prossimi commenti, grazie per la lettura! A presto, -sand-
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mazza-italo · 1 year
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tappa 15
Tappa 15   Da   Voghera  a   Carrù
Distanza: 152 km    tempo complessivo: 8 ore 01 min   ascesa 805 m
anche questa tappa una di trasferimento,  un po di salite attorno ad Alessandria (colline), attorno ad Asti e  per salire a Carrù, tempo buono, caldo a tratti, vento modesto, traffico scarso, strade abbastanza buone.
Ultima tappa del viaggio perchè per domani sono previsti temporali sulla provincia di Cuneo, sono già vicino a casa, strade conosciute e quindi poche ragioni per pedalare sotto la pioggia,
Così la Iride mi viene a prendere al casello autostradale di Carrù, previsto incontro alle 16.00.
Passata la notte al albergo Corona di Voghera, molto sui generis, molto decadente, ma per il week end non si trova nulla: vorrei sapere quali sono le attrattive di Voghera e dintorni di questa stagione per rendere tutto sold out per gli hotel. Ma tant'è.
Anche oggi decido di tenermi alla larga delle strade principali, sempre su stradine  in mezzo ai campi (asfaltate) che mi hanno fare un po' di colline per lasciare fuori Alessandria.
Passato attraverso posti conosciuti per lavoro ( Felizzano, Quattordio, nessun rimpianto) un po di turbolenza attraversando Asti, stradine in periferia e poi su, lungo il Tanaro.
Alba tagliata fuori, come Bra e Cherasco, poi la strada di fondovalle del Tanaro fino a Farigliano e poi l'ultima salita a Carrù. Arrivato verso le 15.00 mi fermo al ristorante Il Bue Grasso per una ben meritata birra, aspetto poco la Iride, anche lei in anticipo.
Fine della avventura, quest'anno più corta (molto) del solito ma molto più travagliata. Un segnale?
Alla fine sono stati 1.673km con un dislivello di 13.491m: veramente niente di spettacolare, 800km in meno del piano e circa 16.000m di dislivello. Vedremo il futuro cosa ci riserva.
Mi spiace molto per quelli che hanno fatto fatica a seguirmi: Tumblr è cambiato, non me ne ero accorto, adesso è più complicato, bisognerà trovare qualcosa più semplice per il futuro.
Comunque grazie mille a quelli che ci hanno provato.
Un caro saluto a tutti.
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traceofaftersound · 1 year
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Cose che movimentano l'autunno giapponese
Così come la "caccia alle foglie rosse" (紅葉狩り, momijigari) è il divertissement più atteso della stagione autunnale, uno dei film d'animazione più attesi di questo autunno 2022 era sicuramente Suzume no Tojimari (スズメの戸締り, Suzume's Door-Locking ), l'ultima pellicola di Shinkai Makoto, regista che negli ultimi anni si è fatto un nome in tutto il mondo con successi come Kimi no na wa (君の名は, Your name.) e Tenki no ko (天気の子, Weathering with you). Con Shinkai non è stato amore a prima vista, devo ammettere: l'ho conosciuto inizialmente tramite Byōsoku go senchimētoru (秒速5センチメートル, 5 cm al secondo), un lungometraggio che mi ha annoiato a morte e mi ha fatto anche incazzare perché avevo pure comprato il DVD di tasca mia, ascoltando il parere di chi me lo spacciava per il nuovo Miyazaki (parentesi: in quest'ultimo film Shinkai ha usato una canzone che era già stata utilizzata da Miyazaki in "Kiki's Delivery Service", sarà stato un omaggio ma dentro di me ho pensato "ma come ti permetti?" lol). L'elenco delle ragioni per cui avrei trovato più divertente guardare la vernice che si asciuga al sole sarebbe lungo, ma sostanzialmente: magari ero io a non essere già più nel target, ma che palle 'ste storie di sospirosi adolescenti che non riescono a confessarsi i propri sentimenti e si struggono per cercare di capire cosa pensi l'altro ma non si parlano e fanno i timidini che soffrono in silenzio perché non vogliono disturbare e non succede niente, solo i petali di ciliegio che cadono alla velocità di 5cm/sec (la stessa delle palle degli spettatori) sulle loro giovani esistenze già così infelici, ma poi un topos meno abusato dei fiori di ciliegio non c'era? Non dico che bisognasse per forza essere Sakaguchi Ango e trasformarli in un elemento orrorifico che fa da sfondo a una vicenda sanguinolenta come quella descritta in "Sotto la foresta dei ciliegi in fiore", però mo' neanche a fa' così. Altro punto di demerito: il contrasto tra i fondali iperrealistici superdettagliati e l'approssimativa stilizzazione con cui sono disegnate le figure umane mi faceva cringiare tantissimo, poi per carità, io ero anche in un momento intestinalmente poco felice durante la visione, ma penso di non poter dare a questo tutta la colpa lol
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Succede però che qualche anno fa sono intrappolato per dodici ore su un volo intercontinentale e ho finito di guardare tutti i film che mi ispiravano, quand'ecco che nell'elenco vedo Kimi no na wa. In Giappone aveva avuto un successo strepitoso, al punto che la colonna sonora oltre ad aver raggiunto i primi posti tra le canzoni più cantate al karaoke era stata passata persino in tutti i convenience store della nazione, ma avendo bocciato Shinkai me ne ero naturalmente tenuto lontano. Non avendo letteralmente nient'altro da fare per ammazzare il tempo durante la traversata decido di dargli una seconda possibilità e 107 minuti dopo sono in una valle di lacrime. Intanto noto con piacere che lo stile dei disegni per quanto riguarda i personaggi è molto migliorato, ma a parte quello, l'aspetto che davvero mi colpisce è la presenza di diversi richiami allo scintoismo, per esempio il kuchikamizake (口噛み酒), bevanda alcolica prodotta durante le cerimonie scintoiste dalle sacerdotesse che masticavano il riso ammorbidito e ne innescavano la fermentazione grazie agli enzimi presenti nella saliva. La scelta di recuperare un elemento così particolare dello shintō (che, inutile dirlo, non conoscevo prima di questo film) rielaborandolo all'interno di un blockbuster mi intriga molto, forse per la stessa ragione per cui amo le reinterpretazioni del folklore del Tōhoku da parte di Miyazawa Kenji, e sebbene il suo film successivo, Tenki no ko, sia a mio parere più debole (lo riassumerei con una sola frase: Tōkyō diventa Venezia), il processo di creazione di un mito dietro l'espressione hareonna (晴れ女, donna che porta il sereno), non più una semplice ragazza sempre accompagnata dal sole ovunque vada ma una creatura semidivina in grado di arrestare la pioggia al prezzo però della propria vita che va via via accorciandosi, risulta altrettanto interessante. Ma è con Suzume no Tojimari che Shinkai si supera. Il film dovrebbe uscire in Italia a inizio 2023 quindi non ne parlerò troppo nel dettaglio per evitare spoiler, ma la vicenda si dipana dall'incontro tra Suzume, una studentessa di liceo, e Sōta, un misterioso ragazzo con il compito di chiudere le "porte del disastro" da cui fuoriesce una sorta di gigantesco blob chiamato "il lombrico" che se arriva a schiantarsi al suolo provoca terremoti e devastazione. L'opera di Sōta e dei "serratori di porte" come lui non è tuttavia sufficiente da sola a evitare sismi epocali: è necessario ricorrere anche a due "chiavi di volta" (要石, kanameishi) piantate nelle due estremità del lombrico.
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Anche se ci sono dei punti nella trama che non mi sono chiarissimi e avrei bisogno di una seconda visione per capire se fossero buchi di sceneggiatura o semplicemente cose che non ho collegato, la lista dei motivi per cui ho amato questo film batte quella delle ragioni per cui "5 cm al secondo" non mi era piaciuto: dalla presenza di un richiamo ai tragici eventi dell'11 marzo 2011, di cui mi ero marginalmente occupato durante la laurea magistrale, che credo sia importante vengano trattati da un blockbuster di successo nazionale e come è facile prevedere internazionale, agli elementi mutuati da antichi miti e leggende, e sono davvero molti. Qualche esempio: la formula magica che Sōta recita quando chiude una porta è ispirata ai norito (祝詞), solenni preghiere rituali indirizzate alle divinità scintoiste di cui fanno parte alcuni dei documenti scritti più antici pervenutici, e comincia infatti con una delle frasi d'apertura classiche di questi testi (かけまくもかしこき, "se mi è concesso pronunciarlo"); il lombrico che provoca i terremoti è una rielaborazione della credenza popolare secondo la quale a provocare i sismi sarebbe un enorme pesce gatto sotterraneo (prima del periodo Edo era un drago-serpente, come in altri miti asiatici, ma durante quest'epoca si consolida la versione secondo cui sarebbe invece il namazu 鯰, "pesce gatto" appunto); le "chiavi di volta" sono due pietre realmente esistenti, custodite in due santuari dove tengono ferma una la testa e l'altra la coda del namazu.
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Nel 1855, Tōkyō viene colpita da un sisma di magnitudine 7 che passerà agli annali come Grande Terremoto Ansei. Pochi giorni dopo la tragedia, si sviluppa un fiorente mercato di stampe ukiyo-e raffiguranti il pesce gatto e denominate appunto "namazu-e" (鯰絵, immagini del pesce gatto), che avrebbero dovuto proteggere chi le acquistava dai terremoti. Quella qui sopra mostra anche la "chiave di volta" (要石, kanameishi) conficcata sulla testa del namazu per tenerlo fermo.
Dopo aver quindi scoperto che mi era sempre mancato un pezzo del mito del pesce gatto (che tra parentesi oggigiorno trovate raffigurato pure nei cartelli stradali a indicare la corsia di emergenza dove parcheggiarvi in caso di terremoto lol) non potevo far altro che correre ai ripari, e ho subito progettato una visita ai due santuari in questione, il Katori Jingū nella prefettura di Chiba e il Kashima Jingū in quella di Ibaraki, che si trovano a circa due ore da Tōkyō (in macchina anche un po' meno, opzione decisamente più economica anche nel caso di un'auto a noleggio rispetto al treno che ha dei costi spropositati). Questi due santuari gemelli, distanti all'incirca una quindicina di chilometri l'uno dall'altro, nonostante non se li calcoli nessuno forse proprio per la posizione periferica in cui si trovano sono in realtà nella top 3 dei santuari più importanti nella gerarchia scintoista. Sono gli unici, infatti, insieme al Santuario di Ise dedicato alla dea del sole Amaterasu, a essere denominati jingū 神宮 e non semplicemente jinja 神社, quindi sono santuari che hanno fatto l'upgrade.
Il santuario di Kashima è dedicato a Takemikazuchi-no-Ōkami, divinità citata anche del Kojiki (古事記, Un racconto di antichi eventi), uno dei testi più antichi tramandatici dove troviamo riportato il mito fondativo del Giappone stesso. In un lungo elenco di genealogie di divinità, leggiamo che la madre di tutti gli dei, Izanami, era morta dopo aver partorito il dio del fuoco che le aveva bruciato la vulva (il marchio Chilly purtroppo verrà fondato solo nel Novecento, fuori tempo massimo per dare sollievo alla dea), e il suo compagno Izanagi, disperato, aveva decapitato il figlio colpevole di avergli ucciso la compagna:
Il sangue spruzzò sopra le rocce intatte, prima dalla punta dell'arma e ne spuntarono i tre esseri che chiamiamo il sacro Ihasaku, il sacro Nesaku e il sacro Ihatsutsunowo, poi dalla lama e ne spuntarono i tre esseri che chiamiamo il sacro Mikahayahi, il sacro Hihayahi, e il sacro Mikazuchinowo il rude, che chiamiamo anche il sacro Takefutsu, o ancora il sacro Toyofutsu.
Oltre a descriverne così i natali, il Kojiki racconta anche di come questa divinità verrà incaricata da Amaterasu di negoziare con la divinità di Izumo affinché quest'ultima ceda il suo regno, "la terra immersa nelle pianure di giunchi", alla stirpe celeste di cui la dea del sole fa parte:
Il sacro Mikazuchi il rude, accompagnato dal sacro Amenotorifune, discese presso una spiaggia di Inasa nelle terre di Izumo, sguainò la spada di dieci spanne, l'elsa la ficcò sulla cresta delle onde, sulla punta della lama si sedette a gambe incrociate. E si rivolse al sacro grande signore Ohokuninushi: "Ecco - disse - cosa hanno ordinato di venirti a chiedere Amaterasu grande sovrana e sacra e il sacro Takagi: "La terra immersa nelle pianure di giunchi dove tu spadroneggi è destinata al regno della nostra stirpe". Che cosa hai in animo di fare?" "Non posso dirlo io - fu la risposta, - sarà mio figlio, il sacro Yahekotoshironushi, a decidere. È andato a pescare con gli uccelli ma non è ancora tornato dal promontorio di Miho". Il sacro Amenotorifune andò a prenderlo e gli si poté così chiedere di venire al dunque. "Quale tremendo onore! Cedo umilmente queste terre alla stirpe dei celesti" [...]
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Patrono pure delle arti marziali nel tempo libero, questa divinità viene anche spesso rappresentata in cima al namazu con la spada conficcata sulla testa del mostro.
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Takemikazuchi-no-Ōkami dimmi bene che casa mia non è neanche assicurata contro i terremoti, mi sei rimasto giusto tu.
Ovviamente, che ve lo dico a fare, come da tradizione l'edificio principale del complesso era in ristrutturazione, perché giustamente un santuario che si narra risalire al VII-VI secolo a.C. con tutto il tempo che hanno avuto lo dovevano risistemare proprio quando ci andavo io, ma io ero lì per le "chiavi di volta" e quindi il danno emotivo è stato contenuto, nel senso che sono riuscito a tornare fino alla macchina prima di scoppiare a piangere e ce l'ho fatta a non farmi vedere da nessuno.
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In assenza dell'edificio principale, favorirò una foto del rōmon (楼門, portale della torre), che comunque è considerato uno dei tre più grandi del Giappone ed è patrimonio culturale nazionale importante quindi buttalo via.
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Grande ritorno del Nekomata sia perché ho finalmente trovato un sito con il filtro Polaroid dopo che quello che avevo usato per anni mi ha abbandonato, sia perché nel film di Shinkai le "chiavi di volta" si manifestano con le sembianze di gatti, un segno che non ho potuto ignorare lol
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MA VENIAMO DUNQUE A QUESTA BENEDETTA KANAMEISHI, a questa pietra custodita nel cuore della foresta del santuario di Kashima e che dovrebbe tenere ferma la coda del pesce gatto, a questo... questo...
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...grande, immenso... SASSO!
Nonostante la leggenda voglia che il daimyō (大名, signore feudale) Tokugawa Mitsukuni, anche noto come Mito Kōmon, avesse provato a scavare per sette giorni e sette notti nella terra cercando di dissotterrare la pietra senza però trovarne la fine, occorre dire che essendo pure concava non è che spicchi proprio tantissimo nella pur suggestiva cornice del boschetto in cui si trova.
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La lochescion da Principessa Mononoke devo dire diesci, per quanto riguarda la scelta del vedo-non-vedo per la pietra all'interno del recinto non saprei, spero che almeno serva a tenere ben saldo il terreno.
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大地震にびくともせぬや松の花 Impassibili restano al grande sisma i fiori di pino
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Cose che mi ero dimenticato di sapere (lol): ogni divinità scintoista (神 kami) ha in sé due aspetti, un'anima violenta (荒御魂 aramitama), quella a cui tra l'altro si esprimono le proprie preghiere in quanto lato attivo del kami, e un'anima tranquilla (和御魂 nigimitama), stato di pacificazione a cui il kami arriva grazie alla venerazione dei fedeli. In foto, l'Okunomiya del Kashima Jingū, in cui è venerata l'aramitama di Takemikazuchi-no-Ōkami.
Fedele al suo nome di "santuario dell'isola dei cervi", animali che in Giappone sono considerati emissari e cavalcatura delle divinità, il bosco del santuario contiene anche un recinto dove si trova una trentina di cervi, così come pare anticamente fossero allevati anche all'interno del santuario di Kasuga a Nara, evidentemente prima che sfondassero le recinzioni e cominciassero ad aggirarsi liberi per la città lol Quest'ultimo santuario ha in effetti un forte legame con il Kashima Jingū: nell'anno della costruzione del Kasuga Taisha, fu inviato da Kashima un cervo bianco affinché trasportasse sulla groppa una parte del nume tutelare del santuario di Ibaraki e lo donasse al nuovo complesso scintoista. Tutto molto bello, tutto molto poetico, sennonché poi vai a vedere il recinto e ci sono due cervi maschi che si pisciano in bocca mentre un terzo guarda. Emissari delle divinità mi dicevano, sì?
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Un giorno rinascerò cervo a primavera... mah speriamo di no dai.
Spostandosi di una quindicina di chilometri, appena oltrepassato il confine tra la prefettura di Ibaraki e quella di Chiba troviamo il santuario di Katori, dedicato a Futsunushi-no-Ōmikami. Se il patrono del Kashima Jingū viene citato nel Kojiki, quello del Katori Jingū è nominato nel Nihon-shoki (日本書紀, Annali del Giappone), opera di poco più tarda (720 invece che 712) scritta in cinese classico per presentare la storia del Giappone agli altri Paesi dell'Asia (quindi purtroppo non esiste ad oggi una traduzione in italiano che vi possa citare come ho fatto col Kojiki, vi dispiace eh? lo so, riesco a vedervi affranti da qui). Secondo il Nihon-shoki, ad aver negoziato con la divinità di Izumo affinché cedesse il suo regno ad Amaterasu furono i due dei Takemikazuchi-no-Ōkami e Futsunushi-no-Ōmikami, ma fu quest'ultimo a essere scelto dai celesti, mentre Takemikazuchi gli si accodò all'ultimo minuto per dimostrare di non essere da meno. Anche questo santuario sarebbe antichissimo, risalente addirittura al VII secolo a.C., e nel suo boschetto è custodita la "chiave di volta" convessa che tiene ferma la testa del namazu.
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Devo dire che il fatto che questo santuario NON fosse in ristrutturazione me lo ha fatto apprezzare di più del Kashima Jingū, ma non ho problemi ad ammettere il mio bias lol
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L'edificio principale (拝殿 haiden, sala delle preghiere) è laccato di nero, cosa relativamente rara per l'architettura scintoista e che dà all'edificio un aspetto estremamente elegante facendo risaltare ancora di più i dettagli in oro.
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Colours of autumn @ Katori Shrine 🍂
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Io che cerco di imitare la #ragazzaautunno - dov'è la mia bevanda al radicchio pedocio?
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La "chiave di volta" convessa che tiene ferma la testa del namazu. Lei non era neanche in una lochescion da dieci, messa un po' a caso in mezzo alla foresta con la palizzata intorno, però sicuramente fa già più scena della sua gemella concava.
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Katori Jingū: un santuario che vi verrà voglia di visitare ancora ⚓️
Ma adesso basta con tutta questa cultura e veniamo alla vera domanda: ma sto pesce gatto, si mangia? Lo avevo visto cucinare in una puntata di Masterchef (lol, i miei riferimenti, che vergogna) ma non sapevo se in Giappone fosse consuetudine dato che normalmente non lo si vede nei menù, quand'ecco che proprio all'uscita dal Kashima Jingū ci imbattiamo in un ristorante specializzato in pesce gatto. Il mio entusiasmo per questo pesce che non avevo mai mangiato prima era alle stelle e mi sono lasciato convincere dal full-course che prevedeva una versione cruda, una versione cotta e una fritta, e dopo averlo provato in tre salse diverse credo di poterlo dire: non sa proprio di niente lol. È un po' come il pesce palla, il temutissimo fugu che viene considerato una pietanza di lusso anche per il fatto che se cucinato da chef inesperti che non eliminano la ghiandola che produce il veleno rischiate pure di rimetterci le penne, senza però averne l'aura di fastosità lol.
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Oh beh, speriamo almeno che mangiare il pesce che provoca i terremoti porti fortuna, o quantomeno che non porti rogna lol
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a-tarassia · 2 years
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Ho visto tipo solo 4 puntate, quindi presto per parlarne.
Volevo però solo condividere con voi la sensazione che ho avuto quando ho capito/notato l'omaggio a Mattia Torre, nella prima puntata di Boris.
Uno dei monologhi scritti da Mattia Torre fu uno dei primi post che condivisi qui con voi, era Gola, interpretato da Valerio Mastandrea, ero andata a vederlo al cinema palazzo a San Lorenzo. Poi lo rividi interpretato da Valerio Aprea al circolo degli artisti. Poi vidi altri suoi lavori in teatro e in TV, come la linea verticale, dov'è Mario o Figli, ho i suoi libri io veneravo Torre. Ogni sua nuova opera quando usciva era per me una notizia felice, non so come spiegarlo e poi sì, certo, era ripetitivo, lamentoso, disincantato e un po' polemico, troppo romanaccio, quello che volete, ma io da lui mi sentivo rappresentata, mi sentivo affine alla sua ironia, mi sentivo come che se avessi scritto io qualcosa era quello il modo in cui lo avrei scritto.
Sono andata l'ultima volta a vedere una sua cosa al teatro, Perfetta, interpretato dalla Cucciari. Bellissimo. Poi è morto. Ho pianto.
Aprea lo interpreta nella nuova stagione di Boris, usa le sue stesse espressioni, battute, fa lui e quando l'ho capito ho pianto di nuovo.
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danilacobain · 1 year
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Selvatica - 51. Voglio incontrarlo
Ante sedeva in tribuna muovendo nervosamente le gambe. Dopo essersi subito una ramanzina dal mister, aveva parlato con la squadra e chiesto scusa a tutti per il comportamento poco corretto che aveva avuto durante la notte, accennando quale ne era stato il motivo.
Il mister poi lo aveva richiamato e gli aveva detto che i problemi personali dovevano restare fuori dalla squadra e che se non metteva il giusto impegno e la giusta concentrazione nel campo allora avrebbe effettuato altri tipi di scelte. In parole povere, lo avrebbe spedito in panchina per il resto della stagione.
La notizia ufficiale era che aveva accusato un problema alla coscia durante la rifinitura della mattina, e in realtà era contento che il mister non lo avesse fatto giocare poiché si sentiva a pezzi. Per la nottata insonne, per lo scarico della paura provata, per aver lasciato Corinna.
A qualche poltrona di distanza, sulla sua stessa linea, si sedette Andrej. Finalmente. Questi gli fece cenno di entrare e lui scattò in piedi senza esitare, felice che l'uomo fosse lì.
Trovo un posto riservato all'interno dello stadio e lo aspettò.
Dolokov arrivò poco dopo, piazzandosi davanti a lui. Gli sorrise. «Come mai non sei in campo?»
Ante scosse la testa. «Lascia perdere. Allora? Hai trovato un modo per farmi incontrare con quel tipo?»
L'uomo incrociò le braccia al petto. «Ascolta, ho raccolto informazioni sulla tua ragazza e sul suo legame con Antonio Derucci.»
Ante sentì il cuore stringersi. Ora lei non era più la sua ragazza ed era stato lui a deciderlo. «Da chi hai preso queste informazioni?»
«Dal tipo a cui hai spaccato il naso. Senti, la tua ragazza è pulita, a quanto pare non è una delle puttane di Antonio.»
«Questo lo so già e so anche che lei si è fatta prestare dei soldi da lui. Ora il punto è che questo tizio non la lascia in pace. I soldi glieli do io, il problema lo risolvo io. Però poi lo voglio anche vedere sbattuto in galera. Ci voglio parlare.»
Andrej fece schioccare la lingua nel palato, sorridendo in maniera sinistra. «Non è una questione di soldi, Ante. Antonio ha visto che la ragazza era un bocconcino appetitoso, ma tu ne sai qualcosa, vero?»
Ante sbuffò, restituendogli uno sguardo duro. «Risparmiami queste stronzate e vai avanti.»
Dolokov annuì. Tirò fuori il pacchetto di sigarette, rigirandosene una tra le dita. «Pare che abbia cercato in tutti i modi di farla lavorare per lui ma la ragazza non ha mai ceduto. Ha addirittura minacciato di fare del male a sua madre, che a quanto pare è malata e vive in una clinica. A quel punto, vedendo il carattere forte della ragazza, se ne è invaghito. Sono pochi quelli che osano sfidarlo qui a Milano, men che meno una ragazza. Magari agli occhi di tutti sarebbe sembrato che la sottomettesse a sé, ma conoscendolo, se lei avesse scelto di diventare la sua donna non le avrebbe fatto del male. L'avrebbe rispettata.» Portò la sigaretta alle labbra e l'accese. «Ma lei ha continuato a resistere, anche quando Antonio ha minacciato di stroncarti la carriera.»
Ante serrò la mascella e inspirò piano. Era esattamente quello che aveva immaginato. Corinna aveva avuto un crollo mentale perché avevano minacciato le persone a cui voleva più bene. Perché avevano minacciato lui. «Lo sapevo.»
«Certo, ma non sai l'ultima.» Continuò Andrej, ignaro dei suoi pensieri. «Antonio le ha dato un ultimatum: o si concede a lui o deve consegnargli un milione di euro entro domani sera.»
La botta che colpì Ante al cuore fu talmente forte da lasciarlo senza fiato. «Che cosa?» Era quello il motivo che l'aveva spinta a compiere quel gesto insensato? Quella mattina gli aveva detto di aver ricevuto una telefonata da parte di Antonio, ma non gli aveva parlato del contenuto. Ante serrò i pugni. «Voglio incontrarlo.»
Dolokov lo guardò fisso. «Ante, non fare cazzate. Non ti compromettere. Vado io a trattare con lui, tu pensa alla tua carriera e alla tua ragazza.»
«No. No! Voglio guardare in faccia quel brutto figlio di puttana e dirgli di lasciare in pace Corinna una volta per tutte. Lo sai perché non sono in campo in questo momento? Lo sai che cosa ho fatto stanotte invece di stare a Milanello con la squadra? Sono stato in ospedale, al suo fianco, perché non è riuscita a sopportare tutta questa pressione, ha preso delle droghe e si è sentita male. Ha rischiato di morire per colpa di quel farabutto.»
Senza mutare la sua espressione, Andrej buttò fuori il fumo dal naso. «E cosa credi di risolvere parlandoci? Dai a me il denaro, glielo porto io. Non esporti in prima persona in questa storia, Ante. Potrebbe rovinarti per sempre.»
Ante annuì dopo averci pensato qualche secondo. «D'accordo. Però voglio che mi aiuti a incastrarlo.»
L'uomo si passò la lingua sulle labbra. «Sto organizzando tutto, non preoccuparti. Ci sono molte persone che lo vorrebbero fuori dai giochi.» Gli diede una pacca sul braccio e strizzò l'occhio. «Chiamami quando li avrai.»
Ante rimase qualche altro istante solo. Soffocò la voglia di chiamare Corinna per sapere come stesse, si impose di non correre da lei ad abbracciarla e dirle che non doveva avere paura, che ci sarebbe stato lui a proteggerla, che non era una stupida e che l'amava da morire.
Corinna era la ragazza più coraggiosa e caparbia che avesse mai conosciuto, era la sua gattina selvatica. Era rimasta fedele a sé stessa, ai suoi principi, non si era smossa neanche di fronte a tutte quelle pressioni. Però aveva rischiato di spezzarsi.
Senza di lui sarebbe stata meglio, non avrebbe dovuto preoccuparsi per la sua incolumità. E Ante doveva concentrarsi sulla sua carriera, senza se e senza ma. Buttare tutto all'aria proprio in quel momento sarebbe stato da stupidi. Lei sarebbe stata al sicuro, l'avrebbe protetta da lontano. La sua testa doveva stare libera, concentrata solo sul calcio.
Corinna ce l'avrebbe fatta, ne era sicuro. E forse un giorno, se il destino fosse stato ancora dalla loro parte, si sarebbero incontrati di nuovo.
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newsintheshell · 2 months
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✨ IN ATTESA DELL'ANIME JAPAN, ECCO QUALCHE NOVITÀ PER CHI DI VOI È ABBONATO A NETFLIX!
♦️ THE GRIMM VARIATIONS - La miniserie antologica di 6 episodi arriverà il 17 aprile.
Questa reinterpretazione delle classiche fiabe dei fratelli Grimm è targata Wit Studio (Ranking of Kings, Vampire in the Garden) e può contare sul chara design ad opera delle CLAMP (X, Cardcaptor Sakura, Magic Knight Rayearth, xxxHOLiC).
♦️ KENGAN ASHURA - La seconda stagione della serie tornerà finalmente con la seconda parte ad agosto! Ancora niente data di uscita però.
♦️ BEASTARS - La terza e ultima stagione dell'anime è sempre confermata per quest'anno, ma è stato anticipato che verrà divisa in due parti.
♦️ IL RAGAZZO E L'AIRONE - L'ultima grande fatica del Maestro Hayao Miyazaki, che è da poco ritornata nelle nostre sale, arriverà presto anche in streaming. 
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turuin · 2 years
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Ce l'ho fatta ad arrivare alla stagione 6 di BoJack Horseman, l'ultima. E ho una irrazionale paura di finirla troppo presto; non riesco a fare a meno di vederne almeno due episodi per volta, una volta che inizia non mi staccherei più, ma ogni passo è più vicino alla fine e, in qualche modo, sento che mi mancherà da matti quando l'avrò finita. Comunque finisca: è nel mio cuore, tra le dieci serie più belle mai viste di sempre.
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