State Champs - Kings of the New Age, traduzione testi
Quando è troppo è troppo
Ma cosa cazzo avevo in mente?
Perché stare con te è come lavorare nel weekend
(da: Everybody but You)
1. State Champs – Here to Stay, traduzione
Destinati a durare
I re della nuova era
Il momento sbagliato, il posto giusto
Nuove leve a Londra
Amici che cadevano
Dai, siamo sinceri
Ci siamo messi a parlare male e dicevamo sul serio quando nessuno se l’aspettava
Abbiamo capito già da quel momento che non sarebbe più stato come prima
Proprio allora eravamo proprio là
Luci che brillavano nell’aria notturna
Ci siamo arrivati superando l’incubo da soli
Si può tranquillamente dire che siamo destinati a durare
Da soli, si può tranquillamente dire che siamo destinati a durare
Già, andava tutto bene all’epoca, quando camminavamo accecati
Fatti per sfiancarci per l’affluenza
Perché non me l’ha mai detto nessuno che sarebbe stato così
Solo l’ennesimo sassolino nella clessidra
Metto il tempo in pausa per avere un po’ di tranquillità
E spero che questa cosa non rimanga come prima
Proprio allora eravamo proprio là
Luci che brillavano nell’aria notturna
Ci siamo arrivati superando l’incubo da soli
Si può tranquillamente dire che siamo destinati a durare
Proprio allora eravamo proprio là
In mezzo al nulla con una vecchia preghiera
Ci siamo arrivati superando l’incubo da soli
Si può tranquillamente dire che siamo destinati a durare
Ed è proprio confortante quando resti lì con la domanda
Mi terrai compagnia?
Perché a prescindere da quanta strada si farà, il mondo saprà che noi continueremo a cantare come sempre
I re della nuova era
Proprio allora eravamo proprio là
Luci che brillavano nell’aria notturna
Ci siamo arrivati superando l’incubo da soli
Si può tranquillamente dire che siamo destinati a durare
Proprio allora eravamo proprio là
In mezzo al nulla con una vecchia preghiera
Ci siamo arrivati superando l’incubo da soli
Si può tranquillamente dire che siamo destinati a durare
Da soli, si può tranquillamente dire che siamo destinati a durare
Da soli, si può tranquillamente dire che siamo destinati a durare
2. State Champs – Eventually, traduzione
Alla fine
Volevo andarmene, ma è difficile con queste mani strette al collo
È una fatica dormire se tu mi tieni sempre sveglio dentro la testa
Voglio credere che tutto si risolverà per il meglio
Ma sinceramente, che povero illuso… cazzo mi aspettavo?
Le notti si allungano coi giorni che scorrono
Ma non posso continuare a nascondermi dietro a questi occhi
Ho iniziato a scappare da quello che mi rendeva paranoico
Alla fine mi ha raggiunto
Forse sono proprio io la persona che non riesco a evitare
All’improvviso mi rimangio l’unica cosa che sembrava fissa, e tutte quelle cose che non ho mai detto
Una chiamata alle armi che mi dà fastidio
Alla fine mi ha raggiunto
Comincio a capire
No, non mi sono ancora messo l’anima in pace
Digrigno i denti mentre sono alle prese con la paura che proteggo
Le notti si allungano coi giorni che scorrono
Sono appeso a un istante, credo sia ora
Ho iniziato a scappare da quello che mi rendeva paranoico
Alla fine mi ha raggiunto
Forse sono proprio io la persona che non riesco a evitare
All’improvviso mi rimangio l’unica cosa che sembrava fissa, e tutte quelle cose che non ho mai detto
Una chiamata alle armi che mi dà fastidio
Alla fine mi ha raggiunto
Alla fine mi ha raggiunto
Non posso imitare a nessun costo
Ma posso viaggiarci sopra finché non saltano via le ruote
Voglio evadere da me stesso
Perdiamoci, perdiamoci completamente
Non posso imitare a nessun costo
Ma posso viaggiarci sopra finché non saltano via le ruote
Voglio evadere da me stesso
Perdiamoci, perdiamoci completamente
Le notti si allungano coi giorni che scorrono
Ma non posso continuare a nascondere me stesso
Ho iniziato a scappare da quello che mi rendeva paranoico
Alla fine mi ha raggiunto
Forse sono proprio io la persona che non riesco a evitare
All’improvviso mi rimangio l’unica cosa che sembrava fissa, e tutte quelle cose che non ho mai detto
Una chiamata alle armi che mi dà fastidio
Alla fine mi ha raggiunto
Alla fine mi ha raggiunto
Alla fine mi ha raggiunto
3. State Champs – Everybody but You, traduzione
Tutti quanti tranne te
Quando è troppo è troppo
Ma cosa cazzo avevo in mente?
Perché stare con te è come lavorare nel weekend
Adesso alzo la musica a palla
Dico a tutti quanti di venire
Perché faccio una festa e invito tutti quanti tranne te
Continuiamo a provarci, ma non va bene niente
Mi sa che ci siamo un po’ persi di vista
Eh, tu pensi solo al tuo interesse
Bene, buona a sapersi
Magari l’avessi saputo tre anni fa
Mi hai spezzato la schiena quando hai chiesto
Sono ancora l’ultimo della fila
Scenate e urla ogni sera, ogni sera
Quando è troppo è troppo
Ma cosa cazzo avevo in mente?
Perché stare con te è come lavorare nel weekend
Adesso alzo la musica a palla
Dico a tutti quanti di venire
Perché faccio una festa e invito tutti quanti tranne te, tutti quanti tranne te
Frustrato, poi arrivi e mi fai “facciamoci due passi”
“Possiamo andare da qualche parte a parlare?”
Adesso ho tradotto tutte le cazzate che ti escono dalla bocca
Adesso so senza alcun dubbio che non ne posso proprio più
Quando è troppo è troppo
Ma cosa cazzo avevo in mente?
Perché stare con te è come lavorare nel weekend
Adesso alzo la musica a palla
Dico a tutti quanti di venire
Perché faccio una festa e invito tutti quanti tranne te, tutti quanti tranne te, tutti quanti tranne te
Tutti quanti tranne te che si divertono al ritrovo
Hai detto che non sarebbe durata per sempre… eh, vabbè
Sta’ a sentire la brutta notizia più bella
Kelly ha detto che in realtà nemmeno le piacevi
E sta arrivando mezzanotte
Ho la testa un po’ annebbiata e mi sa che ho avuto una visione di te che mi urli addosso
Non riesco a smettere di pensarti
Ma sai che mi hai proprio dato alla testa, alla festa mentre cantavi Part of Me?
Mi hai spezzato la schiena quando hai chiesto
Sono ancora l’ultimo della fila
Scenate e urla ogni sera, ogni sera
Mi hai spezzato la schiena quando hai chiesto
Sono ancora l’ultimo della fila
Scenate e urla ogni sera, ogni sera
Quando è troppo è troppo
Ma cosa cazzo avevo in mente?
Perché stare con te è come lavorare nel weekend
Adesso alzo la musica a palla
Dico a tutti quanti di venire
Perché faccio una festa e invito tutti quanti tranne te, tutti quanti tranne te, tutti quanti tranne te
4. State Champs – Outta My Head, traduzione
Via dalla testa
Non riesci a uscirmi dalla testa, uscirmi dalla testa
Lì a girare vicino al bordo
Mettila sù ancora, mettila sù ancora
Ma sì, ma a me va bene
Ti sento sempre in sottofondo che ridi
Lo sai che odio quando non ci sei
Mi hai fatto sballare con un suono eterno
Giurerei di averti vista girare a destra lungo l’Hudson
Anche se so che non ti trovi in città
Sei scomparsa nel nulla ma mi hai mandato al tappeto
Non riesci a uscirmi dalla testa, uscirmi dalla testa
Lì a girare vicino al bordo
Mettila sù ancora, mettila sù ancora
Ma sì, ma a me va bene
Non riesci a uscirmi dalla testa, uscirmi dalla testa
Lì a girare vicino al bordo
Mettila sù ancora, mettila sù ancora
Ma sì, ma a me va bene
Mi sembra di conoscerti da una vita intera
Una curiosità che non finisce mai
Una pagina che ho letto mille volte prima che si consumi
Se la felicità è cosa di un istante, può cambiare tutto prima che lo dai a vedere
Poi neanche il tempo di accorgerti e siamo di nuovo sulla strada che mi fa finire contro al muro
Non riesci a uscirmi dalla testa, uscirmi dalla testa
Lì a girare vicino al bordo
Mettila sù ancora, mettila sù ancora
Ma sì, ma a me va bene
Non riesci a uscirmi dalla testa, uscirmi dalla testa
Lì a girare vicino al bordo
Mettila sù ancora, mettila sù ancora
Ma sì, ma a me va bene
Non riesci a uscirmi dalla testa, uscirmi dalla testa, uscirmi dalla testa
Non riesci a uscirmi dalla testa, uscirmi dalla testa, uscirmi dalla testa
Non riesci a uscirmi dalla testa, uscirmi dalla testa
Lì a girare vicino al bordo
Mettila sù ancora, mettila sù ancora
Ma sì, ma a me va bene
Non riesci a uscirmi dalla testa, uscirmi dalla testa
Lì a girare vicino al bordo
Mettila sù ancora, mettila sù ancora
Ma sì, ma a me va bene
Non riesci a uscirmi dalla testa, uscirmi dalla testa, uscirmi dalla testa
Non riesci a uscirmi dalla testa, uscirmi dalla testa, uscirmi dalla testa
Non riesci
5. State Champs – Fake It, traduzione
Fingere
L’estate non passava abbastanza in fretta
Non proprio l’idea di fresco che avevo in mente
Mi abituo ad avere uno spazio in amore
E ti sei accorta che sembra senza speranza
Recitiamo una scena in un parcheggio
Qualsiasi cosa pur di non essere soltanto un sovrappensiero
Abbozzo un sorriso, dico “grazie mille”
Siamo ancora senza speranza, ma ce ne accorgiamo
Se fin dall’inizio non abbiamo fatto altro che inseguirci
Allora perché siamo qui sospesi tra giusto e sbagliato?
A dire oh, ce l’abbiamo fatta
Non lo sa nessuno che siamo vuoti dentro
Per cui fingiamo di brutto fino a quel sorriso del lunedì
Ci viene ricordato che non ci possono dividere
È lì che capisci che ce l’abbiamo fatta
Io continuo a dire “va bene”
Mi manca quello che avevo di fronte
Voglio che l’idea passi in modo sottile
Mai come doveva essere
E ti sei accorta che sembra senza speranza
Siamo in attesa di come superare la notte
Tu sappi che ti ho sempre vista sotto una luce dorata
Non m’importa mai cosa è giusto o sbagliato se devo essere sincero
A dire oh, ce l’abbiamo fatta
Non lo sa nessuno che siamo vuoti dentro
Per cui fingiamo di brutto fino a quel sorriso del lunedì
Ci viene ricordato che non ci possono dividere
È lì che capisci che ce l’abbiamo fatta
Io continuo a dire “va bene”
Se abbiamo presente solo giusto e sbagliato
Io mi metto nello spazio dove sono sempre stato
Non siamo solo le parole che diciamo alla fine, ma ben altro
Ci pieghiamo e spezziamo, per cui non c’è niente da aggiustare
A dire oh, ce l’abbiamo fatta
Non lo sa nessuno che siamo vuoti dentro
Per cui fingiamo
Oh, ce l’abbiamo fatta
Non lo sa nessuno che siamo vuoti dentro
Per cui fingiamo di brutto fino a quel sorriso del lunedì
Ci viene ricordato che non ci possono dividere
È lì che capisci che ce l’abbiamo fatta
Io continuo a dire “va bene”
6. State Champs – Half Empty, traduzione
Mezzo vuoto
Ho qualcosa che non va?
C’è una chiave della porta?
E ci sarà un pezzo del puzzle a cui non ho fatto caso?
Perché ho detto abbastanza bugie in giro per il mondo
E ho cercato di tornare la persona di prima
Per cui anche basta andare a rivangarlo quando scopro continuamente
Io sono il bicchiere mezzo vuoto di ogni drink
Tu sei la mia altra metà
Eh, ho cercato di andarmene
Tu eri quella giusta in fin dei conti
Come quando mi hai detto
Sono qui per buttare giù i muri
Eh, hai avuto pazienza
Mi continui a salvare
Non hai mai battuto ciglio
Forse la chiave è che il pezzo eri tu continuamente, continuamente, continuamente
Io sono il bicchiere mezzo vuoto di ogni drink
Tu sei la mia altra metà
Complicato restare in piedi se ho la testa nella sabbia
Mi tiri sù per farmi vedere che eh, tu sei la mia altra metà
Seduta in una stanza buia
Mi sembra di essere trasparente ogni volta che vedo che hai chiamato
Vorrei che fossi qui adesso
Magari posso guarire adesso
Ultimamente non provo proprio nulla
Ma quando siamo io e te, tu sei la serratura, io la chiave
E anche se so che non resterai mai
Finisco lo stesso nella tua camera da letto quando ripenso a come mi hai fatto sentire quel giorno
Io sono il bicchiere mezzo vuoto di ogni drink
Tu sei la mia altra metà
Io sono il bicchiere mezzo vuoto di ogni drink
Tu sei la mia altra metà
Complicato restare in piedi se ho la testa nella sabbia
Mi tiri sù per farmi vedere che eh, tu sei la mia altra metà
Tu sei la mia altra metà
Tu sei la mia altra metà
7. State Champs – Just Sound, traduzione
Solo suono
È da un po’ che le cose non vanno bene
Lo so che non ho risposto al telefono ieri sera
Ma lo sai come vanno queste cose
Mi manca il tuo sorriso, la tua risata, la tua voce
Sarei lì con te se potessi scegliere
Ma non dobbiamo per forza restare da soli
È tutto quello che abbiamo
Questa sera affrontala solo con le note
Uno sballo che non ti passa più
Con la tua faccia riflessa
Resteremo connessi fino a che non fa il giro
Questa sera affrontala solo con le note
Uno sballo che non ti passa più
Con la tua faccia riflessa
Resteremo connessi fino a che non fa il giro
Io ho impostato l’occasione, tu la velocità
Qualsiasi sia il momento, l’atmosfera o il posto, non ci sono regole se c’è l’amore
La sento la distanza senza poterci toccare
Non vuol dire un cazzo se tu sei così importante
Non ci sei, ma è già abbastanza
Anche senza poterti toccare, sei già abbastanza
Questa sera affrontala solo con le note
Uno sballo che non ti passa più
Con la tua faccia riflessa
Resteremo connessi fino a che non fa il giro
Questa sera affrontala solo con le note
Uno sballo che non ti passa più
Con la tua faccia riflessa
Resteremo connessi fino a che non fa il giro
È un po’ che aspetto il momento in cui sto così
E ogni momento da qui in poi vale l’attesa
Anche senza poterti toccare, sei già abbastanza
Questa sera affrontala solo con le note
Uno sballo che non ti passa più
Con la tua faccia riflessa
Resteremo connessi fino a che non fa il giro
Questa sera affrontala solo con le note
Uno sballo che non ti passa più
Con la tua faccia riflessa
Resteremo connessi fino a che non fa il giro
8. State Champs – Act Like That, traduzione
Comportarsi così
Sembra bello, fa star bene
Il sentimento è scoccato in macchina da soli
A volte si scopre che l’unica cosa di cui ho bisogno sta sul lato del passeggero
E sei tu che mi hai fatto credere
Magari segnarsi le cose sul calendario è una roba all’antica
Sembra bello, fa star bene
Quel tipo di sensazione che vorresti per la vita intera
Vuoi fare la pazza? Possiamo comportarci come tali
Oppure fare i pigri, amore, non è un gran problema
Possiamo andare a far festa
Di’ quello che pensi e possiamo comportarci come tali, possiamo comportarci come tali
Luce bassa, nessun rischio
Me lo sento sulla punta delle dita
Occhi verdi, labbra chiuse
Lo sai che non possiamo non accorgerci che ci stiamo innamorando
Non poteva essere in programma
Mi hai colto come un ladro in flagrante con le mani nel sacco
Sembra bello, fa star bene
Quel tipo di sensazione che vorresti per la vita intera
Vuoi fare la pazza? Possiamo comportarci come tali
Oppure fare i pigri, amore, non è un gran problema
Possiamo andare a far festa
Di’ quello che pensi e possiamo comportarci come tali, possiamo comportarci come tali
Lascia perdere tutto il resto e restatene con me
Niente di meglio della sensazione che si crea tra noi due
Possiamo andare a far festa
Di’ quello che pensi e possiamo comportarci come tali, possiamo comportarci come tali
Voglio sapere da che parte stai, cosa mi rende uomo
Ho detto che grazie a te avevo smesso
Lo sai che ti ho detto una bugia più e più volte
Ma dove ti sei cacciata?
Sto pensando che tu mi puoi salvare
Eppure però mi dici “forse”
Mi fa diventare matto questa cosa
Vuoi fare la pazza? Possiamo comportarci come tali
Oppure fare i pigri, amore, non è un gran problema
Possiamo andare a far festa
Di’ quello che pensi e possiamo comportarci come tali, possiamo comportarci come tali
Lascia perdere tutto il resto e restatene con me
Niente di meglio della sensazione che si crea tra noi due
Possiamo andare a far festa
Di’ quello che pensi e possiamo comportarci come tali, possiamo comportarci come tali
9. State Champs – Where Were You, traduzione
Dov’eri
Vedo che ti stai trascurando dai tuoi occhi
Sento addosso la pioggia quando canti
Per cui mi scuso per la terza volta anche se non ho fatto nulla
Tu avevi un qualcosa di elettrico, ma adesso stacchi la spina
Facile parlare, ma tu fai la difficile
Io dico che ne abbiamo avuto abbastanza
Dov’eri quando il mondo ha smesso di girare?
Sono stato uno sciocco a credere di riuscire a convincerti a restare?
Sto pensando che eravamo tutte quelle cose
Ancora sulla buona strada
Sarò io che ci sono rimasto sotto facendomi prendere la mano
Ti ho dato il mio cuore come ricordo, ma non valeva un accidente
Sei una che parla ma con due facce
E io ho dato una chance a entrambe
Ci penserò io a risollevarmi
Io dico che ne abbiamo avuto abbastanza
Dov’eri quando il mondo ha smesso di girare?
Sono stato uno sciocco a credere di riuscire a convincerti a restare?
Sto pensando che eravamo tutte quelle cose
Ancora sulla buona strada
Sarò io che ci sono rimasto sotto facendomi prendere la mano
Ci penserò io a risollevarmi
Ci ho messo fin troppo ad accorgermi
Se solo avessi saputo cosa saremmo diventati, me ne sarei andato ben bene
Vedo che ti stai trascurando dai tuoi occhi
Io dico che ne abbiamo avuto abbastanza
Dov’eri quando il mondo ha smesso di girare?
Sono stato uno sciocco a credere di riuscire a convincerti a restare?
Sto pensando che eravamo tutte quelle cose
Ancora sulla buona strada
Sarò io che ci sono rimasto sotto facendomi prendere la mano
Dov’eri quando il mondo ha smesso di girare?
Sono stato uno sciocco a credere di riuscire a convincerti a restare?
Sto pensando che eravamo tutte quelle cose
Ancora sulla buona strada
Sarò io che ci sono rimasto sotto facendomi prendere la…
Sarò io che ci sono rimasto sotto e mi son fatto prendere la mano
10. State Champs – Sundress, traduzione
Vestito
Probabilmente sei svanita perché ci si era affezionati
Come il tuo vestito preferito che non metti da un po’
E ho detto “andiamo alla ricerca degli istanti, il profumo dell’oceano e i nostri vestiti uno sopra l’altro”
Se c’è il sole, com’è che piove?
Tipo che i giorni sono tutti uguali
Ce ne stiamo qui a far niente e ci dimentichiamo di tutti i programmi che avevamo fatto
Io vorrei svegliarmi e trovare te di giallo e azzurro dalla vita in sù
Come potrei dimenticarmi il tuo profilo?
Si fa sentire appena sopra il ginocchio
Ci sarà sempre quella cosa eterna legata a noi due
Ti sei persa per strada?
Io ho fatto troppo poco e troppo tardi?
L’eternità non passa sempre in un batter d’occhio
Rimarresti con me?
Ce n’è ancora da dire qua
Sono io o sei tu che sei cambiata?
E ti chiedi perché?
Se c’è il sole, com’è che piove?
Tipo che i giorni sono tutti uguali
Ce ne stiamo qui a far niente e ci dimentichiamo di tutti i programmi che avevamo fatto
Io vorrei svegliarmi e trovare te di giallo e azzurro dalla vita in sù
Come potrei dimenticarmi il tuo profilo?
Si fa sentire appena sopra il ginocchio
Ci sarà sempre quella cosa eterna legata a noi due
Rimaniamo a parlare a letto fino alle quattro del mattino, svegli e più vivi che mai
Come sul cemento fresco, imprimici un sentimento in modo permanente
Scriviamo una pagina nuova
Inneschiamo la nuova era stasera
Io vorrei svegliarmi e trovare te di giallo e azzurro dalla vita in sù
Come potrei dimenticarmi il tuo profilo?
Si fa sentire appena sopra il ginocchio
Ci sarà sempre quella cosa eterna legata a noi due
Ci sarà sempre quella cosa eterna legata a noi due
11. State Champs – Some Minds Don’t Change, traduzione
Certe menti non cambiano
Mi sveglio e mi ritrovo davanti tutte queste cose
Tu che mi chiami e mi dici che per te finisce qui
Ma io com’è che ci credo?
Ho sentito il mio nome, le hai cacciate tu quelle urla
Perché sono fatto come sono?
Sono costantemente raggiante
Faccio i conti con le conseguenze
Voglio tutto o niente
Tutto quanto, tutto quanto
Ti ho visto allontanarti man mano, rifiutare di prenderti le tue responsabilità
Ti abbiamo dato tutto quello che volevi, e anche di più
Ormai è davvero troppo tardi
Stavamo lavorando per qualcosa di eccezionale
Ma tu non hai avuto pazienza di vedere cosa c’era in serbo
Certe menti non cambiano
Ho parecchie cose che devo capire
Se non ti fai mai vedere
So che hai avuto i tuoi dubbi
Eccone degli altri di cui parlare
L’abbiamo tirata sù dal nulla
Ma tu come fai a mollarla così?
Una storiella d’amore irrealistica
Pensavi che ti avrei sempre seguito da qualsiasi parte, da ogni parte
Ti ho visto allontanarti man mano, rifiutare di prenderti le tue responsabilità
Ti abbiamo dato tutto quello che volevi, e anche di più
Ormai è davvero troppo tardi
Stavamo lavorando per qualcosa di eccezionale
Ma tu non hai avuto pazienza di vedere cosa c’era in serbo
E se non riesco io a farti cambiare nonostante tutto, mi sa che non ci riuscirà nessun altro
Perché ormai è davvero troppo tardi
Stavamo lavorando per qualcosa di eccezionale
Ma tu non hai avuto pazienza di vedere cosa c’era in serbo
Ti ho visto allontanarti man mano, rifiutare di prenderti le tue responsabilità
Ti abbiamo dato tutto quello che volevi, e anche di più
Ormai è davvero troppo tardi
Stavamo lavorando per qualcosa di eccezionale
Ma tu non hai avuto pazienza di vedere cosa c’era in serbo
E se non riesco io a farti cambiare nonostante tutto, mi sa che non ci riuscirà nessun altro
Perché ormai è davvero troppo tardi
Stavamo lavorando per qualcosa di eccezionale
Ma tu non hai avuto pazienza di vedere cosa c’era in serbo
Certe menti non cambiano
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L
Yesterday I got pretty drunk, said something that I shouldn’t have, told you that I really loved you, you do not reciprocate those feelings but that’s ok I’ll be fine anyway.
La televisione è accesa e manda l’ennesimo episodio di una sitcom che sto seguendo senza veramente prestarci troppa attenzione. I miei occhi sono immersi nel contenuto del bicchiere che tengo in mano, piuttosto traballante ora che ci faccio caso. Questo vino che ho comprato fa abbastanza schifo, eppure fa il suo lavoro. Lo lascio roteare un paio di volte nel calice, osservando le bollicine frizzare piano e poi disperdersi veloci nel liquido dorato; poi prendo un sorso, allungando il braccio oltre il bordo del divano per prendere la bottiglia ai miei piedi. L’etichetta - di un pacchiano nero con scritte oro - ne decanta i sentori floreali e le note agrumate, ricamando la denominazione con descrizioni di vitigni e fermentazioni. Faccio una smorfia e ne verso ancora un po’ nel bicchiere: con 12% di grado alcolico non c’era dubbio che mi sarei ubriacata, ed era proprio a questo che volevo arrivare.
Perché non ho il coraggio di affrontare la situazione. Ho passato gli ultimi sei anni della mia vita a parlargli di tutto eppure non riesco a dirgli questo, questo piccolo insignificante dettaglio che mi sta mangiando viva da sei mesi. E ad essere sincera è anche stupido che io mi faccia tutti questi problemi, dato tutto quello che ci siamo detti in precedenza.
Do un’occhiata alla finestra e poi all’orologio che mi brilla sul polso. Sono le due del mattino. È tardi, penso riportando gli occhi alla tv, anche se ormai la mia concentrazione è andata a farsi benedire. Quante notti passate al telefono, a parlare di tutto e di niente, a starci accanto attraverso le linee telefoniche.
Probabilmente lui avrà appena finito di lavorare, magari sta tornando a casa. Ricordo di un paio di anni fa, quando rientrava ad orari assurdi e mi chiamava nel cuore della notte perché gli facessi compagnia; inevitabilmente finivamo col prenderci in giro ma non riattaccavo mai prima che arrivasse a casa sano e salvo.
Ho messo il cellulare a faccia in giù sul tavolino da caffè perché potessi trattenermi dal fare cazzate, ma questo era circa tre bicchieri di Sauvignon fa e adesso sono poco lucida e troppo emotiva per prendere qualsiasi decisione razionale. Comunque, mi trattengo. La nostra ultima telefonata notturna non è stata decisamente la più piacevole, anche se era iniziata così bene.
————
“Ciao. Come mai mi chiami a quest’ora?”
“Ehi è così che mi rispondi? Nemmeno un ‘come stai?’ o un ‘che piacere sentirti’?” Sorrisi come una scema al finestrino dell’auto.
“Te l’avrei detto se fosse stato un piacere davvero”
“Ah si? Va bene, allora non ti chiamo più” e lo sentii allontanarsi dal ricevitore. Per un attimo temetti che riattaccasse, quindi m’affrettai a ripescarlo.
“Dai! Come stai, mio caro? Per quale motivo mi stai chiamando?”
“Bene, grazie. Tu come stai?” Sospirai, vedendo le strade di una notturna Parigi scorrere oltre il vetro.
“Stanca, ho appena finito di lavorare. Allora?”
“Hai lavorato tanto? E comunque niente, volevo rompere le scatole a qualcuno e ti ho chiamato” e di nuovo un sorriso.
“Ah adesso funziona cosi? Mi fa piacere!” punzecchiai, sapendo quanto lo divertisse darmi sui nervi
“Eh si funziona così. Dove sei, ti disturbo?”
“No. Sono in Uber, sto tornando a casa. Tu?”
“Ho staccato da poco, sto bevendo una birretta con dei colleghi”
“Capito.” Ci fu un piccolo momento di silenzio.
“E poi volevo sentirti”Il primo tuffo al cuore.
“Ah si eh?”
“Si. Perché, non posso?” avrei potuto dire che stava facendo un sorrisetto malizioso anche a tutti quei kilometri di distanza, talmente lo conoscevo bene.
“No figurati, ci mancherebbe altro.”
————
Sbatto le palpebre per riprendermi dai miei pensieri e affondo la mano nella ciotola dei popcorn. Adoro mangiarli ma detesto doverli preparare, e mi sono resa conto che dopo averci dedicato più di mezz’ora del mio tempo non li ho quasi toccati per tutta la sera, troppo occupata a bere per pensare a riempirmi lo stomaco.
Un po’ come la mia relazione con Blake: lo amavo ma detestavo come mi faceva sentire, e dopo aver impiegato due anni a cercare di farla funzionare sul serio mi sono accorta tardi che non sarebbe mai andata come volevo io perché ero troppo persa nell’immaginare come avrebbe potuto essere.
La serie prosegue con un nuovo episodio e sembra cadere proprio a pennello con in mio stato d’animo. Uno dei protagonisti si è innamorato dell’altro, che però non lo ha capito. Com’è assurda la vita. Tutto attorno a noi ci bombarda con le definizioni giuste e sbagliate d’amore, ci riempie di film, canzoni, serie, video, storie di amori sbagliati e complicati che però in qualche modo succedono e talvolta funzionano. Ma la verità è che non basta amarsi per essere felici. Non è sufficiente provare un sentimento del genere per qualcun altro, bisogna avere la situazione dalla propria parte. Può succedere come no, e a volte devi combattere perché succeda, faticare per far incastrare pronostici e karma. Ma quando succede, alla fine quello che ti serve è il coraggio. Senza coraggio va tutto a puttane, e mi pare di esserne diventata così esperta da poter tenere delle conferenze a riguardo.
————
“È un peccato che tu non ti fidi.”
“Non ho mai detto che non mi fiderei di te”
“No, però delle relazioni a distanza tu non ti fidi.” a questo punto gesticolai nel vuoto e quasi al buio del mio salotto, mentre mi sembrava di rivivere la stessa conversazione per l’ennesima volta.
“È solo che… è difficile per me dopo...”
“...dopo quello che hai passato con la tua ex. Lo so Blake, ma io non sono come lei”
“Non ho mai detto che sei come lei, assolutamente” come al solito mise le mani avanti, e come al solito la cosa non fece che irritarmi
“E allora qual è il problema vero? Dimmelo. Voglio saperlo.”
“È... complicato” sbuffai esasperata, portandomi una mano nei capelli.
“Ho bisogno di saperlo, me lo devi dire.”
————
Non ero preparata a quello che mi disse dopo, e a ripensarci adesso forse non lo sarei mai stata per come le cose si svelarono. Come si può amare una persona dopo che ti ha fatto tanto male? Puoi amare qualcuno che decide di ferirti consapevolmente, non dettato dalla collera o dalla delusione? È passato poco ma ricordo ancora quella notte, probabilmente è per questo che passo tutte le altre da sola a fissare il soffitto o a bere vino scadente. Può essere che cerchi di affogare nei fiumi dell’alcool per ovviare al bere le mie lacrime. E nel frattempo mi dico che non posso essere davvero incazzata perché l’ho obbligato a dirmelo, ho insistito affinché parlasse. Quindi immagino che sia un concorso di colpe.
E se non posso essere incazzata, e non c’è nulla da vendicare o da rimpiangere, cosa mi resta?
La delusione, forse. La ferita.
E la consapevolezza che se mi avesse amata mi avrebbe risparmiato una tale sofferenza.
————
“Avremmo potuto farla funzionare. Saremmo potuti stare insieme ed essere felici, ma tu ti fai condizionare da una cosa del genere e io non riesco proprio a capire perché. Mi sembra assurdo.”
“Lo so, e tu non centri, è un mio problema. È per questo che volevo venire da te.”
“Per cosa?”
“Per provarci davvero. Nonostante le mie paure io sarei venuto, e ti avrei detto di provarci ma adesso lo so che con quello che ti ho detto è cambiato tutto” Cercai di riprendere il mio respiro perso fra i singhiozzi, invano.
“Saresti venuto qui a dirmi di provarci senza dirmi di questa cosa? E come avresti fatto più avanti, su quali basi avremmo costruito una relazione io e te così?”
“Io... l’avrei superata”
“Quindi l’avresti superata più avanti ma non sei riuscito a farlo negli ultimi due anni...” ci fu un lungo silenzio, riempito dai flebili versi di chi piange da entrambi i lati della cornetta.
“È per questo che non volevo dirtelo, perché sapevo che ti avrei fatto del male.” Piangeva anche lui, e anche nel bel mezzo di quel dolore così opprimente non dubitai che fossero lacrime vere.
“No, va bene. Dovevo saperlo, e poi ho insistito io nel chiedertelo.” Presi il fiato e la dignità necessari per ricompormi e dire qualcosa, qualsiasi cosa mi concedesse di concludere quanto prima quella chiamata, perché sapevo che più tempo restavo al telefono, più pezzi ci sarebbero stati da raccogliere. E allo stesso tempo, masochisticamente, non volevo riattaccare.
“...”
“Va bene, io... io starò bene. Ho solo bisogno di tempo però. Devi darmi un po’ di tempo.”
————
E di tempo me ne aveva concesso, devo riconoscerglielo. Fu la settimana peggiore della mia vita, il mio inferno personale; ancora oggi quando soffro ripenso a quel momento e mi dico che ho attraversato il cerchio di fuoco e son riuscita a non bruciare completamente. Quando lo richiamai aveva una voce sfinita, e devo ammettere che lo feci solo per vomitargli addosso tutta la mia rabbia: ho imparato a posteriori che non serve a niente e che ci vuole tempo per tutto. E quando la sofferenza si è placata ed ho rivisto la pace, ho provato a considerare la situazione da tutte le prospettive.
Quindi, ho capito.
Niente è nero o bianco a questo mondo; e le sfumature te le perdi quando vedi le cose da troppo vicino.
Netflix mi chiede se sto ancora guardando e francamente non ricordo nemmeno quando ho smesso: perciò con non poco sforzo spengo tutto e la stanza cade in penombra. Mi sono accorta che ha iniziato a piovere. Com’è giusto che sia.
Non avrei dovuto bere così tanto; la mia capacità di giudizio è offuscata e tutto quello che riesco a pensare è quanto muoio dalla voglia di risentire la sua voce. Credo che adesso nel mio cuore ci sia solo mancanza: vorrei che mi stringesse e mi dicesse che tra noi non è cambiato niente.
E anche se questo vino fa schifo sta facendo il suo effetto, mannaggia il mondo.
Prendo il cellulare dal tavolino e me lo rigiro tra le mani, stando attenta a non avviare la chiamata quando capito davanti al suo numero in rubrica. Prendo un altro sorso e contemplo le mie opzioni: mi piace pensare di averne molteplici, quando in questa versione della realtà fatta di bollicine aromatiche ne ho - di fatto - solo due.
O lo chiamo. Oppure no.
Lascio che la mia testa ciondoli da una parte all’altra un paio di volte, poi la smetto quando mi accorgo che mi sta salendo una leggera nausea. Ho finito le parti del corpo da torturare: le pellicine sono tutte tirate e sono abbastanza sicura che se non fossi talmente anestetizzata sentirei il labbro inferiore dolere. Non contenta, mi sono anche scavata un solco dietro l’orecchio sinistro, che nonostante tutto brucia parecchio.
È inutile che ci giro intorno, lo so pure da ubriaca.
Che cosa spero di ottenere?
Inoltrare una nuova chiamata adesso sarebbe autoinfliggersi una punizione tutta nuova, e nonostante tutta la mia mancanza di autostima riservo ancora un briciolo di amor proprio necessario a frenarmi.
Che Dio solo sa se ho bisogno di questo adesso.
Scuoto la testa nel tentativo di scacciare i brutti pensieri e chiudo gli occhi, le palpebre diventate pesanti e un po’ umide grazie all’ebbrezza e all’oscurità. Spengo lo schermo del cellulare e, a fatica, mi tiro su dal divano e mi trascino verso la camera da letto.
Questa prima decisione è un buon segno, penso, prendendo un respiro profondo nel buio.
Una delle poche mosse egoistiche della mia vita.
Forse sto iniziando a guarire.
Me lo auguro con ogni frammento di cuore.
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