Tumgik
#una delle persone più belle che ci siano li in mezzo
Text
"In questi giorni ci pensavo a chiudere qui. E' la chiusura perfetta di un cerchio, di un pezzo di vita, di carriera, di questo sono felice, orgoglioso. Oggi ho parlato coi ragazzi, ho ringraziato la società, il mister, i ragazzi che sono stati la mia famiglia, il mondo Juventus che mi ha fatto sentire a casa. Quando si prendono decisioni in comune accordo, in eleganza, perché si hanno visioni differenti, è una soddisfazione per me e per la Juventus. Quando si chiude un matrimonio, non si deve per forza litigare. Sono orgoglioso di questo. Mi porterò dentro quello che la Juventus e ogni ragazzo mi hanno trasmesso, sono cresciuto come uomo e come persona. Al netto dell'aspetto lavorativo, nella vita è la cosa più importante"
Federico Bernardeschi ♥️
29 notes · View notes
mewscarrafone · 7 months
Text
TOKYO MEW MEW REWATCH - EP 38
Tumblr media
Certo che a volte l'anime originale se ne usciva con delle belle trovate, che alzavano di molto la posta in gioco per le eroine e rendevano i nemici molto più intelligenti e pericolosi. Usare la stessa energia degli attacchi delle nemiche contro di loro ... bella trovata, non c'è che dire.
Tumblr media Tumblr media
Adorati i discorsi contrastanti tra Kisshu e Ryou, perché entrambi fanno un gran lavoro nell'esprimere le proprie ragioni.
Da una parte, abbiamo un popolo che potremmo definire di sfollati, finiti in una situazione ostile, che sognano il ritorno alla propria terra ancestrale, un paradiso in confronto al luogo in cui si trovano. E lo ritrovano invaso da una specie ai loro occhi estranea che l'ha rovinato, devastandolo per il proprio egoismo.
Dall'altra, come dice giustamente Ryou, chi se ne frega di chi sono gli alieni. Non tutti gli umani sono causa diretta di questa situazione, e ovviamente non vogliono vedere i propri cari soffrire e morire. Anche gli umani non hanno mai conosciuto altro mondo se non questo.
Tra l'altro prima volta che Ryou, pur continuando ad opporsi a loro, riconosce che gli alieni stiano combattendo per i propri cari, mentre in un episodio precedente aveva detto alle ragazze di non provare nemmeno a capirli. Bel momento di crescita del personaggio. Quanto mi rode che l'anime abbia tolto la parte manga in cui è lui stesso a dare la Mew Aqua residua agli alieni per salvare il proprio pianeta, sarebbe stata la conclusione perfetta del suo arco come personaggio!
Tumblr media
Mi piace che gli alieni si siano semplicemente messi di mezzo e abbiano bloccato l'attacco. Fa chiedere perché non abbiamo provato a farlo tutte le altre volte, ma tant'è.
Tumblr media
Probabilmente uno dei motivi per cui gli alieni sono diventati così popolari presso il fandom è che l'anime ha dedicato molta attenzione a come funzionassero le cose tra loro. Non erano i soliti antagonisti che compaiono quel tanto che basta a vederli complottare, avevano non solo una motivazione comprensibile, ma anche i loro legami tra loro, un affetto che li legava nonostante tutte le loro divergenze. Queste non sono persone vuote o emotivamente impoverite rispetto ai protagonisti: la loro reazione al vedere un amico ferito è la stessa che avrebbe un personaggio 'buono'.
Tra l'altro interessante come nella scena poco prima il Cavaliere Aò non batta ciglio al ferire gravemente qualcuno. Comprensibile dato che Kisshu è stato il primo ad attaccare, ma una tale impassibilità mi sembra molto più da Profondo Blu che da Masaya. Trovo sempre affascinante l'intrecciarsi di queste tre diverse identità.
Tumblr media
A proposito di Profondo Blu, qui più che impassibile sembra provare un divertimento sadico a dire a Pai e Taruto di lasciar morire Kisshu, con tanto di risatina finale. Al suo ragionamento ci si può arrivare: perché mai lasciare in vita uno che 1) è ossessionato da una della fazione avversa e 2) ha già mostrato di avere dubbi verso Profondo Blu stesso. Buona occasione di liberarsene. Ma la soddisfazione davanti alla paura degli altri due, che prova? Indizio al fatto che non abbia minimamente a cuore gli alieni? Momento da villain generico? Una cosa non esclude l'altra?
Tra l'altro le reazioni qui possono fare da anticipazione a quelle che avranno nello scontro finale: Taruto protesta, cerca di opporsi all'ordine, mentre Pai accetta senza discutere.
Tumblr media
Bel contrasto tra protagonisti e antagonisti: Ryou, facendo sfoggio di una maturità notevole, calma Ichigo nella sua crisi e la incoraggia a stare con un Masaya ferito, e mentre non permette alle altre di farle compagnia, resta il fatto che le ragazze si siano offerte in primo luogo.
In parole povere, le Mew Mew possono sempre contare sul reciproco sostegno (quando la logica filler non le manda ooc), mentre gli alieni vorrebbero aiutarsi tra loro, ma sono talmente sottoposti a una persona spietata che semplicemente non possono.
Tumblr media
Ichigo che fa tutto il suo discorso sull'essere una Mew Mew a un Masaya svenuto, e la sua soluzione è smettere di vederlo e tornare a mettere distanza ... per carità, coerente con lo scorso episodio, ma preferisco la versiòne di manga e New, dove per salvarlo si trasforna davanti ai suoi occhi e affronta le conseguenze, quali che siano.
E poi scusa, se davvero il poverino non ne avesse saputo niente, pensa che non ci sarebbe rimasto male ad essere piantato dalla sua ragazza senza spiegazioni?
Tumblr media
Da una parte, la scena in cui Masaya rivela il proprio passato a Ichigo mi piace, perché al contrario di manga e New non è un monologo interiore, è un vero e proprio disvelamento delle proprie fragilità e dei propri lati negativi da parte di una persona che interagisce con il mondo tramite una maschera.
Dall'altra, questo momento diventa fine a sè stesso, non viene più risollevato, non cambia di molto il modo in cui Ichigo si rapporta a Masaya. E per di più, dall'essere collegato alla rivelazione della sua natura come Profondo Blu, questo momento diventa dimenticabile.
Niente a che vedere con la spettacolare crisi di identità con cui ci ha deliziati New.
Tra l'altro, ma è l'anime in sè e per sé che ha smussato molto il discorso? Qui sembra che Masaya abbia voluto diventare il figlio perfetto per gratitudine verso i genitori che l'hanno adottato perché volevano semplicemente un figlio, nel manga la questione è posta in termini di sopravvivenza e assicurarsi una vita serena presso una coppia che stava esplicitamente cercando un buon erede.
Mentre una ricerca su come orfanotrofi e adozioni vengano gestiti in Giappone basta a far capire perché la questione sia stata posta in termini di sopravvivenza, mi è dispiaciuto veder smussato quest'angolo più cinico di Masaya e il suo senso di alienazione verso il resto dell'umanità, una delle cose che lo rendono un personaggio davvero interessante.
Tumblr media
E finisce tutto con una scena molto dolce e romantica, con i due che riaffermano il proprio amore reciproco e il proprio desiderio di sostenersi a vicenda. Dai, ogni tanto anche il vecchio anime cacciava fuori scene carine per questa coppia.
10 notes · View notes
Sapete stavo pensando a una cosa..
Ho sempre cercato di fare conoscenza con delle ragazze, pensando che loro siano quelle più emotive, quelle più sensibili, quelle che diano di più il cuore o che ti capiscano.. sperando in delle belle amicizie sincere e che ci fosse del aiuto del supporto ricambiato. E dell'affetto reciproco..
Ho sempre evitato di provare a scrivere ai ragazzi come amicizie, perché li vedevo così.. così duri, tristi, solitari, spenti, distaccati e poco emotivi, di poca vicinanza.. e che avrebbero sempre cercato di fregarmi.
E posso dire che mi sono sempre tremendamente sbagliato. E lo affermo con tutto me stesso chiedendo scusa !
Si perché ho scoperto con l'esperienza e con il tempo, che nonostante in tanti anni abbia conosciuto tante ragazze e pochi ragazzi, e nonostante quanto si possa dire "non si fa di tutta l'erba un unico fascio", devo dire che:
Le ragazze hanno sempre approfittato, del mio affetto, del mio tempo, della mia presenza.. delle mie parole della mia vicinanza e tutto il resto.
E poco o quasi niente è stato ricambiato..
Con i ragazzi invece, non ho mai avuto molti contatti.. Ma sono riuscito finalmente a capire una cosa.
Che alcuni quelli che non fanno del male a nessuno.. Quella parte che, sono silenziosi, freddi, distaccati.. Quella parte quasi anaffettiva e magari che non vogliono nemmeno essere guardati o è difficile parlarci, o anche quelli emarginati, quelli sono i veri pezzi speciali tra tutti. Perché sono quelli che davvero hanno capito..
Sono quelli che hanno cuore e hanno paura a darne, sono quelli che sanno nessuno ci tiene davvero, che se mostri cuore te lo strappano, che per quanto tu possa dare la gente prende, sono quelli trattati male perché buoni e presi sotto gamba, sono quelli messi da parte nonostante tutto quello che possano dare o abbiano dato, sono quelli realmente sensibili ed emotivi, e sono costretti a essere chiusi in se in una gabbia personale perché altrimenti se la passano male tra uomini di merda e donne anche peggio.
Sono quelli che donano tempo, sforzi, presenza, emozioni e quanto più possono per farsi capire e amare, per ritrovarsi sempre ad aver amato ed aver perso.
E mi dispiace che non abbia mai dato molte possibilità ad amicizie maschili, poiché per loro difesa non parlano molto.. ma nemmeno io sono molto capace.
Ho scoperto che in realtà esistono uomini che sanno cosa sia provare amicizia o affetto anche fraterno, e sono riusciti a farlo capire senza provarlo io direttamente.. ed è una cosa assurda.
Detto questo
Siccome capita molto spesso anche
Vorrei fare un applauso agli uomini, per essere riusciti a far capire a un ceco e ottuso come me quanto potessi sbagliarmi su ciò in cui credevo inizimente, e per avermi fatto ricredere,
Ma soprattutto vorrei fare un enorme applauso e congratularmi, per quelli che in mezzo a questo mare di merda tra dicerie, luoghi comuni, sessismo e tutto il resto, sono riusciti ad essere delle bellissime persone, e riescono a resistere, e a non buttarsi giù, distinguersi, essere delle persone vere.
Quindi se volete,
Persone di buon cuore che siate maschi o femmine, uomini o donne, o anche persone indefinite o di altri orientamenti..
Vi voglio far sapere a questo punto,
Che accetto chiunque per fare nuove conoscenze in ambito di amicizie.
E mi scuso se ci ho messo tanto ad iniziare a sperare in buone amicizie che vadano oltre quelle di genere femminile, ma purtroppo non ho avuto grandi esempi di amici di altri generi.
Vi chiedo solo un piccolo sforzo:
Un like, un commento o un messaggio.
Giusto per iniziare a conoscerci.
Grazie mille per l'ascolto 👋🏻❣️
3 notes · View notes
Text
Tumblr media
31/12/2021
Con un po’ di ritardo, anche quest’anno farò un breve riassunto di questo 2021. Ricapitolando:
Inizio l’anno con le persone più importanti per me, famiglia e amici. Qualche pensiero al passato ci va sempre, ma sembra tutto nella norma. Penso sempre che il “mio” peggio sia passato. Fine gennaio- inizio febbraio , va beh, c’è bisogno di parlarne? 🤣 Le persone o meglio, la persona conosciuta in quel mese è stata solo una dimostrazione che spesso gli anni che si hanno non combaciano con gli anni che abbiamo mentalmente. Solo una questione di culo trovare chi li dimostra davvero, ma anche quella persona mi ha lasciato una cosa fondamentale nella vita: l’esperienza. Periodo marzo/aprile nuovamente in lock ma almeno lavoro, vedo la mia bambina che riesce a rendere le mie giornate più leggere. Conosco un tipo e il primo pensiero è “ma chi è sto pischelletto?” ormai con i ragazzi l’ho presa un po’ alla presa per il culo , nel senso che penso siano tutti casi umani che hanno bisogno della psicologa di turno. Prosegue bene. Non male come terzo mese dell’anno, marzo. Esce su tutti i giornali un articolo che mi sta molto a cuore e che porterò dentro di me per sempre. Maggio: Stavolta mi sbaglio, io e #A stiamo bene insieme, sono tre mesi di frequentazione e a me sembra di conoscerlo da sempre. Cerco di andarci cauta (giuro, ci provo, ma chi mi conosce sa che nella mia vita non ci sono vie di mezzo , o tanto o niente 😅) e moooolto cautamente (😂) la nostra relazione dura ormai da 9 mesi. Luglio: 22 per l’esattezza. È il mio compleanno e io ho molta ansia. Ormai odio questo giorno anche se ci tengo a far credere a tutti il contrario. Dovrebbe essere un giorno speciale per me , ma in tutti gli anni trascorsi, è sempre stato deludente. Ero io che mi aspettavo troppo? Non so. Quest’anno invece è diverso. Vedo una luce diversa in me, nella mia vita, negli altri. Sembrerò una piccola sognatrice, ma credo che l’Amore faccia questo effetto. #A mi da tutte le attenzioni che ho sempre immaginato in una relazione e che non immaginavo fossero possibili solo perché mi erano state date di rado, in passato. #A è una persona matura che ha i coglioni per amare (e per amare me, credetemi, servono più che due coglioni oltre che la pazienza 😂) e, soprattutto, #A non è un caso umano che ha bisogno della psicologa di turno, altroché! E forse questo è stato uno dei motivi che mi ha spinta ad andarci piano con lui, il fatto di starmi per imbattere in una relazione diversa dalle altre , che non aveva il solito libro con la solita trama e lo sappiamo, il “diverso” fa strano un po’ a tutti all’inizio. Fin quando poi ho capito che in realtà ognuno riceve ciò che merita nella vita, per questo ci crederò sempre. Insomma, trascorro un compleanno stupendo, fatto di foto, risate, pianti, amici e lui. Agosto: una delle esperienze più belle della mia vita, Arezzo e Milano. Non ho bisogno di scrivere troppe parole a riguardo, anche perché ogni singola emozione l’ho impressa sul mio cuore. Dalla più piccola, alla più bella e pura. Alle risate, ai pianti di gioia, al cibo fuori ogni sera, ma anche alle lacrime di tristezza quando ero verso la fine dell’estate. Settembre: un’altra estate è passata e io voglio cercare di essere ottimista, ma stavolta c’è qualcosa che non va. No, il problema non sta in me o in chi mi sta affianco. Ho voglia di fare , TANTA voglia di fare. 21 settembre, incidente con l’auto ma ci è andata bene. Siamo stati miracolati e ciò mi aiuta ancora di più ad apprezzare la mia vita e PROVARE a trarne il positivo. Ottobre/novembre: continuo a pensare che questo posto non faccia più per me, credo sia arrivato il momento di aprire gli orizzonti. Ma stavolta non sarò impulsiva, questi sbagli lì ho già fatti in passato. Vorrei solo realizzare i miei sogni, i miei progetti, ma so che ci sarà tempo. Come ho scritto prima: io credo molto nella vita. Dicembre: Natale. Tra un virus e qualche variante sono sopravvissuta e sono arrivata anche al 31 dicembre. È tutto ok, sto bene per quel che posso, ma non sono soddisfatta al 100% della mia vita e questo non è da me. Il 2022 vorrei fosse la svolta. Ci spero ma soprattutto … ci credo.
3 notes · View notes
gloriabourne · 3 years
Note
cambiare idea? ma qui non si sta parlando di gusti di gelato. troppo facile criticare certi programmi e fare l'intellettuale, mentre sei all'apice del successo, che tanto apice non è, e visto che mi chiedi da dove lo capisco, ha perso un sacco di seguito dopo il 2019 il che mi fa intendere che questa tendenza continuerà. e quando sarà tramontato del tutto, complice anche che non è più un ventenne, parteciperà eccome credimi. da bravo ipocrita
perché un ritiro dalle scene con dignità non mi parrebbe nel suo stile, sarebbe troppo dura da accettare. guarda, ti ricordo solo, se non ne sei al corrente, che esistono tante interviste datate circa inizi 2016, dove ermal diceva che non avrebbe mai partecipato ad Amici perché quello sarebbe stato come 'fare televisione', a cui lui non era interessato. ma poi lo vedi seduto alla poltrona della de filippi come giudice, ad aprile del 2017! per farti capire, la coerenza. furbetto proprio.
E ti prego di non pensare che io provi soddisfazione a immaginare questo oscuro risvolto per la sua carriera. ovvio che mi dispiacerebbe, tanto quanto mi indignerebbe profondamente. non ho mai superato il fatto che a causa proprio del talent della de filippi, Ermal nel 2017 abbia perso la stima e l'amicizia del grande Red ronnie, non so se sai a quale storia mi riferisco. un brutto segno mi sembrò ai tempi, non ho mai accettato questa cosa.
----------------------------------------------------------
Ma cosa vuol dire che non stiamo parlando di gusti di gelato? Dai su, ma che paragoni fai?
Il cambiare idea di una persona è applicabile a qualsiasi ambito, proprio perché come ho già detto entrano in gioco altri fattori come esperienze di vita che magari ti fanno cambiare idea su certe cose o vedere le cose in altra prospettiva.
Come hai detto tu, aveva detto che non avrebbe mai partecipato ad Amici e poi invece l'ha fatto. Questo non fa di lui un ipocrita, ma semplicemente una persona in grado di cambiare idea, che a mio parere è molto più lodevole che fare il testardo che si incaponisce sulle proprie idee per tutte la vita, visto che almeno così dimostra di saper tornare sui propri passi e di saper rivalutare certe cose.
Poi scusa, ma in che modo il fatto che non è più un ventenne dovrebbe influire sul suo successo? Non sono più gli anni 90, periodo delle boy band in cui passati i 20/25 anni gli artisti non se li cagava più nessuno.
Cioè sarò strana io, ma dei cantanti che seguo non ce n'è manco uno che abbia 20 anni. E tutti quanti hanno ovviamente avuto periodi di alti e bassi, come tutti, per alcuni di loro ci sono stati periodi in cui sono stati meno seguiti, ma da lì a essere tramontati (così come per Ermal) ce ne passa di acqua sotto i ponti.
E per rispondere all'ultima parte, sì invece. Penso proprio che in fondo tu stia provando un piacere un po' perverso a immaginare o almeno a dire certe cose. L'hai definito ipocrita, hai detto che nel giro di pochi anni la sua carriera finirà... Scusa tanto se leggendo i tuoi messaggi l'ultima cosa a cui penso è che tu sia una persona che si dispiacerebbe se effettivamente la carriera di Ermal subisse un arresto. Perché ti assicuro, dalle tue parole traspare tutto tranne il dispiacere.
Ah, e ancora una cosa: a me di Red Ronnie frega poco, mai seguito e poco mi importa di cosa dice, cosa pensa o chi stima. Però mi importa dei rapporti umani tra le persone e ti dico, a prescindere dal fatto che le persone coinvolte siano Ermal e Red Ronnie, che se basta così poco a perdere la stima e l'amicizia di qualcuno onestamente meglio perderla che trovarla. Soprattutto l'amicizia! Quella dovrebbe essere incondizionata - a meno che non ci siano di mezzo dei gravi torti da una delle due parti che rendono impossibile continuare il rapporto - quindi se Red Ronnie ha deciso che non voleva più saperne di Ermal solo perché ha deciso di partecipare a un talent (talent a cui tra l'altro hanno partecipato alcune tra le più belle voci del panorama musicale italiano, quindi non stiamo proprio parlando di merda se permetti) il problema non è di certo Ermal.
Poi sei liberissim* di continuare a considerare Ermal ipocrita, incoerente, vicino al declino... Ci mancherebbe, è un paese libero! Però penso che tu ormai abbia capito come la penso e che sia poco costruttivo per entrambe le parti continuare a discuterne, visto che tanto rimaniamo sulle nostre posizioni.
5 notes · View notes
veronica-nardi · 4 years
Text
Goong
Tumblr media
Ho visto questa serie dietro consiglio di @dilebe06, che me ne ha parlato come di un drama must che bisogna assolutamente vedere. È un po' datato - del 2006 - ma posso assicurarlo: ne vale la pena.
Certo, la qualità visiva è inferiore rispetto a quella dei drama di oggi, ma una volta abituata alle immagini "vecchio stampo" mi sono totalmente immersa nella storia e nei suoi personaggi.
Sono una a cui piace molto vedere dei personaggi ben caratterizzati e con delle buone evoluzioni, anche se questo può significare danneggiare la serie su altri fronti, come quello della trama. Più di una volta ho visto serie asiatiche che per dare spazio all'emotività e ai personaggi hanno sacrificato chiarimenti relativi alla storia. È una cosa che mi fa un po' porconare sul momento, ma spesso quelle sono le serie che più mi sono rimaste nel cuore.
Ad essere sincera, devo ammettere che Goong fa un buon lavoro sia con i personaggi, sia con la storia, sia con le emozioni. Ci sono vari momenti molto frustranti, altri molto divertenti, e alcuni anche commoventi.
Goong parla di una ragazza qualunque, Chae-kyung Shin, che da un giorno all'altro si ritrova ad essere la promessa sposa del Principe Ereditario in una Corea contemporanea in cui ancora esiste la monarchia.
Sembra una favola, ma Chae-kyung non è la Cenerentola della situazione e di certo il principe Shin non è il principe azzurro.
Costretti a sposarsi per l'accordo preso dai rispettivi nonni, i due devono imparare a conoscersi, ad andare d'accordo, a rispettarsi. Essendo sulla stessa barca, dovrebbe sostenersi e aiutarsi a vicenda, ma Shin all'inizio non è molto collaborativo.
E mentre loro non sono contenti dei ruoli che devono ricoprire, c'è chi mette in piedi intrighi e complotti per appropriarsi - o riappropriarsi dal loro punto di vista - proprio di quelle posizioni: tornati all'Inghilterra dopo quindici anni di assenza, l'ex principe ereditario Yul e sua madre sono determinati a conquistarsi quello che un tempo spettava a loro.
In tutto ciò si mette in mezzo anche una second lead, Hyo-rin, che prima rifiuta la proposta di matrimonio di Shin per inseguire il suo sogno, poi capisce quanto in realtà tiene a lui e fa marcia indietro.
Questi quattro protagonisti sono contornati dalle due famiglie principali della serie: la famiglia della lead - quindi la famiglia dei poveri - e la Famiglia Reale - i ricconi.
La prima è una famiglia semplice, allegra e modesta ma, appunto, con problemi di denaro (ti pareva), ed è questo ciò che inizialmente spinge Chae-kyung ad accettare di entrare a palazzo.
Della Famiglia Reale invece ho avuto all'inizio un'impressione molto fredda e distaccata, a partire dal principe Shin e da sua madre la Regina, poi anche il Re, e poi ci sono tutte quelle regole di corte che bisogna attentamente e severamente seguire. Gli unici membri della famiglia reale ad essere più sciolte e calorose sono la Nonna e la sorella di Shin.
In Goong quindi c'è un po' di tutto: amore, amicizia, famiglia, gioco del trono, vendetta, intrighi. Goong parla di reali, ma alla fine i personaggi che vediamo in scena non sono delle persone speciali, sono degli esseri umani come tutti noi, con i loro pregi e i loro difetti.
Penso che il punto focale della serie siano proprio questi adolescenti alle prese con i primi amori, con i loro sogni, con i loro dubbi riguardo il futuro. C'è chi ha un buon rapporto con i genitori e chi invece deve fare i conti con rapporti più freddi e distanti. C'è chi fa amicizia facilmente e chi deve imparare a comunicare come si deve.
Al di là di essere o meno dei reali, le tematiche portate in campo sono tutte molto umane e realistiche, e questo è un gran punto di forza di Goong.
Ed essere reali non è tutto rose e fiori, ANZI. Non siamo in un film Disney dove diventare principessa significa ballare in un bellissimo castello con un abito magnifico. Qui la regalità porta a vivere una vita difficile e scomoda, sempre sotto controllo. La carica di Principe Ereditario, quindi, può risultare indesiderata.
Tumblr media
I personaggi sono caratterizzati molto bene e alcuni di loro compiono delle evoluzioni davvero belle e ben fatte. Il mio preferito, e credo sia anche quello fatto meglio, è stato Shin. Mi ha ricordato molto Daoming Si di Meteor Garden per la sua scontrosità e l'incapacità di comunicare come un essere umano decente. La differenza è che Daoming Si era pieno di rabbia, mentre Shin di tristezza e amarezza, e anche lui come Daoming Si compie un percorso molto umano fatto di alti e bassi.
Mi è piaciuta tantissimo anche la regina, la vera avversaria della madre di Yul. Queste due donne hanno entrambe giocato bene le loro carte e sono state molto intelligenti. È stato anche interessante per me vedere queste due donne da un punto di vista materno. La regina, da madre fredda e severa compie una bella evoluzione di comprensione e addolcimento. Mentre è interessante notare come la madre di Yul sia disposta a tutto pur di incoronare il figlio, ma senza rendersi conto che sono proprio i suoi complotti che possono completamente rovinarlo.
La storia d'amore principale è bella perché umana: litigi, battibecchi, incomprensioni, ma anche romanticismo, parole dolci, scene in cui la ship è letteralmente VOLATA.
Riguardo il finale, mi è piaciuto molto per come va a finire con i due lead, l'ho trovata una conclusione logica e coerente. Mi è piaciuta anche la second lead. Mentre mi ha abbastanza infastidita il finale riguardante Yul e sua madre, non mi sono sentita soddisfatta.
Bellissima la colonna sonora.
Voto: 7.9
Tumblr media
Spoiler vari:
- Il principe Shin è di certo uno dei miei personaggi preferiti di quest'anno, e penso proprio che sia tra i papabili per vincere il premio del protagonista maschile preferito. All'inizio non mi piaceva: simpatico quanto un'ortica, mi sembrava più morto che vivo da quanto era depresso. Mi ricordo di aver pensato "speriamo che non rimanga così fino alla fine sennò fa venire la depressione pure a me".
E infatti è cambiato. In modo lento, naturale, umano, iniziando ad affezionarsi alla lead e sentendo sempre di più di aver bisogno di lei, e allo stesso tempo continuando a sbagliare e a fare errori. Anche alla fine non è che diventa un raggio di sole, non è nel suo stile, ma decisamente non è più lo stesso ragazzo che conosciamo nei primi episodi.
Da ragazzo scontroso e chiuso in stesso, abituato a soffrire in silenzio da solo, con un'infanzia negata alle spalle e un futuro infelice davanti, Shin lotta tra le difficoltà di palazzo, la freddezza della sua famiglia e il combattuto rapporto con Chae-kyung (i loro battibecchi sono meravigliosi). Col tempo impara cosa vuol dire affezionarsi a qualcuno e sentire la sua mancanza, impara a parlare dei suoi sentimenti, impara a essere onesto con se stesso e capisce cosa vuole davvero nella vita.
Tumblr media
La scena negli episodi finali in cui Chae-kyung gli dice di amarlo non per tenerezza o compassione perché è un principe infelice, ma per quello che lui è, mi ha fatta commuovere tantissimo. Era quello che aspettavo perché sono le parole che Shin aveva bisogno di sentirsi dire. E vederlo finalmente aprirsi, ammettere ad alta voce il suo desiderio di averla sempre al suo fianco, è stato bellissimo.
- Il Re e la Regina. Uno mi ha fatta porconare, l'altra l'ho adorata. La Regina è uno di quei personaggi che compie una bella evoluzione, e per quanto mi sia piaciuta la lead, lei mi è piaciuta di più. Esattamente come Shin, all'inizio accoglie con freddezza e severità la povera Chae-kyung, per poi diventare mano a mano più comprensiva, fino ad ammettere di essere invidiosa di lei, perché la ragazza, a differenza sua, è riuscita a mantenere il suo spirito nonostante la difficile vita di palazzo. Vedere poi Chae-kyung chiamarla "madre" mi ha fatto versare qualche altra lacrima.
Ho stimato la Regina per essere stata la più intelligente della famiglia nell'intuire i sotterfugi della sua rivale, e mi è dispiaciuto per lei quando si rende conto di non essere mai riuscita ad arrivare al cuore del marito, non potendo così svolgere il suo ruolo di moglie.
Ecco, parlando del marito, io a quest'uomo lo avrei preso a sberle più volte. Innanzitutto il mio sogno era vedere la relazione tra lui e la mamma di Yul sbandierata dappertutto, ma in questo modo ci avrebbe rimesso tutta la famiglia reale, Shin compreso, quindi forse è meglio così.
Ma la cosa che mi ha davvero infastidita è stato il suo modo di rapportarsi con Shin: è come se in lui vedesse prima il principe reale che deve comportarsi bene, e dopo il figlio bisognoso di affetto, ascolto e comprensione.
Capisco la posizione dell'essere Re e le preoccupazioni riguardo l'immagine della famiglia reale, ma per 24 episodi non l'ho mai visto chiedere al figlio un semplice "come stai" oppure "che cosa ne pensi di questo? Come la stai vivendo questa cosa? Quali sono i tuoi sogni?". In 24 episodi non li ho mai visti passare un pomeriggio insieme come due normalissimi padre e figlio.
Alla fine non compie nemmeno una reale evoluzione, perché dire a Shin che crede in lui dopo che Yul ha confessato i suoi crimini, mi sa tanto da presa in giro.
- la Nonna mi ha fatto molta tenerezza e mi ha fatta sorridere un sacco. Dolce, comprensiva, ingenua, è stata l'unica della famiglia ad accogliere con calore Chae-kyung fin dall'inizio e anche l'unica a non accorgersi dei piani strategici della madre di Yul. Il rapporto tra lei e la lead mi è piaciuto molto, e la scena sul finale della loro separazione è davvero commovente.
Tumblr media
- la second lead è stata un personaggio davvero ben fatto. Mi ha fatta arrabbiare all'inizio quando torna indietro per cercare di conquistare Shin, ma ho poi apprezzato la forza e la dignità con cui affronta l'isolamento e il bullismo dei compagni di scuola, e mi è piaciuta molto la sua presa di consapevolezza del dover lasciar andare Shin perché gli stava solo rovinando la vita. Davvero un bel percorso.
- piccola nota: mi ha fatto molto sorridere il rapporto tra Chae-kyung e le sue due dame di corte, dispiaciute per lei quando veniva sgridata e pronte a divertirsi con lei nei momenti liberi, come quando giocano all'hula hop davanti ad un perplesso principe Shin. Quest'ultimo ha davvero avuto ragione quando ha constatato che "non è la principessa ad adattarsi al palazzo, ma il palazzo che si adatta a lei."
- Ho amato come è andata a finire tra Chae-kyung e Shin. Pensavo che il destino di Shin sarebbe stato quello di diventare Re, e ho tifato per lui nella corsa al trono, quindi mi ha piuttosto stupita la scelta finale di abbandonare il trono per cederlo alla sorella. Ma è un finale coerente con il personaggio di Shin, che non si è mai mostrato interessato agli affari di corte e non ha mai espresso un reale desiderio di essere principe ereditario, quindi mi piace molto la sua scelta di allontanarsi da palazzo per cercare la sua strada nel mondo.
Avrei però preferito che alla sorella fosse stato lasciato un po' più di spazio, visto che alla fine diventa la Regina di Corea. Per tutta la serie non ha nemmeno mai detto se desidera o meno il trono, come faccio a sapere se adesso è felice?
Comunque, questo finale rimane troppo aperto a tante domande: che cosa faranno adesso Chae-kyung e Shin nella vita? Lei diventerà una stilista? Lui studierà a Parigi per diventare regista? Come sarà la loro famiglia? Che tipo di genitori saranno?
Insomma, IO AVREI VOLUTO UNA SECONDA STAGIONE.
- Non mi ha invece soddisfatta il finale riguardante Yul e sua madre: dopo tutti gli intrighi che hanno tirato su per distruggere la famiglia reale, tutto si conclude con Yul che si prende la colpa dei crimini della madre per proteggere la donna, cosa che è coerente con il personaggio e con il legame tra madre e figlio, ma davvero poco soddisfacente per me.
Avrei voluto che venissero scoperti e puniti in qualche modo, e il tentato suicidio di lei, mi dispiace, ma non è abbastanza, anche perché non è disperata per i sensi di colpa, ma perché ha perso la sua battaglia di mettere il figlio sul trono.
Concludo con una gif di questa scena che mi ha fatto morire dalle risate:
Tumblr media
9 notes · View notes
clubdellascrittura · 3 years
Text
Mi chiamo Giada. Ho 19 anni e vivo a Roma, in una città più in periferia, che si chiama Ostia. Rispetto alla grande metropoli quale è Roma, Ostia è piccola ma non troppo. Può contenere più o meno centomila abitanti. Non è contaminata dallo smog e dalla folla della capitale, ed è un posto perfetto per rilassarsi al mare, dato che lo dispone.
Onestamente parlando, non intendo spostarmi, perché c'è tutto quello di cui ho bisogno, anche se in miniatura.
Vivo in una villa la quale via è piuttosto in. La villa dove vivo è composta da due piani: Il primo piano lo possiedono i miei nonni, mentre facendo le scale si può accedere al secondo, il mio. La storia narra che dopo mille e mille vicissitudini i miei genitori siano riusciti a comprare la casa a patto che i miei nonni fossero venuti ad abitare con noi. Così nel 2010 l'abbiamo comprata. Il liceo che frequentavo è piuttosto vicino, sta a due secondi da casa, perciò io e mia sorella Alice potevamo permetterci di svegliarci alle 7.30, per poter stare lì alle 8.10.
Mi reputo una ragazza "carina" perché credo ci siano ragazze più belle di me, ma non mi lamento a dire il vero. Sono giunta a questa conclusione da poco.
Quando ero piccola non piacevo neanche al ragazzo a cui piacevano tutte le femmine. Non che fossi brutta, ma non attiravo i ragazzi. Ero la "carina" ma non ero bella. Ero okay, ero normale.
Col tempo ho imparato ad apprezzarmi. Il fatto che io sia bassa non l'ho mai visto come un limite. Attenzione, ho difficoltà a trovare dei pantaloni che mi stiano come voglio, dato che risultano troppo lunghi, ma non la vedo come una forte insicurezza.
Non sono né magra né grassa. Mi piace mangiare e il fatto che mia madre sia siciliana la dice lunga. Il cibo è sacro, il cibo unisce. Poi se condiviso...
La quarantena mi ha fatto lievitare. Non mi sentivo neanche carina, in più tutta la mia famiglia diceva che era l'ora di mettersi a dieta, perciò ho intrapreso questo percorso che devo dire sta dando frutti.
È mostruoso il mondo di instagram. Ci fa apparire tutti perfetti, e a volte questo mi fa svilire. Vedevo tutti magri, tutti che stavano bene, mentre io mi sentivo di merda. Mi facevo schifo.
In ogni caso, mia zia mi ha ereditato un seno prosperoso, con cui ho dovuto fare i conti dalla quarta elementare. Ricordo un momento della mia vita in cui portare il reggiseno o il top era qualcosa di brutto e avere un seno più grande del normale mi faceva sentire a disagio. Un mio compagno scherzando disse :"ma che hai il reggiseno?" come se al tempo fosse qualcosa di anormale.
Devo dire la verità, a volte non è semplice. Certi tipi di magliette ci stanno oggettivamente male. Ragazzi, ci ho messo una vita per cercare il costume perfetto che non mi strizzasse il petto o che non mi facesse avere il seno di fuori. È stato un trauma.
Comunque, la parte che preferisco del mio aspetto sono i miei occhi. Risposta scontata lo so, ma è la verità. I miei occhi sono marroni e grandi. Nel senso che è grande proprio iride del mio occhio, non so per quale legge della fisica. Quando mi piace qualcuno, lo guardo intensamente. In un modo tutto mio.
Quant è bello avere la fortuna di vedere? Ho il terrore di svegliarmi e non vederci più. Ho la paura che mi venga qualcosa all'occhio e non vederci più. Anche perché per i medici sono stata a lungo tempo miope. Per una ragazzina di 6 anni era un problema. Significava sentirsi diversi. Per anni rientravo nella categoria di quelli con gli occhiali, che al tempo erano pochi. Mentre ora c'è una pandemia.
Ho detto che loro dichiaravano che io ero affetta da una miopia, finché a 12 anni sono andata a fare una visita di controllo e un oculista ha detto:"A che ti servono gli occhiali? Toglili". Ve lo giuro, per una ragazzina abituata ad avere gli occhiali, non averli creava imbarazzo, anche se era inutile averlo, era una cosa bella.
Attualmente, anche se la mia vista sta peggiorando perché sforzo più un occhio, ci vedo bene. Non ho avuto bisogno di lenti o robe simili dal giorno in cui mi sono stati tolti ed è molto comodo.
Ho le ciglia lunghe, perciò è una gioia mettersi il mascara eheeeheheh. Non ho mai utilizzato un piegaciglia e non ho intenzione di farlo. Ho la strana impressione che faccia male.
Il naso non si sa da chi io l'abbia preso. A tratti mi piace, a tratti no. Ma odio la gobbetta degli occhiali che si è creata.
Le mie labbra non sono estremamente carnose. Sono una via di mezzo, ma quanto mi diverterte mordermi le pellicine? Quasi quanto amo mordermi le pellicine delle mie mani fino a che non esce il sangue. ( aaaa che scena macabraaa bleah)
Ho degli zigomi pazzeschi, che giuro non mi sono rifatta. Molte persone me li invidiano, a casissimo. C'è sempre qualcuno a cui voglio bene che adora darmi fastidio e tastarmeli o mordermeli. (more, guarda che mi vendico)
Ai miei capelli ci tengo tanto. Da piccola mia madre mi ha fatto il caschetto e la frangetta, ma crescendo non mi sono più azzardata a fare una pazzia del genere. Il massimo a cui ho aspirato è stato il taglio fino alla spalla, se non toccano la spalla c'è da impanicarsi. In ogni caso, sono mora. Le more rapiscono, insomma si sa, ops. Quando andavo alle elementari erano spaghetti, poi man mano hanno assunto una forma non forma. Non li ho mai tinti, se non lo shatush del 2013. Nei miei sogni, vorrei farli lilla, ma mi frena il fatto che sono belli naturali e se inizio a rovinarli poi è la fine. Hanno subito poche piastre loro. Sono vitali, non si sono mai bruciati. Sono forti, tanti e grassi. Quando li ho lunghi fino alle costole mi diverte fare le trecce per farli venire mossi.
Se c'è una cosa che detesto sono le mie sopracciglia. Mi crescono a vista d'occhio e sono una schiappa a rifarmele. Non stanno mai al posto loro e si spettinano tutte le volte che potrei fare una foto decente.
Ho i braccioni come quelli di mia madre, i polsi che se tocchi ti stronco perché mi fa schifo sentire che le mie vene pulsano, e le mie dita delle mani un po' cicciotte, piene di calli nella mano sinistra (si sono mancina, all'epoca di mio padre mi avrebbero legato la mano alla schiena e fatto scrivere con la destra perché i mancini erano indemoniati). Mi fanno schifo le unghie troppo lunghe, con gel, e finte. Mi piace mettere lo smalto purché sia sobrio o scuro.
Con le mie gambe ci ho perso un po' le speranze, sono quelle che sono e non mi importa. Stranamente sono una delle poche persone che non hanno avuto problemi di rotula, o slogature di caviglie, o rotture di piedi.
Non c'è cosa più brutta dei piedi luridi comuni in ognuno di noi. Tempo fa su Instagram girava una pagina che ti diceva che tipo di piedi avevi, non l'ho mai capito. Sta di fatto che odio i piedi nudi.
Caratterialmente non sono una ragazza semplice. Un tempo avrei detto che il mio peggior difetto è il fatto di avere una gelosia morbosa verso le altre persone. Ora la cosa è andata un po' sfumando.
Il mio peggior difetto è la paura dell'abbadono. Per certi versi sono una bambina che ha un continuo bisogno di rassicurazioni, promesse, attenzioni. Mi sono convinta col tempo di non riuscire a star sola, di aver sempre necessità dell'approvazione, del riconoscimento, dell'aiuto delle altre persone. Non sono mai stata sola. Mi è sempre piaciuto qualcuno, e ho sempre cercato di fidanzarmi per il semplice fatto che i ragazzi che mi sceglievo avrebbero potuto essere delle possibili ancore di salvezza, punti fissi.
Ho l'autostima che cade a picco. Superato il problema fisico, c'è quello del sentirmi piccola rispetto a tutto quello che mi circonda. Per anni ho avuto problemi a chiedere nelle gelaterie, nelle cartolerie, tabaccherie. Ho odiato mia madre che puntualmente mi diceva:" che è successo, ti hanno mangiato?". Il mio problema non era la timidezza, ma la paura del giudizio, l'ansia di chiedere.
La paura del giudizio è qualcosa che ho sempre portato con me. In mente ho un episodio fisso di mia madre che mi dice che la mia amica del cuore è una gatta morta. E io mortificata che sto zitta, non dico niente, per il presentimento di far peggio, di peggiorare la situazione.
Era un continuo sentirmi in ansia tutte le volte che dovevo chiedere ai miei di uscire o di portare a casa qualche mia amica. E l'ansia e un sentimento che non mi lascia mai, mi sradica, mi logora fino alle ossa, e mi fa sentire un microbo. E più l'ansia diventata distruttiva più io mi chiudevo a tal punto che nelle interrogazioni non rispondevo alle domande che mi si ponevano e questo veniva interpretato come qualcuno che non assimilava le nozioni, aveva grandissime lacune. Ho ritenuto un successo un 7 in geografia alle medie, ma ricordo le emozioni, lo stato d'animo, il senso di impotenza. Io i professori li vedevo come mostri, come grosse, insormontabili montagne da superare, ho vissuto e vivo la vita come se tutto fosse una catastrofe da dover lasciare alle spalle, da dovermi per forza togliere, altrimenti non sopravvivevo.
Quindi a scuola ho avuto grandi problemi di esposizione. Mia madre andava dicendo che io mi emozionavo alle interrogazioni, il che era vero. Ho sentito ripetermi per anni:" non hai studiato" o "le cose le sai, devi dirle, perché non le dici?", e nel mentre a casa mi facevo un culo quanto una casa. Ma io che ne potevo sapere del perché non dicevo le cose? Che ne sapevo io di quello che mi succedeva? Ora lo so. So che la paura del giudizio era così grande da farmi passare per una persona passiva. In mente io pensavo a tremila cose e perdevo il focus della domanda. Tutt'ora quando devo esprimere una mia opinione è un continuo:" oddio, lo dico o non lo dico?" "e se mi reputa stupida per aver detto questa cosa?"
Le parole erano tutte scritte nei miei diari, quaderni, taccuini riciclati dalla scuola. Non ero in grado neanche di dire a mia madre che da grande io volevo diventare una scrittrice. E allora finivo per scrivere nei quaderni di scuola, di nascosto. Finivo per fare altro ogni volta che sentivo qualcuno salire le scale per avvicinarsi in camera mia. Facevo finta di sfogliare un libro che stava sempre pronto nella mia scrivania.
I libri mi hanno sempre accompagnata. C'è stato un periodo breve della mia vita in cui leggevo a bassa voce, successivamente però mi sono resa conto che leggere ad alta voce era più bello, rendeva quello che leggevo più comprensibile. L'ho sempre pensata così, ma forse non è proprio vero.
Inoltre, mi piaceva dare vita ai personaggi come facevo con le bambole.
Al liceo ho iniziato a fare teatro spagnolo a scuola, e leggere non diventava più leggere ma interpretare. Quando ero bambina divertiva mettere la sedia vicino al termosifone d'inverno e mettermi a leggere un bel libro.
Nonostante questo però leggere ad alta voce ha i suoi contro: non puoi portarti i libro ovunque tu vada; in metro non puoi leggere ad alta voce a meno che come me, non chiudi il cappotto fin sopra alla bocca e leggere; se non hai una camera tutta tua disturbi tutti i componenti della tua famiglia e a chiunque tu possa raccontarlo ti prenderà sempre per un alieno.
La mia vera svolta non l'ho ancora avuta, ma ci sono quasi. Io non sento di avere né 16 né 19 anni. Sento di averne 17, perché mi trovo ancora in un momento di passaggio, dove ancora non mi sento ancora "adulta" o "responsabile. Eppure il fondo credo di averlo veramente toccato. E l'ho toccato quando quasi due anni fa non facevo altro che piangere perché mia madre non accettava mi fossi innamorata di una ragazza. Tutto quello che ora so è perché è frutto di un'attenta e dettagliata autoanalisi fatta con l'aiuto di una psicologa. Ebbene si, mia madre mi ha portata dalla psicologa perché mi reputava una persona che avesse bisogno di chiarezza. Ora la mia psicologa è la seconda persona di cui mi fido di più, a cui posso raccontare veramente tutto, perché c'è il segreto professionale.
La prima persona è la ragazza di cui mi sono innamorata quasi due anni fa. Che odia essere considerata una ragazza. Non che essere definita "ragazzo" sia meglio, ma sicuramente più accettabile. Quindi ne parlerò al maschile, perché non so come si definisce qualcuno che non lo è propriamente. La persona per cui ho perso la testa si chiama Fra. Nel gennaio 2019 non cercavo l'amore perché già ce l'avevo. Eppure Fra mi è piombato come pioggia fitta, e come un tornado ha distrutto tutto quello che avevo creato con il mio ragazzo e stravolto la vita. Come Derek di Grey's Anatomy direbbe, Fra mi ha salvata. È stata una boccata d'aria. Per mesi ho messo in dubbio quello che provavo per lui, per poi considerare il fatto che me lo potevo concedere, potevo mettere per prima l'amore che provavo e poi tutte le etichette del cazzo che questo mondo osa mettere. Perché ragazzi, è osare. Fare supposizioni di ogni genere su una persona, sul suo orientamento sessuale è come calpestare una Margherita nel prato, come svilire, privare di valore una persona. È qualcosa di orribile, ma quante volte viene fatto.
Amo troppo la vita per accettare di essere etichettata.
È stato durissimo avere la maggior parte della mia grande famiglia che appena si parlava di amore non mi calcolava o evitava di parlare con me di lui. Quelli che mi supportavano erano una minima parte, ma quanto valevano di fronte a tutti gli altri?
Mio zio mi ha amato ancora di più, dopo avergli detto che volevo fare la scrittrice mi ha amato e l'ha fatto ancora di più quando gli ho raccontato di questo fatto. Mia zia, sua moglie ha fatto lo stesso. Le mie due cugine del cuore hanno affrontato con me la questione. Invece Alice, mia sorella gemella l'ha sempre saputo. Mi fa ridere il fatto che quando le dicevo che parlavo con Fra mi diceva "ma non è che ti piace?"
Comunque Fra l'ho conosciuto a teatro e metterci insieme è stato un parto, vedersi lo è ancora ma credo di aver capito cosa significa amare veramente qualcuno.
Quando mi fa stare bene sento di volare e quando litighiamo piango come se non ci fosse un domani.
Giuro, non ho solo difetti. Mi piace fare battute per far ridere la gente. Sono ironica la maggior parte delle volte e all'inizio mi state tutti un po' sul cavolo se vi vedo per la prima volta, ma poi mi sciolgo e divento simpatica, giuro. Su di me potete contare il 110%. Potete fidarvi, i vostri segreti non li dico a nessuno (okay forse a Fra si) e se mi chiedete un consiglio o un favore sono pronta.
Mi piace fare le cose in grande, ma ci sono cose, piccole cose che preferisco tenere per me. Prima del sesso c'è la mente. Se mi mandi un audio di oltre un minuto fai prima a chiamarmi e se un gruppo scrive troppo lo silenzio o ciaone, esco.
Sono empatica, mi emozionano tutto ciò che rimane indietro nel tempo.
Alle serie TV preferisco i libri. Ai film preferisco i libri. Anche se ci sono certi capolavori che mi lasciano incollata allo schermo della TV.
Mi piace annotare i miei film preferiti,quelli che Fra deve per forza vedere, le citazioni delle mie migliori amiche, ciò che non piace a Lavinia (una di loro), tenere quanti libri leggo, aggiornare le app in cui c'è da tenere in conto robe.
Mi stanco subito di tutti, tranne che di Fra. No dai, se siete persone con dei buoni contenuti passate. Mi piace così tanto mettere alla prova le persone che amo.
Di un dettaglio va scritto. Odio le cose superficiali, tutti abbiamo una storia da dover raccontare. Odio chi alle cose palesi non agisce, se due persone si amano meritano di stare insieme, per quale ragione dovete complicare tutto? Io ho lasciato il ragazzo con cui stavo per mettermi due giorni dopo con Fra. Si, sono una merda ma meritate di mettervi al primo posto. Di mettere le vostre emozioni prima di quelle degli altri. Almeno una volta fatelo.
Ah, ho la fossetta alla guancia destra. Io e Alice ce l'abbiamo speculare. Lei ce l'ha a sinistra. L'abbiamo prese da mamma e papà che ce l'hanno a entrambe le guance. È una caratteristica bellissima.
-unbagagliodiemozioni
4 notes · View notes
marjane-satrapi-10 · 4 years
Text
Un’orca assassina in mezzo alle sardine
Ciao piccole zollette di zucchero,
Oggi voglio parlarvi di una cosa che mi affligge da ormai 23 anni... 
Il pessimo rapporto che ho con lo specchio o almeno con ciò che riflette solitamente lo specchio: il mio corpo.
Premessa: avrei messo pure una fotografia di me davanti allo specchio, ho anche la foto perfetta per testimoniare la mia fisicità, ma sapete com'è, l’ho scattata, l’ho trovata stupenda e poi dopo pochi secondi ho iniziato a vederci difetti su difetti. Quindi nada, dovrete credermi sulla parola.
Sono sempre stata una bimba grande, fin dalla nascita, infatti sono nata per parto cesareo, se no probabilmente avrei aperto in due come una noce mia madre. (Ero 3.8 kg, per 52 cm). 
I pannolini per i neonati non mi andavano, ho iniziato la mia vita indossando quelli per i bimbi di un mese. Ed era solo l’inizio del mio problema con le taglie.
La mia struttura ossea, il castello come dice mia zia Marina, è massiccio e ben messo. In realtà non sono mai stata grassa, solo massiccia. Ma per capire questo ci ho messo anni di odio per me stessa e per le superfici riflettenti. Ho sempre avuto problemi nella percezione del mio corpo, sono 1.65 ma io li percepisco come 1.80. Nella mia testa ho costantemente l’idea di un elefante in una cristalleria, ed effettivamente sono così. Sono estremamente goffa nel mio cervello, quando per gli altri cammino come in un mix di camminata militare e da pin up.
Ammettiamolo che la società e le persone che mi hanno circondato nella vita (oltre agli specchi) non mi hanno aiutato molto nell'accettarmi.
Prima di tutto la famiglia di mia madre, in particolare una mia zia, rinnega il fatto che io possa aver ereditato il mio fisico da altri geni che non sono i suoi.
Io ho un fisico a clessidra, quello che tutte e tutti vogliono al momento, e l’ho ereditato centrifugando i geni di una bisnonna materna che era un armadio (anche la mia faccia da stronza per essere precisi è la sua) e quelli della mia famiglia paterna dove siamo TUTTE con i fianchi larghi.
Sono 23 anni che sento mia zia giudicarmi per il mio bacino, dice che dovrei perdere peso e fare più sport. Ha indetto una campagna diffamatoria su di me.
Seriamente? Ho fatto 11 anni di nuoto agonistico, uniti a 10 anni di vela e di snowboard. Vado a fare trekking in montagna con enorme piacere e al momento mi alleno 5 volte a settimana in palestra con cardio e pesi. Fidati. Non è lo sport che mi manca.
Settimana scorsa per esempio mi ha detto che mi avrebbe aiutato a perdere il “sederone”, alla mia risposta del fatto che non avessi nulla contro la mia metà inferiore mi ha detto che tutti in famiglia hanno i fianchi larghi, che anche un’altra mia zia aveva i miei stessi fianchi, peccato che lei ha avuto 3 figli. IO NO. 
Quando le ho fatto notare la cosa lei mi ha risposto che anche lei aveva partorito, ma comunque è bella snella.
Peccato che i miei cugini da parte di madre alla nascita arrivavano neanche a 2 kg. Il mio bacino è stato creato da Odino per sfornare vitelli jugoslavi, non docili pargoli rosso-crociati.
Ma veniamo al titolo del post, nei 11 anni di nuoto mi è successo spesso di essere fotografata con le mie compagne di squadra e di finire a confrontarsi.
C’è una fotografia che è stampata nel mio cervello, siamo tutte con un costume nero, belle in fila come soldatini.
Loro sembravano delle longilinee sardine nella loro scatolina, io un’orca assassina pronta a mangiarle. Ero 3 volte loro.
Dovuto al nuoto sono sempre stata sotto osservazione medica dal punto di vista del peso, e anche questo è un tema che mi spaventa affrontare.
Sono fuori stazza, ormai lo avete capito, ma sono così in ansia sul mio corpo che se scendo di una taglia non mi dico “Oh, avrò perso peso...”. No, il mio primo pensiero è il fatto che i pantaloni si siano allargati magicamente la notte (i topolini di Cenerentola sono sempre in agguato) oppure, addirittura, che H&M ha deciso di fare una riforma sulle taglie.
Sono così convinta che io non posso scendere di peso che ora che magicamente sta succedendo (”magicamente”) non ci voglio credere. Non è possibile. I topolini di Ceneretola me stanno a prendere per il culo.
In quello che vedo nello specchio non sono i progressi che sto facendo, sono sempre io, quella enorme massa di corpo che per il mondo sarà attraente, ma per la proprietaria non tantissimo.
E questo poi si traduce in razzi di SUPER autostima del proprio corpo, quando in realtà te fai schifo alle tube quando di guardi nelle vetrine.
2 notes · View notes
Text
Les Beaux Souvenirs
Il mio nome è Alessia.
Ho venticinque anni, e ho lasciato casa quando ne avevo ventidue. Mi ricordo bene quel giorno, dopo l’ultima litigata di troppo. Scatoloni, valigie. Mamma era arrabbiata, piangeva perché diceva che nonostante tutte le volte in cui mi aveva urlato di andarmene via da quella casa, che non mi sopportava, in fin dei conti voleva che fosse papà ad uscire una volta per tutte dalla porta della nostra casa a Cassano.
Nei bagagli ci avevo chiuso la rabbia, la tristezza, la delusione e la paura. Ricordo bene quella sensazione che avevo durante quelle due settimane che passai a cercare un posto per me. Ricordo bene che alla fine ero arrivata a non riuscire a provare più nulla.
Fortunatamente avevo un po’ di soldi da parte, papà e mio zio mi aiutarono col trasloco. Trovai una casetta in affitto, tanto minuscola quanto graziosa, quello che da sola potevo permettermi. Quello che pensavo mi avrebbe aiutata ad affrontare quella cosa troppo grande per me, quella cosa che a casa con i miei mi sfiniva. Quel vuoto gigantesco che provavo ogni volta che varcavo la porta. Un posto da chiamare “casa”, perché casa è dove stai bene e io sotto a quel tetto non riuscivo più a starci, perché il silenzio a volte riesce a fare un rumore davvero insopportabile. C’era tanto freddo quando cenavo da sola. A casa nostra le cose che anziché essere urlate per essere sistemate venivano dette di nascosto, tra gli sbuffi e gli occhi che si giravano al cielo.
… Ma io “posso fare di meglio”. Mi ripetei questa frase centinaia di volte, e mi promisi che avrei creato quella cosa che mi era venuta a mancare in modo così progressivo e forte… anche se la vita è sempre piena di sorprese, e nulla va mai, mai, mai come pianificato. Vivere da sola era tutto sommato piacevole, anche perché in fin dei conti da sola non lo ero quasi mai. L’entusiasmo mi aiutava a distrarmi dalle cose che non andavano e mi godevo il fatto di poter fare tutto quello che volevo, di non dover chiedere, di pescare sempre dal mazzo delle “probabilità” e quasi mai degli “imprevisti”.
Quasi mai.
Luglio 2016.
Una telefonata da papà, con la sua solita voce canterina, mi disse che era a Milano con mamma. Stavano mangiando una pizza insieme da Pizza Big, in viale Brianza. “Stiamo festeggiando le s-nozze!”. Erano appena stati dall’avvocato a firmare le carte per la separazione, e trovavo tanto buffo quanto delirante il pensiero che fossero a pranzo insieme a festeggiare. Quando uno pensa a una separazione pensa a tutto fuorché un pranzo di festeggiamento con il proprio ex marito o ex moglie. Ma noi le cose le abbiamo sempre fatte così, controcorrente, a modo nostro.
E quando parlavo di voi, nessuno poteva credere a quello che era successo. Nemmeno io, che ci avevo convissuto in mezzo per così tanto senza sapere che fare per aiutarci. E me ne sono sempre fatta una colpa, e per sempre me la farò, anche se chiunque dice “non dipende da te”, “i figli non c’entrano niente”, “è stato meglio così”, “vedrai che le cose miglioreranno adesso”.
Quante volte ho dovuto dare giustificazioni, quante volte ho dovuto spiegare alle persone. Alla gente. Mi è stato detto che ormai ero grande, che ormai avevo la mia vita e dovevo pensare a me. Che voi ci sareste sempre stati, ma in modo diverso. E davvero, ho pensato a lungo a che cosa cazzo potesse significare “in modo diverso”. Per me, un modo diverso non poteva esistere. Quante frasi ho sentito, e mi arrabbiavo. Ci rimanevo male. Cercavo di ascoltare, di dare un senso ai consigli e alle frasi di merda che mi si abbattevano addosso come grandine, sono arrivata a sentirmi una gran cogliona perché a quanto pareva non ero capace di camminare dritto senza voltarmi. Finché un giorno, satura, mi sono chiesta… in fondo, che ne può sapere la gente? Dall’esterno è sempre tutto semplice, tutto scontato, tutto regolare. E per far pace con l’esterno mi sono costruita un bel muro senza porte, senza finestre, e ci ho dipinto sopra una bella faccia sorridente.
Va tutto bene.
Va tutto bene un cazzo.
Ci sono cose che a parole non sono mai stata capace di esprimere, e mai ringrazierò abbastanza quei pochi che hanno percepito senza che io parlassi. Non c’è una forma per buttar fuori tutto quello che ho visto, quello che ho sentito, quello a cui ho assistito senza poter farci niente. Quello che ho assorbito. Non c’è.
In questi anni mi sono sempre chiesta se ogni tanto ci ripensate ai “beaux souvenirs”.
Ricordo ancora di quando mamma rideva per le cose buffe che faceva papà. Quel matto una sera preparò la polenta e facendo finta di inciampare la rovesciò sul tavolo di marmo e coperta di ragù, quello buono che fa lui quando è ispirato. Andrea era sconvolto. Mangiammo direttamente dal tavolo, con la regola che non si poteva arrivare a mangiare le salsicce che stavano in centre se non scavando e mangiando anche la polenta che ci stava intorno.
Ricordo quando dormivamo tutti e quattro nel lettone, nella nostra prima casa. Mamma guardava “C’è posta per Te” e papà faceva il dromedario prendendo me e Andrea sulla schiena, poi una volta sotto le coperte faceva le puzze e ci chiudeva sotto le lenzuola urlando “Sommergibile!”… Mentre la mattina invece aveva l’abitudine di rotolare da una parte all’altra del letto facendo da rullo e schiacciandoci tutti con il suo dolce peso. Insomma, andare a dormire in modo normale non era neanche lontanamente contemplato.
Nel periodo in cui papà stava iniziando davvero a perdere tutti i capelli chiedeva ad Andrea come fosse la situazione sulla sua testa… un giorno per non farlo rimanere male gli disse “Papà, hai tanti capelli pochi”.
Per le cose di scuola ci aiutava sempre mamma. Ci insegnò a leggere e a scrivere prestissimo, ancora prima di andare all’asilo, e quanti compiti ci aiutò a fare… quanti capitoli le abbiamo ripetuto la sera prima di andare a letto per le interrogazioni del giorno dopo, e la cosa divertente era che ci stava per davvero ad ascoltare… pagine e pagine e pagine noiose, ma non ricordo di una volta in cui si addormentò col libro in faccia. Ascoltava per davvero, e ci correggeva se sbagliavamo… sempre a suo modo, nei compiti come nella vita.
Le estati si passavano al mare, ad Alassio, con mamma e Andrea. Papà lavorava e nei primi anni ci veniva a trovare nei week-end e noi non aspettavamo altro che quei giorni per fare i tuffi con lui. Finché un anno smise di raggiungerci ma ci telefonava, ci telefonavamo sempre, ancora quando non c’erano i cellulari e andavamo con mamma alla cabina telefonica e lei prima di prendere in mano la cornetta disinfettava tutto con le salviettine antibatteriche e ci raccomandava di non appoggiarci comunque l’orecchio perché si prendevano le malattie. La maniaca. Un estate portammo a casa dei pulcini vinti al luna park, che nel giro di qualche mese diventarono due paperone gigantesche. Mentre eravamo al mare papà riuscì ad addestrarle e a non farle più starnazzare dalle sei del mattino come erano solite fare, ma quando tornammo mamma corse loro incontro urlando “BELLE PAPEROTTE!!!” e queste ripresero a far macello come sempre. Ci intasarono con la cacca tutto il pozzo del cortile.
Papà a volte tornava a casa con il Fiat Doblò del lavoro, e ci faceva salire nel portabagagli. Chiudeva me e Andrea dentro e iniziava a guidare a zig zag per tutta la via… e che testate che prendevamo lì dentro. Ridavamo fino a piangere.  Un giorno però non tornò col Doblò. E nemmeno con la sua moto. Arrivò a casa con un camper gigantesco, a noleggio, dicendoci che avevamo un’ora per prepararci. Non avevamo mai fatto un viaggio in camper e Mamma voleva preparare la valigia. Mi disse di portare il costume per fare il bagno in mare… ma andammo in Umbria. Visitammo un milione di chiese, una gran rottura di palle. Mamma raccolse dei girasoli enormi e li mise in bagno, che già era minuscolo, e quando facevamo pipì ci graffiavamo il sedere contro. Andrea e io ce la facemmo sotto dal ridere quando papà alla prima esperienza nell’area di sosta invertì la canna dell’acqua per pulire lo scarico del wc con quella dell’acqua potabile. Ci lavammo i denti per quattro giorni con l’acqua in bottiglia. Eravamo così ben organizzati che una sera ci fermammo a una festa di paese a prendere da mangiare e quando arrivammo al camper ci ricordammo di non avere le posate; finì che mangiammo la pasta con le mani. L’ultima sera ci fermammo in un agriturismo in mezzo al nulla, ricordo il cielo di quella notte, ricordo le stelle cadenti, ricordo di averne viste tante. Ricordo che poi non riuscii a vedere più nulla perché per l’emozione mi si erano riempiti gli occhi di lacrime.
Papà oggi mi racconta di aver vissuto tre vite. La prima quando era piccolo, la seconda con noi, e la terza dopo la separazione. Si è trasferito a Milano, dove sta bene ripensando di aver fatto una vita da pendolare mentre ora impiega un quarto d’ora ad arrivare al lavoro. Ha ritrovato la sua dimensione e uno spazio dove potersi esprimere e fare quello che gli riesce meglio, accogliere le persone a cui vuole bene e farle sentire come a casa. Andrea lo ha seguito poco dopo.
Mamma oggi sta, dice sempre di non farcela ma alla fine se la cava sempre, perché è una testa dura e se si mette qualcosa in testa ci arriva, ci arriva sempre, con la sua determinazione. Ci scontriamo ancora oggi, come da sempre e per sempre, anche ora che non viviamo più insieme. E lo sa che anche se quando ci incazziamo e litighiamo e mi blocca su WhatsApp, la penso sempre. Quando eravamo piccoli faceva un sacco di foto. Noi ci lamentavamo e lei rispondeva sempre che un giorno, quando le avremmo riguardate, la avremmo ringraziata… e quanto avevi ragione mà. Mi sembra che di quella vita mi siano rimaste nient’altro che centinaia di cartelle sull’hard disk.
Chiunque ci invidiava. O almeno, invidiava quello che mostravamo quando eravamo con gli altri.
Di quel brutto male che ci stava consumando, disgregando, sgretolando non se ne accorgeva nessuno. A volte nemmeno io e forse nemmeno voi, ma è arrivato e si è portato via il nostro nido. Ha distrutto i miei pilastri e se è vero che col dolore prima o poi ci si impara a convivere, almeno mi pagasse l’affitto. Almeno quello.
Tumblr media
53 notes · View notes
dil3tta · 5 years
Text
In quanti a scuola ci chiederanno com'è andata quest'estate e noi non sapremo come rispondere? Io, perlomeno, non avrò la minima idea di cosa dire. "sì, sono andata di qua e ho fatto questo, sono andata di là e ho visto quest'altro" sarà il massimo che saprò dire. Insomma, quest'estate è andata bene o male? Non sono mai stata un'amante delle vie di mezzo ma devo dire con rammarico che quest'estate è stata un'enorme via di mezzo. Ricordo l'anno scorso che dissi "questa è stata l'estate più bella della mia vita, non la dimenticherò mai". Ed è buffo dire che mi sono dimenticata tutto, o quasi, di quello che rese l'estate 2018 così unica agli occhi della me del passato. Perciò non userò questi superlativi per l'estate 2019, non ne vale la pena se poi rimarrà tutto un ricordo offuscato. Però, diamine, anche questa è stata bella. E mi rammarico molto a pensare che siamo agli sgoccioli di agosto e presto o tardi dovrò chiudere anche il capitolo dell'estate, una delle estati più attese e desiderate di tutta la mia vita che, come sempre, si è conclusa in un batter d'occhio. Me la sono sudata e meritata, ma nonostante tutto non sento di aver ottenuto quello che volevo da questa stagione. Mi ero prefissata degli obiettivi che, ovviamente, ho accartocciato dopo poco. Mi ero fatta sogni e speranze che si sono rivelati solamente fantasie irraggiungibili. Me l'ero aspettata tutto un altro paio di maniche, ma evidentemente le cose dovevano andare così, e nonostante tutto mi mancherà anche questa come estate e mi mancheranno le persone che ne hanno fatto parte. Stare in spiaggia tutto il giorno, uscire la sera e rientrare la notte, le giornate lunghe, andare in bici e avere il vento in faccia, sentire l'odore del mare durante i temporali, stare le nottate intere sdraiata sul balcone a vedere le stelle. Mi mancherà vedere l'alba e fare after con gli amici, mi mancheranno le nottate passate a sentire la musica e mi mancheranno le dormite fino a mezzogiorno e fare colazione con il pranzo. E poi quell'irrefrenabile voglia di prendere e partire, di salire su in macchina e andare chissà dove, quella meravigliosa sensazione che senti quando viaggi e quando sei in territorio straniero e ti senti così libero e così emozionato. Leggere i libri in spiaggia dà un altro sapore alle frasi, guardare il tramonto in bici, con la musica alta. I batticuori d'estate sono più intensi, tutte le carezze e le parole non dette, le belle esperienze che hanno colmato il mio cuore di gioia per tanto tempo. E poi c'è stato quel lato triste, quel lato di cambiamento. Quando il rovescio della medaglia di tutte le cose emozionanti si è rivelato un oceano di delusioni e di speranze frantumate, tutte le lacrime versate e i morsi dati al cuscino in preda alla disperazione, tutte quelle cose che mi hanno fatta crescere, mi hanno insegnato di non cedersi mai completamente a nessuno, di non fidarsi mai di nessuno e di non sperare mai che l'amore sia una cosa facile. Mi mancheranno tutte le persone che sono state così speciali solo d'estate e il loro ricordo rimarrà sempre nel mio cuore. Perciò, quello che ho da dire è questo. Le stagioni perfette non esistono, non esiste l'idillio di cui ci inzuppano la testa i telefilm. Nah, non credeteci mai. Imparate ad apprezzare quello che avete avuto, anche se non vi ha soddisfatti al 100%, anche se vi ha fatto del male. Imparate a farlo perché anche se questi momenti vi sembrano tremendi prima o poi li rimpiangerete, e non pensate mai che le cose siano facili perché non lo sono. Amate la difficoltà, affrontatela, mordetela. Solo così, secondo me, ogni estate sarà come la vogliamo.
1 note · View note
ritahasaproblem · 6 years
Text
L'obbligatoria circa-quasi-fic sui metamoro al concerto per Emergency
Note: Non è proprio una fanfiction (tbh è veramente troppo grezza per esserlo, ci vorrebbero Dio sa quanti giorni a macerare nelle bozze e una bella rimpolpata in alcuni punti) né aveva un indice abbastanza alto di gnegnosità (?) per diventare un bulletpoint. Né lupo, né cane. Sa quello che non è ma non quel che è. Praticamente è Balto. Ma siccome ogni tanto bisogna lasciar andare le cosine senza mettersi troppo a pensarci, vi lascio questo piccolo Balto, nato perché, come in tutte le cose della vita, io ho detto a @trashmouthgently, riguardo Fabrizio al concerto per Emergency “E comunque, headcanon semi-angst: magari stava a farsi le pare mentali perché non ha mai sentito così forte la mancanza di qualcuno e non sapeva se per ermal fosse lo stesso e quindi stava tutto gnegnino teso pure per quello” e lei mi ha risposto “Okay ma elabora” e io ho elaborato 1.7k di roba perché lE PERSONE SANNO COME MANOVRARMI COME UN BURATTINO mannaggia Paolo Pastorino perdonami non so renderti fiero di me. Essendo scritta nel giro di un paio di sere come passatempo sui mezzi, non aspettatevi chissà cosa, però mi andava di farmi sentire visto che su questo social sembro sempre mezzo morta e lasciare comunque segno del mio passaggio, spero possa piacervi!
(Ne lascio una metà sotto “read more” perché è LUNGA e non voglio appestare troppo la tag ok)
Fabrizio è abituato ad adattarsi alla distanza, al vedersi una volta al mese o anche meno, e non sentirne il peso più del necessario. Lo ha fatto per anni persino con la sua stessa compagna -in un rapporto costi/benefici, lo stare a contatto col suo pubblico batteva la lontananza.
Non stavolta. Stavolta si ritrova a mandare messaggi appena prima di salire sul palco e desiderare di essere da qualche parte lontano, solo con Ermal, e la cosa lo stravolge abbastanza. I primi giorni si dice che è l'abitudine, perché dopotutto hanno passato quasi due mesi a stretto contatto -molto stretto- e passerà presto, quando si riabituerà ai ritmi frenetici della vita estiva di un cantante, ma più passa il tempo e più si sente come qualcuno a cui avessero amputato il braccio, non importa quante chiamate o vocali si scambino durante il giorno.
Si vedono un paio di volte, e pensa che questo potrà bastargli, perché, insomma, passare un paio di settimane senza vedersi non è tantissimo, può resistere senza problemi.
E invece no, quelle tre settimane da ferragosto in poi sono un inferno di calore e assenza; e, come se non bastasse, il treno in ritardo gli ruba il tempo che avrebbe potuto usare per loro.
Arriva in camerino trafelato, e la prima cosa che vorrebbe fare è stringersi ad Ermal e baciarlo un po' ovunque, perché gli è mancata persino la sensazione della barbetta di due giorni terribilmente ispida e il ritrovarsi i suoi capelli in bocca anche se voleva baciargli la tempia, ma si limita a un abbraccio con un paio di pacche sulla spalla, a beneficio di Nek che li guarda. E forse ha stretto un po' troppo forte, perché Ermal gli ha sussurrato "Ti sono mancato?" con una risatina, e la cosa lo fa sentire un po' troppo trasparente, gli ricorda che sono solo tre settimane, nemmeno un mese, e lui sta reagendo come se non si sentissero ogni singolo giorno, più volte al giorno.
Si chiude in sé stesso. Non lo fa volontariamente, e ripensandoci in seguito gli sembrerà ancora più evidente, un segnale al neon del suo disagio, ma non riesce ad impedirselo. Calcola e ricalcola quali gesti fare per non far notare la sua smania di avvicinarsi, così finisce per allontanarsi del tutto; gli occhi enormi delle telecamere non aiutano di certo, lo fanno sentire osservato ancor di più.
È Ermal ad avvicinarsi, ad invitarlo a giocare a rincorrerlo, e la cosa lo lascia con un certo calore addosso, anche se non lo scuote del tutto, non riesce a scrollargli dalla testa la paura di mostrare troppo, di non essergli mancato tanto quanto è mancato a lui.
In poco tempo -troppo poco- lo deve lasciar andare, l'ultimo abbraccio sul palco che è più un groviglio di braccia e durante il quale Ermal, il volto affondato sulla sua spalla, riesce a lasciargli un bacio rapido alla base del collo prima di andar via.
(Lo nota, con la coda dell'occhio, osservare la  sua esibizione dal lato del palco, e mentirebbe se dicesse che non si sta esibendo anche un po' per lui, per il suo sorriso ampio e il modo in cui muove la testa a tempo, e lo guarda di sottecchi mentre si arrotola le maniche della maglia sulle spalle, solo per vederlo ridere nonostante il luccichio malizioso negli occhi.)
Si ritrovano tutti sotto il palco, a fine concerto, Fiorella che cerca di strappargli qualcosa sul nuovo disco e convincerlo che, davvero, devono di nuovo scrivere insieme.
"Tanto ormai alle collaborazioni ci sei abituato, no? Magari andiamo al prossimo Sanremo e fai doppietta" gli dice, e lo sguardo di Fabrizio si dirige automaticamente su Ermal, perché come potrebbe non farlo? È stato uno sforzo eroico trattenersi finora.
"Vuoi davvero fargli fare il terzo Sanremo di fila?" s'intromette quello, e senza che lui capisca come, in un attimo ha il braccio che gli circonda la vita. "Guarda che non ha abbastanza resistenza, un altro anno non lo regge."
"Tu sicuramente lo sai meglio di me" è la replica maliziosa di Fiorella, che fa sbottare entrambi in una risata imbarazzata.
La mezz'ora successiva è dedicata al discutere con colleghi ed organizzatori, la social band che chiude il concerto come sottofondo alle loro chiacchiere; è un tempo che sembra infinito, e non riesce a non ricambiare i tocchi di Ermal, le mani che si stringono sulla vita e le carezze sul braccio e il modo in cui si sporge verso di lui nel ridere, dopo averlo preso in giro per la camicia legata in vita.
"Ti vedesse Enzo Miccio, ti metterebbe su una pira seduta stante, non pensare ti salveresti solo perché sei bono" gli dice, e ride, ride così di gusto che in automatico lo deve cingere con le braccia, a metà tra un placcaggio e un gesto d'affetto, nonostante si renda conto quasi subito della macchina fotografica puntata addosso con non poco fastidio -ma è Andrea, realizza, con una punta di sensi di colpa, Andrea che segue Ermal tutto il tour e che è venuto alla sua data con una pizza e uno sguardo indulgente, come se avesse a che fare con i capricci di due ragazzini piuttosto che di due adulti.
Andrea che, a fine serata, quando Ermal gli sta già tirando la mano perché la loro macchina è arrivata ("'spè amò, un secondo e andiamo" gli ha detto, senza pensare, e l'ha visto abbassare il capo con un sorriso, anche se ormai dovrebbe esserci abituato) gli mostra le foto, un "Claudio mi ha chiesto di ricordarti che devi postare qualcosa" a mo'  di spiegazione mentre fa le sue magie per passargliele sul cellulare una per una.
Alcune sono così belle che è contento le abbia fatte Andrea e non un paparazzo a caso che le potrebbe svendere al miglior offerente, il sorriso di Ermal mentre parla con Gino Strada e il modo in cui si lanciano sguardi nonostante siano immersi in conversazioni differenti limpido anche attraverso i pixel.
Tenendo bene a mente la raccomandazione di Claudio, scorre le foto mentre il servizio d'ordine li accompagna all'uscita, scartando automaticamente tutte quelle per cui non hanno posato e puntando, infine, su quella in cui lui sta facendo una smorfia, il suo braccio attorno al collo di Ermal. La didascalia la scrive di getto, senza nemmeno rileggerla perché sa benissimo che quando scrive è ancor più trasparente di quando parla, e tentare di non svelare la sua anima tra le righe sarebbe perfettamente inutile. Chiude il social network l'attimo prima di entrare in macchina, libero dal peso combinato di Max e Claudio che gli gravava sulla coscienza e nei messaggi di whatsapp -Claudio è andato via prima perché si sentiva stanco, e forse, realizza nel rendersi conto che sono solo lui ed Ermal oltre il conducente, era un po' una scusa.
Ermal siede alla sua maniera scomposta, le gambe larghe tanto da accavallarsi alle sue e la testa abbandonata sul sedile, il torso inclinato verso di lui quasi stesse aspettando il suo tocco. La cosa lo fa sorridere, e lo spinge a lasciare il braccio sopra il poggiatesta, la mano che va a sfiorare le punte dei ricci, anche mentre il conducente intima loro di mettere le cinture con un'occhiataccia.
"Ciao, eh" esordisce Ermal, voltandosi verso di lui, metà viso inglobato nella stoffa.
"Ciao" ripete, un po' confuso. "Ci siamo visti per due ore, ma ciao."
"Pensavo non lo avessi notato, perso nel tuo mondo com'eri, quasi non mi cagavi" replica quello, e il fastidio nella sua voce è evidente, nonostante sia poco più che un sussurro, nonostante il tentativo di canzonarlo.
"Ero un po' distratto, col treno e tutta quella roba là. Scusa" tenta, e un po' è vero, il ritardo e l'impossibilità di provare lo hanno scombussolato parecchio, ma sa che è una comoda mezza verità.
"Me ne sono accorto, Fabbrì" risponde, ma il suo tono ora è solo un po' triste e tanto, tanto stanco.
Il conducente ha acceso la radio, forse perché li ha sentiti sussurrare e vuole dar loro un'illusione di privato, o semplicemente per farsi un po' di compagnia; i lampioni scorrono veloci dietro il capo di Ermal, sempre voltato verso di lui: non ne illuminano l'espressione abbastanza per poterla vedere nei particolari, ma a Fabrizio basta la linea triste delle spalle per sentirsi incredibilmente in colpa.
"La verità..." mormora, e benedice il fatto che la cintura del posto centrale non limiti le braccia, perché così può stringere Ermal a sé e non sentirsi completamente messo a nudo mentre sussurra la sua confessione contro la sua tempia. "La verità è che me sei mancato troppo, capito? E io in queste cose so' negato, mica te lo dicevo per scherzo, non le so fare, chiedi a chi ti pare. E sono tutto o niente, non ce le ho le vie di mezzo, non potevo arrivare là e fare come se fossi... che ne so, un Simone, perché Simone non m'è mai mancato così. Non m'è mai mancato nessuno, così" aggiunge, e un po' sente il groppo in gola a mettere giù tutte le sue carte.
Ermal resta in silenzio a lungo, e a lui ballano le gambe, la paura che il suo 'tutto' sia in realtà troppo che gli fa venir voglia di scappare via, un riflesso che non è mai riuscito a lasciar andare, nonostante ci abbia provato non sa più quante volte. Sta in silenzio, ma non si allontana, e questo, l'ha imparato in quella notte, a Sanremo, in cui rimuginavano e rimuginavano senza arrivare a nessuna nuova conclusione, non significa che non sia più lì con lui -ci è arrivato tardi, dopo quell'abbraccio, dopo che i silenzi si sono riempiti del rumore delle loro braccia, ma ci è arrivato.
Strofina il capo contro il suo petto, Ermal, e una ciocca gli finisce in bocca, tra le labbra schiuse.
Dio, persino quello gli è mancato, in queste settimane. Persino le cose più fastidiose.
"Mi sei mancato anche tu, Bizio" mormora, infine. "Un casino. Troppo." Lo dice baciando piano il suo petto, coperto dalla maglia.
A Fabrizio si secca la gola, mentre stringe un po' più forte la presa sulla sua giacca, ma le gambe smettono di muoversi nervosamente e sente una nuova calma posarsi sulle sue spalle.
"Se aspetti che arriviamo in hotel ti dimostro pure quanto."
"Quanto sei cretino? Perché a quello ci ero già arrivato" replica lui, ma finalmente si sente in pace.
119 notes · View notes
monstaxitalia · 6 years
Text
[INTERVISTA] Rivista dei fan di Taiwan - Vol. 155
Il Q&A “dalla Monsta A alla X” dei Monsta X
Tumblr media
Album – Congratulazioni per il vostro nuovo album. Introducete i punti di attrattiva del vostro album, per favore. Shownu: Nell’album The Connect tutte le canzoni sono molto belle, potrebbero essere tutte la title! Wonho: E’ Jealousy, perché è la prima volta che proviamo questo tipo di canzone. Minhyuk: Con questo album siamo in grado di mostrare il nostro lato attraente e pieno di forza, contiene tantissime canzoni dal ritmo sostenuto! Kihyun: Mi sembra che questo album abbia molta varietà in fatto di canzoni. Hyungwon: Ci sono 7 canzoni in questo album e tutte dal genere diverso, incluse le canzoni prodotte dai componenti del nostro gruppo. Jooheon: Soprattutto le canzoni prodotte dai membri, ogni canzone è di qualità top! I.M: Ogni canzone dell’album mi da quel vibe che dovrebbe avere una title.
Better – Che sia nel gruppo o individualmente, c’è qualcosa in cui migliorare quest’anno? Shownu: Migliorare sulle basi come stiamo facendo ora. Wonho: La sensazione di voler migliorare esisterà in qualsiasi momento; ora siamo molto bravi, ma c’è sempre spazio per essere ancora migliori, prendersi cura l’uno dell’altro e avere miglior spirito di squadra. Minhyuk: Spero di avere più interazioni con i nostri fan. Kihyun: Parlando come gruppo, siamo molto bravi mentre come persona singola mi piacerebbe perfezionare il mio cantare. Hyungwon: Spero che tutti quanti percepiscano la mia forte presenza sul palco. Jooheon: Spero di allargarmi in altri campi, come ad esempio le canzoni individuali. I.M: Siccome ci esibiamo spesso all’estero, stiamo imparando tantissime lingue diverse; mi piacerebbe saperle parlare il meglio possibile.
Gatto – Cane o gatto? Shownu: Mi piacciono i gatti perché sono tranquilli. Wonho: Mi piacciono entrambi! Minhyuk: Ultimamente sto preferendo i gatti perché sono più tranquilli. Kihyun: Mi piacciono i cani perché sono carini. Hyungwon: Mi piacciono i cani perché sono carini e perché fanno l’aegyo. Jooheon: I cani, sono carini. I.M: Mi piacciono entrambi.
Cane – “cucciolo di cane, bau!” quale membro corrisponde meglio a questa descrizione? Shownu: Minhyuk perchè sembra un cucciolo, sempre allegro, un raggio di sole. Wonho: Io perchè ho un carattere dolce. Minhyuk: I.M, di solito si comporta davvero come un cucciolo. Kihyun: Penso di essere io perchè si addice alla mia immagine. Hyungwon: Penso sia Jooheon perchè sa davvero come fare l’aegyo e perchè è molto amichevole. Jooheon: Minhyuk…? Perché è divertente e carino. I.M: Minhyuk, è praticamente un cane beagle; la sua personalità gioiosa è proprio come quella di un cucciolo!
Intramontabile – Quale canzone dei Monsta X ha la possibilità di diventare una canzone intramontabile/indimenticabile? Shownu: Ai fan piace tanto “Ex Girl” Wonho: “From Zero”, ai fan piace davvero tanto questa canzone; grazie per tutto il vostro supporto, produrrò canzoni ancora più belle! Minhyuk: “Trespass” Kihyun: “Trespass” Hyungwon: “Dramarama”, ai fan sembra che questa canzone piaccia, il testo da dipendenza e mostra il nostro lato forte. Jooheon: “Dramarama”. I.M: I Monsta X diventeranno artisti memorabili quindi tutte le nostre canzoni saranno indimenticabili.
Fan – Raccontateci come vi sentite riguardo i Monbebe di Taiwan. Shownu: Davvero calorosi e dolci, ogni volta che ci incontriamo danno vita a ricordi meravigliosi per noi. Wonho: Sono davvero belli e carini, vogliamo sempre incontrare i Monbebe di Taiwan. Minhyuk: Non importa quando, sono sempre carini. I nostri fan sono la nostra felicità. Kihyun: Davvero calorosi e sempre pieni di energie. Hyungwon: Anche se non li vediamo spesso ogni volta che veniamo a Taiwan sono sempre tutti molto accoglienti, grazie. Jooheon: Molto calorosi, riusciamo a sentire i loro cuori pieni di amore. I.M: Sono davvero molto accoglienti e anche molto emotivi, davvero carini!
Ragazza – Il vostro tipo di ragazza ideale? Shownu: Una ragazza piacevole e gentile. Wonho: Una ragazza con cui io possa mangiare del ramen. Minhyuk: Gentile e premurosa. Kihyun: Qualcuno che io senta come giusto. Hyungwon: Deve amar ridere e amare me. Jooheon: Ama solo me, mi sa attirare e mi guida. I.M: Devi sentirlo con il cuore, è così che lo capisci.
Hyungwon -  Hyungwon dà sempre l’impressione di non aver dormito abbastanza, che carino! Ti fa praticamente venire voglia di proteggerlo. Hyungwon, ma è vero che non dormi abbastanza? Quando dormi che tipo di abitudini o segreti hai? Hyungwon: In genere sono il tipo di persona che ha bisogno di parecchie ore di sonno ed è per questo che sembra sempre che sia mezzo addormentato; durante il mattino mi ci vuole tantissimo tempo per svegliarmi.
I.M -  Per favore, rivelateci un segreto di I.M! Shownu: Sa davvero come fare aegyo! Wonho: Anche se è il più piccolo a volte dà l’impressione di essere uno hyung. Minhyuk: E’ proprio un monello! Kihyun: E’ davvero bravo a fare rap, ma vuole sfidare anche il canto. Hyungwon: E’ un maknae davvero carismatico. Jooheon: E’ qualcuno di cui non puoi fare a meno.
Jooheon – Per favore, raccontaci da cosa sei davvero ossessionato ultimamente. Jooheon: Il design degli interni, vado molto spesso a delle convention o delle esposizioni.
Kihyun – Kihyun ha cantato in tantissime colonne sonore come solista. Ti piacerebbe provare a recitare? In che tipo di ruolo ti piacerebbe cimentarti? E gli altri membri? Shownu: Se volessi provare a recitare una parte, sarebbe un ruolo con una certa importanza. Wonho: Se ne avessi la possibilità mi piacerebbe molto affrontare il recitare come sfida! Mi piacerebbe provare una varietà di ruoli, anche diversi dalla mia stessa personalità. Kihyun: Mi piacerebbe provare il ruolo di un antagonista perché sono davvero curioso sul se riuscirei o meno a padroneggiare quel tipo di ruolo. Per questo sarebbe una sfida! Hyungwon: Quando stavamo recitando per le serie sul web ho pensato che se ci fosse la possibilità, vorrei provare a recitare di nuovo. Jooheon: Un ruolo giovanile e romantico.
Amore -  La gente dice che gli uomini non siano bravi ad esprimere il loro amore; siete così pure voi? Quali membri esprimono meglio l’amore per la propria famiglia, gli amici, i fan? Shownu: Wonho userebbe i social networks per comunicare ed esprimerebbe sempre i suoi sentimenti sia a noi che ai fan. Wonho: Io; userei vari modi per esprimere i miei sentimenti per i fan! Minhyuk: Anche se amo la mia famiglia, non riesco ad esprimerlo molto bene o spesso. Kihyun: Penso che i componenti del gruppo esprimano bene i loro sentimenti verso i fan e verso le loro famiglie; continueremo anche nel futuro! Hyungwon: Wonho fa sempre mostra dei suoi sentimenti, che sia sui social, durante gli eventi di fansigning o durante i concerti. Jooheon: Kihyun per il modo in cui tratta i fan, lo fa percepire. I.M: Penso di essere io, che sia verso i membri o i fan esprimo spesso i miei sentimenti.
Minhyuk – Dalle passate esperienze, Minhyuk sembra una persona davvero gentile e placida; che tipo di persona è Minhyuk per i componenti del gruppo? Shownu: Quando siamo tutti assieme è una persona davvero interessante. Wonho: E’ qualcuno senza cui non possiamo stare; se Minhyuk non è con noi c’è un forte senso di vuoto. Kihyun: Anche se sembra piuttosto introverso, si prende sempre cura di noi. Grazie Minhyuk. Hyungwon: E’ qualcuno che le persone si vogliono fare amico. Jooheon: Molto affidabile, un amico di cui non puoi fare a meno. I.M: Si prende cura dei componenti del gruppo, una persona cortese e un gran lavoratore.
No – Che sia durante un concerto o un’esibizione live, un’occasione che potrebbe succedere e che farebbe gridare a tutti i membri “no!” Shownu: Quando non siamo nelle nostre posizioni e parte la musica. Wonho: Quando i fan sono qui per vederci e noi non siamo nelle nostre condizioni migliori. Minhyuk: Quando l’in-ear non funziona. Kihyun: Quando il palco non è nella condizione migliore. Hyungwon: Quando piove a dirotto mentre stiamo facendo attività all’aperto; pensare ai fan che ci hanno aspettati per tanto tempo mi fa stare male. Jooheon: Quando i componenti del gruppo si fanno male. I.M: Quando i fan non sono in buona salute o quando vengono trattati in modo ingiusto.
Estero – il 10 Luglio farete un concerto ad Hong Kong: come stanno procedendo i preparativi? Shownu: Stiamo lavorando duramente per prepararci perchè pensiamo ai nostri fan e quindi dobbiamo preparare qualcosa che sia interessante/divertente. Wonho: Abbiamo preparato tante esibizioni divisi in units. Minhyuk: Questo è un segreto, spero che tutti non vedano l’ora di sapere! Kihyun: Abbiamo preparato tantissime attività diverse, spero che non vediate l’ora di vederle! Venite tutti al concerto dei Monsta X e divertiamoci un sacco! Hyungwon: Abbiamo preparato tantissimi stage diversi, abbiamo fatto molte riunioni a riguardo, e stiamo lavorando davvero duramente. Spero che tutti quanti non vediate l’ora di vedere! Jooheon: Sarà un concerto molto memorabile. I.M: I Monsta X che sono più caldi del calore dell’estate stanno arrivando!
Foto – Quando state facendo delle foto per promuovere o delle foto live, quelle di chi sono le più belle/chi è il più fotogenico? Shownu: Minhyuk e Wonho, le loro foto sono sempre bellissime! Wonho: Sono io, mi piace fare foto e anche quando le foto mi vengono fatte. Minhyuk: Shownu; anche se le sue pose sono sempre le stesse viene comunque bellissimo. Kihyun: Minhyuk perchè non ha molto grasso sul viso ed è di conseguenza molto fotogenico. Hyungwon: Penso che tutti I membri abbiano il loro fascino unico e che quindi vengano tutti bene nella loro personale maniera. Jooheon: Shownu perché ha per natura l’aura del “bello” addosso, non c’è un motivo vero e proprio. I.M: Penso che siamo tutti bellissimi, non riesco a decidere.
Domanda – Una domanda per i Monbebe di Taiwan Shownu: Quando siamo a Taiwan, quanto siete felici? Wonho: Perché vi piaccio? Minhyuk: Quanto mi amate? Kihyun: I fan verranno al nostro concerto? Hyungwon: Il motivo per cui vi piacciono i Monsta X e Hyungwon? Jooheon: Che tipo di canzone vorreste che provassimo? I.M: Perché vi piacciono i Monsta X?
Risposta – Che componente del gruppo, dopo aver ricevuto un messaggio, risponde più lentamente? Shownu: Hyungwon. Wonho: Rispondono tutti lentamente. Minhyuk: Dipende. Kihyun: Hyungwon, semplicemente non risponde ai messaggi. Hyungwon: Non penso di rispondere ai messaggi in generale….. Jooheon: Hyungwon? Penso che rispondano tutti, non credo ci sia qualcuno che non lo faccia! I.M: Penso di essere io.
Shownu – Che tipo di leader è Shownu per i Monsta X? Se dovesse prendersi una settimana di vacanza, chi sarebbe il leader temporaneo al suo posto? Minhyuk: I.M! Anche se sarei preoccupato, sarebbe davvero interessante se fosse lui il leader; inoltre è molto carino! I.M: Eh.. Shownu sarà il nostro leader per sempre!
Insegnante – Se doveste fare gli insegnanti per un giorno, di che disciplina vi occupereste? Wonho: Sarei un maestro di educazione fisica, mi piacerebbe fare attività fisica tutti assieme e giocare in compagnia. Minhyuk: Sarei l’insegnante che lavora in infermeria, mi prenderei cura degli studenti che non si sentono bene. Kihyun: Insegnerei storia, penso sia una materia molto interessante. Hyugnwon: Educazione fisica perché mi piace essere attivo e farei esercizio con gli studenti. Jooheon: Sceglierei educazione fisica perché mi piacciono le attività all’aperto. I.M: Insegnerei scienze perché questa materia è interessante e divertente *ride*
Indimenticabile – Dal debutto, c’è qualcosa che vi hanno detto degli artisti più esperti di voi che è diventato indimenticabile? Shownu: Junho sunbae quando ha detto che se anche viene una sola persona, mentre si è sul palco si deve sempre dare il massimo. Wonho: I BigBang quando hanno detto di diventare artisti come loro. Minhyuk: Yunho sunbae dei DBSK quando ha detto di trattare bene le persone che ci circondano. Kihyun: K.will sanbae, che ha detto che come cantanti dobbiamo prenderci la responsabilità nei confronti della nostra stessa voce. Hyungwon: K.will e le Sistar sunbae quando hanno detto di essere modesti e di lavorare sempre duramente. Jooheon: Kim ShinYoung sunbae quando ha detto che bisogna esprimere la propria potenza sul palco. I.M: K.will quando ha detto che il palco è stato costruito per noi.
Vocazione – Se non foste diventati parte dei Monsta X, cosa stareste facendo come carriera? Shownu: Probabilmente avrei un lavoro da colletto bianco (t/n: intende dove si deve usare la camicia). Wonho: Tutto ciò non esiste, la mia risposta sarà sempre Monsta X. Minhyuk: Avrei continuato la scuola e sarei andato nell’esercito. Kihyun: Un cuoco? Un fotografo? Mi interessano entrambi. Hyungwon: Sarei un normalissimo studente universitario. Jooheon: Avrei proseguito con la musica. I.M: Starei comunque rappando, sono sempre stato interessato alla musica. E’ la mia motivazione.
Wonho – Wonho che ha il compito dei muscoli, stai ancora facendo esercizio? Ci puoi dare un suggerimento per fare qualcosa? Con chi ti alleni di solito, di presente nell’industria kpop? Wonho: La forma fisica di amici come BM dei Kard è la migliore e anche Jackson dei GOT7 ama fare esercizio, quindi ne parliamo spesso assieme. Ultimamente anche BamBam ha detto che vorrebbe allenarsi assieme a noi, e quindi abbiamo deciso di includerlo nel nostro gruppo *ride*. Inoltre se vuoi mantenere una buona forma fisica, oltre al tener controllato la quantità di cibo che assumi giornalmente, ovviamente bisogna fare continuo esercizio! Anche quando sono in pausa durante le prove mi prendo del tempo per allenarmi.
XXXXXXX – Una parola inglese di 7 lettere, qual è la prima che vi viene in mente? Tutti: Monsta X e Monbebe!
Ieri – Qualcosa di memorabile che avete fatto ieri? Shownu: La KCON in Giappone. Wonho: L’esibizione della KCON in Giappone, ne sono stato molto felice. Minhyuk: La KCON in Giappone. Kihyun: L’esibizione della KCON in Giappone, sono venuti tantissimi Monbebe giapponesi e sono loro molto grato. Hyungwon: La KCON in Giappone, sono venuti tantissimi fan per sostenerci e mi ha toccato moltissimo. Jooheon: Siamo giusto appena tornati dal Giappone, abbiamo visto moltissimi fan, ci ha commosso. I.M: L’esibizione della KCON in Giappone.
Zoo – Se doveste trasformarvi in un animale, quale sareste? Shownu: Il mio primo pensiero è stato il leone. Minhyuk: Un uccello perché non vorrei essere legato ma mi piacerebbe volare liberamente nel cielo. Kihyun: Un giaguaro perché sono bellissimi T.T Hyungwon: Sarei un gorilla perché voglio avere i loro muscoli. Jooheon: Una tigre perché è il mio animale preferito.
(Crediti: @1nteinstrgshity; MonstaXItalia) 
5 notes · View notes
senonquandoora · 3 years
Text
mi sono reso conto che devo fare i conti con il passato, il che probabilmente significa lasciarlo andare. sono sempre stato convinto che la storia non fa altro che ripetersi, che ciò che è successo una volta sicuramente si ripeterà ancora perche ha le premesse per ripetersi (cioè il fatto che i miei genitori sono sempre uguali, il fatto che le persone che ho accanto saranno sempre, e come è giusto che sia, altro da me). io però sono lo stesso di una volta? il fatto è che questa premessa posso cambiarla. onestamente non penso di essere la stessa persona di una volta, sono cresciuto, ma non per questo sono gaurito, probabilemte ho trovato molti modi nuovi per farmi male o sono caduto in trappole diverse. non so come fare a sentirmi abbastanza, non so davvero come fare, mi viene proprio da alzare le mani. ho una voce in testa che mi critica tutto il tempo e non è che alcune persone al di fuori siano tanto meglio, anzi. ma è la vita, in questa vita almeno per ora sono obbligato ad avere a che fare con chi mi vuole fare del male. questa vita che non ho mai voluto, mai avrei pensato di essere vivo fino ad adesso. di essere vivo consapevolmente. il punto è che io non so come si fa, ad essere vivi consapevolmente senza farsi del male, e la mia condizione come persona trans certamente non mi aiuta, nel senso che non mi sono proprio mai accettato, non ho mai voluto guardarmi, non sono mai riuscito ad apprezzarmi, tutto cio che so fare da qusndo sono nato è guardare gli altri, realizzare che vorrei essere cosi, ed essere semplicemente invidioso. cosa hanno gli altri che non ho? probabilmente si accettano più di me. riescono a non farsi schifo? non lo so... non riesco a perdonare a me stesso il fatto che non sarò mai come vogliono i miei genitori, sono la loro piu grande delusione e ogni volta che ci penso ho le lacrime agli occhi. e io li odio, non so perche dovrebbe fregarmene ancora qualcosa, ma mi sembra di non avere un cuore se non provassi pena per questa situazione. faccio finta di riuscire a fregarmene quasi di tutto, per proteggermi, la verita è che mi frega troppo di tutto. i miei pensieri diventano pesantissimi e si trasformano in palle di pietra che mi rallentano la camminata sempre di piu. sono sempre convinto del fatto che la mia relazione sia una delle cose più importanti che ho e che ho la fortuna di avere, non l’ho mai data per scontata ed è davvero giusto cosi. ho sempre saputo che è importante costruirmi una rete di belle persone attorno per bilanciare la presenza soffocante di chi vuole ancora tirarmi giu. fin da subito ho usato tutte le mie conoscneze e tecniche per avere il rappprto piu sano del mondo, ed è la cosa che ancora ho sempre in mente. ho solo tanta paura, ho paura di fare un errore che costerà tutto. onestamente, quanti casini sto fscendo in questi mesi? quante persone ho lasciato andare? non voglio che risucceda, ma ho paura che il mio stare in male si metta in mezzo, ho paura che parli per me. lo sto bloccando a tutti i costi, sto tenendo la maggioranza dei miei oensieri per me, stp cercando di distrarmi in ogni modo e sto imparando a ridere e scherzare anche quando sto male. so che una persona che ti vuole bene ti sta accanto anche quando stai male, so che capita di sbagliare, anche se non me lo perdono mai, e quando una persona è tanto insicura capita che vengano fuori cose... non riesco a cancellare dallammia testa lìidea che se mi faccio vedere che sto male e sono vulnerabile nessuno mi vorra piu accanto. sto cercando con tutte le mie forze di controllare questa situazione, spero davvero di non fare piu casini, non voglio... 
0 notes
sportpeople · 6 years
Text
Chi si interessa al mondo del tifo estero sa benissimo che in Grecia è difficilissimo, se non impossibile trovare partite con due tifoserie. Sono ormai anni che si vietano trasferte di ogni tipo e ogni tifoseria, tranne che nelle finali di coppa di Grecia, questo sia per mancanza di fondi per la gestione del servizio d’ordine (è nota a tutti la crisi economica che da anni investe l’area), sia per mancanza di chi se ne assuma direttamente la responsabilità gestionale e “politica” così, monco di una delle sue due componenti, il tifo greco è andato perdendo fascino, anche se non sono mancate prestazioni memorabili ed incidenti che, spesso in assenza di entrambe le tifoserie, sono andati a focalizzarsi contro la polizia.
Su Aek-Paok si potrebbe scrivere un libro. È stata già la finale della coppa di Grecia 2017, si giocò alla presenza delle due tifoserie (ultima partita con due tifoserie in Grecia) nel campo neutro di Volos (a centinaia di km tanto da Atene che da Salonicco, nella speranza che ciò bastasse a far da deterrente). Eppure ci furono ugualmente scontri, molto duri, sia tra tifoserie opposte che tra gruppi di ultras e polizia, con diverse decine di feriti in uno scenario a tutti gli effetti di guerriglia urbana.
Recentemente, ad alimentare la tensione tra i due club, contrapposti a Marzo in un incontro di campionato, ci ha pensato il presidente del Paok, Ivan Savvidis il quale, dopo un gol annullato alla propria squadra, scese in campo minacciando l’arbitro con addosso una pistola in bella vista. Destino ha voluto che la finale di coppa di Grecia 2018 fosse di nuovo Paok vs AEK e appreso che la partita si giocherà ad Atene (facilmente raggiungibile da Napoli) nonché alla presenza delle due tifoserie, non esito ad organizzare tutto e partire, accompagnato in questa avventura da un amico che, come me, è un malato di partite dall’atmosfera incandescente.
Arrivati ad Atene ci fiondiamo per prima cosa alla sede della Federcalcio greca, organizzatrice dell’evento, per ritirare gli accrediti, sinceramente sorpresi dalla grande e gentile accoglienza riservataci: c’è qualche intoppo e le pratiche vanno per le lunghe, ma mai un cenno di seccatura o di chiusura nei nostri confronti così alla fine, concessici i pass, ci salutano quasi onorati della presenza straniera per questo evento.
Dopo aver fatto un giro nel centro di Atene, ci dirigiamo in metropolitana verso lo stadio e più ci avviciniamo alla fermata dello stadio Olimipico (sede designata della finale ma anche sede abituale delle partite casalinghe dell’AEK, che quindi gioca praticamente in casa) tanto più aumentano le maglie giallo-nere a bordo. Quando mancano 4/5 fermate all’arrivo, da lontano giungono i cori dei primi gruppi ultras dell’AEK, che già cantano nell’attesa del treno ed appena si aprono le porte dello stesso, entrano a spinta continuando a cantare. Nessuno vestito
Stone Island, Fred Perry o altri status symbol di moda tra gli ultras italiani: tutti rigorosamente con maglie dell’AEK e sciarpe degli Original 21. Le fermate restanti sono un trionfo di canzoni, battimani e cori a rispondere, con i finestrini o le porte del treno usati come tamburi. In tutto questo scenario, le signore ed i vecchietti presenti si incantano a guardarli e si compiacciono tra di loro: ha quasi dell’incredibile a vederlo dalla prospettiva del nostro paese di provenienza, dove il cittadino medio vive certi eventi puramente folkloristici con lo stesso terrore di un attentato.
Arrivati a destinazione, si riversano tutti per strada accendendo torce e bombe con il corteo che si forma in maniera del tutto naturale. Ci accodiamo e li osserviamo muoversi compatti, non si smettono di cantare un secondo; tra di loro molte facce davvero brutte (o belle, dipende dal punto di vista). Quando mancano un centinaio di metri allo stadio si vede una colonna di pullman della polizia che fa da prefiltraggio e mentre ci mettiamo in fila partono i primi scontri, con la polizia che carica e i tifosi che rispondono: mancano ancora due ore al fischio di inizio e già si consumano scene ormai inedite (o quasi) in Italia. In mezzo alle cariche, prima dei tifosi e poi della polizia, inizia una serie interminabile di esplosioni di petardi da primo dell’anno, saranno stati forse 150 o 200, davvero impossibili da contare.
Quando la situazione si calma e la polizia fa passare i tifosi, decidiamo di passare anche noi. Superato il prefiltraggio, scorgiamo un’altra cinquantina di persone incappucciate con passamontagna gialloneri che rompono mattoni e pietre e si dirigono di nuovo verso la polizia a caricarla e se in faccia non li si poteva vedere, nei loro occhi si leggevano quella stessa rabbia sociale e quell’odio che da qualche anno, da queste parti, si riversa verso la polizia, identificata come parte integrante di chi il potere lo esercita e a danno del resto della popolazione che lo subisce.
Tra mille difficoltà riusciamo a guadagnare il campo quando manca un’ora e mezza. I due settori sono già praticamente stracolmi: 18mila presenze per tifoseria, esattamente quanti erano i biglietti a disposizione. Appena entrati sembriamo due bambini nel paese dei balocchi: ci piazziamo subito sotto la curva dell’AEK dove, nonostante manchi ancora molto all’inizio, si alzano cori da paura, battimani mostruosi con braccia apertissime e striscioni ben in mostra. Fra questi si notano subito le pezze rubate ai rivali ed una dei gemellati livornesi, mentre in contemporanea anche quelli del Paok cominciano a scaldare i motori insultando i dirimpettai (deduco siano cori ostili per i fischi di disapprovazione dei tifosi dell’AEK). Altra nota degna di menzione, alla sinistra della curva dell’AEK si posizionano un centinaio di ragazzi in passamontagna a ridosso della polizia, provocandola in continuazione, sparandogli petardi addosso ed approfittando anche per offendere i rivali.
Ci spostiamo sotto quelli del Paok ed è lì che restiamo per tutto il primo tempo. Si fa subito notare un gruppo alla destra del settore che, anche in questo caso con il volto travisato dal passamontagna, risultano comportamentalmente speculari ai tifosi dell’AEK nei pressi della polizia, ovvero investendola di bombe, torce e insulti, cercando di romperne il cordone per arrivare a contatto con gli avversari. Il resto del settore, invece, tifa con una potenza inaudita, con battimani e cori che fanno tremare le gambe per la potenza e la partecipazione, con un bel picco anche dal punto di vista “coreografico” quando si girano tutti spalle al campo.
Un signore in giacca e cravatta, non capisco se un dirigente o cos’altro, si avvicina al gruppo più facinoroso di tifosi del Paok nel tentativo di distoglierli dai loro intenti bellicosi ma questi, incuranti della sua presenza e dei suoi inviti, continuano a sparare bombe fino al punto che l’uomo desiste. Nel frattempo entrano le squadre in campo e parte una bella torciata da parte del Paok ed una fumogenata gialla da parte AEK: la maggior parte delle torce vengono lanciate contro la polizia a bordo campo che si difende come può. Finita la torciata, diradatosi il fumo, intorno alla polizia si nota di tutto, pietre, fumogeni, pezzi di ferro e bulloni.
Il tifo procede con qualche pausa durante il primo tempo, ma quando tifano, tifano tutti, a differenza di come ci siamo abituati in Italia dove ormai il tifo è sempre e solo ad appannaggio di una macchia centrale di Curva. A metà primo tempo viene fischiato un rigore per il Paok e l’esultanza per questa decisione è qualcosa di veramente incredibile ed è altrettanto spettacolare l’esultanza dei tifosi dell’Aek tre minuti dopo per la prodezza del portiere che neutralizza il penalty.
Finito il primo tempo ci spostiamo sotto la curva dell’Aek dove stanno distribuendo torce in tutto il settore ed i ragazzi quasi litigano per accaparrarsi una torcia. Al rientro delle squadre in campo parte la torciata, non fittissima ma comunque suggestiva nel suo effetto ottico. Nel frattempo, i ragazzi posizionati alla sinistra del settore in cerca di scontri sono ancora là e le loro intenzioni non sono cambiate: sempre minacciosi e con i visi travisati, continuano a sparare bombe verso la polizia.
Il tifo dei gialli è spettacolare sul serio, sembra quasi che la curva balli cantando, poi segna il Paok e nel settore opposto è il delirio: pirotecnica a profusione, torce lanciate in campo e addosso alla polizia, bombe, succede davvero di tutto.
Il tifo dell’AEK cala un po’ ma non cala la quantità di bombe del gruppo di incappucciati. Gli ateniesi attaccano, ma senza mordente e in pieno recupero, il Paok raddoppia dando sfogo ad un’altra esultanza da brividi. Contemporaneamente, ma davvero contemporaneamente, quasi come un fallo di reazione, parte la carica dei ragazzi incappucciati nei confronti della polizia nel tentativo di raggiungere gli avversari. La polizia risponde e spara molti lacrimogeni che rendono l’aria irrespirabile.
Mentre l’arbitro fischia la fine, gli scontri continuano. Con il settore dell’AEK che va svuotandosi, decidiamo di fare nuovamente un giro sotto i supporter del Paok dove assistiamo all’ennesima scena assurda della giornata: mentre il grosso del settore festeggia, un gruppo di un centinaio di loro si lancia verso il cordone della polizia nel tentativo di romperlo e raggiungere i rivali, ma focalizzandosi poi a scontrarsi con la polizia.
Passato poco più di un quarto d’ora, con il settore dell’AEK ormai vuoto, alcuni tifosi del Paok entrano in campo per farsi foto ricordo, altri indossano la maschera con il volto del presidente del Paok (quello della pistola…) ma noi decidiamo di guadagnare l’uscita dove ci aspetta un amico dell’AEK.
All’esterno, incredibile ma vero, la situazione non si è affatto calmata, anzi, ci sono ancora scontri tra polizia e tifosi dell’AEK che a vicenda si caricano. Poliziotti con manganelli e lacrimogeni, tifosi con pietre e cinghie: una propensione e una ricerca così veemente agli scontri che ha dell’incredibile. Per raggiungere la metro, dove ci aspetta l’amico greco, siamo costretti ad un giro lunghissimo per non imbatterci negli scontri. Solo una volta raggiunta la fermata e partito il treno realizziamo le scene folli che abbiamo lambito!
Senza fare troppi paragoni tra Italia e Grecia, che andrebbero contestualizzati sulla scorta delle rispettive situazioni sociali e dei rispettivi apparati legislativi, se è vero che in Italia abbiamo una repressione che non permette nemmeno di ruttare senza essere diffidati, è altrettanto vero che nessuno impedisce direttamente di cantare o di fare un battimani ed invece ci si ritrova segregati, sempre gli stessi a cantare in una zona circoscritta in cui il gruppo centrale si impegna nel tifo evidenziando forti fratture con il resto del pubblico. I battimani a tutto settore sono diventati una rarità, le braccia aperte e alte da parte a parte, l’intera curva che canta con rabbia seguendo i coristi sembrano un reperto d’archivio dei documentari degli anni ’80 e ’90. Inutile negarlo, ci siamo un po’ troppo imborghesiti, sovvertendo l’ordine gerarchico fra essenza ed estetica: auguro un AEK-Paok a tutti i malati del mondo ultras ma più di tutto mi auguro che si possa ristabilire quell’ordine naturale delle cose e che si possa recuperare quella furia agonistica e quella voglia di tifare perse per strada.
Emilio Celotto
AEK Atene-PAOK Salonicco, Finale Coppa Grecia: la rabbia sociale e la rabbia smarrita Chi si interessa al mondo del tifo estero sa benissimo che in Grecia è difficilissimo, se non impossibile trovare partite con due tifoserie.
2 notes · View notes
Text
Iaia De Rose imprenditrice di successo e "Bellezza Intelligente"
Tumblr media
Iaia De Rose è un imprenditrice, influencer, presentatrice tv, imprenditrice digitale, consulente di marketing di grande successo. Vanta un seguito da migliaia di followers ed una community molto fidelizzata, che riesce a coinvolgere con interesse, in tutti suoi progetti. La sua capacità di aggregare e di individuare quali siano le esigenze delle persone che la seguono, l’ha resa un importante punto di riferimento. Soprattutto per le donne che supporta e che stimola continuamente, a credere in sè stesse e a migliorarsi. Iaia De Rose è un esempio di capacità imprenditoriale al femminile. Reinventarsi con tenacia e coerenza, rimanendo sempre fedele a se stessa e al suo pubblico. I suoi esordi sono stati nel campo della Tv e della Moda. Fino ad arrivare al successo imprenditoriale di oggi, come unica titolare della società che gestisce tutti i suoi numerosi progetti. In questa intervista Iaia De Rose ce li racconta, dandoci anche il segreto del suo successo. La tua è una bellissima storia di successo imprenditoriale, qual è il percorso che hai dovuto affrontare per arrivare a tutto questo? Innanzitutto beh… Grazie! Per me “successo” ha prima di tutto a che fare con la nostra identità. Lo credo davvero, profondamente. Quando capisci chi sei e che differenza puoi fare nel mondo, anche partendo dal piccolo, cominci ad “avere successo”, cioè a far accadere le cose giuste per te. Quelle che ti rendono felice, che ti fanno vibrare, che ti fanno aprire gli occhi la mattina con la voglia di balzare giù dal letto. E’ quello che mi succede ogni giorno. Mi sento “allineata” credo che il successo sia questo. Sono nata in un paesino ligure di 1200 anime, figlia di un operaio e di una casalinga. Fin da piccolissima desideravo migliorare la vita delle persone, farle sentire bene, farle sorridere. Ho iniziato scegliendo la comunicazione, che è sempre stata nelle mie corde, e che si è rivelata poi una skills estremamente utile anche nel mio percorso imprenditoriale. Essere un’ottima comunicatrice mi aiuta ad entrare in empatia con le persone, a vendere ma anche, e soprattutto, a “convincere” e motivare me stessa nei momenti più duri. In realtà però ho sempre saputo che un giorno sarei stata a capo di un’azienda che avrebbe avuto come missione quella di rendere le donne più consapevoli, fiere e belle attraverso servizi e prodotti. Ed è andata proprio così. Dalla moda sono passata alla tv e oggi sono Ceo della mia start up. Quali competenze bisogna sviluppare per essere in grado di "influenzare" gli altri? Non amo molto i termine “influenzare”. Non mi ci ritrovo. Preferisco “CONvincere” perché la vedo, appunto, come una vittoria comune: mia e di chi mi segue. I social network hanno reso “orizzontale” il rapporto tra brand/celebrities e fan base. Si tratta di uno scambio reciproco. Sullo stesso livello. Penso che il mio segreto, se così si può definire, sia stato quello di essere effettivamente preparata, autorevole, ma la tempo stesso “normale” e fin troppo schietta. Questo mi ha resa degna di “fiducia”. E fiducia è proprio la parola chiave. Tante persone si fidano di me ed io lavoro ogni giorno per non deludere le loro aspettative. La tua community molto ampia e fidelizzata, vanta migliaia di followers sui vari social network, come fai a comunicare, interagire e a mantenere un rapporto costante con loro? Vivo con il telefonino in mano! Ahahah! Scherzo ma, in effetti, non troppo. Ad oggi sono a capo di un team di una decina di persone che sono motore fondamentale della mia azienda per far sì che le mie idee (spesso megalomani) si trasformino in realtà. Le idee però sono appunto completamente le mie, così come tutta la creatività e comunicazione. Persino le newsletter sono scritte di mio pugno e, tolto il servizio clienti che deve gestire migliaia di ordini, rispondo ancora personalmente a mail e dm sui social network. Questo perché la mia azienda è ancora neonata (abbiamo un anno e mezzo di vita) ed ha bisogno della mamma. Ho imparato a delegare moltissimo ma il rapporto con la mia community è ancora completamente autentico, vivace e naturale perché parte della mia quotidianità più vera. Uno dei tuoi tanti progetti dedicati alle donne e alla valorizzazione di sè è "Bellezza Intelligente" ci racconti di cosa si tratta? Bellezza Intelligente nasce come community online completamente gratuita che fornisce alle donne strumenti di miglioramento della loro immagine a delle loro vite. Vive attraverso un gruppo Facebook ed una pagina Instagram, dove le utenti possono fruire di dirette, post e pdf sui più svariati argomenti di crescita personale e bellezza: empowerment, psicologia, alimentazione, allenamento, moda, astrologia, fisioterapia, danza, gemmologia. Lo step successivo sono i percorsi professionali personalizzati, come quello di dimagrimento, che ha rimodellato oltre 2000 donne ad oggi o quello di stile, in cui le ragazze scoprono come valorizzarsi attraverso le mie consulenze. Prima del Covid (e speriamo di poter ripetere l’esperienza non appena si potrà) Bellezza Intelligente era anche live, con i nostri eventi, che radunavano di media 1000 donne provenienti da tutta Italia. Per stare vicini fisicamente alle nostre clienti quest’anno ho ideato Bellezza intelligente magazine, una rivista potenziata attraverso la realtà aumentate, che raggiunge le ragazze direttamente a casa ogni due mesi. "BI Academy" è un percorso innovativo, l’anno accademico 2020/2021 è gia sold out qual è il suo obiettivo? BIacademy è un’idea che mi è venuta constatando che una delle richieste più frequenti da parte delle mie donne era “Wow Iaia! Voglio riuscire anche io, come te!” E così ho pensato di creare il “metodo Iaia”. Quando parlo di Biacademy generalmente le persone pensano ad un corso di marketing o di imprenditoria. In realtà quello è l’ultimo step. Non ho sicuramente il segreto assoluto per il successo, posso semplicemente raccontare cosa ha funzionato per me. Come ti dicevo per me ogni corso di marketing, economia, pr, social network ecc… diventa assolutamente inutile se prima non lavori sulla tua “identità”, sul tuo quid, sulla tua “ricetta esclusiva”. Ognuno di noi è pieno di talenti ed opportunità. Io aiuto le donne a farli venire fuori. Si tratta di un percorso davvero molto impegnativo e complesso, che ti obbliga a fare i conti con te stessa. I corsi spaziano dalla moda, alla consulenza di immagine, all’autoefficacia, alle abitudini potenzianti, alla comunicazione, vendita. marketing, imprenditoria, pr… Iaia De Rose Sei appassionata di moda e di buon gusto, "Iaiabag" il tuo Brand di lusso ne è la testimonianza, praticamente un successo annunciato. Come mai hai scelto di posizionarti su un target di qualità così alto? IAIAbag è la mia sfida più ambiziosa. In un’epoca in cui la maggior parte delle aziende spostano le produzioni all’estero io ho fortemente voluto un prodotto interamente italiano, della qualità più alta sul mercato in ogni parte. Usiamo solo pelli pienofiore italiane, tutto l’hardware è prodotto in Italia e addirittura placcato oro 18 carati. L’ho fatto perché volevo un brand eterno, che vivesse al di là di me e della mia popolarità,. Perché effettivamente unico nel suo genere. E così è stato. Se all’inizio abbiamo sfidato il mercato attraverso il mio nome, oggi IAIAbag conquista ogni giorno centinaia di clienti con una qualità che la rende “indiscutibile” ed un design davvero particolare Imprenditrice, influencer, conduttrice televisiva e molto altro, ma qual è il segreto del tuo successo e come fai a conciliare tutto questo? Il segreto è che mi viene naturale. Fa parte di me. Sono io al 100% che “esplodo” in molti differenti modi, con un unico fine: aiutare le donne ad amarsi e piacersi di più ed conquistare la vita che sognano. Iaia De Rose next step, hai dei progetti in vista? Puoi darci un anticipazione?   La pandemia ha portato tutti noi a doverci “riprogrammare” e a “reinventare o rimodulare” servizi e prodotti. Io sono molto fisica, vera, concreta… Mi mancano gli abbracci. Mi manca il contatto. Sto quindi studiando un modo per stare vicina il più possibile a chi vorrà intraprendere un percorso di miglioramento anche a distanza, con un progetto che vedrà la luce tra qualche mese. A giorni esce la nuova collezione di IAIAbag che è davvero incredibile e che credo proprio sia pronta a conquistare il mondo. Read the full article
0 notes
veronica-nardi · 4 years
Text
Chiamatemi Anna, Commento Terza Stagione
Quando finisco una serie mi chiedo sempre che cosa mi ha lasciato e cosa mi porterò dietro, e qui posso subito dire che la versione del cartone animato mi ha lasciato molto di più di questa serie.
Considero Chiamatemi Anna una serie carina, godibile, che ho visto volentieri, ma nulla di eccezionale.
Questa serie mi ha lasciato perplessa nei primi episodi, mi sono piaciuti quelli di mezzo, ma gli ultimi mi hanno fatta pensare a certe cose e ho finito la storia un po' emozionata (poco), un po' perplessa, e un po' infastidita (abbastanza).
Prima di iniziare, due cose:
1) Ho ODIATO il doppiaggio di questa serie dal primo all'ultimo minuto, che mi ha, in piccola parte, rovinato la visione.
2) C'è un motivo se mi sono appassionata alle serie asiatiche: perché ogni storia è raccontata in media in 16-20 episodi. Mentre le serie americane sono divise in stagioni, che escono una volta all'anno o una volta ogni due anni, periodo di tempo durante il quale io MI DIMENTICO COSA È SUCCESSO. Per esempio, in questo caso, quando ho visto in scena la tizia bionda, Winnie o come si chiama, la pseudo fidanzata di Gilbert per intenderci, mi sono chiesta chi cavolo fosse e se fosse stata presente anche nelle stagioni precedenti. Ancora me lo chiedo.
Detto ciò, parto con le cose che mi sono piaciute:
Anna
Devo ammettere che la protagonista, a livello generale, è stata una buona e convincente Anna Shirley. Anna è un personaggio particolare che è difficile interpretare senza risultare una scema o una pazza, e penso che la scrittura del personaggio e l'interpretazione dell'attrice abbiano rispettato bene la natura del personaggio.
Tumblr media
Inoltre, non amo molto i personaggi "perfettini" (come Gilbert, ma ci arrivo dopo), a me piacciono i personaggi con varie sfaccettature e che presentano dei difetti, e che quindi ai miei occhi risultano umani e credibili. Anna non è una protagonista perfetta, e questo l'ho apprezzato molto.
Anna è testarda, orgogliosa, impulsiva, esuberante, parla tanto e ascolta poco, si lascia trasportare dalle emozioni finendo col non riuscire a ragionare nella maniera più lucida possibile, anche se le sue intenzioni sono buone. Un esempio lampante è quando pubblica l'articolo femminista sul giornale senza consultarsi con la maestra e con gli altri compagni. Le sue intenzioni sono nobili, e ciò che scrive è giusto, ma il giornale non è suo, non può prendere e pubblicare come le pare perché presa dall'impulso del momento, perché se può farlo lei, allora possono farlo tutti. E Anna avrebbe dovuto parlarne anche con Josie, la diretta interessata, e assicurarsi che fosse d'accordo con la pubblicazione di quell'articolo che avrebbe portato tutti a parlare di lei.
Anna si lascia trasportare dall'emozione e agisce impulsivamente, e questo perché prende a cuore le cose e combatte per ciò che è giusto. Per via del suo difficile passato, sa cosa vuol dire soffrire e cosa significa essere maltrattati e subire ingiustizie. Anna è uno dei personaggi più empatici che abbia mai visto, e di certo è il personaggio dalla più grande apertura mentale della serie (è amica con un ragazzo gay, con gli indiani e con le persone nere, più aperta di così...)
Anche se preferisco la versione di Anna del cartone animato, questa Anna non è male, anche se c'è una cosa che mi ha fatto storcere un po' il naso quando me ne sono accorta: in questa terza stagione Anna compie sedici anni, e nel cartone animato a questa età Anna è già molto più tranquilla, calma, posata, mentre qui si comporta ancora come una bambina. Anche quando alla fine indossa il vestito lungo da donna, si aggira per la città tutta sorridente e quasi saltellando, come se fosse ancora la ragazzina di qualche anno fa. A quell'epoca, a sedici anni, si era già delle giovane donne in età da marito, e il fatto che Anna si atteggi come una bambina la trovo una stonatura, accentuata dalla maturità della sua mente che dimostra più volte, come quando dice a Josie:
"Ora sono amata, ma quando non lo ero non significa che non lo meritassi."
Un concetto molto maturo e consapevole per una ragazza di sedici anni... peccato che poi la vedi fare la melodrammatica, piangere disperatamente e vivere come una tragedia tutto ciò che le succede. Potevo accettarlo quando aveva dodici/tredici anni, ma non ora che dovrebbe essere una giovane donna.
Ma, ripeto, in generale, è stata una buona Anna Shirley.
Marilla
Questa versione di Marilla non mi fa impazzire, ma nemmeno mi dispiace. In lei posso vedere la rigidità e austerità tipiche del suo personaggio, unite al profondissimo affetto che ormai prova per Anna.
Tumblr media
Rispetto al cartone, qui Marilla è un po' più "energica", e può piacere o non piacere, ma credo che in linea di massima il personaggio sia stato rispettato abbastanza bene.
Inoltre la trovo molto umana nei suoi pregiudizi verso gli indiani e la paura verso queste persone, e questo mi piace. E mi è piaciuta anche la sua paura al pensiero di poter perdere Anna qualora la ragazza fosse riuscita a trovare la sua famiglia. L'ho trovata umana e realistica, e in linea col personaggio.
In generale, mi è anche piaciuto il rapporto tra lei e Anna. L'ho trovato credibile ed entrambe sono rimaste nei loro personaggi.
Josie.
Josie mi è piaciuta un sacco. Forse perché è l'unico personaggio ad avere una vera evoluzione. Dopo la brutta esperienza con Billy, si arrabbia momentaneamente con Anna, per poi capire che l'amica sta effettivamente lottando per la cosa giusta, e quindi si schiera dalla sua parte, mandando poi Billy a cagare.
Tumblr media
Simbolica la scena in cui si scioglie i capelli dopo che la madre le ha preparato i boccoli per la notte dicendole:
"Non possono portarti via la bellezza."
Che significa: non importa se un ragazzo ti importuna e ti molesta portandoti via la dignità, non importa se piangi e se stai male, tutto quello che devi fare è essere bella e pensare a fare un buon matrimonio.
Josie capisce che non è giusto chiederle di essere soltanto una bella bambolina perché è una donna. È una persona con delle idee, pensieri e sogni propri, e che merita sempre il massimo rispetto.
Le scenografie.
Vogliamo parlare di come le scenografie di questa serie siano semplicemente spettacolari?
Tumblr media
AMO Green Gables e i paesaggi dell'Isola del Principe Edoardo.
I costumi.
Belli, devo ammettere, e in linea con l'epoca storica. Unica pecca: le ragazze vanno a scuola con dei grembiuli talmente bianchi che mi sembrano bambine della prima elementare.
Dialoghi
Ok. Alcune volte sono semplici se non addirittura banali, ma in più di una scena sono rimasta colpita dal modo di parlare tipico dell'epoca, e questo l'ho apprezzato.
E ora passiamo alle cose che NON mi sono piaciute (ora smonto la serie).
Matthew
Questa versione di Matthew non mi piace. Non dico che mi faccia cagare, è carino, ma il Matthew del cartone animato era semplicemente adorabile.
Matthew è introverso, riservato, timido, tenero, impacciato. Tutte caratteristiche che il Matthew della serie sembra non avere quasi per nulla.
Tumblr media
Nel cartone Matthew si esprime a monosillabi, qui è un po' impacciato, ma alla fine parla con una certa scioltezza. E non ho assolutamente visto il suo enorme imbarazzo nei confronti delle donne, un aspetto tipico del personaggio di Matthew.
Quello che mi ha lasciato l'amaro in bocca più di tutto è stato il finale. Qui Matthew diventa improvvisamente brusco con Anna perché sa che sentirà la sua mancanza quando andrà al college. E questo già mi va a cozzare col personaggio di Matthew, che dovrebbe essere l'uomo più tenero del mondo con la sua Anna.
E quando alla fine si riconcilia con lei spiegandole quello che prova, avrebbe dovuto dirle quello che le dice nel cartone, che non gli importa se lei non è un ragazzo, che è orgoglioso di lei, la sua ragazza, la sua Anna. È una delle frasi più belle della storia secondo me, ed è qualcosa che Anna ha bisogno di sentirsi dire.
Sebastian.
A parte il fatto che non capisco il senso di questo personaggio nella serie, ma poi non è nemmeno interessante. Un bravo marito, un bravo padre, un buon amico, un buon lavoratore. Wow. Che personaggio complesso.
È carino, per carità, ma diciamocelo: Sebastian, Mary e compagnia bella, che cosa c'entrano con Anna dai capelli rossi? Questi personaggi non sono presenti nel cartone animato, perché li hanno inseriti?
Tumblr media
Ammettetelo: avete inserito i personaggi neri solo per fare bella figura. Solo per poter dire: ehi guardate, abbiamo messo dei personaggi neri nella nostra storia, noi parliamo anche di loro, parliamo anche del razzismo, quanto siamo bravi.
Seriamente, che cosa c'entra la questione delle persone nere e del razzismo con Anna dai capelli rossi?
Il finale favolistico.
Questa serie è andata a finire a mo' di film Disney. Personalmente non sopporto i finali così. Mi sanno da falsi e irrealistici.
Qui TUTTO finisce bene.
Sebastian migliora i rapporti con la madre e fa pace col figlio di Mary così d'ora in avanti saranno una bella famiglia felice che lavorano tutti insieme nei campi (ma andate a cagare); Anna fa pace con Josie e tutte le compagne di scuola sono amiche per la pelle e non esiste nemmeno un'ombra di antipatia tra nessuna di loro; Diana ottiene il permesso di andare al college e passa gli esami ANCHE SE NON HA STUDIATO UN CAZZO MA SICCOME SIAMO IN UNA FAVOLA FACCIAMOLA PURE PASSARE; la signora Lind riesce ad allargare il consiglio della città con la presenza di tre donne; il giornale viene ridato in mano alla scuola e tutti sono amici con tutti.
Persino nel cartone animato il finale è più triste e realistico, con la morte di Matthew, la vista malandata di Marilla e Anna costretta a rinunciare all'università.
L'unica storyline che non posso dire sia finita bene è quella ragazzina indiana portata al collegio cristiano (prigione), da cui non la lasciano più uscire. Peccato che non si sa come finisce perché non ce lo mostrano, e da quello che ho capito questa era l'ultima stagione della serie....
Diana
Tumblr media
Diana per me è stata un flop totale. Hanno totalmente cambiato questo personaggio rispetto al cartone.
Innanzitutto si sono inventati la "storia d'amore" con Jerry e non ho capito bene per quale motivo visto che il tutto si conclude con lei che lo molla freddamente e tanti saluti.
La litigata tra Anna e Diana l'avrei accolta ben volentieri, ma non ho capito perché Diana non ha raccontato di Jerry all'amica. Anna è la prima a confidarsi con lei riguardo Gilbert, non ha problemi a parlare dell'amore, quindi perché Diana non ha fatto lo stesso? Forse per via delle differenze tra lei e Jerry, lei ragazza ricca e colta, e lui povero e un po' sempliciotto. Forse, sapendo che questa storia non avrebbe mai portato da nessuna parte, ha preferito tenersela per sé. Ma qui deduco che non fosse qualcosa di importante per Diana: se fosse stata davvero innamorata di Jerry si sarebbe confidata con Anna e avrebbe lottato per lui, così come ha lottato per il college. Quindi per lei è stata solo un'opportunità per fare pratica su come baciare e provare l'ebbrezza della libertà in quei momenti con lui. Scusate, ma questa non è affatto la Diana del cartone animato....
E parlando del college.... delusione totale.
Innanzitutto, è semplicemente assurdo che Diana abbia passato gli esami dopo che per un anno non ha studiato quanto gli altri.
E poi, mi spiegate perché hanno cambiato la sua storyline trasformandola in una giovane ragazza soffocata dai genitori che dalla figlia richiedono solo il matrimonio mentre lei vuole andare al college? Perché hanno scritto questo personaggio facendola diventare la giovane emancipata della situazione? La Diana del cartone animato non era forse emancipata?
Parliamoci chiaro. Consideriamo un attimo le due versioni di Diana:
Nella serie Diana VUOLE andare al college.
Nel cartone Diana VUOLE restare a casa e dedicarsi alla moda.
In cosa la prima versione è più femminista o emancipata della seconda? Nel cartone Diana non va al college non perché ostacolata dai genitori, ma perché semplicemente non le piace studiare e vuole dedicarsi ad altro. Deve decidere del suo futuro, e Diana SCEGLIE di non andare, E QUESTO È FEMMINISTA.
Per come la vedo io, la Diana del cartone è molto più coraggiosa e femminista di quella della serie.
Perché una donna (Diana) che sceglie di restare a casa e pensare al matrimonio, non è meno femminista di una donna (Anna) che sceglie di andare al college e fare l'insegnante.
Tra l'altro, la Diana della serie non ha alcuna passione o interesse particolare, mentre quella del cartone amava la moda e i vestiti (ed era anche più saggia e più matura).
E poi, diciamocelo, pensate che Diana avrebbe insistito nell'andare al college se Anna non ci fosse andata? Se Anna e tutti gli altri compagni non fossero andati, io non penso che Diana sarebbe voluta andare. Quindi, alla fine, è solo una pecora che ha seguito il gregge. Per questo dico che nel cartone è più coraggiosa, perché ha avuto il coraggio di staccarsi da Anna e fare qualcosa di diverso dalla sua amica.
E poi, Diana va al college... per fare cosa? Dio solo lo sa.
Gilbert
Come Matthew, non dico mi abbia fatto schifo, ma non mi ha nemmeno fatto innamorare.
Questo ragazzo praticamente è il principe azzurro che sogna ogni ragazza: è un ottimo studente e vuole fare il dottore, è bravo, buono, gentile, fa diventare Sebastian (un uomo nero) suo socio nella fattoria, non ha alcun tipo di pregiudizio e tratta i neri come suoi pari, sostiene Anna nella sua lotta femminista marciando in prima fila con lei. Insomma, particolari difetti io non ne ho visti, non mi ha fatto fare chissà quali riflessioni, e quindi, ai miei occhi, non è un personaggio interessante.
Qui, del vero Gilbert, quello del cartone animato, ho visto ben poco. Il Gilbert del cartone aveva fascino anche stando fermo in silenzio a mangiare una mela, questa versione di Gilbert invece ha il fascino di un manico di scopa vestito. La protagonista femminile, Anna, ha molto più fascino e carisma di lui.
Senza contare il fatto che l'attore scelto non mi è sembrato perfettamente adatto per il ruolo. L'ho trovato più "piccolo" rispetto a Gilbert. Più cucciolo.
E poi non ho amato molto tutte quelle "faccette" che ha esibito dall'inizio alla fine. Non so se fosse qualcosa previsto da copione o se è l'interpretazione dell'attore, ma il più delle volte l'ho trovato fastidioso.
La love story
Qui stendo quasi un velo pietoso. La storia d'amore di Anna e Gilbert ha lo stesso fascino di un grissino e la stessa profondità di una pozzanghera.
Ho trovato completamente inutile il personaggio della fidanzata di Gilbert, messa lì solo per ingelosire Anna, ma nel complesso è stata solo un di più. Non ha una propria storyline, non ha un'evoluzione, e non è interessante.
Negli ultimi episodi, la storia d'amore tra i due protagonisti cade in uno dei più grandi cliché delle storie d'amore: il biglietto perduto. Anna scrive un biglietto a Gilbert in cui gli dice che lo ama e glielo lascia sul tavolo. Ancora prima di vederlo, sapevo che Gilbert non avrebbe MAI letto quel biglietto. La nota in questione compie un viaggio mirabolante: viene messa sotto un vaso di fiori, cade per terra, viene calpestata da Gilbert che se la porta in giro per casa senza saperlo, e infine viene lasciata nell'erba mezza distrutta. Metà puntata per seguire gli spostamenti di questo biglietto. La storia si ripete quando anche Gilbert lascia un biglietto ad Anna, lei lo vede subito ma lo straccia ancora prima di leggerlo, per poi pentirsene e cercare di mettere insieme i pezzi.
Ora, non ditemi che tutta questa trafila dei biglietti perduti è qualcosa di originale. È un classico. È qualcosa che ho visto in altre 4838484883 storie d'amore. Per questo la cosa non mi ha dato emozione: perché sapevo che una volta scoperto il contenuto dei rispettivi biglietti, entrambi si sarebbero corsi incontro per poi baciarsi appassionatamente.
Tumblr media
Mi dispiace ma questa storia d'amore non mi ha coinvolto, l'ho trovata come qualcosa di "già visto".
L'unica scena che ho trovato carina è stato il momento del ballo, in cui scatta la scintilla e i due si guardano in modo diverso.
Tumblr media
Sulla signorina Stacy non so sinceramente che cosa dire. Non è un personaggio che ha lasciato il segno su di me. Anche in questo caso preferisco la versione del cartone animato. Qui le hanno appioppato la storyline del "tuo marito è morto quindi trovatene un altro", qualcosa che hanno messo giusto per riempitivo e che se non facevano non cambiava nulla.
Tumblr media
Ora, arrivo alla questione per me più spinosa, una questione che quando ci ho pensato mi ha lasciato prima perplessa, poi mi ha infastidita non poco.
Mentre vedevo gli episodi, io la visione me la sono goduta.
È stato bello e interessante vedere portate in scena questioni come l'articolo femminista di Anna, la molestia subita da Josie, tutto il discorso sulla parità, sui diritti delle donne ecc.
Trovo un po' favolistico come Anna riesce a trascinarsi dietro tre quarti del paese nella sua marcia per andare a fare il culo al consiglio, ma non posso negare come la serie mandi dei messaggi importanti a chi guarda:
1) Se una ragazza viene molestata la sua reputazione è rovinata. Perché? E quella del ragazzo?
2) Una ragazza non va MAI a "cercarsi" una molestia o una violenza. La colpa è solo di chi aggredisce.
3) Prima di fare qualcosa, un ragazzo deve assicurarsi che la ragazza che ha di fronte sia a proprio agio e che sia d'accordo con quello che sta succedendo.
Sono temi perfettamente attuali, e per esempio trovo importantissimo parlare del consenso. Sono ottimi spunti di riflessione per i ragazzi e le ragazze di oggi.
Mi ha fatto riflettere anche un'altra scena. Siamo alla fiera, e Billy cerca di impressionare la sua ragazza, Josie, cimentandosi in un gioco di forza, con il palese atteggiamento "ti faccio vedere quanto sono forte, guarda quanto sono uomo".
Peccato che finisce per fare una brutta figura, marcata dall'arrivo di Jerry che, abituato a lavorare nei campi, riesce a colpire il bersaglio in un colpo solo. Ora, Billy ha sentito di aver sfigurato, ma io non la vedo così: il fatto che non sia riuscito a colpire il bersaglio non lo rende meno uomo rispetto a Jerry.
Qui ci fanno chiaramente vedere la mentalità del: uomo forte=vero uomo, uomo debole=pappamolla.
Perché il valore di un uomo deve essere misurato in base alla forza fisica, e il valore di una donna in base alla sua bellezza?
Sono delle tematiche molto importanti da portare in scena, e allora perché ho detto di essere infastidita?
Per un semplice motivo. Questa serie ha buttato dentro un po' di tutto: femminismo, diritti umani, la libertà di stampa, il razzismo, gli indiani, le persone nere, maschilismo, sessismo, omosessualità.
Hanno toccato tutti temi "caldi" facendo un bel minestrone, e la cosa che mi infastidisce più di tutte è... tutto questo, cosa c'entra con Anna dai capelli rossi?
Perché Anna dai capelli rossi non parla di queste cose, e alla fine della fiera della storia originale rimane ben poco: sostanzialmente, solo gli esami per il college, e Anna e Gilbert che si mettono insieme. Il resto è tutto inventato.
Posso apprezzare le scene in cui Anna desidera conoscere di più sui suoi veri genitori e torna all'orfanotrofio per fare ricerche, Marilla e Matthew preoccupati di perderla, la litigata tra Anna e Diana. Posso anche accettare il cambiamento del rapporto tra Anna e Gilbert (nel cartone non si parlano per anni, qui sono molto amici), perché comunque tutto questo è direttamente collegato alla storia principale e alla protagonista.
Ma, per fare un esempio, la scena in cui la ragazza (dovrebbe essere Prissy?) va dal padre dicendogli che vorrebbe dare una mano nella gestione dell'azienda di famiglia, e il padre non la degna di uno sguardo e liquida la questione affermando che le donne non devono occuparsi di certe cose, ecco, quella scena a cosa serve? Perché è stata messa? Per dirci che in quell'epoca storica le donne non erano trattate in modo paritario? Sì ok... ma non è questo di cui parla la storia di Anna. Tra l'altro mi è sembrata una scena buttata lì un po' a caso, perché la tizia arriva, il padre la tratta di merda, tanti saluti e fine. Poi non se ne parla più, e la tizia non si vede più in scena.
Non dico che non bisogna parlare di certe tematiche, ma se fate una serie su Anna dai capelli rossi, mi aspetto di vedere una serie su Anna dai capelli rossi. Se volete parlare di certi temi come le prime battaglie femministe, allora fate una serie che parli di quello, vi inventate una storia e dei personaggi nuovi. Non che prendete una storia già esistente e la travolgete per parlare di quello che volete.
È come se io prendessi I Tre Moschettieri e ci facessi sopra una serie, inserendo temi come molestie sessuali e diritti delle donne, trasformando d'Artagnan in un femminista del XVII secolo, e già che ci sono ci butto dentro un po' di razzismo che non fa mai male, e poi, perché no, faccio che Athos e Aramis sono gay.
COSA CAVOLO C'ENTRA???
I Tre Moschettieri non parla di queste cose, e lo stesso vale per Anna.
Oppure faccio una serie su Harry Potter dove faccio succedere che Hermione viene molestata da un ragazzo e per tutta Hogwarts parte una marcia femminista.
Tutto ciò continua a lasciarmi assai perplessa e infastidita. Ed è per questo che non so come giudicare queste serie e che voto darle. Forse non è nemmeno giudicabile, visto che in fondo non è una serie su Anna dai capelli rossi (lo è tipo al 20-30% a essere generosi).
Davvero non capisco perché la storia di Anna dai capelli rossi è diventata una manifestazione delle tematiche più bollenti di questi anni.
Non è che se non ne parlate fate schifo eh.
Ultima cosa che mi viene in mente sono le musiche: non ne ho in mente nemmeno una, segno che non sono state di impatto. NULLA IN CONFRONTO CON LE BELLISSIME MUSICHE DEL CARTONE.
Detto ciò, di solito concludo un commento consigliando o meno la serie in questione, e dando il voto finale. Qui non so bene che cosa dire.
La serie è carina e posso anche consigliarla, ma sappiate che vi troverete davanti tanta roba che con Anna non c'entra niente.
Se dovessi dare un voto basandomi sulla fedeltà della storia originale, sarebbe 1 e 1/2.
Se guardo la serie per quella che è, facendo finta che la storia originale non esista, posso arrivare a 7, ma solo perché sono generosa (e lo sono davvero, visto che oggi sto inca**ata).
21 notes · View notes