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#significanti
blvcklizard · 2 months
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Every friend group needs a grumpy old man who has been through some stuff and lost too many people important to him and would kill for every single one of the others if so much harm as a paper cut happened to them
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blueskittlesart · 6 months
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i also wish i'd been in the heyday of the teen wolf fandom. but then again. i hate sterek with a passion so it would've been insufferable. i watched up to season 3 and then stopped bc i heard it got bad.
im watching it with my roommates who both WERE active in the heyday of teen wolf fandom (even though we were all like 9 when it was coming out. we are the unrestricted internet access generation ig) and they've both told me theyre going to refuse to watch past season 3 but i dont. think i can stop. im so hooked on season 3 (<stiles stilinski enjoyer) that i need to keep going forever. this is definitely going to be detrimental to me but idc
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SENSI DELL’ARTE - di Gianpiero Menniti 
LA TRASFORMAZIONE 
La pittura è un fenomeno umano: affermazione banale. Ma l'umano della figurazione pittorica, in cosa consiste? La storia dell'arte s'è impegnata lungamente a classificare, a distinguere, a raggruppare le espressioni creative su tela come su ogni altro supporto, fornendo una risposta "tecnica" e strumenti pratici per memorizzare stili, tendenze, paradigmi. La domanda rimane. E si estende: in cosa si evidenzia il carattere tipicamente umano della pittura? E cos'è tipicamente umano rispetto alle altre forme di vita? Il linguaggio. L'essere umano può esprimersi attraverso significanti dotati di significato. Ma non lo possiede: lo usa, ne ha fatto strumento di organizzazione razionale. Eppure, ne avverte l'abisso dell'origine. Questa apparizione di una profondità oscura, inattingibile, costituisce la relazione con l'atto pittorico. Si tratta di un'aporia, di una strada che non presenta vie d'uscita, che non conduce in un altrove rispetto al suo corso. La pittura, come la "parola poetica" è dunque una permanenza che non ha sbocchi. "Ut pictura poesis". Tenta di fare cenno all'abisso, di condurre l'osservatore su un piano nel quale il significante è muto. Afferma il principio di una "ragione insufficiente" a spiegare. Così, coglie le tracce del reale e le trasforma, straniandole, in appello all'ascolto del silenzio.
Sovvengono i versi di Samuel Beckett (da "Cosa farei mai" in "Poèmes", 1946-1949):
"Cosa farei mai senza questo mondo senza volto né domande dove essere non dura che un istante in cui ciascun istante si rovescia nel vuoto nell’oblio d’essere stato senza quest’onda dove infine sprofonderanno insieme corpo e ombra..."
- Luigi Russolo, "Paesaggio ai primi raggi di sole", 1940, collezione privata
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gregor-samsung · 10 months
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“ Il dialetto gaddiano, il romanesco del Pasticciaccio tanto spesso avvicinato a quello pasoliniano, entra in un rapporto ludico complesso con la lingua, con i suoi differenti livelli, e nel gioco quello che conta è la scrittura, l'artificio della scrittura come suprema abilità di maneggiare (e magari di distruggere, ma dall'interno) il registro del simbolico, la comunicazione (e la tradizione) letteraria. Al contrario il romanesco pasoliniano vuole prima di tutto essere puro suono, nasce indifferente ai significati, esterno alla comunicazione, posto al servizio di un progetto di ipnosi, di trance. È un dialetto "brutto", rigorosamente privo di tensioni formali, tutto concentrato sulla propria noia. Se nei primi racconti di Alí l'artificio letterario tradizionale, inteso come abilità ed eccezionalità linguistica, era ancora ben presente, col dialetto dei romanzi passa in secondo piano e ci sembra di leggere semplici registrazioni vocali. La letterarietà dell'operazione si è spostata, ha cambiato scopo. L'« intervento dello scrittore in quanto tale »* non si indirizza piú al perfezionamento interno della scrittura, ad esibire gli artifici, le astute scelte, a molare e render "bello" il pezzo testuale; ma punta piuttosto all'effetto finale, pratico, del testo: non interessa la tenuta estetica ma il potenziale di fascinazione che il testo può produrre. Perciò i romanzi pasoliniani, nonostante le apparenze spesso alessandrine, possono anche mostrare rozzezze, e trascuratezze di scrittura. Il romanesco non è affatto un registro "d'arte", viene adottato e trascritto in una chiusa brutalità che lavora efficacemente come un suono addormentatore. Tale vistosa modifica della letterarietà testuale chiarisce le profonde differenze tra l'operazione dialettale romana e il precedente friulano. Nel Friuli il dialetto funzionava come metafora della dimensione immaginaria ma conservava tutti i segni "letterari" del gergo ermetico. L'immaginario era messo in gioco per via di metafora, proprio attraverso la strumentazione raffinata dell'artificio: la cantilena ipnotica del fantasma era prima di ogni altra cosa una scrittura, un'elaborazione testuale, e fingeva abilmente di essere il suo contrario, l'oralità liberata di un registro pre-linguistico. Ora invece l'esperimento pasoliniano è diverso, molto piú radicale. Ora il dialetto dei romanzi, appiattito nella ripetizione, è letteralmente quella oralità dell'immaginario. Se volessimo servirci di una sottile distinzione potremmo dire che il friulano era una « scrittura », il romanesco è invece una « trascrizione » del fantasma.** Certo, anche nel caso del romanesco il dialetto è prima di tutto linguaggio, quindi interno alla generale dimensione della comunicatività; ma Pasolini ne fa un uso così speciale, così limitato (fatto di formule, di indifferenza, quasi di cecità linguistica), che il salto dal dialetto-linguaggio al dialetto-fantasma è facilissimo. Il romanesco, così ridotto e impoverito, è una catena di significanti, senza semantica, e una tale catena non riesce neppure a localizzarsi come sistema di opposizioni, di simboli, di segnali riconoscibili e produttori di senso: insomma, il puro significante di questo dialetto non riesce a diventare organizzazione, griglia simbolica dentro la quale ordinare le cose. “
*Si veda la dichiarazione pasoliniana: « Per assumere nel romanzo il colloquio in dialetto occorre perciò un intervento dello scrittore in quanto tale molto piú accentuato e dichiarato che in una pagina scritta nell'italiano letterario ». Cfr. F. Camon, Il mestiere di scrittore, Milano, 1973, p. 107. **Ci serviamo di una distinzione enunciata da Lacan, a proposito dei suoi seminari, nella Postface a J. LACAN, Le séminaire livre Xl. Les quatre concepts fondamentaux de la psychanalyse, Paris 1969, pp. 251-254.
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Rinaldo Rinaldi, Pier Paolo Pasolini, Ugo Mursia Editore (collana Civiltà letteraria del Novecento - Profili N. 40), 1982¹; pp. 145-46.
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russilton · 18 days
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Folks who sent asks and messages I love u ur replies are coming, I cut my left thumb yesterday and burned the right today so everything is SIGNIFICANTY slower but it is happening
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melangle · 6 months
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Quillworts in a gnamma hole in Western Australia
A gnamma hole is a depression formed in granite or other very hard and inert rock that is formed from chemical weathering over millions of years, the name comes from noongar languages of the indigenous peoples of the southwest of Western Australia. Whilst restricted to tiny areas very distantly spaced, Quillworts are relatively easy to find in Western Australia, if you visit the right outcrops at the right time of year you will see them reliably every time.
It is not easy to identify a quillwort to a species in Western Australia without destructively collecting and dissecting a specimen as all the currently described species overlap significanty in morphology depending on growing conditions.
If you want to see a quillwort IRL and are willing to travel to Western Australia let me know because I can provide directions and coordinates or meet IRL because the extreme biodiversity in flowering plants here in SouthWest WA means the little quillworts get overlooked even by the most passionate of botanists.
This gnamma hole was in a ~1.5 billion year old granite bedrock outcropping in Cape Le Grande near Esperance https://www.inaturalist.org/observations/171702188
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bcdrawsandwrites · 2 years
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One day while Raz is wearing his GIR t-shirt, his Archetype makes soap filled with bacon. Ford cries because he knows at some point he will try to eat it anyway.
It's like one of those lollypops you have to lick down to open the plastic stick and get the toy inside. Except in this case it's soap you have to use up to gte to the bacon inside. which is significanty worse. whyyyyy was there bacon in the soooaaaap
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La mia vicina di ombrellone, sulla trentina, sta fieramente leggendo "Così non schwa" (2022, Andrea De Benedetti) alla sua amica e vicina di ombrellone. Non ero a conoscenza dell'esistenza di questo libro, ma dopo aver ascoltato 2-3 pagine, posso dire con certezza che il contenuto è tanto pessimo quanto il titolo. Sottotitolo del suddetto volume è: "Il linguaggio inclusivo è un'idea seducente. Tuttavia il cuore del problema sta quasi sempre altrove. Perché i significati sono piú importanti dei significanti. Perché includere certe categorie può significare escluderne altre. E perché le buone pratiche, ove fondate sul ricatto morale, rischiano seriamente di convertirsi in cattive regole". Il linguaggio inclusivo è in continua evoluzione per essere sempre più inclusivo, e non esclude nessuno; i cishet temono l'eliminazione definitiva di femminile e maschile, cosa a cui nessuno punta, e l'ignoranza regna sovrana. Certi libri non andrebbero nemmeno messi in commercio.
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themusicbin · 1 month
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Aldo Becca, discoccupato. 
Un outsider tra i 100 migliori cantautori italiani Tre album in una decina d’anni, tanto preziosi quanto schivi. E, prima, dopo e durante, una ricerca continua, un percorso intermediale tra significati e significanti, spiritualità e materia. Sono le cifre distintive dell’incarnazione cantautorale di Aldo Becca, solo una tra le sue molteplicità identità musicali. Un percorso artisticamente…
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marcogiovenale · 3 months
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messaggi ai poeti / utili sussidi / vediamo se riesco a spiegarmi (con un cb ennesimo eccetera)
ma poi l’avete capita questa differenza tra talento e genio, questa faccenda dei SIGNIFICANTI, o CB deve resuscitare e farvi un disegno? “messaggi ai poeti”, “utili sussidi” e “vediamo se riesco a spiegarmi” erano e sono tre tag sotto cui ho cercato anzi cercai (a vuoto) di versare la cognizione della centralità di talune quistioni di base nella meninge dell’italo medioscrivente. ah, e poi…
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kinfraughtlore · 4 months
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░ 「 the umehara clan 」
general background
the umehara clan carries with it a long lineage of jujutsu sorcerers. unlike the larger players within jujutsu society, the umehara are based in kanagawa prefecture. historically, the umehara were deeply involved with the kamakura shogunate and produced several legendary sorcerers during the heian era.
despite their importance; the umehara have always maintained a reputation of disdain among other sorcerers. pioneered by umehara isshin ( 925-981 AC ) they became adept at manipulating an adjacent spiritual plane of impurity; which harbored a cursed reflection of elements within our reality. in this realm of reflection, water would turn to blood, polished steel to rusted iron, silk to thorns & wire.
nevertheless, despite harboring techniques which disgusted more conservative sorcerers the umehara rose to prominence by producing technically skilled sorcerers. when the time came to construct a training facility, the umehara contribued significanty manpower and funding to the establishment of the kamakura curse technical college ( or kamakura high ).
the 1991 incident
under the leadership of umehara hiroka ( ascended; june, 1986 ) the umehara had continued on their trajectory of becoming the 'maverick' clan - attempting to eschew the limitations placed upon them by the conservative faction of sorcerers which ruled over the kanagawa area society. hiroka's cursed technique, that of the manipulation of smoke; able to turn his limbs in to a black smog, was potent in combat - unnerving the establishment sorcerers.
debates and minor clashes eventually came to a head in may of 1991. the umehara clan launched a coup, targeting the yokohama curse technical college ( which had succeded kamakura as the center of cursed education in kanagawa in the late 80s ). the battle was over by the following day, and all news of the coup was suppressed.
the heads of the umehara clan were summarily executed. rumors spread that the higher-ups in yokohama had long planned to turn on hiroka; word of which had prompted hiroka's rash decision. despite this, the umehara had earned the disdain of most of sorcerer society. the remaining members of the clan splintered, some returning to non-sorcerer society.
the center of sorcerer education in kanagawa shifted back to kamakura. the umehara were barred from admittance to the institution, until the arrival of umehara rei. her admittance was conditional, however, and placed her under significant scrutiny.
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SENSI DELL'ARTE - di Gianpiero Menniti
RADICALE ANTITESI
"Botero" dallo spagnolo in italiano si traduce in: fabbricante di borracce. Uno di quei casi, non so quanto rari, che i latini appellavano con l'espressione "nomen omen", il destino è nel nome. Fernando Botero (1932 - 2023) lascia, come ogni artista contemporaneo, una fama controversa, divisa tra estimatori dell'originalità delle sue opere e scettici se non addirittura ostili alle sue espressioni pittoriche e plastiche. A questa condizione si aggiunge anche la percezione negativa data dal valore rilevante di mercato cui è giunta la sua produzione: un "peccato" che non viene perdonato da gran parte dell'opinione pubblica. Si tratta di un discorso trito e ritrito: il valore commerciale non ha nulla da condividere con l'apprezzamento o l'esecrazione del risultato artistico, ma rimane nel gioco di domanda e offerta trasferito sul tavolo delle scelte d'investimento. Ora, mantenendo la barra sul tema strettamente figurativo, ci si trova di fronte a creazioni originali, "significanti" che perdono la seconda, indispensabile parte della struttura del segno, il "significato". Così, appare la traccia di un estetismo che affonda le radici nella tradizione culturale latino-americana per la quale i corpi - e le cose - rispecchiano uno stato di beatitudine e di potenza vitale quando appaiono dilatate, piene, solide, tondeggianti. Si pensi a un frutto e facilmente si comprenderà questo paradigma. La vividezza è nella forma che cresce e racchiude. Una radicalità riflessa nelle immagini. Immagini irreali di mondi irreali. Tradizioni che solcano il pensiero delle generazioni per tradizione. Piacciano o non piacciano: il giudizio di gusto sul bello e sul brutto possiede fondamenta fragilissime. Quel che veramente conta è l'esito di un racconto immaginario nel quale l'espandersi colma la scena, la riempie e la riscrive destando meraviglia mediante un effetto di straniamento. Lo straniamento che induce a riflettere sulla retorica del modello classico. Anche quando tocca il sacro, non intende ridurre a grottesco ma riallacciare l'immagine religiosa alla traccia di vitale appartenenza a una differente modalità, estetica e persino etnica, di rappresentazione. In Europa, è stata accolta la pittura "naïf" e più in generale, tra il "Vecchio continente" e l'America Latina, s'è affermata la corrente artistica denominata del "Realismo Magico": da Henri Rousseau a Frida Kalho, dai nostri Felice Casorati e Antonio Donghi fino al nordamericano Edward Hopper e al tedesco Christian Schad. Si rifletta sulle opere di Diego Rivera, sulle espressioni del "Ritorno all'ordine", su "Novecento" e "Nuova Oggettività", sulle figurazioni dei regimi in Italia e in Unione Sovietica negli anni Venti e Trenta. E si pensi a una dimensione espressiva sottovalutata come i fumetti e i cartoons. Il ragionamento sull'arte contemporanea deve lasciare nell'oblio la bellezza - concetto vuoto - per aprire varchi verso un'esplorazione complessa, talvolta urticante, sempre ricca di origini e possibilità, variegata, talvolta sintetica, paradossale, spesso sorprendente. Soprattutto, estranea a una connotazione, appena accennabile in una denotazione. L'arte, invenzione umana, ha un solo scopo: lasciarsi osservare. Nient'altro.
- Fernando Botero, "Picnic", 1982, collezione privata
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vinci-te-stessx · 7 months
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Mi guardo, all'esterno all'interno,
i miei spazi vuoti i miei spazi pieni
che fanno la muta
dentro di me
Elis compie gli anni per la prima volta
Nelle stanze della sua casa, tra le pareti dei pensieri, dove ha vissuto per tanti anni solx, oggi è qui senza maschera, sbircia dal sipario
mi stringe la mano, cammina con me
Elis prima volta vede il mare, tocca scalzx la terra, fa le capriole sul prato, per la prima volta
Ma c'è sempre statx Elis sono le scarpe con la punta di ferro. Elis è egocentricx, esibizionistx, provocatorx e spavaldx.
Elis non ha paura... o forse si, forse ha una paura, una paura fottuta, ma dovreste sentirlx ridere quando vola!
prende spazio, con astuzia e impazienza
Elis sgomita, sgomita in questa vita
taglia le parole, inventa le finali, perchè pensa che il mondo è più divertente scritto con i num3ri, le stelline, le lettere capovolte
Elis muta, gira, capovolge, i significati, i significanti
Elis lotta per esistere
Ride un sacco e se ne fotte
tanto in fondo, in questo mondo di costrutti
ti spaventa davvero una stanza senza confini?
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gianlucacrugnola · 7 months
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Mudhoney - Piece Of Cake
I mesi dell’anno che scorrono segnano un passaggio di rottura nella città della pioggia per due motivi diversi mediaticamente tra loro ma ugualmente significanti. La Microsoft con sede a Redmond, parte della grande area metropolitana di Seattle, diventa il centro mondiale del Personal Computer grazie ai riconoscimenti ricevuti dal suo fondatore Bill Gates, un’immagine di rinnovata fiducia per il…
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canesenzafissadimora · 8 months
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"Nell'analisi ci impegniamo ogni volta a riattivare il processo di soggettivazione. Si tratta di provare a scrivere in modo nuovo ciò che è già stato scritto, di trascrivere in modo singolare le tracce costituenti dell'Altro. Non si tratta di liberarsi illusoriamente del potere della ripetizione, quanto piuttosto di dare alla ripetizione una forma nuova. [...] È questa la meta ultima di ogni analista: fare emergere l'inconscio come apertura, possibilità, interruzione dell' 'automaton' della ripetizione. Ma la 'differenza assoluta' si può estrarre solo quando il soggetto si è radicalmente confrontato con il significante primordiale, coi significanti traumatici e irriducibili che hanno impresso la loro traccia sulla sua vita. Non dalla liberazione dalla loro presa, ma dall'assunzione soggettiva di questa presa [...].
È, in altre parole, solo l'innesco della ripetizione che rende possibile la sua interruzione. L'assoggettamento non è più una condizione che il soggetto subisce, ma qualcosa che il soggetto vuole e sceglie, che può vedere davvero 'per la prima volta' come deciso e non subìto. Per la prima volta può, cioè, assumere quello che finora lo ha tormentato come significante traumatico come se fosse un suo nome proprio [...]. È la liberazione dalla ripetizione come risultato di un'inedita obbedienza. È a questo paradosso estremo che l'analisi consegna il soggetto. Siamo di fronte all'essenza della seconda eredità: vedere per la prima volta quello che da sempre ho visto, quello che da sempre sono stato. È solo nel tempo della seconda eredità che il soggetto può dire 'Sì!' alla sua provenienza e al suo destino".
Massimo Recalcati
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queerographies · 9 months
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[Camminavo rasente i muri][Massimo D’Aquino]
Un cammino costellato da emozioni forti ed episodi significanti di una realtà sconosciuta ed artefatta dai mezzi di comunicazione. Un racconto dove si riesce ad entrare per comprendere la realtà di una condizione che non è una scelta. Fin da piccola il protagonista sente che c’è qualcosa che non combacia col suo sentire. Una dissonanza, una stonatura che l’accompagnerà fino alla risoluzione (mai…
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